Roma, 20 feb. (askanews) – “Stiamo vivendo una situazione nuova. La nuova amministrazione americana ha deciso di avviare un percorso che porti alla fine della guerra in Ucraina. Detto questo, dobbiamo vedere come si concretizza questa nuova fase. L’Italia ritiene che sia assolutamente fondamentale lavorare con l’Europa unita, ma per garantire la sicurezza futura dell’Ucraina e dell’intero continente europeo serve una collaborazione tra Europa e Stati Uniti”. E’ quanto ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio 24. “Noi dobbiamo certamente fare di più per quanto riguarda la difesa”, ha spiegato il ministro. “Dobbiamo trovare il modo per farlo, serve una difesa europea, servono eurobond dedicati alla difesa, serve che l’Italia faccia anche un passo in avanti per quanto riguarda il rispetto degli impegni presi con la Nato, cioè arrivare al 2% del PIL per la difesa. E questo bisogna farlo avendo la possibilità di scorporare le spese di difesa dal pattoádiástabilità”, ha aggiunto il ministro.
Ucraina, Zelensky: non arrendersi, rimanere uniti
Roma, 20 feb. (askanews) – Non arrendersi e rimanere uniti. Questa la sollecitazione lanciata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un momento delicato, all’indomani dell’attacco lanciato dal presidente Usa Donald Trump, che l’ha definito un “dittatore” e un “comico”.
“Proprio in questi giorni del 2014 la Russia scelse la guerra: intraprese i primi passi per occupare la Crimea. Mentre a Kiev venivano uccise persone e la gente difendeva la propria libertà, Putin decise di infliggere un ulteriore colpo – un gesto davvero spregevole. Da allora il mondo vive in una nuova realtà, in cui la Russia cerca di ingannare tutti. Ed è fondamentale non arrendersi, rimanere uniti. E’ essenziale sostenere coloro che difendono la libertà”, ha scritto su Telegram il presidente ucraino, ricordando i combattenti ucraini.
Steve Bannon: conquisteremo l’Europa paese per paese
Roma, 20 feb. (askanews) – Il trumpismo conquisterà l’Europa paese per paese. L’ha affermato in un’intervista pubblicata su Repubblica l’ex stratega della campagna 2016 di Donald Trump, Steve Bannon.
“Comincia già domenica, con le elezioni in Germania, dove i nostri alleati otterranno un chiaro e significativo successo. Non prenderà di mira il continente in generale, ma si concentrerà sui singoli stati, per conquistarli uno dopo l’altro, mano a mano che andranno alle urne. Gli effetti poi cambieranno l’intera direzione dell’Europa”, ha affermato Bannon.
Per quanto riguarda l’Italia, Bannon ha espresso lodi per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Guardate, io conosco e collaboro con Giorgia Meloni – ha detto – da quando il suo partito aveva percentuali minuscole nei sondaggi, quindi il nostro rapporto ha radici profonde e consolidate. Credo che da quando è al governo abbia subito la pressione della responsabilità di guidare il Paese, ma non penso che le posizioni che ci univano siano cambiate”.
Il Telegraph: Starmer proporrà a Trump il dispiegamento di 30mila soldati europei in Ucraina
Roma, 20 feb. (askanews) – Il primo ministro britannico Keir Starmer presenterà a Donald Trump, durante una visita a Washington la prossima settimana, un piano per l’invio di circa 30.000 truppe europee in Ucraina per mantenere un eventuale accordo di cessate il fuoco mediato dagli Usa. Lo riferisce il Telegraph.
Il primo ministro esorterà Trump ad avere aerei da combattimento e missili statunitensi in stand-by nell’Europa orientale per rispondere con forza letale se la Russia dovesse infrangere i termini di un eventuale accordo, secondo funzionari occidentali informati sui piani.
La strategia anglo-francese per una forza di peacekeeping, secondo il giornale, sarebbe stata presentata ai leader europei in una riunione di emergenza a Parigi lunedì.
Pete Hegseth, segretario alla Difesa degli Stati Uniti, ha affermato che la responsabilità esclusiva di qualsiasi operazione di mantenimento della pace in Ucraina dovrà ricadere sugli europei e sul Canada.Secondo il piano anglo-francese, meno di 30.000 soldati verrebbero schierati, sotto comando dei Paesi europei, nelle città ucraine, nei porti e in altri siti critici, come le centrali nucleari.
La missione, secondo quanto spiegato, si affiderà a un monitoraggio tecnico attraverso aerei di intelligence, sorveglianza e ricognizione, droni e satelliti, allo scopo di fornire un quadro completo di ciò che sta accadendo sul campo, ha precisato un funzionario occidentale.
La stessa fonte ha aggiunto che l’operazione sarà supportata da una potenza di fuoco sufficiente a individuare e respingere eventuali attacchi, al fine di riaprire lo spazio aereo ucraino e ripristinare i voli commerciali.
Del dispiegamento, secondo il Telegraph, faranno parte anche navi da pattugliamento nel Mar Nero.
Renault, ricavi 2024 +7,4%. Utile netto cala a 800 mln per Nissan
Roma, 20 feb. (askanews) – Renault ha chiuso il 2024 con ricavi in crescita del 7,4% rispetto all’esercizio precedente a 56,2 miliardi di euro e con un risultato operativo record di 4,3 miliardi di euro (+15%).
L’utile netto è sceso a 800 milioni di euro a causa dell’impatto di Nissan e della cessione della quota nel costruttore giapponese. Al netto di questo effetto, il risultato netto segna un progresso del 21% a 2,8 miliardi di euro.
Il cash flow si è attestato a 2,9 miliardi di euro, 400 milioni in più delle stime, mentre la posizione finanziaria netta è raddoppiata a 7,1 miliardi. Il Consiglio di amministrazione proporrà un dividendo in crescita del 19% rispetto al 2023 a 2,20 euro per azione.
Musk: Zelensky non può rappresentare il popolo ucraino
Roma, 20 feb. (askanews) – Il miliardario Usa e membro dell’amministrazione Trump Elon Musk ha affermato che il presidente Volodymyr Zelensky non può parlare a nome del popolo ucraino finché non accetterà di tenere nuove elezioni e non ripristinerà la libertà di stampa in Ucraina. Ha inoltre accusato Zelensky di “aver ucciso” un controverso blogger Usa.
“Zelensky non può pretendere di rappresentare la volontà del popolo ucraino se non ripristina la libertà di stampa e smette di annullare le elezioni!” ha scritto Musk su X.
Il mandato presidenziale di Zelensky è scaduto il 20 maggio 2024. Le elezioni presidenziali in Ucraina sono state annullate a causa della legge marziale e della mobilitazione generale.
Musk ha accusato il leader ucraino di aver ucciso il blogger americano Gonzalo Lira, il quale è morto in una prigione ucraina. “Zelensky ha ucciso un giornalista americano!” ha scritto Musk su X, commentando il post di un utente riguardo la morte di Lira. L’utente aveva osservato che Lira era stato critico nei confronti di Zelensky.
Nel giugno 2024, la Russia ha dichiarato che le autorità ucraine hanno torturato Gonzalo Lira a morte in prigione. Kiev, dal canto suo, ha affermato che Lira è morto per una polmonite.
Trump: avevamo accordo sulle terre rare, ma Ucraina l’ha infranto
Roma, 20 feb. (askanews) – Il presidente degli Stati uniti Donald Trump ha dichiarato che gli Usa avevano raggiunto un accordo sui terre rare con l’Ucraina, ma Kiev l’ha infranto “due giorni fa”.
“Avevamo un accordo basato sulle terre rare e su altre cose, ma lo hanno infranto due giorni fa”, ha detto Trump mercoledì durante il suo intervento all’evento dell’Istituto Future Investment Initiative (FII). “Avevamo un accordo – ha continuato – perché stiamo spendendo 350 miliardi di dollari. L’Europa riottiene i suoi soldi sotto forma di prestito, mentre noi non lo facciamo. Stiamo semplicemente dando i soldi a palate”.
Super Mario, l’alieno calato da Marte su Bruxelles.
Si è appena conclusa la Settimana parlamentare europea, organizzata dal Parlamento europeo e da quello polacco: due giorni di dibattiti sulla governance economica europea. Quando nella discussione sulla competitività è intervenuto Mario Draghi si è verificato un crescente stupore nell’Emiciclo. In molti stentavano a credere che a parlare fosse lo stesso Mario Draghi già Governatore della Banca d’Italia, già Presidente della Banca Centrale Europea e poi Presidente del Consiglio dei Ministri. Con toni duri, ha precisato: “Il mio rapporto è stato pubblicato a settembre e l’ultima volta che mi sono rivolto al Parlamento europeo ne ho delineato le linee principali. Oggi, cinque mesi dopo, cosa facciamo? Abbiamo discusso. Cosa ricaviamo da questa discussione? Che ciò che è nel rapporto è ancora più urgente di quanto non fosse cinque mesi fa. Spero che la prossima volta, se mi inviterete, potremo discutere di ciò che è stato fatto in modo efficace. Il senso di urgenza di intraprendere il cambiamento radicale che il rapporto sosteneva è ancora più forte”. Come se fosse del tutto ignaro della difficile complessità del processo decisionale europeo.
Il dubbio della platea è stato momentaneamente sospeso quando l’ex capo della BCE si è dato ragione da solo sostenendo che “da quando è stato pubblicato il rapporto, i cambiamenti che hanno avuto luogo sono ampiamente in linea con le tendenze che vi erano state delineate”, facendo riferimento a quanto scritto da lui su velocità delle innovazioni dell’intelligenza artificiale e aumento dei prezzi del gas. Passata la fase “io ve l’avevo detto”, gli occhi dei presenti sono tornati a sgranarsi quando l’ex Premier ha ricordato che “per affrontare le sfide, è sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre di più come se fossimo uno Stato”, e farlo presto perché’ “il tempo non è dalla nostra parte”. Ricordando che “negli ultimi 15, 20 anni, il governo degli Stati Uniti ha iniettato nell’economia 14 e più trilioni di dollari, noi ne abbiamo fatti sette volte meno”, ha ricordato un’ovvietà. Tutto giusto, se non fosse che ad oggi l’Unione non è uno Stato federale come gli Usa.
L’intervento è suonato come un attacco ai leader Ue, sospesi fra immobilismo e incertezza. Intendiamoci, Draghi ha ragione quando sostiene che “le esigenze di finanziamento sono enormi: 750-800 miliardi di euro” e neppure noi siamo del tutto convinti dalle proposte di von der Leyen. Ma dovrebbe anche ricordare quanto è stato difficile per lui come capo della BCE convincere i Paesi frugali alla politica espansiva di acquisto di titoli di Stato, per iniettare liquidità e abbassare i tassi, un’azione fondamentale per salvare Euro ed economia, ma che era una toppa all’emergenza e non la panacea di tutti i mali.
Ha, infine, umilmente ammesso di non avere soluzioni: “Quando mi chiedete cosa è meglio, cosa è meglio fare ora, rispondo: non ne ho idea, ma fate qualcosa!”. E qui, il mito di SuperMario è un po’ crollato. In realtà, da anni molti sono consapevoli che sia necessario “cambiare il nostro modello decisionale”, abbandonare l’unanimità e “passare a una maggioranza qualificata in molte, molte aree”. Ovviamente Draghi non se l’è sentita di spiegare quali aree, ma in generale: serve l’unanimità per eliminare la clausola dell’unanimità. Distorsioni folli da euroburocrati, ma che lui conosce bene. Ha provato a suggerire di utilizzare il modello “intergovernativo, vale a dire due, tre, quattro governi concordano su certi obiettivi e decidono che si muoveranno insieme, rimanendo aperti all’ingresso di altri Paesi”: un precedente pericolosissimo e l’inizio della fine per l’Ue a 27.
“Veniamo da un passato così lungo di inconcludenza ed esitazione che troviamo difficile avere fiducia che le cose possano cambiare in futuro e che impariamo effettivamente a essere diversi, a prendere decisioni rapidamente ed efficacemente”. Questo l’apice del crescendo draghiano e a queste parole le mascelle degli ascoltatori sono crollate per la sorpresa. Intendiamoci, Draghi ha ragione. Ma se a settembre aveva disegnato il mondo perfetto, ora assomiglia a un alieno atterrato ieri a Bruxelles. Di quel “passato di inconcludenza ed esitazione” ne è stato protagonista, in vari ruoli di grande potere. L’incapacità di prendere decisioni rapidamente l’ha vissuta più volte in Consiglio europeo. Insomma, è sembrato paradossale. Come se tutto avesse funzionato perfettamente fino a luglio 2022 (e specialmente dal febbraio 2021) mentre oggi siamo rassegnati a un futuro di dannazione. Servirebbe uno sforzo di memoria e se proprio non si riesce a ricordare la lezione morotea per cui “è meglio sbagliare insieme che avere ragione da soli”, può sempre valere quella di Fabrizio de Andre’: “Si sa che la gente dà buoni consigli/ Sentendosi come Gesù nel tempio/ Si sa che la gente dà buoni consigli/ Se non può più dare cattivo esempio”
Retrospettive & prospettive: la cultura democratico cristiana alla base dell’Europa.
È persin inutile ricordare che ci troviamo in una fase storica estremamente delicata e difficile. Non a livello nazionale dove, al di là della violenza verbale di molti esponenti politici e della pesante e sempre più insopportabile radicalizzazione del conflitto politico, la “situazione è grave ma non è seria”, per dirla con l’aforisma dell’indimenticabile Ennio Flaiano. Semmai, e com’è sotto gli occhi di tutti, sono le dinamiche della geopolitica internazionale a mettere in discussione i tradizionali equilibri politici, economici e commerciali e ad aprire una fase dove, per il momento, non
mancano le incognite e le forti contraddizioni.
