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sabato, 15 Novembre, 2025
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Manovra, Assotir: serve chiarimento su compensazione crediti imposta

Roma, 13 nov. (askanews) – Assotir scrive al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e al Presidente della Commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini, per chiedere chiarezza sull’articolo 26 della legge di Bilancio. La norma – che introduce una stretta sulle compensazioni dei crediti di imposta a partire dal primo luglio 2026 – ha una formulazione poco chiara e sembrerebbe colpire anche i crediti di imposta sulle accise del diesel, un’eventualità che avrebbe “effetti disastrosi sul settore dell’autotrasporto”.

Per le imprese del settore, infatti, il credito d’imposta sulle accise rappresenta lo strumento più efficace per la gestione della liquidità, dal momento che viene utilizzato per compensare i debiti sia verso il Fisco, sia verso gli Istituti previdenziali. Venendo meno questa possibilità, che vale diverse migliaia di euro l’anno per ogni veicolo, moltissimi operatori corrono il rischio concreto di finire in default finanziario.

“Assotir ha sollecitato l’intervento dei ministri Giorgetti e Salvini – commenta il segretario generale dell’Associazione, Claudio Donati – perché il governo deve dare risposte chiare e rapide. Assotir ribadisce che non ci sia alcun motivo accettabile per estendere all’autotrasporto una norma che è stata pensata per porre freno agli abusi avvenuti in altri settori, principalmente in quello edilizio. Ed è un segnale positivo il fatto che la maggior parte delle Confederazioni imprenditoriali, in sede di audizione al Senato, non abbiano evidenziato il problema. Tuttavia, il testo attuale si presta entrambe le interpretazioni, e le tensioni all’interno del settore stanno aumentando di giorno in giorno. Per questo, chiediamo venga affermato in maniera inequivocabile che sarà possibile compensare il credito d’imposta sulle accise sul gasolio anche dopo il primo luglio 2026”, conclude Donati.

Aumentano i prezzi dei carburanti

Roma, 13 nov. (askanews) – Continuano a salire i prezzi dei carburanti alla pompa, nonostante la brusca retromarcia delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati. Il prezzo medio nazionale del gasolio in modalità self service è al livello più alto dal primo luglio scorso.

Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, Q8 e Tamoil hanno aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio.

Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del Made in Italy ed elaborati da Staffetta Quotidiana, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,717 euro/litro (+1 millesimo, compagnie 1,725, pompe bianche 1,702), diesel self service a 1,678 euro/litro (+3, compagnie 1,685, pompe bianche 1,664). Benzina servito a 1,857 euro/litro (+2, compagnie 1,901, pompe bianche 1,773), diesel servito a 1,816 euro/litro (+4, compagnie 1,859, pompe bianche 1,734). Gpl servito a 0,690 euro/litro (invariato, compagnie 0,701, pompe bianche 0,678), metano servito a 1,405 euro/kg (invariato, compagnie 1,416, pompe bianche 1,396), Gnl 1,222 euro/kg (invariato, compagnie 1,224 euro/kg, pompe bianche 1,220 euro/kg).

Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,816 euro/litro (servito 2,076), gasolio self service 1,778 euro/litro (servito 2,042), Gpl 0,832 euro/litro, metano 1,489 euro/kg, Gnl 1,280 euro/kg.

Lavrov dice che il Corsera l’ha censurato. Via Solferino: da noi la stampa è libera

Roma, 13 nov. (askanews) – Il ministero degli Esteri russo ha denunciato questa mattina una “censura” da parte del Corriere della Sera in merito a un’intervista rilasciata dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov al quotidiano italiano.

“Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un incremento, sui media italiani, della già elevata quantità di fake news riguardanti la Russia. Per cercare di arginare in qualche modo questo fiume di bugie, abbiamo proposto a una delle principali testate italiane, il Corriere della Sera, di intervistare in esclusiva il ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov”, rappresenta il ministero degli Esteri russo.

“La redazione del quotidiano ha acconsentito con entusiasmo, inviandoci lunghe domande ai fini dell’intervista. A ciascuna delle domande il ministro ha fornito una risposta esauriente. Il testo dell’intervista è stato preparato rapidamente. Lo si poteva pubblicare”, secondo quanto riferisce sempre il ministero che, però, denuncia che “il quotidiano si è rifiutato di pubblicare le risposte del ministro Lavrov a quelle domande che il quotidiano stesso gli aveva posto”. Il ministero riferisce che il Corriere avrebbe risposto segnalando che “le parole del ministro Lavrov ‘contenevano diverse affermazioni di natura controversa le quali avrebbero richiesto una verifica dei fatti, oppure delle spiegazioni aggiuntive; e che la pubblicazione di tali approfondimenti avrebbe portato al superamento dei ragionevoli limiti di spazio’. Alla nostra proposta di pubblicare sul giornale cartaceo una versione più breve dell’intervista e di pubblicarne la versione integrale sul sito web, la redazione del quotidiano ha risposto con un totale rifiuto”.

“Riteniamo che questa condotta costituisca uno sfacciato atto di censura”, conclude il ministero, il quale ha poi pubblicato per intero l’intervista tra il Corriere e il ministro degli Esteri russo.

Il Corriere della Sera ha risposto questa mattina alle accuse di “censura” mosse dal ministero degli Esteri russo, rivendicando la propria facoltà di pubblicare un’intervista “secondo i canoni di un giornalismo libero e indipendente”.

“Il ministero degli Esteri russo ha risposto alle domande inviate preliminarmente dal Corriere della Sera con un testo sterminato pieno di accuse e tesi propagandistiche”, afferma la direzione del Corriere in una nota, specificando che “alla nostra richiesta di poter svolgere una vera intervista con un contraddittorio e con la contestazione dei punti che ritenevamo andassero approfonditi il ministero ha opposto un rifiuto categorico”.

“Evidentemente pensava di applicare ad un giornale italiano gli stessi criteri di un Paese come la Russia dove la libertà d’informazione è stata cancellata”, ha osservato la direzione del Corriere. “Quando il ministro Lavrov vorrà fare un’intervista secondo i canoni di un giornalismo libero e indipendente saremo sempre disponibili”.

Zelensky: la Russia è pronta a una "grande guerra" in Europa entro il 2030

Roma, 13 nov. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato, questa mattina, che Mosca si starebbe preparando ad una “grande guerra” entro il “2029 o 2030” sul “continente europeo”.

“Dobbiamo esercitare maggiore pressione sulla Russia. Dalla situazione sul campo non vediamo che la Russia voglia fermarsi. Il problema è che, osservando l’industria della difesa russa, vediamo che stanno aumentando la produzione. E la nostra stima è che vogliano continuare questa guerra”, ha osservato il leader ucraino su Telegram.

“Riteniamo che, se eserciteremo una forte pressione, i russi avranno bisogno di una pausa. Ma dobbiamo riconoscere che loro vogliono una grande guerra e si stanno preparando per essere pronti tra il 2029 e il 2030 – in quel periodo – per avviare una simile grande guerra, sul continente europeo. Consideriamo questo una sfida davvero grande”, ha specificato Zelensky, avvertendo i partner europei.

“Credo che dobbiamo pensare a come fermarli ora in Ucraina, ma anche fare tutto il possibile per ridurre le loro capacità. Non dare loro i soldi che possono ancora ottenere dall’energia. E non fornire loro armi. Quindi è un problema su cui dobbiamo riflettere”, ha concluso Zelenksy.

Bce, Buch: cyberincidenti nelle banche raddoppiati in ultimi anni

Roma, 13 nov. (askanews) – Per le banche la resilienza ai possibili shock geopolitici si basa “su modelli di business solidi”. Servono quadri di gestione e operativi “flessibili, per poter disporre di avere margini su una gamma” di possibili problematiche. E “la resilienza non deve andare alle spese della redditività di lungo termine”. Lo ha affermato la presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, Claudia Buch nel suo intervento in apertura della conferenza organizzata dall’istituzione a Francoforte.

Buch ha rilevato che gli incidenti informatici e cibernetici riportati dalle banche in Europa sono raddoppiati negli ultimi anni. E che la cybersicurezza è un elemento chiave della tenuta agli shock geopolitici.

In questa fase la vigilanza bancaria sta rivedendo la sua attività con tre principali obiettivi: rafforzare l’efficienza rivedendo i processi decisionali e rimuovendo le complessità non necessarie nell’interazione con le banche; migliorare l’efficacia comunicando in maniera chiara alle banche qualunque grave lacuna che venga identificata e rafforzando gli interventi correttivi se necessari; terzo, ha proseguito Buch, rafforzando l’attenzione sui rischi più rilevanti e sulle attività e le vulnerabilità specifiche delle singole banche.

Anche nelle sue conclusioni, la presidente della vigilanza ha iniziato citando i rischi geopolitici “a cui tutte le banche europee sono esposte, che sia in maniera diretta o tramite potenziali ricadute o dipendenze sui servizi trans frontalieri”. Per ottenere risultati positivi “ci servono forti coordinamento e cooperazione internazionali”, ha concluso. (fonte immagine: ECB).

Life Sciences, a Firenze il nuovo Bio VITA lab

Firenze, 12 nov. (askanews) – All’Universit di Firenze inaugurato il Bio VITA Lab, il nuovo laboratorio realizzato da Fondazione VITA grazie a 1,9 milioni di euro del PNRR, parte di un investimento complessivo di 3,6 milioni che riguarda anche l’Universit di Siena. 440 metri quadri di spazi ad alta tecnologia destinati alla formazione ITS nelle life sciences. All’iniziativa erano presenti, tra gli altri, la rettrice Alessandra Petrucci e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

Fondazione VITA ha scelto un approccio che integra diverse aree tecnologiche e scientifiche “e quindi -osserva Stefano Chiellini, Direttore di Fondazione Vita, ha puntato su tecnologie sia per un laboratorio biotecnologico e chimico, ma anche su Industria 4.0, quindi stiamo parlando di informatica, realt virtuale, realt aumentata. Ci siamo spostati anche sulla robotica, sull’automazione, temi importanti sull’area scienze e la vita.

Infine, visto che il nostro settore abbraccia anche l’area biomedicale e diagnostica, abbiamo un setting di strumentazioni per andare a certificare proprio anche le strumentazioni biomedicali e quindi preparare i ragazzi anche in questo settore”.

Il laboratorio ospita anche postazioni per simulazioni in realt virtuale e aumentata. Si tratta di un caso efficace di spesa dei fondi europei.

Andrea Paolini, presidente di Fondazione Vita, sottolinea: “i fondi del PNRR sono stati ovviamente determinanti e molto sfidanti nell’utilizzo. I tempi erano estremamente compressi. Abbiamo dovuto fare tutte le procedure sia per gli appalti e quindi l’individuazione dei fornitori che per la realizzazione dei laboratori stessi per consentire poi la possibilit di intraprendere gi in questo anno accademico le prime attivit all’interno dei laboratori che non solo sono pronti ma a disposizione dei ragazzi che stanno intraprendendo il percorso di quest’anno e dell’anno scorso”

L’inaugurazione si inserisce in un percorso che ha gi portato all’apertura di un laboratorio analogo a Siena e che ora proseguir a Pisa, dove – grazie ai fondi FESR e PNRR – sar realizzato un laboratorio territoriale aperto anche a studenti universitari e delle scuole superiori.

