Orizzonte green per oltre 25.000 parrocchie italiane

Mons. Santoro, arcivescvo emerito di Taranto, ha spiegato come la chiesa sia mobilitata da tempo a realizzare a livello parrocchiale le cosiddette comunità energetiche. Un contributo importante per abbattere le emissioni di CO2.

Parrocchie ‘green’, attente alla transizione energetica e digitale. Un’energia vera è un’energia inesauribile: è questo il focus dell’incontro dal titolo Comunità energetiche e povertà energetica: la democratizzazione dell’energia, al Meeting di Rimini. È stato monsignor Filippo Santoro, arcivescovo emerito di Taranto a lanciare il tema. “La Cei – ha detto – ha costituito un tavolo costante di lavoro per favorire in tutte le diocesi e in tutte la parrocchie la costituzione di comunità rinnovabili, proposta creata durante la 49esima Settimana Sociale che si è svolta a Taranto. Abbiamo bisogno di circa 7 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili se vogliamo raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero nel 2050”, ha aggiunto l’arcivescovo. “In Italia ci sono 25.610 parrocchie; se si costituisse almeno una comunità energetica che produce al massimo possibile 200 kw o facendo nascere più comunità che arrivano a quella produzione possiamo arrivare a diminuire l’emissione del 2% di CO2 nel 2030 e possiamo arrivare ad eliminare totalmente le emissioni nel 2050”.

In tal senso “la Chiesa italiana si è messa in cammino per investire nelle parrocchie. Certo, non si può fare in tutte le parrocchie, c’è da studiare soluzioni e poi vanno rispettati i decreti del governo, però che grande progresso che si riuscirebbe a fare”.

Da parte sua il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha ricordato che “fin dal 2019 la Regione Puglia ha emanato una legge sulle comunità energetiche, che ha ispirato immediatamente diversi luoghi tra cui Biccari che è già partita in questa direzione. Nonostante in Puglia siano già stati investiti 14 milioni di euro per sostenere la creazione delle Comunità energetica il processo è ancora bloccato”, ha però denunciato Emiliano. “Se escludiamo l’idroelettrico su cui non siamo competitivi, per fotovoltaico ed eolico siamo la prima regione italiana come capacità produttiva”.

Emiliano ha poi sottolineato: “La Regione ha messo a disposizione qualche milione di euro – potremmo fare molto di più con l’aiuto del governo centrale – consentendo alle famiglie a basso reddito di installare su propria abitazione impianti di produzione di energia, di immettere surplus nella rete e con quello si riesce a ‘guadagnare’ dal surplus ri-alimentare il fondo”.

Per Fabrizio Iaccarino, Responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali Enel Italia, occorre “rimanere al passo con i tempi”. “Oggi Enel produce solo il 18% dell’energia elettrica italiana perché abbiamo quasi 2 milioni di produttori che siamo noi. Come società di distribuzione dell’energia elettrica – ha aggiunto – allacciavamo circa 60mila impianti da rinnovabili l’anno in tutta Italia, l’anno scorso 200mila, quest’anno al 30 luglio siamo a 220mila e supereremo le 350mila proiezione a fine anno”.

Infine, Mario Antonio Scino, Capo di Gabinetto Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha ribadito: “I soldi ci sono, gli incentivi ci sono, l’11 settembre scade il termine per la nostra risposta, stiamo organizzando una delegazione per andare a chiudere la vicenda a Bruxelles”.

 

Fonte: Askanews