Roma, 30 ott. (askanews) – “I tre sindacati metalmeccanici (Fim, Fiom e Uilm), che rappresentano più del 98%, sono uniti in una serie di proposte concrete per provare a salvare il sistema industriale del Paese. Non c’è abbastanza consapevolezza rispetto a quello che sta succedendo”, lancia così l’allarme il leader della Fiom, Michele De Palma, in audizione alla Camera nelle commissioni riunite delle Attività produttive sul gruppo Stellantis. Secondo De Palma “è necessario aumentare le risorse” per l’automotive e “non ridurle” e “avviare un pacchetto straordinario di interventi”, sottolineando che le risorse pubbliche ci devono essere “per chi decide di non delocalizzare e licenziare. Se l’effetto domino non lo fermiano con un intervento straordinario – ha spiegato – ci troveremo a gestire migliaia di licenziamenti”. Il numero uno della Fiom ha inoltre ricordato che “il settore autonotive è strategico. Un Paese che non ha un settore auto non è un Paese industriale. Il settore opera in un regime di monopolio” e “quest’anno rischiamo di produrre 300-400mila veicoli” rispetto a una capacità di 2 milioni.
Allarme condiviso e rilanciato dal segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano, che in audizione alla Camera nelle commissioni riunite delle Attività produttive sul gruppo Stellantis ha avvertito: nel 2025 “non avremo un grosso cambiamento, non ci sarà un’inversione di tendenza rispetto ai volumi” prodotti dal gruppo Stellantis. Servirà, pertanto, una “dotazione specifica” per finanziare gli ammortizzarori sociali perché “stanno finendo, tranne a Pomigliano e Atessa”. E “se finsicono, l’azienda ci porterà i licenziamenti”. Uliano ha parlato di “scelta sciagurata” del Governo in merito al taglio di risorse per il fondo automotive. Ha ribadito che per Stellantis è necessario un accordo che “deve trovare una sua concretezza” perché “la situazione è in peggioramento. Abbiamo sollecitato un intervento della presidenza del consiglio, quella è la sede per un confronto. L’accordo dei sviluppo deve riguardare Stellantis, ma anche le aziende della componentistica. Bisogna rivedere il piano industriale di Stellantis”. Uliano ha poi affermato che il piano industriale di Stellantis “effettivamente c’è”, ma “non è sufficiente. Servono interventi che ad oggi non riscontriamo da parte di Stellantis”. Per la Fim “diventa fondamentale che quell’accordo che noi stavamo tentando di costruire in sede ministeriale (Mimit, ndr) trovi una sua concretezza, perché diversamente la situazione che noi vediamo è di continuo peggioramento”.
Uliano ha ribadito la necessità di un accordo di sviluppo per il settore auto, che dovrebbe riguardare in primo luogo Stellantis, ma anche le aziende della componentistica. “Deve prevedere una serie di impegni per quanto riguarda Stellantis – ha aggiunto – per rivedere quel piano che oggi non consente di dare tranquillità e prospettiva a un settore per noi importante. Bisogna invertire la tendenza al disimpegno di Stellantis”.
Il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, ha anche reso noto che rinnoverà la richiesta di audizione del presidente di Stellantis, John Elkann, che ieri ha declinato l’invito ad andare in Parlamento in quanto non avrebbe nulla di più da dire rispetto a quanto riferito dall’amministratore delegato Carlos Tavares. Lo ha detto Gusmeroli aprendo l’audizione dei rappresentanti sindacali alla Camera.
Intanto, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha convocato il Tavolo Stellantis per giovedì 14 novembre a Palazzo Piacentini. Sono stati invitati a partecipare i rappresentanti dell’azienda, delle Regioni sede di stabilimenti produttivi, delle organizzazioni sindacali e dell’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Italiana Automotive).