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mercoledì, 5 Novembre, 2025
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Almasri, no aula Camera a processo per Nordio-Piantedosi-Mantovano

Roma, 9 ott. (askanews) – L’aula della Camera ha respinto l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e del sottosegretario Alfredo Mantovano, indagati a vario titolo nella vicenda Almasri.

Si sono tenute tre votazioni distinte a scrutinio segreto. I sì alla proposta di negare l’autorizzazione per Nordio sono stati 251, i no 112. Per quanto riguarda Piantedosi i sì sono stati 256, 106 i no. Su Mantovano 252 i sì, 112 i no.

Pizzaballa su Gaza: ferite ancora sanguinanti, non farsi illusioni

Roma, 9 ott. (askanews) – “A Gaza, c’è tanto dolore ancora, le ferite sono aperte, sanguinanti. Anche se adesso ci sarà il cessate il fuoco la situazione resterà drammatica ancora per molto tempo. È tutto da ricostruire, ammesso che si arrivi ad una conclusione definitiva di questo conflitto, perché non dobbiamo farci troppe illusioni. La fine della guerra, ripete, non è la fine del conflitto”: lo ha dichiarato a Radio24 il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa.

Per Pizzaballa è importante però rallegrarsi di questo passaggio di cui c’era bisogno. Il patriarca spiega a Radio 24 quali sono le urgenze a Gaza in questo momento. “Innanzitutto, servono le tende perché sta arrivando l’inverno e c’è tanta gente che non ha nulla, serve cibo, medicinali”.

Equitazione, il Global presentato al Circo Massimo

Roma, 9 ott. (askanews) – Si tenuta al Circo Massimo la conferenza stampa di presentazione della decima edizione del Longines Global Champions Tour di Roma, prestigioso circuito internazionale di salto a ostacoli in programma dal 10 al 12 ottobre. Presenti alla conferenza Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, Svetlana Celli, Presidente Assemblea Capitolina Roma Capitale, Paola Frassinetti, Sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione e del Merito, Alessandro Cochi, Presidente CONI Lazio, Remo Chiodi, Direttore Generale Direzione Ippica del Ministero dell’Agricoltura, Edy Palazzi, consigliera regionale del Lazio e vicepresidente Commissione Sport Spettacolo Cultura e Turismo, Marco Danese, Direttore Sportivo del circuito LGCT, Marco Di Paola, Presidente FISE-Federazione Italiana Sport Equestri e vicepresidente CONI, Marco Porro, CT Nazionale Italiana di salto ostacoli e l’azzurro Filippo Lupis.

Caparezza sorprende i fan e pubblica Io sono il viaggio

Milano, 9 ott. (askanews) – In occasione del suo compleanno e a quattro anni di distanza dal suo ultimo lavoro discografico, Caparezza sorprende i fan e pubblica oggi a sorpresa Io sono il viaggio, il primo singolo estratto dal disco-fumetto Orbit Orbit in uscita il 31 ottobre per BMG: una release che unisce ed esalta le sue due anime, quella di musicista e quella di grande appassionato e sceneggiatore di fumetti.

Brano che segna ufficialmente il ritorno in musica dell’artista, Io sono il viaggio esplora il potere rigenerante della vita e la capacità di rinascita dell’essere umano: non siamo solo l’inizio e la fine, ma anche il percorso, la ripartenza e la trasformazione, soprattutto quando sembra che sia tutto finito. Nel brano, Caparezza -che si identifica con il viaggio- riflette su come la vita trovi sempre un modo per ripartire, trasformando ogni fine in un nuovo inizio, ogni sconfitta in energia nuova.

Ho capito che per ogni capolinea c’è un nuovo biglietto che fa capolino/scriverò sul retro della cartolina/lo sono il viaggio, sono il bagaglio, sono il distacco, sono il traguardo.

A rendere ancora più vivo questo viaggio le sonorità elettroniche del brano, che amplificano la sensazione di movimento ed evoluzione, creando un’atmosfera sospesa tra introspezione e slancio verso il futuro.

Le novità non finiscono qui: tra ottobre e novembre il cantautore presenterà Orbit Orbit e incontrerà il pubblico in occasione di numerosi firmacopie in tutta Italia. Si parte dai tre giorni al Lucca Comics & Games: i firmacopie si terranno presso il Padiglione Sergio Bonelli da giovedì 30 a sabato 1 novembre (sarà possibile acquistare il FUMETTO presso il Padiglione Sergio Bonelli Editore in Piazza Antelminelli, mentre CD/LP e COFANETTO saranno disponibili presso ORBIT ORBIT POINT in Piazza San Martino e FELTRINELLI LIBRERIE in Via Beccheria 29).

Dal 2 novembre Caparezza percorrerà poi l’Italia da nord a sud, facendo tappa negli store Feltrinelli Librerie di Bologna, Torino, Milano, Verona, Firenze, Napoli, Taranto, Bari, Palermo, Catania, Cagliari, presso il Festival Fino a leggermi matto a Sassari, Discoteca Laziale di Roma e Clinic Music Store di Molfetta dove il giorno dell’evento sarà possibile acquistare il CD, l’LP, il COFANETTO o il FUMETTO e ritirare il pass per avere accesso prioritario all’evento (1 pass per ogni merceologia acquistata fino ad esaurimento disponibilità).

In occasione dell’uscita del nuovo album, Caparezza firma anche il suo debutto come autore di fumetti, in collaborazione con Sergio Bonelli Editore. Contestualmente all’album, arriverà infatti in libreria e in fumetteria Orbit Orbit, il fumetto evento che accompagna e completa il nuovo disco: un viaggio onirico disegnato da grandi firme e nuovi talenti del fumetto italiano. Folle e scatenato, colorato, divertente e allo stesso tempo intimo e personale, Orbit Orbit è un’avventura senza limiti.

Emozioni e solidariet al Festival del Cinema per gli animali

Roma, 9 ott. (askanews) – Si chiude il sipario sull’ottava edizione del Pet Carpet Film Festival Giubileo Edition 2025, ispirata ai valori si San Francesco D’Assisi, con tante emozioni autentiche e una finale indescrivibile, tra code scodinzolanti, battiti accelerati, lacrime di commozione e sorrisi sinceri.

La kermesse cinematografica internazionale dedicata al mondo animale, pet e wild, ha avuto per la prima volta una madrina che naturalmente ha conquistato la platea: la cagnolina Rosita, una bellissima Chihuahua di 2 anni e mezzo che ha rubato la scena all’attrice e conduttrice Paola Barale, che non si separa mai da lei da quando l’ha adottata.

Una delle numerose testimonianze di amore incondizionato che ha caratterizzato questa rassegna, a quattrozampe con le ali e con la coda, che stata condotta dalla sua ideatrice e Direttrice Artistica, la giornalista Federica Rinaudo, con Don Cosimo Schena, psicologo e poeta, il sacerdote pi seguito d’Italia sui social per via dei suoi video motivazionali, anche contro l’abbandono, e per aver accolto nella sua chiesa animali bisognosi e maltrattati. Il festival, voluto anche dalla Presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli e con il patrocinio di Camera dei Deputati, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Croce Rossa Italiana, Anas (Gruppo Fs Italiane), Fnovi, ancora una volta ha messo in evidenza la forza della sua mission, quella cio di informare, educare, sensibilizzare, attraverso le storie del cuore proiettate sul maxi schermo. Cortometraggi, provenienti dall’Italia e dall’estero, colmi di messaggi: fratellanza, inclusione e rispetto per ogni creatura. A rendere tutto pi colorato ci hanno pensato gli animali in sala, pronti a dispensare coccole, ma anche alcuni ospiti speciali come: il giovanissimo mago di appena 10 anni “Super Ale”, con i suoi interventi magici e il numero delle ombre, naturalmente a tema green & pet, il ventriloquo Antonio Diana con il suo simpaticissimo asinello “Lello”, un po’ irriverente ma decisamente un vero artista con la coda, l’allegria coinvolgente dei Comici Camici che hanno infiammato il pubblico, le dimostrazioni di Polizia e Carabinieri. Una giuria di professionisti, divisa nelle due serate di semifinale e finale, ha valutato le opere in concorso decretando i vincitori.

Si aggiudicato una doppia vittoria “Enzo, colui che vede con il cuore” di Filippo Gigliotti che trionfa come Miglior Corto Assoluto e nella sua categoria Cine Pet. “Lorenzo e Leo” di Lorenzo Tanzi vince invece la categoria Mondo Pet, insieme a “Nico, il cervo ritrovato” di Rachele di Fabrizio che arrivato primo nella categoria Docu Pet. Premio anche per “Il Pianeta S – il pane di Rosa” dell’istituto IC SOLVAY – ALIGHIERI di Livorno per la categoria Scuole Pet, mentre il p Premio “Una vita a 4 zampe” stato assegnato al cantante Valerio Scanu, per la dedizione e l’impegno verso il mondo animale. Menzioni speciali a: “Accarezzando la felicit” d Natale Belviso, “Una famiglia allargata” di Ermes Uaz e Francesca Bastone, “Tuskers” di Human World for Animals South Africa, “La storia di Jessica e Tris” di Fabio Di Marcantonio. Miglio film: Mr. Beau, scritto e diretto da Claudia Tosi. Un Pet Carpet esplosivo per la regia di Petro Romano, organizzato dalla Associazione Pet Carpet e reso possibile grazie a realt leader come PetStore Conad e Vitakraft, insieme a Cucciolotta, che ha vantato una giuria di personaggi dal mondo della cultura, dello spettacolo, del giornalismo, capitanata nelle due serate dall’attore Andrea Roncato, per la semifinale, dal presidente onorario l’attore Enzo Salvi con la sua Peggy e dalla cantautrice Grazia Di Michele, presidente di giuria, per la finale. Tra i giurati: gli attori Jane Alexander, Eva Henger con la sua Chloe, Massimiliano Vado con il cane Renato, Brice Martinet, i produttori Riccardo Ferrero e Massimiliano Caroletti, i cantautori Stefano Borgia, Mirko Fabbreschi dei Raggi Fotonici con Kiko e Paolo Audino, i conduttori Sofia Bruscoli con la sua Kelly, Bernie Cherubini e Igor Righetti con Byron, il fisico del CNR Valerio Rossi Albertini, i cantanti e comici Gemelli di Guidonia, Pierluigi Ugolini, presidente Ordine Veterinari di Roma e consigliere Fnovi, Marco Ludovico, Direttore Comunicazione Anas, l’agente del cinema Emanuela Corsello, Nicole Moscariello dell’associazione Amate gli Animali, la fotografa Barbara Gallozzi, l’influencer Lorenzo Castelluccio, Fabio Spina tesoriere dell’Ordine dei Veterinari di Roma, il regista Vittorio Rombol e il musicista Gianni Mazza. Grande soddisfazione dal punto di vista solidale con le centinaia di alimenti per cani e gatti donati da tutti i presenti (unica richiesta per poter entrare e seguire il festival) che saranno poi consegnati ai volontari di alcuni rifugi. Questo gesto di carit e condivisione riflette lo spirito del Giubileo e l’insegnamento di San Francesco, che invitava a spogliarsi dei beni materiali per donare agli altri.

Il Papa: contro la povertà pochi sforzi mentre aumentano i super ricchi

Città del Vaticano, 9 ott. (askanews) – Il mondo odierno si presenta sempre più ingiusto strutturalmente, con sistemi economico-sociali che allargano le povertà creando vere e proprie elite di super ricchi che dominano l’orizzonte internazionale. A denunciarlo è Papa Leone nella sua esortazione apostolica “Dilexi te”, “sull’amore verso i poveri”, resa nota oggi.

Nella “Dilexi te”, il pontefice afferma che “si può dire che l’impegno a favore dei poveri e per rimuovere le cause sociali e strutturali della povertà, pur essendo diventato importante negli ultimi decenni, rimane sempre insufficiente; anche perché le società in cui viviamo spesso privilegiano criteri di orientamento dell’esistenza e della politica segnati da numerose disuguaglianze e, perciò, a vecchie povertà di cui abbiamo preso coscienza e che si tenta di contrastare, – ricorda – se ne aggiungono di nuove, talvolta più sottili e pericolose”.

In questo senso il pontefice spiega che è, quindi, “da salutare con favore il fatto che le Nazioni Unite abbiano posto la sconfitta della povertà come uno degli obiettivi del Millennio”. Ma, mette in guardia Papa Prevost, “all’impegno concreto per i poveri occorre anche associare una trasformazione di mentalità che possa incidere a livello culturale”. Infatti, argomenta nel documento, “l’illusione di una felicità che deriva da una vita agiata spinge molte persone verso una visione dell’esistenza imperniata sull’accumulo della ricchezza e sul successo sociale a tutti i costi, da conseguire anche a scapito degli altri e profittando di ideali sociali e sistemi politico-economici ingiusti, che favoriscono i più forti”.

“Così, in un mondo dove sempre più numerosi sono i poveri, paradossalmente – mette in rilievo il Papa – vediamo anche crescere alcune élite di ricchi, che vivono nella bolla di condizioni molto confortevoli e lussuose, quasi in un altro mondo rispetto alla gente comune. Ciò significa che ancora persiste – a volte ben mascherata – una cultura che scarta gli altri senza neanche accorgersene e tollera con indifferenza che milioni di persone muoiano di fame o sopravvivano in condizioni indegne dell’essere umano”.

Il pontefice nel suo documento ha voluto anche citare un caso di cronaca. “Qualche anno fa, la foto di un bambino riverso senza vita su una spiaggia del Mediterraneo – ha scritto infatti – provocò grande sconcerto; purtroppo, a parte una qualche momentanea emozione, fatti simili stanno diventando sempre più irrilevanti come notizie marginali”.

Israele: cessate il fuoco a Gaza ci sarà solo dopo il voto del governo

Roma, 9 ott. (askanews) – Il cessate il fuoco entrerà in vigore nella Striscia di Gaza dopo il voto del governo israeliano sull’accordo raggiunto in Egitto con Hamas sulla prima fase del piano di pace del presidente americano Donald Trump. Lo riportano i media israeliani, dopo che la Tv egiziana al-Qahera aveva annunciato l’entrata in vigore della tregua.

