19.3 C
Roma
giovedì, 4 Settembre, 2025
Home GiornaleOgni limite ha una decenza

Ogni limite ha una decenza

Dalla candidatura di Donatella Di Cesare con i 5 Stelle ai casi di De Luca e Mastella: quando la politica sembra smarrire il senso del limite e della coerenza.

Parafrasando Totò potrebbe dirsi che ogni limite ha una decenza ed è un margine che sembra spostarsi sempre più avanti fino a rinnegarsi. È notizia pubblica della possibile candidatura della filosofa Donatella Di Cesare in Calabria nellalista di Tridico dei gloriosi 5 Stelle. E noto come la Di Cesare ebbe, come minimo, forme di comprensione o di attenzione o addirittura di suggestione verso le Brigate rosse e in particolare verso Barbara Balzerani, dirigente della colonna romana delle BR e condannata appena a 6 ergastoli per reati vari. Forse, non sappiamo, al tempo è mancato solo il coraggio ma non il cuore.

 

Lambiguità della filosofa

La Di Cesare, alla morte della Balzerani scrisse: “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”. È un ambiguo “ci sto ma non ci sto”. Da una filosofa, maestra di parole, ci si aspetterebbe almeno maggiore chiarezza di pensieri a conferma o smentita dei suoi commenti di allora, contestando quanto le viene appuntato contro anche adesso. Al riguardo saremmo tutti filosofi e avremmo tutti l’amore per il sapere cosa ribolle nella testa della professoressa Di Cesare.

La via diversa alla quale si richiama la Di Cesare è probabilmente quella di un sospiro ideale verso un mondo migliore, verso moti di cambiamento, la pretesa di un sentimento di speranza proprio dell’idillio alla Luna del nostro Leopardi. Sarà forse questione di firmamento e di astri, sarà che siamo tutti figli delle stelle per cui tutto è sempre possibile e giustificato.

Sarà per questo che si candida con i 5 Stelle che, quanto alla brama di potere e ad occupare poltrone, hanno imparato lestamente bene proprio da quelli che vorrebbero soppiantare, facendo i patti anche con il diavolo pure di piazzare qualche bandierina di presenza nella stanza dei bottoni. Giova ricordare che l’uno vale uno è scomparso dal vocabolario di Conte e compagni così come il limite dei 2 mandati ed anche la battaglia “contro i professionisti della politica”.

 

Il pane e il sangue

L’etimologia della parola “compagna” ci dice di “chi mangia il pane insieme”. Ecco che il romanticismo al quale forse si ispira la DI Cesare le farebbe desiderare di mangiare, se ancora si potesse, del pane con la Balzerani, forse al tempo una occasione mancata e rimpianta. I morti lasciati per strada sono solo un dettaglio, molliche da spazzare via da terra appena si è consumato del cibo insieme nel mentre si parla di massimi sistemi. Il loro sangue è solo un fatale schizzo di pomodoro che atterra da qualche parte per poi essere cancellato alla pulizia del tempo e della memoria. Accade sempre quando si ha a che fare con del cibo e con la storia degli uomini. Del resto, il sangue non può mai essere un margine per un libero pensiero.

Per questo Conte non si contrisce e Tridico si stizzisce con i critici che attribuiscono alla Di Cesare frasi mai sostenute o mai pronunciate. Sarà per questo che la candidata non ha mai ritrattato di una virgola quanto scritto. Se almeno si confabulassero per chiarirsi prima di rilasciare dichiarazioni non sarebbe male.

 

Tra De Luca e Mastella

In Campania Vincenzo De Luca difende il figlio, attualmente parlamentare nelle file del PD, ed è stato biasimato per l’accordo chiuso garantendo suo discendente la Presidenza della segreteria di quel partito in Campania. Su questo ci sarebbero motivi di opportunità su cui riflettere. Per inciso, sarà per questo che anche il figlio di Mastella si candiderà nella stessa regione. Agli appunti mossi per questa scelta, il bravissimo Clemente fa intendere che, se così fan tutti, allora cade il motivo dello scandalo e dello stupore. È roba di prassi politica e non altro.

Ciò che però ancor più colpisce è la costante vena reazionaria con cui De Luca, attuale governatore, demolisce spietatamente e costantemente il PD nel quale comunque ostinatamente milita, inanellando ragionamenti tali da essere incomprensibile perché sia in quelle file e non ne ripudi invece da tempo l’adesione. È anche qui un “ci sto ma non ci sto”. Parimenti non è pacifico prendere atto come la Schlein tutto sopporti e non lo inviti ad uscire, per tutta coerenza, dal partito.

A proposito di decenza, il Principe di Salina del Gattopardo, parlando con un emissario del Governo piemontese, risponde al suo invito a far parte del futuro Parlamento: “Abbiate pazienza, sono un esponente della vecchia classe, fatalmente compromesso con il passato regime ed a questo legato da vincoli di decenza se non di affetto. La mia è una infelice generazione a cavallo tra due mondi e a disagio in tutti e due e per di più io sono completamente senza illusioni”. Ed è appunto la fine della speranza quella che attanaglia molti che non sanno più interpretare il nuovo sulla scena e non accennano neppure più a nessun particolare sbigottimento per come vanno le cose.

Decenza come decoro o come convenienza

Solo il mondo dell’economia sembra osservare ancora una attenzione per le regole. È stato appena fatto fuori, Laurent Freixe, il CEO della Nestlé a causa di una relazione sentimentale con una dipendente. In questo caso l’antica “rega”, il bastone con cui guidar e dirigere, si è fatto valere senza tentennamenti malgrado il valore della persona che aveva tutte le carte in regola per ben condurre quella Società.

Siamo di fronte a due modi opposti di gestione del proprio campo. Del resto la decenza può tradursi sia come decoro che come convenienza. L’economia è questa volta per la prima definizione, la politica non si è fatta sfuggire la seconda.