Fondazione Elpis, “A te non resta che abitare questo desiderio”

Milano, 13 nov. (askanews) – Dal 13 novembre 2025 Fondazione Elpis presenta a Milano la mostra collettiva A te non resta che abitare questo desiderio.

La racconta ad Askanews la curatrice della mostra Sofia Schubert, responsabile mostre e residenze artistiche della Fondazione: “Dopo sei anni di progettualit di Fondazione Elpis, iniziata con Una boccata d’arte nei borghi italiani, continuata con l’apertura della sede di Fondazione Elpis a Milano, l’apertura della mostra A te non resta che abitare questo desiderio segna un ulteriore nuovo traguardo. La mostra infatti il risultato di un percorso di residenze a cui hanno partecipato quattro artisti che si chiama Atelier Elpis. In questa prima edizione stato interessante vedere come tanti dei temi che sono emersi in questi ultimi sei anni nei borghi ritornano anche a Milano: basti pensare al tema della turistificazione, della perdita di identit dei luoghi, della gentrificazione.

Il titolo della mostra si ispira alle Citt Invisibili di Italo Calvino: l’idea stata quella di estrapolare anche la metodologia di Calvino, ovvero l’idea di descrivere una citt attraverso diverse sfaccettature prendendo una caratteristica della citt, isolarla e renderla come punto di ispirazione di un’intera narrazione. l’esercizio che stato fatto dai quattro artisti. Natalya Marconini Falconer, ispirandosi alla memoria familiare, ha creato un filo rosso che unisce la storia industriale della citt di Milano alla storia delle migrazioni dal Sud Italia al Nord. Ornella Cardillo ha creato delle opere scultorie, estrapolando quelli che potrebbero essere gli archetipi architettonici della citt di Milano e creando quindi una sorta di partitura di forme che poi attraverso una performance vengono attivate. Stella Rochetich vede la citt di Milano come un luogo dove i corpi si incontrano, lasciano tracce nello spazio pubblico anche in maniera inconsapevole. Giuseppe Lo Cascio si concentrato sul perenne cantiere: da un lato pu essere un cantiere che costruisce, dall’altro pu essere un cantiere che distrugge ed entrambi questi lati sono caratterizzati dal fatto che producono macerie.

Atelier Elpis si inserisce in quello che il filo rosso della nostra progettualit, ovvero il rapporto che si instaura tra l’arte contemporanea, la creazione dei giovani artisti, i territori e le persone che abitano in questi territori. La volont quella di riportare nella citt di Milano l’approccio, la metodologia che abbiamo sviluppato negli ultimi sei anni con Una boccata d’arte: un approccio radicato e situato sul territorio invitando giovani artisti, italiani e non, a interrogarsi su tutte quelle che sono le istanze che caratterizzano il nostro territorio”.

Da questa prima esperienza di Atelier Elpis, che ha coinvolto da maggio a luglio Natalya Marconini Falconer e Ornella Cardillo e da agosto a novembre Stella Rochetich e Giuseppe Lo Cascio, prende avvio il nuovo programma di residenze di artista della Fondazione Elpis. Il modello, articolato in cicli di residenza che vedono la presenza simultanea di pi artisti, trasforma la Fondazione in un laboratorio aperto, in cui la creazione si intreccia con il dialogo e con il contesto culturale di Milano. Atelier Elpis porta i giovani artisti, italiani e internazionali, a trascorrere un periodo di permanenza e produzione a Milano, presso gli spazi di recente realizzazione, concepiti appositamente per questo scopo. Nel corso della residenza gli artisti vivono e approfondiscono la citt e, esattamente come accade per la preparazione degli interventi di Una Boccata d’Arte, sono spinti nell’esplorazione delle storie della citt di Milano.

Le opere originali prodotte ad hoc durante Atelier Elpis sono visibili al pubblico nella sede della Fondazione Elpis da gioved 13 novembre 2025 a domenica 1 febbraio 2026.

Dalla modernità solida alla fragilità globale

La “società liquida” teorizzata da Zygmunt Bauman descrive con straordinaria lucidità il passaggio da un’epoca di certezze stabili – la modernità “solida” – a una fase storica dominata dal cambiamento, dalla precarietà e dall’instabilità delle relazioni sociali.

La globalizzazione ha accelerato questa trasformazione, rendendo la vita sempre più incerta: il lavoro è diventato precario, i legami comunitari si sono indeboliti e gli individui si sentono soli di fronte a sfide globali sempre più complesse. Allo stesso tempo, le istituzioni politiche, e in particolare lo Stato-nazione, non riescono più a garantire la sicurezza che un tempo promettevano.

 La paura dellaltro come riflesso dellinsicurezza

In questo scenario Bauman colloca la sua riflessione sul fenomeno migratorio. La figura del migrante diventa spesso il capro espiatorio di un disagio collettivo più profondo.
Lo straniero viene percepito come un corpo estraneo, una minaccia all’ordine sociale e alla “purezza” della comunità. Nei discorsi pubblici e politici, la migrazione di massa diventa così il simbolo di un mondo in disordine e fuori controllo.

Ma, ammonisce Bauman, le migrazioni non sono un’emergenza passeggera: rappresentano un fenomeno strutturale del nostro tempo. Le risposte politiche basate sulla paura – dai muri ai respingimenti – offrono solo un’illusione di sicurezza e rischiano di compromettere i principi democratici su cui si fondano le nostre società.

Lombra di Jim Crow

Con l’ascesa di Donald Trump negli Stati Uniti, queste politiche di chiusura hanno trovato nuova linfa, riportando alla memoria una pagina buia della storia americana: le leggi “Jim Crow”.
Nate tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, esse istituzionalizzarono la segregazione razziale, negando ai cittadini afroamericani i più elementari diritti civili. Solo le battaglie per i diritti civili degli anni ’60 portarono alla loro abolizione, con l’approvazione del Civil Rights Act del 1964 e del Voting RightsAct del 1965.

Oggi,  “Jim Crow” è tornato sotto nuove forme: non più contro i neri d’America, ma contro chiunque porti lo stigma del migrante o del rifugiato. È il nuovo volto di una paura che divide, esclude e giustifica la restrizione dei diritti in nome della sicurezza.

Una prospettiva da cambiare

La vera sfida, per Bauman, è ribaltare la prospettiva: passare dalla paura alla comprensione, dalla chiusura al dialogo.
Serve un approccio globale, fondato sulla cooperazione internazionale e sulla consapevolezza delle cause profonde delle migrazioni, spesso legate anche alle politiche di destabilizzazione dei Paesi occidentali.
Difendere la democrazia, oggi, significa non cedere alla tentazione di smantellare diritti e libertà in nome della protezione.

 Il rischio politico della copia”

Se i partiti progressisti non sapranno farsi portavoce di un cambiamento reale, sociale e culturale, la battaglia sarà persa in partenza. Continuando a inseguire la retorica della sicurezza, finiranno per apparire come una pallida imitazione dei movimenti nazionalisti e populisti. Di fronte alla copia, gli elettori sceglieranno sempre l’originale.

Macron e la minaccia digitale: i social mettono in crisi la democrazia

I social network stanno diventando una minaccia per la democrazia e la governance della Francia. È l’allarme lanciato da Emmanuel Macron durante un incontro con i lettori del quotidiano La Dépêche a Tolosa, in occasione del dibattito “La democrazia di fronte alla sfida dei social media”.

“Le piattaforme stanno cambiando il modo in cui si forma l’opinione pubblica, si affrontano le elezioni e si vive la democrazia stessa. Dobbiamo trovare soluzioni concrete per superare i problemi che ne derivano”, ha dichiarato il presidente francese.

Una regolamentazione più severa

Macron ha annunciato l’intenzione di introdurre, all’inizio del 2026, misure drastiche per limitare l’accesso ai social network. Fra queste, spicca la proposta di fissare un’età minima per l’utilizzo delle piattaforme, al fine di proteggere i minori dagli effetti della dipendenza digitale.

“I nostri bambini e adolescenti soffrono sempre di più a causa dei social. I disturbi dell’attenzione sono in aumento. È tempo di lanciare l’allarme e prendere decisioni collettive per tutelare i giovani e la salute della democrazia”, ha affermato Macron.

Fake news e interferenze esterne

Il presidente ha poi richiamato il rischio crescente delle ingerenze straniere e delle campagne di disinformazione. Ha citato in particolare gli esempi della Moldova e della Romania, dove operazioni coordinate sui social hanno influenzato i processi elettorali.

Macron non ha escluso, in prospettiva, di restringere l’accesso alle piattaforme o persino di abbandonarle personalmente, per dare un segnale politico forte.

Un dibattito aperto in Europa

Già ad aprile, l’allora premier Gabriel Attal aveva proposto un divieto di accesso ai social per i minori di 15 anni e limiti di tempo per gli adolescenti, in un quadro normativo ispirato al modello cinese e alle recenti leggi statunitensi.

Il dibattito aperto da Macron rimette al centro una domanda cruciale: come garantire la libertà d’espressione senza che essa diventi uno strumento di manipolazione e destabilizzazione democratica.

Sudan, dopo il massacro di Al Fasher il mondo si sveglia?

Un silenzio che dura da troppo tempo

Il silenzio assordante e l’indifferenza generale che più volte abbiamo denunciato su queste colonne di fronte alla tragedia sudanese sono stati finalmente rotti dopo il massacro di Al Fasher, documentato dalle immagini satellitari divulgate sulla rete.

E così tutta la stampa internazionale, e non solo quella – come ad esempio The Guardian di Londra – che meritoriamente segue sin dagli inizi la terribile guerra civile sudanese, ha informato l’opinione pubblica di quanto sta avvenendo in quel disgraziato paese.

Le notizie, peraltro, giungono con difficoltà e risultano spesso incomplete, anche a causa dell’interruzione delle comunicazioni. Non è un caso se sono stati i fumi degli incendi colti dai satelliti a raccontare al mondo quanto stava succedendo a Al Fasher, oggi completamente isolata. Si stimano migliaia di morti, fra i quali centinaia di civili appartenenti a comunità non arabe uccisi all’arma bianca dai miliziani delle Rapid Support Forces (RSF) del generale Hemetti, il quale – secondo la BBC – avrebbe ammesso alcuni “eccessi” compiuti dai suoi uomini. Ipocrisia allo stato puro. Episodi simili si erano già verificati a Geneina, agli inizi della guerra, e nel campo profughi di Zamzam, lo scorso aprile.

Le reazioni internazionali: tra impotenza e ipocrisia

Le istituzioni internazionali fanno quello che possono, ovvero quasi nulla. L’ONU segue con impegno la vicenda sin dai suoi albori ma deve limitarsi a esprimere la propria “profonda preoccupazione”.

L’Unione Europea condanna la “brutalità” delle RSF e auspica una “soluzione pacifica” del conflitto.

Il Papa esorta alla pace, come sempre inascoltato, sorte simile a quella del suo predecessore.

Anche il Parlamento italiano si è attivato, grazie all’iniziativa dell’on. Lia Quartapelle (Pd), promotrice di un’audizione dei rappresentanti della comunità sudanese in Italia con la Commissione Esteri della Camera: un passo utile per informare, sensibilizzare e chiedere al governo un impegno più pressante.

