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venerdì, 18 Luglio, 2025
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"Gerri", la nuova serie crime sta per arrivare su Rai 1

Roma, 27 mar. (askanews) – Trent’anni, occhi profondi e malinconici, l’inquieto quanto affascinante ispettore “Gerri” sta per approdare su Rai 1: la nuova serie crime con Giulio Beranek e Valentina Romani – prodotta da Cattleya, parte di ITV Studios, in collaborazione con Rai Fiction – sarà infatti in onda sulla rete ammiraglia a partire da lunedì 5 maggio, per quattro prime serate.

Il protagonista della storia – interpretato da Giulio Beranek – è Gregorio Esposito, ma per tutti è Gerri, un tipo con l’aria di qualcuno capitato nella storia sbagliata e forse è proprio così: ispettore di polizia di origine rom, studia con metodo i casi su cui indaga, prende appunti complicati per poi lanciarsi in decisioni avventate a volte risolutive, altre volte pericolose ed è sempre in bilico, tra presente e passato.

Innamorato del genere femminile, piace molto alle donne ad eccezione della viceispettrice Lea Coen (Valentina Romani) che sembra invece, essere l’unica a non voler avere nulla a che fare con lui, intuendo che è un uomo ancora profondamente irrisolto. Dietro alla sua corazza di uomo affascinante e risoluto, Gerri nasconde infatti un animo profondamente inquieto e segnato da un passato misterioso da scoprire.

Nel cast, al fianco di Giulio Beranek nel ruolo dell’ispettore Gerri Esposito e Valentina Romani nel ruolo della viceispettrice Lea Coen, ci sono: Fabrizio Ferracane, Roberta Caronia, Irene Ferri, Lorenzo Adorni, Lorenzo Aloi, Cristina Pellegrino, Tony Laudadio, Cristina Cappelli, Carlotta Natoli e Massimo Wertmüller.

La serie, girata interamente in Puglia, è tratta dai romanzi di Giorgia Lepore (Edizioni E/O), scritta da Donatella Diamanti e Sofia Assirelli e diretta da Giuseppe Bonito. “Gerri” è una distribuzione internazionale Rai Com ed è stata già venduta in numerosi paesi, tra cui Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Lituania, Bulgaria, Georgia, Spagna e America Latina.

“Agricoltura “: Regione Lazio ed Arsial al fianco del Masaf

Roma, 27 mar. (askanews) – Si conclude con la visita della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la kermesse “Agricoltura “, il grande expo dedicato al mondo agricolo italiano organizzato dal Masaf e andato in scena a Roma a Piazza della Repubblica. Una manifestazione che ha raccontato il Sistema Italia, con particolare attenzione al ruolo dell’agricoltura come pilastro dell’identit europea, motore di crescita economica e modello di sostenibilit per il futuro. Tre giorni tra sapori, gusti ed eccellenze del territorio italiano a cui hanno preso parte Regione Lazio ed Arsial con uno spazio istituzionale di 100 mq, una struttura a vetri con vista sulla piazza, che ha ospitato otto biodistretti della Regione. Abbiamo parlato con Giancarlo Righini, Assessore al Bilancio, Agricoltura e Sovranit Alimentare della Regione Lazio:

“Giornata conclusiva di Agricoltura , tre giornate straordinarie che si concludono con la visita eccezionale del Presidente Meloni. La ringrazieremo per la determinazione con cui sta perseguendo la difesa del Made in Italy in particolare il sostegno che tutto il governo sta dando a questi temi ai temi che il ministro Lollobrigida ha affrontato in queste tre giornate che sono state tre giornate in cui ci siamo dedicati a tanti aspetti che riguardano l’agricoltura, la sostenibilit la difesa del Made in Italy, le coltivazioni biologiche la visita al commissario europeo Hansen in cui abbiamo discusso dell’imminente riforma della PAC di cui c’ grande necessit per dare risposte concrete agli agricoltori europei e quindi tre giornate decisive importantissime”.

poi intervenuto Massimiliano Raffa, Commissario Straordinario Arsial:

“Abbiamo risposto a questa chiamata, stata una cosa fatta abbastanza velocemente ma il risultato stato straordinario. La location di Roma come al solito immaginavamo non avrebbe deluso e non ha deluso. Abbiamo avuto centinaia di visitatori, moltissimi contatti e noi vogliamo sempre fare in modo che i nostri produttori i nostri prodotti vengano conosciuti, richiesti e apprezzati ed quello che stiamo facendo anche in questo caso”.

Un appuntamento che ha lasciato spazio a momenti di confronto, laboratori interattivi, degustazioni e dimostrazioni pratiche che hanno permesso a partecipanti e rappresentanti del mondo delle istituzioni di toccare con mano il patrimonio agroalimentare del territorio italiano.

Nato, in corso nel Mediterraneo i preparativi per Neptune Strike

Milano, 27 mar. (askanews) – Sono in corso i preparativi per l’esercitazione primaverile Nato Neptune Strike, una complessa dimostrazione di capacità marittime di alto livello integrate, attraverso una serie di attività dinamiche e dimostrazioni nelle aree operative congiunte dell’Alleanza. I partecipanti a Neptune Strike includeranno più portaerei e gruppi di attacco anfibi a supporto degli sforzi di deterrenza e difesa della Nato. È quanto si apprende da una nota dove viene citato il vice ammiraglio Jeff Anderson, Comandante di Strikfornato: “L’ambiente di sicurezza in Europa e nei suoi dintorni è in continua evoluzione, ma Neptune Strike dimostra che la Nato è assolutamente impegnata a operare insieme come una forza unificata per scoraggiare i potenziali aggressori e difendere l’Alleanza quando richiesto”.

Neptune Strike 25-1, la prima iterazione di questa attività di vigilanza in tempo di pace per il 2025, si svolgerà ad aprile e vedrà contributi e partecipazione da Bulgaria, Canada, Francia, Grecia, Italia, Macedonia del Nord, Norvegia, Portogallo, Romania, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti.

Il focus principale delle attività di Neptune Strike sarà perseguito in tutta la regione del Mediterraneo ed eseguito da risorse marittime dell’Alleanza composte da più portaerei e gruppi di attacco anfibi. Ad accompagnare le attività di attacco a lungo raggio, lungo il fianco meridionale e sud-orientale della NATO, ci sarà l’esecuzione di capacità antisommergibile nel Mar Mediterraneo orientale.

Guidato dalle Naval Striking and Support Forces Nato (Strikfornato), vede molteplici risorse nazionali integrare capacità di alto livello per migliorare la loro prontezza a difendere ogni centimetro del territorio dell’Alleanza in vari domini. È l’attività di vigilanza potenziata più complessa della NATO, che mostra l’impegno in tempo di pace dell’Alleanza.

Gli obiettivi principali di Neptune Strike sono esercitare la capacità della Nato di mantenere la libertà di navigazione e manovra, di proteggere gli stretti, di proteggere le infrastrutture sottomarine e di condurre attività di deterrenza e vigilanza. Inoltre, aumenta significativamente l’interoperabilità e la coesione tra alleati e nazioni partner attraverso missioni di integrazione marittima, aerea e terrestre.

Neptune Strike è un’attività pianificata da tempo e condotta nel rispetto delle leggi e degli standard internazionali.

(Foto Jfc Naples Hq)

Zelensky: "E’ necessario che gli Usa siano più forti verso la Russia"

Roma, 27 mar. (askanews) – “Le decisioni prese dall’America possono avere un impatto. Putin vuole separare l’Europa e gli Stati Uniti. Abbiamo bisogno che gli Stati Uniti siano più forti nei confronti della Russia”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al termine del vertice dei volenterosi a Parigi rispondendo ad una domanda sulla debolezza del sostegno americano.

Per quanto riguarda l’accordo sulle terre rare, il presidente ucraino ha dichiarato che non intende recarsi negli Stati Uniti per firmarlo, dato che Washington modifica regolarmente i termini dell’accordo. “Non vorrei che gli Stati Uniti avessero l’impressione che l’Ucraina sia contraria a questo accordo”.Ad una domanda sulla prevista missione franco-britannica per rafforzare l’esercito ucraino, il presidente ucraino ha risposto che la Russia non può dettare come l’Ucraina deve difendersi. “Ci sono molte proposte per impegnarsi a terra, in mare. Per quanto riguarda il contingente, ci sono molte domande, ma ancora poche risposte”.

Von der Leyen: l’Ue manterrà le sanzioni contro la Russia

Roma, 27 mar. (askanews) – L’Unione europea manterrà le sanzioni contro la Russia, ha confermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in seguito a un incontro dei leader di diversi paesi europei e del Canada sull’Ucraina a Parigi.

“Abbiamo discusso della pressione continua sulla Russia. È molto chiaro che le sanzioni restano in vigore”, ha affermato il capo della CE in un messaggio video pubblicato sulla piattaforma di social media Bluesky.

Inoltre, la Von der Leyen ha promesso che l’UE “rispetterà in via prioritaria la sua quota di impegni di prestito del Gruppo dei Sette (G7) all’Ucraina”.

Il 20 marzo la Commissione europea ha annunciato di aver stanziato un ulteriore miliardo di euro all’Ucraina nell’ambito di un prestito del G7 rimborsato con i proventi dei beni sovrani russi congelati.

Pertanto, l’importo totale del credito già stanziato da Bruxelles a Kiev ammonta a 4 miliardi di euro.

In totale, l’UE si è precedentemente impegnata a fornire all’Ucraina circa 18 miliardi di euro in prestiti rimborsabili con i rendimenti delle attività russe, come parte della tranche da 45 miliardi di euro concordata dal G7.

Relazione Ansfisa, Morelli: investite ingenti risorse sicurezza

Roma, 27 mar. – “Il Mit ha investito ingenti risorse legate al tema sicurezza. Parliamo di oltre 22 miliardi netti per quanto riguarda l’accordo di programma Anas con una progettualit finale che arriva a oltre 44 miliardi e investimenti in Rfi, cito la tratta Milao-Venezia della tratta di alta velocit”.

Cos il Sottosegretario di Stato Alessandro Morelli, sottolineando anche i risultati raggiunti da ANSFISA nel 2024, diventata ormai un punto di riferimento nazionale nel garantire la sicurezza delle infrastrutture ferroviarie, stradali, autostradali e degli impianti fissi.

Biennale Musica, Caterina Barbieri: un desiderio di vastit

Venezia, 27 mar. (askanews) – “La musica come stella dentro prima di tutto questo desiderio diciamo di vastit, di connettere con qualcosa che vada oltre l’ego e farci avvicinare a una dimensione quasi pi cosmica, quindi il tema del festival la musica cosmica, che per non uno stile o un genere, ma piuttosto un orizzonte di significato che fa riferimento al potere generativo della musica quindi cosmogonia e scintilla di mondi”. Cos Caterina Barbieri, direttrice artistica della Biennale Musica, ha presentato l’edizione 2025, “La stella dentro”.

“Ho cercato di privilegiare – ha aggiunto – artisti che lavorano con una dimensione generativa della musica, quindi l’idea di costruire mondi molto espansi e che in qualche modo nella loro musica diano un po’ spazio a questa sete d’infinito. La programmazione molto varia, per ho cercato di avere come linea guida l’idea di risonanza, programmare per risonanza, quindi anche musiche apparentemente distanti a livello temporale, geografico stilistico, in qualche modo dialogano tra di loro”.

Osservatorio Vita e Natalit, nutrizione gioca ruolo cruciale

Roma, 27 mar. – Si svolta presso il Parlamento Europeo di Bruxelles la presentazione dell’Osservatorio della Vita e della Natalit (ONV), nato per affrontare la crescente sfida demografica rappresentata dalla denatalit in Italia, focalizzandosi sulla raccolta, monitoraggio e analisi dei dati relativi alla natalit, alla salute riproduttiva e alle dinamiche familiari. L’obiettivo orientare le politiche a favore della natalit e della famiglia a livello regionale e nazionale, fornendo un supporto concreto per l’adozione di politiche pubbliche pi efficaci.

