Nika Shakarami, in Iran la morte sale a bordo di una camionetta.

Nika aveva solo sedici anni. Una vecchia canzone dice che è l’età in cui “Non devi pianger mai così, Hai l'età del sorriso, Non intristire gli occhi tuoi…”.

C’è una canzone di Bennato che non può essere bannata da alcun regime e che indica di “una seconda strada a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al cammino, poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è”.

Vale per i cuori innocenti ma non ha avuto senso per la camionetta che ha caricato a bordo Nika Shakarami catturata dalle guardie iraniane mentre in quel di settembre gridava la sua opposizione alla morte di Mahsa Amini.

Il mezzo evidentemente ha smarrito la via maestra a causa della cliente che aveva a bordo ed ha fatto un percorso alternativo al dovuto. Le carceri erano già zeppe di protestatari e restava solo la strada per una accoglienza con i fiocchi.

Le guardie hanno sopportato dai loro colleghi l’onta del rifiuto di ingresso di quella testa calda nelle carceri già ripiene all’inverosimile di altri giovani dissennati. Così, il cammin facendo, è diventato la terra definitiva d’approdo. Nika, scartata via da altri scarti di miglior merito.

La versione ufficiale racconta che si è uccisa precipitandosi dall’alto di un palazzo ma la verità è venuta alla luce per mano di una inchiesta della Bbc. Qualcosa non è andata per il verso giusto o forse, il giorno dell’esecuzione, è mancato il giusto verso poetico e hanno dovuto sbrigarsi in fretta per chiudere la faccenda senza tirarla troppo per le lunghe.

Si legge che nei tempi antichi era stimato come razionale il suicidio del saggio, una manifestazione di una scelta di libertà e di libera scelta. Socrate, Seneca e qualcun altro potrebbero confermarlo.

Il regime avrebbe detto una bugia, in qualche modo tradendosi ma anche guadagnando punti nella considerazione internazionale. Avrebbe concesso generosamente la libertà alla ragazza di suicidarsi, senza interferire, non impedendole di farla finita.

Sta emergendo invece che le regole sono regole e la vita può togliertela solo chi comanda. Nika non ha avuto come luogo di esecuzione la dignità delle mura di una prigione, una cella che l’abbia ospitata prima del patibolo.  Nel mentre la conducevano su una camionetta, in giro senza più una meta, hanno creduto bene di violentarla. È stata coerentemente trattata come una donna di strada. I particolari dicono che nell’approccio un gendarme si è seduto sopra di lei per eccitarsi e perché la donna deve imparare a sottoporsi.

A bordo, mentre il motore andava, hanno proceduto al da farsi, meno ancora che sul canapè come donna da reggimento. L’hanno palpeggiata e così via. Al dimenarsi di Nika per opporre resistenza, l’hanno massacrata di calci e randellate, una camionata di botte, per poi scaricarla in mezzo alla strada, proprio come si fa nei film del terrore. La giovane ha resistito come una furia, è stato tutto inutile. Lotta e lutto sono amici.

Prima di abbandonarla, le puliscono però il sangue dalla testa che non si presentava più in buone condizioni. Non un gesto di pietà: chi vigila sulla pulizia morale di uomini e donne non può consentire nessuna forma di pubblico imbrattamento e di sporcizia. La verità ora sta venendo a galla. Stando al dizionario la galla è una escrescenza, un tipo di eruzione, una malattia delle piante ma anche qualcosa che sta sull’epidermide e che affiora malgrado tutto.

Dice il Giusti, “che i più tirano i meno è verità”. In Iran può darsi che sia così o che invece una minoranza di feroci dettino legge su una maggioranza impaurita.

Maat è la dea egiziana dell’ordine cosmico, della verità e della giustizia, rappresentata come donna con una piuma dritta sul capo. Si legge nel Libro dei morti che dopo la confessione negativa, di non avere colpe e peccati a carico, il cuore del defunto è pesato sul piatto di una bilancia. Sull’altro piatto è la piuma di Maat. Se i piatti restano in equilibrio, è il segno che non si è mentito.

Per Nika i suoi aguzzini devono aver pensato che “la donna è mobile, qual piuma al vento” e che la sua verità e la sua giustizia non meritava di essere comunque misurata. Sono loro a dettare le leggi dell’ordine e nessun altro. Nika aveva solo sedici anni. Una vecchia canzone dice che è l’età in cui “Non devi pianger mai così, Hai l’età del sorriso, Non intristire gli occhi tuoi….”. Nika aveva solo sedici anni. A farle compagnia ora è la morte, che per non sfigurare non rivela mai la sua età.