Ma c’è un aspetto, almeno quando si parla di rilanciare e di riscoprire un progetto politico europeista, democratico e federalista, che non può essere ulteriormente aggirato o rinviato. Mi riferisco, nello specifico, a quella cultura, a quel pensiero e a quella tradizione che sono stati decisivi e determinanti nel passato per avviare il cammino politico dell’Europa e che possono oggi, e ancora una volta, dare un contributo altrettanto importante e qualificato per la nuova e futura Europa. E questa cultura va sotto il nome e cognome del filone democratico cristiano e della tradizione storica del cattolicesimo politico.
Una cultura che, nei diversi paesi europei, manifesta accenti diversi e diversificati ma che, al contempo, conserva un filo rosso che fa di questa tradizione il perno centrale su cui si può innervare il progetto politico europeista. Certo, l’assenza dei grandi partiti democratico cristiani da un lato e l’affermarsi di spinte nazionaliste, populiste e sovraniste dall’altro ha indubbiamente indebolito le ragioni storiche che hanno dato vita al “sogno europeo”. Mi riferisco al ruolo originario e storico avuto dai padri fondatori del progetto europeista. E cioè, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman.
Ora, e senza alcuna tentazione nostalgica, è del tutto evidente che oltre alla tradizione democratico cristiana e cattolico popolare ci sono anche altre culture democratiche e riformiste che possono, e devono, dare un contributo decisivo per la ricostruzione dell’Europa. Perché anche di fronte ai grandi sommovimenti politici internazionali dopo l’elezione del Presidente Trump al vertice dell’America, l’unità politica dell’Europa non è un miraggio o un feticcio ma resta un impegno preciso a cui i singoli stati nazionali non possono sottrarsi. Ed è proprio su questo versante che si gioca il ruolo e l’apporto dei filoni culturali che storicamente hanno creduto, e tuttora credono, nell’Europa e in quello che può rappresentare nello scacchiere internazionale.
Perché, forse, è anche arrivato il momento per dire che non tutti i partiti sono titolati a parlare di Europa unita e di superamento dei nazionalismi. Certamente non possono assolvere a questo compito, per fermarsi all’Italia, i partiti populisti, ipersovranisti, radicali, massimalisti ed estremisti.
Partiti che anche nel nostro paese, e purtroppo, abbondano. Ma non saranno certamente questi soggetti e questi partiti a dare un contributo qualificante per la nuova Europa. Per la semplice ragione che sono condizionati da una cultura – o da una sub cultura – che vira da un’altra parte. Ecco, forse è giunto anche il momento affinchè le storiche culture europeiste battano un colpo. A cominciare, appunto, da quella più titolata. Ovvero, quella democratico cristiana e cattolico popolare e sociale.
Chi sfascia l’Occidente non piace a Marina Berlusconi
Due scenari si sono imposti in questi due giorni di vita politica, nel quadrante europeo e nazionale. Il primo, sovranazionale. Con Mario Draghi, che con risolutezza, parlando al parlamento europeo, dopo il suo recente articolo sul Financial Times, delinea, senza mezzi termini, per superare lo stato di vulnerabilità economica dell’Europa, un New deal europeo, che, in primo luogo, deve partire dalla revisione degli ordinamenti e dei trattati comunitari per rimuovere gli ostacoli prodotti da barriere normative autolesive, generate dalle quelle stesse regole che si sono tradotte in un permanente freno alla crescita ed all’innovazione.
L’invito pertanto è a superare, con un cambiamento radicale, le vecchie logiche normative per avviarsi su quei percorsi di rinnovamento obbligato, con cui l’Unione deve fare i conti: decisioni a maggioranza, debito comune, difesa comune, snellimento della burocrazia comunitaria, politiche fiscali omogenee e una politica estera univoca, pena il rischio concreto, all’interno del concerto internazionale, di cadere nell’ insignificanza e nell’oblio.
L’altro scenario interno ha avuto come protagonista Marina Berlusconi che tre giorni fa, con un’intervista su Il Foglio, trasponendo nello scenario politico interno quel tipico coraggio che è linfa quotidiana per chi è aduso ogni giorno a scelte economiche e commerciali da cui dipende la vita ed il futuro di un’azienda, ha lanciato un messaggio chiaro: bisogna scuotersi dal torpore e soprattutto dall’inconcludenza, anche a dispetto dell’andirivieni di tanti vertici e dei tanti capi di governo dei paesi aderenti, con l’aggiunta dell’apparente attivismo della Von der Leyen sempre più prigioniera di parole vuote. Non si capisce, infatti, cosa realmente voglia fare per superare lo stallo – domanda che, come dicevamo, si è posto l’altro ieri ripetutamente Mario Draghi parlando al parlamento europeo. Emerge l’incapacità di dare risposte costruttive e coerenti, volte a rilanciare un ruolo cruciale dell’Europa. Per giunta, l’attesa spasmodica delle imminenti elezioni nella Repubblica federale tedesca ha messo in sordina altre riflessioni.
E tanta preoccupazione non può essere etichettata come un piccolo segnale di disagio, perché Marina Berlusconi non se la sente, e ben a ragione, di mettere, come tanti cittadini europei, la testa nella sabbia, ma si interroga, con un manifesto di intenti, che, come in un compendio, mette insieme il suo disagio è quello di tanti italiani, su certe chiusure che vanno dalla sfera dei diritti civili, ai taluni percorsi che attengono alla maternità, dal fine vita, alle disinvolture con cui spesso si agisce con politiche securitarie all’interno dei sistemi democratici, oggi, sempre più indeboliti da un populismo demagogico che ne deride le lentezze decisionali, dovute al rispetto delle garanzie istituzionali nel confronto con il decisionismo delle autocrazie e delle versioni più edulcorate definite, democrature, di cui l’Ungheria di Viktor Orbán è capofila.
Insomma un Cahier de doléances dal “sapore liberale, libertario, occidentale e poco nostalgico”, come lo ha definito Alessandro De Angelis su La Stampa di dell’altro ieri. In questo scenario devastante Marina Berlusconi si chiede se è accettabile per un’Europa, culla dello Stato di diritto, un così impietoso crepuscolo.
Mentre assai pregevole appare l’idea di un recupero del ruolo di guida della politica capace di saper intercettare istanze e bisogni collettivi e trovare sintesi, senza andare a inseguire il facile consenso assecondando e fomentando le paure della gente. Contesti che non ci fanno guardare, senza una comprensibile inquietudine, l’immediato futuro dei nuovi assetti geopolitici, non molto rassicuranti, ove predominano politiche intimidatorie, che non è azzardato assimilare ad uno stato di natura pre-politico. Politiche irrispettose del diritto comune e dei trattati internazionali, che la dottrina Trump sta prepotentemente imponendo.
Come altro può definirsi l’irragionevole decisione di Trump di escludere dal tavolo il paese aggredito e l’Europa dal cosiddetto tavolo della pace. E, spostando il focus su altri eventi che stanno caratterizzando le politiche migratorie di Trump, colpisce la franchezza con cui la presidente di Mondadori definisce: “orribile ed inquietante” l’immagine che ritrae file di migranti espulsi in catene dagli Usa. Non appare poi effetto di second’ordine il fatto che la presidente della Fininvest, pur nella sua prudenza formale, non pronunciando mai alcun nome, non faccia di certo emergere piena sintonia con il segretario del suo partito.
E, non solo. In filigrana, non si fa fatica a leggerne anche una aperta critica alle politiche ambivalenti della premier. Eppure non è stato un fulmine a ciel sereno. Già, di recente, Marina non aveva mancato di richiamare il suo partito a politiche più aperte verso i diritti civili ed il rispetto delle regole comuni dello stato di diritto. Nella stessa giornata Tajani ha inteso minimizzare, sostenendo che non si è trattato di un’intervista “politica” ma solo di affermare “un identità culturale dell’editore”.
Eppure non ci vuole molto per cogliere tra le righe una poco tollerata subalternità del suo segretario alle politiche trumpiane della Meloni. Sta di fatto che nonostante la crociata lanciata da Tycoon contro l’Ue per provocarne la totale destrutturazione e ridurla a teatro di nuovi immaginabili futuri conflitti tra le nazioni, ha continuato, smentendo la sua inossidabile vocazione europeista, a sistenere ciecamente la linea di supina sudditanza della Meloni.
Evidentemente Tajani non ha focalizzato bene i tanti discorsi intimidatori di Vance (ancor più di Trump) ed il senso geopolitico della prossima palese messinscena del tavolo di pace tra Usa e Russia. Strana partita a due, con l’Europa ridotta a terreno di spartizione per nuovi assetti. Purtroppo dovremmo abituarci a questi inediti scenari consumati dentro la cornice di così rapido mutamento epocale che, grazie agli sbalorditivi progressi che sta facendo l’Intelligenza artificiale, ci sta conducendo verso una civiltà post-umana, ove a predominare sulle nostre azioni saranno aridi algoritmi e una cibernetica senza confini, appannaggio di un oligarchia di turbo-capitalisti protesi in un idea messianica e calvinista, foriera di profonde e inaccettabili disuguaglianze economiche e sociali.
Eppure, in questo momento, scuotono sempre meno le coscienze le politiche fatte di deportazioni ostentate cinicamente (anticipate dalla Meloni con la messinscena dell’Albania), di rivendicazioni ingiustificate di territori, senza rispetto delle libere scelte dei popoli, dalla Groenlandia, al Canada, a Panama, ecc.) e di eclissi della democrazia e dello Stato di diritto, di deportazioni di interi popoli senza riconoscergli più il diritto ad una propria terra.
Azioni pubbliche dove non si vede più un pizzico di umanità. E, mentre si è avviato a Ryad il singolare tavolo tra Usa e Russia per negoziare la pace nel conflitto ucraino, non sono pochi i commentatori che adombrano una sorta di contrattazione spartitoria tra Russia e Stati Uniti, data la presenza di tante risorse rare in quel vasto territorio. Pur nella singolarità di questo confronto diplomatico, mentre attendiamo che il vertice di ieri all’Eliseo abbia schiarito taluni orizzonti ai partner europei su una certa linea comune da seguire, auspichiamo, nell’eventualità di un’intesa sulla pace, che non si abbiano, per insidie interpretative o per deliberata inosservanza degli accordi, quelle propaggini bellicose che seguirono alla Conferenza di Monaco del 1938 che portarono il mondo alla seconda guerra mondiale.
In questo quadro si resta stupefatti nel constatare che quello stesso coraggio di Marina non abbiano saputo mostrare quei partiti-cespuglio (quarta gamba della coalizione) che si dicono centristi, ma che sostengono con convinzione, (forse per obiettivi di sopravvivenza, o qualcuno di visibilità?) le politiche plutocratiche e muscolari suscitate da tanta dottrina, il cui obiettivo è di annientare l’Ue, come organismo geopolitico. Tuttavia, al di là di così disarmante comparazione, che francamente deprime, ci rassicura invece il fatto che c’è anche nel nostro paese una certa destra, sinceramente liberale, pluralista, europeista e umanitaria, pienamente rispettosa delle regole della democrazia e dello stato di diritto verso cui abbiamo il dovere di confrontarci e dialogare per il bene del paese e di un’Europa politica capace di saper portare ben a compimento il suo, finora, difficile processo di integrazione.
I Dem Usa tardano ad analizzare le ragioni di una débâcle.
Come sempre accade i motivi di una sconfitta elettorale sono molteplici. Soprattutto quando essa non è scontata, ovvero la competizione è aperta. È questo il caso degli Stati Uniti, dove alternativamente il Presidente eletto appartiene a uno dei due partiti politici principali. Generalmente, anche se non sempre, il Presidente uscente viene confermato per un secondo mandato. Poi capita spesso che quello successivo rappresenti l’altro partito. Una sana alternanza.
Era però accaduto solo una volta, molte decadi fa, che un Presidente partecipasse a tre elezioni, perdendo la seconda e vincendo le altre due. Non si era mai verificato, invece, quello che è accaduto a Donald Trump durante il periodo di mezzo fra le due elezioni: dall’assalto a Capitol hill da parte dei suoi sostenitori, alle persistenti accuse di brogli rivolte ai vincitori delle elezioni da lui perdute, al non riconoscimento del nuovo Presidente, ai processi subìti per accuse molto gravi, agli scandali sessuali e quant’altro.
Nonostante tutto questo, Trump ha vinto nettamente le elezioni dello scorso novembre. Il Partito Democratico, oltre a cercare di riorganizzarsi come già abbiamo visto nel precedente articolo, dovrebbe però analizzare in profondità le motivazioni di una sconfitta che aveva il dovere di evitare, ben sapendo che non si sarebbe trattato di un semplice avvicendamento, come era sempre stato nel passato, perfino con Ronald Reagan, che pure aveva recato con sé un cambiamento alquanto netto nelle politiche degli USA. Ben sapendo che questa volta sarebbe stata una “rivoluzione reazionaria!.
Questa analisi finora non è stata fatta. O quantomeno non è ancora emersa. È auspicabile però che un qualche centro studi dei Democratici la stia producendo. Perché senza conoscere e comprendere i motivi di fondo della débacle risulterebbe arduo trovare la via per la riscossa.
