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giovedì, 8 Maggio, 2025
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Operazione Sindoor, la tensione fra India e Pakistan preoccupa il mondo

Per l'India si tratta di una azione mirata contro il terrorismo, per il Pakistan di violazione della propria sovranità. Diplomazie al lavoro, in particolare nei Paesi Brics.

Il raid che l’India ha lanciato questa notte contro obiettivi in Pakistan, che rischia di  innescare una escalation militare tra le due potenze nucleari (con sullo sfondo la Cina, stretta alleata di Islamabad ma che attribuisce importanza strategica a buone relazioni  con l’India), suscita grande preoccupazione in tutto il mondo.

Dal segretariato generale dell’Onu, dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna sono giunti appelli alla moderazione ad entrambe le parti.

Già nelle ore successive agli sconti, Cina e Russia si sono dichiarate disponibili e pronte a svolgere un ruolo costruttivo per la de-escalation fra India-Pakistan. Si profila da subito la parte che i Brics potrebbero svolgere nel ridurre le tensioni fra Pakistan e India e per stabilizzare l’intera area dell’Asia meridionale occidentale. Dall’Iran all’India, passando per Afghanistan e Pakistan, sono all’ordine del giorno gli incidenti alle frontiere, non di rado provocati da gruppi armati di incerta natura. Ciò ha spinto i governi dei suddetti quattro Paesi, due dei quali membri Brics, a intensificare le proprie relazioni bilaterali al fine di prevenire o di gestire in tempo reale sempre possibili, e fabbricabili, malintesi e provocazioni.

In questo quadro i problemi alla frontiera indo-pakistana presentano aspetti comuni con gli altri Paesi della regione, come la presenza di gruppi armati jihadisti che ancora operano anche in Pakistan e che in qualche modo sfuggono al controllo del governo, e aspetti particolari, come le motivazioni di carattere etnico e religioso, addotte strumentalmente per giustificare le ostilità fra estremisti “islamici” e “induisti”.

L’attacco indiano di questa notte, denominato “operazione Sindoor”, il cui nome evoca la polvere rossa nella scriminatura dei capelli delle spose indù (e delle vedove degli attacchi terroristici), per Nuova Delhi è un attacco mirato contro campi terroristici all’interno del territorio controllato dal Pakistan, condotto dall’aeronautica militare indiana senza violare lo spazio aereo pakistano. Si tratta di un’operazione militare, ritenuta dall’India moderata e proporzionata all’attacco terroristico avvenuto il 22 aprile scorso nella valle di Baisaran, vicino a Pahalgam nel Kashmir indiano, dove sette uomini armati, appartenenti ad una branca del Lashkar-e-Taiba (LeT), un gruppo militante islamista noto per le sue attività terroristiche in Kashmir e in altre regioni dell’India (responsabile degli attacchi di Mumbai del 2008 con 160 morti) hanno ucciso a sangue freddo 27 persone fra un gruppo di turisti indù, composto da famiglie e  coppie in luna di miele, dopo averli costretti a recitare preghiere islamiche per dimostrare la loro religione.

Da parte indiana, dunque il senso dell’odierna operazione è “non abbiamo dimenticato” ma anche “non vogliamo cominciare una guerra vera e propria”.

Diametralmente  opposta la versione pakistana che in una dichiarazione del ministero degli Esteri di Islamabad ha parlato di “un atto di guerra indiscutibile e immotivato”:e di violazione  della sovranità del Pakistan.