Riceviamo e volentieri pubblichiamo
“ Politica Insieme” nasce per rispondere ad una esigenza di partecipazione attiva ed organizzata alla vita dell’Italia e dell’Europa. Un progetto che richiama ad un’assunzione di responsabilità personale e collettiva.
Ci riferiamo ai problemi del Paese, ma anche alle sue potenzialità. Della politica e delle istituzioni vediamo tutti i ritardi, le carenze e le contraddizioni. Al tempo stesso, siamo consapevoli che è possibile fare molto per cambiare le cose, per ridurre i divari e gli squilibri, operare per sostenere l’occupazione e l’impresa, aprirci alle innovazioni, salvaguardare l’ambiente.
Tra tutti coloro che guardano alle cose della vita sulla base di una ispirazione cristiana emergono libere ed autonome dinamiche, è crescente l’intenzione di essere presenti per rimediare ad una situazione di grave degrado politico e sociale in cui siamo precipitati.
Non basta, però, l’impegno solo di parti della società italiana e, certamente, non c’è alcuna intenzione di operare in un’ottica integralista o clericale.
Anzi, vogliamo riallacciare rapporti e relazioni attorno alle aree vitali e critiche che ci riguardano con tutti coloro intenzionati a segnare una novità nel riscoprire il gusto dell’impegno pubblico e solidale. Sappiamo che una gran parte degli italiani, anche quelli con adesione ad altri filoni di pensiero, vive le nostre stesse speranze e preoccupazioni.
Il nostro coinvolgimento politico intende richiamare all’attenzione verso il bene comune tutti gli uomini di buona volontà, indipendentemente dal loro credo religioso e dai riferimenti culturali e politici. Intendiamo, infatti, superare un recinto delimitato perché abbiamo delle proposte concrete da suggerire per la soluzione dei problemi degli italiani e degli europei, uscendo dalle dinamiche di una politica che guarda ai luoghi comuni, ai facili slogan e che continua a mobilitarsi sulla base di schieramenti precostituiti, come hanno confermato le recenti, accese discussioni attorno alla Congresso mondiale sulla famiglia, organizzato a Verona.
L’ispirazione cristiana che ci sorregge guarda, insieme, alla difesa e completa applicazione della Costituzione e al Pensiero sociale della Chiesa con l’obiettivo di mettere al centro di ogni analisi e scelta politica, sociale, economica, culturale e scientifica la dignità della Persona, la Giustizia sociale, lo spirito della Solidarietà e quello della Sussidiarietà.
E’ la situazione complessiva dell’Italia a scuotere le coscienze e a far emergere l’ineluttabilità di un’assunzione di responsabilità.
Sempre più diffuso è il convincimento che devono essere avviate, anche velocemente, nuove efficaci e più originali politiche in grado di rispondere alle spinte disgregative e ai tanti “ egoismi” che si diffondono e definire in maniera diversa la spesa pubblica con il fine di reperire, così, le risorse da destinare agli investimenti necessari ad una effettiva ricrescita del Paese.
Vogliamo partecipare ad una politica concreta per reagire alla crisi dell’occupazione, affrontare adeguatamente le trasformazioni in atto nel mondo produttivo e del lavoro, delineare un nuovo modello di sviluppo per rispondere alla sfida lanciata dalla ricerca scientifica e dalle nuove applicazioni tecnologiche. Sulla base del riferimento alla “ Ludato si”, e in convinta adesione allo spirito ed alla sostanza dell’Agenda 2030, si può contrastare il degrado ambientale, lottare contro le povertà in modo più moderno ed efficace.
Il futuro delle nuove generazioni spaventa e le spaventa. Dobbiamo cominciare a “ risarcire” i giovani per quanto è loro già sottratto in termini economici, di occupazione, di mancato ascolto, di disinteresse verso la loro educazione, di depauperamento del patrimonio naturale.