“Il cessate il fuoco non è ancora entrato in vigore: entrerà in vigore solo dopo il voto del governo. Se ci saranno tentativi di attaccare le nostre forze, colpiremo i terroristi”, è la posizione israeliana riferita dal Jerusalem Post.

Il governo israeliano si riunirà nel pomeriggio alle 18 locali (17 in Italia). Stando alla convocazione pubblicata dai media israeliani la riunione ha in agenda il “Piano per il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani”.

M.O., Meloni: pace si costruisce lavorando non sventolando bandiere

Roma, 9 ott. (askanews) – “Sono molto fiera del lavoro silenzioso ma costante dell’Italia, riconosciuto da tutti gli attori in campo, sempre per ricordare che la pace si costruisce lavorando e non limitandosi a sventolare bandiere”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo in diretta al Gr1.

“Il piano di pace – ha aggiunto – è molto complesso, noi stiamo parlando della prima fase del piano che prevede da una parte il rilascio degli ostaggi e dall’altra un ritiro graduale delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. Il lavoro è molto lungo e dovrà coinvolgere anche noi e la comunità internazionale”.

Cosa prevede l’accordo sulla prima fase del piano di pace per Gaza

Roma, 9 ott. (askanews) – All’indomani dell’annuncio del presidente americano Donald Trump sull’intesa raggiunta in Egitto sulla prima fase del piano di pace per la Striscia di Gaza, Israele e Hamas firmeranno oggi l’accordo e inizieranno a dare attuazione al cessate il fuoco e al successivo scambio di prigionieri.

Di fatto, sarà l’approvazione da parte del governo israeliano, che si riunirà nel pomeriggio, ad avviare il conto alla rovescia di 72 ore per la liberazione degli ostaggi da parte di Hamas. Dopo il voto del governo, le forze israeliane cominceranno a ritirarsi entro 24 ore lungo la linea concordata con Hamas, per consentire ai miliziani di trovare tutti gli ostaggi. Secondo Ynet, in questa prima fase Israele manterrà il controllo di circa il 53% del territorio di Gaza e come parte del ritiro, le Forze di difesa israeliane (Idf) lasceranno Gaza City.

Con il ritiro delle forze israeliane, inizierà il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani ancora in mano ad Hamas, senza alcuna cerimonia pubblica, che dovrebbe avvenire tra domenica e lunedì. Il presidente Trump ha dichiarato in un’intervista a Fox News che il rilascio comprende tutti i 48 ostaggi, i 20 ritenuti ancora in vita e gli altri 28 deceduti. Tuttavia, secondo Ynet, il gruppo palestinese ha fatto sapere ai mediatori di non sapere dove si trovino nove salme.

Nel frattempo i negoziatori israeliani sono ancora impegnati a definire la lista dei 1950 detenuti palestinesi da rilasciare: 250 persone condannate all’ergastolo e altre 1.700 arrestate dall’inizio della guerra a Gaza. Secondo quanto detto a Ynet da un funzionario israeliano, nella lista non compariranno i membri della forza d’élite Nukhba di Hamas, coinvolti nell’attacco del 7 ottobre, né i leader palestinesi Marwan Barghouti, Ahmad Saadat, Abdullah Barghouti, Ibrahim Hamed e Abbas al-Sayyed, condannati all’ergastolo, di cui Hamas ha chiesto il rilascio. Hamas ha fatto sapere di essere ancora in attesa dell’approvazione definitiva dell’elenco dei prigionieri, aggiungendo: “Promettiamo ai prigionieri che rimangono in carcere e alle loro famiglie che rimarranno in cima alle nostre priorità e non ci fermeremo finché l’ultimo prigioniero non sarà liberato”.

La prima fase dell’accordo prevede anche, secondo quanto dichiarato da Hamas, l’ingresso nella Striscia di Gaza di almeno 400 camion di aiuti al giorno “nei primi cinque giorni dopo l’inizio del cessate il fuoco”. Numero che dovrebbe aumentare nei giorni successivi.

Hamas ha anche chiesto al presidente americano di garantire che “Israele rispetti tutti i suoi impegni”. Dopo aver annunciato l’intesa, ieri Trump ha detto al sito Axios che “probabilmente” sarà in Israele “nei prossimi giorni” per intervenire davanti alla Knesset, su invito del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo Ynet, Trump potrebbe arrivare in Israele domenica.

Una volta avviata la prima fase, partirà “immediatamente” la discussione sulla seconda fase del piano di Trump, secondo quanto fatto sapere da Hamas.

Massimiliano Gioni: dobbiamo interpretare le immagini in modi nuovi

Milano, 9 ott. (askanews) – “Per me fare mostre, questo sembra un po’ ambizioso e non voglio sembrare neanche trombone, un modo per misurarsi con le immagini. Viviamo in una cultura dell’immagine, viviamo in una cultura di immagini volatili, digitali, onnipresenti, viviamo in una cultura anche di inquinamento visivo”. Lo ha detto ad askanews Massimiliano Gioni, uno dei pi importanti curatori sulla scena internazionale, in occasione dell’inaugurazione dell’ultimo progetto della Fondazione Trussardi, la mostra ‘Fata Morgana’.

” sintomatico, anche se ne sono appassionato – ha aggiunto Gioni – che uno dei ultimi contributi del Made in Italy, si chiami Italian Brain Rot, ed generato da macchine e sono immagini tra lo disgustoso e l’affascinante. Tutto questo per dire che fare mostre, ma anche essere artisti o comunque avere un atteggiamento critico, non nel senso noioso, ma un senso di analisi e scoperta delle immagini, non pu che farci bene. E questa mostra spero inviti a ripensare alle immagini. Se pensiamo alle foto delle medium con gli ectoplasmi e cos via fatte nell’ottocento quando nasceva la fotografia, che come oggi l’intelligenza artificiale rendeva credibile dei fenomeni che non lo erano e quindi guardarle oggi spero che ci inviti sia a sorriderne sia a dubitare di immagini che vogliono dirci cose che spesso tragicamente aizzano l’odio e che invece dobbiamo saper

M.O., irrompe a Camera intesa pace. Dibattito, invece che su Almasri, su piano Trump

Roma, 9 ott. (askanews) – Irrompe nell’aula della Camera la prima intesa sul Piano di pace di Donald Trump. All’avvio di seduta che aveva all’ordine del giorno la discussione della Relazione della Giunta sulla domanda di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, la notizia di quanto deciso in Egitto, ha portato l’assemblea a dibattere su questo.

Le opposizioni sono tornate a chiedere che la premier Giorgia Meloni venga a riferire in Aula.

Partnership Alleanza Assicurazioni e Banca Generali nell’insurbanking

Milano, 9 ott. (askanews) – Alleanza Assicurazioni e Banca Generali insieme nell’insurbanking, segmento in forte crescita. Grazie alla partnership, Generali amplia così l’offerta di servizi per i clienti, unendo la forza e la qualità distributiva di Alleanza e il know how di Banca Generali nel private banking e nella gestione degli investimenti.

La partnership consentirà alla rete di Alleanza – che conta circa 10.000 consulenti altamente qualificati, di cui 2.700 abilitati all’iscrizione all’albo dei consulenti finanziari – di affiancare sempre più le famiglie nella protezione dei rischi, nella gestione consapevole dei risparmi e nella diversificazione degli investimenti, attraverso soluzioni personalizzate da oggi abbinate ai servizi bancari di Banca Generali per la gestione della liquidità e del conto titoli. Con una ricchezza finanziaria targetable delle famiglie che ha raggiunto l’anno scorso i 3.600 miliardi, di cui il 37% è ancora detenuta in liquidità a basso rendimento, Alleanza e Banca Generali mirano a cogliere questa opportunità strategica proponendo strumenti di qualità in grado sostituire parte del risparmio detenuto in depositi, o in titoli a basso rendimento, in soluzioni assicurative di medio-lungo termine che abbinano alla protezione dei capitali le opportunità derivanti dalla diversificazione dell’investimento in coerenza con i bisogni espressi dalla clientela.

Il progetto offre una nuova opportunità di sviluppo per Alleanza, mirata ad aumentare la quota di mercato e la diversificazione delle proprie fonti di ricavo. L’offerta della compagnia viene arricchita da strumenti per la gestione efficiente dei flussi finanziari e l’allocazione personalizzata degli investimenti delle famiglie. Allo stesso modo per Banca Generali si aprono nuovi orizzonti di crescita e redditività, potendo contare, da una parte, sull’unicità della rete distributiva di Alleanza e dei suoi 1,9 milioni di clienti per lo sviluppo nel segmento Affluent, e dall’altra sul rafforzamento delle opportunità come gestore dei fondi sottostanti alle nuove polizze multiramo.

Jeff Wall: la fotografia enigmatica perch ci somiglia troppo

Torino, 9 ott. (Askanews) – Una figura di spalle osserva una grande fotografia, un’opera di Jeff Wall. Ma chi la osserva lo stesso artista che l’ha realizzata e ora sembra cercare di nuovo di decifrarla. Forse in questo piccolo momento rubato prima di un’intervista possiamo provare a vedere un possibile approccio al racconto del lavoro di Jeff Wall, da sempre portatore di un concetto di realt fotografica tanto evidente quanto sfidante e problematica.

“Io credo che la fotocamera – ha detto Wall ad askanews – sia un dispositivo unico, che ci permette di catturare quello che i nostri occhi vedono normalmente, o per lo meno fissare qualcosa che assomiglia a ci che gli occhi umani vedono. Ma un dispositivo che in un certo senso ancora non capiamo, troppo ampio, ci assomiglia troppo, cos tanto vicina al modo nel quale facciamo effettivamente esperienza del mondo da risultarci enigmatica. La fotografia ha questa qualit e penso che non sia possibile sfuggirle”.

Il punto proprio questo: guardiamo una fotografia che assume cos tanti elementi della realt da essere quasi insostenibile. Nella massima chiarezza possibile ci accorgiamo di perdere i punti di riferimento. E la sensazione non vale per una sola immagine, ma ci accompagna lungo tutto il percorso della mostra che le Gallerie d’Italia di Torino hanno scelto di dedicare al grande fotografo canadese.

“Questo artista – ci ha detto Antonio Carloni, vicedirettore delle Gallerie d’Italia di Torino – in fondo quello che ha preso la fotografia negli anni 70, l’ha trovata nei giornali, l’ha trovata alla documentaria, l’ha trovata dedicata al reportage classico e attraverso l’interpretazione della realt, attraverso il grande formato, attraverso l’unione di cinema e di pittura e allo stesso tempo di fotografia, l’ha spinta e l’ha appoggiata alle pareti dei grandi musei e delle grandi gallerie”.

Non sappiamo che cosa sia davvero la “realt”, chiaro, e le immagini di Jeff Wall contribuiscono ad aumentare questa incertezza. Ma di fronte a esse quello che si prova un indiscutibile sensazione di “verit” della creazione artistica, pur figlia, e anche questo altrettanto evidente, di una costruzione tanto minuziosa quanto inafferrabile. E forse proprio a questa perdurante inafferrabilit stava pensando il fotografo fermo davanti all’immagine.

Fata Morgana e il mistero dell’arte come forma di liberazione

Milano, 9 ott. (askanews) – Una mostra pensata per gli spazi di Palazzo Morando a Milano, in dialogo con la collezione dedicata al costume e alla moda, per dare spazio a un pensiero diverso intorno alla storia dell’arte. La Fondazione Nicola Trussardi presenta “Fata Morgana”, progetto che nasce con un’anima esoterica.

“Racconta le avventure di tanti personaggi diversi – ha spiegato ad askanews Massimiliano Gioni, co-curatore della mostra – in un certo senso non so neanche pi se una mostra d’arte o una sorta di catalogo di biografie, soprattutto per i personaggi di inizio 800-900: molti di loro non erano neanche riconosciuti come artisti. La mostra si apre con Georgiana Houghton che nel 1871 presenta 200 acquerelli realizzati sotto l’influenza di spiriti guida e va in bancarotta perch non ne vende neanche uno e la prendono in giro nei giornali dell’epoca. Per, retrospettivamente, faceva arte astratta 50 anni prima o 40 anni prima dei suoi colleghi pi noti poi come Kandinsky o Mondrian. Lo stesso con Hilma af Klint, oggi celebrata di cui abbiamo 16 straordinarie opere. la storia anche di un’emarginazione e di tutta una riscoperta che non solo nostra”.

La mostra trae anche il titolo da un poema di Andr Breton che evocava un altrove in cui visibile e invisibile si confondono, dove sogno e realt si intrecciano fino a dissolvere i loro confini. E anche le opere esposte a Palazzo Morando cercano in qualche modo di andare oltre le limitazioni. Grazie anche al dialogo tra le tante precorritrici e artisti di oggi come Chiara Camoni o Giulia Andreani.

“Mettono nelle loro opere – ha aggiunto Marta Papini, che ha curato l’esposizione insieme a Gioni e a Daniel Birnbaum – quelle interiorit che queste artiste mediane n qualche modo giustificavano attraverso l’essere possedute dagli spiriti. Ci hanno liberato in un certo senso e ci hanno consentito di aprire l’interiorit e pubblicarla senza bisogno di essere medium”.

Quello che si dipana nelle sale, quindi, pu anche essere visto come un percorso di liberazione o di emancipazione della posizione dell’artista. “La mostra – ha detto ancora Gioni – anche un incoraggiamento a ripensare l’arte come possibilit di reinvenzione del s, al di l di qualsiasi costrizione culturale o storica”.

Il progetto della Fondazione Trussardi, poi, dialoga con la citt e le sue istituzioni culturali, in questo caso Palazzo Morando. “Per noi – ha concluso Gianfranco Maraniello – direttore musei di arte moderna di Milano – anche un modo per conoscere e riconoscere uno spazio e il suo potenziale, sia quello ereditato storico, come la biblioteca esoterica della contessa che ha donato il palazzo alla citt, sia per scoprire nuovi potenziali e usi di questo museo”.

“Fata Morgana” aperta a pubblico, a ingresso gratuito dal 9 ottobre al 30 novembre.

Giovani. Nelle mani dei social?

Replico volentieri agli interrogativi avanzati da Nino Labate nel suo articolo Davvero siamo nelle mani della televisione e dei social? (leggi qui), su questa testata, cercando di spostare in avanti la questione di come leggere il comportamento dei giovani contemporanei.

