Settimana di Trieste | Inclusività e concretezza rafforzano la democrazia.

Nella cornice delineata all'apertura della Settimana Sociale dei cattolici, si debbono collocare anche le iniziative per riconnettere l'area di un centro che potrà essere ancora incisivo nella vita politica del Paese.

La Settimana Sociale dei cattolici in Italia, in corso a Trieste si è aperta affrontando subito questioni di interesse generale. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha tenuto una lezione sulla democrazia che interpella tutti i cittadini e le forze attive del Paese, di ogni natura e orientamento. Perché il futuro della democrazia è una responsabilità che riguarda tutti, nessuno escluso. E le preoccupazioni e le priorità indicate, sempre nella giornata di apertura dell’evento, dal presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, hanno incrociato lo stesso tema dell’avvenire della democrazia.

Questo in una fase in cui la sfida per la qualità della democrazia e per rinvigorire la passione per essa, può essere considerata sotto almeno tre punti di vista.

Il primo aspetto è quello istituzionale. La persistente scarsa affluenza alle urne in Europa, anche se in parte smentita dal primo turno delle legislative francesi, appare come la punta di un iceberg di un più profondo scollamento fra cittadini, e in particolare fra determinate fasce sociali più popolari, e istituzioni. Tra i numerosi fattori responsabili di questo distacco si può citare la demolizione dei partiti tradizionali, avvenuta in particolare in Paesi come l’Italia o la Francia, a cui non è seguita una più moderna modalità di partecipazione popolare. L’avvento delle reti sociali digitali e il progressivo ritirarsi delle strutture dei partiti nel perimetro delle Ztl, combinato a un sistema elettorale di selezione degli amministratori locali incentrato sull’elezione diretta di un “capo”, e ad un sistema  di selezione della rappresentanza parlamentare perlopiù determinato dalla nomina da parte dei capi-partito, anziché dalla scelta da parte dell’elettore, ha lasciato la maggioranza dei cittadini privi di occasioni di formazione politica, di opportunità di “alfabetizzazione” alla vita democratica, come ha rilevato Mattarella. Occorre porre rimedio a una tale situazione sia attraverso interventi che garantiscano l’esercizio della democrazia interna ai partiti e la loro presenza capillare sui territori, sia evitando il rischio di derive istituzionali verso un’autorità senza limite, come ha ammonito Mattarella.

Si può individuare un secondo aspetto da cui passa la rigenerazione della democrazia. È quello sociale, economico ma anche sociologico e culturale. Quello che attiene allo stato concreto delle persone. Si tratta di riattivare una tensione pubblica verso lo scopo che la Costituzione ci indica, quello di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti alla vita del Paese. L’impegno, come ha sottolineato il card. Zuppi per una democrazia inclusiva. Qui credo si collochi principalmente il compito per le forze politiche variamente popolari: concentrarsi su ciò che è possibile fare per realizzare segni tangibili e graduali di miglioramento per le periferie sociali e territoriali, prevenendo le vane lusinghe offerte dai populisti e le vacue utopie dei radicalismi di opposto colore. Non calando dall’alto le proposte, ma costruendole insieme ai ceti sociali medio-bassi, che, nonostante lo straordinario sviluppo conosciuto dal Paese dal dopoguerra, continuano a costituire la maggioranza assoluta del Paese.

Vi è un terzo aspetto che ha a che fare con il rafforzamento della democrazia in Italia e in Europa. Esso consiste nella capacità dei governi democratici di affrontare i veloci cambiamenti geopolitici, attrezzandosi a operare in un’epoca nella quale, come ha avvertito il presidente della Repubblica, siamo passati dalla dimensione nazionale dei problemi a quella continentale e globale. Solo una democrazia capace di procedere al rafforzamento della sovranità europea, può dare sostanza a quelle nazionali e può dire la sua anche di fronte, ci ricorda Mattarella, ai “più forti o meglio armati” e a “chi dispone di forza economica che supera la dimensione e le funzioni degli Stati”

In una siffatta cornice, quella delineata all’apertura della Settimana Sociale a Trieste, credo che si debbano collocare anche le iniziative per riconnettere l’area di un centro che se saprà interpretare le sfide del tempo presente nella prospettiva del rafforzamento della democrazia, prima del sempre spinoso tema delle alleanze, potrà essere ancora incisivo nella vita politica del Paese.