Gli errori, per così dire, superficiali non sono stati, per quanto gravi, determinanti ai fini della sconfitta. Certo, Joe Biden ha sbagliato nel volersi ricandidare. Ha sottostimato i segnali di invecchiamento che pure, e non solo a livello fisico, erano apparsi chiaramente nel corso del quadriennio. Così facendo non ha aiutato il suo partito nella selezione di un candidato adatto a battersi contro Trump, che probabilmente Biden ha compreso troppo tardi sarebbe stato davvero nuovamente il competitor da sconfiggere. Non ha neppure aiutato la sua vice, Kamala Harris, a crescere, sostanzialmente relegata ai margini per tutto il periodo (come per la verità accade sempre, o quasi, ai vicepresidenti).
Certo, la Harris è scesa nell’arena troppo tardi, non per colpa sua. Ha però sbagliato totalmente il running mate, il vice: non adeguato, non all’altezza e troppo radicale, un’aggettivazione che già marchiava la candidata e che dunque non era proprio il caso di rafforzare.
Certo, Biden quattro anni prima era riuscito a creare un certo pathos intorno alla sua volontà unitaria, per riscoprire “the soul of the nation”, l’anima della nazione, dopo la turbolenta presidenza Trump; mentre Harris nella seconda parte della breve campagna elettorale, diciamo dopo la Convention di Chicago (quando ha cominciato a scendere nei sondaggi), ha puntato su un divisivo “rischio fascismo” che palesemente agli elettori alle prese con i problemi causati dall’inflazione alta poco o nulla importava. Ma questi, e altri, sono stati errori secondari. Superficiali, appunto.
Quelli profondi e decisivi sono stati altri. Ne hanno ovviamente parlato e scritto in questi mesi molti commentatori internazionali. Qui da noi segnalo le acute osservazioni di un buon conoscitore degli States come Francesco Costa, fresco direttore del Post, e di un giornalista assai noto come Federico Rampini, che ha avuto il coraggio di denunciare la deriva radicale dei Democratici ed è stato naturalmente bersagliato di contumelie dai radicali nostrani, provenendo egli dal medesimo campo.
Il primo tema è di natura economica, come sempre accade ovunque. E qui l’errore è consistito nella sottovalutazione di quanto il crescere dell’inflazione avesse inciso nella capacità di spesa delle famiglie americane. Frutto dell’enorme liquidità piovuta sull’economia statunitense per riprendersi dal biennio depressivo provocato dalla pandemia del 2020/2021 che ha consentito una ripresa economica notevole, con la conseguente crescita di posti di lavoro, salari, pensioni, spesa sanitaria. Tutto però eroso dall’aumento dei prezzi. E negli Usa quando aumenta il costo del gallone di benzina per il governo in carica sono dolori.
Il secondo tema è, invece, di natura culturale, è sorto in questo nuovo secolo ed è incentrato sul tema dei diritti individuali, enfatizzati e radicalizzati da una componente che da minoritaria è divenuta egemone nel Partito Democratico sino a emarginare totalmente chi osava non adeguarsi alla nuova filosofia (schematicamente e semplicisticamente definita “woke” dalla pubblicistica, innanzitutto quella ostile ai Dem: ma non staremo qui a ricordarne la derivazione dall’incitazione “wake up” rivolta agli emarginati sociali). Ne avevamo già scritto qui, esplicitando il rischio principale che correva Harris, espressione di San Francisco e della “californizzazione” del suo partito. Un imprinting associato all’estremizzazione del “politically correct” condotta da movimenti quali Lives Black Matter, da larga parte della comunità Lgbtq+, da politici molto fashion come la famosa Ocasio-Cortez, dall’anima ambientalista assolutista, e via radicalizzando.
Un insieme di posizioni trasformate da giuste rivendicazioni in strumenti di offesa totale nei confronti dei portatori anche solo di opinioni parzialmente diverse all’insegna di un intransigentismo ideologico che ha allontanato dal voto al Partito Democratico molte persone, gente comune non solo – come è d’uso dire – dell’America rurale più profonda ma anche delle comunità (donne, giovani, latinos, finanche uomini di colore) tradizionalmente vicine alle battaglie sociali dei Democratici: quelle che avevano fatto vincere Biden, e prima di lui Obama. E che invece questa volta si sono ribellate al dominio incontrastato di un ceto benestante e acculturato sensibile ai temi dell’inclusione ma non a quelli derivanti – per il ceto popolare e per il ceto medio – da una esasperazione applicativa dei medesimi.
È sulla reazione che ne è derivata che ha fatto leva la campagna di Trump. Radicalizzando a sua volta in senso contrario a quello dei Democratici ogni tema investito dall’evoluzione woke dell’imprinting culturale degli avversari, di cui Harris era una perfetta rappresentante. Così sull’ambiente (“Drill, baby, drill”), sull’immigrazione (“deportation of illegal immigrants”), sui diritti civili (“only male and female”), oltre alla lotta al fentanyl furbescamente associata alla chiusura nei confronti di qualsiasi depenalizzazione per l’utilizzo di sostanze tossiche, e a quella contro le quote fisse da riservare nelle scuole e nelle università per le minoranze che però penalizzano gli asiatici (i quali infatti hanno in larga misura votato per il tycoon).
Una gestione più accorta, più moderata e soprattutto più attenta al sentire comune dell’americano medio avrebbe impedito, assai probabilmente, ai Democratici Usa di subire una sconfitta i cui esiti ora avvertiamo nell’intero mondo occidentale. E sono esiti pesanti.
Per leggere il precedente articolo
Vaticano: Il Papa è stazionario, migliorano gli indici infiammatori
Roma, 19 feb. (askanews) – “Le condizioni cliniche del Santo Padre si presentano stazionarie. Gli esami del sangue, valutati dallo staff medico, dimostrano un lieve miglioramento, in particolare degli indici infiammatori”. Lo comunica la sala stampa del Vaticano.
Il Papa, “dopo aver fatto colazione ha letto alcuni quotidiani quindi si è dedicato alle attività lavorative con i suoi più stretti collaboratori. Prima di pranzo ha ricevuto l’Eucarestia”.
Nel pomeriggio, infine, “ha ricevuto in visita il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la qu ale si è trattenuto in forma privata per 20 minuti”.
Agrolimentare, le 3 novità della "Visione" della Commissione Ue
Bruxelles, 19 feb. (askanews) – “Allineamento degli standard” riguardo alle sostanze vietate (come pesticidi e trattamenti agli ormoni e antibiotici) e alle normative sul benessere animale, tra i prodotti agroalimentari dell’Ue e quelli importati dai paesi terzi; e una revisione della regolamentazione europea esistente riguardo alla formazione dei prezzi nella filiera alimentare, che impedisca il fenomeno purtroppo ricorrente per cui molti agricoltori e allevatori sono costretti a vendere a prezzi non remunerativi, spesso inferiori ai loro costi di produzione.
Sono queste le due novità più importanti annunciate oggi dalla Commissione europea nel suo piano “Visione per l’agricoltura e l’alimentazione”, presentato oggi a Bruxelles, accanto al mantenimento della promessa di sostituire un meccanismo di incentivi alla “condizionalità” ambientale: gli agricoltori non avranno più l’obbligo di attuare determinate misure di sostenibilità ambientale come condizione per avere i pagamenti della Pac (Politica agricola comune), ma avranno degli aiuti supplementari se lo faranno.
“I nostri agricoltori e il settore agroalimentare hanno bisogno di condizioni di parità. Ciò significa – ha spiegato il commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen – un allineamento più forte sugli standard di produzione per le importazioni. Prendiamo i pesticidi, ad esempio. Il principio che presentiamo oggi è chiaro: i pesticidi più pericolosi vietati nell’Ue per motivi di salute o ambientali non dovrebbero essere ammessi di nuovo nell’Unione tramite prodotti importati. Questo risponde anche alle richieste dei cittadini, della società civile, delle organizzazioni degli agricoltori e delle istituzioni politiche, che chiedono un cambiamento. E noi lo realizzeremo”.
“Il lavoro – ha assicurato il commissario – inizia immediatamente, quest’anno. Come sempre, la nostra azione sarà guidata dal pragmatismo, dal rispetto degli obblighi internazionali e dal dialogo. Ecco perché, parallelamente, continueremo a promuovere i nostri standard a livello internazionale, presso la Fao, l’Organizzazione mondiale del commercio e gli organismi internazionali di definizione degli standard, come il Codex”.
Fonti qualificate della Commissione ha spiegato poi che “è importante ricordare che quando importiamo derrate alimentari in Europa, ci assicuriamo che non abbiano un impatto negativo, che i nostri consumatori siano protetti. In particolare, per i pesticidi, questo significa stabilire livelli massimi di residui. La novità della ‘Visione’ presentata oggi è che riconosciamo che effettivamente”, nella situazione attuale, può capitare forse che importiamo dei prodotti che contengono pesticidi che sono stati vietati nell’Unione europea, sia per motivi di salute che per motivi ambientali, anche se al di sotto di soglie massime considerate sicure”.
Ebbene, hanno continuato le fonti, “per i pesticidi più sensibili vorremmo stabilire un nuovo principio: che potremo anche vietarne la presenza, anche a livelli sicuri per i consumatori, nei prodotti importati”. Insomma, non ci saranno più delle soglie massime di sicurezza sotto le quali sarà tollerata la presenza delle sostanze vietate in Europa, ma quelle sostanze saranno proibite e basta. “Ma per fare questo, per farlo seriamente, dobbiamo fare una valutazione d’impatto in cui esamineremo gli aspetti legati alla concorrenza, così come l’impatto sul nostro commercio. Quindi, considerando tutti gli elementi, se sarà appropriato, potremo quindi avere una revisione della legislazione Ue”.
Quanto alle pratiche commerciali sleali, hanno aggiunto le fonti, nel quadro della nuova “Visione” per l’agricoltura “facciamo riferimento all’importanza del funzionamento della filiera alimentare e indichiamo che abbiamo già preso una serie di iniziative. E qui mi riferisco alle due recenti proposte legislative presentate dalla Commissione. Una è la revisione del regolamento sull’Organizzazione comune dei mercati e l’altra è una proposta autonoma sulla cooperazione tra gli Stati membri sull’applicazione della Direttiva sulle pratiche commerciali sleali (Direttiva Utp, ndr)”.
“Nella ‘Visione’ annunciamo che nel contesto della valutazione e della revisione della direttiva Utp, che è in corso, esamineremo come possiamo affrontare meglio uno dei problemi che abbiamo con la filiera alimentare, ovvero che alcuni agricoltori possono essere sistematicamente costretti a vendere i loro prodotti al di sotto dei loro costi di produzione”, hanno confermato le fonti della Commissione.
“Non possiamo ancora dire esattamente come faremo perché dobbiamo effettuare una valutazione d’impatto completa. Ma diciamo che questo è un punto importante, e lo considereremo nel contesto della revisione di questa legislazione e forse anche nella prossima revisione della Politica agricola comune, in particolare nel regolamento sull’Organizzazione comune dei mercati. Quindi vedremo quando avremo l’esito della valutazione d’impatto. Ma direi che non sarà nel 2025 direi, perché ci vorrà un po’ più di tempo”, hanno concluso le fonti.
A Brescia “FUTURA Expo”, tre giorni di confronto sulla sostenibilit
Roma, 19 feb. (askanews) – E’ stata presentata al Ministero delle Imprese e del Made in Italy la terza edizione di “FUTURA Expo”, che si terr dal 7 al 9 marzo al Brixia Forum di Brescia. L’Expo dedicata all’economia sostenibile e alla transizione green organizzata dalla Camera di Commercio di Brescia e dalla sua azienda speciale ProBrixia, un unicum nel panorama italiano, ha valicato i confini locali ed diventato un appuntamento nazionale. Nei tre giorni di incontri, talk ed eventi pensati per imprese, istituzioni e cittadini, saranno presenti pi di 120 espositori.
Roberto Saccone, Presidente della Camera di Commercio di Brescia, ha spiegato: “FUTURA Expo ha come obiettivo quello di raccogliere imprese e istituzioni che vogliono parlare ai cittadini del loro impegno sui temi della sostenibilit e quindi del loro impegno sul rispetto ambientale e sul ruolo sociale che svolgono. Ci sono 150 aziende che hanno fatto progetti di sostenibilit e che dimostrano appunto che la sostenibilit non un insieme di regole ma una grande opportunit”.
All’interno di “FUTURA Expo” un ampio spazio sar dato ai giovani per stimolare una visione ottimistica, positiva e propositiva del futuro. Durante i tre giorni arriveranno grandi ospiti come i ministri Giancarlo Giorgetti, Tommaso Foti, Gilberto Pichetto Fratin e Alessandra Locatelli. Ludovico Monforte, Project Manager Futura Expo, ha spiegato: “Avremo la vicepresidente del Parlamento europeo, la Presidente del Parlamento europeo e il commissario Fitto che faranno un videomessaggio, e tantissime altre personalit istituzionali, ma non solo: personaggi dello spettacolo, del mondo della ricerca, avremo Andrej Geim che premio Nobel per la chimica, inventore del grafene. Ma Futura si connota anche per una parte espositiva, oltre 150 espositori andranno a realizzare delle experiences. La logica quella dell’Expo, quindi esperienze, intrattenimento interattivo del pubblico”.
FUTURA Expo sar anche l’occasione per ribadire quanto sia importante oggi per le imprese avere regole certe in maniera di sostenibilit, nel momento in cui sembra ci sia un arretramento su questi temi a livello politico globale. Roberto Saccone a questo proposito ha affermato: “E’ importante che non si mettano in discussione gli obiettivi anche perch tantissime realt industriali, nel mondo agricolo, tantissime imprese nel frattempo si sono messe in cammino, hanno fatto investimenti importanti, e credo sia sbagliato fare delle marce indietro”.