Gli Emirati e la guerra per procura

Tutto ciò è meritevole di apprezzamento, ma occorre molto di più. La contraddizione nella quale affonda la comunità internazionale è emersa proprio alla vigilia dell’eccidio di Al Fasher, quando a Washington l’incontro fra i rappresentanti delle RSF e delle SAF – le Forze Armate Sudanesi – è stato dapprima sabotato e poi fatto saltare.

Primi indiziati del fallimento sono gli Emirati Arabi Uniti, sostenitori – anche se in via ufficiale Abu Dhabi nega ogni collusione – delle RSF, che finanziano e armano con equipaggiamenti ultramoderni pagati in oro e, secondo alcune fonti, anche con mercenari poi impiegati nella guerra dello Yemen.

Ma gli Emirati sono partner strategici per altri scenari, a cominciare da quello israelo-palestinese, oltre che per il loro peso economico e i petrodollari che generano. Ragion per cui nessun paese occidentale osa accusarli apertamente di un sostegno imperdonabile offerto a un esercito di miliziani accecato dall’odio etnico.

Un conflitto senza innocenti

L’impegno emiratino, non ufficiale ma concreto, sembra oggi più efficace di quello egiziano e saudita in favore delle SAF, le quali – va detto – non esitano anch’esse a compiere massacri di civili. Nessuno è innocente in questa sporca guerra, che oltre ai lutti sta causando una carestia su larga scala: venti milioni di persone, quasi la metà della popolazione sudanese, soffrono la fame.

Ora vedremo se l’attenzione internazionale rimarrà desta e, così, riuscirà a costringere le parti in conflitto a sedersi intorno a un tavolo negoziale. Affinché non vi sia, a breve, un’altra Al Fasher.

L’IA non è un medico: perché la decisione clinica resta umana

La bussola etica (PAV–Fiamc)

Nel resoconto pubblicato ieri dall’Osservatore Romano sulle conclusioni del congresso promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Federazione mondiale delle associazioni cattoliche dei medici, il principio è netto: «le decisioni relative al trattamento dei pazienti […] devono sempre rimanere di competenza dell’essere umano e non tra devono mai essere delegate all’IA». E ancora: il medico non deve «lasciarsi ipnotizzare dal fascino dei risultati tecnologici». Un richiamo semplice e forte: la macchina assiste, l’uomo decide.

Il quadro regolatorio: lAI Act e la sorveglianza umana”

Dal 1° agosto 2024 l’AI Act è in vigore: i sistemi “ad alto rischio” in sanità devono garantire gestione del rischio, qualità dei dati, trasparenza e soprattutto human oversight, cioè la possibilità effettiva per i clinici di comprendere, controllare e correggere. È il modo europeo di trasformare in norme il principio “l’IA non sostituisce il medico”.

Le raccomandazioni dellOMS

L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato linee guida specifiche per i modelli “grandi e multimodali” in ambito salute: oltre quaranta raccomandazioni su sicurezza, validazione clinica, governance e responsabilità, per evitare bias e danni da uso improprio. Anche qui l’accento è su trasparenza e controllo umano.

La posizione dei medici italiani

Anche la FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) conferma questa valutazione: l’IA «non sostituirà il medico; a lui spettano prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica». Il legislatore – osserva la Federazione – può valorizzare gli strumenti algoritmici solo come supporto, lasciando impregiudicata la decisione clinica e la responsabilità professionale.

Un orizzonte culturale, non solo tecnico

Dalla Rome Call for AI Ethics alla più recente riflessione vaticana su rischi e potenzialità dell’IA, la rotta è coerente: tecnologia al servizio della persona, tutela della dignità, spiegabilità dei sistemi e vigilanza contro manipolazioni e disinformazione. La sanità è banco di prova: senza fiducia e responsabilità, nessuna innovazione regge.

La cura resta un atto umano

La medicina è incontro, giudizio prudenziale, presa in carico. Algoritmi e modelli possono ampliare lo sguardo, non sostituire coscienza e relazione. È questo, in fondo, il messaggio che oggi unisce bioetica, regolazione pubblica e professione: l’IA è un ausilio potente, la cura resta un atto umano.

Petrolio a picco dopo taglio stime Opec, Wti -4,33% a 58,40 dollari

Roma, 12 nov. (askanews) – Prezzi del petrolio a picco in serata, dopo che un rapporto dell’Opec ha rivisto al ribasso le previsioni di domanda per il prossimo anno, stimando ora che pareggerà i livelli di offerta. Il barile di Brent, il greggio del mare del Nord cade del 3,82% a 62,67 dollari. A New York il West Texas Intermediate crolla del 4,33% a 58,40 dollari, sui minimi da tre settimane.

Sempre oggi nel suo ultimo World Energy Outlook l’agenzia Internazionale per l’energia ha fornito tre diversi scenari prospettici, ma in generale stima che senza interventi consistenti la domanda globale di petrolio e gas continuerà a crescere per i prossimi 25 anni.

Tajani: confronto con Rubio su Gaza e ruolo Italia in piano Trump

Roma, 12 nov. (askanews) – Antonio Tajani ha avuto un confronto sul Medio Oriente con il segretario di stato americano, Marco Rubio. Lo ha annunciato lo stesso ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio italiano. “Al G7 in Canada ho incontrato il collega e amico Rubio per un confronto su Gaza e sul ruolo di primo piano dell’Italia nel quadro delle iniziative necessarie per applicare il piano di pace del presidente (Donald) Trump”, ha scritto in un post sui social il capo della diplomazia italiana, “Restiamo in prima linea per passare dalla tregua alla pace e per garantire stabilità a Gaza e a tutta la regione mediorientale”.

Milano Cortina, presentate le uniformi per volontari e personale Giochi

Milano, 12 nov. (askanews) – il blu il colore prevalente sulle uniformi ufficiali che saranno indossate dai volontari e dal personale durante i Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano Cortina 2026, in totale pi di 25.000 persone. Sono state realizzate in collaborazione con Salomon, premium partner del Comitato Organizzatore, e svelate stasera durante una serata organizzata nell’ex magazzino ferroviario della stazione di Porta Genova, trasformato in spazio per eventi. Sulla parte pettorale della giacca principale, cos come sulle maniche, presente un inserto dai profili geometrici di tinte tra il celeste, il bianco e il giallo che sembra richiamare il ghiaccio e la montagna.

Sviluppato in 18 mesi dal team di fondazione Milano Cortina 2026 e dal Centro di Design di Annecy di Salomon, il progetto ha coinvolto oltre 50 esperti, designer, ingegneri e tecnici, per creare 17 elementi interconnessi, adatti a ogni ruolo e condizione climatica. In totale sono stati prodotti pi di 400.000 pezzi. Ciascun volontario ricever un kit completo, progettato per garantire funzionalit massima in ogni contesto operativo, dalle piste di montagna alle arene in citt. Le uniformi sono state ideate per due ambienti principali – citt e montagna – ciascuno con l’obiettivo di garantire equilibrio tra protezione, comodit e visibilit.

“Le uniformi sono molto pi di un semplice abbigliamento: rappresentano design, stile e funzionalit. Saranno i nostri volontari e lo staff, con la loro passione ed entusiasmo, a donare a questi capi un significato unico ed eccezionale. I Giochi di Milano Cortina 2026 sono la sintesi perfetta dell’unione, capaci di legare territori, culture e comunit. Per questo, anche le uniformi sono il frutto di un autentico lavoro collettivo. Insieme a Salomon, abbiamo realizzato un progetto che andr ben oltre le caratteristiche tecniche di questi capi: le uniformi trasmetteranno un profondo senso di coesione, appartenenza e spirito di squadra. L’immagine delle volontarie, dei volontari e della workforce dei Giochi, rester viva nella memoria di chi vivr l’evento, diventando parte integrante della storia che Milano Cortina 2026 racconter al mondo” ha commentato l’amministratore delegato di Milano Cortina 2026, Andrea Varnier.

Le divise degli atleti erano state presentate a maggio e sono state realizzate da Giorgio Armani.

Manovra, Manfredi (Anci): “Negoziamo con il governo per le risorse”

Bologna, 12 nov. (askanews) – Anci sta negoziando con il governo per ottenere maggiori risorse nella manovra di bilancio, in particolare per affrontare le emergenze casa, sanit di prossimit e trasporti, temi che i sindaci registrano quotidianamente come bisogni primari dei cittadini. Lo ha affermato il presidente nazionale di Anci, Gaetano Manfredi, a margine della cerimonia d’apertura dell’Assemblea a Bologna.

“Sicuramente questa una manovra molto conservativa, per chiaro che noi dobbiamo dare delle risposte a quelli che sono i bisogni primari dei cittadini che noi registriamo tutti i giorni, parlando con loro per le strade e incontrandoli – ha spiegato Manfredi -. Quindi io credo che ci voglia uno sforzo aggiuntivo. Bisogna trovare anche risorse aggiuntive per affrontare i temi della casa, i temi della sanit di prossimit, dei trasporti, anche discutendo con l’Europa”.

“La virtuosit di bilancio un parametro molto importante – ha proseguito il presidente di Anci – ma si deve sposare poi anche con l’erogazione di quelli che sono dei servizi della quotidianit che noi non possiamo non garantire”.

“In realt noi stiamo negoziando le risorse, ci auguriamo che ci sia una spinta significativa – ha aggiunto Manfredi – il tema della casa, per esempio, richiede un piano straordinario che non riguarda solo i comuni, riguarda le Regioni, il governo nazionale, l’Europa. Ci sono dei problemi urgenti a cui noi dobbiamo dare risposta. Questo quello che chiedono i cittadini, noi li rappresentiamo”.

Salvini alza asticella sui migranti regolari: priorità è la sicurezza

Roma, 12 nov. (askanews) – ‘Sminato’ da un accordo in maggioranza, il dl flussi sarà approvato domani in commissione Affari costituzionali della Camera. La Lega ha ritirato gli emendamenti che puntavano a restringere le maglie per gli stranieri regolari in Italia, ma il partito non intende affatto fare marcia indietro, anzi alza “l’asticella”. Dopo che, tra l’altro, è stato il leader Matteo Salvini a sdoganare due giorni fa il termine ‘remigrazione’, coniato dall’ultradestra europea, che teorizza di far tornare nei propri paesi d’origine anche gli immigrati regolari.

“Il termine remigrazione – ha affermato Salvini con parole inequivocabili – può e deve essere oggetto di discussione anche in Italia”. Una narrazione in controtendenza rispetto a quanto sinora sostenuto dalla premier Giorgia Meloni: pugno duro contro i “clandestini” e interventi per favorire invece una “immigrazione regolata e legale” che “può rappresentare una ricchezza per ogni nazione”.

Ecco che gli emendamenti al dl flussi che volevano ridurre la platea dei beneficiari dei ricongiungimenti familiari (circoscrivendo la possibilità solo al coniuge e ai figli minori) e aumentare il requisito del reddito minimo per ottenerlo, hanno subito trovato spazio nel pacchetto sicurezza di 14 punti, annunciato a Montecitorio, dai capigruppo di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo e dai sottosegretari all’Interno e alla Giustizia Nicola Molteni e Andrea Ostellari. D’altronde, gli Interni e la Giustizia sono da settimane al lavoro su un decreto sicurezza, che arriva a soli cinque mesi dalla conversione del decreto sicurezza e punta ad un ulteriore inasprimento di alcune misure con l’introduzione di nuove fattispecie di reato tra cui il reato di fuga pericolosa all’alt della polizia, sulla scia delle polemiche del caso Ramy, il giovane morto al termine di un inseguimento da parte dei carabinieri un anno fa a Milano. Un testo identitario che, nei delicati equilibri di maggioranza, sta richiedendo settimane di approfondimento.

