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martedì, Febbraio 11, 2025
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Marco Rizzo fuori dal politicamente corretto: a lui piace la gnocca.

Adesso ci si è messo di mezzo anche il sesso, generando confusioni. Rizzo ha diviso ciò che lo attrae da quello che non lo riguarda, senza nascondersi nel silenzio o nel sincretismo sessuale.

Alla fine Marco Rizzo è sbottato ed ha guadagnato d’un colpo più consensi che mille comizi già spesi con il Partito Comunista di cui è stato Segretario o adesso come coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare, camminando sotto braccio a Gianni Alemanno.

La biografia di Rizzo è la storia di tutti i travagli e le contraddizioni della Sinistra italiana ricca di divisioni e nascita convulsa di sigle e formazioni, difficili, per numero, da mandare a memoria. Rizzo è uscito fuori dal politicamente corretto non trattenendo più la bocca e le idee, esprimendo ciò che prima o poi per lui andava detto e rompendo la convenzione del pensiero alto della Sinistra in tema di sessualità e di nuovo conformismo. Rizzo è uomo calmo e pacato. Ha il pregio della onestà intellettuale, non gigioneggia con l’elettorato, non vuole piacere a tutti i costi, ha una sua posizione qualunque sia la direzione del vento a tirare.

Eppure questa volta, malgrado la calvizie, a Rizzo gli si saranno drizzati i capelli in testa, si è rizzato di colpo dalla poltrona per dire la sua verità. “Sovra l’anche rizzosse”, a mo’ di Luigia Pallavicini caduta da cavallo, ed ha disarcionato d’un colpo le opinioni correnti soprattutto nella opposizione politica in materia di uomini e donne. Ha avuto l’ardire di dichiarare che a lui piace la gnocca. Ha criticato il fatto per cui “ormai non c’è un film o una pubblicità in cui non ci sia un gay o un nero. Engels diceva che la famiglia è il primo nucleo della società borghese e…senza la famiglia, senza la pensione dei nonni e delle vecchie zie, oggi in Italia avremmo 11 milioni di poveri in più. La famiglia è un presidio dello stato sociale e che fa Elly Schlein invece di occuparsene? Si mette a ballare sul carro de Gay Pride”.

Certe espressioni, adesso ci si è messo di mezzo anche il sesso, generano singolari confusioni. La gnocca designa nel linguaggio corrente una bella ragazza. In grammatica è una sineddoche, che consiste nella sostituzione tra due termini in relazione tra di loro: la parte per il tutto o viceversa. Si tratta di un plauso ad una rappresentante del genere femminile a cui si attribuiscono qualità di bellezza.

Al contrario lo gnocco va per altro più ruvido senso. Sta infatti per nocchio o da nodo di legno ma designa anche una protuberanza, una sorta di escrescenza che non rinuncia a farsi notare. Potrebbe ricondursi in questo caso ad un bernoccolo assegnato da Rizzo al Pd e compagnia bella. Ciò malgrado, per il contrario, si dice gnocco anche alludendo ad una persona ingenua, agevolmente abbindolabile, che vive in una condizione di debolezza di fronte al prossimo.

Sempre sul tema anche il sesso dà luogo ad incertezze interpretative. Deriverebbe dal greco Tek-os, generato o procreato che si voglia; altri invece richiamano la parola al sec-are, cioè al separare, distinguendo tra uomini e donne.

Il nostro politico, come una mannaia, ha diviso, quanto a gusti, ciò che lo attrae da quello che non lo riguarda, senza nascondersi nel silenzio o nel sincretismo sessuale. Una nube di polvere, invecchiandone crudelmente d’un tratto le ideologie, starà cadendo sulle teste del mondo politico dai discorsi ben impostati, infarinandoli con ingredienti di una tradizione che, con Rizzo, non rinuncia a dire la sua. Del resto a base degli gnocchi è innegabile come ci sia la farina ma anche la patata e Rizzo sembra averne ricordato con fierezza la incontestabile ricetta da lui pubblicamente apprezzata. Giovedì gnocchi, poi si vedrà.