Lucia Palermo ha dato luce, oltre al suo nome, alla faccenda in cui è incappata, un faro acceso su norme dal sentore di ingiustizia. La donna, per come si comprende da notizie di stampa, ha ambito lavorare in una delle forze dell’ordine dello Stato. Ha superato le prove previste di carattere medico, psicoattitudinali e fisiche con relative dichiarazioni di oncologi a certificare che fosse pienamente in salute e in condizioni di svolgere ogni tipo di attività.Eppure questo non è bastato ed è stata ritenuta inidonea per partecipare ad un concorso pubblico nel ruolo di “Psicologo” nella Guardia di Finanza. La legge ne ha previsto l’esclusione ritenendo il post cancro incompatibile con la vita militare. Lucia ha avuto il cancro, questo lo stigma che porta appresso.
Del resto “finanza” in una delle sue accezioni sta anche per fine e cessazione; così è finito senza troppi fronzoli il sogno di Lucia. Ora si potrebbe argomentare che sarebbe stata inutile anche la partecipazione, a monte, alle prove già sostenute, se poi vietata quella decisiva al concorso in questione. Si potrebbe commentare che, pur d’accordo sul requisito di sana e robusta costituzione, ad uno psicologo non sono richiesti ruoli operativi dove è richiesta una speciale preparazione fisica. L’oggetto dell’attenzione, di cui si discute anche in questi giorni, è nella sostanza una proposta di legge in materia di “oblio oncologico” che prevede un periodo di dieci anni dalla fine della malattia. Con tale durata può accadere che così non si rientri nel limite di età richiesto per i concorsi pubblici.
Chi ha avuto il cancro sembra in questo modo non possa o non debba liberarsene. Se vi riuscisse, denuncerebbe un fisico che ti dà per guarito, a dispetto della mente che deve stare sempre sul chi vive, sui carboni accesi di una perenne sospensione su un baratro, che non emette mai la sua sentenza, costantemente riunita in camera di consiglio. Nel De Naturalibus Facultatibus si apprende che il cancro assume nome da vene che, compromesse dalla malattia, richiamano la forma delle zampe di un granchio che ti resta con le chele aggrappato addosso, anche se ti scuoti per anni come un dissennato per estirparlo dalla memoria pubblica.
Lucia è andato fuori concorso e non perché in precedenza abbia già vinto premi speciali ad omaggiarne le capacità.Konkurs in tedesco indica invece un fallimento che comporta il risarcimento verso un insieme di creditori. Nel nostro caso Lucia ha fallito nel perseguire il suo progetto, affidandosi oggi solo all’oblio. Non le sarebbe restato che ritirarsi in buon ordine obbedendo ai versi del Tasso:
Ma ‘l sonno, che de’ miseri mortali
E’ co ‘l suo dolce oblio posa e quiete,
Sopì co’ sensi i suoi dolori.
Invece si è ribellata e reclama il diritto all’oblio, alla cancellazione del proprio passato, come se aver avuto il cancro sia una infamia al pari nei secoli scorsi della peste.Astor Piazzolla con la sua celebre composizione “Oblivion” è stato tra gli iniziatori del tango nuevo che si distingue da quello tradizionale anche per il modo della coppia di abbracciarsi. Nel primo è prevista la perdita ed il successivo recupero dell’abbraccio che nel secondo è invece sempre costantemente mantenuto.
Lucia vorrebbe con ogni forza liberarsi dalla stretta della sua storia oncologica per poi riabbracciarla, vittoriosa, se finalmente affrancata da ogni pregiudizio. Il Parlamento potrebbe dare bel segno di sé portando una ventata di civiltà e di giustizia, riducendo drasticamente i tempi dell’oblio o, per spietata democrazia, estendendolo a tante altre malattie che affliggono uomini e donne del nostro Paese e che hanno tempi di guarigione altrettanto lunghi ed incerti.
Lucia, oltre a lottare per il suo futuro, deve sapere che un giorno felice potrà contare su un lavoro per la quale possa provvedere a se stessa. Altrimenti si aggiungerà altra tormentata prova in aggiunta a quella già sopportata. Siamo obbligati a sperare che questa volta non resteremo delusi. Vorremmo sorprenderci e rivedere la vita di Lucia come un vecchio film Lux, da cineteca, dove tutto è passato perché ora non è più così.