Un ponte nel nome di Agostinelli tra Magliano Sabina e Manchester

Il Turismo delle radici dà buoni frutti. Ieri sera, in occasione della festa patronale di Magliano Sabina, il sindaco Giulio Falcetta si è collegato in video conferenza con il suo omologo americano, Leo Vincent Diana.

Magliano Sabina (Rieti) e Manchester (Connecticut) si “abbracciano” nel nome e nel ricordo di Nathan Agostinelli. Figlio di emigranti maglianesi, Nate (come lo chiamavano tutti) ha ricoperto ruoli pubblici importanti. È morto qualche mese fa. Ieri sera, in occasione della festa di San Liberatore, patrono di Magliano Sabina, i due sindaci (Giulio Falcetta e Jay Moran) si sono collegati in video conferenza. Grande cordialità e simpatia da ambo le parti: l’iniziativa rientra nel programma del “Turismo delle radici” e ha goduto, per l’occasione, della sapiente regia di Letizia Sinisi (ItalyRooting Consulting). A dare sostegno agli organizzatori è stato fin dall’inizio l’ambasciatore Giorgio Radicati, il quale ebbe modo di conoscere direttamente, quando era Console generale di New York, la comunità italiana della cittadina del Connecticut.


Agostinelli, dopo aver studiato a Manchester e frequentato l’Hillyer College di Hartford ha prestato servizio nell’esercito degli Stati Uniti durante la guerra di Corea per raggiungere poi successivamente il grado di generale di brigata nella Connecticut Army National Guard. Ha contribuito allo sviluppo di Manchester diventando l’unico residente della città a essere eletto a cariche statali. Dopo la brillante carriera militare, Nate si era dedicato alla politica arrivando nel 1966 alla più alta carica municipale. Durante il suo mandato di sindaco, ha dato prova di grande dedizione al servizio pubblico, operando con capacità e onestà riconosciute. Manchester gli ha reso onore procedendo a tempo di record alla ridenominazione del locale Munro Park in “Nate Agostinelli Veterans Memorial Park”.

In ogni caso, Nate non ha mai dimenticato le sue radici italiane mantenendo sempre un forte legame con Magliano Sabina, il paese dei suoi genitori. In definitiva, l’eredità di Agostinelli giova alla riflessione su come l’emigrazione italiana abbia arricchito non solo le comunità di destinazione, ma anche quelle di origine. La memoria che ne facciamo aiuta a coltivare le nostre radici e a costruire ponti di comprensione e collaborazione tra culture diverse.