E’ alle nostre spalle la Festa Patronale 2018, della Parrocchia di Santa Maria Madre della Misericordia ai Gordiani, che si è svolta l’ultima domenica di maggio. Riflettere e ripercorrere, quanto è avvenuto nell’ambito di questa tradizione, della comunità parrocchiale, forse può offrire anche la possibilità di conoscere meglio il significato e il valore di una manifestazione di festa, dedicata a momenti di vita religiosa e sociale.
E’ bene ricordare che la Chiesa di Santa Maria Madre della Misericordia, è stata costruita nel 1937, su progetto dell’architetto Tullio Rossi (Roma 1903 – Firenze 1995), che si occupava anche della costruzione di nuove Chiese. Questo avveniva dopo la firma del Concordato, nelle aree di espansione urbana della Capitale, accettando le limitazioni economiche del tempo, senza sacrificare la riconoscibilità dei nuovi edifici, e realizzando 38 chiese, fra il 1933 e il 1956. Rossi fu chiamato a coprire l’incarico di architetto ufficiale della Pontificia Opera, e la sua collaborazione con la Chiesa di Roma fu apprezzata da due Pontefici: Papa Ratti, Pio XI e Papa Pacelli, Pio XII.
Non a caso, la facciata della chiesa ai Gordiani, richiama una forma di capanna, con tetto in tegole, e presenta un avancorpo con funzione di protiro, un breve corridoio per l’accesso nel luogo sacro. Internamente è a pianta rettangolare allungata, con soffitto a capriate di legno e spoglia di opere d’arte. In questi ultimi anni, cinque finestroni sono stati sostituiti con vetrate stile Tiffany, con significative immagini religiose.
La chiesa è sede parrocchiale dal 15 luglio 1952, decisa con decreto del cardinale vicario Clemente Micara, ed affidata dapprima ai preti della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza di Verona, fondata da don Giovanni Calabria (Verona 1873 – Verona 1954), proclamato Santo nel 1999, poi al Clero della Diocesi di Roma.
Richiamare la localizzazione della Parrocchia, può far comprendere ai giovani, e ricordare ai meno giovani, l’evoluzione di questa parte di territorio del quartiere della periferia romana, Prenestino Labicano. Infatti via dei Gordiani, che originariamente collegava la via Prenestina direttamente con via Casilina – oggi di fatto questa storica strada inizia dalla Parrocchia – era il centro della Borgata Gordiani, con famiglie e cittadini con problemi di disagio sociale diffuso, al limite della sussistenza, nel periodo successivo alla fine della seconda guerra mondiale.
Un territorio reso famoso non solo dai diversi film neorealisti, ambientati sulle questioni delle periferie urbane, ma dai libri di Pasolini, che raccontavano con crudezza, la realtà quotidiana degli abitanti delle borgate. Accanto a questa situazione, al confine dell’area parrocchiale, lo storico campo nomadi, che nel corso dei decenni ha avuto e creato situazioni di grandi difficoltà e di non facile convivenza con il territorio, anche per il continuo avvicendamento dei residenti del campo. Per questo si può affermare che la Parrocchia pur essendo di periferia, è soprattutto una “chiesa di frontiera”.
La borgata non esiste più, il quartiere si è sviluppato, (con nuove abitazioni, attività commerciali e professionali, con scuole e servizi municipali), nel corso dei decenni passati, verso via Prenestina e Santa Maria Madre della Misericordia è ai margini dei nuovi caseggiati. Negli anni settanta e ottanta, si è cercato di spostare la Parrocchia in aree utili e funzionali alla nuova realtà abitativa, chiamata Nuova Gordiani , e nonostante le tante sollecitazioni all’Amministrazione capitolina, non ci sono stati riscontri positivi per un altra chiesa parrocchiale.
Quindi questa “chiesa di frontiera” ha rappresentato e rappresenta, da sempre, un riferimento nella vita della stragrande maggioranza dei cittadini di Nuova Gordiani, anche e soprattutto con le opere come “la casa d’accoglienza San Giovanni Calabria”, con i 15/20 posti letto che garantisce un tetto e un pasto ai meno fortunati, l’attività del “Gruppo Caritas” con la distribuzione di generi di prima necessità, e l’impegno umanitario per favorire l’integrazione e l’inserimento delle famiglie del campo nomadi è sempre presente. La Festa Patronale rende concreta la visione di ciò che si può definire la vita religiosa della comunità parrocchiale e il valore sociale nel territorio.
Il cuore della Festa è la partecipazione alla Solenne Processione, con il trasporto della statua della Madonna, Madre della Misericordia, per le vie del quartiere e la Santa Messa nel cortile dell’Oratorio, al termine della Processione. Il clero, le associazioni e i gruppi parrocchiali, insieme alla significativa e numerosa partecipazione di tanti fedeli, rappresentano in maniera visibile il corteo processionale, che con la recita del Santo Rosario, dei canti mariani, accompagnati dalla Banda Musicale (circa 30 elementi) manifestano la devozione alla Madre Celeste sulle strade del percorso del rito religioso. La Processione, che coinvolge direttamente e indirettamente gli abitanti del quartiere, assume il significato e il senso della testimonianza cristiana, che si tramanda da molti decenni, ove la comunità parrocchiale si manifesta, nel legame con il territorio, per l’attività spirituale e sociale.
Prima della conclusione della Santa Messa, nel grande cortile dell’oratorio, tre atti significativi: la consegna di una Pergamena di Papa Francesco alle catechiste e ai collaboratori della comunità parrocchiale per il loro impegno, la distribuzione a tutti i partecipanti alla funzione religiosa, da parte dei bambini e delle bambine della Prima Comunione, della Coroncina dell’Immacolata e della “Medaglia Miracolosa”, e infine il parroco, l’infaticabile e umile, don Stefano Meloni, ha letto la preghiera dell’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e chiedendo la protezione della Madonna per gli abitanti del quartiere. Tre momenti vissuti con grande intensità e con grande gioia.
I due appuntamenti del sabato e della domenica, dedicati alle serate in oratorio, sono stati il valore sociale della Festa Patronale, in quanto anche momenti di autentica aggregazione, dove si sono ritrovati tanti abitanti del quartiere. La prima serata è stata caratterizzata del Gruppo “I compagnucci della parrocchietta”. che hanno presentato, con notevole bravura e professionalità, una commedia “La favola di don Silvestro”, un riadattamento ampio e intelligente di un famoso spettacolo del secolo scorso. La seconda serata, definita “in allegria”, la scuola di ballo “Baraonda Latina” si è esibita con figure di ballo di coppia e balli di gruppo. Inoltre, una Grande Pesca di beneficenza, una Lotteria a Premi, e uno Spettacolo Pirotecnico veramente “brillante e fantasioso”. Uno stand gastronomico ha garantito, nello spazio dell’oratorio, una “spartana ristorazione”, a base di pizze, panini, e bevande.
Questo il significato e il valore della Festa Patronale, che sembra semplice raccontare, ma richiede tanto lavoro e tanto impegno, da parte di tanti giovani e meno giovani volenterosi, e di un Comitato festa patronale che ha cercato di garantire, questa tradizione, con motivazioni e idealità, che una grande comunità è in grado di esprimere, come quella di Maria Madre della Misericordia ai Gordiani.