Sciogliere la Nato? Improvvida dichiarazione di Tarquinio, candidato del Pd.

I principi su cui si fonda l’Alleanza Atlantica sono ancora validi. L’ex direttore di Avvenire riporta la sinistra al 1949. Invece, con le guerre ai confini, urge rafforzare la nostra capacità di difesa.

L’alfiere del nuovo corso del Pd, Marco Tarquinio, arriva all’inosabile: propone di sciogliere la NATO. Nel pieno di una guerra nel cuore dell’Europa, aperta dalla Russia, nel pieno degli attacchi cyber e di guerra ibrida contro tutti i paesi occidentali da parte di Stati autocratici, si pensa di abolire lo scudo che ci assicura sicurezza, pace e stabilità.

Vorrei ricordare a Tarquinio i fondamenti della Carta Atlantica: no a ingrandimenti territoriali a spese di altri; no a mutamenti territoriali che non rispettino voti liberamente espressi dai popoli interessati; diritto di tutti i popoli di scegliersi la forma di governo e restaurazione dei diritti sovrani e dell’autonomia di coloro che ne sono stati privati con la forza; accesso in condizioni di parità al commercio e alle materie prime del mondo; cooperazione economica fra tutti gli Stati per assicurare a tutti migliori condizioni di lavoro, progresso economico, sicurezza sociale; distruzione della tirannia nazista e garanzia di pace a tutti i popoli per vivere sicuri nei confini e liberi dalla paura e dal bisogno; libera circolazione nei mari e negli oceani; rinuncia all’impiego della forza. 

Questi valori secondo lui non sono più attuali?

La guerra di aggressione lanciata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina, la condizione di instabilità nel Mediterraneo allargato, pongono al contrario l’esigenza di un rafforzamento dell`azione di difesa e di tutela della NATO sul fianco sud. Altro che uscire. Pensavamo che questa logica fosse propria delle dinamiche sovraniste e nazionaliste, che anche in queste ore riaffiorano, oltre che degli approcci gruppettari e tardosessantottini. Berlinguer ci era arrivato nel 1976 a dire che si sentiva più sicuro con la NATO piuttosto che col Patto di Varsavia. Tarquinio riporta la sinistra italiana al 1949. E buonanotte alla sua cultura di governo.

Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.