Le nuove tecnologie e il cambio di paradigma

In proposito, occorre ammettere che le certezze scientifiche dei media studies non sono più quelle che l’autore legittimamente richiama alla mente. Non è possibile rispetto al passato arrivare a semplificazioni come quella di “una generazione completamente telecomandata”, perché la modernità e l’avvento di nuove tecnologie, come il digitale e l’IA, hanno radicalmente rivoluzionato lo stato della questione, e conseguentemente costretto gli studiosi a nuove interpretazioni.

Intanto lasciamo da parte la Tv, perché il nodo oggi è casomai il sovranismo digitale. Ma anche questa frase da sola non basta. Aiuta a capire le volumetrie più imponenti delle scelte comunicative, ma non spiega tutto: le scelte politico-elettorali dei giovani, soprattutto nelle politiche, non consentono di istituire un legame prepotente tra digitale e trasformazioni delle opinioni.

 

Dalla piazza alla coscienza civile

Prendiamo il caso del ritorno alle manifestazioni pubbliche di questi giorni. Che ci siano stati episodi inaccettabili è vero, ma non al punto di dimenticare che i giovani abbiano falsificato l’immagine di una generazione tra aperitivi e divano. I movimenti di cui stiamo parlando aggiungono al dibattito uno sdegno morale e una difesa del Diritto Internazionale che vanno seriamente messi al centro dell’attenzione. È compito di chi sa.

 

Il nodo della sfiducia e dellincertezza valoriale

A dirla tutta, il nodo principale che si intravvede da tante ricerche (ne cito una soltanto: l’indagine Giovani e politica dell’Istituto Toniolo, sintetizzata lunedì 18 giugno da Avvenire), è che ciò che si afferma soprattutto è un clima di sfiducia che si riversa anche sui partiti, una non meno evidente attenzione al clima ma, in generale, la percezione di una rilevante incertezza valoriale.

È difficile del resto meravigliarsi di questi risultati, se osserviamo le condizioni morali del Paese, l’aumento della maleducazione individuale e pubblica, spesso anche l’esempio che politica, istituzioni e adulti offrono ai giovani, in una suicidaria drammatizzazione continua nei toni e negli argomenti.

 

Limpatto del monopolio digitale

A questo punto, le responsabilità del monopolio digitale sui giovani appaiono ridimensionate ma certo non secondarie. Se si pensa all’impatto emotivo che domina gli scenari comunicativi, alla velocità e frammentazione dei tagliandi “consumati” dai device e alla sostanziale assenza di politiche formative ispirate alla media education, è difficile non trarne la conclusione che una parte della coorte giovanile resti impigliata nella palude di una comunicazione troppo spesso a basso grado di innovazione, e dunque di impatto sulla formazione dei giovani.

 

Giovani più avanti degli adulti

Resta però la prova consistente che la cultura delle nuove generazioni, non da ieri, è più avanti rispetto a quella dei loro genitori e degli adulti. Lo dimostrano la varietà e, per molti versi, l’idealità ben più radicale rispetto al dibattito dei partiti, al punto che, come ho dimostrato nella Rubrica sulla Rivista Formiche nell’aprile 2024, il Parlamento disegnato dai giovani 18–25 anni non sarebbe rivoluzionato rispetto all’attuale, ma resta il fatto che i rapporti di forza sarebbero completamente diversi.

Certo, il richiamo ad alcune teorie del passato, come l’effetto confermativo dei media, non è saltato per aria, ma vale più per gli adulti “crocifissi” ai loro consumi prevalentemente tradizionali e mainstream piuttosto che per la nuova società giovanile.

La generazione del disincanto

Riflettiamo su quante crisi stratificate i giovani contemporanei hanno dovuto assorbire ed elaborare, prendendo atto definitivamente che la nostra non sembra una società strutturata al bene comune. È la prima generazione che ha dovuto pagare il conto di tante criticità di cui loro sono gli ultimi responsabili. Si spiega dunque perché, per i giovani, i toni e i teatrini della politica non appaiano solo come linguaggio, ma costruzioni sociali troppo orientate al passato.

Rispetto agli adulti, ad esempio, i media non funzionano da élite dirigente come succede in altre fasce di età.

Stabilità, normalità e bene comune

Se mi venisse richiesta una ricetta (e dunque una semplificazione), direi che c’è bisogno di stabilità e normalità. Serve anche una tregua non rinviabile che pacifichi almeno il piano della contesa sui progetti di uomo e di società. In questo contesto si capisce che i giovani non seguano lo spartito tradizionale del dibattito politichese, ma una nuova graduatoria e gerarchia di temi.

I movimenti come laboratorio

Vale la pena lasciarli da soli in questo sforzo? Non converrebbe ricordare che i movimenti collettivi – ce lo ha insegnato anche Francesco Alberoni, nel suo testo intitolato pertinentemente Statu nascenti – non danno riscontri immediati sull’alfabeto e sui contenitori della politica attuale, ma in genere lievitano in profondità, non emergendo chiaramente al primo appuntamento elettorale (è successo anche dopo il ’68), ma addirittura al secondo.

Se non teniamo conto di questa dinamica, scegliamo di incoraggiare l’astensionismo, dimenticando che la cultura civile è il fine della Scuola e dell’Università.

Disaffezione e sfiducia: la democrazia rischia di svuotarsi dall’interno.

La crescente disaffezione dei cittadini verso la politica rappresenta una delle manifestazioni più evidenti della crisi democratica contemporanea. Si riduce la partecipazione, cala l’interesse per il dibattito pubblico, si diffonde l’idea che l’impegno politico sia inefficace. Questo clima di sfiducia è confermato dal crescente astensionismo e dai dati recenti dell’ISTAT, che fotografano un paese in cui continua a diminuire anche la partecipazione invisibile, fatta di informazione e discussione, con picchi di disimpegno tra i più giovani e nei contesti sociali più fragili. Dati che misurano, in definitiva, la distanza tra il paese e la sua classe dirigente.

Una classe dirigente senza pensiero

A questa crisi della partecipazione si affianca, dunque, quella altrettanto preoccupante della qualità della classe dirigente. Troppo spesso, la politica appare priva di pensiero autentico, chiusa in retoriche ripetitive e dominata da logiche tattiche e personalistiche. Il linguaggio si svuota, il confronto si appiattisce, le decisioni sembrano rispondere più all’urgenza comunicativa che alla complessità dei problemi.

 

La lezione di De Mita: pensiero e responsabilità

Eppure, come ricordava Ciriaco De Mita: “In politica il potere non è solo forza e comando ma soprattutto pensiero, parola, capacità di persuasione e di decisione a favore del bene pubblico”.

Questa visione alta e impegnativa della politica sembra oggi lontana, ma resta una bussola preziosa per riorientare il discorso pubblico. Se la politica è – o dovrebbe essere – spazio di pensiero e responsabilità, allora la sua crisi è anche il sintomo di un impoverimento culturale e civile più ampio.

Risvegliare la coscienza democratica

In questo scenario, diventa urgente risvegliare una consapevolezza democratica: intesa come attitudine critica, desiderio di comprendere le ragioni profonde dei fenomeni sociali e politici. Coltivare questa consapevolezza significa offrire strumenti di lettura, aprire spazi di confronto, rendere di nuovo possibile una sana partecipazione e alimentare un senso di appartenenza alla collettività. Solo così si può evitare il rifugio nei luoghi comuni, nelle semplificazioni e nel disimpegno. Questo è, oggi, il compito più urgente dei Partiti.

Verso una nuova cultura della responsabilità

La quasi generalizzata refrattarietà verso un modo “liquido” di fare politica – fatto di ambiguità, slogan effimeri e assenza di visione – potrebbe essere letta non solo come sintomo di crisi, ma, al contrario, come possibile segnale che la vitalità e la ragione si trovano altrove: in quelle zone della società in cui cresce la domanda di senso, giustizia e responsabilità. Sta alla politica intercettarla, ascoltarla e farla diventare progetto.

Per questo, risvegliare passioni sopite è oggi un atto politico nel senso più profondo. Solo da lì potrà nascere una nuova cultura democratica, capace di generare nel tempo una classe dirigente più competente e più degna del ruolo che occupa.

Centro fuori campo: il puzzle della sinistra che esclude

Il voto nelle Marche e nella Calabria, i vari dibattiti parlamentari, l’organizzazione delle piazze, la presenza nei media e nei vari talk televisivi, i riferimenti politici più gettonati e in ultimo, ma non per ordine di importanza, il profilo e l’identità stessa della coalizione, ci portano ad un’unica conclusione. E cioè, il campo largo o, meglio ancora, l’attuale coalizione di sinistra e progressista, sono radicalmente estranei, esterni ed avulsi rispetto a tutto ciò che è anche solo lontanamente riconducibile al Centro e a ciò che storicamente lo caratterizza sotto il versante politico, culturale, sociale, valoriale e programmatico.

Non si tratta, cioè, di essere pregiudizialmente polemici o accecati dalla faziosità. La realtà è oggettiva e ormai lo confermano quasi tutti gli osservatori e i commentatori che su vari organi di informazione – tranne quelli che sono funzionali ad un progetto politico riconducibile ad una sinistra estremista, radicale e massimalista – individuano nell’assenza di un autorevole riferimento centrista l’anello debole dell’alleanza alternativa al centrodestra.

Lillusione della gamba di centro”

Il vero rimedio, però, non è quello di sommare alle attuali forze massimaliste, populiste, radicali ed estremiste anche una piccola “gamba di centro”. Che sarebbe quella ideata, progettata e pianificata a tavolino dal duo Bettini/Renzi. Perché quell’operazione, come tutti sanno del resto – ma proprio tutti – è solo un furbesco escamotage per ottenere una manciata di seggi parlamentari gentilmente concessi dai veri azionisti della coalizione.

Quello che conta, semmai e al contrario, come avveniva quando esisteva un centrosinistra riformista, plurale e di governo, è contribuire a dettare l’agenda politica e programmatica dell’intera coalizione. È sufficiente citare il Ppi di Franco Marini, Gerardo Bianco e Pier Luigi Castagnetti prima e la Margherita di Francesco Rutelli, lo stesso Marini e Arturo Parisi poi per rendersi conto che quel centrosinistra non era la banale e goffa riedizione – seppur mutatis mutandis – del “Fronte Popolare” di togliattiana memoria o della “gioiosa macchina da guerra” ideata da Achille Occhetto e compagni.

E questo perché l’attuale “campo largo” o larghissimo che sia, come viene concretamente percepito e soprattutto vissuto dalla pubblica opinione, è molto semplicemente l’unità delle sinistre.

Il riformismo non è più la premessa

Qualcuno potrebbe obiettare che i tempi cambiano e anche il profilo e la stessa identità delle coalizioni sono destinate a cambiare. E profondamente. Probabilmente è così, se è vero – com’è vero – che da una coalizione dove erano visibili e percepiti come tali un Centro riformista e di governo che si alleava con una sinistra altrettanto di governo e riformista, si è passati ad un cartello elettorale e politico dove l’aggregazione delle mille sfumature di rosso ha avuto il sopravvento rispetto a qualsiasi altro apporto e contributo politico e culturale.

Un Centro senza casa

Per queste ragioni, semplici ma essenziali, quel segmento della pubblica opinione che si riconosce in un progetto politico centrista, riformista e di governo oggi non può che guardare altrove oppure, e peggio ancora, astenersi dal voto. Come, del resto, puntualmente sta capitando.

Probabilmente, e in attesa che intervengano altri elementi innovativi che introducano una netta discontinuità rispetto agli attuali equilibri ed assetti politici, il prossimo confronto tra le rispettive coalizioni sarà ancora ispirato e coerente con i modelli conosciuti e ormai consolidati. E dovremmo prendere atto, piaccia o non piaccia, che il Centro sarà ancora scientificamente ed organicamente assente dalla coalizione di sinistra e progressista.

Quando il credito diventa civiltà: una bella riflessione di Fabio Panetta

C’è un filo rosso che lega la finanza cooperativa alla stabilità del mondo. Fabio Panetta, intervenendo alla Giornata delle Banche di Credito Cooperativo, ha voluto ricordare che la dimensione del credito non è mai neutra: nasce da un’idea di fiducia reciproca, e si traduce in un atto di solidarietà. Non è un messaggio retorico, ma il cuore di una riflessione che unisce microeconomia e geopolitica, territori e relazioni internazionali.

Innovare senza perdere lanima

Le banche cooperative, secondo Panetta, hanno anticipato di decenni la sensibilità ESG: inclusione, partecipazione democratica, radicamento locale. Prima ancora che l’acronimo fosse inventato, esse avevano già fatto del bene comune il proprio codice genetico. Oggi però il mondo cambia, e con esso cambiano i parametri del rischio e del valore. Le imprese si spostano sul terreno immateriale dei dati e dei brevetti, le economie locali faticano, la digitalizzazione impone investimenti che le strutture minori non possono sempre sostenere. Da qui l’esigenza di innovare senza snaturarsi: unire risorse, creare alleanze, ma

senza perdere l’anima cooperativa.

La solidarietà come bussola del futuro

Dietro questo ragionamento c’è una visione: il credito non può ridursi a tecnica, perché implica sempre un patto di fiducia. È la stessa logica che Panetta estende al piano globale, quando affronta il tema del debito dei Paesi poveri. Dopo decenni di progressi, la povertà estrema torna a crescere in molte aree dell’Africa; il peso del debito impedisce investimenti in istruzione, sanità, infrastrutture. Il governatore invita dunque a un cambio di prospettiva: non basta la carità episodica, serve un sistema di cooperazione finanziaria più giusto e lungimirante.

Serve – ha spiegato il governatore – prevenire le crisi di solvibilità, facilitare ristrutturazioni trasparenti e legare ogni intervento a riforme capaci di accrescere la crescita potenziale. La solidarietà, insomma, non è un lusso morale, ma una condizione di equilibrio. Non è un residuo del passato, ma una bussola per il futuro.

Panetta ha chiuso con un avvertimento: ignorare il principio di solidarietà significa preparare nuove fratture. Le economie avanzate non si salvano se il resto del mondo sprofonda. La finanza, se vuole tornare ad avere un volto umano, deve riconoscere che ogni credito — piccolo o grande, locale o globale — è in fondo un atto di fiducia nella civiltà.