Il Prof. David Della Morte Canosci, Consigliere personale del Ministro dell’Universit e della Ricerca e Professore Ordinario di Alimentazione e Nutrizione Umana all’Universit degli Studi di Roma Tor Vergata, ha dichiarato: “La nutrizione gioca un ruolo cruciale nella salute materno-infantile e, di conseguenza, nella promozione della natalit. La qualit dell’alimentazione, prima e durante la gravidanza, influisce direttamente sul benessere delle future madri e sui primi anni di vita del bambino. fondamentale che le politiche pubbliche integrino la nutrizione come parte integrante delle strategie per sostenere la natalit e il benessere delle famiglie. Un’adeguata educazione alimentare, insieme all’accesso a cibi nutrienti, essenziale non solo per prevenire malattie e complicazioni, ma anche per garantire una gravidanza sana e un avvio migliore per i bambini, favorendo una societ pi sana e sostenibile. Solo promuovendo politiche che includano il supporto nutrizionale possiamo realmente fare la differenza nella vita delle famiglie e contribuire a contrastare la denatalit.”

Calcio,quattro giocatori del Real indagati per condotta indecente

Roma, 27 mar. (askanews) – Quattro calciatori del Real Madrid, tra cui Mbappé e Vinícius Júnior, sono indagati dalla Uefa per presunta ‘condotta indecente’ durante la partita di Champions League contro l’Atletico Madrid. Un ispettore disciplinare esaminerà le accuse, che coinvolgono anche Rudiger e Ceballos. Nel mirino ci sarebbero un gesto di Rudiger al collo, Mbappé che si sarebbe toccato i genitali e Vinícius, accusato di uno scontro col pubblico. L’ispettore raccoglierà prove per verificare la violazione del Regolamento Disciplinare. Il Real tenterà di evitare sanzioni, ma Ancelotti rischia di affrontare l’Arsenal senza tre titolari.

Biennale, Buttafuoco: l’opera d’arte a contemplare e ascoltare noi

Venezia, 27 mar. (askanews) – I tre festival della Biennale dedicati a Musica, Teatro e Danza “sono delle porte regali e uso apposta l’immagine che Pavel Florensky adotta per raccontare attraverso l’icona il ribaltamento di prospettiva. Cio non siamo noi a osservare, ad ascoltare, a contemplare l’opera d’arte, ma l’opera d’arte a osservare, a contemplare, ad ascoltare noi per tramite di cielo. E questa Biennale di danza, musica, teatro affidata a Caterina Barbieri, a Wayne McGregor e a William Dafoe un attraversamento”. Lo ha detto ad askanews il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, in occasione delle presentazione dei tre festival internazionali di arti performative.

Parlamento europeo, presentato Osservatorio Vita e Natalit

Roma, 27 mar. – Si svolta presso il Parlamento Europeo di Bruxelles la presentazione dell’Osservatorio della Vita e della Natalit (ONV), nato per affrontare la crescente sfida demografica rappresentata dalla denatalit in Italia, focalizzandosi sulla raccolta, monitoraggio e analisi dei dati relativi alla natalit, alla salute riproduttiva e alle dinamiche familiari. L’obiettivo orientare le politiche a favore della natalit e della famiglia a livello regionale e nazionale, fornendo un supporto concreto per l’adozione di politiche pubbliche pi efficaci.

Per Donatella Possemato, presidente dell’ONV, “Il calo della natalit e le difficolt legate alla fertilit sono problematiche urgenti che richiedono soluzioni concrete. L’Osservatorio mira a fornire dati aggiornati e precisi per supportare le istituzioni nella creazione di politiche mirate, soprattutto in ambito sanitario e familiare. E’ necessario sostenere le famiglie, promuovendo politiche inclusive per le nuove realt familiari come quelle mono-genitoriali e le famiglie ricostituite. Il supporto alle famiglie deve includere il rafforzamento dei servizi sanitari, educativi e sociali, per garantire a tutte le famiglie, soprattutto le pi vulnerabili, le stesse opportunit di benessere. In conclusione, l’Osservatorio della Vita e della Natalit si propone come un punto di riferimento per orientare le politiche a favore della natalit e della vita familiare, invitando istituzioni, associazioni e cittadini a unirsi a questa causa per costruire un futuro migliore per le famiglie italiane”.

Ucraina, Meloni ai "volenterosi": non invio militari italiani

Parigi, 27 mar. (askanews) – “Non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno”. Lo ha ribadito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al summit dei “volenterosi” a Parigi, secondo quanto riferisce Palazzo Chigi.

Occorre “continuare a lavorare con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell`Ucraina”. Meloni ha auspicato “il coinvolgimento di una delegazione americana al prossimo incontro di coordinamento”.

Affonda sottomarino nel mar Rosso: morti sei turisti russi

Roma, 27 mar. (askanews) – Il numero di persone morte in un’incidente che ha coinvolto un sottomarino turistico al largo della costa della località egiziana di Hurghada è salito a sei, tutte di cittadinanza russa. L’ha dichiarato oggi il governatore della provincia del Mar Rosso, Amr Hanafi, in un comunicato.

“Ventinove persone sono state trasportate negli ospedali. Sei stranieri, tutti russi, sono morti”, ha affermato Hanafi.

Oltre ai passeggeri russi, a bordo del sottomarino c’erano cinque membri dell’equipaggio egiziano e cittadini di India, Norvegia e Svezia.

Il difficile equilibrio di Kim Jong Un tra Russia e Cina

Roma, 27 mar. (askanews) – Kim Jong Un ha imparato dal nonno, il fondatore della Repubblica democratica popolare di Corea (DPRK) Kim Il Sung, come muoversi tra due potenze sempre in bilico tra l’alleanza e la concorrenza come la Russia e la Cina e sa che spostarsi troppo verso l’una aliena i rapporti con l’altra. Tuttavia, l’equilibrio non è mai facile e, in questo momento, la linea del leader supremo di Pyongyang sembra un po’ squilibrata a favore dei rapporti con Mosca.

Il ministero sudcoreano dell’Unificazione ha segnalato in un rapporto oggi che “il fulcro della diplomazia nordcoreana è la Russia” in questo momento e Kim sta “cercando scambi a tutto campo per massimizzare i benefici derivanti dal dispiegamento militare”. Dopo la firma dell’accordo di partenariato strategico, avvenuta in occasione della visita a Pyongyang del presidente russo Vladimir Putin, la Nordcorea ha inviato circa 11mila soldati in Russia per combattere al fianco dei militari della Federazione contro l’Ucraina.

Non solo. Secondo Seoul, Kim ha anche iniziato a rivolgersi a Putin con il termine di “compagno” a partire da agosto 2023. E i preparativi per una visita in Russia del capo del regime nordcoreano – secondo quanto ha riferito oggi il viceministro degli Esteri russo Andrey Rudenko – sono in pieno svolgimento.

Non c’è, invece, in vista un incontro con il presidente cinese Xi Jinping, che notoriamente non ha un grande feeling col più giovane vicino. Pyongyang – a quanto segnala il ministero sudcoreano – vorrebbe rendere meno freddi i rapporti con Pechino, promuovendo la ripresa dei tour di gruppo per turisti cinesi e riavviando i lavori sul ponte sul fiume Amnok (Yalu) sul lato nordcoreano, previsto da un accordo bilaterale del 2009 e destinato a sostituire quello esistente che collega Sinuiju a Dandong. Immagini satellitari recenti mostrano che sul lato nord sono in corso lavori per un’area doganale di circa 172.500 metri quadrati – più ampia dei 150.000 metri quadrati previsti sul lato cinese – a indicare l’intenzione di Pyongyang di riattivare il commercio transfrontaliero.

Nonostante questi segnali, Pechino mantiene un atteggiamento piuttosto distaccato: i tour di gruppo per cittadini cinesi non sono ancora ripresi e il miglioramento delle relazioni bilaterali “potrebbe richiedere tempo”, secondo il ministero sudcoreano.

Sul fronte economico, Seoul stima che il cosiddetto “beneficio russo” derivante dall’invio di truppe a sostegno di Mosca ammonterebbe a circa 3 miliardi di dollari l’anno – pari al 30% del bilancio statale nordcoreano – sufficiente a finanziare i progetti politici di Kim (ospedali, fabbriche regionali e altre infrastrutture), sebbene la Russia non abbia ancora corrisposto tutti i fondi pattuiti.

Il difficile equilibrio di Kim Jong Un tra Russia e Cina

Roma, 27 mar. (askanews) – Kim Jong Un ha imparato dal nonno, il fondatore della Repubblica democratica popolare di Corea (DPRK) Kim Il Sung, come muoversi tra due potenze sempre in bilico tra l’alleanza e la concorrenza come la Russia e la Cina e sa che spostarsi troppo verso l’una aliena i rapporti con l’altra. Tuttavia, l’equilibrio non è mai facile e, in questo momento, la linea del leader supremo di Pyongyang sembra un po’ squilibrata a favore dei rapporti con Mosca.

Il ministero sudcoreano dell’Unificazione ha segnalato in un rapporto oggi che “il fulcro della diplomazia nordcoreana è la Russia” in questo momento e Kim sta “cercando scambi a tutto campo per massimizzare i benefici derivanti dal dispiegamento militare”. Dopo la firma dell’accordo di partenariato strategico, avvenuta in occasione della visita a Pyongyang del presidente russo Vladimir Putin, la Nordcorea ha inviato circa 11mila soldati in Russia per combattere al fianco dei militari della Federazione contro l’Ucraina.

Non solo. Secondo Seoul, Kim ha anche iniziato a rivolgersi a Putin con il termine di “compagno” a partire da agosto 2023. E i preparativi per una visita in Russia del capo del regime nordcoreano – secondo quanto ha riferito oggi il viceministro degli Esteri russo Andrey Rudenko – sono in pieno svolgimento.

Non c’è, invece, in vista un incontro con il presidente cinese Xi Jinping, che notoriamente non ha un grande feeling col più giovane vicino. Pyongyang – a quanto segnala il ministero sudcoreano – vorrebbe rendere meno freddi i rapporti con Pechino, promuovendo la ripresa dei tour di gruppo per turisti cinesi e riavviando i lavori sul ponte sul fiume Amnok (Yalu) sul lato nordcoreano, previsto da un accordo bilaterale del 2009 e destinato a sostituire quello esistente che collega Sinuiju a Dandong. Immagini satellitari recenti mostrano che sul lato nord sono in corso lavori per un’area doganale di circa 172.500 metri quadrati – più ampia dei 150.000 metri quadrati previsti sul lato cinese – a indicare l’intenzione di Pyongyang di riattivare il commercio transfrontaliero.

Nonostante questi segnali, Pechino mantiene un atteggiamento piuttosto distaccato: i tour di gruppo per cittadini cinesi non sono ancora ripresi e il miglioramento delle relazioni bilaterali “potrebbe richiedere tempo”, secondo il ministero sudcoreano.

Sul fronte economico, Seoul stima che il cosiddetto “beneficio russo” derivante dall’invio di truppe a sostegno di Mosca ammonterebbe a circa 3 miliardi di dollari l’anno – pari al 30% del bilancio statale nordcoreano – sufficiente a finanziare i progetti politici di Kim (ospedali, fabbriche regionali e altre infrastrutture), sebbene la Russia non abbia ancora corrisposto tutti i fondi pattuiti.

Eurobasket 2025, Italia con Grecia di Giannis e Spagna

Roma, 27 mar. (askanews) – L’Italia del basket contro la Grecia di Giannis Antetokounmpo e la Spagna campione in carica. Questo l’esito del sorteggio che si è tenuto a Riga per determinare i Gironi di EuroBasket 2025, il Campionato europeo che si disputerà dal 27 agosto al 14 settembre 2025 a Riga in Lettonia (un girone e le fasi finali), a Katowice in Polonia (un girone), a Tampere in Finlandia (un girone) e a Limassol a Cipro (un girone). Il sorteggio ha determinato i 4 Gironi da sei squadre ciascuno da cui usciranno le 16 formazioni, le prime quattro classificate di ogni raggruppamento, che daranno vita alla fase ad eliminazione diretta. Tutti i gironi per Eurobasket 2025 Gruppo A (Riga): Portogallo, Estonia, Lettonia, Turchia, Serbia, Repubblica Ceca Gruppo B (Tampere): Germania, Finlandia, Gran Bretagna, Lituania, Svezia, Montenegro Gruppo C (Limassol): Cipro, ITALIA, Georgia, Spagna, Grecia, Bosnia & Herzegovina Gruppo D (Katowice): Islanda, Francia, Slovenia, Polonia, Belgio, Israele

Euro digitale, Dombrovskis: funzionalità offline tutelerà privacy

Roma, 27 mar. (askanews) – I preparativi tecnici per la creazione di un euro digitale vanno avanti e in questa fase la Commissione europea, nel suo lavoro assieme alla Bce, sta guardando “in parallelo alle funzionalità sia online che offline”, anche per assicurare riservatezza sulle transazioni per valori limitati, effettuate con “pagamenti di prossimità da persona a persona”. Lo ha spiegato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, intervenuto oggi allo European Summit dell’Institute of International Finance.