Vaticano: Papa stazionario, migliorano indici infiammatori
Roma, 19 feb. (askanews) – “Le condizioni cliniche del Santo Padre si presentano stazionarie. Gli esami del sangue, valutati dallo staff medico, dimostrano un lieve miglioramento, in particolare degli indici infiammatori”. Lo comunica la sala stampa del Vaticano.
Il Papa, “dopo aver fatto colazione ha letto alcuni quotidiani quindi si è dedicato alle attività lavorative con i suoi più stretti collaboratori. Prima di pranzo ha ricevuto l’Eucarestia”, prosegue la nota.
Nel pomeriggio, infine, “ha ricevuto in visita il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la quale si è trattenuto in forma privata per 20 minuti”.
Energia, il Road Show del GSE fa tappa a Genova
Sanremo, 19 feb. (askanews) – Nel 2024 la Regione Liguria ha registrato una crescita significativa nel settore fotovoltaico, con un aumento di quasi il 20% nel numero di impianti rispetto al 2023. E’ quanto emerso durante la tappa genovese del Road Show “Diamo energia al cambiamento” organizzato dal GSE, Gestore dei Servizi Energetici, per far conoscere i meccanismi incentivanti e diffondere la cultura della sostenibilit attraverso incontri specifici con le scuole, le pubbliche amministrazioni locali e le imprese.
“Alla fine dello scorso anno, il 2024 – spiega Paolo Arrigoni, presidente del GSE – sono quasi 20.500 gli impianti fotovoltaici in servizio in questa regione, in aumento rispetto alla fine del 2023 del 19%. In termini di potenza siamo arrivati a 231 MW. Qui l’aumento pi significativo del 24% rispetto alla fine del 2023. Vuol dire che stanno entrando in esercizio impianti sempre pi grandi e questo anche grazie alla semplificazione delle procedure di autorizzazione”.
Presso il Palazzo della Borsa Valori di Genova, nell’ambito del Road Show “Diamo energia al cambiamento, si svolto il convegno “La transizione energetica: GSE incontra i Comuni, le Pubbliche Amministrazioni e le Partecipate Pubbliche”, a cui ha preso parte anche il presidente della Regione Liguria Marco Bucci.
Durante l’incontro, oltre ad essere stati presentati i tanti strumenti che il GSE mette a disposizione degli enti locali, in particolare per l’edilizia pubblica, per la mobilit sostenibile e per le comunit energetiche, stato anche conferito il Premio “VIVI – Territorio Vivibile”, dedicato ai Comuni virtuosi che si sono contraddistinti nell’implementazione di interventi di riqualificazione energetica del patrimonio pubblico. A ricevere il premio sono stati il Comune di Genova, la Citt Metropolitana di Genova, il Comune di Bogliasco, il Comune di Sestri Levante, il Comune di Recco ed il Comune di Ronco Scrivia. L’attestato di “Testimonial della transizione energetica” stato invece conferito al Comune di Bargagli e al Comune di Moconesi.
“GSE – sottolinea Arrigoni – ha intrapreso il Road Show a settembre 2023 con l’obiettivo di andare sui territori. Vogliamo toccare tutte le regioni per spiegare che c’ una societ pubblica che gestisce strumenti di incentivazione per rinnovabili, efficientamento energetico e mobilit sostenibile e poi eroga servizi per pubbliche amministrazioni centrali e locali e per le imprese per aiutarli a mettere a terra le loro progettualit, per fare cumulo tra gli strumenti di incentivazione gestiti da noi con altri strumenti di incentivazione, Pnrr piuttosto che strumenti regionali”.
L’IA generativa nel mondo delle imprese e della PA
Roma, 19 feb. (askanews) – L’Universit Luiss rafforza la collaborazione con Fastweb+Vodafone nell’ambito della cattedra in “Cybersecurity and Digital transformation”. Lanciata nel novembre 2023, la partnership punta a creare sinergie tra mondo dell’alta formazione, soggetti pubblici e privati per fare ecosistema tra mondo della ricerca, player economici, imprese e pubblica amministrazione. Obiettivo sfruttare i benefici dell’intelligenza artificiale, tenendo conto delle implicazioni etiche, normative e sul mercato del lavoro, per supportare le piccole e medie imprese in questa rivoluzione epocale.
Prof. Paolo Spagnoletti, Fastweb+Vodafone Chair, Universit Luiss: “L’universit, la scienza in generale, nelle scienze sociali in particolare, tende a classificare i fenomeni: osservarli, studiarli sul campo, dare un nome, guidare un po’ anche il dibattito sicuramente un contributo che serve poi a fare scelte responsabili e consapevoli”.
Walter Renna, AD Fastweb+Vodafone: “E’ fondamentale nell’ecosistema anche ricordare la partnership con la Luiss, perch grazie a questo lavoro congiunto riusciamo non solo a formare le nuove generazioni su temi fondamentali della cybersecurity, ma anche un momento importante per condividere con tanti stakeholders opinioni diverse, cominciare a diffondere una cultura dell’intelligenza artificiale che sia sana e guardi a un futuro dell’innovazione che sia sostenibile”.
Luiss, inoltre, ha recentemente lanciato il Centro di Ricerca AI4Society proprio per studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla societ ed affrontare con un approccio interdisciplinare sfide e opportunit poste da questa tecnologia.
Prof. Paolo Spagnoletti, Fastweb+Vodafone Chair, Universit Luiss: “Luiss lavora molto con il mondo delle imprese e questa un’altra di quelle iniziative che ci permette poi di offrire servizi alle imprese sottoforma di progetti di ricerca e iniziative di terza missione. In particolare la cattedra Fastweb Vodafone in Cybersecurity and Digital Transformation risulter parte integrante di questo nuovo Centro di ricerca e svilupper le proprie linee anche avvalendosi di tutto il network che si andr a costituire”.
In un contesto in cui i modelli di intelligenza artificiale generativa sono in continua crescita, l’Italia deve giocare un ruolo centrale nello sviluppo di un ecosistema attorno all’IA e Fastweb+Vodafone in prima linea per favorire questo percorso.
Walter Renna, AD Fastweb+Vodafone: “L’ecosistema oggi si allarga anche alle istituzioni perch abbiamo firmato una partnership strategica con Cineca con cui creeremo un link diretto con tutte le aziende che fanno innovazione e lavorano all’innovazione con Cineca”.
M.O., Meloni vede Herzog: bene tenuta accordo su cessate il fuoco
Roma, 19 feb. (askanews) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog, nell’ambito dei recenti incontri avuti con i principali Leader del Medio Oriente e del Golfo.
Il quarto incontro tra i due leader dall’assunzione del suo incarico – spiega Palazzo Chigi in una nota – ha permesso alla presidente Meloni di ribadire l’importanza della tenuta dell’accordo sul cessate il fuoco a Gaza che ha consentito il rilascio di parte degli ostaggi e di incrementare sensibilmente l’assistenza umanitaria nella Striscia, dove l’Italia è in prima linea anche attraverso l’iniziativa ‘Food for Gaza’.
Nel corso dei colloqui la presidente del Consiglio ha ribadito l’impegno italiano per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e la necessità di un orizzonte politico verso una pace giusta e duratura nella regione.
Analogo auspicio è stato espresso con riferimento al cessate il fuoco raggiunto in Libano, dove l’Italia ha un ruolo insostituibile anche attraverso il contingente in Unifil.
Il colloquio, infine, ha fatto emergere la comune volontà di approfondire il partenariato bilaterale in tutti i settori a partire da quello energetico, scientifico e tecnologico.
Gli auguri speciali della PFM con un album che celebra Fabrizio De Andr
Milano, 19 feb. (askanews) – “Buon compleanno Faber, stiamo facendo un disco pazzesco, vedrai che ti piacer molto. Senz’altro, abbiamo fatto questo disco divertendoci visto che un disco dal vivo e che noi dal vivo ci divertiamo, non c’ niente di meglio che fare un bel disco dal vivo per Fabrizio, per noi e per tutta Italia perch dischi di Fabrizio sono cos che vuoi fare”.
A dirlo sono Franz Di Cioccio e Patrick Djivas storici fondatori della Premiata Forneria Marconi che in occasione dell’85 anniversario della nascita di Fabrizio De Andr, pubblica il nuovo album live “PFM canta De Andr Anniversary” (Aereostella).
I brani sono stati registrati durante il tour 2023 e 2024 che ha celebrato i 45 anni (1978/1979) dall’iconico sodalizio tra la prog band e il cantautore genovese. Pi che un incontro una vera alchimia nata per caso un una serata in Sardegna che ha segnato profondamente la musica italiana e ha dato vita a una fusione unica tra il rock progressivo e la poesia della canzone d’autore.
“Aveva smesso di cantare, non voleva pi cantare non gli interessava pi, ma siamo andati da lui abbiamo discusso, abbiamo chiacchierato, ci siamo divertiti un sacco. Allora lui ha detto: ecco con un gruppo come voi dentro alle spalle forse potrei pensare di tornare a cantare, ma lo ha detto per scherzo, non era un invito. Noi ci abbiamo pensato e abbiamo detto: perch no visto che Bob Dylan l’ha fatto facciamolo anche noi. Gli abbiamo chiesto di suonare con noi e lui rimasto molto sorpreso, ci ha pensato un po’. Ha avuto mille persone che gli dicevano che era una follia fare questa cosa, ma visto che lui era un bastian contrario, ha detto allora va bene la faccio!
E’ venuto e questo il risultato di questo giorno in Sardegna”.
“Diciamo che a noi piace molto quando ci sono i bastian contrari. Noi ci troviamo veramente al nostro agio a fare le cose con loro”.
I musicisti della PFM rielaborarono la struttura delle canzoni di De Andr con arrangiamenti audaci e visionari, cosa che continuano tutt’oggi a fare in tour che registrano sempre il tutto esaurito. Il messaggio di Faber pi attuale che mai.
“Perch musica vera, musica sincera, non musica artefatta, cio cercando di riuscire a fare delle canzoni che possano funzionare, vendere, piacere alla gente. Lui ha scritto quello che aveva dentro, l’ha tirato fuori, l’ha messo a disposizione di tutti e tutti stanno godendo di questo.
Aumentano le possibilità di impatto sulla terra dell’asteroide YR4
Roma, 19 feb. (askanews) – L’asteroide YR4, scoperto di recente, sta tenendo impegnati gli scienziati di tutto il mondo. Quali sono le probabilità che colpisca la Terra? Poco dopo la scoperta dell’asteroide, gli astronomi calcolarono che la probabilità di una collisione nel 2032 fosse pari a circa l’1,2%. All’inizio di febbraio hanno aumentato la loro previsione al 2,2%. Ora la NASA ha aumentato ulteriormente la probabilità, che adesso è fissata al 3,1%.
L’asteroide della paura, come ormai lo chiamano alcuni media, sta attualmente volando nello spazio oscuro, molto lontano dalla nostra Terra. La sua albedo ( intensità luminosa) è estremamente bassa. Ciò rende difficile fare affermazioni sulla sua traiettoria effettiva.
Papa, il Cardinale Pizzaballa: "Invito alla preghiera per la salute di Francesco"
Roma, 19 feb. (askanews) – Invito a pregare per Papa Francesco arriva anche da Patriarca di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa. “In questo momento – scrive sul sito – ci riuniamo come un’unica famiglia nella fede, uniti in un accorato appello a elevare le nostre preghiere a Dio Onnipotente per la salute e il benessere di Sua Santità Papa Francesco, il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica. Mentre affronta le sfide della salute, lo affidiamo alle cure amorevoli del Signore, chiedendogli forza, guarigione e una rapida guarigione”. “Come famiglia spirituale – sottolinea il porporato – siamo chiamati a stare insieme, uniti nella preghiera e nella supplica, chiedendo al Signore, medico dei corpi e delle anime, di concedere a Sua Santità salute e forza. Offriamo con fervore le nostre preghiere durante la Messa, nelle nostre case e nel silenzio dei nostri cuori, implorando il Signore di sostenere Papa Francesco con una salute e una forza rinnovate, affinché possa continuare la sua sacra missione di guidare la Chiesa con saggezza, umiltà e amore”.
Formula1, Leclerc: "Deluso se a fine anno senza titoli
Roma, 19 feb. (askanews) – “Io e Hamilton la coppia più forte? Io ho vinto una partita su tre con lui a scacchi ma, al di là di questo, per me la coppia Ferrari è sempre la più bella. Se saremo i più forti dovremo dimostrarlo in pista. Lewis lo ha già dimostrato, io devo lavorare ancora. A fine anno sarei deluso se non ci fosse almeno un titolo mondiale nella nostra bacheca. L’obiettivo della Ferrari è sempre quello di vincere”. Così Charles Leclerc dopo la giornata di test al Mugello con la SF-25. “Penso – ha aggiunto a Sky – di aver preso un chilo o poco più di muscolo, ma siamo sempre limitati per un peso da rospettare. Non è vero che non mi sono mai sbilanciato, perché la voglia di vincere in Rosso sarebbe una cosa grandiosa e spero questo sia l’anno giusto. Abbiamo lavorato bene, ma tutta la squadra ha lavarato da matti per arrivar preparati ai test in Bahrain”
Mondiali Biathlon, Tommaso Giacomel d’argento nella 20 km
Roma, 19 feb. (askanews) – Un maestoso Tommaso Giacomel compie l’impresa e mette la firma sulla prima medaglia dell’Italia nell’edizione 2025 dei Campionati Mondiali di biathlon di scena sulla neve di Lenzerheide, in Svizzera.
