Francesco Merloni è stato un protagonista nel panorama economico e politico italiano. La sua vita è strettamente legata alla città dove è nato (Fabriano, in provincia di Ancona). L’azienda di famiglia, fondata dal padre Aristide, ha posto le basi per un grande gruppo industriale, contribuendo alla crescita della regione Marche e al suo posizionamento nel contesto economico nazionale (come ha detto malevolmente qualcuno, sulla cartina geografica tout court).
Ha ereditato dal padre non solo la passione per l’imprenditoria, ma anche un notevole acume politico.Più volte parlamentare, Aristide Merloni lasciò una traccia indelebile nella politica marchigiana (e non solo) del dopoguerra. Il figlio Francesco ha saputo coniugare felicemente l’eredità familiare con una visione moderna e pragmatica del “fare impresa”, portando il gruppo Merloni a diventare un colosso internazionale nel settore degli elettrodomestici, capace di affrontare con successo le sfide del mercato globale.
Nel contesto della sua attività imprenditoriale, Merloni ha dimostrato notevole capacità di innovazione. La sua visione lungimirante si è tradotta nello sforzo di espandere il business originario oltre i confini nazionali, mantenendo però sempre un legame saldo con la terrad’origine. La sua gestione aziendale era ispirata a valori etici, con una forte attenzione per il benessere dei lavoratori e lo sviluppo sostenibile del territorio.
Non si è limitato alla dimensione economica: a livello politico, è stato Ministro dei Lavori Pubblici nei governi Amato e Ciampi, in un contesto drammatico come il crollo della “Repubblica dei partiti” (1992-1994). La sua esperienza rifletteva la volontà di portare a palazzo Chigi il pragmatismo e l’efficienza acquisiti nel mondo imprenditoriale, oltre alla sensibilità sociale che aveva ereditato dal padre. Come Ministro, si è impegnato in progetti di ammodernamento infrastrutturale, cercando di coniugare la necessità di sviluppo con l’attenzione per l’ambiente e il territorio.
Un episodio della sua vita privata e professionale colpisce – chi scrive – in modo particolare. Durante la sua ultima intervista al “Corriere della Sera” (11 marzo 2023), Merloni ha ricordato l’amicizia con il presidente dell’ENI, Enrico Mattei, originario di Matelica (vicino a Fabriano).
Importante la sua testimonianza riguardo al tragico incidente aereo di Bascapè che costò la vita a Mattei. “A Bascapè sicuramente lo buttarono giù: furono i servizi francesi. Non gli americani, con loro aveva già un accordo: doveva incontrare una delle sette sorelle…”. Ebbene, reazioni del mondo politico ed economico all’indomani dell’intervista? Nessuna.
Questo silenzio appare sorprendente, soprattutto alla luce del ruolo cruciale svolto da Mattei nella storia politico-economica italiana del dopoguerra. Come è noto, la sua visione strategica lo aveva portato a sfidare gli equilibri internazionali nel campo dell’energia, con una posizione sovente critica nei confronti delle grandi potenze petrolifere mondiali, le cosiddette “sette sorelle”.
Ecco perché il cosiddetto “piano Mattei” dovrebbe essere considerato patrimonio comune del Paese e non strumentalizzato ad hoc da una parte politica.
LUn altro aneddoto interessante dell’intervista al “Corriere della Sera” è relativo al suo rapporto controverso con Berlusconi, che “inizialmente era pure democristiano. Una volta mi rubò un aereo ma poi andavo alle sue feste. Mia moglie si divertiva: era la sua che stava sempre in disparte…”.
In conclusione, Francesco Merloni lascia dietro di sé un’eredità fatta di successo imprenditoriale, dedizione alla politica e amore per la terra d’origine. Sulla soglia dei 99 anni, tra le persone che gli mancavano di più, ricorda in particolare “Carlo Azeglio Ciampi, Nino Andreatta, Gerardo Bianco”. Ci piace pensare che oggi si saranno ritrovati tutti insieme…