Israele e Hamas siglano accordo, disco verde al piano Trump in Medio Oriente

Roma, 9 ott. (askanews) – Hamas e Israele hanno firmato la “prima fase” del piano di pace, che sarà ufficialmente siglata domani mattina in Egitto. A dare l’annuncio è stato sul social Truth il presidente Usa Donald Trump, anche se ormai da qualche ora la firma era data per imminente. Da quando, nella mattinata americana, nel corso di un evento alla Casa Bianca, il tycoon aveva ricevuto un biglietto da parte del segretario di Stato Marco Rubio, che gli annunciava l’accordo “molto vicino” e gli chiedeva il via libera al testo del post da pubblicare sul social Truth.

Nel messaggio social, arrivato poco prima dell’una di notte in Italia, Trump si dice “molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi sottoscritto la prima fase del nostro Piano di Pace”. Ciò significa, precisa, “che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto” e “Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, duratura e perenne”.

“Tutte le parti – assicura – saranno trattate equamente! Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America, e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. Benedetti i costruttori di pace!”

“I mediatori – ha confermato su X il portavoce del Ministero degli Esteri del Qatar Majed al-Ansari – annunciano che stasera è stato raggiunto un accordo su tutte le disposizioni e i meccanismi di attuazione della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco di Gaza, che porterà alla fine della guerra, al rilascio degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi e all’invio di aiuti. I dettagli saranno annunciati in seguito”. L’intesa, secondo i media locali, dovrebbe essere firmata ufficialmente domani alle 12 (le 11 in Italia).

Gli ostaggi, secondo alcune fonti citate da media israeliani, dovrebbero essere rilasciati sabato. “Con l’aiuto di Dio li riporteremo tutti a casa”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Israele e Hamas siglano accordo, l’annuncio di Trump via social

Roma, 9 ott. (askanews) – Hamas e Israele hanno firmato la “prima fase” del piano di pace, che sarà ufficialmente siglata domani mattina in Egitto. A dare l’annuncio è stato sul social Truth il presidente Usa Donald Trump, anche se ormai da qualche ora la firma era data per imminente. Da quando, nella mattinata americana, nel corso di un evento alla Casa Bianca, il tycoon aveva ricevuto un biglietto da parte del segretario di Stato Marco Rubio, che gli annunciava l’accordo “molto vicino” e gli chiedeva il via libera al testo del post da pubblicare sul social Truth.

Nel messaggio social, arrivato poco prima dell’una di notte in Italia, Trump si dice “molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi sottoscritto la prima fase del nostro Piano di Pace”. Ciò significa, precisa, “che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto” e “Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, duratura e perenne”.

“Tutte le parti – assicura – saranno trattate equamente! Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America, e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. Benedetti i costruttori di pace!” “I mediatori – ha confermato su X il portavoce del Ministero degli Esteri del Qatar Majed al-Ansari – annunciano che stasera è stato raggiunto un accordo su tutte le disposizioni e i meccanismi di attuazione della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco di Gaza, che porterà alla fine della guerra, al rilascio degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi e all’invio di aiuti. I dettagli saranno annunciati in seguito”. L’intesa, secondo i media locali, dovrebbe essere firmata ufficialmente domani alle 12 (le 11 in Italia).

Gli ostaggi, secondo alcune fonti citate da media israeliani, dovrebbero essere rilasciati sabato. “Con l’aiuto di Dio li riporteremo tutti a casa”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che domani convocherà il governo “per approvare l’accordo e riportare a casa tutti i nostri cari ostaggi”.

“Annunciamo che è stato raggiunto un accordo che prevede la fine della guerra a Gaza, il ritiro dell’occupazione, l’invio di aiuti e uno scambio di prigionieri”, ha affermato Hamas ringraziando i mediatori e Trump.

Roma, nuovo corteo pro-Pal sfila davanti al Colosseo

Roma, 8 ott. (askanews) – A Roma sfila davanti al Colosseo il nuovo corteo pro-Palestina diretto verso Piramide.

Tante le bandiere palestinesi, la manifestazione, anche in segno di solidariet per le nuovi navi della Flotilla intercettate da Israele, stata promossa tra gli altri dal Movimento Studenti Palestinesi in Italia, dalla Comunit Palestinese in Italia, da UDAP, Associazione dei Palestinesi in Italia e Giovani Palestinesi in Italia.

Il corteo si snoda tra piazza di Porta Capena, viale Aventino, piazza Albania, viale della Piramide Cestia, piazza di Porta San Paolo e piazzale Ostiense.

Antimafia, Conte: destra vuole cacciare chi ha combattuto i clan

Roma, 8 ott. (askanews) – “Quel che sta accadendo è assurdo: fanno leggi per colpire singole persone che hanno dedicato la vita alla lotta alle mafie e ai clan”. Lo scrive il leader M5s Giuseppe Conte sui social network, intervenendo nella polemica sulla commissione Antimafia. “Con tutti i problemi e le emergenze del Paese la maggioranza porta in aula una proposta di legge per far fuori dalla commissione antimafia i nostri parlamentari Roberto Scarpinato, che ha combattuto per tutta la vita le mafie anche a fianco di Borsellino, e Federico Cafiero De Raho, che ha portato a processo il clan dei casalesi”.

Aggiunge Conte: “Vogliono cacciarli perché sono scomodi: i nostri parlamentari vogliono vederci chiaro sulle stragi del 1992-93 e approfondire i vari intrecci con la destra eversiva e i servizi deviati. Le forze al governo preferiscono cacciarli per riscrivere la storia con chi abbracciava Ciavardini, condannato per la strage di Bologna”.

Conclude il leader M5s: “Almeno dicano le cose come stanno e non si nascondano dietro la bufala dei conflitti di interessi: sui conflitti di interessi hanno costruito le loro fortune politiche per decenni”.

Dissalatore mobile marino, Amm. Leone: di interesse e valore

Roma, 8 ott. (askanews) – “La proposta del dissalatore mobile marino di assoluto interesse e valore. Come Guardia Costiera monitoreremo l’utilizzo di questa unit innovativa”.

Lo ha affermato l’Amm. Isp. (CP) Vincenzo Leone, Vice Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, in occasione della visita ufficiale al dissalatore mobile marino di Marnavi al Porto di Napoli.

“Riteniamo il progetto sfidante e in linea con le pi innovative politiche di attenzione alla natura, come facciamo quotidianamente, affiancheremo gli armatori e le comunit costiere e insulari. noto che i dissalatori tradizionali, quelli fissi a terra, siano anche produttori di emissioni e impattanti sull’ambiente. Questa tecnologia, al contrario, offre una soluzione brillante: acquisisce acqua pulita in alto mare, la dissala e rilascia la salamoia in mare aperto, evitando cos riflessi negativi sulle aree costiere e salvaguardando gli ecosistemi marini, soprattutto quelli pi delicati delle nostre isole minori”, ha aggiunto.

Milano Premier Padel P1,avanti i big Coello-Tapia e Lebron-Stupaczuk

Roma, 8 ott. (askanews) – L’esordio più atteso è arrivato oggi, quando i numeri uno del padel mondiale sono scesi in campo per il debutto all’Oysho Milano Premier Padel P1. Il primo impegno dei campioni in carica e dominatori della stagione 2025 è durato solo 48 minuti: un problema fisico di Miguel Deus – avversario di oggi insieme al fratello Nuno – ha costretto i portoghesi al ritiro, con Coello e Tapia che accedono quindi agli ottavi di finale. Per i numeri 1 del mondo, campioni in carica e vincitori domenica scorsa del P1 di Rotterdam, domani ci sarà la sfida a Juanlu Esbri e a ‘Capitan America’ Alex Ruiz, che con un doppio 7-5 hanno sconfitto Marc Sintes e Dani Santigosa. Tra i risultati della mattina spicca anche il 7-6 6-1 di Javi Garrido e Lucas Campagnolo su Mario Del Castillo e Mario Huete.

Nel tabellone femminile, nulla da fare per Giorgia Marchetti e Lea Godallier: l’azzurra e la francese sono state battute da Ale Salazar e Martina Calvo con il punteggio di 6-1 6-3. Per il talento classe 2008 e la leggenda spagnola, negli ottavi, un’altra italiana, Carolina Orsi, e l’argentina Martina Fassio. Ad aprire il programma sul Centrale dell’Allianz Cloud erano state Marina Guinart e Veronica Virseda con il 6-3 6-1 a Ksenia Sharifova e Virginia Riera. Avanti anche le ‘Martas’, Barrera e Caparros, così come Martinez Gomez/Rodriguez e Canovas/Laia Rodriguez, queste ultime avversarie domani di Paula Josemaria e Ari Sanchez.

Nel pomeriggio dell’Allianz Cloud, buona la prima per un alto attesissimo protagonista del torneo, Juan Lebron, insieme all’argentino Franco Stupaczuk. Senza concedere palle break, le teste di serie numero 3 hanno eliminato 6-3 7-5 David Gala e Alex Chozas.

Ttg, Peraboni (Ieg): rappresentiamo forte cambiamento turismo

Rimini, 8 ott. (askanews) – Il Ttg rappresenta “i cambiamenti del turismo” con uno “strabismo tra quel gruppo di viaggiatori che raggiunge una meta solo per farsi un selfie e caricarlo sui social e quelli che invece scelgono destinazioni dove poter staccare e vivere un periodo pi reale”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Ieg, Corrado Peraboni, a margine del convegno inaugurale del Ttg Traver Experience a Rimini.

“Noi qua abbiamo la pi grande offerta del turismo italiano che vendiamo al mondo, ma abbiamo anche il mondo che si presenta ai tour operator, agenzie di viaggio, agli operatori in generale italiani”, ha spiegato Peraboni. “L’auspicio che dopo questi tre giorni gli operatori del settore siano in grado di offrire nuove esperienze, nuovi temi di viaggio agli operatori e soprattutto poi ai consumatori viaggiatori finali”.

Sul tema dell’edizione, l’ad di Ieg ha sottolineato come siano in corso “grandi cambiamenti; anche il titolo che abbiamo dato a questa edizione, ‘Awake’, cio consapevolezza, risveglio, dovuta al fatto che si innestato un forte cambiamento in questo settore. Basti pensare all’apparente strabismo tra quel gruppo di viaggiatori che raggiunge una meta solo per farsi un selfie e caricarlo sui social e quelli che invece scelgono destinazioni dove poter staccare e vivere un periodo pi reale e meno digitale”.

Ttg, Goren (Israele) incontra Santanch: turismo mezzo dialogo

Rimini, 8 ott. (askanews) – “E’ stato un piacere avere incontrato il ministro Daniela Santanch” che ringrazio “per il suo supporto” perch “il turismo un mezzo di dialogo, cultura tra i popoli” e nonostante “non siano momenti facili, non molliamo il mercato italiano”. Lo ha dichiarato Kalanit Goren Perry, delegata dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo in Italia, dopo l’incontro chiarificatore con il ministro al Ttg di Rimini a seguito dell’esclusione dello stand di Israele dalla fiera, decisione che la stessa ministra aveva definito “un grande errore”.

“Sono veramente orgogliosa. E’ stato un piacere avere incontrato il ministro Daniela Santanch. Vorrei ringraziarla per il suo supporto, il suo sostegno e le sue parole”, ha spiegato Goren Perry. “Il turismo un mezzo di dialogo, cultura tra i popoli. Quindi sono molto lieta e orgogliosa di questo importantissimo incontro”.

A margine dell’incontro la delegata dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo ha fatto il punto sull’andamento del mercato turistico: “Ovviamente questi non sono momenti facili. Noi non molliamo il mercato italiano che per Israele molto importante e Israele importante per gli italiani, per la Terra Santa e il Mar Morto e tutte le cose che questa terra offre per i turisti italiani. Adesso siamo nei giorni di grande speranza per il futuro, per la ripresa, per il giorno dopo e per tutto questo territorio. Vi aspettiamo e grazie a tutti per il sostegno”.

Qualcomm e Arduino uniscono le forze per l’AI del futuro

Torino, 8 ott. (askanews) – Torino ha ospitato oggi, negli spazi del Museo dell’Automobile, un evento che segna una svolta per il mondo della tecnologia: Qualcomm Technologies ha annunciato l’acquisizione di Arduino, azienda leader nell’hardware e nel software open source. L’obiettivo semplificare l’accesso degli sviluppatori alle tecnologie pi avanzate di Qualcomm, dall’intelligenza artificiale al calcolo ad alte prestazioni, unendo due eccellenze nel campo dell’innovazione. L’accordo unisce la potenza dei processori e dei semiconduttori Qualcomm con la filosofia aperta di Arduino, dando vita a un ecosistema unico capace di accelerare la creazione di dispositivi intelligenti e soluzioni connesse. La collaborazione punta a supportare milioni di sviluppatori, professionisti e studenti, offrendo loro strumenti integrati e scalabili per ideare e commercializzare rapidamente nuove tecnologie.

Protagonista dell’evento stato il debutto di Arduino UNO Q, la prima scheda a doppio processore basata sulla piattaforma Qualcomm Dragonwing. Capace di combinare potenza di calcolo e controllo in tempo reale, l’UNO Q apre nuove frontiere nel campo dell’intelligenza artificiale, con applicazioni che spaziano dalla casa connessa all’automazione industriale. A completare l’annuncio, il lancio di Arduino App Lab, un ambiente di sviluppo integrato che semplifica la creazione di progetti AI su Linux, Python e sistemi real-time.

Enrico Salvatori, Senior Vice President e President of Qualcomm Europe, ha dichiarato: “L’acquisizione si inserisce all’interno del nostro programma di espansione tecnologica. Qualcomm sempre stata impegnata nello sviluppo di dispositivi tecnologici come smartphone, pc e auto, mentre Arduino porta con s esperienza nel settore industriale”.

Massimo Banzi, Cofounder di Arduino, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “I nostri prodotti sono sempre stati basati su processori semplici, mentre ora faremo un salto in avanti. Ora sar possibile far interagire applicazioni sofisticate che possono far funzionare alcuni modelli di intelligenza artificiale”.

Con questa operazione, Qualcomm consolida la propria leadership in Europa e ribadisce la volont di sostenere la creativit degli sviluppatori, mettendo a disposizione una piattaforma tecnologica completa, aperta e condivisa. Da Torino, una citt simbolo dell’innovazione italiana, arriva un messaggio chiaro: il futuro della tecnologia sar sempre pi aperto, integrato e accessibile a tutti.

