Roma inaugura l’illuminazione rinnovata della Villa di Massenzio

Il complesso massenziano, una delle aree archeologiche più suggestive della campagna romana, si estende tra il II ed il III miglio della via Appia Antica. Per secoli le informazioni sull`area risultano lacunose.

Nell`ambito delle celebrazioni per il 2777° compleanno di Roma, è stato inaugurato il nuovo impianto di illuminazione artistica della Villa di Massenzio sull`Appia Antica, uno dei più importanti siti archeologici della città. 

I resti di alcuni luoghi simbolo della Roma antica come il Palazzo Imperiale, il Circo e il Mausoleo di Romolo, sono così ulteriormente valorizzati e il pubblico potrà, d`ora in poi, godere della loro bellezza anche di sera. 

Il complesso massenziano, una delle aree archeologiche più suggestive della campagna romana, si estende tra il II ed il III miglio della via Appia Antica ed è costituito da tre edifici principali: il palazzo, il circo ed un mausoleo dinastico, progettati come una sola unità architettonica per celebrare l`imperatore Massenzio, lo sfortunato avversario di Costantino il Grande nella battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C.

Lo schema del circo abbinato al palazzo imperiale, già noto in altre residenze, è qui arricchito dalla presenza di un mausoleo dinastico, più noto come Tomba di Romolo, dal nome del giovanissimo figlio di Massenzio che fu qui quasi certamente sepolto.

Il circo, ancora ben conservato in tutte le sue componenti architettoniche, poteva ospitare oltre 10.000 spettatori e al suo centro era collocato l`Obelisco di Domiziano che secoli dopo sarà riutilizzato da Gian Lorenzo Bernini nella Fontana dei Fiumi.

Il nucleo centrale dell`intero complesso era il mausoleo dinastico. Il grandioso edificio, probabilmente a due piani, doveva avere l`aspetto di un piccolo Pantheon ed era circondato da un imponente quadriportico che lo metteva in comunicazione con il palazzo costruito sulla collina retrostante. Della sua costruzione originaria si conservano solo il basamento a pianta circolare e la cripta, con un grosso pilastro centrale e un corridoio anulare nei quali si aprivano le nicchie per la deposizione dei sarcofagi. Dal corridoio anulare è possibile entrare in un ampio vestibolo quadrangolare, che probabilmente serviva a raggiungere il piano superiore.

Si suppone che l`area, già parte integrante del Triopio di Erode Attico, fosse stata inglobata, come altre zone del suburbio, nel demanio imperiale. Con la sconfitta di Massenzio è verosimile che le costruzioni massenziane passassero alla Chiesa di Roma e che quindi, almeno a partire dal VI secolo, facessero parte del Patrimonium Appiae.

Per secoli le informazioni sull`area risultano lacunose e i monumenti suddivisi tra proprietari diversi. Nell`Ottocento tutto il complesso fu acquisito dai Torlonia, duchi di Bracciano. Nel 1825 il principe Giovanni Torlonia diede avvio, con l`aiuto dell`archeologo Antonio Nibby, alle campagne di scavo dell`area, trasferendo le numerose opere d`arte rinvenute nella collezione privata del palazzo di Borgo e trasformando la tenuta in azienda agricola, destinazione che perdurò fino al momento dell`esproprio avvenuto nel 1943.