Temiamo per quanto si sta trasformando in negativo nelle relazioni internazionali. Continui sono i limiti posti alla volontà e alla capacità di negoziare ed il conseguente, inevitabile ritorno alle contrapposizioni economiche e alla corsa verso gli armamenti nucleari, chimici, biologici e convenzionali. Eppure, a tutto ciò si può rispondere positivamente, con fiducia.
Sempre più difficile appare giungere ad una distinzione tra l’oggettivo stato di difficoltà afferente la sfera pubblica e quella più intima, esistenziale, etica di ciascuno di noi che richiama la salvaguardia dell’essere umano, il rispetto della sua dignità materiale e spirituale e di quelle libertà destinate a dispiegarsi pienamente sin dal momento del concepimento, indipendentemente dalla sua religione, dal colore della pelle, dalle tradizioni e culture di riferimento.
L’ispirazione cristiana porta inevitabilmente ad impegnarci “ per” e non “ contro” qualcuno o qualcosa. Anche se ben chiari abbiamo i responsabili dei pericoli portati alle libertà, agli assetti democratici, agli equilibri tra le istituzioni, ad una piena ed effettiva partecipazione.
Siamo di fronte a sfide con una forte carica innovativa e di potenziale arricchimento spirituale, scientifico e materiale e si deve, pertanto, contrastare ogni tendenza al mero disfattismo o abbandonarsi solo a sentimenti di impotenza o di rabbia. Il “ nuovo” che avanza può, infatti, rafforzare i processi democratici, ridurre gli squilibri, portarci ad uno sviluppo sostenibile e, dunque, creare un mondo migliore.
I liberali, i popolari e cattolici democratici, i socialisti hanno ricostruito il Paese, nel rispetto delle libertà, hanno allargato la sua base partecipativa, concepito un sistema di equilibri tra poteri, istituzionali e non, ridotto il divario economico e sociale con le realtà internazionali più avanzate, concorso al dispiegarsi del percorso europeo consentendo al Paese di raggiungere condizioni di vita altrimenti impensabili.
Queste storiche forze ideali, in un momento delicato e particolare, devono ritrovare la forza ed il coraggio di rimettersi all’opera puntando nuovamente sulla ricostruzione e sulla ricomposizione, le quali non possono che trovare un fondamento su di un rinnovato spirito di collaborazione, di confronto e di dialogo.
Siamo consapevoli che la nostra, anche se i suoi sbocchi non sempre ci piacciono, è divenuta una democrazia compiuta. Nel senso che la gestione del bene pubblico non è più interpretata in relazione a contrapposte visioni ideologiche o in conseguenza di pregresse, vincolanti vicende storiche.
Siamo pure consapevoli che il populismo si sviluppa sulla base di istanze inattese; trova giustificazione nel divario tra classi dirigenti e la gente fatta di carne ed ossa e nel perpetuarsi di politiche ispirate più dagli interessi di chi opera per la “ cattiva finanziarizzazione dell’economia”, piuttosto che da chi ricerca il bene comune; trova linfa in un modello educativo non basato sulla centralità degli esseri umani cui è diretto ed anche in una comunicazione preoccupata più di condizionare i processi decisionali piuttosto che in essi far confluire indipendenti motivi di riflessione, analisi obiettiva, valutazione ragionevole della sostenibilità di proposte e di progetti.
Per noi il popolarismo significa oggi contribuire ad una soluzione dei problemi partendo dall’essere umano, dalla famiglia, dai gruppi sociali intermedi, dall’insieme delle autonomie amministrative che dovrebbero ridurre le distanze da uno Stato vissuto come “ avversario” piuttosto che come strumento per operare a favore del bene comune.
E’ quindi doveroso puntare alla ricomposizione sociale ed alla collaborazione tra generazioni, tra istituzioni, tra le persone per ritrovarsi attorno a quegli interessi condivisi che fanno evolvere una società sempre più in una comunità capace di suscitare volontà di partecipazione e richiamare nuove energie.