L’azzurro classe 2000, presentatosi al torneo iridato con all’attivo i tre podi stagionali conquistati sul circuito di Coppa del Mondo (tra cui il primo successo in carriera firmato nella mass start di Ruhpolding), si è messo al collo la medaglia d’argento nell’individuale maschile rifacendosi con gli interessi dopo i due quinti posti ottenuti nelle giornate precedenti sul tracciato della Roland Arena rispettivamente nella gara sprint e nell’inseguimento.
Ad aggiudicarsi l’oro è stato il transalpino Eric Perrot (0-1-0-0), che ha completato la distanza dei 20 km con il tempo di 47’58″1. Alle sue spalle si è piazzato il talento di Imer (0-0-0-1) a 52″4, penalizzato dall’unico errore al tiro di giornata commesso proprio nel quarto ed ultimo poligono (il secondo in piedi), mentre il bronzo è andato all’altro francese Quentin Fillon Maillet (2-0-1-0), che ha tagliato il traguardo con un ritardo di 1’59″5 rispetto al connazionale. Nettamente più indietreggiati gli altri tre italiani in gara: 49° Didier Bionaz (2-0-2-1) a 6’40″7, 55° Elia Zeni (2-0-0-2) a 7’02″9 e 70° Lukas Hofer (0-3-4-0) a 8’26″3.
“È una sensazione magnifica. Sino a qui erano stati dei bei Mondiali anche se non era ancora arrivata la medaglia. Ora con questo argento è fantastico. Sapevo di essere davanti a Perrot all’ultimo poligono e di avere anche l’occasione di vincere, avevo ben chiara la situazione nella mia testa, ma un errore può capitare. Ho comunque sparato con il 95% e vinto una medaglia iridata: sono felicissimo”, le dichiarazioni a fine gara del ventiquattrenne trentino.
Per Giacomel si tratta della prima medaglia ai Mondiali a livello personale, lui che già poteva vantare tre podi nella propria carriera: l’argento ed il bronzo di Oberhof 2023 (Germania) vinti rispettivamente nella staffetta mista e nella staffetta singola mista (specialità non olimpica) e l’altro bronzo firmato a Nové Mesto na Morave 2024 (Repubblica Ceca) sempre nella single mixed relay. Per l’Italia, inoltre, si tratta di un ritorno sul podio individuale iridato a distanza di sei anni dall’oro di Dominik Windisch nella mass start di Östersund 2019 (Svezia). L’ultimo (ed unico) azzurro a salire sul podio nella specialità odierna, infine, fu Andreas Zingerle addirittura 32 anni fa nell’edizione di Borovec 1993 (Bulgaria).
Cinema, "Katabasis" di Samantha Casella: dopo Venezia prima italiana a Roma
Roma, 19 feb. (askanews) – Dopo l’anteprima assoluta all’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Katabasis, il secondo lungometraggio dell’artista e regista Samantha Casella, è stato presentato in prima italiana il 18 febbraio al Cinema Adriano di Roma. Un evento che ha visto la partecipazione della regista e di gran parte del cast, confermando l’interesse crescente per un film che, come il precedente Santa Guerra, sta conquistando il pubblico e la critica internazionale. Ad oggi, Katabasis ha già ottenuto 292 riconoscimenti nei festival cinematografici di tutto il mondo: tra questi, 80 premi sono andati al miglior film e 72 come migliore attrice a Samantha Casella.
“Sono felice per questa mia creatura” ha dichiarato Samantha Casella, aggiungendo: “Dopo Venezia, una prima in Italia è un traguardo importante. Katabasis è un film che scava nell’anima e nella memoria, un viaggio che continua il percorso iniziato con Santa Guerra. Vorrei concludere la mia ‘trilogia del subconscio’ con un terzo film e spero di poter presto gettare le basi per questo nuovo progetto.”
Alla serata erano presenti la regista e protagonista Samantha Casella, affiancata dagli attori Francesco Leone, Bruno Bilotta, Vanessa Marini, Reyson Grumelli, Roberto Rizzoni e Marco Iannitello. Il film vede inoltre tra i protagonisti Marina Rocco, Jacopo Olmo Antinori, Matteo Fiori e Giuditta Corsi. Dopo la proiezione, il pubblico ha partecipato a un dibattito moderato dal critico e scrittore Pietro Tagliavini, approfondendo i temi e le ispirazioni di un’opera che si distingue per la sua potenza visiva e narrativa.
Il titolo stesso, Katabasis, richiama la discesa di un individuo nell’oltretomba, un tema che si intreccia con quello dell’abuso, già affrontato in passato dalla regista. Reduce da un abuso infantile rimosso, Nora (Samantha Casella) ha sviluppato una personalità indecifrabile, quasi come se cercasse di rivivere quell’antico trauma. Nora ha una relazione segreta con Aron (Francesco Leone), un giovane orfano sotto la tutela di Jacob (Bruno Bilotta), un manager cinico che lo ha trasformato in una star, costruendogli una vita privata fittizia. La loro esistenza si consuma in una villa maestosa, teatro di segreti, bugie e presenze inquietanti, poiché Nora possiede il dono di comunicare con le anime dell’aldilà. Intorno a loro si muovono figure ambigue, ognuna con il proprio dolore, che minacciano l’equilibrio della coppia. A dominare il destino di tutti è la Strega, un’entità legata alla carta dell’Imperatrice nei tarocchi, evocata da Nora in un incubo d’infanzia, che la trascina in un regno privo di salvezza.
Alla proiezione hanno partecipato anche numerosi professionisti del settore, tra cui lo showrunner Dimitri Cocciuti; gli attori Michele Abbondanza de “I Photogenici”, Emmanuele Tardino e Filippo Librando; i manager e talent scout Emanuela Corsello e Paolo Fidemi; la produttrice Monica Bartolucci; Chiara De Meis, department manager di Giorgio Armani; Pietro Tenoglio, truccatore storico del cinema italiano, testimoniando il forte interesse per un progetto che si conferma tra i più significativi del cinema indipendente italiano.
Prodotto da The Shadows Factory, Katabasis si impone come un’opera dal forte impatto visivo e concettuale, consolidando il percorso autoriale di Samantha Casella, una regista capace di esplorare il subconscio umano con immagini e simbolismi di rara potenza.
Trump: Zelensky un dittatore senza elezioni
Roma, 19 feb. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è “un comico di discreto successo” e un “dittatore senza elezioni”: lo ha scritto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sul suo profilo di Truth. mp “[Zelenskyy] si rifiuta di indire le elezioni, è molto basso nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui è stato bravo è stata quella di suonare Biden ‘come un violino’. Un dittatore senza elezioni, Zelenskyy farebbe meglio a muoversi in fretta o non gli rimarrà più un Paese. Nel frattempo, stiamo negoziando con successo la fine della guerra con la Russia, cosa che tutti ammettono solo TRUMP e l’amministrazione Trump possono fare. Biden non ci ha mai provato, l’Europa non è riuscita a portare la pace e Zelensky probabilmente vuole mantenere in funzione il “treno della cuccagna”. Amo l’Ucraina, ma Zelensky ha fatto un pessimo lavoro, il suo Paese è in frantumi e MILIONI sono morti inutilmente – E così continua…”, conclude.
Trump: Zelensky dittatore senza elezioni
Roma, 19 feb. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è “un comico di discreto successo” e un “dittatore senza elezioni”: lo ha scritto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sul suo profilo di Truth. mp “[Zelenskyy] si rifiuta di indire le elezioni, è molto basso nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui è stato bravo è stata quella di suonare Biden ‘come un violino’. Un dittatore senza elezioni, Zelenskyy farebbe meglio a muoversi in fretta o non gli rimarrà più un Paese. Nel frattempo, stiamo negoziando con successo la fine della guerra con la Russia, cosa che tutti ammettono solo TRUMP e l’amministrazione Trump possono fare. Biden non ci ha mai provato, l’Europa non è riuscita a portare la pace e Zelensky probabilmente vuole mantenere in funzione il “treno della cuccagna”. Amo l’Ucraina, ma Zelensky ha fatto un pessimo lavoro, il suo Paese è in frantumi e MILIONI sono morti inutilmente – E così continua…”, conclude.
Musica, D’Atri: Diritto d’autore asset investimento strategico
Roma, 19 feb. (askanews) – “E’ stato un bellissimo Sanremo, Conti ha fatto un’ottima conduzione. Noi abbiamo avuto un grande risultato di rappresentanza: ben 15 brani su 29, pi della met. Nel 2017 ne avevamo solo quattro”, lo ha detto stamattina Davide D’Atri, Ceo di Soundreef, intervenuto a Largo Chigi, il format in onda su Urania Tv. “Il diritto d’autore un asset d’investimento strategico in molte nazioni soprattutto dal punto di vista economico, le istituzioni devono comprendere che non solo culturale. Basti pensare che negli ultimi anni alcuni colossi della finanza hanno comprato billions di diritti d’autore. Il motivo? Le performance sono molto prevedibili e poco rischiose, ma i ritorni possono arrivare fino all’8%”.
Monti(R.Lombardia): migliorare collaborazione istituzioni del Ssn
Cernobbio (Co), 19 feb. (askanews) – “Noi abbiamo un modello eccellente, che ci invidiano in tutto il mondo, universalistico, con accesso a tutti, con la capacit di spesa migliore perch spendiamo molto meno della Germania e della Francia erogando servizi di qualit medesima, certo che i bisogni sono sempre crescenti, una popolazione che invecchia, terapie sempre pi costose, allora all’interno di questo schema noi dobbiamo cercare di migliorare gli strumenti per essere pi vicini ai pazienti, da un lato cercando di governare meglio la domanda – oggi abbiamo tante prescrizioni, a volte inutili, che allungano le liste di attesa, che complicano l’accesso dei pazienti, che poi si devono rivolgere, magari privatamente, a tutta una serie di visite – quindi serve un governo migliore del territorio passando da una maggiore collaborazione tra istituzioni”. Lo ha detto il presidente della IX Commissione Sostenibilit sociale, Casa e Famiglia della Regione Lombardia, Emanuele Monti, a margine della seconda edizione della Cernobbio School di Motore Sanit. “In questo contesto cos complicato per la sanit pubblica internazionale, e ovviamente anche italiana, c’ la necessit di fare squadra, dal Ministero, alle Regioni, alle Agenzie come Aifa e Agenas, avere veramente un rilancio della collaboerazione tra enti per trovare le scelte pi corrette mettendo al centro gli interessi dei pazienti italiani” ha ribadito.
Il 20 febbraio in prime time su Rai2 torna "Detectives"
Roma, 19 feb. (askanews) – Torna su Rai 2, in prime time da giovedì 20 febbraio, “Detectives – casi risolti e irrisolti”, il programma true crime della Direzione Rai Approfondimento, condotto da Pino Rinaldi, realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato. Dopo gli ottimi risultati d’ascolto della stagione passata, anche in questa quarta edizione protagonisti del racconto sono i “detectives”, gli investigatori della Polizia di Stato, che hanno seguito in prima persona i casi più controversi e complessi di cronaca nera, analizzati attraverso i reali documenti d’indagine.
“Il true crime – ha ricordato nella conferenza stampa di presentazione Paolo Corsini, il direttore dell’Approfondimento Rai – è uno dei generi narrativi più seguiti dal grande pubblico in tutto il mondo e in Italia in questo periodo, anche online. La Rai attraverso la Direzione Approfondimento investe moltissimo su questo genere, con tanti titoli storici di grande successo, ed è un genere televisivo dove la Rai è leader, perché ricordo che il linguaggio del servizio pubblico in questi programmi si distingue nettamente da quello delle reti commerciali per tono e stile narrativo, che Pino Rinaldi incarna a tutto tondo”.
“La Rai – ha proseguito Corsini – privilegia un approccio giornalistico al posto del sensazionalismo sic et simpliciter. Offre una narrazione attenta dei fatti, arricchita da contributi di esperti di primordine, magistrati e forze dell’ordine, uno stile sobrio, con un grande rispetto nei confronti delle vittime e delle famiglie delle vittime. Ci tengo a sottolineare che la collaborazione con la Polizia di Stato non è di natura formale, ma è parte integrante del modello narrativo del programma. La nuova collocazione in palinsesto intende valorizzare sia il format che la rete. Il target di ‘Detectives’ è perfettamente in linea con il prime time di Rai2. Penso che la prima serata sia il giusto riconoscimento del lavoro fatto in questi anni”.
“Questa collaborazione – ha detto a sua volta Sarah Scola, vice questore della Polizia di Stato – è importantissima. La Polizia di Stato crede molto in questo progetto, che da anni approfondisce i casi di cronaca giudiziaria attraverso il racconto degli investigatori, che illustrano i dettagli dell’attività investigativa svolta. Si tratta sia di casi risolti, a volte anche molto complessi, che hanno tenuto col fiato sospeso gli italiani, ma si tratta anche di casi irrisolti, che ancora aspettano di dare un volto all’assassino. Questo programma è molto importante perché fa vedere da vicino al pubblico il lavoro dei poliziotti, quindi il percorso di indagine anche attraverso documenti, materiali audio e video spesso inediti, ma anche quello che sembra che non facciamo. Nel senso che a volte capita che una indagine sembra che si sia fermata, che sia arrivata a un punto morto. Questo perché l’opinione pubblica non ha notizie nuove sullo sviluppo del caso, e ha l’impressione che la polizia non stia facendo nulla. In realtà sono proprio quelli i momenti, e si vede anche nelle storie che andremo a raccontare, in cui magari si stanno battendo più piste, si sentono i testimoni, si raccolgono elementi utili con ostinata determinazione. E a proposito di questo, un aspetto molto importante che emerge in ogni puntata è non soltanto la competenza degli investigatori, ma il loro lato umano”.
