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martedì, 2 Settembre, 2025
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Metaversismo e umanesimo sociale: una nuova sintesi di pensiero

Una riflessione sul rapporto tra tecnologie immersive, cittadinanza aumentata e tradizione dell’umanesimo sociale. Verso un nuovo paradigma culturale, politico ed etico capace di coniugare innovazione e solidarietà.

Metaversismo e umanesimo sociale: una nuova sintesi di pensiero

Una riflessione sul rapporto tra tecnologie immersive, cittadinanza aumentata e tradizione dellumanesimo sociale. Verso un nuovo paradigma culturale, politico ed etico capace di coniugare innovazione e solidarietà.

Antonio Derinaldis

Nel contesto delle trasformazioni socio-tecnologiche attuali, emerge l’esigenza di ridefinire il rapporto tra tecnologia, umanesimo ed impegno sociale. L’idea di “metaversismo” si propone come chiave interpretativa ed operativa per comprendere il presente: non solo come immersione nelle tecnologie immersive, ma come visione di cittadinanza aumentata, in cui realtà fisica e realtà digitale coesistono in modo interattivo e trasformativo.

Il metaversismo non è un’ideologia, bensì una postura culturale, aperta alla sperimentazione di nuove forme di partecipazione, relazione e costruzione del bene comune, nell’ecosistema delle reti neurali e delle piattaforme virtuali. È psicologia sociale del profondo “cyber” che interroga gli abissi dei “labirinti dell’anima”.

Il digitale non è – non può essere – solo infrastruttura tecnica

Questa prospettiva può intrecciarsi con l’umanesimo sociale, inteso come matrice culturale che unisce il cattolicesimo sociale e il riformismo progressista. In tale sintesi si riconosce il valore della persona, la centralità della comunità e la funzione pubblica della solidarietà.

Nel metaversismo ad impronta sociale, il digitale non è solo infrastruttura tecnica, ma ambiente relazionale e sociale, quindi “politico”. Si afferma così una nuova grammatica della partecipazione: intergenerazionale, ibrida, inclusiva. Ne deriva una necessità: quella di formare nuove comunità “human tech”, persone consapevoli, critiche e corresponsabili. Realtà sociali pronte a farsi promotrici di questa transizione, inaugurando percorsi di educazione civica aumentata, valutazione di impatto trasformativo e pratiche di innovazione responsiva.

Una realtà potenziata dalletica della cura

In questa prospettiva, il metaversismo sociale non è fuga nel virtuale, ma ritorno riflessivo alla realtà, potenziata dall’immaginazione sociale e dall’etica della cura. Nel tempo della rivoluzione digitale e dell’intelligenza artificiale, è urgente ripensare le categorie culturali e sociali che hanno guidato il Novecento.

Oggi, di fronte alla pervasività del virtuale, può nascere un nuovo approccio: una sintesi tra le potenzialità immersive delle tecnologie emergenti e l’eredità valoriale del cattolicesimo sociale, del socialismo riformista e di tutto quel filone di pensiero che ha posto la persona al centro e non il profitto. Il metaversismo, inteso non come evasione, ma come spazio aumentato della realtà, può diventare terreno fertile per la costruzione di nuove forme di partecipazione, inclusione e giustizia sociale.

 

Innovazione, welfare immersivo e meta-umanesimo

L’umanesimo sociale, con la sua attenzione alla dignità della persona, al lavoro, alla comunità, può guidare lo sviluppo etico di tecnologie che rischiano altrimenti di diventare strumenti di esclusione o manipolazione. In questo scenario, l’innovazione diventa non solo tecnica, ma politica e culturale: si apre lo spazio per un “welfare immersivo di prossimità”, per la coprogettazione sociale digitale, per una nuova educazione civica algoritmica.

È la sfida dell’umanesimo aumentato, di quel “meta-umanesimo” che unisce empatia e dati, spiritualità e algoritmi, comunità e reti. Un pensiero post-ideologico, capace di parlare alle nuove generazioni ma anche di connettere le diverse età della vita, può trovare qui una nuova ispirazione. È il tempo di un “innovismo sociale”, capace di guardare al futuro senza rinunciare al radicamento umano.