Roma, 11 giu. (askanews) – Una regione che lo scorso anno ha fatto leggermente meglio in termini di crescita economica rispetto alla media nazionale, con un più 0,9% del più 0,7% dell’intero Belpaese. Eppure il Pil regionale ancora non è tornato al livello registrato nel 2007, laddove quello nazionale è risalito a questo traguardo già nel 2022. Risale l’industria, traina l’export, mentre il turismo, dopo il boom post restrizioni da Covid, continua a crescere con ritmi tornati abbastanza in linea con i valori pre 2019. E non c’è stato l’atteso calo delle costruzioni dovuto al venir meno del Superbonus, anche perché le attività del settore pubblico tra Pnrr e Giubileo hanno compensato quelle venute meno nel privato. È la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nel suo ultimo rapporto sull’economia regionale del Lazio, presentato oggi presso la sede regionale dell’istituzione a Roma.
Migliora l’occupazione e cala ulteriormente la disoccupazione, ma con una dinamica bivalente che vede aumentare gli occupati ultra cinquantenni e, elemento certamente non positivo, diminuire gli occupati più giovani (15-34 anni). Sulle prospettive, come per l’intero Paese, pesa l’incognita dei dazi commerciali e degli esiti che avrà la partita negoziale con gli Stati Uniti. Con una peculiarità tutta regionale: l’export del Lazio è molto più sbilanciato sulle sulla farmaceutica, segmento finora risparmiato dalla tagliola di Donald Trump. Se così continuerà l’export laziale potrebbe fare un po’ meglio della media, altrimenti no.
L’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato da Bankitalia ha mostrato un aumento dello 0,9 per cento sul 2024, superiore all’anno precedente (+0,5); secondo l’analisi la dinamica è apparsa più vivace nella seconda parte dell’anno. La domanda estera e la spesa pubblica hanno sostenuto i livelli di attività, a fronte di consumi e investimenti più deboli.
Dopo la flessione del 2024, l’industria ha mostrato una lieve risalita; l’andamento del settore, a differenza di quanto accaduto a livello nazionale, ha beneficiato dell’impulso fornito dalle esportazioni, soprattutto di prodotti farmaceutici. La spesa in opere pubbliche ha sostenuto il comparto delle costruzioni, che ha registrato una dinamica positiva nonostante il forte ridimensionamento degli incentivi legati al Superbonus. Il settore dei servizi ha continuato a crescere, sebbene a un ritmo moderato. Le presenze turistiche, pur rallentando dopo il forte recupero post-pandemico, sono comunque aumentate a un ritmo superiore a quelli registrati negli anni pre-Covid.
Le condizioni economiche e finanziarie del settore produttivo appaiono positive: secondo lo studio una quota elevata di imprese ha registrato un utile di esercizio e il livello della liquidità complessivo è ancora alto nel confronto storico. L’ampia disponibilità di risorse interne ha frenato la domanda di prestiti bancari; questi ultimi sono calati, nonostante la diminuzione dei tassi di interesse.
Nel frattempo l’andamento del mercato del lavoro è rimasto favorevole, prosegue Bankitalia: l’occupazione ha continuato a crescere (1,7 per cento), soprattutto nella componente degli autonomi; l’aumento del lavoro dipendente è avvenuto in prevalenza attraverso assunzioni con contratto a tempo indeterminato. La disoccupazione è calata di circa un punto percentuale, portandosi al 6,3 per cento, un tasso sostanzialmente in linea con la media nazionale.
Lo studio presenta anche una analisi sull’esposizione del mercato del lavoro regionale all’intelligenza artificiale: il Lazio si caratterizza per una più diffusa presenza sia di mansioni che potrebbero essere sostituite dalla nuova tecnologia sia di attività che potrebbero invece beneficiarne.
Tornando al quadro generale, la crescita occupazionale ha favorito l’espansione del reddito disponibile delle famiglie; in presenza di un tasso d’inflazione riportatosi su valori contenuti, il potere d’acquisto è tornato a crescere (1,4 per cento), recuperando circa i due terzi del calo registrato nel biennio 2022-23.
