Amici Popolari, se siamo insieme (o anche no)…ci sarà un perchè?! Intanto prendiamo sul serio il monito di Bodrato.

Bodrato richiama l’attenzione sulla sfida che la destra si accinge a lanciare sul Presidenzialismo. Allora, possiamo continuare a parlare di simpatie per Calenda e Renzi, e antipatia per Schlein - oppure il contrario - ma essere Popolari nel 2023 e anni seguenti, passa per una riflessione di questo tipo sul vero sigillo della XIX legislatura.

Roberto Di Giovan Paolo

Parafrasando una canzone di successo di qualche anno  fa viene in mente una logica ed una politica su cui confrontarsi presto. Naturalmente sono felice di avere letto Guido Bodrato (riletto perche su FB è sempre presente) e la riflessione dei 58 amici ed amiche (qualcuno “cooptato” rispetto al Ppi edizione Martinazzoli e seguenti, credo, ma non è questione di lana caprina ) che  ci hanno permesso in questi anni e in ultimo lo scorso 19 di dicembre, una riflessione limpida sullo stato del Paese, almeno a livello politico.

Come sempre, metto subito le carte in tavola. Io ho scelto di impegnarmi nel Pd e l’ho fatto anche in questa occasione delle primarie, scegliendo Gianni Cuperlo perchè ho ritenuto le candidature di Schlein “troppo poco” e Bonaccini “troppo troppo, praticamente tutto” sul piano di scelte, valori, intuizioni. Sapevo di fare una scelta di minoranza. Non starò qui a fare il paladino del perchè credo che se fai un incontro tra culture politiche progressiste e sociali mi interessa chi ne ha una ma le difende tutte, piuttosto che chi ha solo la sua o chi ha spesso dimenticato, anche la sua. Detto ciò, che poco rileva, segnalo solo che chi ha immaginato il disastro delle regionali il 19 febbraio ha immaginato anche una candidata destinata a prendere il voto degli “indignados” (loro) contro l’establishment (quelli che ieri erano i “loro”) il 26 febbraio. Il tutto fortemente “mediatizzato”, perchè il Pd era già destinato a perdere, ma ha preso in percentuale oltre il voto politico di settembre 2022 sia nel Lazio che in Lombardia, e ricacciato l’OPA ostile ad altra data, quando i Cinque stelle o il Terzo polo  avranno un po’ di più di un terzo o un quarto dei suoi voti…

Se questo è vero, allora anche chi ha candidato Bonaccini doveva farselo un ragionamento ed immaginare che il coordinatore della mozione Bersani contro Renzi e poi successivamente di quella Renzi alle successive, nonchè Presidente di Regione, qualche pelo di “establishment” lo avrebbe certamente  rischiato….O no? Candidato sbagliato? Possibile. Di fatto, se come dice il Documento Popolare rimarrà il pluralismo culturale, va bene così ma ecco, insomma, l’ultima Thule non era Bonaccini, nè la Schlein la fine della storia.

E comunque vorrei andare oltre il Pd (dove io rimango) perchè come sapete ho detto e riproposto non solo di far ripartire “Il Popolo” ma anche il PPI e di non presentarci alle elezioni, ma essere movimento politico (ed io avrò la doppia tessera). Quando l’ho detto non pensavo affatto solo a chi di noi ha scelto il Pd. Ma a tanti Popolari che so che il Pd non lo votano o non lo votano più. Che non si sono mai iscritti o che votano terzi poli (ne vengono su in continuazione…) o anche si astengono. Certo sono tutti,questi, Popolari nel centrosinistra, ed hanno diritto di avere un “Popolo” ed un PPI  anche loro. E più sono e meglio è, per me, a parte anche l’affetto, l’amicizia e la stima. Figuriamoci dunque se non mantengo affetto, amicizia e stima per Fioroni che esprime un dubbio che mi tocca umanamente e politicamente, anche se spesso abbiamo seguito strade vicine ma non identiche.

Aggiungo che non mi permetterei mai di immaginare che essere e sentirsi Popolari non possa toccare amici che nell’Udc o perfino a destra, vedi Crosetto, stanno lavorando affinché la destra italiana diventi un luogo democratico e conservatore, insomma avversari, non nemici. Lo dico da tanto tempo.

Tuttavia, politicamente parlando e per non fare solo elogio a Bodrato – senza coglierne sino in fondo la sfida politica – tra breve questa legislatura, dopo un po’ di moine, decollerà sulla vicenda chiave, ovvero la battaglia sul “presidenzialismo”… A questo ci richiama Bodrato in questi mesi: presidenzialismo vuol dire riflettere sul ruolo della democrazia parlamentare, il ruolo di Camera e Senato oggi ridotti a “passacarte”; il ruolo della Presidenza del Consiglio (Cancellierato?) e quella della Presidenza della Repubblica e dei suoi poteri, reali e di “suasion”. E discutere con una proposta politica che sia rispettosa delle istituzioni, della “res publica”, che viene prima di uomini e donne, nella sua continuità, e di cosa comporterà praticamente un confronto con la Meloni che tiene a passare dalla cronaca politica (prima donna Presidente del Consiglio) alla storia (introduzione del Presidenzialismo in Italia), con nuvole nere attorno al Quirinale in prospettiva. Ebbene credo che sia un bel compito, da mettere all’ordine del giorno dei Popolari affinché si sia fecondi in ognuno dei luoghi dove abbiamo deciso di esserci.

Possiamo continuare a parlare di simpatie per Calenda e Renzi, e antipatia per Schlein – oppure il contrario – ma essere Popolari nel 2023 e anni seguenti, per me passa per una riflessione di questo tipo sul vero sigillo della XIX legislatura. Prima la politica e le istituzioni, poi le alleanze ed i partiti, infine donne e uomini nella loro umana fallibilità.Non è un bel programma di ripresa di “attività popolare”?