Sul tavolo oltre a misure sugli sfratti, tutele per le forze dell’ordine, l’obbligo di cauzione per gli organizzatori di manifestazioni, una stretta sulle baby gang, il pressing della Lega si concentra sul dossier migratorio che riguarda i minori non accompagnati (rendendo “obbligatorio” l’accertamento dell’età, su cui il governo è già intervenuto nell’autunno del 2023, attraverso strumenti ancora “più incisivi”), le espulsioni e, cavallo di battaglia, l’introduzione di un “vero e proprio permesso di soggiorno a punti” per un “sano principio di convivenza civile” e “un po’ di gratitudine”, con crediti obbligatori, la cui mancanza costituirebbe causa ostativa al rilascio del permesso di soggiorno e della cittadinanza.

Norme che fanno il paio con la proposta di legge sulla del responsabile Giustizia del partito, il deputato Jacopo Morrone, che sarà presentata alla stampa il prossimo 20 novembre, su cui oggi in conferenza stampa è tornata l’eurodeputata e vicesegretaria del partito di Salvini, Silvia Sardone: “Mentre alcuni partiti vogliono lo ius soli o lo ius scholae riteniamo che le norme sulla cittadinanza debbano essere inasprite”, ha detto riferendosi evidentemente agli alleati di Forza Italia oltreché all’opposizione rilanciando l’idea di un “test di integrazione”.

Il pacchetto, ha spiegato Romeo, punta a “suggerire agli immigrati cosa devono fare per integrarsi nella nostra comunità: se lo fanno è giusto che rimangano, se non lo fanno significa che non vogliono integrarsi. Se falliscono gli obiettivi dell’integrazione non ci deve essere il permesso di soggiorno, la cittadinanza. Se non coniughiamo accoglienza e legalità difficilmente riuscimo a costruire un sano principio di convivenza civile”.

In vista delle competizioni elettorali, si alza l’asticella. Le proposte della Lega che includono anche un osservatorio sull’islamizzazione, le “mettiamo a disposizione della maggioranza parlamentare per aprire un dibattito su sicurezza e immigrazione per alzare l’asticella della sicurezza dei cittadini italiani”, ha chiosato il sottosegretario Molteni.

I segreti della Gerald R. Ford, la portaerei pi potente al mondo

Milano, 12 nov. (askanews) – Gli Stati Uniti d’America intensificano la loro pressione sul regime di Nicols Maduro con una mossa militare di grande impatto simbolico e operativo: l’arrivo della USS Gerald R. Ford (CVN 78) nel mare dei Caraibi. E’ la portaerei pi avanzata al mondo, e anche la pi grande al mondo. Tutti ne parlano, ma davvero pochi hanno avuto l’onore di atterrarci. Askanews lo ha fatto a luglio ed ecco le immagini – riprese da bordo – del gioiello pi luccicante della Us Navy statunitense.

Con un dislocamento di oltre 100.000 tonnellate e una lunghezza di 334 metri, la Ford la pi grande nave da guerra che gli Stati Uniti d’America abbiano mai messo in mare. O meglio che in assoluto sia mai stata messa in mare. Chi ci vive a bordo racconta di sentirsi come in una citt, dove c’ tutto, dall’ospedale a – persino – amici a quattro zampe pronti a tirarti su il morale.

Entrata in servizio nel 2017, la prima della sua classe, erede delle 10 portaerei della classe Nimitz della Marina Usa, la pi vecchia delle quali verr ritirata l’anno prossimo. Trasporta un equipaggio di ben oltre i 4.000 uomini, incluso il suo stormo di volo.

Ma perch Ford la portaerei pi avanzata al mondo? Si potrebbe partire dai suoi due reattori nucleari, le cui specifiche esatte sono classificate ma che, secondo la Marina Usa, producono tre volte la potenza elettrica di quelli delle navi di classe Nimitz. Questa potenza extra consente al Ford di azionare il sistema di lancio elettromagnetico (EMALS). L’utilizzo di magneti al posto del vapore per alimentare le catapulte della nave consente al Ford di lanciare gli aerei pi velocemente e con armi pi pesanti e pi carburante, aumentando la gittata e la letalit dei suoi caccia. La portaerei, prima della sua classe, pu catapultare simultaneamente, lanciare e recuperare velivoli ad ala fissa sul suo ponte di volo, di giorno e di notte, a supporto delle operazioni assegnate.

USS Gerald R. Ford offre insomma una maggiore capacit di proiettare potenza attraverso operazioni prolungate in mare.

Il gruppo d’attacco della portaerei rafforzer le forze congiunte gi presenti nell’area di responsabilit. Non solo. Oltre a Gerald R. Ford, il gruppo d’attacco della portaerei porta con s ulteriori risorse di combattimento capaci, letali e adattabili, tra cui i nove squadroni imbarcati del Carrier Air Wing Eight, cacciatorpediniere lanciamissili classe Arleigh Burke USS Bainbridge (DDG 96) e USS Mahan (DDG 72) del Destroyer Squadron Two e la nave comando di difesa aerea e missilistica integrata USS Winston S. Churchill (DDG 81).

Servizio di Cristina Giuliano

Montaggio di Gualtiero Benatelli

Immagini askanews

Calcio, Gasperini: "Scudetto? Tutti liberi di sognare"

Roma, 12 nov. (askanews) – Il primo posto della Roma dopo undici giornate alimenta il sogno scudetto anche nei pensieri di Gian Piero Gasperini, il grande artefice della partenza boom dei giallorossi. “Scudetto? Tutti quanti sono liberi di sognare, si può fare tranquillamente. Speriamo che il risveglio sia poi positivo, ma intanto godiamoci questo momento”, ha detto il tecnico al TG1 in un’intervista che andrà in onda integralmente nell’edizione di questa sera.

Il tecnico della capolista lo dice col sorriso di chi è soddisfatto di come la squadra abbia recepito le sue idee e magari con la speranza che a gennaio arrivi anche qualcosa dal mercato. L’importante, però, è che oltre ai tifosi anche la squadra ci creda. “Quello sicuramente, la squadra, i giocatori, con il loro atteggiamento e comportamento ci credono in ogni partita – ha aggiunto Gasperini -. Siamo solamente all’inizio del percorso. Quando fai un bel sogno è già qualcosa di buono”.

Moda, il gruppo BasicNet rileva il marchio Woolrich per 90 mln

Roma, 12 nov. (askanews) – Il gruppo BasicNet, che detiene i marchi Kappa, Robe di Kappa, K-Way, Superga, Sebago e Briko, ha annunciato di aver raggiunto un accordo per l’acquisizione del marchio Woolrich dal fondo di investimento L-Gam per un controvalore di 90 milioni di euro.

Fondata nel 1830 da John Rich in Pennsylvania, Woolrich è uno dei più antichi produttori americani di tessuti in lana e abbigliamento outdoor. Era nata per offrire capi resistenti e funzionali a cacciatori, taglialegna e operai delle ferrovie, riporta un comunicato, proteggendoli dai rigidi inverni del Nord-Est degli Stati Uniti, per poi diventare un brand iconico.

I mercati di riferimento di Woolrich – in particolare Italia ed Europa – coincidono con quelli in cui BasicNet ha costruito una presenza solida, si legge, creando le condizioni ideali per il rilancio del brand.

L’operazione prevede l’acquisizione tramite una società interamente controllata da BasicNet, dei diritti sul marchio Woolrich per l’Europa e del 100% di Woolrich Europe S.p.A., società che ne cura la distribuzione e il retail, il cui fatturato per l’esercizio 2025 si attesterà intorno ai 90 milioni di euro, per un Enterprise Value complessivo di 90 milioni di euro.

Parte del corrispettivo, aggiunge il comunicato, pari a 40 milioni di euro, sarà corrisposto per 12 milioni di euro tramite il trasferimento di 1.200.000 azioni ordinarie BasicNet al valore di 10 euro cadauna. In aggiunta, la parte venditrice potrà ricevere un eventuale corrispettivo differito variabile al raggiungimento di determinati livelli di risultato e di fatturato alla fine del triennio 2026-2028.

Sicurezza e remigrazione, Lega alza i toni per ‘dimenticare’ manovra

Milano, 12 nov. (askanews) – Sicurezza e remigrazione, “tutela” delle forze dell’ordine e stretta sui migranti, giro di vite sulla cittadinanza e attacchi all’islam “estremista”. Scottata dalle difficoltà su manovra e Ponte sullo Stretto, la Lega sceglie di puntare la sua comunicazione su questi temi. Compresa la parola d’ordine della destra estrema: remigrazione. Già a settembre, al raduno di Pontida, lo slogan aveva fatto la sua comparsa: lo avevano scandito i giovani del partito, e poi dal palco i vice segretari Silvia Sardone e Roberto Vannacci. Ora per la prima volta la parola l’ha pronunciata anche il leader Matteo Salvini: “Il termine remigrazione può e deve essere oggetto di discussione anche in Italia”, ha scandito il segretario leghista nel comizio del centrodestra a Bari, l’altro ieri.

Del resto, l’Autonomia è incagliata sui paletti piantati dalla Consulta; la rottamazione ‘extralarge’ delle cartelle tarpata dalla scarsità di risorse; il Ponte sullo Stretto è congelato dopo lo stop della Corte dei Conti. Alla Lega, spiegano fonti parlamentari, servono dunque nuovi “claim” per le Regionali e per la comunicazione via social, per differenziarsi dagli altri partiti della maggioranza. Ecco allora che si va sulle parole d’ordine della destra. Con una conferenza stampa in cui lo stato maggiore del Carroccio (i capigruppo Molinari e Romeo, la vice segretaria Sardone, i sottosegretari all’Interno e alla Giustizia Molteni e Ostellari) annuncia le varie misure che intende portare all’attenzione del Parlamento: 14 punti su tutela delle forze dell’ordine, stretta sulle manifestazioni, sgomberi, furti in casa e borseggi, immigrazione. Un vero e proprio pacchetto sicurezza bis, nonostante siano passati appena 5 mesi dalla conversione in legge del decreto sicurezza. E poi l’annuncio di un Osservatorio sull’islamizzazione, con l’obiettivo di “produrre un pacchetto di norme contro l’islamizzazione del nostro paese”. Infine, la Lega va all’attacco anche della legge sulla cittadinanza per “inasprire” le norme che attualmente ne regolano la concessione: sarà il responsabile Giustizia del partito, Jacopo Morrone, a presentarla alla stampa il 20 di novembre.

Una vera e propria offensiva, a conferma della collocazione del partito sulla linea scelta ormai anni addietro da Salvini, che ha portato il Carroccio a dare vita ai Patrioti, il gruppo che raccoglie l’estrema destra europea, e che caratterizza l’offerta politica leghista sull’intero territorio nazionale. Tanto che in serata arrivano anche le parole di Salvini a rafforzare il tutto: “Il problema non sono le moschee, ma tutti gli pseudo-centri culturali o ritrovi più o meno abusivi islamici nei piccoli paesi: vanno censiti e dal mio punto di vista vanno chiusi. La mia posizione è chiara: fino a che la religione islamica non sottoscriverà un impegno con la Repubblica Italiana, come hanno fatto tante altre confessioni religiose, secondo me non va concesso neanche mezzo metro quadro di spazio a nessuno”.