Allo stesso evento a Bruxelles è intervenuto anche il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos. “In un mondo che diventa più frammentato, avere uno strumento come l’euro digitale per i pagamenti è qualcosa che sarà molto utile”, ha detto.

“So che sull’euro digitale ci stanno teorie assurde – ha proseguito -. Penso che sia totalmente insensato: sarà semplicemente una estensione delle banconote che abbiamo già nel portafoglio. Ora non possiamo usarle per fare transazioni online. Con l’euro digitale si potrà. Quindi è semplicemente una estensione delle banconote fisiche che abbiamo oggi”.

L’euro digitale sarebbe un esempio di quello che comunemente viene chiamato valuta digitale della banca centrale (Cbdc) su cui vi sono stati studi in diverse giurisdizioni, ma ultimamente sembra essersi aperta una (nuova) spaccatura tra Stati Uniti e Unione Europea.

Perché se l’Ue procede verso l’euro digitale, con la Bce e un progetto legislativo della Commissione europea, ora in discussione al parlamento Ue, all’opposto la nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti ha esplicitamente vietato alla Federal Reserve e alle agenzie federali di effettuare qualsivoglia operazione per la creazione di un dollaro digitale.

Diversi esponenti della maggioranza repubblicana, specialmente quelli più vicini al presidente (Maga) sospettano che le Cbdc possano essere utilizzate come strumenti di controllo pubblico dei consumatori. Gli Usa puntano piuttosto su criptoasset e in particolare sulle Stablecoin in dollari per la digitalizzazione dei pagamenti. Per parte sua l’Ue guarda con diffidenza crescente proprio a queste iniziative.

Secondo De Guindos “l’euro digitale sarà un mezzo di pagamenti adatto ad essere usato nel mondo digitale. Questo è il principale e l’unico scopo”. La questione è “totalmente scollegata dal tema della linea monetaria, ma simultaneamente analizzeremo le implicazioni per analizzare il potenziale impatto che l’euro digitale potrebbe avere, anche sulla stabilità finanziaria”, ha detto.

Secondo Dombrovskis “è chiaro che dobbiamo portare la moneta della banca centrale nel XXI secolo, perché l’uso del contante sta calando. Per questo ci serve l’euro digitale, come continuazione della moneta della Banca centrale e anche come strumento per sviluppare soluzioni di pagamento autenticamente europee. Per assicurare la nostra autonomia strategica”.

Anche le iniziative che si stanno sviluppando sulle stablecoin globali “sono un fattore che entra in questa discussione. Il lavoro progredisce, ci sono state discussioni intense anche tra gli Stati membri. La proposta legislativa della Commissione è in discussione da un po’ di tempo. Anzi, abbiamo due proposte: una è sull’euro digitale e l’altra è sul contante, perché vogliamo essere molto chiari che l’euro digitale non deve rimpiazzare il contante ma complementarlo. E quindi – ha spiegato – vogliamo rafforzare anche il corso legale del contante”.

Ora assieme alla Bce “guardiamo alle funzionalità sia online che off line, per assicurare anche più privacy sulle transazioni di bassi volumi e tramite pagamenti di prossimità da persona a persona. È importante sviluppare in parallelo entrambe le funzionalità e il lavoro è in corso. La Bce si è mossa dallo stadio esplorativo a quello preparatorio, ovviamente chiediamo ai legislatori del Parlamento Ue di fare progressi rapidi”, ha concluso.

Sul tema dell’euro digitale oggi è intervenuta, proprio durante una audizione al Parlamento Ue, anche la presidente del ramo di Vigilanza bancaria della Bce, la tedesca Claudia Buch. “E’ una risposta istituzionale agli sviluppi nel campo digitale. Penso che le banche centrali debbano rispondere per molte ragioni, anche per avere mezzi di pagamenti stabili e sicuri e cooperiamo molto strettamente dal punto di vista della vigilanza con i nostri colleghi della politica monetaria – ha detto – per assicurare che questo non minacci i modelli di business delle banche e la loro redditività”.

Peraltro “penso che queste preoccupazioni non siano fondate, anzi penso che l’euro digitale avrà benefici per le banche – ha sostenuto – dato che resteranno gli intermediari” per la sua distribuzione al pubblico. (fonte immagine: European Union).

Macron annuncia missione Francia-Gb per rafforzare l’esercito di Kiev

Roma, 27 mar. (askanews) – La “forza di rassicurazione” dell’Ucraina è ancora in fase di pianificazione”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al termine del summit dei volenterosi all’Eliseo annunciando che Francia e Gran Bretagna guideranno gli sforzi della coalizione degli alleati dell’Ucraina. La missione franco-britannica si recherà in Ucraina per lavorare al rafforzamento dell’esercito ucraino, ha spiegato il capo dello Stato francese. “Non lasceremo che nessuna delle storie o delle contro-verità promosse dalla Russia rimanga senza risposta, come hanno dimostrato gli ultimi giorni durante le discussioni a Ryad sul Mar Nero, dove la Russia, attraverso i suoi discorsi o comunicati stampa, ha completamente reinventato ciò che è accaduto negli ultimi tre anni”, ha detto Macron. “Ci sono negoziati di pace? E’ abbastanza difficile concludere che ci sarebbero stati negoziati di pace quando queste discussioni parallele hanno portato a tre comunicati separati che dicevano tre cose diverse: un comunicato Usa-Ucraina, un comunicato Usa-Russia e un comunicato russo addirittura diverso dal precedente”, ha detto Macron.

“Vogliamo lanciare un messaggio chiaro: continueremo a sostenere il popolo e l’esercito ucraino a breve termine. E’ una necessità, per evitare quello che è il progetto della Russia: fingere di aprire negoziati per scoraggiare l’avversario e intensificare i suoi attacchi”, ha aggiunto il capo dell’Eliseo.

L’arrivo all’Eliseo di Zelensky per il summit dei volenterosi

Parigi, 27 mar. (askanews) – Nelle immagini l’arrivo all’Eliseo del presidente ucraino Volodomyr Zelensky per il vertice dei “volenterosi” sul futuro del’Ucraina organizzato dal Capo di Stato francese Emmanuel Macron.

Zelensky arrivato accompagnato dal premier britannico Keir Starmer, con cui stato accolto per un colloquio privato da Macron prima del vertice.

Schlein: Italia ultima per salari e Meloni non muove un dito

Roma, 27 mar. (askanews) – “L’Italia è in fondo alla classifica del G20 per i salari reali dei lavoratori e delle lavoratrici. Ultimi, senza appello”. Lo afferma in una nota la segretaria del Partito democratico Elly Schlein.

“Il Governo – continua – non ha mosso un dito per agevolare il rinnovo dei contratti per 7 milioni di lavoratori e per allineare gli aumenti delle retribuzioni anche al costo elevatissimo della bolletta energetica più cara d’Europa, inoltre il Governo ha programmato la riduzione del potere d’acquisto dei dipendenti pubblici negando il recupero dell’inflazione reale”.

Si tratta, aggiunge, dello “stesso Governo Meloni che fa di tutto per affossare la nostra proposta unitaria con le altre opposizioni per introdurre un salario minimo, che rafforzi la contrattazione collettiva e stabilisca che sotto i 9 euro all’ora non può scendere nemmeno quella”.

Conclude Schlein: “Precarietà e bassi salari sono parenti stretti: Meloni ha in testa un paese che compete al ribasso. Il risultato è milioni di lavoratori poveri e migliaia di ragazze e ragazzi anche laureati che lasciano il paese. Siamo davanti a uno scandalo, a un furto di futuro. Occorre agire subito”.

Tv, ciak per la serie thriller "Nemesi" con Pierfrancesco Favino

Roma, 27 mar. (askanews) – Sono iniziate le riprese di “Nemesi”, serie tv in sei episodi, un thriller che esplora il tema del destino e delle imprevedibili conseguenze di chi osa sfidarlo con protagonisti Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi ed Elodie.

Tommaso Gherardi (Pierfrancesco Favino), erede di una ricca famiglia di imprenditori milanesi, è accusato di aver ucciso sua moglie Gloria (Elodie). Tutte le prove lo inchiodano, almeno fino a quando ad assumere la sua difesa è Diana Potenza (Barbara Ronchi), un’avvocata che nella vita si è fatta strada con fatica e determinazione. Sarà lei a scoprire la verità, complessa e inaspettata, che si cela dietro l’omicidio.

La serie è creata e scritta da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo ed è diretta da Piero Messina.

“Nemesi” sarà disponibile prossimamente solo su Netflix; la serie è prodotta da Indigo Film, con il supporto di Creative Europe Programma Media dell’Unione Europea.

Bce, De Guindos: molto difficile dire cosa faremo sui tassi ad aprile

Roma, 27 mar. (askanews) – “Penso che oggi sarebbe molto difficile dire cosa faremo al Consiglio direttivo di aprile” sui tassi di interesse. Lo ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos intervenendo allo European Summit dell’Institute of International Finance, sottolineano l’elevata incertezza che permane su quello che sarà l’esito delle tensioni sui dazi commerciali.

“Il peggiore esito possibile è una guerra commerciale e un circolo vizioso di dazi e rappresaglie e ulteriori dazi. Penso che questo sia qualcosa che dobbiamo ricordare. Non sappiamo quale sarà l’esito finale. La situazione non è chiara quindi vedremo ad aprile, abbiamo il nostro Consiglio monetario. Vedremo i dati e come i vari elementi stiano evolvendo. Spero che avremo più chiarezza sugli esiti finali sui dazi e a quel punto decideremo conseguentemente – ha detto – ma penso che oggi sia molto difficile dire cosa faremo ad aprile”. (fonte immagine: IIF).

Mostre, a Roma "Amano Corpus Animae" dedicata a Yoshitaka Amano

Roma, 27 mar. (askanews) – Dopo il successo a Milano, dal 28 marzo la mostra “Amano Corpus Animae”, dedicata al Maestro Yoshitaka Amano, arriva a Roma nello spazio espositivo del Museo di Roma a Palazzo Braschi (fino al 12 ottobre). Ideata e sviluppata da Lucca Comics and Games e curata da Fabio Viola, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, e celebra i 50 anni di carriera del Maestro raccogliendo in un unico percorso espositivo più di 200 tra opere originali, cel d’animazione e oggetti di culto.

Un viaggio nella storia dell’animazione e dell’intrattenimento mondiale vissuto attraverso le numerose tappe che hanno contraddistinto la carriera dell’artista di Shizuoka. Un percorso reso unico anche grazie all’ambientazione in cui la mostra viene ospitata: il Museo di Roma a Palazzo Braschi, che sancisce definitivamente il rapporto tra l’artista giapponese e la città di Roma da lui sempre amata, sin dagli anni ’70. “Amano Corpus Animae” è la prima esposizione che l’artista realizza nell’Urbe, città che per la sua arte è stata frutto di ispirazione e dalla quale ha recepito molteplici suggestioni: soprattutto le mitologie greco romane.

Il Maestro si è affermato come un creatore di mitologie contemporanee, che sono entrate nelle case di tutti, abbattendo le barriere del tempo e rimanendo impresse nell’immaginario collettivo di diverse generazioni. I visitatori potranno ripercorrere la genesi dei suoi anime e i suoi videogiochi, con gli inconfondibili sketch e painting e con la commistione di disegni e colori tipica di alcune sue opere. Da Tatsunoko a Final Fantasy, dai primi passi mossi dall’artista negli anni ’70 negli studi di animazione fino alle opere più recenti, la mostra comprende gran parte delle creazioni che hanno contribuito ad affermare Amano come uno degli artisti più talentuosi nel panorama mondiale, un character designer di assoluta grandezza consacrato anche nell’olimpo degli artisti contemporanei.

