Provo quasi scandaloso che passi così violentemente, senza alcuna seria analisi e discussione della cosa, l’estrema idea di ghigliottinare la parte proporzionale e dar corpo a una legge elettorale esclusivamente maggioritaria.

Se questa presa di posizione può essere in qualche modo compresa solo dal versante delle bandiere estreme, trovo del tutto atipico che il segmento moderato del centro destra si sia piegato a questa volontà.

In effetti, Berlusconi, sembrava essere contrario alla decisione, poi, piegato a ragioni non proprio nobili, ha ceduto di schianto e i suoi rappresentanti nelle sei Regioni interessate all’evento, hanno ammainato l’incertezza, per votare il provvedimento dietro l’emblema di coloro i quali sposavano in pieno quella visione estrema.

Da noi non c’è mai stato, in tutte le espressioni, tranne forse nelle elezioni provinciali, ma compensato da un rimedio che metteva il proporzionale comunque in prima fila, un sistema così concepito, né mai attuato.

Non so che cosa adesso capiterà, non è in alcun modo detto che si giunga al referendum. E nel caso in cui si arrivasse, ho la vaga sensazione che l’Italia non sposerà questa manovra a gomito secco. Comunque sia, il quesito deve prima passare al vaglio della Corte Costituzionale e la formulazione del quesito deve trovare concordanze con quando scrive la Costituzione, ma soprattutto con lo spirito costituzionale.

Non mi soffermo sull’iter che le leggi elettorali avranno all’interno del Parlamento. Anche questo, però, è un elemento da non trascurare. E da qui a gennaio, visto che il 7 di ottobre, almeno così leggiamo, dovrebbe compiersi l’iter del quarto passaggio della diminuzione dei 345 parlamentari, le forze di maggioranza saranno necessariamente costrette a rivedere la legge elettorale. Nel caso in cui trovassero una convergenza, un modello tale da superare l’attuale rosatellum e approdassero in aula con un disegno da sottoporre ai due rami, il gesto politico avrebbe la forza di svuotare l’azione compiuta dalle sei Regioni in questi giorni.

In ogni caso, sono convinto che la società civile moderata e sostanzialmente estranea alle dinamiche estremiste della politica nazionale, guarderà con sospetto una proposta così algida e avanzata per il solo scopo di mantenere alta la tensione politica e offrire così al perdente Salvini agostano, un terreno che consenta a lui di stare costantemente sotto i riflettori.

Nel caso in cui passasse tutti gli scogli intermedi e alla fine, nella primavera del 2020 fossimo chiamati al referendum, non credo di sbagliarmi eccessivamente nel pensare che questa potrebbe essere una Caporetto per gli estremisti. Confido, infatti, che un buon sistema elettorale possa contemperare, come da diversi decenni si fa, un modello che preveda una quota proporzionale con un modello squisitamente maggioritario.

Certo è che la legge vigente non è una soluzione accettabile, il rosatellum fa acqua da tutte le parti, ma nonostante questo, un sistema secco maggioritario non credo sia la soluzione migliore. Auspico, pertanto, che con più saggezza, con un tempo adeguato e con la buona volontà, i due rami del parlamento si dotino di una legge elettorale più adatta alle nostre necessità.