Politica e televisione, la teoria dei vasi comunicanti.

Lo schermo è diventato il vaso irrinunciabile di raccolta di quelli che temono la pubblica invisibilità più della morte. Per fortuna ci è ancora possibile la scelta di un canale da cambiare.

La legge di Stevin ci dice che due recipienti tra loro comunicanti, riempiti con uno stesso fluido e in presenza di gravità, vengono riempiti ad un medesimo livello, indipendentemente dalla loro forma.

La legge è un’equazione che, in idrostatica, deve il suo nome appunto al fisico fiammingo Simon Stevin, il quale la elaborò su base sperimentale nel 1568.

Come tutti i geni aveva compreso per tempo quello che avremmo noi compreso parecchi secoli dopo. Più rozzamente, ciascuno, al mondo d’oggi, può riversarsi da una parte all’altra portando un medesimo contributo.

Che politica e televisione siano complici è un dato scontato. Da quando è nato lo schermo, il suo “quinto potere” ha affascinato i protagonisti della politica che ne hanno progressivamente intuito il potere di gestione e di condizionamento delle masse.

Ad un certo punto, per un fenomeno di giustizia e di vendetta, i rapporti si sono invertiti. C’è stata una ribellione di una delle due parti rovesciando spietatamente i rapporti di forza. Lo schiavo ora ha in mano lo scettro di comando e il padrone supinamente gli obbedisce.

Anche i magistrati, più compostamente, non hanno disdegnato percorsi alternativi alla loro iniziale professione, così dirazzando tra letteratura e politica, senza restare, in ogni caso, incantati dalle sirene televisive. Sta di fatto che è interminabile la fila dei politici che ambiscono ad un passaggio televisivo. Solo davanti ad una telecamera sapranno di essere pienamente incoronati definitivamente tra quelli che contano.

L’obiettivo è inclemente. Ne riprende le qualità ma anche la pochezza, il buon proposito ma anche l’ipocrisia, il modo gentile di porgere parola e l’arroganza nel confronto, il look accurato od uno stile incerto. Se la politica facesse parlare solo per quello che produce, rinunciando più sobriamente ad ogni forma di immagine e di esposizione, forse ci guadagnerebbe.

C’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria e non d’antico. Le carriere politiche di questi tempi nascono e muoiono nel giro di un baleno, la fine delle ideologie ha tolto lo sgabello d’appoggio a tutti quelli che inventano partiti a rotta di collo, spesso con una fine ingloriosa. Cadono, di solito, rapidamente nel dimenticatoio e non sanno a che aggrapparsi per evitare il precipizio dell’oblio.

C’è una àncora di salvezza inaspettata a soccorso di imprese politiche dagli scarsi esiti. La televisione è una mamma accogliente che si prende cura dei suoi figli rimasti orfani di poltrone e di pubblico.

Basta invertire i vasi ed il gioco è fatto. Il volto del rappresentante del popolo si è magicamente trasformato in star televisiva. In tempi di ecologia e sostenibilità il riciclo è cosa buona e giusta. Ciò che più sorprende di questa flessibilità è la capacità di indossare inaspettatamente ruoli in qualche caso estranei alla precedente pagina della propria storia.

Si legge sul web che Vladimir Luxuria è una scrittrice, personaggio televisivo, opinionista, direttrice artistica, attrice, cantante, drammaturga ed ex politica italiana.  Eletta nella lista di Rifondazione Comunista, ha saputo rifondare se stessa più volte ed è ora alla conduzione del noto format “Isola dei Famosi”, una sorta di prova di sopravvivenza alla fame ed alla angustia della natura selvaggia. Delle sue passate altre attività non sembra ci sia traccia indelebile nella memoria del nostro paese.

Anche Nunzia Di Girolamo, da Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali nel Governo Letta, è caduta nella rete di nostra maestra televisione come intrattenitrice ed arrivando finalmente alla conduzione del talk “Avanti popolo” rapidamente chiuso per carenza di ascolti.

La grintosa Alessandra Mussolini, ha un suo inizio di carriera come attrice senza ancora statuette da mettere in archivio. Si è poi votata alla politica con movimentati cambi di sigle partitiche. Di lei si ricorda la sua zuffa in video con la Ministra Belillo assestandole, durante un aspro dibattito, un calcio ben piazzato, più altre risse che è inutile ribadire. A dicembre 2020, in un’intervista a Il Tempo, dichiara di voler lasciare la politica per tornare a dedicarsi al mondo dello spettacolo.

Per il bene dell’Italia si è smentita poco dopo. Infatti, a novembre 2022 torna a essere eurodeputata, subentrando ad Antonio Tajani, eletto al Parlamento italiano,  e aderendo al Gruppo del Partito popolare europeo. La Mussolini si è agitata quindi da un cantone all’altro con ottima disinvoltura.

Infine, una notizia che può essere un motivo di consolazione per tutti gli italiani che di questi tempi non se la passano bene. Valentina Vezzali, campionessa di scherma e plurimedagliata, ha annunciato la sua gloriosa partecipazione sempre all’Isola dei Famosi, che è diventata terra d’approdo da chi non sa ritirarsi in buon ordine dalla smania di fama, sfamando nel contempo l’appetito di notorietà che li divora.

La nostra campionessa di fioretto 16 marzo 2021 giura come sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel nuovo Governo Draghi, con delega allo sport.  Oggi, dopo aver mancato nel 2022 la rielezione alla Camera dei Deputati, con una stoccata ben assestata, ci fa sapere che si cimenterà nuovamente in una competizione della quale non si avverte, a dirla tutta, una particolare nostalgia.

Lo schermo è diventato il vaso irrinunciabile di raccolta di quelli che temono la pubblica invisibilità più della morte. Per fortuna ci è ancora possibile la scelta di un canale da cambiare al momento giusto.

A questi ostinati protagonisti della cronaca quotidiana si potrebbe suggerire la bella poesia di Montale – “La storia” – che ci dice come non sia “magistra di niente che ci riguardi…” e  non è testimone di fatti che siano da monito per il futuro.

Insegna poi come l’anonimato sia non una condizione di condanna ma di salvezza. Registrare il proprio nome in qualunque storia, anche solo quella televisiva, non arricchisce di nulla, forse solo la tasca ma non più.

La Storia non ha alcuna incidenza nell’uomo rimanendo ad esso costantemente estranea. In attesa venga accolto l’indicazione di quella lettura, non resta che dire con il cuore colmo di speranza: Avanti popolo!