A rendere ancora più unico l’appuntamento di Palazzo Braschi saranno le opere originali, mai esposte in Italia, che raccontano la collaborazione di Yoshitaka Amano con il celebre Michael Moorcock, uno dei più importanti esponenti della letteratura fantastica, autore dell’opera Elric di Melnibonè. I visitatori potranno godere dell’incontro dei due maestri e dei loro immaginari, quello narrativo e quello visivo, in sei tavole dalle quali si evince la genesi che ha guidato il Sensei nella creazione delle opere di Final Fantasy.

Caratterizzata da una poliedrica produzione, che va dal videogioco al manga, dall’anime al teatro, dalla moda alle fine art attraversando il mondo dell’editoria e del fumetto, l’arte del Maestro sarà restituita attraverso le cinque sezioni della mostra.

Le installazioni site-specific che compongono questo percorso rendono originale l’esposizione in un’ottica museale che, con luci, fondali e colori, esalta gli innumerevoli originali che la compongono in un percorso in grado di coinvolgere la memoria emotiva del visitatore. Così come la produzione artistica di Amano, l’esposizione vuole essere una sequenza di narrazioni in grado di ripercorrere le tante anime dell’autore.

La mostra si articola in cinque sezioni che permettono l’ingresso nel mondo del Maestro tramite opere iconiche ormai impresse nell’immaginario collettivo: dai primi disegni per l’animazione del periodo Tatsunoko alle variant cover di Batman o Superman; dal Pinocchio dei primi anni ’70 ai disegni originali di Final Fantasy che saranno esposti per la prima volta in Europa; fino alle opere inedite del 2024 come quella in tre atti, legata al Centenario Pucciniano, con cui Amano ha voluto omaggiare Lucca Comics and Games disegnandone i tre poster per l’ultima edizione della manifestazione. In mostra anche cinque opere tattili del maestro Amano pensate per il pubblico non vedente o ipovedente.

Infine, a disposizione dei visitatori appassionati o semplici curiosi dell’arte di Amano ci sarà un ampio calendario di aperture straordinarie della mostra. Da sabato 29 marzo, infatti, e fino alla chiusura, l’esposizione rimarrà aperta fino alle 22, con ultimo ingresso previsto alle ore 21, nelle seguenti giornate: sabato 29 marzo, venerdì 4 aprile, sabato 5 aprile, venerdì 11 aprile, sabato 12 aprile; venerdì 18 aprile, sabato 19 aprile, domenica 20 aprile, venerdì 25 aprile, sabato 26 aprile; venerdì 02 maggio, sabato 3 maggio, domenica 4 maggio. La mostra sarà aperta in via eccezionale anche lunedì 21 aprile 2025 in occasione di Pasquetta e del Natale di Roma, dalle ore 10 alle ore 22.

Il vertice del volenterosi ribadisce: pace giusta in Ucraina

Roma, 27 mar. (askanews) – E’ terminato a Parigi l’incontro sull’Ucraina dei cosidetti ‘volenterosi’. Erano rappresentati 29 paesi, oltre all’UE e alla NATO. Tutti sono determinati a continuare a sostenere l’Ucraina finché non otterrà la pace duratura e giusta che merita.

L’incontro di oggi segue gli incontri a Jeddah e gli accordi lì raggiunti. I partecipanti rimangono dubbiosi sul fatto che la Russia implementerà il cessate il fuoco parziale annunciato. Il presidente ucraino ha evidenziato le sue esigenze e aspettative più urgenti.

Il presidente del consiglio Ue Costa, dal canto suo, ha ricordato che il modo migliore per sostenere l’Ucraina è rimanere coerenti con il nostro obiettivo di un cessate il fuoco completo e una pace duratura e giusta. Ciò significa mantenere la pressione sulla Russia attraverso sanzioni. Sarebbe un errore strategico cedere alla tentazione di un allentamento anticipato delle sanzioni.

“La pace attraverso la forza” rimane la strategia dell’UE ha spiegato Costa, e tale strategia richiede di “intensificare il nostro supporto multilivello all’Ucraina: militare, finanziario, energetico, ricostruzione, adesione all’UE”.

Costa ha anche illustrato i principali “Elementi del contributo concreto dell’Unione europea”:

Supporto immediato all’esercito ucraino: – Fornitura di 2 milioni di proiettili di artiglieria di grosso calibro. – Componente militare del prestito G7/ERA (del valore di 18 miliardi di euro per l’UE), tenendo conto delle esigenze e delle capacità produttive ucraine. – Impegno degli Stati membri dall’inizio di quest’anno a fornire 17 miliardi di euro di supporto militare aggiuntivo all’Ucraina. – Rafforzamento del coordinamento tra gli Stati membri per garantire che ciò che forniamo corrisponda alle esigenze ucraine. Supporto a un esercito ucraino sostenibile e resiliente: – Garantire il supporto all’esercito ucraino a lungo termine come primo pilastro della garanzia di sicurezza dell’Ucraina. – Utilizzare le opportunità create dalle recenti decisioni del Consiglio europeo sulla difesa europea per supportare l’Ucraina. – Migliorare la cooperazione con l’industria della difesa ucraina attraverso il nuovo “Ukraine Support Instrument” e SAFE. – Lavori in corso sul rafforzamento della missione di addestramento militare dell’UE (EUMAM ha finora addestrato 75.000 soldati).

Da Parigi Costa illustra il contributo Ue a sostegno dell’Ucraina

Roma, 27 mar. (askanews) – E’ terminato a Parigi l’incontro sull’Ucraina dei cosidetti ‘volenteorosi’. Erano rappresentati 29 paesi, oltre all’UE e alla NATO. Tutti sono determinati a continuare a sostenere l’Ucraina finché non otterrà la pace duratura e giusta che merita.

L’incontro di oggi segue gli incontri a Jeddah e gli accordi lì raggiunti. I partecipanti rimangono dubbiosi sul fatto che la Russia implementerà il cessate il fuoco parziale annunciato.

Il presidente ucraino ha evidenziato le sue esigenze e aspettative più urgenti.

Il presidente del consiglio ue Costa, dal canto suo, ha ricordato che il modo migliore per sostenere l’Ucraina è rimanere coerenti con il nostro obiettivo di un cessate il fuoco completo e una pace duratura e giusta. Ciò significa mantenere la pressione sulla Russia attraverso sanzioni. Sarebbe un errore strategico cedere alla tentazione di un allentamento anticipato delle sanzioni.

“La pace attraverso la forza” rimane la strategia dell’UE ha spiegato Costa, e tale strategia richiede di “intensificare il nostro supporto multilivello all’Ucraina: militare, finanziario, energetico, ricostruzione, adesione all’UE”.

Costa ha anche illustrato i principali “Elementi del contributo concreto dell’Unione europea”:

Supporto immediato all’esercito ucraino: – Fornitura di 2 milioni di proiettili di artiglieria di grosso calibro. – Componente militare del prestito G7/ERA (del valore di 18 miliardi di euro per l’UE), tenendo conto delle esigenze e delle capacità produttive ucraine. – Impegno degli Stati membri dall’inizio di quest’anno a fornire 17 miliardi di euro di supporto militare aggiuntivo all’Ucraina. – Rafforzamento del coordinamento tra gli Stati membri per garantire che ciò che forniamo corrisponda alle esigenze ucraine.

Supporto a un esercito ucraino sostenibile e resiliente: – Garantire il supporto all’esercito ucraino a lungo termine come primo pilastro della garanzia di sicurezza dell’Ucraina. – Utilizzare le opportunità create dalle recenti decisioni del Consiglio europeo sulla difesa europea per supportare l’Ucraina. – Migliorare la cooperazione con l’industria della difesa ucraina attraverso il nuovo “Ukraine Support Instrument” e SAFE. – Lavori in corso sul rafforzamento della missione di addestramento militare dell’UE (EUMAM ha finora addestrato 75.000 soldati).

Per Carlo III e Camilla cerimonia in Parlamento il 9 aprile

Roma, 27 mar. (askanews) – Dopo la visita dei reali spagnoli, in aprile sarà la volta di Re Carlo III e della sua consorte, la Regina Camilla Shand. Il Parlamento si prepara ad accoglierli il 9 aprile con una cerimonia che si svolgerà a Montecitorio dinanzi alle Camere riunite. E’ quanto è emerso dalla conferenza dei capigruppo della Camera.

Sono previsti in apertura gli interventi del presidente della Camera Lorenzo Fontana e del presidente del Senato Ignazio La Russa. La cerimonia dovrebbe durare circa 25 minuti. Il question time, per l’occasione, slitterà alle 16,30.

All’IIC di Londra presentato "The Never Ending Empire" di Aldo Cazzullo

Roma, 27 mar. (askanews) – Da Giulio Cesare, “condottiero, politico, e – perché no – anche cronista”, alla testimonianza che l’Impero romano ha lasciato al mondo, con la inconfondibile impronta di una potenza a quel tempo globale e che tutti i potenti di ieri e di oggi tentano di imitare: è lo scenario che Aldo Cazzullo ha raccontato ad un pubblico entusiasta all’Istituto Italiano di Cultura di Londra. In conversazione con il direttore dell’Istituto di Belgrave Square Francesco Bongarrà, il vicedirettore del Corriere della Sera ha presentato la traduzione inglese (dal titolo “The Never Ending Empire”) del suo libro “Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero in­finito”. Un incontro intenso, che ha registrato una significativa presenza di pubblico locale – in sala c’era anche Stanley Johnson, ex eurodeputato e padre dell’ex premier Boris – e nel quale Cazzullo ha sottolineato che “in fondo l’Impero romano non è mai caduto”.

“Tutti gli imperi della storia si sono presentati come eredi degli antichi romani: l’Impero romano d’Oriente; il Sacro Romano Impero di Carlo Magno; Mosca, la terza Roma. E poi l’Impero napoleonico e quello britannico. I regimi fascista e nazista. L’impero americano e quello virtuale di Mark Zuckerberg, grande ammiratore di Augusto: il primo uomo a guidare una comunità multietnica di persone che non si conoscevano tra loro ma condividevano lingua, immagini, divinità, cultura”, spiega.

Insomma, sostiene con una teoria di storie ed esempi, “Roma vive”, ricostruendo con curiosità e rigore il mito dell’Impero partendo dai personaggi e dalle storie e arrivando alle idee e ai segni. A cominciare da quello che è stato il simbolo di tutti gli imperi del mondo, da Roma all’America: l’aquila.

Hsbc, lettere di licenziamento invece dei bonus all’investment banking

Roma, 27 mar. (askanews) – Lettere di licenziamento al posto dei bonus. E’ la brutta sorpresa che il gigante bancario anglo asiatico Hsbc ha riservato al personale della divisione investment banking nel Regno Unito. Lo riporta il Financial Times, citando fonti anonime secondo cui proprio nel giorno in cui avrebbero dovuto ricevere l’annuncio sulle grafiche annuali, gli addetti in questione si sono visti invece recapitare comunicazioni sul fatto che le loro posizioni venivano eliminate.

Al vicepresidente del ramo e ai livelli analoghi, peraltro, è stato riferito che non avrebbero ricevuto alcun bonus per l’anno fiscale 2024. “Un segnale del brutale approccio alla riduzione dei costi sotto la guida del nuovo amministratore delegato Georges Elhedery”, commenta il quotidiano finanziario.

L’eposodio risale a febbraio mentre a gennaio Hsbc aveva avvertito che intendeva chiudere le attività di consulenza su fusioni e acquisizioni e sui mercati dei capitali al di fuori di Asia e Medio Oriente. (fonte immagine: Hsbc).

Governo, Conte: Meloni festeggia, aumento in vista per i ministri?