Ue, Giorgetti annuncia veto su direttiva aumento tassazione gas

Bruxelles, 12 nov. (askanews) – Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, riferirà ai colleghi europei, durante e l’Ecofin di domani, l’assoluta contrarietà dell’Italia alla revisione della direttiva Ue sulla tassazione dell’energia, e del gas in particolare, annunciando l’intenzione di porre il veto, se necessario (la direttiva deve essere approvata all’unanimità degli Stati membri). Lo hanno confermato fonti del Mef oggi a Bruxelles, a margine della riunione dell’Eurogruppo.

La Commissione europea aveva presentato la proposta di revisione della Direttiva (chiamata Etd, dall’inglese Energy Taxation Directive) nel luglio 2021, nell’ambito del pacchetto legislativo “Fit for 55” (“Pronti per il 2055”), nel quadro del Green Deal. La proposta era stata concepita per aggiornare la direttiva alle tecnologie pulite, eliminare una serie di esenzioni fiscali considerate obsolete e garantire che le accise sull’energia degli Stati membri promuovano alternative a zero, o almeno più basse, emissioni di carbonio, aumentando le soglia minime imposte sulle fonti fossili.

“Ci sono state delle concessioni” sul testo della direttiva (in particolare riguardo al rinvio dell’entrata in vigore), ma “l’Italia è particolarmente contraria, ed è pronta a mettere il veto” contro la sua approvazione, hanno riferito le fonti.

“E’ una direttiva – hanno aggiunto – che è stata proposta in un’altra era geologica, nel 2021, prima dell’invasione dell’Ucraina. L’Italia, come la Germania, non ha gas, ed è già tra i paesi che lo paga ai costi più alti. Una tassa in più ne farebbe aumentare ancora il prezzo. E anche se si rimandasse al 2050” l’applicazione della nuova direttiva, “alla fine comunque l’aumento arriverebbe”, hanno concluso le fonti.

Calcio, Gattuso: "Scamacca-Raspadori dal 1′"

Roma, 12 nov. (askanews) – L’Italia si prepara a chiudere il girone di qualificazione ai Mondiali, con la prospettiva pressoché certa (a meno di clamorosi miracoli) di partecipare ai playoff che decreteranno le ultime qualificate al torneo del 2026. Domenica c’è la sfida alla Norvegia, ma prima il calendario mette in programma la trasferta in Moldavia che si giocherà giovedì alle 20.45. A presentare il match di Chisinau ai microfoni di Sky Sport è stato il Ct degli Azzurri, Gattuso. Ecco le sue parole: “Di facile non c’è nulla. Non bisogna andare troppo lontano, ricordiamoci la partita a Reggio Emilia di 4 mesi fa. Tutti quanti pensano che hanno nella testa l’11-1 contro la Norvegia, ma non sono degli scappati di casa: è una squadra con giocatori interessanti, è normale hanno le loro difficoltà e domani non sarà per nulla una passeggiata. Ci sarà più di un cambio, ma voglio vedere quella crescita di cui è tanto che sto parlando. Servirà tenere bene il campo, soffrire, fare le cose fatte bene” “Domani Scamacca e Raspadori partono dall’inizio. Sicuramente gli manca minutaggio, però dopo sta a noi decidere quando ne ha e quando non ne ha più. Non deve strafare, sappiamo le sue caratteristiche, cosa ci può dare quando sta bene. Deve stare tranquillo e fare una partita seria” Vincere aumenterebbe i rimpianti o la consapevolezza. “Nessun rimpianto. Vincere aiuta a vincere, dobbiamo capire bene i criteri. Ne avevamo già parlato, ma vedere gironi sudamericane in cui ci sono 10 squadre, 6 vanno dirette, la settima fa lo spareggio con l’oceanica… il rammarico più grande è quello, non andare a fare gli spareggi. Sicuramente bisogna rivedere qualcosa nei criteri” Da giocatore fomentava la voglia di andare ai Mondiali. Da allenatore come vive quest’attesa di marzo. “La mia testa è alla partita di domani, non vado oltre. Voglio vedere la crescita, come si allenano, come stanno bene insieme. Secondo me questo non era un raduno semplice: già qualificati, piccoli dolorini, tante altre cose. Invece devo dire grazie a Barella, Calafiori, a Bastoni per quello che ha fatto il mese scorso e potrei stare qui a raccontarvene altre. Perché non era scontato e complimenti ai ragazzi per la professionalità e la voglia che stanno dimostrando giorno dopo giorno indossando questa maglia, per i comportamenti che stanno avendo”. Il Ct ha parlato, poi, in conferenza stampa: “Confermo che ci saranno tanti cambiamenti, ma senza nessun problema e nessuna paura – ha detto -. Ho grande fiducia nei miei ragazzi, si meritano tutti una serata come quella di domani. Un ringraziamento al gruppo perché pensavo potessero succedere determinate cose. Devo ringraziarli per come hanno vissuto questi primissimi giorni e per me è tantissima roba. Il treno è partito e sta andando. Domani mi aspetto che continuiamo a crescere fortemente in quello che stiamo facendo”. Gattuso ha poi aggiunto: “Ieri mi sono emozionato per Musetti. Stupendo anche l’impianto, un po’ invidioso perché nel calcio ci vorrebbero gli stadi nuovi e strutture come quelle”.

Los Angeles 2028, la finale dei 100 metri donne il primo giorno

Roma, 12 nov. (askanews) – Gli organizzatori dei Giochi di Los Angeles 2028 hanno deciso di sorprendere il pubblico: la finale femminile dei 100 metri sarà l’evento principale della prima giornata di gare, con tutte e tre le gare dei 100 metri previste nello stesso giorno. Una scelta pensata per “iniziare col botto” e che ha subito trovato il favore delle star della velocità, come Sha’Carri Richardson: “Dimostra che l’atletica leggera sta vivendo il suo momento”.

Anche la britannica Dina Asher-Smith ha accolto con entusiasmo la decisione: “È un’opportunità entusiasmante: celebrare l’eredità, la forza e il potere globale dello sprint femminile, esattamente 100 anni dopo la prima partecipazione delle donne nell’atletica olimpica”.

World Athletics ha assicurato di aver consultato gli atleti per garantire il consenso alla nuova programmazione, che permetterà anche di “raddoppiare” la partecipazione in altre gare, come 100 e 200 metri, 800 e 1500 metri, e 1500 e 5000 metri. Il programma prevede inoltre il debutto della staffetta mista sui 100 metri e tre giornate di gare su strada.

Il presidente di World Athletics, Seb Coe, ha dichiarato: “Un programma innovativo, che onora la tradizione e mette le nostre velociste sotto i riflettori fin dal primo giorno, con la maratona maschile a chiudere i Giochi”.

Il primo giorno sarà anche quello con il maggior numero di finali femminili nella storia olimpica, tra cui la medaglia d’oro del triathlon. Tra le altre novità, il nuoto inizierà nella seconda settimana, e il penultimo giorno è previsto un “Super Saturday” con 26 medaglie d’oro in 23 sport. Gli organizzatori puntano a vendere circa 14 milioni di biglietti senza ricorrere al controverso modello di prezzo dinamico.

Zangrillo: stop obbligo rinnovo Carta d’identità per ultra 70enni

Roma, 12 nov. (askanews) – Mai più necessità di rinnovo della carta di identità per gli ultrasettantenni in Italia. E’ una delle misure di semplificazione in arrivo co un nuovo decreto del governo, secondo quanto preannunciato dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo intervistato da “Next Economy” su “Giornale Radio”.

“La semplificazione la stiamo facendo con le risorse che ci ha assegnato il Pnrr. Ho presentato già 400 semplificazioni e nei prossimi giorni in Parlamento ci sarà un nuovo decreto, che ne presenterà delle ulteriori: sono tutte semplificazioni che vanno nella direzione di rendere più semplice la vita ai cittadini”, ha detto.

“Faccio un esempio: una delle previsioni contenute nelle nuove semplificazioni prevede che per le persone che hanno più di settant’anni non ci sia più bisogno del rinnovo della Carta d’identità. E quindi – ha detto Zangrillo – non ci sarà più la necessità di recarsi all’ufficio del Comune per fare il rinnovo”.

Mattarella all’Anci: preoccupante flessione dell’esercizio del voto

Roma, 12 nov. (askanews) – “E’ un momento di preoccupante flessione dell’esercizio del voto”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’assemblea dell’Anci a Bologna.

“Non possiamo accontentarci di una democrazia a bassa intensità”, ha aggiunto il capo dello Stato secondo il quale “questa carenza non potrebbe in alcun modo essere colmata da meccanismi tecnici, che potrebbero, in qualche caso, aggravarla: la rappresentatività è un’altra cosa”.

“La riduzione dell’affluenza alle urne è una sfida per chi crede nel valore della partecipazione democratica dei cittadini”, ha aggiunto.

Call Tech Action 2025: a Milano presentata la III edizione

Milano, 12 nov. (askanews) – Presentata a Milano la terza edizione della Call Tech Action, l’evento dedicato a innovazione, formazione e lavoro nei settori FinTech, InsurTech e PropTech. Dal 24 al 28 novembre, incontri e panel gratuiti racconteranno come l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie stanno trasformando finanza, assicurazioni e mercato immobiliare. Abbiamo parlato con Gimede Gigante, Direttore Innovation and Corporate Entrepreneurship (ICE) SDA Bocconi:

“Questa iniziativa stata creata grazie a alcune universit, tra queste appunto l’ASDA Bocconi e alcune associazioni di categoria. Quest’anno nella sua terza edizione vediamo coinvolte tutte le associazioni di categoria del mondo del FinTech, dell’InsureTech e del PropTech e si sono aggiunte anche altre universit come anche per esempio la Universit di Milano”.

Un’occasione per guardare all’imminente futuro e mettere in chiaro quali saranno le competenze decisive per lavorare nel Fintech. poi intervenuto Michelangelo Bottesini, Presidente ItaliaFintech:

“Sicuramente il FinTech uno dei settori pi attrattivi per i giovani perch in questo momento la tecnologia molto attrattiva, quindi l’idea di lavorare fra tecnologia e finanza importante. Le competenze che servono soprattutto sono le competenze STEM, capacit analitiche, capacit di analisi finanziaria, di gestione del rischio e una buona dose di tecnologia”.

Numeri importanti anche per il settore Insurtech. Nei primi sei mesi del 2025 sono stati investiti 230 milioni di euro negli ecosistemi assicurativi e si prevede di raggiungere i 510 milioni a fine anno. Abbiamo poi parlato con Simone Ranucci Brandimarte, Presidente e Co-founder IIA e Yolo Group:

“Dal 2020 iniziata la digitalizzazione del settore assicurativo, ovvero la presenza in modo massivo di piattaforme, processi digitali, tecnologie all’interno della legacy del mondo assicurativo. Dal 2020 al 2030 la percentuale di business assicurativo che passer su piattaforme digitali trasla dal 20% all’80%, quindi una crescita molto significativa”.

