Piangi con me, ovvero The Rokes e la sociologia della speranza.

I “Beatles italiani” ci ricordano che non possiamo vivere di odio, ma insieme dobbiamo costruire la società dell’amore, della solidarietà, del superamento delle disuguaglianze. “Piangi con me” è una preghiera rock.

Se ti fanno un pò soffrire, perdonali perchè, non sanno cosa fanno, io soffro come te/Se il tuo sorriso triste, non li ha coinvinti mai, Tu non li devi odiare, perdonali se puoi”. Inizia così, con questo testo uno dei brani simboli della beat rock band dei The Rokes quando nel 1966 lanciarono “Piangi con me”. Mogol e Shapiro avevano chiara la visione,  è quella dei “Beatles italiani”, come furono definiti in quel momento storico. I tempi impazziti che stiamo vivendo, ci hanno ricondotto al significato profondo psico-sociologico del testo. Il mix di batteria, di eko chitarra e suoni beat rock pacifisti e di uguaglianza sociale ci fanno rapidamente scivolare verso pensieri e riflessioni sull’Umanità e quale società tutti insieme vogliamo o desideriamo costruire.   

La costruzione della società e della persona attraversa lo sviluppo umano integrale, che si rende necessario come ci ricorda Papa Francesco, forma binari nuovi per un’umanesimo sociale al passo delle sfide in corso. È la permemanete ricerca della cura della persona, della sua esistenza, dei labirinti dell’anima. La sofferenza che diventa incomprensione, sorrisi che si trasformano in guerre e l’odio che diventa mostruosità. “Qualcuno deve amare, e lo faremo noi, sha-la-la-la…piangi con me”. È il tempo del riscatto, cantano i The Rokes: non possiamo vivere di odio, ma insieme dobbiamo costruire la società dell’amore, della solidarietà, del superamento delle disuguaglianze. 

“Piangi con me” significa educare all’impegno, soffrire con  e per il popolo, prendere atto comunitariamente del pathos della società e riscoprire l’umano. “La caritas umani generis non appare che come una pallida, sublime, ma inefficace prefigura dell’autentica carità; è un’ideale da filosofi, un sospiro della ragione, estraneo, se non addirittura ostile alla religione…e si tratta di una trasformazione sostanziale delle stesse, cioè del passaggio a una nuova età di civiltà” ci ricorda Maritain.  “…E lo faremo noi” è il primato dell’atto, dell’azione, della partecipazione, dell’esserci. 

È la fondazione ideale degli spiriti ribelli. I The Rokes avevano ben chiaro l’orizzonte, lo sguardo persona-centrico dell’agire quotidiano. Un beat rock che dona un messaggio limpido di speranza e energia popolare per arrivare al traguardo della “persona nuova” in una “società liquida”, come dice Bauman, che è colma di insidie e isolamento. “Chiunque ha una fede, chiunque ama la vita e la vuole vedere più buona, chiunque è nel solco ideale della nostra storia, offra senza esitazioni di sè, generosamente. Forse questo umano personale lavoro gioverà a fare trovare l’unità degli spiriti” con grande trasporto ci insegna Aldo Moro. “Domani forse cambiarà, vedrai/Baby ascoltami/Devi essere forte/Tu devi essere forte insieme a me”, continua il rock beat dei The Rokes. “Piangi con me” è una preghiera rock per tutti e per tutte le età.  Il futuro ha il nostro nome e il nome di ognuno di noi, ascoltare ed ascoltarsi, ma uniti nel riconnettere il “fare comunità” alla costruzione della società.