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mercoledì, Marzo 12, 2025
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Qualche parola sull’immagine della Madonna  

L’8 marzo è una festa importante. I diritti delle donne vanno di pari passo con il senso della responsabilità. A Napoli, nel corteo di “Non una di meno”, l’involgarimento è stato evidente.

Il mondo d’oggi assomiglia ad una clessidra maligna che svuota la sua parte buona senza più girarsi per riempirla, come avesse il potere di bloccare il tempo restando sempre nella stessa posizione, fiera della tristezza che produce. Per quanto si legge, è accaduto a Napoli un fatto che non segna la differenza tra uomini e donne ma tra i responsabili di un gesto e quelli che lo hanno sofferto. L’8 marzo, in occasione di un evento per la Giornata della Donna, promossa da “Non una di meno” è stato esposto, durante il corteo, uno stendardo con l’immagine della Madonna che ha tra le mani, anziché il cuore di Gesù, una pillola abortiva e sotto la scritta “aborto libero”.

Si è trattata di una iniziativa che non è rimasta all’interno di uno spazio, nella corte di un palazzo ma ha voluto visibilità nel corso di una processione che inanellava i diritti delle donne. Quell’esibizione è stata un orgoglioso incedere di offesa al divino, dimenticando che anche la Madonna, appartenendo al genere femminile, avrebbe i suoi diritti che dovrebbero essere per buon logica rispettati.  Dimenticando per un attimo il suo rapporto con Dio, nel tempo della sua vita la giovane di Nazareth, a partire dalla nascita di suo Figlio in condizioni non certo agevoli, ha laicamente dimostrato di avere una forza degna di ogni ammirazione.

Sua Eminenza Battaglia, il Cardinale di Napoli, non ha mosso guerra di religione ma si è fin troppo discretamente limitato ad invitare a non ferire o disprezzare la fede altrui pur nell’ambito della libertà di espressione di ciascuno.

È un ovvio richiamo alla sensibilità ed alla intelligenza del prossimo che è venuto meno ai fondamentali della civiltà.

La manifestazione poi ha messo in piedi un confuso melting pot di temi che vanno dalla rivendicazione all’aborto, al sostegno della Palestina fino al generico no al riarmo. Di tutto e di più pur di fare casino. Per inciso, potrebbero allora lamentarsi quelli che sono stati dimenticati dalle rivendicazioni, chi non vuole lo sfruttamento degli animali nei circhi, altri che reclamano più piste ciclabili, quelli che chiedono visite gratuite veterinarie e così via.

Per non farsi mancare nulla, le protagoniste della sfilata hanno anche recitato un rosario laico, non si sa se completo delle tre poste o se si siano limitate ad una parodia di preghiera di poche parole. E’ un problema di tenuta, di resistenza e di perseveranza che impegna oltre i pochi secondi di uno slogan. Chissà se avranno poi meditato sui “misteri” della loro dabbenaggine ma c’è da dubitarne. Sembra che siano piuttosto incapaci di leggere la rosa dei venti e di orientarsi per il meglio, preferendo andare a zonzo con una fantasia priva di grammatica esistenziale.

Non sanno, evidentemente, che Papa Francesco, gradito anche ai non cristiani, ha disposto di aggiungere tre invocazioni alle litanie lauretane. Due di esse potrebbero tornare comode alle donne che vivono in condizioni di difficoltà. La Madre della Misericordia e la Madre della Speranza non resterebbe indifferente alle loro suppliche. Nella triste trovata dello stendardo c’è poi una contraddizione che ha del ridicolo. Essendo opera certamente di persone sprovviste di fede, non si comprende perché facciano ricorso alla Madonna per avere ragione dei loro diritti.  Per tutta evidenza, è un appello che non ha alcun legame e coerenza con l’eventuale formazione culturale delle protestatarie.

Certo, la Madonna ha sopportato dolori e avversità con una energia che potrebbe costituire esempio per ogni donna del creato. Non faceva miracoli e non aveva poteri soprannaturali. Aveva solo se stessa ed è andata avanti senza insultare nessuno e neppure il destino. Neppure ebbe bisogno di strepitare scompostamente contro il governo di Roma per condurre la comunità che le era stata affidata. Non risulta che marciasse con il dipinto di Cesare o degli Dei romani, ad esempio, a testa in giù o quant’altro del genere.

Ci sarebbe da ricordare alle protagoniste della gloriosa trovata che la natura ci ha regalato una magnifica pianta, l’albero del rosario o del paternostro che dà frutti ghiotti per gli uccelli ma non per gli uomini e gli altri animali. Vanno maneggiati con cura perché sono velenosi.  Il Rosario non è uno strumento buono per ogni circostanza, esige una pratica ed una sua specifica dimensione, pretende silenzio e concentrazione e soprattutto un rapporto con il Cielo oltre che con la strada.

Per non farsi mancare nulla, sembra poi che le ruggenti donne abbiano sfilato a seni nudi, forse per mostrare limpidamente che nel solco delle due parti non si annidi chissà quale altra invenzione. “Un ramoscel di palma Et un di lauro trae del suo bel seno” diceva il buon Petrarca e dobbiamo sperare che prima o poi adottino una maggiore delicatezza, evitando qualcosa che puzzi di blasfemia.

“Meno” è una parola potente. Può essere avverbio o aggettivo. A seconda dell’uso può essere comparativo o un superlativo relativo di minoranza. C’è il pericolo che quella parola, frustrata dal suo negativo, aggiunga per istintiva reazione ciò che stride poi alla coscienza dell’uomo comune. Se non si è mal compreso, in quel mondo di reclami c’è la rivendicazione all’aborto e il dito puntato contro quei medici obiettori di coscienza che non sono disponibili al riguardo. Obiettori è una parola difficile da gestire che può prestarsi a continue obiezioni e abiezioni.  Può essere scritta con la sola consonante “B” od anche con due “B” quasi a volerla rafforzare. Indica un porsi in modo oggettivo di fronte ad una situazione ma anche mettere nel mirino qualcuno o qualcosa. Sembra che quell’universo femminile sia per la seconda soluzione.

Non sembra, però, che lo stesso indice puntato sia rivolto verso gli obiettori di coscienza militari che, a torto o a ragione, suscitano simpatie perché impegnati a prestare un’attività di servizio civile. Sullo sfondo resta un reato di vilipendio alla religione che nessuno solleva, forse per un eccesso di sopportazione o sperando in una futura maturità delle autrici dell’atto. La prossima volta c’è da augurarsi che di questi fatti non se ne conti nessuno o magari uno di meno e non di più. Al pari degli uomini, le donne, ogni donna va tutelata e rispettata nella sua interezza, Di questo non v’è dubbio. La difesa dei loro diritti non può essere avvilita in scempiaggini che ne dequalificano il valore e la considerazione. Non c’è bisogno di scandali per scandagliare quanto ancora manchi al raggiungimento di certe conquiste.

Per il prosieguo, si prega, a tutto vantaggio ed a tutela del pianeta donna, di lasciar stare per il tempo a venire la Madonna che di lacrime, ai piedi di suo Figlio crocefisso, ne ha già versate abbastanza.