Roma, 27 mar. (askanews) – “Poco fa Meloni ha fatto un video per festeggiare la durata del suo Governo. Dopo quello fatto a dicembre, vuole proporre un altro aumento di stipendio ai ministri per questo capolavoro?” Lo ha scritto su Facebook il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

“Non so in quale torre d’avorio viva la premier, ma penso – ha osservato l’ex premier – giri ormai poco per strada, tra i comuni cittadini. Scoprirebbe che non c’è nulla da festeggiare. Crolla il potere d’acquisto, non ci sono misure per gli stipendi bassi, c’è chi aspetta 22 mesi per un intervento chirurgico, mezzo milione di persone non riescono a comprare i farmaci, abbiamo il record di famiglie in povertà, bollette da capogiro e aiuti praticamente inesistenti, più burocrazia e nuovi obblighi e tasse per le imprese, la produzione industriale che crolla da 2 anni consecutivi e torna ai livelli Covid, riforme della giustizia che fanno scappare i criminali perché li avvertono prima dell’arresto, il fallimento da 1 miliardo in Albania, sottosegretari alla Giustizia condannati e ministri sotto accusa per truffa allo Stato durante la pandemia, l’Italia fuori dai tavoli che contano come quello dei negoziati sull’Ucraina mentre appoggia un folle Piano di Riarmo”.

“Il 5 aprile tutti in piazza. Fermiamoli”, ha concluso Conte.

L’Agenzia delle Entrate: oltre 1.200 miliardi sono difficilmente recuperabili

Roma, 27 mar. (askanews) – Il 40% del magazzino fiscale, pari al 31 gennaio 2025 a 1.279,8 miliardi di euro, “appaiono di difficile recuperabilità”. Lo ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, nel corso di un’audizione alla Commissione Finanze del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla gestione del magazzino fiscale.

“I crediti residui appaiono per circa il 40% del loro importo di difficile recuperabilità – ha spiegato Carbone – per le condizioni soggettive del contribuente (149 miliardi di euro sono dovuti da soggetti interessati da procedure concorsuali, 224,4 miliardi di euro da persone decedute e imprese cessate, 138,9 miliardi da soggetti che, in base ai dati presenti nell’Anagrafe Tributaria, risultano nullatenenti)”.

Banche, Buch (Bce): Risiko Italia? "Leggiamo giornali, interessante"

Roma, 27 mar. (askanews) – La vigilanza bancaria della Bce applica ai progetti di fusioni bancarie transfrontaliere in Europa gli stessi criteri che usa per valutare le aggregazioni su base nazionale e non pone alcun ostacolo in tal senso su queste operazioni. Lo ha ribadito la presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, Claudia Buch durante una audizione al Parlamento europeo. E interpellata sul “risiko” bancario nella Penisola ha replicato: “leggiamo i giornali e la situazione italiana è interessante. Ma tutto quello che dico in questa sede non va attribuito a casi specifici: posso non posso parlare delle singole banche”.

In generale, quindi, secondo Buch l’autorità di vigilanza ha “ruoli molto chiari su quello che deve fare nell’approvare le operazioni. Le regole dicono chiaramente che dobbiamo valutare le fusioni da un punto di vista prudenziale. Non siamo l’autorità sulla concorrenza, ma guardiamo come una fusione possa influenzare i criteri” chiave delle banche “quali siano le strutture di governance delle entità combinate. Ci atteniamo a questo mandato – ha proseguito – non abbiamo un mandato politico e non possiamo prendere decisioni politiche”.

“E guardiamo anche alle fusioni transnazionali su cui applichiamo gli stessi tipi di criteri per le fusioni nazionali. Nulla di quello che facciamo si frapporrebbe alle fusioni transfrontaliere. Questo – ha concluso – è importante anche nel contesto in cui queste discussioni possono avvenire”. (fonte immagine: European Parliament).

Borse europee giù: Milano -0,3%, dazi Trump affondano l’automotive

Milano, 27 mar. (askanews) – Le borse europee recuperano terreno a metà mattina, ma i principali listini restano in rosso dopo l’ondata di dazi annunciati nella notte da Donald Trump. Milano lascia sul terreno lo 0,45%, peggio per Francoforte che flette dello 0,95% e Londra -0,7%. Parigi lascia lo 0,6% e Amsterdam -0,3%, mentre Madrid limita le perdite allo 0,3%.

L’Euro Stoxx 50 segna -0,3%. Tra i titoli più pesanti d’Europa ci sono quelli dell’automotive, appesantiti proprio dai dazi statunitensi al 25% che scatteranno la prossima settimana. L’indice che racchiude titoli europei del settore perde il 2,61%, con Michelin (+0,72%) e Renault (+1%) i soli che navigano in territorio positivo. Tra i costruttori, perde terreno Stellantis -3,67%, non va meglio a Mercedes -3,32%, Porsche -3,2% e Bmw -2,16%. Volkswagen lascia l’1,95% mentre Ferrari limita le perdite all’1,09%.

E’ in corso a Parigi il vertice dei "volenterosi" sull’Ucraina

Parigi, 27 mar. (askanews) – In corso al Palazzo dell’Eliseo a Parigi il vertice dei “volenterosi” convocato dal presidente francese Emmanuel Macron. Al summit partecipano i rappresentanti di una trentina di Paesi.

Tra gli altri sono presenti il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il primo ministro britannico Keir Starmer, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il segretario generale della Nato Mark Rutte, il primo ministro polacco Donald Tusk, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier greco Kyriakos Mitsotakis, la danese Mette Frederiksen.

Tajani: per Ucraina forza interposizione solo con Onu, tutti coinvolti

Roma, 27 mar. (askanews) – “Certamente una parte importante delle persone sedute al tavolo comincia a prendere in considerazione l’idea che sia fondamentale avere la presenza dell’Onu, anche perché sarebbe frutto di una decisione del Consiglio di sicurezza in cui ci sono la Russia e la Cina e quindi se si arrivasse ad una forza di interposizione di qualsiasi tipo è giusto che siano coinvolti tutti, fermo restando che noi dobbiamo lavorare per la nostra sicurezza”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani uscendo dall’audizione in Parlamento tenuta con il collega della Difesa Guido Crosetto, rispondendo ad una domanda sul vertice di Parigi.

“Se si deve trattare di una garanzia del cessate il fuoco è indispensabile la presenza dell’Onu altrimenti diventa un’altra cosa, noi lo abbiamo detto sin dall’inizio che non invieremo militari italiani in altre missioni”, ha concluso.

Algeria, lo scrittore Boualem Sansal condannato a 5 anni di carcere

Roma, 27 mar. (askanews) – Lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal è stato condannato a 5 anni di carcere e al pagamento di una multa di un milione di dinari (circa 7.000 euro) dal tribunale penale di Dar El Beida ad Algeri. Il processo allo scrittore franco-algerino, detenuto in Algeria dal 16 novembre 2024, ha colto di sorpresa coloro che si aspettavano un’indagine più lunga.

Celebrata senza preavviso, la sentenza ha sorpreso sia per la riqualificazione dei fatti decisa dal giudice istruttore – che ha portato Boualem Sansal, 80 anni, a comparire non davanti a un tribunale penale, ma davanti a un tribunale penitenziario – sia per la brevità dell’udienza, durata circa venti minuti secondo il quotidiano in lingua araba Chorrouk.

Al termine dell’udienza, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a dieci anni di carcere e una multa di un milione di dinari (circa 7.000 euro).

Il verdetto, più clemente di quanto annunciato, conferma dunque lo scenario ottimistico già anticipato la scorsa settimana da diverse fonti vicine al caso.

Secondo loro, l’accelerazione della procedura suggerisce che le autorità algerine stiano cercando di chiudere il caso Sansal il più rapidamente possibile.

“C’è stata una forma di pacificazione”, ha dichiarato Mohamed Baghdadi, presidente dell’ordine degli avvocati di Algeri, suggerendo che l’esito di questo caso sarà deciso in base alla personalità dell’imputato. “È pur sempre un signore anziano, stanco, malato e senza precedenti penali. Sono elementi che contano nel contesto della procedura.”

Secondo un’altra fonte, questa condanna permetterebbe allo Stato algerino di “salvare la faccia, lasciando però la porta aperta a un’eventuale grazia presidenziale”, che potrebbe, secondo alcune previsioni, avvenire alla fine del Ramadan o il 5 luglio, in occasione della tradizionale grazia della Giornata dell’Indipendenza e della Gioventù. Tuttavia, poiché questa misura può essere applicata solo alle condanne definitive, la decisione di Boualem Sansal di non presentare ricorso sarebbe un’indicazione in tal senso.

Ha indubbiamente pesato molto sul verdetto anche il recente allentamento delle tensioni tra Parigi e Algeri, ottenuto grazie a contatti al più alto livello tra le due capitali, in particolare per organizzare il più rapidamente possibile una visita ad Algeri del ministro degli Affari esteri Jean-Noël Barrot.

Durante il processo, Boualem Sansal ha “negato totalmente” tutte le accuse mossegli dal giudice: attentato all’unità nazionale, insulto a un organismo costituito (l’esercito), attentato all’economia nazionale e possesso di video e pubblicazioni che minacciano la sicurezza e la stabilità nazionale.

Mentre in Francia una parte della classe politica ha manifestato a Parigi questa settimana per chiedere la liberazione dello scrittore, i media algerini hanno continuato a insistere sul fatto che i commenti di Boualem Sansal erano seri. Per il sito sovranista Algérie Patriotique, egli resta un “falso martire” che “non viene perseguitato per aver denunciato l’ingiustizia”, ma “glorificato per aver ridimensionato la colonizzazione”. Il quotidiano L’Expression ha ricordato che l’imputato ha negato di “aver minato la sicurezza dello Stato o di aver danneggiato l’Algeria”, “contrariamente” a quanto suggerivano “le sue dichiarazioni viste da milioni di algerini “. Salvate

Terrorismo, Mattarella ricorda Tarantelli: martire della democrazia

Milano, 27 mar. (askanews) – “Tarantelli venne scelto come bersaglio proprio perché raccordo tra società e Istituzioni, convinto com’era che nel confronto potesse scaturire una spinta a uno sviluppo migliore, rafforzando e non indebolendo la coesione sociale. Ezio Tarantelli – che si dedicava all’Università e agli studenti – è divenuto così martire della democrazia: nella memoria della Repubblica la sua testimonianza resta indelebile”. Lo ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Nel loro aberrante fanatismo ideologico, i brigatisti concepirono l’agguato mortale ai danni di una persona indifesa, a causa delle sue idee e del contributo che stava fornendo alle scelte del Paese.

Dunque, “a quarant’anni dal vile assassinio, la Repubblica ricorda il Professor Ezio Tarantelli, intellettuale fine e appassionato, uomo aperto al confronto, convinto sostenitore di politiche economiche orientate alla giustizia sociale e allo sviluppo dell’occupazione. In questo giorno di ricorrenza, desidero esprimere i sensi della più intensa partecipazione e vicinanza ai familiari, a chi gli era amico, a quanti meritoriamente continuano a valorizzarne l’eredità di studio e di pensiero”.

Meloni: premierato fondamentale, avanti determinati

Parigi, 27 mar. (askanews) – “La riforma del premierato che procede in Parlamento è fondamentale per l’Italia: restituisce ai cittadini il pieno potere di scegliere da chi vogliono essere governati e garantisce che chi viene scelto abbia il tempo necessario per realizzare il mandato che ha ricevuto. Così sarà finalmente possibile dare continuità alle strategie di lungo periodo e costruire un’Italia più forte, autorevole e competitiva. Non è una riforma che facciamo per questo governo ma per i governi che verranno perché un’Italia più solida ha bisogno di istituzioni stabili e di governi che possano lavorare con il tempo e la forza necessaria a dare risposte concrete”. Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video postato sui social, in cui celebra l’ingresso del suo esecutivo nella lista dei cinque governi più ‘longevi’.

Il video è stato registrato a Palazzo Chigi, nella sala in cui sono esposte le foto dei presidenti del Consiglio. “Pochissimi – sottolinea – sono rimasti al governo per oltre due anni e nessuno è arrivato alla fine della legislatura con lo stesso governo. Significa che in Italia i governi si sono succeduti senza avere il tempo di portare avanti una qualsiasi strategia definita o concreta e l’Italia lo ha pagato perché la stabilità è fondamentale per dare alla nazione una visione, un’autorevolezza, una centralità internazionale, una politica che costruisca per il futuro invece che limitarsi ad accaparrare consenso facile nel presente”.