Ttg, Sadegholvaad: Israele amico che sta sbagliando su Gaza

Rimini, 8 ott. (askanews) – “Israele un amico che noi riteniamo sta sbagliando e quando un amico sbaglia devi avere il coraggio di dirglielo”. Lo ha detto il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, sulla controversa esclusione dello stand israeliano dal Ttg, auspicando che “dalla prossima edizione lo stand Israele e quello della Palestina possano essere sotto lo stesso padiglione come fino a un anno fa”.

“La scelta di scrivere al presidente della fiera evidenziando quella che io insieme al presidente della Regione abbiamo ritenuto una presenza inopportuna, legata purtroppo alle drammatiche vicende che sono in corso ancora oggi, ancora in questo momento, principalmente nella striscia di Gaza”, ha spiegato Sadegholvaad. “Abbiamo detto che Israele un amico. Israele non un nemico. Non abbiamo bisogno di nemici. Ce ne sono gi troppi in giro per il mondo. Israele un amico che noi riteniamo sta sbagliando e quando un amico sbaglia devi avere il coraggio di dirglielo, prima di sussurrarlo, guardandolo negli occhi e poi se necessario anche urlandoglielo”. Il sindaco ha precisato che “non presente neppure lo stand della Palestina che storicamente faceva parte dell’offerta del Ttg”. E ha concluso: “Vogliamo dare un piccolo contributo, un piccolo segnale affinch possa finalmente prevalere la pace in quella terra martoriata”.

Andrea Bocelli conquista il Metropolitan di NY con repertorio Puccini

Roma, 8 ott. (askanews) – Ancora un trionfo per Andrea Bocelli al Metropolitan Opera di New York, dove il tenore toscano si è esibito domenica 5 ottobre in un concerto sold out, interamente dedicato a Giacomo Puccini, conquistando il pubblico americano con una performance intensa e ricevendo una standing ovation finale. Un appuntamento ormai annuale per il tenore che è sempre più amato dal pubblico americano.

Sul palco Steven Mercurio, a dirigere l’orchestra in una serata che ha visto alternarsi grandi voci della lirica internazionale: i soprani Juliana Grigoryan, Federica Lombardi e Jennifer Rowley, e il baritono Edward Parks, accanto al tenore italiano in un programma dedicato ai capolavori del compositore lucchese.

Nel corso della prima parte del concerto, Bocelli ha interpretato alcune tra le più celebri pagine pucciniane (da “Addio, fiorito asil” a “Un bel dì vedremo”, da “Recondita armonia” a “Quando me’n vò”) toccando i momenti più intensi di opere immortali come Madama Butterfly, Tosca, La Bohème, Manon Lescaut, Gianni Schicchi e La fanciulla del West.

La seconda parte ha confermato la magia del repertorio pucciniano, con il tenore che ha emozionato la platea eseguendo “Donna non vidi mai”, “O mio babbino caro”, “Ch’ella mi creda” e altri brani che hanno scandito un viaggio musicale tra lirismo e passione.

Bocelli ha concesso come bis alcuni tra i suoi cavalli di battaglia più amati, tra cui “E lucevan le stelle” e l’immancabile “Nessun dorma”.

Manovra, Conte: terapia d’urto su tasse, famiglie, sanità, industria

Roma, 8 ott. (askanews) – “Dobbiamo lanciare un appello forte e invocare misure straordinarie: non possiamo affrontare questa legge di bilancio come una legge qualsiasi. Qui occorre una terapia d’urto”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, nel corso di una diretta sui suoi canali social.

“E allora io lancio con il M5S quattro misure fondamentali – ha spiegato l’ex presidente del Consiglio – che sono straordinarie; Mi rivolgo dapprima alle forze di opposizione, ma noi invochiamo da subito un dialogo con le forze di maggioranza e con il Governo. Sono misure non di un colore politico ma servono al Paese per non andare sempre più in recessione. Fra un po’ i soldi del Pnrr finiscono e avremo, con spese e investimenti militari per gli impegni presi da Meloni che aumenteranno sempre più, e non possiamo consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti un Paese con squilibri, iniquità economiche e sociali, devastazioni, ma con i padroni delle armi che si arricchiscono sempre più”.

Queste le proposte citate da Conte: “Innanzitutto occorre un maxi taglio delle tasse. Dobbiamo assolutamente aumentare la no tax area. Secondo punto: aumentare l’assegno unico per le famiglie. Terzo punto: sanità, sempre contrastando sprechi e inefficienze ma dobbiamo investire sulla sanità pubblica con risorse vere. Quarto punto dobbiamo per le imprese, recuperare quelle agevolazioni, quegli incentivi che consentono a quelle filiere che sono in ginocchio di recuperare competitività: ripristiniamo Industria 4.0. Sono 4 pilastri che ci consentiranno di far fronte alle necessità di famiglie imprese e cittadini”.

(segue)

Marco Mengoni dà il via da Torino a Live in Europe 2025

Milano, 8 ott. (askanews) – Marco Mengoni dà il via questa sera a Live in Europe 2025 dall’Inalpi Arena di Torino, per la prima delle due date sold out. Il tour – con 33 concerti, di cui 21 in Italia e 12 in Europa – toccherà i palazzetti e le arene più importanti d’Italia e Europa, con il sold out registrato per entrambe le date di Torino, le quattro date Milano, le due date di Pesaro, le tre date di Firenze, la prima data di Eboli, le quattro date di Roma, Parigi e Londra. Live in Europe 2025 arriva dopo il successo del tour negli stadi con oltre mezzo milione di biglietti venduti e segna il grande ritorno di Marco Mengoni nelle grandi città europee che lo hanno accolto per la prima volta nel 2023. Con questo tour Marco Mengoni celebra 16 anni di carriera che hanno consacrato il cantautore come protagonista della scena musicale italiana e arriva dopo il tour trionfale del 2023, culminato con lo show-evento al Circo Massimo.

Dopo il concerto sold out di questa sera, il tour proseguirà in Italia con la seconda data di Torino di domani – 9 ottobre (sold out) -, le quattro date a Milano (12, 13, 15 e 17 ottobre SOLD OUT – Unipol Forum), Pesaro (21 e 22 ottobre SOLD OUT – Vitrifrigo Arena), la doppia data di Bologna (24 e 25 ottobre – Unipol Arena), le tre date di Firenze (28, 29 e 31 ottobre SOLD OUT – Mandela Forum), i tre concerti di Eboli (2 novembre SOLD OUT, 4 e 5 novembre – Palasele) e i quattro live Roma (8, 9, 12 e 13 novembre SOLD OUT – Palazzo dello Sport). Il cantautore continuerà a esibirsi nelle grandi città d’Europa di: Ginevra (19 novembre – Arena), Stoccarda (21 novembre – Hanns-Martin-Schleyer-Halle), Düsseldorf (22 novembre – Mitsubishi Electric Halle), Zurigo (24 novembre – Hallenstadion), Francoforte (26 novembre – Festhalle), Monaco di Baviera (27 novembre – Olympiahalle), Bruxelles (30 novembre – Forest National), Utrecht (1 dicembre – TivoliVredenburg), Parigi (3 dicembre SOLD OUT – Salle Pleyel), Esch-sur-Alzette – Lussemburgo (5 dicembre – Rockhal), Londra (7 dicembre SOLD OUT – O2 Forum Kentish Town) e Madrid (10 dicembre – Palacio Vistalegre).

Live in Europe 2025 – prodotto e organizzato da Live Nation – è un progetto ampio, che prosegue quanto fatto nel trionfale tour degli stadi di quest’estate: bagnare il pop nella grande tradizione teatrale, dove il pubblico stesso è protagonista perché sul palco ritrova la sua storia, quella dei suoi simili e del mondo intero.

«Questo tour sono io, la mia esperienza, la mia visione del mondo, ciò che ho imparato negli anni: la vita è un necessario processo di decostruzione per ricostruire, e lo stesso avviene alla società. La musica è il mio modo per raccontare tutto ciò e rendermi consapevole, trovando la bellezza anche nella fragilità» racconta Mengoni.

Il cantautore ha scelto di mettersi in gioco ancora più del solito, dando vita a uno spettacolo di cui ha curato in prima persona ogni minimo dettaglio. C’è il suo pensiero dietro ogni singola immagine, colore e suono, così come la sua visione della musica: che parla non solo attraverso voci e strumenti, ma anche grazie a un lavoro a 360° che non lascia indietro alcun dettaglio. Dalla ricerca minuziosa di un suono inedito che accompagna i suoi brani con nuovi arrangiamenti, all’immaginare un palco in cui raccontare la storia da mettere in scena. Dall’asta del microfono decorato dalle sue mani, ai disegni dei costumi, così come li ha immaginati lui. Marco porta in scena più di un anno di lavoro pensato e voluto per poter finalmente celebrare la ricostruzione insieme al suo pubblico. Sul palco veniva rappresentata una storia che affrontava i grandi temi dell’esistenza attraverso una riflessione sul dolore e sulla fragilità della vita umana, sul bene e sul male, fino alla catarsi finale.

Da qui l’idea di Marco Mengoni di portare sul palco un racconto visivo ed emotivo che riflette i cicli di crollo e rinascita che attraversano l’esistenza individuale e collettiva; dopo ogni caduta si cammina sulle rovine, si scava per eliminare il superfluo, si recupera l’essenziale, e si costruisce di nuovo. Lo show è suddiviso in sei capitoli: prologo, parodo, episodi, stasimi, esodo e catarsi.

Il Prologo è l’inizio dello spettacolo, sul palco viene svelata la presenza di rovine, il punto di partenza di tutta la narrazione: il nostro passato da cui iniziare a ricostruire. Sul palco arrivano 6 performer ad arricchire la narrazione dello show: figure misteriose, coperte, che rappresentano le grandi protagoniste di questo spettacolo, e di tutti i concerti di Marco Mengoni: le emozioni.

L’egoismo apre il Parodo: vedere nell’altro il nemico, far crescere la paura, abbandonare il sentire comune per ritrovarci isolati, impedendoci di alzare la voce, di farci sentire per le cose che contano. L’impotenza esplode in una riflessione sulla situazione mondiale attuale, sugli attacchi che non si fermano nemmeno davanti agli innocenti. E allora il focus diventa l’importanza della condivisione, negli Episodi e Stasimi, quando Mengoni dà un ruolo fondamentale alla musica: è il suo modo di combattere i demoni. L’intimità con il pubblico, la voglia di esporsi e condividere prosegue con brani e parole che dicono tanto dell’artista al centro del palco, delle sue fragilità, ma soprattutto della sua voglia di ricominciare. Questa presa di coscienza è al centro dell’Esodo: sopravvissuti al crollo, accettiamo di ripartire per ricominciare a vivere, facendo pace con quanto ci fa paura, le nostre fragilità, le imperfezioni che ci accomunano a tutti gli esseri umani. Per ritrovarci finalmente liberi, nella catarsi.

Dal punto di vista musicale, una sfida complessa quella di unire il suo repertorio moderno con una forma d’arte diversa e secolare, inserire i brani in una scaletta che diventa trama, dividerla in momenti per dare vita ad un flusso narrativo unico. Un lavoro che ha visto Mengoni condividere con Giovanni Pallotti e Francesco Fugazza la direzione musicale di questo ambizioso progetto. I brani in scaletta ripercorrono una carriera lunga 15 anni tra le grandi hit che hanno fatto la storia del cantautore, gemme mai dimenticate che rientrano in setlist a distanza di anni e cover che si legano naturalmente al racconto che Mengoni porta sul palco.

Ad accompagnare Mengoni sul palco una band di 13 elementi e 6 performer – coreografati da Daniele Sibilli – che dall’assolo su Un fiore contro il diluvio alle coreografie su Mi fiderò e La casa azul circondano Marco, arricchiscono la narrazione e ne amplificano il messaggio. Anche lo studio dei look di Marco nasce in primis dall’esigenza narrativa di raccontare il viaggio, fisico e spirituale, del protagonista dello show prima e dei suoi spettatori poi: abiti custom made per un guardaroba ampio che segue la narrazione dello show, con un impatto estetico diverso in ogni data. L’artista – affiancato dallo stylist Nick Cerioni – ha scelto di coinvolgere i brand storici con cui ha sempre amato lavorare e nuovi giovani designer scelti personalmente per poter dar loro visibilità.

I biglietti per sono disponibili su https://www.livenation.it/marco-mengoni-tickets-adp565055

MArteLive festeggia i suoi 25 anni con edizione speciale

Milano, 8 ott. (askanews) – Quest’anno il grande sistema artistico e culturale del MArteLive festeggia i suoi primi 25 anni, in attesa della Biennale MArteLive 2026, e lo fa con un’edizione speciale dal titolo MArteLive Connect, che il 14 e 15 ottobre si muove su 10 palchi tra il Lanificio (Via di Pietralata, 159A), cuore pulsante del Festival, l’Atelier Montez (Via di Pietralata, 147/A-B) e il MONK (Via Giuseppe Mirri, 35) di Roma.

Il festival dopo 25 anni continua ad essere un ponte tra passato e futuro, tra esperienze consolidate e sperimentazioni emergenti, facendo dialogare la scena nazionale e internazionale con i talenti di domani. Infatti, anche per questa nuova edizione, MArteLive conferma il suo carattere internazionale grazie alla presenza di artisti provenienti da tutta Europa, come Inghilterra, Australia e anche Iran.

Un aspetto che il festival ha acquistato dal 2022, fino a spingersi fisicamente oltre i confini italiani attraverso il progetto MArteLive Europe – co-finanziato dalla Commissione Europea attraverso il Programma Europa Creativa: è proprio in virtù di questo aspetto che MArteLive si conferma come un festival diffuso, capace di generare nuovi ponti e un forte impatto culturale, artistico, economico e sociale significativo, offrendo così numerose opportunità di crescita per giovani talenti e aprendo nuovi network di collaborazioni nazionali e internazionali.a Tra le migliaia di artisti che si sono esibiti negli ultimi 25 anni, 1122 ci sono stati nella sola edizione 2024, con 66 presenze da Africa, Sud America, Austria, Nuova Zelanda, Belgio, India, Canada e molte altre nazioni.