Pino Rinaldi, il conduttore, ha voluto infine sottolineare come “il programma non voglia in alcun modo essere un talk, e confesso che non sarei all’altezza di fare un talk, non è nella mia natura. Quello che forse riesco a fare benino – ha proseguito – è di raccontare le storie, sono un narratore, non un conduttore, e questo racconto io lo faccio innanzitutto con chi ha seguito questo caso, con chi ha fatto le indagini, i detective della polizia. Può essere un vice questore, oppure questori, prefetti, persone che hanno vissuto quel tipo di esperienza, ma poi quello che abbiamo capito durante questi anni è che certi delitti, certe storie, devono essere comprese attraverso una lettura più complessa, a più livelli, perché una storia coinvolge più aspetti, psicologico, criminologico, sociologico e antropologico, di qui l’importanza degli esperti”.
Cinema, "Buio come il cuore" debutta a Los Angeles Italia Film Festival
Roma, 19 feb. (askanews) – Il noir Buio come il cuore, diretto da Marco De Luca e scritto dallo stesso regista insieme a Claudio Masenza, farà il suo debutto in anteprima americana al Los Angeles Italia Film Festival, un evento di prestigio che celebra il meglio del cinema italiano.
Nella straordinaria cornice del leggendario Chinese Theatre a Hollywood, il festival accoglierà questa kermesse dal 23 febbraio al 1° marzo, portando a Los Angeles un assaggio di eccellenza cinematografica.
Il film, che vanta un cast d’eccezione composto da Elisabetta Pellini, Antonio Grosso, Antonietta Bello, Stefano Gianino e Gabriele Rossi, è impreziosito dalla partecipazione di due icone indiscusse del cinema italiano, Stefania Casini e Luc Merenda, che appaiono in due camei memorabili. Prodotto dalla Blue Film di Mario Pezzi e Claudio Bucci, Buio come il cuore è stato distribuito nelle sale italiane il 12 dicembre e sarà presto disponibile su una piattaforma streaming, permettendo a un pubblico più ampio di scoprire questo insolito e misterioso noir.
Girato interamente tra le suggestive location di Reggio Calabria e Scilla, grazie al supporto della Fondazione Calabria Film Commission, il film si arricchisce della presenza di talentuosi attori calabresi come Costantino Comito e Walter Cordopadri. Al centro della trama, una storia di passione, criminalità e ambizione, in cui il regista Marco De Luca descrive la sua opera come “una versione moderna dei grandi film noir della Hollywood classica, arricchita da forti richiami al noir italiano e francese degli anni ’70 e ’80, ma raccontata con il ritmo e la tensione di un thriller contemporaneo”. La storia ruota attorno a un ménage à quatre: Anna, un’attrice che sembra destinata a diventare una star grazie a un ruolo in un film girato a Reggio Calabria, ottiene questa opportunità grazie al sostegno del marito Giulio, un uomo potente e ricco. Ma il suo passato oscuro e tormentato la rende vulnerabile e la spinge a confrontarsi con le sue insicurezze, creando una spirale di tensione emotiva e psicologica.
La colonna sonora, già disponibile su tutte le piattaforme digitali, è composta da 21 brani emozionanti, tra cui il potente “Buio”, interpretato da Lorenzo Licitra. Le musiche, edite da Bixio SAM e pubblicate sotto l’etichetta Cinevox Record, sono state composte da David Cerquetti, con la collaborazione dell’Accademia Chigiana di Siena e della Toscana Film Commission.
In occasione del festival, il film sarà disponibile online sulla piattaforma del Los Angeles Italia Film Festival, offrendo così la possibilità di essere visionato durante l’arco dell’evento, per un’esperienza cinematografica che trascende i confini.
Gallera (R.Lombardia): Oms serve se veloce e condivide dati
Cernobbio (Co), 19 feb. (askanews) – “La pandemia ci ha insegnato intanto che c’ la necessit anche di un sistema internazionale che sia molto reattivo quindi, anche i dibattiti di questi giorni, ‘fuori o dentro la Oms’, ci dicono che la Oms serve ma una Oms che svolga realmente la propria funzione con grandissima velocit e mettendo insieme le intelligenze migliori. Durante il Covid quello che era scoppiato in Cina non stato comunicato, n con tempestivit n nelle sue dimensioni, n i dati che venivano recuperati dalla Cina venivano messi a disposizione di tutti proprio per fare delle ricerche e quando questo arrivato in Europa nessuno si era strutturato e ricordiamo che non avevano neanche chiuso i voli in arrivo dalla Cina, nessuno ci aveva detto come curare i pazienti e dato indicazioni sulla velocit del contagio quindi l’organizzazione internazionale fondamentale, avere momenti, luoghi o strumenti di condivisione veloce di tutti i ricercatori per condividere i dati e provare ad affrontare le pandemie assolutamente necessario, poi dobbiamo lavorare a rafforzare il sistema sanitario”. Lo ha detto l’ex assessore al welfare e attuale presidente della Commissione della Regione Lombardia per il Pnrr e il monitoraggio sull’utilizzo dei fondi europei, Giulio Gallera, a margine della seconda edizione della Cernobbio School di Motore Sanit.
"Un mondo a parte" di Riccardo Milani uscirà in Usa e altri 25 paesi
Roma, 19 feb. (askanews) – “Un mondo a parte” di Riccardo Milani con Antonio Albanese e Virginia Raffaele, film recentemente proiettato a Parigi presso la sede dell’Unesco, è stato venduto negli Usa e in altri 25 paesi nel mondo.
Uscito già in Israele, Germania e Austria sarà nelle sale spagnole dal 30 aprile prossimo. Seguirà la distribuzione in Polonia, Australia e Brasile. Dopo aver partecipato a diversi festival e rassegne nel mondo il film parteciperà anche al Red Lorry Film festival di Mumbai.
Mattarella: vicini a Israele ma assicurare futuro ai palestinesi
Roma, 19 feb. (askanews) – “Siamo vicini a Israele in questi giorni tristi in cui si acuisce il dolore per l’inaccettabile e disumana strage del 7 ottobre con la restituzione dei corpi degli ostaggi. Difendiamo il diritto di Israele alla sicurezza. Se è vero che non c’è pace senza sicurezza, è anche vero che non ci può essere sicurezza senza pace. Per avere una pace reale nel Medio Oriente bisogna assicurare una concreta prospettiva di futuro ai palestinesi, con ovviamente l’esclusione di Hamas”. È quanto ha detto, secondo quanto si apprende, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso del colloquio al Quirinale con il presidente dello Stato d’Israele Isaac Herzog in visita ufficiale in Italia.
Tra gli altri temi oggetto dell’incontro i due presidenti hanno affrontato anche la situazione in Libano, Siria, Iran, Libia.
Terra fuochi, Meloni: Giuseppe Vadalà sarà commissario unico
Roma, 19 feb. (askanews) – Giuseppe Vadalà commissario unico per la Terra dei fuochi. Ne ha dato notizia la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri che si è tenuto stamane.
“Ci tenevo a segnalare – ha detto a quanto si apprende – che, all’interno del decreto-legge sulla Pubblica Amministrazione, il Governo ha voluto inserire delle norme che puntano ad affrontare e risolvere l’annosa questione legata all’inquinamento ambientale nella ‘Terra dei fuochi’. Sono norme che introduciamo per garantire l’attuazione di quanto previsto dalla sentenza del 31 gennaio 2025 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha condannato l’Italia per non aver adottato adeguate misure per fronteggiare l’inquinamento dell’area. Violazioni che risalgono nel tempo, in un contenzioso aperto da diversi anni”.
“La norma – ha proseguito Meloni – affida ad un Commissario unico, che sarà il generale Giuseppe Vadalà, il compito di coordinare la bonifica del territorio, affidandogli poteri straordinari legati alle attività specificatamente indicate dalla sentenza della Cedu”.
Claudio Baglioni annuncia 10 nuovi concerti in 6 teatri del Sud Italia
Milano, 19 feb. (askanews) – 10 nuovi recital solistici in 6 teatri del Sud Italia completano a dicembre “PIANO DI VOLO SOLOtris”, l’ultimo tour nei grandi teatri lirici italiani di Claudio Baglioni, che dal suo decollo – il 15 gennaio dal Teatro dell’Opera di Roma – sta ottenendo un clamoroso successo.
Dopo “SOLO” e “SOLObis”, “PIANO DI VOLO SOLOtris” rappresenta il gran finale del percorso concertistico assolo con il terzo, nuovo e perfezionato capitolo dell’esperienza musicale dal vivo nei teatri classici.
Le nuove mete del PIANO DI VOLO sono il Teatro Verdi di Salerno l’11 e il 12 dicembre, il Teatro Verdi di San Severo il 15 e il 16 dicembre, il Teatro Orfeo di Taranto il 18 e il 19 dicembre, l’Auditorium 10 Settembre 1943 di Isernia il 22 dicembre, il Teatro Maria Caniglia di Sulmona il 23 dicembre e, infine, il Teatro Petruzzelli di Bari il 28 e il 29 dicembre.
I biglietti per i nuovi concerti di “PIANO DI VOLO SOLOtris” saranno disponibili da domani, giovedì 20 febbraio, alle ore 10.00 su TicketOne.it e nei punti vendita e nelle prevendite abituali (per info www.friendsandpartners.it).
“SOLOtris”, con 120 concerti che attraversano dal Nord al Sud il Belpaese fino alla fine dell’anno, toccando gli scenari più prestigiosi e suggestivi di 48 città italiane, chiude la trilogia di SOLO. Con un totale di 300 esibizioni, il progetto live diventerà la tournée più lunga della carriera di Claudio Baglioni, completando i precedenti e storici giri di recital solisti: Assolo (1986), Incanto (2001), Diecidita (2011-2012-2013).
Dopo il debutto del tour al Teatro dell’Opera del 15 gennaio Il recital atterrerà in altri due momenti cruciali del tour al Teatro dell’Opera: il 12 maggio 2025, quando sarà completata la mappa del Nord e Centro Italia – prima parte di PIANO DI VOLO – e il 27 ottobre 2025, quando chiuderà, con un passaggio di testimone, questa staffetta ideale, facendo decollare l’ultima fase del sorvolo che porterà Claudio Baglioni sui palchi dei teatri lirici del Sud Italia, fino all’atterraggio definitivo al Teatro Petruzzelli di Bari il 29 dicembre.
PIANO DI VOLO è un concerto-racconto del cantautore, unico protagonista sulla scena. Un’impresa innovativa e sempre in rinnovamento, una trasvolata solitaria in cui l’interprete, il compositore, il musicista e l’intrattenitore s’incontrano tra musica e invenzione, parola e narrazione, storia e sperimentazione, rigore e improvvisazione.
Le canzoni, nelle versioni solistiche, ritornano nella dimensione essenziale e nuda nella quale sono state create e costruite dall’autore – quando erano ancora soltanto “sue” – e, subito dopo, cercano atmosfere inedite, itinerari sconosciuti e luoghi stupefacenti verso cui andare. Ogni brano è un tragitto, una rotta tracciata, un’andatura sorprendente.
Claudio Baglioni è il pilota che annuncia e dirama il suo piano di volo, scelto, di volta in volta, per viaggiare nel tempo e nello spazio, nello stesso momento, reali e fantastici di un palco teatrale, insieme ai passeggeri spettatori. Il piano, declinato in tre modalità – un pianoforte classico gran coda, un pianoforte elettrico e un pianoforte avveniristico – è il mezzo e lo strumento di volo e di suono. Il piano tridimensionale dell’emozione, dell’irrealtà, dell’immaginazione. La performance di PIANO DI VOLO è un’evoluzione speciale, dinamica, una traiettoria artistica sbalorditiva, “singolare”. Un esempio singolo. Come un numero uno. Come l’artista sul palcoscenico. Come in un sorvolo isolato e insolito, ma non da solo. Dentro gli occhi di tanti altri. Con i sogni fatti da tanti altri.
In questo “concerto ravvicinato del terzo tipo”, classico e futuribile, nel medesimo istante, Claudio Baglioni condivide, a strettissimo contatto, con gli spettatori, le opere e le composizioni più preziose del suo repertorio e le vicende della sua vita artistica e personale, come a trovarsi e giocare in un popolato cortile a cielo coperto, nell’ineguagliabile scenario, segreto e magnificente, dei grandi, prestigiosi e bellissimi teatri italiani di tradizione.
Il tour è prodotto e organizzato da Friends & Partners e Come s.r.l.
Spazi da non perdere, a Prato “L’anima(le) del museo”
Roma, 19 feb. (askanews) – Una nuova installazione permanente stata realizzata negli scorsi mesi al Centro Pecci del Comune di Prato: L’anima(le) del museo, un progetto di rigenerazione di uno spazio esterno del museo che unisce l’edificio storico dell’architetto Italo Gamberini a quello nuovo di Maurice Nio, rifunzionalizzato dal Comune di Prato nell’ambito del progetto Ciel’in Citt.
