[…] L’Italia considera il Ghana come un esempio virtuoso di democrazia. Un modello che trasmette anche ad altri Paesi l’importanza della democrazia. È tanto più significativo questo modello in una fase storica in cui, in alcuni Paesi dell’Africa occidentale, il sistema democratico sembra davvero vacillare.
Il Ghana, con la sua opera di radicamento territoriale, dei valori democratici, dello stato di diritto, del pluralismo politico e sociale, offre – ripeto – un modello importante di grande valore per tutta la regione e per l’intero continente africano.
È anche grazie alle riforme intraprese, che il Ghana sta superando con successo la crisi eco-finanziaria che l’ha messa alla prova nel periodo passato. E questo consente una tranquillità, una stabilità ancora ripristinata, con solidità.
Il Ghana e l’Italia sono legati da una amicizia molto forte, alimentata dalla comune aspirazione, l’aspirazione ad un sistema di valori, ad un sistema di rapporti internazionali, che si ispiri ai medesimi valori che coltiviamo insieme Ghana e Italia. E cioè il multilateralismo, il dialogo fra tutti i Paesi, la pace, la convinzione che la strada intrapresa in alcune parti del mondo – in Europa, in Africa e in Medio Oriente – per la sopraffazione e la guerra è quella sbagliata.
Ribadiamo l’importanza di un dialogo internazionale collaborativo fra tutti. E questo richiede naturalmente il rafforzamento delle Nazioni Unite.
Ringrazio il Presidente per il riferimento alla riforma necessaria per il Consiglio di sicurezza, per l’efficacia e l’efficienza di funzionamento dell’ONU.
Perché questo richiamo alla collaborazione internazionale? Perché le sfide che abbiamo di fronte come umanità – anzitutto quella del clima, che il Presidente Akufo-Addo ha poc’anzi evocato – richiedono una grande collaborazione internazionale, impossibile in un clima che sia di contrapposizione.
Sono lietissimo che in questi ultimi anni i rapporti di collaborazione fra Ghana e Italia si siano intensificati.
Era nostra intenzione proseguire su questa strada e il nostro interscambio è cresciuto molto dall’ultimo anno. Vogliamo edificare un partenariato articolato e approfondito in tanti settori di collaborazione.
Sul piano economico, la collaborazione di molte nostre aziende con quelle ghanesi è molto intensa e le nostre imprese guardano con grande interesse al Ghana e all’Africa occidentale.
In questo contesto, è importante anche aver ripristinato il collegamento aereo diretto tra Accra e Roma. Questo consentirà una facilità di rapporti accresciuta.
Abbiamo anche una tradizionale grande collaborazione sul versante energetico, un aspetto importante del nostro partenariato.
L’ENI è presente nel Paese da tanto tempo e continuerà ad esserlo, certamente superando le difficoltà che si sono create, ma una è collaborazione che si manterrà e si svilupperà.
Anche sul piano culturale vorremmo accrescere la nostra collaborazione, soprattutto quella universitaria, per uno scambio di ricercatori, per conoscenza reciproca e scambio di studenti. Perché questo consente di avvicinare le giovani generazioni come intensificazione della nostra amicizia.
Anche perché l’Italia ospita una numerosa e apprezzata comunità ghanese che è molto ben integrata nel mio Paese. Apprezzata – ripeto – e che contribuisce all’economia italiana e rappresenta un legame di amicizia tra Ghana e Italia.
Così come ha ricordato cortesemente il Presidente Akufo-Addo, vi sono tanti italiani che da tempo vivono e operano in Ghana.
Tutto questo ci fa pensare, naturalmente, pensando alla presenza ghanese in Italia, così ben inserita, integrata e apprezzata, all’esigenza di affrontare insieme, globalmente, il fenomeno migratorio, che è un fenomeno crescente, di grandi dimensioni e va convertito, da un fenomeno disordinato nelle mani crudeli dei trafficanti di esseri umani, in un fenomeno regolato da accessi legali, da ingressi regolari, autorizzati, concordemente definiti.
È un obiettivo importante per dare spazio alle nostre giovani generazioni e alla collaborazione.
Domani visiterò il Centro di formazione di Mark Eshun, dove, con un progetto promosso da industriali italiani, dalla Confindustria, dalla loro associazione, giovani ghanesi ricevono una formazione professionale per poi essere inseriti in aziende italiane nel nostro Paese.
È un modo positivo di definire e indicare come va affrontato il tema migratorio.
Nel corso dei colloqui abbiamo sottolineato – da parte mia con molto vigore – come il Ghana rappresenti per l’Italia un partner fondamentale nell’ambito del partenariato tra Africa ed Europa. Un partenariato che intendiamo fondato sul reciproco rispetto, sul rapporto paritario di collaborazione che giova a entrambe le parti, perché il futuro di Africa ed Europa è, a mio avviso, necessariamente comune.
Il vertice che si è svolto lo scorso gennaio, cui il Presidente Akufo-Addo ha cortesemente partecipato – e lo ringrazio ancora per questa sua presenza – ha confermato l’intenzione dell’Italia di promuovere un’azione congiunta, concorde, secondo le indicazioni dei Paesi africani, per la concreta collaborazione tra l’Africa e l’Europa.
Il piano Mattei, che il Governo italiano ha lanciato evocando – come ricordavamo insieme al Presidente Akufo-Addo – un protagonista dell’amicizia tra Africa ed Europa e un protagonista dell’amicizia per l’indipendenza allora conseguita dai Paesi africani, evoca appunto la volontà di collaborare sul piano paritario, secondo le esigenze e le indicazioni ai Paesi africani, cercando di coinvolgere in questo l’intera Europa.
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