Vincenzo Cappelletti, una vita spesa con autorevolezza al servizio della cultura italiana

A pochi giorni dalla scomparsa, l’autore ricorda l’ex direttore della Enciclopedia Treccani, uomo di grande preparazione, inserito autorevolmente nel dibattito della cultura italiana, esponente di primo piano della intellettualità cattolica.

La storia dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani è molto meno nota degli effetti, dati per scontati, della funzione che le sue opere esercitarono nella formazione e nel nutrimento della cultura nazionale, in due ben diverse fasi del Novecento, quella segnata dal fascismo, e quella repubblicana. Sulla storia della Treccani durante il fascismo, si conoscono pochi ma notevoli studi; la storia dell’Istituto nella seconda metà del secolo scorso non ha ancora ricevuto una ricostruzione d’insieme o approfondite indagini, con la eccezione della rappresentazione offerta dai meritori cataloghi delle mostre documentarie organizzate dall’Istituto medesimo per celebrare importanti ricorrenze della sua storia, fra i quali si distingue per ricchezza di materiali 1925-1995. La Treccani compie 70 anni, edito durante la presidenza di Rita Levi-Montalcini; preziose sono certo le non poche voci che nelle opere Treccani si sono venute dedicando nel tempo a figure capitali della sua storia, e i lemmi consacrati alla Enciclopedia come Istituto. 

Nella storia della Treccani nel secondo Novecento ha avuto parte fondamentale Vincenzo Cappelletti, scomparso a Roma, a 89 anni, lo scorso 21 maggio. La sua biografia, ora tutta da fare, è in gran parte intessuta con quella storia, anch’essa da scrivere, e che egli ha contribuito come pochissimi a scandire. 

Studente universitario a Roma, e tra i giovani della FUCI, laureatosi in medicina, e poi in filosofia, sotto la guida di Franco Lombardi, Cappelletti diventò libero docente di storia della scienza (1967), e poi ordinario della stessa disciplina nella romana Sapienza (1980). Entrò nell’Istituto della allora Piazza Paganica nel 1956, e fu stretto collaboratore del suo Presidente, Aldo Ferrabino, con cui nello stesso anno fondò la rivista “Il Veltro”. Alla presidenza Ferrabino (1954-1972) spettò il principale onere della prosecuzione della missione Treccani negli anni del rinnovamento democratico, della ricostruzione e dello sviluppo, ossia di riorientare una istituzione nata prima della guerra, e in un regime illiberale, nella società traversata da un movimento economico e morale nuovo e intensissimo, da spinte e conflitti inediti, nella più ricca dialettica tra forze intellettuali e sociali, sullo sfondo dei grandi mutamenti europei e mondiali, assumendo il compito di accompagnare e restituire nelle categorie del sapere quel processo storico. 

In quegli anni l’Enciclopedia ridisegnò la sua funzione, e la sua produzione, e il contributo di Vincenzo Cappelletti fu decisivo. Vice direttore generale nel 1969, direttore generale dal 1970, egli seppe offrire continuità lucida e operosissima alla transizione verso la successiva presidenza di Giuseppe Alessi (1972-1992). Durante la presidenza Levi-Montalcini (1993-1998), nominato vicepresidente e direttore scientifico, che era stata la carica di Giovanni Gentile, Cappelletti assolse quel ruolo fino al 2002, prestando ancora una volta continuità nella nuova presidenza di Francesco Paolo Casavola. Ma è qui soprattutto la fase relativa agli anni di Ferrabino che occorre particolarmente ricordare, una fase caratterizzata per un verso dalla esecuzione reimpostata di alcuni progetti già in parte della Treccani gentiliana (Dizionario enciclopedico italiano, Dizionario Biografico degli Italiani, la terza Appendice alla Enciclopedia Italiana), e per un altro dalla elaborazione di imprese come la Enciclopedia dell’Arte antica, la Enciclopedia Dantesca, e soprattutto, la Enciclopedia del Novecento come lessico dei massimi problemi, al cui disegno e alla cui realizzazione Cappelletti recò fondante contributo. Negli anni seguenti, avrebbero visto la nascita altre opere capaci di estendere il sapere in molteplici direzioni, dalla Enciclopedia Virgiliana alla Oraziana, dalla Enciclopedia delle scienze fisiche alla Enciclopedia delle scienze sociali.

La Treccani si caratterizzò come grande laboratorio interdisciplinare, impresa economica partecipante del nuovo slancio della ricostruzione e dello sviluppo, comunità di studiosi nazionali, di ogni orientamento culturale, capaci di vitali connessioni con la comunità scientifica internazionale. Nella vita dell’Istituto – che si giovò di figure del valore, fra i tanti, di Ignazio Baldelli, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Umberto Bosco, Tullio Gregory, Massimiliano Pavan, Giuseppe Montalenti, Giorgio Petrocchi, Giovanni Pugliese Carratelli -, Cappelletti offrì più di una virtù: la comprensione degli orizzonti verso i quali la produzione editoriale dovesse procedere; la padronanza delle prospettive e dei metodi sia della cultura umanistica, che di quella scientifica; uno spirito di ‘realizzatore’, condiviso con altra storica figura Treccani, scomparsa appena un anno fa, Tullio Gregory; l’attitudine al coordinamento competente di ampie squadre di ricercatori in diverse discipline; la capacità di integrare la comunità enciclopedica con una larga rete di relazioni istituzionali e culturali, e di prestarsi fuori della Treccani a ruoli spesso di grande rilievo; l’affabile e serena signorilità nella conduzione dei rapporti, preziosa nella guida delle comunità.

In una lettera inviata il 15 aprile 1986 a Aldo Duro, direttore del Vocabolario della Lingua Italiana, cui univa la voce Enciclopedia, che aveva per quell’opera scritto, Cappelletti precisò che aveva desiderato che quella sua voce “rispecchiasse l’Istituto, le premesse a ciò che siamo ma anche la realtà di soggetto che ha conferito significato al termine”. La Treccani seppe appunto conferire significato a quella parola antica; fu capace di ridarle senso, nel secondo Novecento, facendosi l’Istituto coscienza critica e sistematizzante, nella custodia del passato, dei cambiamenti e delle sfide nuove, processi non affrontabili, senza amore del bene comune, profondo impegno morale, vasta consapevolezza storica, fondata capacità scientifica.