Intanto nel Lazio i finanziamenti alle famiglie consumatrici sono leggermente aumentati, sospinti soprattutto dalla componente del credito al consumo. La riduzione di oltre un punto percentuale dei tassi di interesse ha inoltre stimolato la ripresa dei mutui per l’acquisto di abitazioni. In rapporto al reddito disponibile l’indebitamento delle famiglie è diminuito, pur restando superiore alla media nazionale.
Il credito bancario al settore privato non finanziario è lievemente diminuito: l’aumento dei prestiti alle famiglie ha solo parzialmente compensato la flessione di quelli al settore produttivo. Le condizioni di offerta sono rimaste improntate alla cautela per il credito alle imprese, dice Bankitalia, e al consumo mentre sono apparse più distese per i mutui residenziali. La qualità dei prestiti alle imprese è peggiorata; vi hanno inciso soprattutto i maggiori ingressi in default dei finanziamenti alle costruzioni e all’indotto del settore automobilistico. La rischiosità delle famiglie è invece risultata stabile. Anche se in aumento, il tasso di deterioramento complessivo si è attestato su livelli contenuti nel confronto storico.
I depositi bancari di famiglie e imprese sono tornati a crescere, soprattutto nella componente a risparmio. La ricerca di rendimenti più elevati ha favorito anche l’incremento dei titoli detenuti in custodia, in particolare dei titoli di Stato e delle quote di fondi comuni.
Sempre lo scorso anno, la spesa primaria totale degli enti territoriali del Lazio è aumentata, trainata sia dall’acquisto di beni e servizi sia dagli investimenti f issi lordi. Questi ultimi hanno registrato una notevole espansione, più del doppio rispetto alle altre Regioni a statuto ordinario (RSO), prevalentemente legata alle opere pubbliche previste per il Giubileo 2025 e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). A fine maggio 2025 erano stati assegnati dal Piano a soggetti pubblici e privati 13,3 miliardi euro (il 9,3 per cento del totale nazionale), per interventi da realizzare nel Lazio. Oltre 5 miliardi sono stati banditi per la fornitura di beni e servizi e per la realizzazione di opere pubbliche. Relativamente a queste ultime, un’ampia quota del valore delle gare era stata aggiudicata alla fine dello scorso dicembre; tuttavia, la metà dei cantieri previsti risultava ancora non avviata, in misura superiore alla media nazionale.
Tornando al quadro di insieme e ad un elemento giù citato, Bankitalia segnala che nonostante la crescita registrata nel periodo recente, il valore aggiunto del Lazio nel 2023 risultava ancora inferiore di 2,4 punti percentuali rispetto al massimo storico registrato nel 2007; mentre l’Italia nel suo complesso aveva già recuperato questo livello nel 2022. Nel periodo in esame l’industria del Lazio ha subito un sensibile arretramento, mentre il settore dei servizi, che rappresenta oltre l’80 per cento dell’economia regionale, non è riuscito a fornire un impulso sufficiente alla crescita, contrariamente a quanto accaduto a livello nazionale.
Il Lazio è tra le regioni che hanno registrato un calo della produttività del lavoro; la riduzione è riconducibile a una diminuzione della dotazione di capitale fisico e a un peggioramento della produttività totale dei fattori, ossia del grado di efficienza nell’utilizzo combinato di capitale e lavoro. La regione evidenzia uno svantaggio con riferimento alla qualità del contesto istituzionale e all’attività innovativa, due fra i fattori che contribuiscono alla crescita e alla produttività di un territorio.
Infine, per quanto riguarda i primi mesi dell’anno e le prospettive, secondo Bankitalia si profila una prosecuzione della crescita nel primo trimestre. I flussi turistici in regione sono risultati in aumento, sebbene in misura inferiore alle attese degli operatori connesse con l’avvio delle celebrazioni per il Giubileo. Le tensioni geopolitiche internazionali condizionano le aspettative delle imprese, in particolare, l’inasprimento dei dazi. Oltre il 40 per cento delle esportazioni regionali verso gli Stati Uniti riguarda prodotti farmaceutici, una categoria di beni che tuttavia è attualmente esentata dall’imposizione di nuovi dazi.
Lo studio è stato presentato dalla direttrice della sede di Roma della Banca d’Italia, Antonella Magliocco, assieme a Marco Gallo e Massimiliano Bolis, della Divisione analisi e ricerca economica territoriale della sede romana. Una nuova presentazione verrà tenuta il 18 giugno a Latina.