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martedì, 24 Giugno, 2025
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Contro i progetti politici astratti: la lezione di Bodrato

Guido Bodrato ci ricorda che occorre rendersi conto quando un progetto organizzativo e politico è in grado di navigare in mare aperto e quando, invece, è destinato a naufragare.

Il primato del realismo

Guido Bodrato, indimenticabile “maestro” del cattolicesimo democratico e statista della Democrazia Cristiana, amava ripetere – soprattutto negli ultimi anni della sua vita – che «il progetto politico è credibile se si può collocare nel tempo in cui si vive». Una riflessione che risente dell’antica lezione morotea, ma che è soprattutto ancorata alla categoria del realismo, elemento essenziale per chiunque voglia impegnarsi nell’agone politico.

Bodrato, forte della sua esperienza e di una visione lucida e disincantata, sapeva bene che «anche il miglior progetto politico» – sono parole sue – «non ha alcuna possibilità di incidere sulla realtà se è disancorato dal contesto presente».

No alla nostalgia fine a sé stessa

Con la consueta capacità di sintesi che lo ha sempre contraddistinto, Bodrato non sminuiva affatto l’impegno di chi coltivava l’obiettivo di ricostruire la Dc, il Ppi, la Margherita o, comunque, un progetto politico ispirato al cattolicesimo democratico. Anzi, vedeva in questi tentativi sinceri e disinteressati la scintilla necessaria per rinverdire e rinnovare una presenza culturale e politica che era stata decisiva per la credibilità e la tenuta della nostra democrazia.

Ma al contempo metteva in guardia dall’impotenza e dalla sterilità dei tentativi velleitari, dei progetti che, puntualmente, finivano per sciogliersi come neve al sole perché incapaci di fare i conti con la realtà del momento.

Una lezione di permanente attualità

Questa visione, profondamente legata alla concretezza dei fatti e dei tempi, rimane un richiamo di straordinaria modernità. Ancora oggi, in un contesto politico e sociale attraversato da trasformazioni profonde, assistiamo a tentativi ricorrenti di ricostruire pezzi dell’esperienza e della storia della Democrazia Cristiana. Tentativi che, per diversi motivi, non reggono alla prova dei fatti e finiscono per trasmettere l’impressione di una debolezza culturale e progettuale.

Bodrato ci ricorda, invece, che occorre rendersi conto quando un progetto organizzativo e politico è in grado di navigare in mare aperto e quando, invece, è destinato a naufragare. Perché, come amava dire, «quando un progetto politico e organizzativo fallisce ripetutamente si corre il rischio di trasmettere un messaggio di debolezza della cultura che lo ispira».

Il coraggio di confrontarsi con la realtà

Ecco perché, al di là di facili nostalgie e senza alcuna preconcetta vis polemica, è fondamentale comprendere che persino la migliore fonte culturale e politica deve misurarsi con le coordinate concrete del presente. Non comprenderlo, o fingere di non capirlo, significa rendere irrilevanti e marginali la tradizione, il pensiero e lo stile del cattolicesimo politico italiano, pur ricchi e variegati. Ed è esattamente ciò che non possiamo permetterci nell’attuale stagione politica.