L’opera stata co-progettata da Studio Ecl, Luca Boscardin e Sociolab con gli studenti delle scuole di Prato durante alcuni laboratori di ideazione collaborativa attorno al tema del gioco interculturale e realizzata nell’ambito del progetto Ciel’in Citt, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povert educativa.
Il nuovo spazio ha come obiettivo principale di favorire l’incontro e l’interazione sociale di bambine e bambini, ragazze e ragazzi (con un’attenzione particolare alle fasce dai 3 ai 17 anni, ma aperto a tutti), diventando terreno di sperimentazione per mondi immaginari e incontro transgenerazionale, per sviluppare una personale e collettiva sensibilit verso l’arte e la creativit contemporanea, contribuendo alla riduzione della povert educativa dei giovani fruitori.
“Il progetto nasce nel 2019 dall’esigenza di restituire un’ulteriore area dello spazio museale alla fruizione dei cittadini, in particolare di bambini e ragazzi, e dall’osservazione dell’uso che autonomamente una comunit di giovanissimi gi fa della struttura esterna del museo, come luogo di ritrovo, gioco, skate e parcour” – spiega Irene Innocente, ideatrice del progetto per il Centro Pecci e Coordinatrice del Dipartimento Educazione del museo.
Questo playground quindi nasce come progetto di un concorso, vinto nel dicembre 2022. “La cosa pi interessante per – spiega Emanuele Barili (Architetto ECL) – che non veniva richiesto un progetto finito, ma veniva richiesto in qualche modo un progetto flessibile che permettesse attraverso la partecipazione con le scuole e con i bambini di andare a costruire assieme questo spazio”.
“L’anima(le)” infatti una creatura frutto dell’immaginazione e della fantasia dei bambini di 16 classi diverse di scuole elementari e medie della citt.
Bartoli (Ordine Giornalisti): “Vicenda Paragon ha troppi lati oscuri”
Roma, 19 feb. (askanews) – “Una vicenda che ha tantissimi lati oscuri, che non si riesce a chiarire. Quindi noi abbiamo ritenuto di fare un’iniziativa, la prima nella storia dell’Ordine e della Fnsi, di fare formale denuncia alla procura della Repubblica, perch intollerabile non sapere chi e perch ha spiato dei giornalisti”: cos il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, a margine di una conferenza stampa nella sede della Federazione Nazionale Stampa Italiana, durante la quale stata presentata l’iniziativa giudiziaria. Presenti inoltre il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani e la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante.
“Questa situazione confligge con le elementari basi di uno stato di diritto, di una democrazia, quindi dopo avere atteso gi diversi giorni e settimane di fare chiarezza, adesso abbiamo preso questa iniziativa, che sia la magistratura a fare chiarezza. Non ci pu essere il segreto di Stato su chi spia in maniera illegale e illegittima i giornalisti”, ha sottolineato Bartoli.
IA, ex direttrice tecnologia OpenAI crea una startup rivale
Roma, 19 feb. (askanews) – L’ex responsabile della tecnologia di OpenAI, Mira Murati, ha avviato una start-up rivale sull’intelligenza artificiale, focalizzata sulla diffusione di questi sistemi. Lo riporta il Finacial Times, secondo cui la 36enne ha presentato la sua “Thinking Machines Lab” con l’obiettivo di rendere i sistemi di intelligenza artificiale “più ampiamente compresi e personalizzati”.
Con sede a San Francisco, la start-up conta altri ex del personale di OpenAI, la società che ha creato ChatGPT. Murati aveva temporaneamente guidato OpenAI durante il fallito tentativo di siluramento di Sam Altman.
Autonomia differenziata, Emilia-Romagna si sfila: strumento sbagliato
Bologna, 19 feb. (askanews) – L’Emilia-Romagna rinuncia al percorso di autonomia differenziata. Lo ha annunciato il presidente della Regione Michele de Pascale durante l’Assemblea legislativa, segnando una svolta rispetto alla linea tenuta dal suo predecessore Stefano Bonaccini.
“Non condividiamo lo strumento, riteniamo che non serva differenziazione nelle competenze fra le Regioni – ha spiegato de Pascale -. In questo momento il dibattito a livello nazionale non neanche particolarmente serio. E’ evidente che la maggioranza della maggioranza di governo soffre questo provvedimento e sta cercando di metterlo da parte, mentre legittimamente la Lega pretende che vengano rispettati gli accordi di governo”.
“Secondo noi c’ un po’ un gioco delle parti, un teatrino e non vogliamo impegnare l’Emilia-Romagna in questo dibattito poco produttivo – ha aggiunto -. Lo strumento sbagliato, pensiamo che si possa perseguire l’autonomia in maniera non differenziata e amministrativa, non legislativa”.
Sulla discontinuit con Bonaccini, de Pascale ha rivendicato una scelta “autocritica”: “Io ero parte di quel percorso come presidente dell’Anci Emilia-Romagna, un cambio di orientamento basato sui fatti, non una questione pregiudiziale. Sono ormai 8 anni che si discute di autonomia differenziata e non ha portato a nulla. Durante la pandemia le Regioni hanno mostrato i limiti di andare ognuno nella sua direzione. Siamo davanti a scenari internazionali che dicono che serve un’Italia pi forte in Europa, non un’Emilia-Romagna pi autonoma rispetto al Paese”.
Calcio, Gasperini attacca Lookman per il rigore,lui: "Irrispettoso"
Roma, 19 feb. (askanews) – “Credo che Lookman sia uno dei peggiori rigoristi che io abbia mai visto. Li calcia malissimo, anche in allenamento ha una percentuale realizzativa davvero bassa”. Dura la presa di posizione di Gian Piero Gasperini al termine della sconfitta col Bruges, altro stop ai playoff che ha causato l’eliminazione dell’Atalanta dalla Champions League. Battuti sia all’andata che al ritorno dei belgi, i nerazzurri avevano accarezzato la possibilità di rimontare dopo la rete neoentrato Lookman e il rigore del possibile 2-3, penalty calciato dallo stesso nigeriano ma parato da Mignolet. “C’erano Retegui e De Ketelaere che potevano tirarli – ha proseguito Gasperini in conferenza -, ma sull’onda dell’euforia per il gol appena segnato ha voluto prendere lui il pallone. Un gesto che non mi è piaciuto”. Un commento che ha portato alla replica dello stesso Ademola Lookman, sfogo condiviso attraverso una Instagram story.
Ecco il posto integrale dell’attaccante dell’Atalanta: “Mi rattrista dover scrivere questa dichiarazione in un giorno come questo, soprattutto per quello che abbiamo realizzato insieme come squadra e come città. Essere additati nel modo in cui sono stato non solo mi ferisce, ma mi sembra anche profondamente irrispettoso, non da ultimo per l’immenso duro lavoro e impegno che ho sempre messo ogni giorno per aiutare a portare successo a questo club e agli incredibili tifosi di Bergamo. In verità, ho affrontato molti momenti difficili durante il mio periodo qui, la maggior parte dei quali non ho mai parlato perché secondo me la squadra deve sempre essere protetta e deve venire prima. Questo rende ciò che è successo ieri sera ancora più doloroso. Insieme ai nostri incredibili tifosi, anche noi come squadra stiamo soffrendo per il risultato di ieri sera. Durante la partita il rigorista designato mi ha incaricato di calciarlo e, per supportare la squadra, mi sono assunto la responsabilità di farlo in quel momento. La vita è fatta di sfide e di trasformare il dolore in potere e continuerò a farlo”.
Formula1, Vasseur: "Oggi siamo tutti campioni del mondo"
Roma, 19 feb. (askanews) – “A questo punto della stagione siamo tutti campioni del mondo ed è sempre una specie di luna di miele. Dal punto di vista tecnico, la verifica in pista è stata buona”, lo ha detto il team principal della Ferrari, Fred Vasseur, parlando a Sky Sport dopo il primo giorno in pista della nuova SF-25 sul tracciato di Fiorano: “La battaglia è stata serrata lo scorso anno e non c’era bisogno di una rivoluzione. Hamilton era emozionato ieri a Londra, ma lo è da un po’. Sulla carta siamo quattro team in grado di lottare per il titolo, poi dopo i primi gp vedremo come stanno le cose” Intanto Charles Leclerc ha completato i 100 km con la SF-25 a Fiorano. Dopo la pausa pranzo toccherà a Lewis Hamilton. Non ci sono dati ufficiali, ma Leclerc avrebbe migliorato i tempi della scorsa stagione.
A Roma riapre il Fiamma, sarà ancora un cinema e polo multifunzionale
Roma, 19 feb. (askanews) – Il Fiamma di Via Bissolati a Roma riaprirà e sarà ancora un cinema. La gestione della storica multisala sarà curata da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini dell’Associazione Culturale PlaytownRoma che da oltre vent’anni si occupa di promuovere il cinema e l’audiovisivo.
La sala, chiusa dal 2017, è stata acquisita dal gruppo Caroli dell’imprenditore Floriano Caroli, già promotore in passato di iniziative legate al mondo dell’arte e della cultura, che l’ha rilevata dal Centro Sperimentale con l’obiettivo di riaprirla e farla tornare ad essere un punto di riferimento non solo per il quartiere ma per tutto il pubblico romano, con spazi di aggregazione culturale e sociale.
Il Fiamma sarà non solo un cinema ma un polo multifunzionale che terrà conto sia dell’importanza storica del primo multisala della Capitale (ospitò le anteprime di capolavori come “La dolce vita” il 4 febbraio del 1960 e “8 ½” il 13 febbraio del 1963 ma anche la prima edizione dei David di Donatello nel 1956) che di un progetto innovativo legato al cinema di qualità, alla scoperta di nuovi talenti, alle nuove forme di espressione cinematografica e alla valorizzazione del patrimonio di oggi e di ieri.
L’iter che porterà alla riapertura del cinema di via Bissolati e la presentazione del progetto della nuova struttura saranno comunicati nei prossimi mesi.
“Il Fiamma riapre e sarà un cinema per tutti – hanno dichiarato Fabia Bettini e Gianluca Giannelli – Lo sarà grazie ad un gruppo di imprenditori illuminati che con noi ha creduto nell’importanza di irradiare la città attraverso la cultura considerandola un volano imprescindibile per la rinascita e il rilancio del centro storico e della Capitale. Siamo pronti a entrare in dialogo con tutte le istituzioni, il Comune di Roma Capitale, la Regione Lazio e il Ministero della Cultura, che stanno lavorando sul rilancio e sull’importanza delle sale cinematografiche in città, sia come presidio culturale che come industria creativa. Al Fiamma torneranno i giovani che da anni sono la nostra energia e il nostro lavoro e il pubblico che ama il cinema e che abbiamo incontrato nei quartieri più difficili e lontani dal centro storico. Sarà un polo culturale audace, in cui aggregare umanità, idee e gli amici della comunità del cinema. Un luogo di formazione, incontro, studio e di scoperta del talento e delle nuove forme di espressione cinematografica oltre che di valorizzazione del patrimonio presente e passato”.
“Il Fiamma è stato un simbolo dell’epoca d’oro del cinema italiano oltre che per tanti romani che ancora lo ricordano – ha affermato il Gruppo Caroli, sottolineando – Riaprirlo, trasformando lo spazio in un polo culturale che guarda ai giovani, dandogli nuova vita con investimenti adeguati, rappresenta per noi una mission strategica. Pensiamo che la partecipazione culturale possa essere un importante veicolo per la rigenerazione urbana oltre che un volano formidabile per l’inclusione sociale e per lo sviluppo economico del centro storico”.
Fine vita, de Pascale: paradossale no a legge nazionale sul tema
Bologna, 19 feb. (askanews) – “E’ paradossale che chi invoca l’autonomia differenziata poi si opponga a una legge nazionale sul fine vita”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, a margine dell’Assemblea legislativa, commentando le polemiche sul primo caso di suicidio assistito in Lombardia.
“L’idea che in venti Regioni italiane si sia costretti a studiare venti sistemi diversi per decidere come si tratta una fase cos complessa della vita inaccettabile – ha sottolineato de Pascale -. “E’ un tema complessissimo, che sovrappone questioni molto diverse tra loro, come la dignit, il dolore, le terapie palliative, le condizioni di vita, le scelte individuali, il rispetto verso la vita e la malattia”.
“Tutti i governatori sono nella stessa identica condizione di dover occupare uno spazio con strumenti locali che non proprio delle Regioni”, ha aggiunto il presidente. “L’Emilia-Romagna nel passato mandato aveva adottato una delibera di giunta, contro la quale c’ stato un ricorso al Tar ancora pendente. La Toscana ha fatto una legge. Fontana invoca una legge. Ma inaccettabile che questo tema non venga affrontato a livello centrale”.