Cuore pulsante del festival, lo storico Concorso MArteLive diretto da Nadia Di Mastropietro rappresenta da sempre il più grande motore di scoperta e valorizzazione di nuovi talenti in Italia. Nato per offrire una vetrina a giovani artisti emergenti, negli anni ha dato spazio a migliaia di creativi che hanno potuto esibirsi accanto a nomi affermati della scena nazionale e internazionale. La formula multidisciplinare – che abbraccia 16 diverse categorie artistiche tra musica, teatro, danza, circo, arti visive, cinema, moda, letteratura e molto altro – trasforma ogni edizione in un laboratorio di sperimentazione e contaminazione, offrendo ai vincitori l’opportunità di accedere a percorsi professionali, residenze e network di collaborazioni. Con oltre 25 di storia, il concorso si conferma come un punto di riferimento unico nel panorama culturale europeo, capace di coniugare ricerca, innovazione e crescita artistica.

Al centro di questa edizione, che testimonia come, da un quarto di secolo, MArteLive ha contribuito a trasformare Roma in una rete diffusa di luoghi, linguaggi e comunità creative, c’è l’idea di un’arte evolutiva – capace di irrompere, connettere e trasformare, attraversando spazi urbani e intimità personali.

Un’arte che non si limita a trasformare, ma che cresce e muta insieme ai suoi tempi. L’arte che MArteLive porta in scena invade e rigenera gli spazi urbani, scava nell’intimità delle persone, spezza convenzioni per ricomporle in visioni inedite. Un’arte che rinnova i linguaggi e reinventa la modernità.

«MArteLive Connect non celebra il passato: lo piega e lo trasforma, generando un presente che si apre al futuro…” – spiega lo storico ideatore e direttore artistico del MArteLive Giuseppe Casa – …perché mai più nella storia quegli artisti si incontreranno negli stessi spazi, sugli stessi palchi, creeranno le stesse alchimie, sotto le stesse luci: quello che accade a MArteLive Connect è qui ed ora, è irripetibile, uno scenario composto e vivo che trascina oltre le convenzioni culturali e sociali».

MArteLive Connect è un’esperienza totale: performance contemporanee, installazioni e linguaggi ibridi si intrecceranno in tempo reale, trasformando la città in un unico grande palcoscenico.

Non solo spettacolo, ma workshop ed energia condivisa: una comunità artistica che celebra 25 anni di scoperte, sperimentazioni e talenti lanciati da spazi non convenzionali, sempre protesa verso nuove avanguardie.

La possibilità di vivere un’esperienza evolutiva: camminare corridoi, respirare domande, scegliere stanze divergenti che aprono possibilità inattese.

Il programma, come sempre, è multidisciplinare: musica e DJ set, teatro e letteratura, danza, arti visive, fotografia, videoarte, grafica, pittura, cinema, moda e artigianato, fumetto, circo contemporaneo, street art e installazioni site specific. Un caleidoscopio di linguaggi che si intrecciano e si contaminano in tempo reale, offrendo al pubblico l’esperienza di una città che pulsa di creatività.

Pallavolo, Mattarella riceve l’Italvolley iridata

Roma, 8 ott. (askanews) – Il Quirinale si tinge d’azzurro per accogliere le Nazionali italiane di pallavolo, maschile e femminile, protagoniste dell’estate sportiva. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto le due selezioni insieme ai rispettivi commissari tecnici, Julio Velasco e Ferdinando De Giorgi, in una cerimonia che ha unito sorrisi, riflessioni e valori condivisi. La voce più intensa è stata quella della capitana azzurra Anna Danesi, che ha voluto parlare non solo da atleta ma da esempio per le nuove generazioni: “Mi rivolgo alle ragazze che sognano di essere all’ombra della rete. Continuate a inseguire i vostri sogni e a studiare, perché lo sport non sarà mai nemico della scuola e dell’istruzione. Ci sono tanti esempi di atlete che non hanno dovuto scegliere tra le due cose e si sono tolte moltissime soddisfazioni». Poi, un pensiero sul significato più profondo del successo: «Non è la prima volta che siamo qui, ma le nostre emozioni restano genuine, anche per l’amore che il Presidente dimostra verso lo sport e la pallavolo. I numeri non raccontano la fatica, gli infortuni, le ore in palestra, ma è lì che si diventa squadra. Essere modello è più bello che essere vincenti, e rappresentare l’Italia è un onore che va sempre meritato in campo”. Il commissario tecnico Julio Velasco, alla guida della Nazionale femminile, ha sottolineato la forza della diversità nel gruppo: “Essere ricevuti dal Presidente della Repubblica è come essere ricevuti dall’Italia intera. Lo sport è un modello democratico, dimostra come idee diverse possano funzionare insieme. La squadra femminile è perfetta in questo: vince non perché annulla le differenze, ma perché le valorizza. È un segnale importante in un’epoca di grandi divisioni”.

Fmi, Georgieva: in Europa fare meno vacanze per spendere più in difesa

Roma, 8 ott. (askanews) – In Europa bisogna fare meno vacanze per poter spendere di più in difesa e armamenti. E’ la tesi sostenuta dalla direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva durante il dibattito seguito alla sua conferenza stampa di presentazione, oggi a Washington, delle assemblee autunnali che si svolgeranno la prossima settimana.

“L’Europa è un posto così meraviglioso. Nel mio precedente lavoro alla Banca mondiale abbiamo scritto un rapporto sull’Europa in cui la catalogavano come una ‘superpotenza dello stile di vita’”, ha detto.

“È bello vivere in Europa, mi ricordo che arrivando dalla costa Est (Usa), dalla Banca mondiale per diventare commissario europeo, chiedendo ai miei collaboratori di pianificare gli appuntamenti, portarono il calendario era pieno di caselle rosse. Ho chiesto cosa fossero e mi hanno risposto ‘vacanze di Pasqua’, ‘vacanze estive’, ‘vacanze di Natale’. E io ho detto: guardate da dove vengo pianifichiamo le vacanze in base al lavoro e non il lavoro in base alle vacanze”, ha sostenuto l’economista bulgara.

“Se mi chiedete qual sia la sfida più grande per l’Europa è entrare in questa realtà, sul fatto che hanno pressioni per spendere di più in difesa. La guerra della Russia in Ucraina è stata devastante, con ricadute rilevanti per la spesa pubblica in Europa. Devono creare più spazio per imprese private, specialmente quelle piccole e il capitale di rischio per crescere. E devono riconoscere che ci saranno dei sacrifici su questa strada – ha detto -. Devono adattarsi a questa nuova realtà”.

“Ma lasciatemi dire che la cosa più meravigliosa dell’Europa è che ha questo incredibile progetto di integrazione di 27 economie. Tra parentesi, l’Ue sta di nuovo flirtando con la Gran Bretagna, quindi i divorziati potrebbero rimettersi assieme”.

In Europa “hanno opportunità di fare meglio e sono convinta che l’Europa possa essere una forza competitiva, un motore di crescita per loro e per il resto del mondo. Ma devono superare questa tradizione del ‘non abbiamo tanto da spendere in difesa’ e ‘dobbiamo fare le vacanze’. Questi tempi sono finiti, mi dispiace per i miei amici europei. Lo dico dal cuore – ha concluso – i miei familiari sono in Europa”.

Fmi, Gerogieva: Unione europea nomini uno "zar del mercato unico"

Roma, 8 ott. (askanews) – L’Unione europea dovrebbe “prendere in considerazione la nomina di uno zar del mercato unico, con una vera autorità per spingere le riforme”. È la proposta lanciata dalla direttrice del Fondo monetario internazionale, la bulgara Kristalina Georgieva nella conferenza stampa di presentazione delle assemblee autunnali, che si svolgeranno la settimana prossima.

Secondo Georgieva in Europa “ce n’è abbastanza della retorica su come rilanciare la competitività. Sapete quello che va fatto. È il momento di passare all’azione”. Oltre a questa nuova carica Ue, Gerogieva suggerisce di “rimuovere le frizioni alle frontiere (intra europee) su mercato del lavoro, commercio di beni e servizi, energia e finanza”.

Inoltre la Ue deve “costruire un sistema finanziario unico. Costruire una unione dell’energia. Completate il vostro progetto – ha concluso – e recuperate rispetto al dinamismo del settore privato Usa”.

Tv, si gira "Il giudice e i suoi assassini" di Michele Placido

Roma, 8 ott. (askanews) – Sono iniziate il 29 settembre in Sicilia le riprese della miniserie televisiva per Rai 1 “Il giudice e i suoi assassini” diretta da Michele Placido e sceneggiata dallo stesso regista con Angelo Pasquini e Fidel Signorile.

Per la prima volta Placido firma la regia di una fiction per la Rai, una coproduzione Rai Fiction – Goldenart Production, prodotta da Federica Luna Vincenti, ed è realizzata con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e audiovisivo, Regione Siciliana, Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo – Sicilia Film Commission.

Il giudice e i suoi assassini è la storia di Rosario Livatino, giovane magistrato di Agrigento che, nei difficili anni Ottanta, sfida un sistema mafioso mettendo in gioco la propria vita per difendere valori irrinunciabili: il rispetto della Legge, la Giustizia, il diritto a vivere in pace. Livatino si batte contro la criminalità organizzata, fino al 21 settembre 1990, quando viene ucciso in un brutale attentato mafioso.

Il protagonista, nel ruolo del giudice, è Giuseppe De Domenico, affiancato da Leonardo Maltese, Nino Frassica, Michela De Rossi, Brenno Placido, Ninni Bruschetta, Francesco Benigno e da un cast di attrici e attori eccezionali.

Sulla linea del grande cinema civile di Francesco Rosi, Pietro Germi e Mario Monicelli, questa miniserie vuole indagare, da una parte la vita di Livatino; dall’altra, quella dei suoi assassini. Livatino è un martire contemporaneo, il primo magistrato nella storia ad essere nominato Beato dalla Chiesa. Papa Wojtyla lo definì “martire della giustizia e indirettamente della fede”.

Per dieci settimane la troupe si sposterà tra Naro, Canicattì, Palma di Montechiaro, Favara, Agrigento per finire a Roma. Le location delle riprese saranno quelle autentiche della vita e del martirio del magistrato: Canicattì, la sua città natale, con i luoghi legati alla sua memoria familiare, Agrigento con il Palazzo di giustizia e il tratto della strada statale 640, teatro dell’agguato. La scelta di girare nei luoghi reali intende restituire al pubblico non solo la vicenda umana e professionale di Livatino, ma anche il legame indissolubile con il suo territorio, la Sicilia.

“Dopo tanti anni – ha detto Michele Placido – torno a lavorare per Rai Fiction, per la prima volta da regista, con questa miniserie che rappresenta un progetto unico, non solo perché racconta una pagina fondamentale del nostro Paese, ma perché rievoca ideali e argomenti di integrità morale. Livatino era un uomo delle Istituzioni cui dobbiamo guardare ancora oggi per ispirarci nel nostro quotidiano impegno al servizio del Paese, un servitore dello Stato che visse con coerenza e fedeltà i valori della legalità. Con questa fiction vogliamo raccontare una storia di coraggio e dedizione alla giustizia che unisce i principi della sua fede con il servizio alla comunità. La memoria di Livatino ci sprona a rinnovare ogni giorno l’impegno per un Paese libero da mafia e corruzione. È per questo che sono orgoglioso di lavorare per la Rai che è garanzia di qualità e diffusione internazionale e sono certo che il mondo si riconoscerà in questi valori e ne sarà conquistato”.

Fmi, Georgieva: economia globale meglio di attese, ma ora il vero test

Roma, 8 ott. (askanews) – “Come sta andando l’economia globale? Per farla breve: meglio di quanto temessimo ma peggio di quanto ci servirebbe”. Lo ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, nelle sue dichiarazioni introduttive a una conferenza stampa di presentazione delle assemblee autunnali, che si svolgeranno la settimana prossima assieme alla Banca mondiale a Washington.

Sempre la prossima settimana il Fmi pubblicherà un aggiornamento del suo Word Economic Outlook. “Spiegherà che vediamo la crescita globale rallentare solo leggermente quest’anno e il prossimo – ha detto -. Tutti gli indicatori puntano a un’economia globale che ha generalmente resistito alle sollecitazioni acute derivanti da shock multipli”.

Secondo il Fmi, questa tenuta è dipesa da quattro distinti elementi. Primo, il miglioramento dei fondamentali sulle politiche economiche, tra cui la cooperazione tra Paesi e in particolare quelli emergenti. Secondo, l’adattabilità del settore privato alle sfide. Terzo, dei livelli di dazi commerciali meno pesanti di quanto si temesse, “almeno per ora”, ha puntualizzato Goeogieva. Quarto elemento delle condizioni finanziarie che continuano ad aiutare, anche in questo caso sempre che persistano.

“Ma prima che qualcuno tiri un sospiro di sollievo, lasciatemi chiarire un punto: la resilienza globale non è stata ancora messa pienamente alla prova. E ci sono segnali allarmanti che il vero test possa dover ancora arrivare – ha detto -. Guardate ad esempio anche solo alla crescita globale della domanda di oro. Sospinta da acquisti in etica in parte riflettono fattori geopolitici. Le riserve monetarie di oro ora eccedono un quinto delle riserve mondiali”.

E sui dazi “il pieno effetto deve ancora farsi sentire. Negli Usa la compressione sui margini delle imprese” potrebbe implicare maggiori trasferimenti in futuro sui prezzi al consumo “con ricadute per la politica monetaria e la crescita”. E “altrove – ha proseguito la direttrice del Fmi – un’ondata di beni dirottati che precedentemente erano previsti per gli Usa potrebbe innescare una seconda ondata di rappresaglie sui dazi”.

Il commercio internazionale è riuscito a continuare a fluire in questa situazione complessa. Georgieva ha lanciato un appello ai policy maker del mondo, al affinché mantengano aperti gli scambi e preservi “il commercio come un motore di crescita economica”.

Come stanno procedendo i colloqui a Sharm per la pace a Gaza

Roma, 8 ott. (askanews) – La questione dei prigionieri palestinesi da liberare sarà al centro dei colloqui indiretti tra Israele e Hamas in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto, sul piano di pace del presidente americano Donald Trump, che vedranno oggi impegnati in prima persona anche l’inviato Usa Steve Witkoff, e il genero di Trump, Jared Kushner, il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al Thani, il ministro israeliano Ron Dermer e il capo dell’intelligence turca, Ibrahim Kalin.

