Sempre più tuttologi tra protagonisti e comprimari

La vita repubblicana è già stata a suo tempo corredata da iniziative giudiziarie assai discutibili. Ora, un ministro dovrebbe parlare sempre a ragion veduta. E magari parlare un po’ di meno.

Non si comprende quale oscuro demone spinga un uomo intelligente e avveduto come il ministro Crosetto ad avventurarsi in una denuncia di trame giudiziarie di cui (almeno per ora) non si intravede traccia.

Certo, può capitare che si tratti di una premonizione, magari confortata da qualche retroscena che ancora non sappiamo. E certo, più ancora, la vita repubblicana è già stata a suo tempo corredata da iniziative giudiziarie assai discutibili. Tanto più discutibili quando si intrecciavano con discutibilissime intenzioni politiche. Vedi Antonio Di Pietro, per fare il nome e l’esempio più ovvio.

Dunque, anche quel mettere le mani avanti può forse spiegare qualcosa in più. Resta il fatto che un ministro (della difesa, per giunta) dovrebbe parlare sempre a ragion veduta. E magari parlare un po’ di meno. Si dirà che sono in tanti a contraddire questa regola. Ma proprio per questo colpisce che a farlo sia uno dei ministri più capaci. Segno che queste abitudini hanno ormai preso il sopravvento, diventando quasi un dovere. Salvo il fatto che spesso proprio l’adempimento di quel “dovere” finisce per ritorcersi contro i suoi stessi autori.

È evidente dunque che questa piccola, piccolissima questione rimanda ad altro. E cioè alla diffusa attitudine di protagonisti e comprimari a fare un po’ i tuttologi, esprimendosi ogni giorno su ogni argomento, senza mai la- sciare inevasa una domanda e anzi con un certo gusto di uscire dal seminato del- le proprie competenze e vocazioni. Cosa che non accresce quasi mai né il loro prestigio né l’apprezzamento di chi li ascolta e li compulsa.

 

Fonte: La Voce del Popolo – 30 novembre 2023.

[Testo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia].