L’inventore Nikola Tesla non avrebbe mai immaginato che avrebbe, di riflesso, partorito il genio di Elon Musk con tutte le conseguenze del caso. Par che nella sua vita depositò 280 brevetti ma si è imprevedibilmente superato, eccitando la fantasia e le azioni dell’uomo oggi più ricco del mondo.
Eppure c’è chi non apprezza tutto questo e non vuole avere niente a che fare con il personaggio. Cominciano le pubbliche dichiarazioni di abbandono dal social network “X”: una volta si chiamava più innocentemente, un inoffensivo cinguettio che si è trasformato in una incognita, in una lettera che apre ad una cosa ignota con il fascino misterioso che ne consegue.
La X è anche una croce, una dannazione o un crocevia di strade che si intersecano portando all’uno notizie dell’altro e viceversa. “Ed io non ci sto più” cantava anni fa De Gregori.
Gente di minor o maggior fama annuncia di abbandonare la X come fosse un fatto eroico da far sapere per non essere accusati di complicità con il suo padrone. Forse non tutti sanno che web sta per ragnatela estesa in tutto il mondo, qualcosa che ti avviluppa e dalla quale è difficile venir fuori.
Giorni fa una ragazza è morta a seguito di un intervento di rinoplastica. La magistratura sta indagando per eventuali responsabilità del chirurgo. Ciò che sembra emergere è la scelta del medico attraverso internet con annessi e connessi. Sembra che una Direttiva europea riconduca la professione di Ippocrate a quella di impresa, per cui sarebbe legittimo promuovere la propria attività nelle forme che si ritengono più convenienti.
Flaiano diceva come “leggere è niente, difficile dimenticare cosa si è letto”; la promozione del web per quanto scadente non manca di attecchire da qualche parte.
Negli studi di Diritto ci sono casi in cui una fattispecie si può definire solo in termini residuali negativi. È insomma ciò che non è l’altro.
Ci si potrebbe armare di coraggio e chiamarsi tutti fuori dal web. Si ha valore se non si è da quelle parti. “Via dalla pazza folla” diventerebbe così un elemento distintivo di qualità mentre stare nella rete dell’insetto dequalificherebbe chi invece vi ci dondola.
Ci vorrebbe un genio come Musk per lanciare una crociata del genere, l’unico in grado di andare contro se stesso. In via derivata, potrebbe impedire ogni forma di pubblicità. Sarebbe un gran bel segnale. Par che adesso lo abbiano ribattezzato “D.O.G.E”, imminente la sua nomina a Capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa dell’Amministrazione Trump.
Il Doge è uno che comanda. Forse ricalcherà le orme di Paoluccio Anafesto, il primo glorioso doge del Ducato di Venezia. Che Musk sarà nefasto o meno lo diranno solo i fatti.
In attesa che Musk dia un impossibile segnale in tal senso, ciò che intanto si potrebbe fare e abbandonare il campo perché a volte il gioco non vale la candela o perché chiamarsi fuori dal gioco può darti una patina di maggiore rispettabilità. “Non digito, ergo sum” potrebbe essere lo stile distintivo a cui ispirarsi.
Si resta in attesa di capitani coraggiosi.