Anche il Proptech italiano continua la sua crescita con 443 soluzioni mappate, in netto aumento rispetto al 2024. Infine abbiamo parlato con Silvia Leoncini, Research Fellow Politecnico di Milano Dep. ABC:

“PropTech un’iniziativa strategica che nasce nel comune di Milano con il supporto del comune di Milano e noi del PropTech, che rappresentiamo un settore che rimane pi piccolo rispetto a quello del FinTech e dell’InsureTech, sicuramente abbiamo preso tanti vantaggi dalle sinergie create all’interno di questa iniziativa in un ecosistema che ogni anno cresce e vede nuovi aderenti pi una parte storica che rimane”. Milano si conferma capitale dell’innovazione, dove tecnologia e formazione anche grazie a Call Tech Action, favoriscono l’evoluzione digitale del paese.

Schlein: Meloni prende in giro i sindaci, con lei solo tagli

Roma, 12 nov. (askanews) – “Giorgia Meloni prende in giro i sindaci”. Lo afferma la segretaria Pd Elly Schlein. La premier, continua, “dice che la manovra 2026 è la prima senza tagli, dimenticando che le sue manovre precedenti hanno già sottratto 10 miliardi e 700 milioni agli enti locali tra parte corrente e investimenti, di cui oltre 800 milioni in meno nel 2026, 1,2 miliardi nel 2027 e 1,4 miliardi nel 2028. Le si è di nuovo rotta la calcolatrice”.

“Senza contare – aggiunge – che che il governo ha tolto il fondo per l’affitto e la morosità dei governi precedenti, sulla casa e sui trasporti in manovra non ha messo un euro, così i sindaci saranno costretti a aumentare tariffe o ridurre le corse”.

Conclude la Schlein: “La premier invece di autocelebrarsi, dovrebbe fare pubblica ammenda e iniziare davvero a invertire questa rotta disastrosa. Questo crescendo micidiale di tagli indebolisce gravemente la capacità di Comuni, Province e Città metropolitane di garantire servizi e portare avanti opere pubbliche essenziali”.

Regionali, Antimafia: 4 impresentabili in Puglia e 4 in Campania. Veneto tutto ok

Roma, 12 nov. (askanews) – Quattro candidati alle Regionali del 23 e 24 Novembre ‘impresentabili’ in Puglia a sostegno del candidato Presidente di centrodestra Lobuono, 4 in Campania (tre a sostegno del candidato presidente di centrodestra Cirielli e uno a sostegno di quello di centrosinistra Fico), nessuno in Veneto. E’ quanto risulta dall’elenco pubblicato dalla commissione Antimafia.

‘ Con riferimento alle consultazioni che si terranno in data 23 e 24 novembre 2025 per l’elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale del Veneto, della Puglia e della Campania, nonché dei sindaci e dei consigli comunali dei seguenti comuni sciolti ex articolo 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000: Monteforte Irpino (Avellino), Caivano (Napoli), Acquaro (Vibo Valentia), Capistrano (Vibo Valentia) – ha decretato la commissione Antimafia- risultano in violazione del codice di autoregolamentazione: PUGLIA RUGGIERO Antonio, candidato al Consiglio regionale della Puglia per la lista ‘FORZA ITALIA-BERLUSCONI-PARTITO POPOLARE EUROPEO-LOBUONO PRESIDENTE’. Nei confronti del predetto candidato, il GUP presso il Tribunale di Bari ha disposto, in data 6 dicembre 2022, il rinvio a giudizio per il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio (art. 319 c.p) Il procedimento è attualmente pendente in fase dibattimentale innanzi al Tribunale di Bari. La predetta candidatura risulta pertanto in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera b), del codice di autoregolamentazione.

MAZZOTTA Paride, candidato al Consiglio regionale della Puglia per la lista ‘FORZA ITALIA-BERLUSCONI-PARTITO POPOLARE EUROPEO-LOBUONO PRESIDENTE’. Nei confronti del predetto candidato, il GIP presso il Tribunale di Lecce ha disposto, in data 21 ottobre 2022, il rinvio a giudizio tra gli altri per i reati di turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.) e autoriciclaggio (art. 648-ter.1c.p.) Il procedimento è attualmente pendente in fase dibattimentale innanzi al Tribunale di Lecce, con prossima udienza fissata al 17 giugno 2026.La predetta candidatura risulta pertanto in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettere b) e i), del codice di autoregolamentazione.

LUPERTI Pasquale, candidato al Consiglio regionale della Puglia per la lista ‘FORZA ITALIA-BERLUSCONI-PARTITO POPOLARE EUROPEO-LOBUONO PRESIDENTE’. Nei confronti del predetto candidato, il GIP presso il Tribunale di Brindisi ha disposto, in data 3 ottobre 2024, il rinvio a giudizio per il reato di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio (art. 319 c.p.). Il procedimento è attualmente pendente in fase dibattimentale innanzi al Tribunale di Brindisi, con prossima udienza fissata al 1° dicembre 2025.La predetta candidatura risulta pertanto in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera b), del codice di autoregolamentazione.

COCCO Marcello, candidato al Consiglio regionale della Puglia per la lista ‘ALLEANZA CIVICA PER LA PUGLIA’. Nei confronti del predetto candidato, il Tribunale di Roma ha emesso, in data 7 ottobre 2021, sentenza di condanna alla pena di 3 anni di reclusione per il reato di accesso abusivo a sistema informatico (art. 615-ter c.p.). La sentenza è stata impugnata e il giudizio di appello è ancora in stato di trattazione. La predetta candidatura risulta pertanto in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera a), del codice di autoregolamentazione.

CAMPANIA CESARINI Davide, candidato al Consiglio regionale della Campania per la lista ‘DEMOCRAZIA CRISTIANA CON ROTONDI CENTRO PER LA LIBERTA”. Nei confronti del predetto candidato risulta sentenza della Corte d’appello di Ancona del 27 marzo 2023 divenuta irrevocabile il 31 gennaio 2024, di condanna ad 1 anno e 6 mesi di reclusione per il reato di bancarotta fraudolenta (art. 216, comma 1, R.D. n. 267 del 1942). A carico del medesimo candidato il GIP presso il Tribunale di Macerata ha emesso, in data 3 luglio 2024, il decreto che dispone il giudizio per il reato di riciclaggio (art. 648 bis c.p). Il procedimento è attualmente pendente in fase dibattimentale innanzi al Tribunale di Macerata con prossima udienza fissata il 10 febbraio 2026. La predetta candidatura risulta pertanto in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettere i) e o) del codice di autoregolamentazione.

PERGAMO Luigi, candidato al Consiglio regionale della Campania per la lista ‘PENSIONATI CONSUMATORI CIRIELLI PRESIDENTE’. Nei confronti del predetto candidato, il GIP presso il Tribunale di Firenze ha disposto il rinvio a giudizio, in data 3 giugno 2025, per i reati, tra gli altri, di autoriciclaggio (648 ter. 1 c.p); trasferimento fraudolento di valori (art. 512 bis c.p.); intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.p.). Il procedimento è pendente in fase dibattimentale presso il Tribunale di Firenze con udienza fissata al 23 gennaio 2026. La predetta candidatura risulta pertanto in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettere i), g), e l) del codice di autoregolamentazione.

DI SCALA Maria Grazia, candidata al Consiglio regionale della Campania per la lista ‘CASA RIFORMISTA PER LA CAMPANIA’. Nei confronti della predetta candidata, il GUP presso il Tribunale di Napoli ha disposto, in data 5 aprile 2016, il rinvio a giudizio per il reato di tentata concussione (artt. 56 e 317 c.p.) Il procedimento è attualmente pendente in fase dibattimentale innanzi al Tribunale di Napoli con prossima udienza fissata al 14 gennaio 2026. La predetta candidatura risulta pertanto in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera b), del codice di autoregolamentazione.

CAPRI Pierpaolo, candidato al Consiglio regionale della Campania per la lista ‘UNIONE DI CENTRO’. Nei confronti del predetto candidato, il GIP presso il Tribunale di Salerno ha disposto, in data 13 marzo 2023, il rinvio a giudizio per il reato di riciclaggio (art. 648 bis c.p). Il procedimento è attualmente pendente in fase dibattimentale innanzi al Tribunale di Salerno con prossima udienza fissata al 21 novembre 2025. La predetta candidatura risulta pertanto in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera i), del codice di autoregolamentazione.

Sempre in Campania, l’Antimafia ha segnalato anche quattro candidati a elezioni comunali in Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa. Ovvero: GEBIOLA Giuseppe, candidato al Consiglio comunale di Caivano per la lista ‘RINASCITA E PROGRESSO CAIVANO 2.0’. Nei confronti del predetto candidato, il GUP presso il Tribunale di Napoli ha disposto, in data 21 gennaio 2020, il decreto che dispone il giudizio per il reato di false comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.) Il procedimento è attualmente pendente in fase dibattimentale innanzi al Tribunale di Napoli con prossima udienza fissata al 26 gennaio 2026.La predetta candidatura risulta pertanto in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera o), del codice di autoregolamentazione. Limitatamente ai 4 comuni sciolti ex articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, interessati dalla presente tornata elettorale del 23 e 24 novembre, risultano altresì in violazione del codice di autoregolamentazione, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lettera c): Per il Comune di Capistrano (VV): la candidatura di MARTINO Marco Pio, candidato sindaco per la lista ‘LISTA MARTINO-RINASCITA CAPISTRANESE’, già sindaco del comune sciolto; la candidatura di PIRRUCCIO Vito, candidato al Consiglio comunale per la lista ‘LISTA MARTINO-RINASCITA CAPISTRANESE’, già assessore del comune sciolto.

Per il Comune di Monteforte Irpino (AV): la candidatura di VALENTINO Giulia, candidata alla carica di sindaco per la lista ‘Noi PER MONTEFORTE’, già assessore del comune sciolto; la candidatura di SANTULLI Martino, candidato per la lista ‘ScegliAMO MONTEFORTE-PAOLO DE FALCO SINDACO’, già assessore del comune sciolto;

Per il Comune di Caivano (Na):la candidatura di ARIEMMA Pierina, candidata al Consiglio comunale per la lista ‘PARTITO DEMOCRATICO’, già assessore del comune sciolto; la candidatura di DE LUCIA Antonio, candidato al Consiglio comunale per lista ‘CAIVANO POPOLARE’, già assessore del comune sciolto; la candidatura di MENNILLO Pasquale, candidato al Consiglio comunale per lista ‘PARTITO POPOLARE EUROPEO FORZA ITALIA BERLUSCONI’, già assessore del comune sciolto.

Calcio, Conte non dirige allenamento del Napoli

Roma, 12 nov. (askanews) – Assente. Giustificato, certo. Ma comunque assente. Antonio Conte oggi non si è visto a Castel Volturno per la ripresa degli allenamenti del Napoli. Un’assenza prevista, spiegano dal club, che in una nota ufficiale parla di un “permesso di tre giorni già programmato e concordato da tempo”. Eppure, la notizia fa rumore: arriva dopo lo sfogo del tecnico seguito al pesante ko di Bologna e dopo il lungo post con cui Aurelio De Laurentiis aveva dovuto smentire le voci di presunte dimissioni.

