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domenica, 1 Giugno, 2025
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Riformisti a Milano per la pace: la Terza forza torna in campo

L’Europa deve assumere un’iniziativa più incisiva. Da Milano rimbalza l’idea che sul binomio Europa e pace possa ritornare in auge, anche con il contributo dei cattolici democratici, una “Terza forza” riformatrice.

Donald Trump annuncia che il cessate il fuoco a Gaza è questione di giorni, se non di ore. Possiamo avere speranza che non si tratti dell’ennesima uscita a briglia sciolta? Chissà. Intanto Israele, a tarda sera, ha impedito a una delegazione di ministri dei cosiddetti Paesi arabi “moderati” di recarsi a Ramallah, in Cisgiordania, per incontrare i vertici dell’Autorità Nazionale Palestinese. Un atto grave, che non può passare sotto silenzio: è la rappresentazione evidente di un governo israeliano sempre più arroccato, sempre più ostile a ogni spiraglio di dialogo che non coincida con i propri obiettivi strategici.

Israele intreccia sicurezza e logica di potenza, confondendo il diritto a difendersi con la sistematica erosione dei diritti palestinesi. L’Europa, nonostante l’attivismo di Macron, non c’é. Eppure, è su questa partita che si gioca la sua credibilità internazionale. Il Vecchio Continente, insieme ai governi arabi disposti a scommettere su una pace giusta, ha una responsabilità storica: costruire un’iniziativa congiunta che offra sponda a quella parte di Israele che rifiuta l’intransigenza di Netanyahu e chiede d’imboccare un’altra via.

È in questo orizzonte che acquista rilievo l’iniziativa lanciata da Calenda e Renzi a Milano. Non si tratta di “spettacolo politico”, seppur nobile, bensì di ragionamento e sana suggestione. Come ha ricordato ieri Angelo Sanza (Tempi Nuovi), “abbiamo alle spalle una politica estera lungimirante che gli statisti democristiani seppero adeguare alla realtà del Medio Oriente, indicando strade di pace». Ed evocando Giorgio La Pira, ha aggiunto: “Pregava per l’incontro tra i figli di Abramo: la sua profezia ci deve spronare a chiedere la fine delle ostilità”.

Parole che rilanciano la vocazione dei cattolici democratici a essere fermento di pace e di giustizia in un mondo attraversato dal disordine. Tocca anche a loro – dentro e accanto alla nuova piattaforma milanese – animare un disegno ambizioso. Bisogna fare un primo passo. Una parte d’Israele – non senza difficoltà – ancora resiste: ad essa l’Europa può offrire una sponda utilizzando le armi della diplomazia. Su questa scia la politica ritrova la sua funzione, muovendo verso un futuro migliore.