“Noi – conclude – andremo avanti con serietà e determinazione perché è quello che gli italiani ci chiedono e meritano. E grazie a tutti per la fiducia e il supporto”.

Tennis, Zverev battuto: Sinner sempre più n.1

Roma, 27 mar. (askanews) – Si ferma agli ottavi di finale il percorso di Sascha Zverev nel Masters 1000 di Miami. Il tedesco ha perso contro il francese Arthur Fils con il punteggio di 6-3, 3-6, 4-6. Ai quarti di finale, Fils affronterà il ceco Jakub Mensik. Per Zverev, con questa sconfitta, la possibilità di superare Sinner si fa sempre più dura. Dopo la sconfitta agli ottavi a Miami, si complicano le possibilità per Sascha Zverev di superare Jannik Sinner prima del suo rientro a Roma. Il tedesco potrebbe diventare n°1 alla vigilia degli Internazionali d’Italia qualora vincesse Monte-Carlo, Madrid e Monaco. L’azzurro è sempre più vicino, dunque, alla conferma del n°1 al mondo dopo la sospensione per il caso clostebol.

Tennis, non si gioca di notte: rinviata Djokovic-Korda

Roma, 27 mar. (askanews) – Il match di quarti di finale tra Novak Djokovic e Sebastian Korda è stato cancellato e posticipato a giovedì 27 marzo. Il motivo? E’ stata applicata la norma Atp che impedisce di cominciare una partita oltre le ore 23. Nole e l’americano avrebbero dovuto sfidarsi ‘non oltre’ le 20.30 locali, ma i quattro match precedenti sono andati per le lunghe. I due giocatori così hanno lasciato l’Hard Rock Stadium e vi torneranno giovedì, con il match previsto come terzo sul Centrale dalle ore 13 locali. Questa la nota dell’Atp sul proprio sito: Come ha comunicato ufficialmente l’Atp sul proprio sito “In conformità con le regole ATP che non consentono che una partita vada in campo dopo le 23:00, l’incontro tra Djokovic e Korda sarà ora il terzo incontro dalle 13:00 ora locale di Miami”. La regola era stata introdotta dopo il caso Sinner a Parigi Bercy 2023, con l’azzurro che aveva terminato il proprio match alle 2.25 di notte ed era stato costretto al ritiro il giorno dopo, non disputando così la partita con De Minaur di ottavi di finale.

Bce: poche fusioni transfrontaliere di banche Ue ma dinamiche attive

Roma, 27 mar. (askanews) – La vigilanza bancaria della Bce rileva “dinamiche attive di consolidamento” tra le banche in Europa, ma nel suo rapporto annuale avverte che nel 2024 “il numero di operazioni di consolidamento transfrontaliero è rimasto esiguo”.

Questo, appunto, “nonostante siano emerse dinamiche attive di consolidamento e trasformazione”. Un possibile riferimento indiretto anche alle mosse di UniCredit sulla tedesca Commerzbank, operazione che nello studio non viene comunque menzionata.

Sempre nel 2024 il numero di banche più piccole (Lsi o “enti meno significativi”) ha continuato a ridursi, dice ancora la Bce, principalmente a seguito di fusioni, sebbene siano state concesse alcune autorizzazioni all’esercizio dell’attività a nuove società fintech. Il 77 per cento del totale degli Lsi europei ha sede in Germania e Austria. La maggior parte delle variazioni strutturali in tale settore nel 2024 è connessa alle fusioni di 43 enti, prevalentemente con sede in Germania.

Bce, Buch: concentrati su solidità banche e stabilità finanziaria

Roma, 27 mar. (askanews) – Sicurezza e la solidità delle banche vigilate e stabilità del sistema finanziario. Sono i due elementi chiave di impegno istituzionale citati dalla presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, Claudia Buch, nel suo editoriale al rapporto annuale. “Accanto agli sforzi di vigilanza, un solido quadro normativo, orientato alla resilienza, è fondamentale per preservare la stabilità”, aggiunge.

Secondo Buch servono progressi legislativi sulla gestione delle crisi e sulla tutela dei depositi, per consentire gestire in modo più efficace i fallimenti bancari e proteggere i correntisti.

In una sorta di lista di propositi l’eponente della Bce, che a breve si recherà ad una audizione, cita la necessità di “completare l’unione bancaria e fare ulteriori passi avanti verso un’unione dei mercati dei capitali: priorità fondamentali per rafforzare la resilienza e l’integrazione del sistema finanziario europeo”. (fonte immagine: European Central Bank).

Yanagi in Pirelli HangarBicocca, arte che somiglia a una speranza

Milano, 27 mar. (askanews) – Il caos e la quiete; la distruzione e la ricomposizione; l’inferno e il cielo. Attraversare la mostra “Icarus” dell’artista giapponese Yukinori Yanagi, ospitata nelle Navate di Pirelli HangarBicocca a Milano, un’esperienza che genera di continuo sensazioni opposte, apparentemente inconciliabili, eppure armonizzate dalla grande consapevolezza dei lavori. Ci sono esplosioni nucleari e grandi neon, c’ l’evocazione pop di Godzilla e ci sono spazi di pura poesia, ci sono le formiche, che si muovono attraverso le bandiere di sabbia in un’opera famosa presentata alla Biennale di Venezia. E ovviamente c’ il pensiero di Yanagi.

“L’essere umano – ci ha detto l’artista – ha un cervello pi sviluppato rispetto alle formiche e questo fa s che sia sempre in uno stato di cambiamento. Il problema che a volte questo costante stato di cambiamento crea delle contraddizioni, ma da queste contraddizioni nasce la speranza, che ci che ci porta ad andare avanti”.

La speranza, una parola decisiva se si vuole provare a “essere” realmente nella mostra, che uno spazio di continua incertezza, e quindi di possibilit, memore del passato spesso tragico, ma aperto a una riconsiderazione dell’idea di futuro. Il progetto curato da Vicente Todol insieme a Fiammetta Griccioli. ” un’artista che lavora con diversi media – ha spiegato ad askanews la co-curatrice – dalla scultura all’installazione al disegno e che sa combinare opere su una scala maggiore, architettonica possiamo dire, con gesti pi intimi come disegni che seguono le tracce delle formiche e ha questa capacit unica di relazionarsi allo spazio architettonico, a spazi postindustriali come quelli di HangarBicocca”.

Tra le tante opere che catturano attenzione ed emozioni spicca, a nostro avviso, quella che d il titolo all mostra. “Icarus – ha aggiunto Griccioli – fa riferimento al mito greco di Icaro, che per l’artista diventa una metafora sull’arroganza umana, sull’eccessiva confidenza nella tecnologia, nella modernizzazione, quindi quasi un monito”.

Dentro i container, simbolo tangibile di una globalizzazione selvaggia, il visitatore vive una vera e propria sospensione del tempo. Come Icaro ci si pu avvicinare al sole, ma i corridoi bui ed incerti, con i loro specchi e i versi di Mishima, sono anche una strada verso l’altro e, pur nella totale orizzontalit del lavoro, anche verso l’alto, verso il cielo. Quello stesso che Icaro attravers cercando la sua forma di felicit. un lavoro importante, che ricorda, come intensit, le cose migliori viste in Hangar negli anni, e possiamo citare Juan Munoz, Mike Kelley o Carsten Holler, per intenderci.

“Io desidero che l’arte – ha concluso Yukinori Yanagi – sia una forma di salvezza, perch alla fine ci permette di entrare in contatto con l’altro, con le altre persone. E l’immaginazione ci permette di creare delle storie che possono permetterci di raggiungere sia chi non c’ pi, sia chi verr in futuro”. E proprio il futuro diventa possibile qui dentro, anche sotto una bomba nucleare mai esplosa, che ci fa da monito, certo, ma nel contempo offre uno spazio di possibilit reale.

Indietro non si torna, gli europei devono guardare avanti

Febbraio 2014, Victoria Nuland, stratega della politica estera Usa già ai tempi di Bill Clinton, plenipotenziaria di Obama in Ucraina, al telefono: “Fuck the European Union”. Marzo 2025, James David Vance, vice di Trump: “Non mi piace l’idea di salvare di nuovo l’Europa”. Sono passati 11 anni, sono cambiate le amministrazioni, ma pare che gli amici di oltreoceano percepiscano l’Ue come una sorta di figlioccia sregolata e inaffidabile, inutile, pericolosa e dannosa. 

Prendiamone atto. Dopo decenni di cooperazione, i rapporti sono cambiati, il mondo multipolare pone sfide nuove e per l’Europa è arrivato il tempo di crescere. È come nella vita: serve mettere da parte ogni indugio e crescere, indietro non si torna. Servono una identità chiara e alcune consapevolezze: l’identità europea non è un’astrazione culturale. Quando i Popolari europei fanno riferimento alle radici cristiane dell’Europa, il focus non è sulla vita di Cristo oltre 2000 anni fa, ma sull’incommensurabile bagaglio di conoscenze e capacità, innovazioni e slanci valoriali, geopolitici e culturali promossi da chi si rifaceva all’identità cristiana. Insomma, le fondamenta dell’Europa come la conosciamo oggi. 

I monaci benedettini che, nel Medioevo, trasmettevano la conoscenza copiando e abbellendo i testi disponibili, e Aldo Moro e il programma Tv “Non è mai troppo tardi” nell’Italia degli anni ‘50, sono legati dal fil rouge della condivisone di valori e conoscenze e dalla loro trasmissione alle generazioni presenti e future.

Per questo, nel mondo della globalizzazione mal realizzata, dei social e della disinformazione, per ricostruire l’identità europea sono quanto mai necessarie occasioni di incontro, confronto e informazione. In questo senso, chiunque metta intorno a un tavolo una pluralità di attori fa un servizio non al proprio partito, alla propria corrente o associazione culturale, ma lavora – spesso gratuitamente – per la nostra Europa. Come più volte ricordato in questa sede e per una volta ancora, è utile prendere come riferimento la Polonia degli anni ’80, nella fattispecie gli attivisti del sindacato cattolico Solidarność. Erano iscritti del primo sindacato indipendente, rappresentante di generazioni di operai e lavoratori che, dagli anni ‘50, lavoravano, spesso a costo della libertà personale, per creare un’alternativa alla dittatura comunista. Insieme alla Conferenza episcopale polacca dell’epoca, costruivano giorno dopo giorno un’alternativa, nel nome dei valori cattolici, avendo bene in mente la necessità di creare un futuro diverso e migliore. 

Tra il 1981 e il 1989, in Polonia, migliaia di volontari (docenti universitari e non, scienziati, artisti, sacerdoti, etc…) hanno dato vita al pellegrinaggio verso il santuario della Madonna Nera di Częstochowa. Dopo un giorno di marcia i pellegrini usufruivano di lezioni di formazione politica, letture di testi sociologici e antropologici, gratuitamente fornite dagli attivisti di Solidarność. Le loro azioni hanno fatto crollare il Muro di Berlino e costruito un’alternativa democratica per tutta l’Europa centrorientale. 

Oggi, come allora, il lavoro, la fatica, le qualità di chi lavora nel nome di valori che hanno radici antiche ma sono quanto mai attuali, costituiscono la chiave per un avvenire migliore per l’Ue e, soprattutto, per gli europei del futuro. Solo i veri Popolari sanno come adempiere a questo ruolo e a questa generazione di Popolari europei sono richiesti, come sempre in tempi di crisi, generosità, visione e senso di responsabilità.

L’America è figlia dell’Europa, se lo rinnega spezza se stessa

L’America è figlia dell’Europa, e cosi quando gli stretti collaboratori di Trump colti con le parole nel sacco di una chat definiscono “parassiti” gli europei, rinnegano la loro genesi. E del resto lei Presidente Donald Trump a chi è figlio? Non è forse originario di una famiglia tedesca? Insomma è figlio di immigrati come altri Presidenti degli Usa. E tal Amerigo Vespucci, navigatore ed esploratore, stando agli annali storici non fu lo scopritore del Nuovo Mondo, che poi in suo onore fu chiamato America? 