Un esponente della delegazione di Hamas presente a Sharm el-Sheikh, Taher al-Nunu, ha fatto sapere che “oggi sono state scambiate le liste dei prigionieri da rilasciare secondo i numeri” previsti dal piano di Trump, ma fonti palestinesi hanno riferito al quotidiano Ynet che le organizzazioni palestinesi starebbero facendo pressioni per portare da 250 a 300 il numero delle persone condannate all’ergostolo da rimettere in libertà. Secondo i dati del “Palestinian Prisoners Club”, sono 303 le persone che stanno scontando l’ergastolo nelle carceri israeliane, alcune da prima degli accordi di Oslo (1993, ndr). “Per questi prigionieri – ha sottolineato un alto funzionario palestinese – questa potrebbe essere l’ultima possibilità di essere liberati, quindi nutrono grande speranza”.

La stessa fonte ha riferito di pressioni da parte di Ankara perchè ad Israele non venga riconosciuto il potere di porre il veto sui nomi dei prigionieri proposti per il rilascio, e si starebbe anche cercando di impedirne l’espulsione in Paesi terzi.

Ieri la stampa egiziana ha fatto sapere che nella lista dei prigionieri sono presenti i nomi di Marwan Barghouti, leader del partito Fatah, 65 anni; di Ahmad Saadat, 72 anni, segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp); di Hassan Salameh, leader delle Brigate Izz el-Din al-Qassam, responsabile di una serie di attentati in risposta all’assassinio del 1996 dell’artificiere di Hamas Yahya Ayyash; e di Abbas al-Sayed, esponente di Hamas e leader delle Brigate Izz el-Din al-Qassam in Cisgiordania durante la secondo intifada.

Una fonte palestinese ha quindi riferito oggi che Fadwa, la moglie di Barghouti, noto come il “Mandela palestinese”, sarebbe arrivata oggi al Cairo, mentre secondo il Wall Street Journal, Hamas avrebbe anche chiesto la restituzione dei corpi dei leader di Hamas uccisi nel corso del conflitto, Yahya e Mohammed Sinwar.

Secondo l’emittente egiziana Al-Qahira Al-Akhbariya, i colloqui di oggi riguarderanno quindi le modalità per la cessazione delle ostilità, così come le mappe del ritiro delle forze israeliane e la consegna degli aiuti umanitari alla popolazione. Ieri la seconda giornata di colloqui si è conclusa dopo cinque ore di negoziato, con Hamas che ha insistito sulla completa cessazione delle ostilità prima del rilascio degli ostaggi israeliani. Al termine dei colloqui di ieri una fonte politica israeliana ha espresso cauto ottimismo, affermando che “la direzione è positiva” anche se “ci sono ancora delle lacune”.

Ieri il presidente Trump, incontrando Edan Alexander, l’ostaggio israelo-americano rilasciato da Hamas lo scorso maggio, ha dichiarato che le prossime 48 ore saranno cruciali per arrivare a un accordo.

“Anche i ricchi piangono” il nuovo libro di Giulio Centemero

Milano, 8 ott. (askanews) – Milano, citt simbolo di modernit e sviluppo, si scopre fragile. questo il punto di partenza del nuovo libro di Giulio Centemero, “Anche i ricchi piangono. La crisi del modello Milano e delle global city”. Un’inchiesta che porta alla luce i paradossi della metropoli lombarda, specchio delle contraddizioni delle grandi citt globali: dietro il benessere apparente, infatti, emergono squilibri economici, sociali e culturali che mettono in crisi il modello di crescita seguito negli ultimi anni. L’autore analizza fenomeni ormai parte integrante della vita urbana: il caro-affitti, l’impatto delle piattaforme come Airbnb, la contrapposizione tra scuole pubbliche in difficolt e private sempre pi frequentate, l’overtourism, lo smart working, fino al cosiddetto “Cantillon effect”, che mostra come la ricchezza generata in citt sia spesso distribuita in modo diseguale. Una fotografia che non riguarda solo Milano, ma che diventa paradigma per comprendere le trasformazioni delle grandi metropoli mondiali.

“All’interno di questo libro si parla di global cities perch? Perch se nel dibattito quotidiano, quello che leggiamo sui giornali, quello che vediamo in televisione, il cosiddetto dibattito mainstream, si individuano dei problemi, ma non se ne individuano le cause, invece quelle cause, quegli stessi fenomeni, li individuiamo alzando un po’ lo sguardo, andando a guardare quello che succede o successo a New York, quello che succede o successo a Londra, a Los Angeles e via discorrendo, quindi citt che hanno verificato, hanno avuto questi fenomeni prima, per esempio, di Milano che viene presa come esempio. Ecco che quindi l’incremento del prezzo dell’immobile, i problemi legati al sistema educativo e altri temi, si ritrovano osservando non solo l’Italia, cosa che fa il dibattito quotidiano, ma soprattutto guardando quello che succede o successo all’estero e principalmente in queste citt che per caratteristiche sono simili a Milano”. Queste le parole di Giulio Centemero, Autore del libro

Attraverso dati, testimonianze e riflessioni, Centemero propone una lettura che va oltre la cronaca quotidiana e invita a riflettere sul futuro delle nostre citt. Quale modello di sviluppo serve oggi a Milano per restare attrattiva senza espellere residenti e famiglie? Come evitare che i centri storici si svuotino, che i giovani scelgano di emigrare e che la casa diventi un lusso inaccessibile? “Anche i ricchi piangono” non solo un titolo provocatorio, ma un avvertimento: anche i territori pi dinamici e ricchi rischiano di piegarsi sotto il peso delle proprie contraddizioni. Per questo il libro diventa uno strumento utile per avviare un dibattito pubblico sulla direzione che vogliamo dare alle nostre citt e sul modello di comunit che intendiamo costruire.

Ttg, Santanch: “Errore esclusione Israele, turismo ponte di pace”

Rimini, 8 ott. (askanews) – “Ci ha visto assolutamente contrari” l’esclusione dell’ente turistico israeliano dal Ttg, come hanno richiesto il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale. Perch “il turismo un ponte di pace, un ponte di popoli” e ” stato un grande errore”. Lo ha detto il ministro del Turismo, Daniela Santanch, a margine dell’inaugurazione del Ttg di Rimini che ospita 2.700 brand espositori da 75 paesi.

“Per me il turismo un ponte di pace, un ponte di popoli. Quindi noi siamo ben contenti di ospitare nella nostra nazione tutti i turisti del mondo – ha spiegato Santanch -. Non ci interessa da che paese arrivano, ci interessa che l’Italia sia veramente un paese ospitale. E soprattutto non siamo mai contro qualcuno, ma siamo a favore della promozione del turismo della nostra nazione”.

Quindi “secondo me stato un errore, ma io oggi alle 16 comunque incontrer il delegato” direttrice dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, Kalanit Goren “che arriva appunto qua alla fiera perch voglio parlare con tutti, sono a disposizione di tutti. Quindi io l’ho detto e continuo a dirlo, per me stato un grande errore”.

Golf, Open di Spagna con Migliozzi, Laporta e Pavan

Roma, 8 ott. (askanews) – Tre italiani per un sogno europeo. Guido Migliozzi, Francesco Laporta e Andrea Pavan saranno in campo a Madrid per la 98esima edizione dell’Open de España, in programma dal 9 al 12 ottobre, alla ricerca di punti pesanti per entrare tra i migliori 70 della Race to Dubai e conquistare così un posto al play-off di Abu Dhabi (6-9 novembre).

Sarà una sfida di altissimo livello, con in campo due dei protagonisti della Ryder Cup 2025, l’irlandese Shane Lowry — autore del birdie decisivo — e l’idolo di casa Jon Rahm, pronto a inseguire il quarto trionfo personale nel torneo.

Nel penultimo appuntamento della stagione regolare del DP World Tour, Laporta (attualmente 58° nel ranking e in procinto di festeggiare 35 anni durante il torneo), Migliozzi (71°) e Pavan (86°) si giocano l’accesso alla fase finale del circuito. Dopo Madrid, infatti, restano solo le tappe di New Delhi e Cheonan prima del gran finale di Dubai (13-16 novembre), riservato ai migliori 50.

Dopo la sconfitta dello scorso anno nello spareggio con Angel Hidalgo, Rahm — astro della LIV Golf e tra gli sportivi più pagati al mondo — punta al poker di successi per eguagliare Gabriel Gonzalez e avvicinare il record storico di Angel de la Torre, vincitore di cinque edizioni. L’Open de España, che resiste dal 1925, ritrova così un duello di fascino tra Rahm e Lowry, galvanizzato dall’impresa europea a Bethpage.

Oltre ai due fuoriclasse, la starting list è ricca di nomi illustri: dal cileno Joaquin Niemann all’americano Patrick Reed, dagli spagnoli David Puig (terzo nel 2024) e Sergio Garcia (campione nel 2002), fino agli inglesi Danny Willett — vincitore del Masters 2016 —, Jordan Smith e John Parry. Spazio anche ai danesi Thorbjorn Olesen e Rasmus Neergaard-Petersen, al nordirlandese Tom McKibbin, al norvegese Kristoffer Reitan e al cinese Haotong Li.

L’Open de España metterà in palio 3,25 milioni di dollari, con una prima moneta di 552.500, ma anche un pass diretto per The Masters e The Open 2026, riservato al vincitore non già qualificato. Nella storia quasi centenaria della competizione, un solo successo italiano: quello di Francesco Molinari nel 2012, seguito dal secondo posto nel 2015, come Emanuele Canonica nel 2002.

Tennis, Auger-Aliassime ai quarti: Musetti battuto in due set

Roma, 8 ott. (askanews) – Lorenzo Musetti saluta il Masters 1000 di Shanghai, battuto da Felix Auger-Aliassime con il punteggio di 6-4, 6-2 in meno di un’ora e mezza di gioco. Una partita perfetta del canadese, che ha espresso un tennis di altissimo livello dall’inizio alla fine. Solido al servizio, incisivo dal lato del dritto e in controllo negli scambi da fondo. In entrambi i set la svolta è arrivata con il break nel quinto game. Nel primo parziale Musetti ha avuto tre chance di controbreak, ma da 0-40 FAA si è salvato con grande qualità (tuttavia resta qualche rimpianto sulla prima palla break). Nel secondo parziale, invece, Lorenzo è uscito dalla partita dopo il break subito. Una sconfitta che pesa anche in ottica Atp Finals: Auger-Aliassime adesso è distante 530 pt da Musetti, ma potrebbe accorciare ulteriormente facendo strada a Shanghai

Germania, produzione industria ai minimi dal 2005 (sull’auto dal 2000)

Roma, 8 ott. (askanews) – Con un crollo ben peggiore del previsto, pari al meno 4,3% rispetto al mese precedente, ad agosto la produzione dell’industria in Germania è tornata a livelli che non si registravano dal 2005. Lo riporta il Financial Times, con una analisi dopo i dati pubblicati oggi dall’agenzia federale di statistica (Destatis).

La contrazione di agosto era ampiamente attesa, dato che riflette il venir meno della ressa produttiva dei mesi precedenti volta a evitare i dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump. Ma il dato riferito dall’agenzia è molto peggiore del meno 1% mediamente atteso dagli analisti.

E se si guarda al comparto dell’auto, la produzione in questo caso è sprofondata del 18,5%. Secondo il Ft, se si escludono i collassi causati dai lockdown imposti a motivo del Covid e quelli della crisi finanziaria precedente, il livello di produzione di auto in Germania è ai minimi dal 2000.

