Articolo pubblicato sulle pagine dell’Osservatore Romano
Hanno in mente direzioni diverse e saranno i veri avversari nella partita per guidare l’Unione cristiano-democratica (Cdu) del post-Merkel. Il governatore della Renania Settentrionale – Vestfalia Armin Laschet e l’avvocato finanziario Friedrich Merz sono scesi ieri in campo ufficialmente in vista del voto del 25 aprile al congresso straordinario dei cristiano-democratici.
La vera novità della giornata è stata però la rinuncia di Jens Spahn, il giovane ministro della Salute, che ha stretto un’alleanza a sorpresa col governatore della Renania Settentrionale – Vestfalia e si è proposto come suo vice in caso di vittoria: una mossa strategica, che rafforza il candidato ritenuto più in continuità con il cancelliere Merkel.
«Corro per la vittoria, non per un posto» ha detto ieri senza giri di parole Merz, come noto sostenuto da Wolfgang Schäuble, presidente del Bundestag. Con Laschet, ha rimarcato Merz in una conferenza stampa, si sceglie la continuità con Angela Merkel. Si apre «una nuova partenza per il futuro di un partito che vuole rivolgersi soprattutto ai giovani». Merz ha parlato esplicitamente all’elettorato più conservatore nell’0biettivo di recuperare i voti emigrati verso Alternative für Deutschland. Ma rispetto all’ultradestra traccia una linea precisa: «Il caso Turingia non doveva accadere, serviva un piano B fin dal primo giorno». Un chiaro riferimento alla disfatta della Cdu nelle recenti elezioni in Turingia.
Merz ha comunque voluto mandare un messaggio di collaborazione con Merkel. «Sono certo che troveremo una via ragionevole» con il cancelliere, «ma le decisioni del partito non potrà più prenderle lei, come accaduto in passato». Il candidato non ha poi nascosto le sue critiche nei confronti dell’Unione europea e delle decisioni della Banca centrale europea (Bce). «Non ho mai fatto mistero di vedere criticamente le misure della Bce nella crisi del debito» ha detto. E sul caso greco ha rivendicato la linea dura: «Era giusta la linea di Schäuble, che l’avrebbe voluta fuori dall’euro». Merz dice di «volere più Europa e più responsabilità della Germania sui migranti: non sono un problema italiano o greco, ma una questione europea».
Laschet, dal canto suo, può vantare una lunga esperienza da amministratore sul campo, come dimostra anche l’esempio di buon governo nella Renania Settentrionale – Vestfalia, immagine di «un Paese che sa unire ecologia ed economia» come ha detto presentando la sua candidatura alla guida della Cdu in una conferenza stampa a Berlino. Il governatore si è posto anche come figura in grado di riunificare l’Unione dopo le tensioni del passato. E del resto l’appoggio di Spahn garantirà la confluenza dei voti di un’ala più a destra nel partito. «La coesione della società e lo smantellamento delle paure è il nostro compito» ha detto Laschet. «Economicamente siamo forti e abbiamo successo e ciononostante c’è tanta scontentezza nella società, tanta rabbia, aggressività, odio» ha aggiunto. «La Cdu si trova attualmente nella crisi più grave della sua storia» ha spiegato Spahn motivando la sua scelta di sostenere Laschet. Per questo — ha spiegato — occorre trovare unità e coerenza.