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LO SPAZIO DEL CENTRO C’È, ANCHE SE STRETTO.

 

Non è un luogo vuoto o inutile (Galli della Loggia). Il centro esiste però a patto che rappresenti uno momento di cucitura, di raccordo, di misura reciproca.

 

Marco Follini

 

Il destino del centro è quasi un dilemma quotidiano della politica italiana. Un di-lemma che si rinnova anche quando le sue sorti appaiono più difficili e faticose. Si può risolvere il dilemma al modo che propone Galli della Loggia. E cioè descrivendolo come un luogo vuoto e tutto sommato inutile, una volta che la destra non sia più fascista e la sinistra non sia più comunista.

 

Ragionamento tutt’altro che peregrino, al punto in cui siamo. E tanto più in queste ore, quando non s’è ancora capito se le forze di centro si organizzeranno insieme oppure andranno in ordine sparso. E se poi andranno per loro conto o finiranno per allearsi con il cartello guidato dal Pd.

 

Eppure l’idea di una forza che si interponga tra i due schieramenti principali non è affatto così inutile, né così improbabile come appare a prima vista. Non foss’altro per quello spettro – la radicalizzazione della lotta politica – che rendeva inquiete le notti di Moro e della Dc del suo tempo. Il rischio infatti continua ad essere quello di due blocchi contrapposti, incapaci di parlarsi e indotti dalla natura ferina del loro stesso scontro a dar vita a una contesa senza misura e senza riguardo.

 

Lo spazio del centro insomma c’è, ancorché sia angusto. A un patto, però. Che si tratti di un luogo di cucitura, di raccordo, di misura reciproca. E non invece un luogo in cui diventa difficile convivere per l’eccesso delle sue personalità e per la difficoltà a farle stare assieme con un briciolo di armonia. Poiché il centro, appunto, è un luogo di concordia oppure non è.

 

 

Fonte: La Voce del Popolo – 28 luglio 2022

[Qui riproposto per gentile concessione della testata]

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