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martedì, Febbraio 11, 2025
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Rapporto Censis: una nuova volontà di futuro per l’Italia.

L’annuale analisi dell’Istituto fondato da De Rita è un unicum in Europa. Come imboccare la strada di una solida ripresa economica, uscendo dai conformismi dei governi dell’ultimo quarto di secolo?

Rapporto Censis: una nuova volontà di futuro per l’Italia.

Stefano Baietti

Il professor Renato Brunetta, presidente del CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, può essere soddisfatto: anche quest’anno è stato presentato all’inizio di dicembre l’annuale Rapporto sulla situazione sociale del paese redatto dal CENSIS, il 58esimo; e, come tutti gli anni precedenti, si tratta di un prodotto di alto livello, vero e proprio punto di forza per il suo committente, che è appunto il CNEL. Quanto ai contenuti di quest’anno, costante appare la tensione verso l’acquisizione di valutazioni e di interpretazioni che restituiscono in un quadro esauriente la fissione in corso nel profilo sociale della società civile italiana. (Si avvicina dunque il fatidico traguardo di 60 Rapporti per altrettanti anni che sono stati magistralmente qualificati dal punto di vista sociale: significa una attenzione munita di sapienza al dato sociale che non ha riscontri in Europa; l’Europa è la patria dell’approfondimento dei fatti sociali con categorie concettuali apposite e autonome). Si parla di una società in cui netta è la sensazione di essere giunti a un bivio.

Teniamo presente che in Europa il Rapporto Censis è un unicum. In Germania, l’IFO Institut, Istituto di ricerca economica, pubblica regolarmente rapporti sulla situazione economica tedesca, analizzando indicatori come il PIL, l’occupazione e il clima di fiducia delle imprese; mentre il DIW Berlin, Istituto tedesco per la ricerca economica conduce ricerche su una vasta gamma di temi economici e sociali, pubblicando rapporti annuali e studi specifici. Insomma manca una monografia di interpretazione del cambiamento come quella italiana.

In Francia, l’INSEE, Istituto nazionale di statistica e studi economici, produce una vasta gamma di dati e analisi sulla società francese. Inoltre, l’OFCE, Osservatorio francese delle congiunture economiche, pubblica regolarmente previsioni economiche e analisi di politiche pubbliche. Anche qui manca il compendio in cui fa da padrone il punto di vista del sociale.

In Spagna, è un organismo privato, la Fundación BBVA, organismo di emanazione bancaria, a promuovere la ricerca e l’innovazione in diversi settori, tra cui primari sono l’economia e la società, pubblicando regolarmente rapporti sull’economia spagnola e sulle tendenze sociali. I risultati sono un po’ più vicini a quelli del Censis, ma niente di davvero ragguagliabile.

Nel Regno Unito, l’Office for National Statistics ONS, Ufficio nazionale di statistica, produce una vasta gamma di dati e analisi sulla società britannica; mentre è il National Institute of Economic and Social Research NIESR, Istituto nazionale di ricerca economica e sociale, a condurre studi su una vasta gamma di temi economici e sociali, pubblicando rapporti annuali e studi specifici. Stessa storia: siamo lontani dalla adattatività contenutistica del Rapporto Censis, che ogni anno indovina qual è la cifra interpretativa cui attenersi.

Nessuno degli enti citati nei quattro paesi ha un incarico da un ente pubblico come l’italiano CNEL, organo conoscitivo, consultivo e dotato di potestà legislativa, per fissare un quadro annuale sulla dinamica sociale atto a chiarire verso dove complessivamente si stia incamminando l’organismo sociale italiano.