“La posizione del Movimento 5 Stelle è quella che l’Ucraina deve arrendersi per ottenere la pace. È una posizione risaputa, ma per me è codardia applicata alla geopolitica”. Così la premier Giorgia Meloni ha affermato alla Camera in replica agli interventi.
Non c’è dubbio che il clima di scontro muscolare che caratterizza l’attuale confronto politico produca inevitabilmente una sorta di stravolgimento linguistico che altera il senso tradizionale delle parole. L’uso della parola diviene così un’arma.
Il linguaggio della premier richiama alla memoria una breve ma significativa antologia di brani tucididei pubblicata il 18 novemnre 1924 su “La Rivoluzione Liberale” di Piero Gobetti con il titolo “ Tucidide ed il fascismo”.
La rivista gobettiana rievocando fatti ed eventi narrati dallo Storico ateniese ne sottolineava la sorprendente attualità con quanto avveniva sotto il regime fascista senza mai nominarlo.
Sullo stravolgimento della lingua la Rivista pubblicava un breve corsivo dal titolo “La lingua nuova” riportando quanto scriveva Tucidide nel libro III delle Storie, capitolo 82 par 4-5: «Era cambiato il consueto significato dei vocaboli. La sconsigliata audacia si chiamava coraggio, il cauto indugio timidezza, la moderazione viltà. Sicuro era considerato solo l’uomo violento, il sospetto circondava gli egregi cittadini».
Chi si pone il problema degli effetti della guerra russo-ucraina e si interroga sulle iniziative per riportare la pace non è un moderato ma un vile o meglio “un codardo”. Fra l’altro, secondo un Dictionary inglese online, codardo è “La più offensiva tra le parole note all’uomo».