Conte tornerà al centro sportivo soltanto all’inizio della prossima settimana, quando inizieranno a rientrare anche i nazionali. Nel frattempo, si gode qualche giorno in famiglia a Torino, provando a lasciarsi alle spalle la delusione del Dall’Ara.

La posizione del club resta ferma: pieno sostegno all’allenatore. Ora, però, tocca a Conte e alla squadra ricostruire quell’alchimia e quella fame che si sono smarrite in questo avvio di stagione. Perché il calendario non concede tregua: in campionato ci sono Atalanta, Roma e Juventus, in Champions Qarabag e Benfica, e nel mezzo anche il turno di Coppa Italia contro il Cagliari.

Israele, Trump scrive a Herzog: "Concedi la grazia a Netanyahu"

Roma, 12 nov. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scritto al suo collega israeliano Isaac Herzog per chiedergli di concedere la grazia al primo ministro Benjamin Netanyahu, attualmente sotto processo con l’accusa di corruzione, frode e abuso di fiducia. Lo ha annunciato lo stesso presidente dello stato ebraico.

Trump, che nel 2024 è stato a sua volta condannato per 34 capi d’accusa in una vicenda di pagamenti occulti, ha più volte – negli ultimi mesi – invitato Herzog a perdonare Netanyahu, anche durante un discorso alla Knesset lo scorso ottobre. Il presidente israeliano ha finora indugiato, richiamandosi alla procedura di richiesta di grazia, che prevede che l’imputato o i membri della sua famiglia presentino formale istanza per ottenerla.

“È per me un onore scriverti in questo momento storico, in cui insieme abbiamo appena assicurato una pace cercata da almeno 3mila anni”, ha scritto Trump nella lettera, ricevuta da Herzog questa mattina. “Chiedo dunque che tu conceda piena grazia a Benjamin Netanyahu, che è stato un formidabile e deciso premier in tempo di guerra e che ora sta guidando Israele verso un periodo di pace, che include il mio continuo lavoro con i principali leader del Medio Oriente per aggiungere molti altri Paesi agli Accordi di Abramo, che stanno cambiando il mondo”.

“Rispetto assolutamente l’indipendenza del sistema giudiziario israeliano”, ha sottolineato l’inquilino della Casa Bianca, che ha però denunciato che il caso contro Netanyahu è una “ingiustificata persecuzione politica”.

“Isaac, abbiamo instaurato un ottimo rapporto, di cui sono molto grato e onorato, e abbiamo concordato, non appena mi sono insediato a gennaio, che la priorità dovesse essere riportare a casa gli ostaggi e concludere l’accordo di pace”, ha concluso Trump. “Ora che abbiamo raggiunto questi successi senza precedenti e teniamo Hamas sotto controllo, è il momento di permettere a Bibi di unire Israele concedendogli la grazia e ponendo fine una volta per tutte a questa guerra giudiziaria”.

Netanyahu, che spesso sottolinea la sua stretta amicizia con Trump, è accusato di un capo d’imputazione per corruzione e di tre capi ciascuno per frode e abuso di fiducia, in tre diversi casi legati ad accuse di corruzione a suo carico. Il suo processo, iniziato nel 2020, è ancora lontano dalla conclusione.

Herzog, in risposta a Trump, si è rifiutato di prendere posizione sulla questione, affermando in una dichiarazione del suo ufficio che una richiesta di grazia deve seguire le procedure ufficiali. “Il presidente nutre grande rispetto per il presidente Trump ed esprime ripetutamente la sua gratitudine per l’incrollabile sostegno di Trump a Israele e per il suo enorme contributo al ritorno degli ostaggi, alla ridefinizione del Medio Oriente e di Gaza e alla salvaguardia della sicurezza di Israele”, ha dichiarato la presidenza israeliana.

“Fermo restando quanto sopra, come il presidente ha chiarito in più occasioni, chiunque desideri una grazia deve presentare una richiesta formale in conformità con le procedure stabilite”, si legge nella dichiarazione. Il presidente dello stato ebraico ha il potere di concedere la grazia a persone condannate in tribunale e, in casi molto rari, anche prima che i procedimenti legali siano conclusi, se ritenuto nell’interesse pubblico. Tuttavia la persona che richiede la grazia, o un suo familiare stretto, deve presentare formalmente la richiesta: Netanyahu e i suoi familiari non lo hanno ancora fatto, ma l’emittente televisiva Channel 13 ha riferito il mese scorso, citando fonti dell’ufficio del premier, che sono in corso discussioni sulla possibilità che la moglie di Netanyahu, Sara, presenti la richiesta.

L’ultima richiesta di Trump di concedere la grazia a Netanyahu è stata accolta favorevolmente dai membri della coalizione del premier, mentre i deputati dell’opposizione hanno criticato il primo ministro per la presunta ricerca di aiuto del presidente degli Stati Uniti per le sue difficoltà giudiziarie. “Promemoria: la legge israeliana stabilisce che la prima condizione per ricevere una grazia è l’ammissione di colpa e l’espressione di rimorso per le azioni (illegali)”, ha dichiarato sarcasticamente il leader dell’opposizione Yair Lapid.

Il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, ha esortato Herzog ad accogliere l’appello di Trump. “Le accuse fabbricate e vergognose contro il premier Netanyahu si sono da tempo trasformate in un atto d’accusa contro la procura, la cui vergogna e i cui crimini sono esposti ogni giorno durante il processo”, ha scritto su X. “Una grazia in questo caso è la cosa giusta e urgente da fare. Presidente Herzog, ascolti il presidente Trump”.

Yair Golan, presidente dell’alleanza dei Democratici, composta dal Partito Laburista di centro-sinistra e dal Meretz di sinistra, ha suggerito che Netanyahu dovrebbe dimettersi se non è in grado di governare il Paese e affrontare la giustizia allo stesso tempo. “Netanyahu sostiene che “non c’era nulla e non ci sarà nulla” (nelle accuse), ma allo stesso tempo “implora Trump di aiutarlo a ottenere la grazia”, ha detto Golan. “Se fatica a gestire contemporaneamente il Paese e il processo, dovrebbe dimettersi. La legge è chiara e tutti sono uguali al suo cospetto”.

Getta liquido infiammabilie addosso all’ex moglie, arrestato

Milano, 12 nov. (askanews) – Avrebbe localizzato l’ex moglie utilizzando un dispositivo gps occultato sull’autovettura della donna e, dopo averla raggiunta, l’avrebbe aggredita versandole addosso e sul volto un liquido infiammabile, provocandole irritazioni giudicate guaribili in 15 giorni. Per questo un 46enne di nazionalità rumena residente a Limbiate, in Brianza, è stato arrestato dai carabinieri della Stazione di Limbiate e condotto nel carcere milanese di San Vittore. La vittima è invece ricoverata all’ospedale di Desio con irritazioni giudicate guaribili in 15 giorni.

L’arresto del 46enne è scattato a seguito delle indagini condotte dai militari, che hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di maltrattamenti contro familiari e lesioni personali aggravate. Le condotte violente sarebbero state commesse a partire dal mese di aprile 2025 nei confronti dell’ex moglie dell’indagato, in alcune circostanze anche alla presenza dei figli minori, e in stato di alterazione dovuto all’assunzione di bevande alcoliche.

Separazione carriere, parla Antonio Di Pietro: “Il progetto funziona”

Roma, 12 nov. (askanews) – “Benedetto signore bisogna informare i cittadini. Questa riforma non cambia i valori per i quali mi sono speso. Non c’ dietro quel signore che faceva di nome Silvio. La separazione delle carriere completa insomma il quadro nel quale sono entrato nel 1989”. Lo ha detto l’ex pm simbolo di ‘Mani Pulite’ e leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, prendendo la parola alla presentazione del Comitato S Separa nella sala stampa della Camera.

Di Pietro ha poi spiegato: “E sulla separazione delle carriere tutti noi ma soprattutto i cittadini hanno il dovere e il diritto non solo il diritto non solo d’informarsi, ma di sapere come stanno i fatti.

Perci “non m’importa se qualcuno vuole mettere il cappello sulla riforma: bisogna guardare oltre ai governi e alle maggioranze che passano, ma al quadro di riferimento di uno Stato di diritto che deve essere chiarito: se non interveniamo sul quadro che abbiamo, come andava fatto gi nell’89 – ha avvertito – quella riforma resta incompleta: la separazione necessaria per definire i ruoli distinti del pubblico ministero e del giudice” e questo riflette, spiega, uno dei principi sanciti anche dalla Costituzione.

La “obbligatoriet dell’azione penale resta e anche senza questa riforma, se un pm vuole inginocchiarsi all’esecutivo di turno pu farlo”. Ma la separazione delle carriere non la voleva Berlusconi? “Lui voleva mettere sotto il controllo politico i pubblici ministeri. Questa riforma lascia intatti gli articoli della Costituzione che definiscono la indipendenza della magistratura dal potere politico. Perch non dirlo?”.

Fuori dalla Camera, Di Pietro ai cronisti ha spiegato: “Gelli voleva ridurre il numero dei deputati della met. L’ha fatto il Movimento 5 stelle. A qualcuno pu venire in mente che volevano attuare il Piano di Rinascita Nazionale di Gelli? A me non interessa chi voleva fare per fini propri la riforma della sperazione della carriere, come Berlusconi. A me interessa che oggi quell’articolo 104 della Costituzione non viene toccato.

L’autonomia e l’indipendenza della magistratura resta anche dopo. Se qualcuno si vuole inginocchiare non serve la riforma. Con Palamara ci si poteva inginocchiare anche prima”.

Meloni ad Anci: troverete nel governo sempre interlocutore attento

Roma, 12 nov. (askanews) – “L’Anci troverà sempre nel governo un interlocutore attento nel merito dei problemi” in quanto ha il “ruolo di cinghia di tramissione delle istanze sindaci, un dialogo costante che ha permesso di raccogliere sfide e risultati a partire dalla legge di bilancio 2026 che per la prima volta non prevede nuovi tagli ai Comuni”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel messaggio inviato all’assemblea dell’Anci.

La premier ha rivolto un “saluto particolare al presidente della Repubblica che assiste alla cerimonia e che con la sua presenza ribadisce l’assoluta centralità dei comuni nella Repubblica che vive e cresce nelle istanze quotidiane dei cittadini. Voi sindaci siete in prima fila nell’impegno politico, il vostro è uno dei mestieri più difficili, quello di caricarvi sulle spalle la cura delle persone e delle comunità, e se fatto come si deve il vostro lavoro non conosce soste o ferie e di tutto questo i cittadini vi sono profondamente grati. Ringrazio in particolare i giovani sindaci simboli di una democrazia viva e del fatto che c’è una generazione in questo tempo disilluso che decide di mettersi al servizio del bene comune”.

Separazione carriere, Caiazza: “Dal fronte del No solo manipolazioni”

Roma, 12 nov. (askanews) – “C’ un fiume di menzogne e manipolazioni vergognose per indurre dal fronte del No i cittadini a votare” contro la riforma per la separazione delle carriere”. Cos ha detto Giandomenico Caiazza, presidente del “Comitato s separa” promosso dalla Fondazione Luigi Einaudi, durante la presentazione alla Camera.

