I cattolici si rendano utili agli altri e a se stessi.

Ci sono due terreni sui quali la coscienza civile dei cristiani deve cercare di ritrovare un tratto comune. Il primo è quello delle istituzioni. Il secondo è quello della politica di pace.

I cattSul destino politico dei cattolici ci si continuerà ad interrogare a lungo. Senza che queste domande preludano a partiti nuovi – e meno ancora a partiti vecchi. Il plu- ralismo politico infatti è ormai un dato acquisito e non è il caso di rimetterlo in discussione. Ma l’inesorabilità delle dif- ferenze non attenua il valore di alcune fondamentali affinità. Che rimangono.

Ci sono due terreni sui quali la coscienza civile dei cristiani deve cercare di ritrovare un tratto comune. Il primo è quello delle istituzioni. Il secondo è quello della politica di pace. In un caso e nell’altro il richiamo alla tradizione democristiana ha ancora un senso. Furono gli uomini di quel partito a imprimere l’impronta più forte sulla stesura della Costituzione repubblicana. E furono ancora loro, magari con qualche travaglio in più, a conciliare la lealtà verso gli alleati e la vocazione a un dialogo più largo.

Ora si dà il caso che questi due argomenti siano anche i più cruciali del nostro tempo. E soprattutto quelli più esposti al rischio. Infatti l’assetto costituzionale viene messo sotto pressione (uso un eufemismo) dal progetto del premierato. E tutto quello che accade in giro per il pianeta mette a sua volta a soqquadro il difficile equilibrio tra la nostra appartenenza alla sfera occidentale e la sfida che ci rivolge, nelle sue molteplici forme, il sud del mondo.

Per questo forse, più che inseguire traguardi di partito che non sono più alla portata, i cattolici animati da vocazione politica possono dedicarsi ora a questioni perfino più rilevanti. Rendendosi utili agli altri e forse un pochino anche a se stessi.

 

Fonte: La Voce del Popolo – 14 dicembre 2023

[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]