Senza andare a consultare l’enciclopedia Treccani, basta Wikipedia per ricordarci che: “…Gli Stati Uniti d’America ebbero origine dalle tredici colonie britanniche situate lungo la costa atlantica. Le controversie tra la Gran Bretagna e le colonie sfociarono in un conflitto: il 4 luglio 1776 i delegati delle tredici colonie redassero e approvarono all’unanimità la dichiarazione di indipendenza, che diede ufficialmente vita a un nuovo Stato federale. La guerra d’indipendenza americana, conclusasi con il riconoscimento dell’indipendenza degli Stati Uniti dal Regno di Gran Bretagna, è stata la prima guerra per l’indipendenza da una potenza coloniale europea. Nel corso del XIX secolo gli Stati Uniti acquisirono nuovi territori da Francia, Spagna, Regno Unito, Messico e Impero russo”. 

La statua della Libertà, divenuta simbolo mondiale della libertà e accoglienza di miseri e oppressi, fu donata dalla Francia agli Stati Uniti in segno di amicizia per il centenario della dichiarazione di indipendenza statunitense dal Regno Unito. Da allora si trova su un’isola di fronte a New York: Liberty Island. Recentemente Raphaël Glucksmann (segretario del partito di centrosinistra francese Place publique) ha chiesto provocatoriamente di restituirla alla Francia sostenendo che le politiche del presidente Donald Trump vanno contro agli ideali di libertà rappresentati dal monumento. Il Canada, che Trump vorrebbe acquisire come 51° stato americano, ha una genesi analoga. 

Wikipedia: “Il suo territorio fu colonizzato da Francia e Gran Bretagna a inizio XVII secolo. I francesi persero in seguito i loro territori progressivamente a favore dell’Impero britannico: il 1º luglio 1867 nacque la federazione canadese con l’unione delle tre colonie del Nord America Britannico di Nuova Scozia, Nuovo Brunswick e Canada, che in seguito divennero quattro per la scissione della provincia del Canada in Ontario e Québec. Nel corso del tempo si aggiunsero più province, che avrebbero poi formato l’odierno Stato nordamericano. Costituitosi in Stato unitario il 1º luglio 1867 come Confederazione canadese per iniziativa della Corona britannica, divenne formalmente coeguale con il Regno Unito l’11 dicembre 1931. Il Canada è uno Stato membro del Commonwealth britannico, del quale è uno dei quindici reami: di conseguenza, benché indipendente ha come capo di Stato il sovrano del Regno Unito”, oggi Re Carlo III il quale, si dice, con il consueto humor avrebbe invitato l’America a entrare nel Commonwealth. 

È quindi ovvio che l’Unione Europea, nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale da paesi liberati dal giogo nazifascista soprattutto grazie all’intervento degli Usa, non è nata per fregare la figlia America come ha improvvidamente sostenuto Trump. Il primo ministro polacco e presidente di turno Ue Donald Tusk ha risposto al presidente Usa Donald Trump: “L’Ue non è stata creata per fregare nessuno. Al contrario. È stata creata per mantenere la pace, per costruire rispetto tra le nostre nazioni, per creare un commercio libero ed equo e per rafforzare la nostra amicizia transatlantica. Semplicemente così”.

Insomma, paradossalmente, sarebbe forse più sostenibile che, invece di staccarsi, gli Usa aderiscano agli Stati Uniti d’Europa in fieri. Gli Usa sono un melting pot che è poi divenuto la sua forza. Tra Europa e America quindi vi sono antichi e profondi legami di sangue, storie, culture e relazioni umane difficili da scindere senza spezzare il cuore americano e la sua potenza.

Europa, ritorno al futuro o corsa verso il baratro?

Il processo di ridefinizione degli equilibri globali sembra esser giunto in uno stadio nel quale l’alone di ambiguità che solitamente circonda le posizioni politiche espresse da organizzazioni internazionali, stati, partiti e soggetti a vario titolo influenti, richiede di essere il più possibile ridotto o eliminato. La situazione di crisi, o di assenza, di fiducia impone a ciascuna parte di esprimere con chiarezza la propria strategia per ridurre il grado di reciproca diffidenza, che è l’ambiente ideale per la gestastazione di grandi guerre.

Ecco, allora, che vi sono delle domande che i soggetti politici, a ogni livello, e a ogni latitudine del globo, non possono lasciare senza risposta, se non vogliono esser complici di sviluppi avventurosi. Per l’Occidente tali domande sono essenzialmente quattro.

L’unilateralismo è davvero finito, quindi nulla osta più al multilateralismo? Cosa sono e cosa vogliono i Brics? Cosa vuole la Russia? Qual è la strategia dell’Unione Europea?

Al di là del cinema quotidiano inscenato dall’Amministrazione Trump, vi è in sostanza il ritorno postumo di Kissinger al potere. Negli Usa ha prevalso la fazione “realista” e indipendentista, ha perso la fazione, trasversale ai due partiti, “unipolarista” e “lealista”, lealista soprattutto alla secolare architettura finanziaria londinese. Cosicché l’Occidente appare diviso. Gli Stati Uniti accettano nei fatti il nuovo assetto globale multilaterale, che implica, tra le altre cose, la rinuncia a infliggere una sconfitta strategica alla Russia alla quale vengono anzi, aperte le porte per l’integrazione nell’Occidente, a cui peraltro la Russia appartiene per cultura, storia, geografia.

Nel contempo il Regno Unito si arrocca nella difesa strenua dell’unipolarismo e assume nei fatti, pur da Stato esterno, e per quanto  paradossale possa sembrare dopo la Brexit, la guida politica dell’Unione Europea, per tramite della Francia, potendo ancora contare, ottant’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, sulla subordinazione (senza alternative, almeno per ora) della Germania. Qui sta la genesi della situazione surreale venutasi a creare dopo il ritorno di Trump, che vede gli Stati Uniti virare verso una soluzione diplomatica per l’Ucraina e l’Ue attestata sulla continuazione della guerra. E che permette, di nuovo (!), ai poteri finanziari d’Oltremanica di puntare sul riarmo tedesco, in una duplice funzione, antirussa e nel contempo di complessivo indebolimento attraverso la distruzione bellica, dell’Europa continentale nel suo complesso, Est e Ovest.

Questa divisione all’interno dell’Occidente appare ancora più seria alla luce di ciò che effettivamente sono e vogliono i Paesi organizzati nel Coordinamento Brics. Infatti, la più importante associazione di Stati dopo il G20, non ha mai manifestato intenti sovversivi, meno che mai bellicosi, rispetto all’ordine internazionale ma ha espresso e continua a esprimere, un approccio propositivo volto alla riforma, al miglioramento e all’aggiornamento del sistema delle istituzioni globali, a iniziare da quelle finanziarie.

E a ben vedere non fa eccezione neanche la Russia, rea di una grave e palese violazione del diritto internazionale con l’invasione dell’Ucraina. Mosca sta tentando di prendersi con la forza, sbagliando, ciò che in passato è stato oggetto di destabilizzazione e di illegale cambiamento di regime da parte dell’Occidente, che ha sbagliato a sua volta. Non se ne esce se non con il ritorno alla diplomazia, in un contesto caratterizzato dalla accettazione di tutte le parti del multilateralismo.

L’Unione Europea, divenuta dopo la rielezione di Trump, a trazione anglo-francese, si sta ponendo da sola fuori dai giochi, come è emerso anche la settimana scorsa dai lavori del Raisina Dialogue 2025, la Conferenza di Monaco, dell’Asia indopacifica. La narrazione della presidente della Commissione von der Leyen stride talora con lo spirito dei padri fondatori dell’Europa. Da un’Europa da costruire per rendere impossibile la guerra anche creando una difesa comune sovrastatale, a un’Europa che si prepara, mettendola quasi in agenda, alla guerra negli anni futuri. Da un’Europa che già agli inizi degli anni cinquanta tentava di darsi una difesa comune a un’Europa che, avventatamente, permette, e incoraggia il riarmo nazionale tedesco.

Questa situazione di grande ambiguità, qui sbrigativamente ricapitolata, si ripercuote nella politica italiana. Anche a questo livello occorre un’operazione di disambiguazione politica. Soprattutto al centro. Perché la visione espressa, per esempio, da Calenda o da Più Europa (a differenza della linea molto equilibrata tenuta dal ministro degli Esteri Tajani), difficilmente appare componibile con il progetto di una Ue che si attrezza a diventare protagonista in un contesto globale caratterizzato dal multipolarismo. Il popolarismo, l’eredità della politica estera democristiana, De Gasperi, Moro e Andreotti, sono altra cosa. Ce lo ricorda, ad esempio, Lucio D’Ubaldo quando, in una recente intervista, ha parlato della necessità di un “globalismo plurale”, un concetto che appare adeguato alla gestione pacifica e inclusiva delle dinamiche del mondo attuale, ma che richiede una conversione alla visione multilaterale, dell’intero Occidente prima che, come sempre accade nella storia nelle situazioni simili a quella attuale, la brutalità dei fatti possa prendere definitivamente il sopravvento sulla ragione e sulle buone intenzioni.

Trump, Vance e l’Europa scroccona

A causa di un grossolano errore, informazioni “classificate” del Governo USA su azioni di guerra in Yemen, scambiate sulla piattaforma Signal, sono finite anche al Direttore della rivista The Atlantic. Ne è venuto fuori che il Vice Presidente Vance ha detto come “odia salvare l’Europa”.

Nello scambio di battute con Hegseth, il segretario della Difesa ne è venuto fuori il ritratto di un Europa “patetica.” Trump, a commento dell’episodio, ha detto che gli Europei sono dei parassiti e che il Direttore del giornale è un farabutto. Siamo di fronte ad un frasario ruvido e di tutta franchezza verso il vecchio Continente. 

Nel film “Questa specie d’amore” una coppia in crisi cede al tradimento. Solo con l’intervento del padre di lui ritroveranno intesa e morale d’un tempo. Il sentimento che ha unito Usa ed Europa è svaporato fino ad arrivare, almeno da una parte, alla detestazione. Forse un giorno un padre della patria interverrà a riportare la ragionevolezza ed un antico afflato tra le due terre, ma per adesso le cose sono così.

Trump ha girato le spalle a quella che fu la genitrice dei pellegrini che sbarcarono secoli addietro oltre oceano per dare vita al paese più forte al mondo. Sull’accaduto ha sostanzialmente fatto spallucce. Non ha fatto ricorso a frasari diplomatici per addolcire le parole, anzi rimarcandole. Ha dato una spallata a quel poco che ancora restava in piedi di buona considerazione verso una madre annebbiata ed affannata ma non priva di sapienza storica.

Sembra che adesso Trump voglia disarcionarsi di dosso la storica alleata e far correre libero e leggero il mustang americano senza traini ad infiacchirlo. Non a caso “mustang” si riferisce ad una razza di cavallo che non ha padrone, dal carattere selvaggio e che non risponde a nessuno se non a se stesso. Mustang è per definizione “l’animale che si allontana” e quella degli Usa è per certo una presa di distanza dalla cara vecchia Europa.

Sin dalla sua origine l’Europa è sempre stata fucina di guerre interne e di conquista del mondo. Su questo ha dato lezione all’umanità fino al momento attuale. Oggi, invece, ha perso smalto. Non ha più voglia di menare le mani. È demograficamente malconcia ed i soldi che in tasca preferisce spenderli per una migliore qualità di una vita che investirla in armi. Su questo, a vederla in positivo, potrebbe rappresentare uno stadio evolutivo, che paga essere andata troppo avanti rispetto ad uno scenario che urla ancora il piacere e la necessità di conflitti e di sangue.

Putin e Trump hanno dato una spallata decisa agli equilibri in corso per rimescolare le carte e fare una nuova partita di gioco. Sull’Europa, che non c’è, aleggiano instancabili sparvieri in attesa di sfinirne quel poco che la tiene in piedi. In caccia si attacca sempre la preda più debole. Si è cominciato con l’Ucraina e quando si avrà nuova fame forse si continuerà, puntando sulla disunione del branco.

Eppure messe le cose in questo modo versiamo in errore. La realtà dice altro e che, malgrado le apparenze, stiamo cadendo in un gigantesco equivoco. Il fatto va letto invece con compiacimento. Ci sarebbe, infatti, tutto da rallegrarsi per la targa di pateticità assegnata positivamente all’Europa. 