Calcio, Ranieri: "Quello di domani è un signor arbitro"
Roma, 19 feb. (askanews) – Giornata di vigilia in casa Roma. I giallorossi preparano la sfida contro il Porto, in programma domani, giovedì 20 febbraio, alle ore 18.45 all’Olimpico. Dopo gli episodi dell’andata attenzione sull’arbitro del match: “L’arbitro che ci sarà – il francese Francois Letexier ndr – è un enfant prodige – dice Ranieri in conferenza stampa – mi ha arbitrato quando ero in Ligue 1 due partite. È un signor arbitro, bravissimo. Con tutte le partite in Uefa non ho mai detto nulla sugli arbitri, mi vanno sempre benissimo. Sull’altra domanda: quello che mi interessa è vedere i ragazzi che si divertono e giocano tra di loro. Penso che anche i tifosi siano felici di questo”. Le italiane eliminate le fanno alzare ancor di più l’attenzione: “Io ho sempre l’asticella alzata. Il calcio è uno sport bellissimo, in cui non c’è nulla di scritto. Ho detto alla fine della partita d’andata che parliamo di un 50-50, e così è. Affronteremo una buonissima squadra, molto giovane e con un tasso tecnico molto elevato. Sarà una grande partita”. Su Dovbyk: “Sta migliorando, ma deve ancora crescere tanto. E’ il nostro punto di riferimento offensivo: è un processo che va sempre di più migliorato, ma sono positivo. Sono cose che solo con il lavoro possono essere limate”. Hummels “è tornato a pieno regime. Sta bene e si è allenato bene questa settimana. È disponibile”. Dybala nelle ultime 9 partite di Europa League non ha segnato: “Dico sempre che per la legge dei grandi numeri, prima poi qualcosa cambierà. Prima o poi segnerà”. Che cosa si può evitare rispetto alla gara d’andata: “Nella gara d’andata sono contento di tutto quello che ho visto, sia quando eravamo in 11 che in 10 uomini. Sono molto orgoglioso di questi ragazzi che mi stanno seguendo da quando sono arrivato”.La Roma sui calci d’angolo subisce molte ripartenze: “Noi lavoriamo sempre, anche se a volte penso che ci sia un po’ di casualità. Ci sono periodi in cui prendi gol in determinate situazioni. Con il Porto domani dobbiamo fare molta attenzione: è una squadra molto tecnica che va diretta verso la porta”. Come si allena la difficoltà a centrare la porta: “Contro il Parma è stata una partita un po’ particolare perché, giocando in 10 hanno, chiuso un po’ tutti gli spazi. Penso che per quanto riguarda i gol fatti la squadra si sta ben comportando. Poi è chiaro che ci sono dei goleador. Alcune volte è proprio questione di quanti giocatori hai per far gol”.
Bce, Schnabel: vicini al punto in cui fare pausa o fermare tagli tassi
Roma, 19 feb. (askanews) – Alla Bce “ci stiamo avvicinando al punto in cui potremmo dover fare una pausa o arrestare i nostri tagli ai tassi di interesse”. Lo ha affermato Isabel Schnabel, l’esponente tedesca che siede nel Comitato esecutivo della Bce in una intervista al Financial Times.
Interpellata sulla remota ipotesi di futuri rialzi, risponde invece “No. Questo lo escluderei”. Il punto, secondo Schnabel, è che con le riduzioni già operate al costo del danaro il livello restrittivo della linea monetaria “si è ridotto in maniera rilevante, in misura tale che non possiamo affermare in maniera risoluta che la nostra linea resti restrittiva”.
L’economista spiega che in questo ambito la Bce guarda attentamente alle indagini presso le banche, che nell’ultima edizione riportavano che 9 istituti su 10 affermano che il livello dei tassi non ha effetti sulla domanda di prestiti, mentre un anno fa un terzo delle banche rispondeva che i tassi frenavano la domanda.
Sul se a marzo bisognerà rimuovere, dal comunicato del Consiglio direttivo, il riferimento alla intonazione restrittiva della linea monetaria – posto che generalmente è atteso un nuovo taglio dei tassi di interesse da 25 punti base – “si tratta di una discussione che avremo” al prossimo direttorio. Ad ogni modo “non bisogna assegnare eccessiva importanza a differenze dell’ordine di 25 punti base”.
Dato che non è più chiaro se la politica monetaria sia ancora restrittiva “per me la direzione di marcia non è a sua volta più chiara”, insiste. Peraltro, per quanto riguarda l’inflazione, i recenti rialzi dei prezzi dell’energia sono un fattore da “monitorare attentamente. Secondo me – dice ancora Schnabel – i rischi sulle nostre prospettive di inflazione si sono in qualche misura mossi verso il rialzo. Quindi non escluderei che l’inflazione torni al 2% più tardi di quanto abbiamo anticipato. Ma questo resta da verificare”.
Il quotidiano la subissa di domande sul concetto “tasso di interesse naturale” (R*), ovvero il livello del costo del denaro compatibile con una inflazione stabile in una economia che funziona a piena capacità. Secondo Schnabel il concetto ha rilevanza dal punto di vista analitico e accademico, ma è circondato da incertezza: alla Bce “sappiamo che ne sappiamo davvero poco”. E comunque “non può essere in alcun modo una guida affidabile per la politica monetaria” del giorno per giorno. (fonte immagine: ECB 2024).
Lanzarin (Regione Veneto): stop al finanziamento della sanit a silos
Cernobbio (Co), 19 feb. (askanews) – Le Regioni non in deficit “devono essere messe nella facolt di poter utilizzare le risorse” del fondo sanitario nazionale, garantendo i livelli essenziali delle prestastazioni, “ma anche non a silos come siamo adesso perch questo ci permetterebbe” di “poter dare anche dei servizi aggiuntivi”. Lo ha detto l’assessore alla sanit della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, a margine della seconda edizione della Cernobbio School di Motore Sanit. “Oggi un momento particolare, difficile, con il post emergenza pandemica e la carenza di personale che ritengo sia il vero problema all’interno dei sistemi sanitari tutti, la cronicit, l’invecchiamento della popolazione, la sostenibilit, perch abbiamo costi aggiuntivi legati a tanti fattori stanno comunque mettendo a dura prova il sistema, il nostro modello che universalistico, cio noi curiamo tutti e credo sia un privilegio dell’Italia che va difeso fino alla fine. chiaro che dobbiamo investire sempre pi sui modelli organizzativi, della rete ospedaliera e di quella territoriale” finanziata dal Pnrr per serve anche “un passaggio culturale” per “indirizzare il cittadino sulla rete” ha aggiunto l’assessore.
Tennis, Wenzel (Wada): "Sinner? Non è un caso di doping"
Roma, 19 feb. (askanews) – Ross Wenzel, il General Counsel della Wada, ha rilasciato un’intervista a Sky UK sul caso che ha coinvolto Jannik Sinner (sospeso per tre mesi in virtù di un accordo con l’agenzia mondiale antidoping per la questione clostebol). “Wada ha condotto una significativa indagine dal punto di vista scientifico, non solo sui fatti. C’è stata una versione dei fatti assolutamente comprovata dall’inizio alla fine. Quello che è successo è molto chiaro. Ma anche dal punto di vista scientifico c’è stata una investigazione. Wada ha consultato diversi esperti con lo stesso risultato. Le due positività del marzo 2024 semplicemente non sono compatibili con il doping intenzionale, nemmeno attraverso micro-dosaggi. Posso aggiungere una cosa, che non è stata ancora dichiarata ufficialmente dalla Wada ma che credo sia importante dire per la prima volta. Sono stati controllati tutti i campioni dei test sostenuti da Sinner nei 12 mesi precedenti alle due positività del marzo dello scorso anno. Lo scopo era cercare ogni indizio simile, ogni possibile traccia della sostanza incriminata in tutti i campioni. La risposta da parte di tutti i laboratori su un numero così grande di campioni è stata che non è stato trovato nulla. Qualsiasi cosa la gente possa pensare di questo caso, è chiaro che questo non è un caso di doping o di comportamento scorretto. Penso che sia necessario capire bene questo fatto”.
Sui tre mesi di sospensione: “I tre mesi di sospensione sono una sanzione giusta e corretta in questo caso. La possibilità di arrivare ad un accordo in ogni fase del procedimento è qualcosa che è chiaramente stabilito dalle regole. Wada lo ha fatto in altri 67 casi da quando l’articolo che prevede i patteggiamenti è entrato in vigore quattro anni fa con il codice del 2021. Abbiamo pensato che fosse il modo giusto per risolvere questo caso. È stato, direi, un caso esemplare di accordo tra le parti. La pena minima di un anno, stabilita dal codice per la negligenza, secondo noi sarebbe stata ingiusta per i fatti specifici che sono avvenuti. Molti mi sembrano d’accordo con questa interpretazione”.
Bertolaso: “Possiamo predire rischi salute, manca volont di farlo”
Cernobbio (Co), 19 feb. (askanews) – “Che cos’ la medicina predittiva? quella medicina, che si avvale anche dell’intelligenza artificiale, che mette insieme tutti i dati di una persona, da quando nato, le vaccinazioni che ha fatto, le malattie che ha avuto, le tonsille che gli hanno tolto, le sigarette che fuma, perch tutti questi dati ci sono, e quindi capire esattamente quale sar il percorso di vita di questa persona. Oggi possibile farlo e se tu sei in grado di avere questa palla di vetro che ti permette di capire quali sono i rischi che tu correrai nei prossimi dieci, 20 o 30 anni puoi mettere in pratica quelle azioni preventive che ti possono impedire di ammalarti e questo mi pare un vantaggio non di poco conto e poi per la comunit ci sono dei risparmi sulla spesa straordinari, il tutto su base volontaria”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, a margine della seconda edizione della Cernobbio School di Motore Sanit. “Manca la volont politica di poter coniugare tutti i dati che abbiamo, tutte le informazioni che ci sono, a un sistema di medicina predittiva” ha aggiunto.
Putin: i colloqui a Riad sono andati bene, la Russia ha fatto il primo passo
Roma, 19 feb. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin “valuta positivamente i risultati” dei colloqui ieri con la delegazione ad alto livello americana a Riad.
“La Russia ha fatto il primo passo per riprendere la collaborazione con gli Stati Uniti in una serie di aree di reciproco interesse, tra cui il Medio Oriente”, ha dichiarato il capo del Cremlino. Vladimir Putin ha dichiarato poi che la Russia è pronta a tornare al tavolo dei negoziati sul conflitto in Ucraina, affermando che Mosca “non si è mai sottratta alle trattative”.
Germania, 4 candidati (e un superfavorito) per la cancelleria
Roma, 19 feb. (askanews) – Sono quattro i candidati alla cancelleria tedesca dopo il voto di domenica 23 febbraio e tra loro il conservatore Friedriech Merz è quello con più probabilità di ottenere la carica. Gli altri aspiranti sono l’attuale cancelliere Scholz, il candidati dei Verdi Robert Habeck e per Afd Alice Weidel, una prima volta per l’estrema destra tedesca, che punta a essere la seconda forza in parlamento.
FRIEDRICH MERZ Il 69enne leader dell’opposizione tedesca ha dominato la campagna elettorale. Capo dell’Unione Unione Cristiano-Democratica (Cdu) dopo l’uscita dalla scena politica di Angela Merkel, Merz ha impresso un corso più conservatore alle politiche del blocco Cdu-Csu, portando al centro il tema dell’immigrazione. Merz non ha esperienza di governo. È entrato nel Parlamento europeo nel 1989 prima di ottenere un seggio in Germania cinque anni dopo. Dopo il 2009 si è preso una pausa dalla politica attiva per diversi anni, esercitando la professione di avvocato e dirigendo il consiglio di sorveglianza della filiale tedesca del gestore di investimenti BlackRock.
OLAF SCHOLZ Il 66enne è cancelliere della Germania dal dicembre 2021. Il socialdemocratico di centro-sinistra ha una grande esperienza di governo, essendo stato in precedenza sindaco di Amburgo e ministro del Lavoro e delle Finanze. Come cancelliere, ha dovuto affrontare crisi inattese, a cominciare dall’invasione russa dell’Ucraina con le sue conseguenze economiche, particolarmente pesanti per la Germania. Scholz promuove la modernizzazione delle forze armate tedesche e ha reso la Germania il secondo fornitore di armi dell’Ucraina. E proprio le discussioni su come fronteggiare la crisi economica hanno minato la coalizione tripartita che lo ha sostenuto, sino a quando il licenziamento del ministro delle finanze Christian Lindner lo scorso 6 novembre ha aperto la strada alle elezioni anticipate: la coalizione tripartita composta dal Partito Social-democratico (Spd), dai Verdi (die Grunen) e dai liberaldemocratici di Fpd non ha infatti garantito il voto di fiducia chiesto da Scholz (207 voti a favore, 394 contrari) e a quel punto si è optato per tornare alle urne. ROBERT HABECK Cinquantacinque anni, è il candidato dei Verdi ambientalisti. È anche l’attuale vice-cancelliere e ministro dell’Economia e del Clima, con responsabilità per le questioni energetiche. Come co-leader dei Verdi dal 2018 al 2022, può rivendicare un aumento della popolarità del partito, ma nel 2021 si è fatto da parte per permettere ad Annalena Baerbock – oggi ministro degli Esteri tedesco – di essere la prima candidata del partito alla carica di cancelliere. Habeck come ministro ha suscitato giudizi contrastanti, in particolare per il piano elaborato dal suo ministero per sostituire i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili con alternative più ecologiche, argomento che ha aggravato le divisioni all’interno del governo.
ALICE WEIDEL Con Weideil, 46 anni, per la prima volta il partito di estrema destra e anti-immigrazione Alternativa per la Germania (AfD) si candida alla massima carica del Paese. Economista di formazione, Weidel si è unita al partito poco dopo la sua fondazione nel 2013. È stata co-leader del gruppo parlamentare del suo partito da quando, nel 2017, Afd ha conquistato per la prima volta dei seggi nel parlamento nazionale. È co-leader del partito dal 2022, insieme a Tino Chrupalla. A dicembre è stata nominata candidata alla carica di cancelliere, anche se altri partiti hanno dichiarato di non voler lavorare con l’AfD, per cui al momento sembra impossibile che la sua candidatura si trasformi in cancellierato.