Un altro irreparabile danno sta per essere inferto al territorio romano. Se non si interverrà immediatamente, un nuovo ponte con molte rampe di accesso verrà realizzato: gigantesco, costosissimo, di dubbia legalità e soprattutto inutile. Deturperà uno dei punti più belli del litorale, fra gli scavi di Ostia Antica e la pianura ancora inesplorata, ma certamente ricca di reperti, verso il Tevere e il mare.
Siamo (siete!) ancora in tempo per evitarlo, ma occorre intervenire subito: il 7 luglio o poco oltre pare sia previsto l’affidamento con la consegna dei lavori e, dopo, rimediare sarà impossibile.
Un mostro ambientale – Secondo il progetto già appaltato, nella zona di Fiumara, il Tevere verrà scavalcato da un ponte a quattro corsie alto quanto un palazzo di sei piani (18 metri, per la precisione), con lunghissime rampe per consentire ai veicoli di salire fino in cima, al colmo del ponte e sulle rampe una serie di imponenti piloni di sostegno che, per quanto qualcuno pensi di illeggiadrirli o nasconderli entro collinette erbose, sempre piloni resteranno e comprometteranno il fronte rivolto a meridione e a occidente del parco archeologico di Ostia Antica e un ampio tratto dell’Isola Sacra.
Costi enormi – Tutto questo a un costo stimato, nel 2021, in circa 60 milioni di euro, ma che oggi è già quasi raddoppiato (110 milioni) e verosimilmente finirà per crescere ancora di molto in corso d’opera, come succede quasi sempre, purtroppo.
Gli yacht non passeranno – Motivazione originaria dell’impresa faraonica: migliorare le condizioni del traffico automobilistico e favorire al tempo stesso la navigazione da diporto lungo il Tevere sostituendo l’attuale ponte della Scafa, troppo basso per consentire il passaggio delle imbarcazioni più grandi. Una motivazione forse apprezzabile, anche se non tale da giustificare un enorme sacrificio economico, archeologico, ambientale: probabilmente questo spiega il nulla-osta concesso dalle autorità di tutela. Il fatto è che, invece, nel frattempo si è scoperto che: 1) l’ANAS, proprietaria, non intende demolire il vecchio ponte, che resterà in piedi e continuerà a bloccare gli yacht di maggiori dimensioni. 2) il livello dei fondali del Tevere è troppo basso (i fanghi del trasporto solido si depositano di continuo e il problema permane anche dragando di continuo) e le imbarcazioni di maggiore stazza rischierebbero di incagliarsi.
A che serve il super-ponte? – A questo punto ci si domanda: a che serve il super-viadotto? A che serve costruire campate e rampe gigantesche per far passare grandi imbarcazioni che comunque verranno bloccate dal ponte non demolito, troppo basso, e dai fondali del fiume, troppo alti? Senza contare, poi, che anche per il traffico automobilistico i benefici non sarebbero poi così rilevanti, finendo le nuove quattro corsie con l’immettersi nell’attuale viabilità, inadeguata.
Uno sperpero di danaro pubblico e uno scempio del territorio giganteschi quanto le strutture progettate.
Violentata Ostia Antica – Il super-ponte violenterà un’area archeologica, come quella di Ostia Antica, da secoli al centro di studi e ricerche e ancora in gran parte da scoprire. È scritto anche nella Enciclopedia Treccani che gli scavi “divennero sistematici sotto Pio IX dal 1855 al 1870; una regolare esplorazione scientifica della città fu iniziata con Dante Vaglieri ai primi del sec. XX e fu ininterrottamente proseguita da Roberto Paribeni e poi specialmente da Guido Calza, soprattutto tra il 1938 e il 1942, che mise in luce un’area di 34 ettari; sicché pur restando ancora da scavare tutta la zona verso Tor Bovacciana e alcuni quartieri periferici per circa 16 ettari, si può tuttavia avere un quadro abbastanza completo di questo antico centro commerciale di Roma”. Proprio l’area in cui si vuole realizzare il ponte viadotto.
Verrà inghiottita e annullata la Tor Boacciana, sull’antica linea di costa, in corrispondenza della porta marina dello scalo naturale, repubblicano e poi imperiale, di Ostia Antica, precedente ai porti di Claudio e Traiano.
Verrà “tombato” dalle colate di fondazione un inedito scalo antico, scoperto, scavato tra il 2011 e il 2013, ma non pubblicato. Sepolto. Messo a tacere, dimenticato, ignorato.
Sarà tagliata irreparabilmente la continuità tra Ostia Antica e la pianura verso il mare: (impallidiscono al confronto le polemiche e le perplessità suscitate ai tempi dalla soprelevata di Genova) e questo proprio mentre l’avversione per impattanti strutture viarie porta a valutare la demolizione del viadotto della Tangenziale Est.
Un progetto fuori legge – Ma c’è ancora di più e forse di più grave: questo nuovo ponte della Scafa è contrario alla legge. Un Decreto ministeriale di tutela stabilì già nel 1959 il divieto di opere con tale elevazione a ridosso di Ostia Antica. Decreto sempre in vigore perché, come recita l’art. 10 della Legge n° 1089 del 1939, “i provvedimenti adottati dal Ministero […] sono definitivi”.
L’alternativa c’è: il ponte a Dragona -Tutto questo appare ancora più incomprensibile – e sospetto – in quanto alternative al “mostro” ci sono. In particolare, da tempo è stato approvato e inserito nel Piano Regionale Trasporti il progetto di un nuovo ponte a Dragona, a ridosso del Parco Leonardo. Collegherà la via del Mare con l’autostrada Roma-Fiumicino scavalcando il Tevere circa 4 chilometri più all’interno rispetto al punto ipotizzato per il “mostro”, senza suscitare altrettanti problemi ambientali nonostante dimensioni comunque ragguardevoli: 260 metri, sei corsie. Poi ci sono stati anche progetti complementari o transitori, uno dei quali non avrebbe comportato spese per la pubblica amministrazione grazie alla disponibilità manifestata da sponsor o mecenati privati.
Tra questi progetti ancillari forse il più logico e discreto consisteva nell’eliminare gli attraversamenti del traffico che procede in senso opposto di marcia ai due capi dell’attuale ponte della Scafa. Lo scorrimento del traffico sarebbe ovviamente molto migliorato.
Non si può dire neanche che la pubblica amministrazione abbia respinto queste ragionevolissime e logiche proposte gratuite, offerte in dono: le ha semplicemente e bellamente ignorate, senza un rigo di commento o una parola di ringraziamento. Forse avevano il torto di costare poco…
Problemi autentici, soluzione pessima – Problemi di traffico indubbiamente impongono di valutare un potenziamento degli attraversamenti veicolari del Tevere a valle di Roma, nel tratto fluviale tra la capitale e il mare. Lungo la costa e anche all’interno, qui come altrove, esiste di fatto una nuova città lineare quasi ininterrotta per i cui collegamenti occorre intervenire. Come pure, mentre si proclama la necessità di promuovere a Roma forme di turismo di qualità, è certamente giusto favorire la nautica di alto profilo. Ma in questo caso, tra le soluzioni possibili sta per essere attuata quella di gran lunga peggiore: la più costosa, la più impattante, la più devastante, la più smisurata, la più scandalosa.
Questa lettera, vuole essere, in spirito collaborativo, un appello, anzi addirittura una supplica alle autorità preposte perché evitino di farsi e farci del male. Autorità, Signore, Signori, seriamente ripensateci!
Marco Ravaglioli – Presidente del Gruppo dei Romanisti