Ci sarà stata senz’altro una forbita suggestione riferita all’ascolto della splendida “Patetica” di Beethoven per cui il termine va inteso non come commiserazione e disprezzo ma al contrario secondo lo spirito di Schiller. Così, “il patetico è la vera essenza del sublime e solo mediante la rappresentazione della natura sofferente si raggiunge il sublime”. A tradurla in volgare, solo attraverso il rantolo europeo si può gustare la sublimazione dei paesi che ne sono compromessi.

Sono sempre i nostri pregiudizi a vedere nero lì dove è il bianco. Anche il parassita è un titolo di merito da non trascurare. Infatti, da principio, ai tempi di Atene, i parassiti erano funzionari addetti al culto di divinità a cui spettava dividersi la vittima sacrificale. Gente, insomma, d’appetito e con un rango di tutto riguardo.

Solo successivamente, al tempo del teatro dei Romani, sembra siano stati trasformati in personaggi addetto a provocare la risata, ingordi furbacchioni che si muovono alle spalle di ignari padroni. A farla breve, sono degli scrocconi.

Stupidi noi a non capire che “patetici e parassiti” sono dei complimenti, appena camuffati per non arrossire per l’elogio attestato. Sembra che l’Europa debba allora ravvedersi, finire di bearsi nella sua bellezza di arte ed eleganza e tornare ad allenarsi per far scrocchiare le nocche delle proprie mani pronta a stendere l’eventuale avversario. È una triste prospettiva, il prezzo da scontare per essersi spinti troppo avanti in un modello di civiltà che non contempla sangue e pallottole. Più che un ritorno al futuro si tratterà di andare indietro nel futuro e possibilmente tentare di restarci. Sarebbe solo un sogno.

Macron: altri 2 miliardi per Kiev

Roma, 26 mar. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito oggi il sostegno dell’Europa all’Ucraina e ha riconosciuto l’impegno per il cessate il fuoco del presidente Usa Donald Trump, incontrando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

“L’aggressività della Russia impatta molto direttamente sulla nostra sicurezza in Europa. Siamo in una fase decisiva per porre fine a questa guerra d’aggressione. Voglio riconoscere gli sforzi del presidente Trump” in favore di un cessate il fuoco, ha detto Macron.

Macron ha annunciato altri due miliardi di euro a favore di Kiev: “Abbiamo predisposto un aiuto supplementare con missili terra-aria Mistral, carri AMX-10 RC e munizioni”.

Il presidente francese ha inoltre sostenuto la creazione di forze europee capaci di dissuadere qualsiasi nuova aggressione russa. “L’obiettivo è mantenere l’Ucraina sul suo terreno. La Francia proseguirà il suo impegno, in concerto con i partner europei e gli alleati”, ha detto. “C’è – ha aggiunto – un solo aggressore, la Russia, e un solo resistente: voi”.

A Roma la quarta edizione dell’Healthcare Innovation Forum

Roma, 26 mar. (askanews) – L’analisi dei cambiamenti nel settore healthcare al centro della 4 Edizione dell’Healthcare Innovation Forum a Roma. Un’edizione che ha esplorato il settore sanitario attraverso una prospettiva politico-sociale, con un’attenzione particolare alle sinergie tra innovazione tecnologica e intelligenza artificiale. L’evento stato organizzato da CORE con il coordinamento scientifico di Giuseppe Navanteri, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Clinica e ICT presso l’IFO Istituto Nazionale Tumori Regina Elena-Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma.

“Cercher di concentrare tutta una serie di necessit in tre grandi insiemi fondamentali. Il primo sicuramente quello di programmare. Programmare, l’abbiamo detto gi durante i vari panel, necessario farlo partendo dalle SIS, analizzando quelli che sono i processi e cercando di reinventarli rispetto a quello che quindi l’esigenza, la nuova esigenza. Passiamo quindi al secondo pilastro principale che diventa lo strumento con cui si trasforma il processo. Quale quindi la distruzione creatrice? Questa distruzione creatrice che deve essere considerata come sinonimo dell’operation management. Il terzo pilastro quello del misurare, e qui entra in gioco ovviamente la parte del digital. Come si misura? Si misura attraverso una digitalizzazione di tutto il processo che permette quindi l’ingresso di dati. I dati riescono a trasformarsi a quel punto in informazioni”.

Diversi i panel della giornata, dall’evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale come volano per lo sviluppo economico, alla sostenibilit nei sistemi sanitari ed i nuovi strumenti per l’evoluzione dei processi sanitari italiani. poi intervenuto Francesco Zaffini, Presidente Commissione Affari sociali, sanit, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Senato della Repubblica:

“Il privato porta migliore organizzazione dell’erogazione delle prestazioni, porta qualit, porta capillarit sul territorio nazionale e porta anche quantit di prestazioni erogate. Il 40% circa dei due milioni di prestazioni che eroga il nostro servizio sanitario nazionale lo eroga il privato convenzionato”.

Infine intervenuto Guido Quintino Liris, Epidemiologo e Membro della Commissione Programmazione Economica e Bilancio, Senato della Repubblica Italiana:

“Alcuni delle delle conoscenze che abbiamo a disposizione, il flusso dei dati in particolar modo che i medici di medicina in generale e gli specialisti ambulatoriali gestiscono, portano addirittura una capacit mediante anche l’intelligenza artificiale; si tratta di un’altra sfida, ovvero costruire una medicina predittiva, personalizzata nei confronti di un paziente di cui sappiamo tutto in termini fisici, rivolti alla persona, ma anche del contesto familiare”.

Un evento che si confermato come un appuntamento imprescindibile per tutti gli attori del settore sanitario, offrendo una piattaforma di confronto e riflessione sulle sfide e le opportunit della sanit del futuro.

Tregua fragile Meloni-Salvini, la premier a Parigi con il "no" alle truppe senza Onu

Parigi, 26 mar. (askanews) – L’Italia lavora per arrivare a “garanzie di sicurezza solide ed efficaci”, ma nel contesto della Nato e senza “alcuna partecipazione” a una eventuale forza militare sul terreno, almeno senza il cappello dell’Onu. E’ questa la linea che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ribadirà domani al vertice dei “volenterosi” convocato a Parigi da Emmanuel Macron che oggi pomeriggio ha già accolto all’Eliseo, per una cena di lavoro, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Una linea scaturita dopo un vertice “ibrido” (il ministro degli Esteri Antonio Tajani era fuori Roma) che ha visto riuniti oltre alla premier il vicepremier Matteo Salvini e il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Proprio la “diplomazia parallela” del leghista (tra la telefonata con J.D. Vance e dichiarazioni contro la difesa europea) nei giorni scorsi avevano infastidito tanto Palazzo Chigi quanto la Farnesina ed era ben difficile continuare a far finta di nulla. Per questo, secondo quanto riferito, nel corso della riunione di stamani Meloni avrebbe chiesto a Salvini di abbassare i toni e limitare le iniziative personali in politica estera – che, ha ribadito, è materia che compete a lei e al ministro degli Esteri – sia per non dare ai cittadini l’immagine di un esecutivo diviso, sia per non indebolire l’Italia ai tavoli internazionali, a partire da quello di domani. Alla fine, per restare a un gergo militare e diplomatico, quello che emerge dalla lettura tra le righe del comunicato finale e da indiscrezioni, è che al tavolo di Palazzo Chigi non è stata firmata una pace, al massimo un cessate il fuoco, più plausibilmente una tregua. Che potrebbe saltare già con la calendarizzazione, domani da parte della Conferenza dei Capigruppoo della Camera, delle mozioni sul ‘ReArm Europe’. Al momento ci sono quella di Azione (favorevole) e quelle contrarie di Avs e M5s, che mandano in frantumi l’opposizione e spiazzano il Pd. Ma he obbligano anche la maggioranza a prendere posizione. Che farà il centrodestra? Riuscirà a presentare un proprio documento unitarua con la Lega fortemente contraria al piano von der Leyen? O rinuncerà a presentare una propria posizione al voto del Parlamento? Dovendo comunque i gruppi prendere posizione su quelle altrui: Salvini voterà sì o no al no di Conte al piano von der Leyen? E Meloni Lupi e Tajani come voteranno sul sì’ di Calenda?

Intanto la premier, dopo una breve visita ad ‘Agricoltura E”, parte già stasera per Parigi. Al centro dell’incontro dell’Eliseo ci sarà la costituzione, sotto la guida di Francia e Regno Unito, di una missione militare della cosiddetta “Coalizione dei volenterosi” (un gruppo di trenta Paesi, non solo europei) da inviare in Ucraina per garantire il rispetto di un’eventuale tregua. Un’ipotesi sul tavolo prevedrebbe un impianto a quattro linee: la prima di caschi blu dell’Onu di Paesi non europei in un’area smilitarizzata al confine con la Russia; la seconda di soldati ucraini; la terza di forze militari europee e di altri “volenterosi”; la quarta, come backstop fuori dai confini ucraini, coperta dagli Usa. Un impianto tutto da costruire e complicato dal necessario passaggio al Palazzo di Vetro (dove Russia e Cina siedono nel Consiglio di sicurezza) e dalle intenzioni di Donald Trump, che al momento sul progetto Macron-Starmer non si è pronunciato né tantomeno ha dato il via libera.

In questo piano si inserisce la posizione italiana. Meloni – che procede in difficile equilibrio tra la fedeltà all’Ue e la vicinanza a Trump – ha vissuto con fastidio il protagonismo di Macron e Starmer. Ai precedenti vertici di Londra e Parigi è andata controvoglia e per far mettere a verbale la contrarietà italiana alla forza dei volenterosi, una soluzione che ritiene “complessa e non efficace”. Cosa che ribadirà anche domani.

Del resto anche al vertice di questa mattina è stato concordato che “non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno”. Resta però aperta la porta – e difficilmente potrebbe essere altrimenti – in caso di una missione Onu per il monitoraggio del cessate il fuoco che “il Governo italiano sostiene da tempo”. Per il resto è stato “riaffermato l’impegno alla costruzione, insieme ai partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti, di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euroatlantico”. Per la premier il modello è quello dell’estensione dell’articolo 5 del Trattato Nato, che permetta a Kiev una copertura pur senza l’adesione all’Alleanza. Una proposta che secondo Meloni – ma in tal senso non si hanno al momento conferme – “sta riscontrando sempre più interesse tra i partner internazionali”.

La filiale russa torna in possesso di Ariston: Putin revoca la nazionalizzazione

Milano, 26 mar. (askanews) – Torna nelle disponibilità di Ariston la filiale russa nazionalizzata da Putin poco meno di un anno fa, nell’aprile del 2024. Ariston group, infatti, in una nota, annuncia che il 26 marzo 2025, il decreto presidenziale n. 176 della Federazione Russa ha restituito ad Ariston Holding la proprietà e la piena gestione delle quote della propria controllata russa, Ariston Thermo Rus. La decisione segna la fine della gestione temporanea affidata a Gazprom Bytovie Sistemy (società del gruppo Gazprom), introdotta dal decreto presidenziale n. 294 del 26 aprile 2024.

“Accogliamo con grande favore la decisione delle autorità russe, che ci consente di tornare a gestire direttamente la nostra controllata – afferma nella nota Paolo Merloni, presidente esecutivo di Ariston group – un segnale di riconoscimento per i decenni di investimenti e gestione responsabile nel Paese, per il nostro impegno verso oltre 300 collaboratori russi e per la continuità del business locale. Riprenderemo le attività insieme alla nostra leadership locale, nel pieno rispetto delle normative e delle sanzioni vigenti, con l’obiettivo di proseguire il nostro percorso in Russia”.

Il nuovo decreto annulla infatti il punto “a” del paragrafo 1 del decreto precedente, permettendo ad Ariston group di riacquisire totalmente la proprietà e il controllo operativo della società russa. Ariston Thermo Rus, con sede a Mosca, è attiva nel Paese da quasi cinquant’anni, gestisce uno stabilimento produttivo alle porte di San Pietroburgo ed è guidata da un affermato team manageriale locale.

Alla luce di questo cambiamento, il Consiglio di Amministrazione di Ariston group riesaminerà la decisione presa il primo agosto 2024 di deconsolidare Ariston Thermo Rus e contabilizzare le relative perdite.