Dopo essere stata eletta Segretaria, nel corso dell’Assemblea Nazionale del PD, Elly Shlein ha testualmente affermato: “Abbiamo dei mali da estirpare, non vogliamo più vedere capibastone e cacicchi vari”.
Capobastone è un termine molto diffuso. Secondo la terminologia “ndranghetistica”, il capobastone è il capo di una “ndrina locale” ovvero di una cosca malavitosa con una competenza territoriale ben definita. Se invece al capobastone si assimila, in politica, un Capo corrente, la sua competenza non è sempre limitata ma addirittura può essere riferita al Partito nella sua interezza territoriale. Inizialmente i capibastone erano una prerogativa del Mezzogiorno ma, come profetizzò Leonardo Sciascia, la linea della Palma è salita verso il nord sicché il fenomeno è di portata nazionale. Non potendo colpire solo il Partito del Sud il termine negli ultimi tempi è un po’ desueto.
Cacicchio, invece, è un termine più originale e meno diffuso. È stato D’Alema ad utilizzarlo per primo per identificare i vari capi locali. Era il tempo in cui si vagheggiava “il Partito dei Sindaci” tanto da indurre Giuliano Amato a definire l’improbabile partito come il partito delle “cento padelle”. Come cambia il clima … ora si invoca un Partito capace di puntare sui Sindaci per uscire dalla crisi di rappresentanza e di consensi!
I “Cacicchi” evocano, per certi aspetti, anche una particolare suggestione. In America Meridionale, in particolare in Uruguay negli anni 60/70, si diffusero i “tupamaros”, oppositori di un regime dispotico. I tupamaros derivarono il loro nome da Tupac Amaru, ultimo imperatore Inca che ebbe un lontano discendente che prese il nome di Tupac Amaru II, leggendario capo della rivolta per l’indipendenza del Perù. Ereditò poi dal fratello maggiore il titolo di “cacique”.
Cacicco indicava il capo di alcune comunità tribali nell’America Latina, mentre in Spagna il controllo della vita politica locale da parte di alcuni grossi proprietari terrieri venne definito “cacicchismo”. Forse è interessante richiamare lo slogan della guerriglia dei tupamaros: “O bailan todos o no baila nadie”. Che significa “O ballano tutti o non balla nessuno”. I cacicchi, nella versione più suggestiva, sono legati a questo slogan.
Elly Schlein nel corso dell’Assemblea Nazionale ha lanciato uno slogan carico di seduzione : “Pd – La forza della comunità’”. Ma per sentirsi tutti dentro la comunità-partito forse non sarebbe inopportuno richiamare lo slogan dei “cacicchi” versione tupamaros: O bailan todos o no baila nadie! È pura illusione se qualcuno/a ritenesse di poter ballare da solo/sola. Come direbbe Martinazzoli, sarebbe prigioniero/a di una finzione!