Andalusia pronta a reagire se Sánchez cederà alle richieste della Catalogna

Fallito il tentativo di Feijoo, il pallino torna nelle mani del premier socialista Sánchez. Il nuovo governo in balia degli indipendentisti. Dura la posizione - qui una sintesi dell’intervento in Parlamento - del Presidente dell’Andalusia.

Non sappiamo cosa farà Sánchez, ma sappiamo dove è capace di arrivare ed è per questo che, dal sud, vogliamo avvertirlo che se sta pensando di accettare le condizioni che avanza il movimento indipendentista catalano, incontrerà l’opposizione frontale e radicale degli andalusi.

Difenderemo l’uguaglianza con le unghie e con i denti, ovvero difenderemo il principio che un andaluso e un catalano, un basco o un madrileno abbiano le stesse opportunità, ovunque essi vivano. Non permetteremo che per l’esclusiva ambizione personale di Sánchez di rimanere al potere si rompa l’uguaglianza tra gli spagnoli.

Che non si pensi che l’Andalusia sia una cosa qualsiasi: è infatti la comunità più popolosa, la terza economia del paese. L’Andalusia crede nel progetto unitario e condiviso rappresentato dalla Spagna. E questo lo difenderemo con tutte le armi, dal campo giudiziario a quello istituzionale e politico. Saremo ancora una volta la diga di contenimento rispetto alla deriva di Sánchez e di questo suo disegno che manda in frantumi l’integrità territoriale del nostro paese.

Non si può dividere il paese, non si può governare solo la metà del paese e non si può stressare la politica come sta facendo il Partito socialista in tutti gli angoli di Spagna. Il Partito Popolare (PP) ha la responsabilità di agire in modo preventivo per evitare il costo dell’operazione imposta dagli indipendentisti di Junts, ERC e Bildu. Hanno chiesto un’amnistia e in più un sovrafinanziamento per la Catalogna.

Non lo permetteremo. L’Andalusia giocherà un ruolo importante in questo momento politico. Non guarderà dall’altra parte né incrocierà le braccia di fronte alla sfida territoriale, con rischi per l’uguaglianza. Invece serve rimboccarsi le maniche e portare le opere necessarie in Andalusia, così da garantire per esempio l’approvigionamento idrico. Da oltre nove anni abbiamo un modello di finanziamento, concordato da ERC con Zapatero, che ha significato ancora una volta benefici per le comunità più prospere e danni per l’Andalusia. Siamo la comunità peggio finanziata. 

Con senso di responsabilità, educazione e correttezza istituzionale abbiamo rivendicato ciò che ci spetta, ora la pazienza degli andalusi sta finendo: gli otto milioni di spagnoli che vivono al sud cominciano a stancarsi. Se non ci si tratta su un piano di parità, scenderemo in strada a chiedere ciò che ci spetta, ciò che è nostro e di cui abbiamo bisogno per migliorare la salute, l’istruzione e l’occupazione in Andalusia, essendo per noi un obbligo garantire tutto questo.

Juan Manuel Moreno è Presidente della Comunità della Catalogna e leader del Partito Popolare locale.