In questi giorni di emergenza ed incertezza ne abbiamo sentito e ne sentiamo di tutti i colori. Soprattutto desta stupore la mancanza di responsabilità di tante persone che, dinnanzi a questa pandemia – forse neanche se ne rendono conto – continuano stupidamente ad ignorare le misure del Governo che, diciamocelo pure, ha avuto qualche incertezza nel da farsi nei primi giorni. 

Ma, grazie a Dio, pare che ci siamo. 

Se non fosse per misure che da alcune parti sono applicate e in altre no. Prendiamo la Campania. Il Governatore De Luca ha parlato di esercito. Non certo per sparare a vista sugli “indisciplinati”, però sappiamo bene che al Sud, ahimè, le risorse mancano, anche se ci sono menti brillanti e capaci, come i medici che hanno scoperto il valore del farmaco per l’artrite reumatoide in grado di fermare la polmonite causata dal Covid19. 

In molte zone i vigili urbani non bastano, polizia e carabinieri fanno ciò che possono e così la gente va e viene liberamente. Mi trovo obbligata in una frazione del comune di Sessa Aurunca per motivi di famiglia, normalmente vivo e lavoro a Roma. Qui bisogna uscire per forza a prendere il pane, specialmente per le persone anziane; il resto della spesa – date le restrizioni – la dobbiamo fare nei negozi locali che hanno aumentato notevolmente i prezzi spudoratamente. Di solito si andava nei supermercati più vicini. Ora non si può. Però quando esco a prendere il pane tutto sembra normale, perché le persone mettono la mascherina e si muovono in macchina o a piedi come gli pare. 

Non hanno capito. O non vogliono capire. Ecco perché è necessario l’esercito: è una presenza dello Stato e non deve essere vista o pensata come una minacciosa restrizione della libertà. A Sessa Aurunca abbiamo un ospedale, aperto dopo anni di lotta e proteste. Ha i suoi alti e bassi, ma garantisce un primo importante polo di accoglienza. C’è rianimazione, con quattro respiratori che da stasera sono rimasti due. Sì perché hanno deciso di trasferirne due a Maddaloni, dove grazie a Dio pare che non ci siano casi di infezione. Nessuno ne capisce il perché. È vero che in tempi bui e di necessità bisogna condividere, essere più “umani”. Ma perché non si è chiesto altrove? Perché non ci si è pensato prima? 

Adesso tutti si preoccupano del possibile collasso della Sanità in Italia, specialmente al Sud. Non aggiungo altro poiché non vivo qui ma conosco i disagi della mia famiglia e di mia madre quando è costretta, alcuni mesi all’anno, a pagare le analisi ed altri esami. Scusate ma ora mi sento in dovere di denunciare, di urlare quanto è vergognoso togliere ai più poveri!