AI, a Borsa della Ricerca survey impatto processi di innovazione

Roma, 8 ott. (askanews) – stata presentata a Catania, in occasione della XVI Borsa della Ricerca 2025, l’indagine “InnoverAI – L’impatto dell’AI nei processi di innovazione”, a cura della Fondazione Emblema. La survey, realizzata nel settembre 2025, ha coinvolto227 imprese italiane attive nei settori ad alta intensit di ricerca e innovazione, offrendo uno spaccato inedito sul reale stato di adozione dell’intelligenza artificiale all’interno del sistema produttivo nazionale. I dati confermano che l’innovazione al centro delle strategie aziendali: il90% delle imprese la considera determinante per competitivit e crescita, e oltre il75% attribuisce all’AI un ruolo fondamentale nei processi innovativi. Tuttavia, emerge un dato significativo:solo il 19,4% delle imprese che ha avviato progetti di AI dichiara di avere soluzioni pienamente operative. E se il 73,6% del campione ha avviato sperimentazioni, la maggior parte si trova ancora in una fase preliminare o prototipale. A frenare l’adozione dell’AI sono soprattutto ostacoli interni: l’83,8% delle aziende segnala resistenze organizzative, mancanza di competenze o difficolt culturali nel recepire le trasformazioni legate all’intelligenza artificiale. Uno dei dati pi incoraggianti riguarda invece il rapporto con il mondo della ricerca: il94,2% delle imprese ha gi attive collaborazioni con universit ed enti scientifici, e il 75,7% le considera accessibili e funzionali. Solo una minoranza (12,3%) segnala criticit, smentendo lo stereotipo di un divario incolmabile tra accademia e impresa.”La volont di innovare c’ – ha dichiarato durante la presentazione Tommaso Aiello, presidente della Fondazione Emblema – ma in molti casi le imprese non hanno ancora trovato il modo di trasformare l’AI in un asset concreto e funzionale. La distanza tra intenzioni e implementazione effettiva resta ampia, ma la Borsa della Ricerca volutamente incentrata sul post PNRR, in particolare su come sfruttare l’esperienza e i progressi nelle tante ricerche portate avanti grazie a questo piano straordinario, per contribuire insieme all’innovazione del nostro Paese nei prossimi anni. In questo Emblema – conclude Aiello – sta facendo la sua parte, offrendo a quasi 500 delegati di imprese e universit: un’occasione concreta di confronto diretto”.La Borsa della Borsa della Ricerca, in programma da questo pomeriggio fino a venerd 3 ottobre, si conferma come il principale appuntamento italiano dedicato al trasferimento tecnologico e all’innovazione. Anche quest’anno, il suggestivo Monastero dei Benedettini si trasformato in un hub di confronto e collaborazione, dove oltre500 delegati tra aziende, universit, startup ed enti finanziati dal PNRR si ritroveranno per condividere idee, progetti e visioni sul futuro della ricerca. Organizzato dalla Fondazione Emblema, in collaborazione con la Regione Siciliana e l’Universit degli Studi di Catania, con il patrocinio della Camera di Commercio Sicilia Orientale, l’evento mira a rafforzare il dialogo tra mondo accademico e sistema produttivo, promuovendo una cultura dell’open innovation capace di valorizzare competenze scientifiche e generare nuove opportunit di investimento.”Siamo lieti di coorganizzare la Borsa della Ricerca e orgogliosi che Catania, per tre giorni, diventi il punto di riferimento nazionale nei rapporti tra universit e imprese”. Lo ha detto Enrico Foti, rettore dell’Universit degli Studi di Catania, a margine. “Mi auguro che questo evento rappresenti un’opportunit concreta per attrarre investitori e aziende interessate a collaborare con la nostra Universit e ad investire nella nostra Regione per accelerare il trasferimento tecnologico e favorire il dialogo tra ricerca e impresa”. Presenti alla Plenaria di apertura anche Dario Cartabellotta, dirigente generale Dipartimento delle Attivit Produttive della Regione, Giuseppe De Pietro, presidente Fondazione FAIR, Marta Rapallini, program manager Fondazione FAIR, Leonardo Sanna, ricercatore Fondazione Bruno Kessler e Concetto Spampinato, responsabile Fondazione FAIR per Universit di Catania.”La Borsa della Ricerca di Catania un appuntamento di grande valore per il nostro territorio, perch mette in contatto universit, centri di ricerca e imprese, creando sinergie indispensabili per la crescita della Sicilia” – ha commentato Edmondo Tamajo, Assessore regionale alle Attivit Produttive. “Desidero ribadire l’impegno del governo regionale a sostenere l’innovazione e a favorire l’incontro tra il mondo accademico e quello produttivo. Abbiamo messo in campo strumenti e risorse importanti per accompagnare le imprese nei processi di ricerca e sviluppo, convinti che solo investendo in conoscenza e competenze la Sicilia potr rafforzare la sua competitivit e creare nuove opportunit di lavoro per i giovani”. La Borsa ha registrato anche gli incontri ‘one-to-one’ tra gruppi di ricerca, startup e R&D manager delle imprese presenti. Oltre mille appuntamenti per favorire collaborazioni concrete e accelerare lo sviluppo di soluzioni tecnologiche.

Il pasticcio di San Francesco e Mattarella avverte: le leggi siano chiare

Roma, 8 ott. (askanews) – Cos’è il 4 ottobre in Italia? E’ la festa nazionale di San Francesco o la solennità civile di Santa Caterina da Siena? Al momento è l’uno e l’altro e il pasticcio ingenerato dalla legge approvata dalle Camere, che istituisce il 4 ottobre come festa nazionale, ha fatto scattare i rilievi del Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato stamani la legge, perché comunque, ha precisato, i rilievi messi in evidenza “non riguardano profili di natura costituzionale”, ma ha scritto una lunga lettera ai presidenti di Senato e Camera Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana per dire che, al di là del caso San Francesco che va comuque chiarito, le leggi devono essere chiare e non generare equivoci.

Allo stato attuale la confusione in materia di santi e festività è grande perché, osserva Mattarella, “con due diverse disposizioni normative si prevede che, con riferimento ai due santi, vengano celebrati sostanzialmente i medesimi valori, nello stesso giorno, ma con un diverso regime”. Il 4 ottobre non può essere due cose insieme perché gli effetti di festa nazionale e di solennità civile sono diversi. Tanto per fare un esempio, scrive Mattarella, il fatto che sia solennità civile prevede una serie di attività nelle scuole per promuovere i “valori universali” di cui entrambi i santi in questione sono simbolo. Ma quali attività se quel giorno a causa della festa nazionale le scuole saranno chiuse? Insomma la legge va corretta – “la normativa che disciplina le due ricorrenze richiede interventi correttivi volti a coordinare tra di loro i due testi normativi” – e come è noto spetta al Parlamento farlo (“invito il Parlamento ad apportare al provvedimento i correttivi necessari”).

Il discorso, però, è più largo e Mattarella ci tiene a ribadirlo nel segno di quella leale collaborazione, che già si è vista tra gli uffici legislativi del Colle e quelli di Palazzo Chigi su alcuni particolari provvedimenti, come ad esempio il decreto flussi. L’altro messaggio che si evince dalla vicenda è che il Colle vigila, legge da capo a fondo ogni legge che viene sottoposta alla firma del presidente, passando ai raggi x eventuali incongruità o criticità. “Non posso non sottolineare l’esigenza che i testi legislativi presentino contenuti chiari e inequivoci”, chiude Mattarella. Parole precise che in tempi di legge di Bilancio suonano in un certo modo.

Fratelli d’Italia vuole vietare il velo integrale in pubblico

Roma, 8 ott. (askanews) – Dal divieto di indossare il burqa (“in luoghi pubblici, aperti al pubblico”, scuole e università, “esercizi commerciali e uffici”) al carcere per chi chiede e produce ‘certificati di verginità’ alla tracciabilità dei finanziamenti per le moschee e i luoghi di culto. E ancora: si innalzano le pene per i matrimoni forzati (contro chi fa “leva su precetti religiosi”) e si amplia l’articolo 604 bis del codice penale introducendo il reato di chi professa “idee fondate sulla superiorità o l’odio religioso”. Sono cinque gli articoli della proposta di legge, targata Fratelli d’Italia, presentata alla Camera, dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e dai firmatari Sara Kelany, Galeazzo Bignami e Francesco Filini.

Una legge, ha affermato Kelany, “contro il separatismo islamico e la creazione di contro-società dove regna la Sharia, enclave separate da quello che è l’ordinamento italiano e dove prolifica il fondamentalismo islamico”.

“Il terrorismo jihadista – si legge nella Pdl – rappresenta un’emergenza globale” e il “separatismo religioso”, si legge, è il “primo passo di un cammino il cui traguardo è prendere il controllo completo della società” attraverso “il rigetto della libertà di espressione, della libera coscienza, del diritto alla libertà di pensiero e finanche – prosegue il testo – del diritto alla blasfemia”. Per Fratelli d’Italia il contrasto al “fondamentalismo religioso” è “necessario” per la “tutela dei valori della Costituzione” e “occorre reagire e non voltarsi dall’altra parte”, ha sottolineato il sottosegretario Delmastro.

La legge si applica agli enti, associazioni e comunità, “le cui finalità statutarie o aggregative siano da ricondurre alla religione, all’esercizio del culto o alla professione religiosa” di confessioni che “non hanno stipulato intese con lo Stato” italiano, di fatto alla religione islamica.

Dissalatore mobile marino, Conti (Mase): tecnologia da replicare

Roma, 8 ott. (askanews) – Alla visita ufficiale a Napoli promossa da Fondazione UniVerde, SOS Terra ETS e Fondazione Marevivo al dissalatore mobile marino realizzato da Marnavi ha partecipato anche il Gen. B. Massimiliano Conti, Vice Capo Gabinetto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: “La sicurezza idrica una priorit nazionale. Operiamo nel solco del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e delle misure del PNRR – Missione 2, Componente 4 per tutelare la risorsa idrica, dentro un quadro di governance che comprende la Cabina di regia per la crisi idrica. In questo percorso, le soluzioni tecnologiche devono essere integrate nel ciclo idrico: efficienza energetica, uso delle rinnovabili, riduzione delle perdite, riuso delle acque e monitoraggi trasparenti restano i nostri criteri guida. Il progetto del dissalatore marino mobile – sviluppato da realt italiane e implementato su un’unit navale dedicata – propone una produzione offshore con rilascio del concentrato in acque profonde e diluizioni in navigazione, riducendo l’impatto sul suolo e sul paesaggio e consentendo una rapida messa in servizio in emergenza. La flessibilit dell’assetto nave-impianto consente di servire pi isole con economie di scala, mentre gli adempimenti effettuati sotto la supervisione del Registro Navale Italiano hanno definito una nuova classe di unit per la produzione e il trasporto di acqua potabile. Sono aspetti coerenti con i nostri obiettivi: massima compatibilit ambientale, qualit dell’acqua per l’uso umano e miglioramento dell’efficienza energetica (fino a +30% il risultato atteso)”, ha commentato.

Il Ft: gli Usa chiedono alla Ue esenzioni per le imprese Usa sulle regole green

Roma, 8 ott. (askanews) – L’amministrazione Usa ha chiesto all’Unione europea di rivedere le normative sulla green economy prevedendo di fatto delle clausole di esenzione a beneficio dei gruppi industriali Usa. Lo riporta il Financial Times citando un documento dell’amministrazione Trump e aggiungendo che “pochi giorni fa Washington ha comunicato le sue richieste alla Commissione europea”.

Oltre a questo documento, il Ft cita come fonti “due funzionari della Ue” anonimi. Tra le richieste vi sono quella di esentare le imprese statunitensi dal presentare piani di transizione climatica e di non imporre le normative compagnie a stelle s strisce che facciano parte delle catene di approvvigionamento.

Secondo il paper dell’amministrazione Trump, le normative europee hanno “una portata extra territoriale che prevede obblighi onerosi per le catene di approvvigionamento, dei requisiti sui piani di transizione climatica e degli adempimenti che avrebbero un impatto negativo per le imprese statunitense che volessero competere sul mercato Ue”, riporta il quotidiano.

Jeff Wall, cos lontano e cos vicino: fotografia oltre la realt

Torino, 8 ott. (askanews) – Se si vuole capire la fotografia contemporanea, il modo in cui entrata a pieno titolo nella scena dell’arte di oggi, non si pu prescindere dal lavoro di Jeff Wall, un artista che ha ridefinito lo stesso medium attraverso un lavoro poderoso sulla costruzione dell’immagine e, per estensione della realt. Le gallerie d’Italia di Torino gli dedicano oggi una importante retrospettiva. “Penso che la fotografia – ha detto Jeff Wall ad askanews – sia un evento, perch accade, deve accadere: ha ragione Susan Sontag, la fotografia un evento in s. Anzi la fusione di due eventi: l’evento che vogliamo vedere e l’evento della sua realizzazione”.

Le fotografie di Jeff Wall, spesso retroilluminate, sono dei dispositivi artistici che ricreano il mondo alla perfezione, che giocano sulla quasi totale aderenza tra l’immagine e la nostra esperienza, eppure sono il frutto di un enorme lavoro di costruzione, per arrivare a definire la nuova naturalezza di ogni gesto. E “gesto” una delle parole chiave per capire il suo lavoro. “Il gesto umano – ha aggiunto il fotografo canadese – non nuovo, solo continua ad apparire in contesti nuovi. Molte delle cose che mi interessano nelle mie fotografie non sono cose nuove, potrebbero essere accadute in qualunque epoca. Il loro elemento di novit per me sta nel fatto che accadono ancora in uno specifico momento e io cerco di ricreare e catturare quel momento”.

A curare l’esposizione stato chiamato David Campany, che da anni segue il lavoro di Wall e ha costruito tutta la mostra intorno a un’impossibilit di richiudere queste enormi fotografie in una definizione. “Guardi un’immagine di Wall – ci ha detto – e ne fai esperienza. Ti sembra che, attraverso di essa, si possa trovare un’idea di fotografia. Poi ne guardi un’altra e percepisci qualcosa di diverso in essa. Io credo in un certo senso che la sua carriera artistica e creativa sia stata lunga perch non ha ancora deciso che cosa sia la fotografia, non ne ha dato una definizione. tutto molto aperto, pu essere molte cose, e alcune di esse non abbiamo nemmeno iniziato a esplorarle”.

Probabilmente il fascino del lavoro di Jeff Wall sta anche in questa incertezza, che profondamene narrativa, tanto che le sue immagini sembrano dei veri e propri racconti. Ma anche qui a un certo punto scatta qualcosa. “Quando faccio una fotografia – ha detto ancora l’artista – io parto dalle parole che la possono descrivere, ma poi la fotografia cancella tutte le parole, perch le trasforma in un’immagine, che una cosa diversa”.

La mostra , poi, un evento importante anche per le Gallerie d’Italia, che a Torino hanno scelto di concentrarsi sulla fotografia contemporanea: percorso che, in qualche modo, trova in questa esposizione un culmine. ” sicuramente uno dei momenti pi importanti del museo – ci ha spiegato Antonio Carloni, vicedirettore delle Gallerie d’Italia di Torino -. Arriviamo da tre anni in cui abbiamo cercato di crescere ad ogni passo: quando poi stato possibile mettere insieme David Campany e Jeff Wall, ed un progetto a cui lavoriamo da circa tre anni, l abbiamo capito che il pi importante critico di Wall poteva in un certo senso costruire un percorso specifico per le gallerie d’Italia di Torino dedicato a quell’artista”.

La mostra “Jeff Wall – Photographs”, aperta al pubblico nel museo torinese di Intesa Sanpaolo dal 9 ottobre 2025 al 1 febbraio 2026.

FT: Washington chiede a Ue esenzioni per imprese Usa su regole green

Roma, 8 ott. (askanews) – L’amministrazione Usa ha chiesto all’Unione europea di rivedere le normative sulla green economy prevedendo di fatto delle clausole di esenzione a beneficio dei gruppi industriali Usa. Lo riporta il Financial Times citando un documento dell’amministrazione Trump e aggiungendo che “pochi giorni fa Washington ha comunicato le sue richieste alla Commissione europea”.

Oltre a questo documento, il Ft cita come fonti “due funzionari della Ue” anonimi. Tra le richieste vi sono quella di esentare le imprese statunitensi dal presentare piani di transizione climatica e di non imporre le normative compagnie a stelle s strisce che facciano parte delle catene di approvvigionamento.

Secondo il paper dell’amministrazione Trump, le normative europee hanno “una portata extra territoriale che prevede obblighi onerosi per le catene di approvvigionamento, dei requisiti sui piani di transizione climatica e degli adempimenti che avrebbero un impatto negativo per le imprese statunitense che volessero competere sul mercato Ue”, riporta il quotidiano.