Secondo il penalista la riforma “va approvata perch ci allinea alle pi importanti democrazie del mondo e impone un giudice terzo”, ha detto ancora. ” in atto una campagna vergognosa – aggiunge – e il nostro impegno di far rispettare la verit e il reale contenuto della riforma, perch i cittadini non devono essere ingannati”.

Poi “l’Anm teme di perdere la forza del condizionamento politico con il sorteggio del Csm – ha spiegato – ma la verit che nessuna autonomia a rischio”. Rispetto alla campagna referendaria ha aggiunto: “Tutti i confronti saranno utili purch non si raccontino bugie ai cittadini”.

Tennis, Dubbi su Musetti: potrebbe rinunciare alla Davis

Roma, 12 nov. (askanews) – A Torino, mentre la città si prepara ad accogliere le fasi decisive delle Atp Finals, cresce l’incertezza sulla partecipazione di Musetti. «Musetti sta giocando da otto settimane consecutive, non è solo una questione fisica: sappiamo che Veronica aspetta un bambino, un pensiero in più per Lorenzo…» ha spiegato il ct azzurro Filippo Volandri. Il motivo? Un calendario estenuante: sei partite in sette giorni, la finale con Novak Djokovic ad Atene e il trasferimento immediato a Torino. Il capitano azzurro ha già ricevuto la disponibilità di altri giocatori come Lorenzo Sonego e Luca Darderi, e ha definito che la decisione finale sulla presenza di Musetti sarà presa «alla fine delle Finals» d’intesa con lui e il suo team. La rinuncia di Musetti, dopo quella già annunciata di Jannik Sinner, rappresenterebbe un colpo importante per l’Italia nella competizione, ma secondo Volandri «non ci sono drammi: chi fa parte della rosa lo fa con impegno e consapevolezza».

Tennis, Felix Auger-Aliassime batte Shelton alle Atp Finals

Roma, 12 nov. (askanews) – Felix Auger-Aliassime batte in rimonta Ben Shelton. Il canadese sconfigge l’americano 4-6, 7-6, 7-5 dopo due ore e 25 minuti di gioco e vince la sua prima partita alle Atp Finals 2025. Il primo set è stato molto equilibrato: Shelton ha strappato la battuta ad Auger-Aliassime nel quarto game, ma ha subito il controbreak quando è andato a servire sul 5-3. Decisivo il servizio strappato dall’americano nel decimo game. Nel secondo parziale, invece, Auger-Aliassime ha annullato una palla break e ha vinto il set al tiebreak per 9-7. Inevitabile il terzo set, in cui Auger-Aliassime è stato perfetto al servizio, mentre Shelton ha dovuto annullare due palle break. Con questo risultato, Jannik Sinner (nel gruppo Borg insieme ad Auger-Aliassime e Shelton) qualora dovesse battere Zverev questa sera (con qualsiasi risultato) avrà la certezza di qualificarsi per le semifinali, indipendentemente dai match di venerdì.

MotoGp, ultimo Gp a Valencia, Bagnaia: "Stagione complicata"

Roma, 12 nov. (askanews) – Ultimo atto di un anno da incorniciare per il Ducati Lenovo Team con il triple crown. A Valencia si torna a correre a un anno dall’alluvione che ha colpito la zona, chiudendo così la stagione 2025 della MotoGP. “Si chiude una stagione complicata – le parole di Pecco Bagnaia – abbiamo lavorato moltissimo, fatto molta fatica in alcune gare, meno in altre, ma non siamo riusciti ad essere solidi nei risultati. Continueremo a lavorare, l’obiettivo è tornare competitivi e costanti nelle prestazioni. Sfrutteremo anche in questo senso questo ultimo weekend di gara e poi il test del martedì”. Per Nicolò Bulega: “Sono contento di tornare subito in pista. Ho avuto qualche giorno per capire meglio e analizzare quanto fatto nel weekend in Portogallo. Sono sicuro che qui a Valencia riusciremo, non dico a fare sicuramente meglio, ma a sentirci più a nostro agio sulla moto e affinare alcuni automatismi. Cercheremo di percorrere quanti più chilometri possibile per acquisire sempre più confidenza alla guida”.

Ex Ilva, Landini: impossibile un Paese industriale senza siderurgia

Bari, 12 nov. (askanews) – “Ieri sera si è rotto il tavolo di trattativa Ilva. Noi lo diciamo da tempo, c’è una crisi industriale che tutti fanno finta di non affrontare. Sono trentuno mesi che la produzione industriale cala”. Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, conversando con i cronisti a palazzo Madama dopo la conclusione del suo incontro con una delegazione di AVS.

“Ieri sera – ha sottolineato – con le cose che hanno detto su Ilva noi siamo di fronte al rischio di chiusura di quel gruppo. Stiamo parlando di migliaia di lavoratori e il Governo, nella legge di bilancio che ha fatto, la voce investimenti è zero. Se vogliamo a questo punto salvare Ilva e dare una prospettiva c’è bisogno anche che si costituisca una società ad hoc che veda anche una presenza pubblica, altrimenti si rischia di accompagnare una chiusura e che noi non siamo disponibili ad accettare. Lo dico perché quello è un elemento emblematico”.

“Qui – ha detto ancora il leader della Cgil – non si può dare la colpa ad altri governi. Sono tre anni che c’è questo governo, quindi qui non si può dare la colpa ad altri perché siamo di fronte al fatto che qui rischia di saltare una delle attività più importanti; e un paese industriale senza una degna industria, anche siderurgica, lo vanno raccontare a qualcun altro. Questo è l’inizio di un declino pericolosissimo che va assolutamente fermato”, ha concluso.

Matteo Donghi e il RIS di Parma, "Lo scienziato e lo sbirro"- il testo

Parma, 12 nov. (askanews) – ‘Ricordatevi che il lavoro più vicino a quello del fisico è lo sbirro. Il fisico è curioso per natura. Lo sbirro è curioso per necessità. La maggior soddisfazione dello scienziato, dell’uomo di scienza È utilizzare al meglio gli strumenti tecnico scientifici che ci sono dati. Ma la soddisfazione dello sbirro è avere il nome’: lo dice il tenente colonnello Matteo Donghi, da inizio 2025 comandante del RIS di Parma, il più famoso dei reparti di investigazione scientifica dei carabinieri.

In questa intervista a SGUARDI, la rubrica di approfondimento di askanews, Donghi racconta come lui, fisico di formazione, sia stato folgorato sulla via di Damasco dalla bellezza delle indagini forensi. E ancora il caso del serial killer Bilancia e come ha rivoluzionato le investigazioni scientifiche; il futuro delle indagini forensi e cosa possiamo aspettarci dall’intelligenza artificiale, un tour nei laboratori del RIS, l’equilibrio fra la scienza e la necessità di portare elementi comprovabili in tribunale; e la sua esperienza nel 2024 alla Corte Penale Internazionale dell’Aia.

‘Tutto avrei pensato nella mia vita quando stavo all’università a che fare l’ufficiale dei carabinieri. Io sono un fisico di formazione, quindi laureato in fisica alla Statale di Milano, e sono uno di quei ragazzi che ancora era soggetto al servizio di leva’ racconta. ‘Da militare di leva con la laurea già conseguita sono stato preso dall’Arma dei Carabinieri mandato all’allora carabinieri investigazioni scientifiche di Parma, nel 1997. E qui sì, c’è stata la folgorazione sulla via di Damasco, perché fu un anno, il 1998 soprattutto, di grossi risultati investigativi, essenzialmente legati ma non solo al caso Bilancia, per chi lo ricorda il serial killer di Genova e della Liguria’.

‘Il caso Bilancia probabilmente è stato un momento di svolta non solo dell’esperienza del RIS di Parma, ma di tutto il forense italiano, perché per la prima volta si è avuto a che fare con un serial killer che è stato individuato e condannato per i 17 omicidi sulla scorta certo di un’attività investigativa tradizionale notevole, ma fu l’investigazione scientifica a fronte di una lunga lista di persone sospettate a identificare esattamente il responsabile’.

‘Io avevo vinto contestualmente il dottorato di ricerca a Scienze dei materiali perché io vedevo me stesso come probabilmente impiegato all’università. È uscito un concorso per questa posizione quindi per la posizione di un fisico nel ruolo tecnico dell’Arma dei Carabinieri; un concorso nazionale ‘ci sono due posti ma non lo vincerò mai’ dicevo. Invece ho avuto la fortuna, diciamo anche, speriamo la bravura di averlo vinto, e sono qui, stregato dal ruolo delle investigazioni scientifiche che sono le scienze forensi, un ambito bellissimo della scienza’.

Donghi racconta poi di uno dei ricordi che gli dà maggiore soddisfazione: ‘Quando si passa da una macchia di sangue, un mozzicone di sigaretta un’impronta sulla scena ad un nome, eh beh… Particolarmente coinvolgente per me fu l’omicidio di Marco Pittoni. Marco Pittoni era un nostro tenente dell’Arma dei Carabinieri ucciso a Pagani, in provincia di Salerno.

La competenza era del RIS di Roma, io stavo a Roma, andammo subito sulla scena perché venne trovata la macchina utilizzata dai rapinatori, dagli assassini. Rilevammo delle impronte che mandammo al reparto in tempo reale. Ricordo questo, questo passaggio per cui spengo la luce e dopo 5 minuti mi bussano alla porta. Il collega che stava dormendo nella stanza a fianco dicendo ‘La banca dati ci ha dato un nome, abbiamo un nome, abbiamo un nome’, eh beh, è una grossa soddisfazione’.

E l’intelligenza artificiale? ‘Le novità forti che ci sono nel settore delle investigazioni scientifiche sono ad oggi novità strumentali. Ma è una normale evoluzione che non abbandona mai un percorso già tracciato. Questo è fondamentale per mantenere quella scientificità tale da presentare una prova a un tribunale’.

‘Un vanto che noi abbiamo, questo lo dico con un po’ di immodestia è quello che noi come Italia, come Paese Italia, come arma dei carabinieri, come supporto scientifico dell’Arma dei carabinieri, non abbiamo nulla a che invidiare almeno a livello europeo. Faccia conto che noi siamo parte di un network europeo di istituti di scienze forensi che si chiama ENSI. Uno degli obiettivi dell’ENSI è svolgere degli esercizi collaborativi, quindi dei test al buio, e ad oggi fortunatamente ci collochiamo nella fascia nella prima fascia di qualità per quanto riguarda i risultati forniti in tutte le discipline’.

‘Sicuramente la sfida dell’intelligenza artificiale è la sfida attuale. Però ancora effetti benefici concreti dell’utilizzo di algoritmi o approcci di intelligenza artificiale a fini forensi non ne ho visti. Ci sono algoritmi software, che danno degli esiti: ad esempio algoritmi di invecchiamento delle persone, quindi io do una foto all’intelligenza artificiale di un soggetto di venti anni e l’algoritmo lo invecchia a 60 anni, a 40 anni. Non ho però la possibilità di utilizzare questo algoritmo, se non è chiaro come funziona. Se faremo un passaggio nei laboratori analitici, vi accorgerete che ogni laboratorio è chiuso con delle pressioni controllate, ma tutti hanno delle grosse finestre di ispezione. Questo perché? Perché comunque le difese o comunque le parti processuali interessate debbono sempre poter vedere, se presenti e autorizzate, che cosa avviene all’interno del laboratorio analitico. Sulla trasparenza di tanti algoritmi di intelligenza artificiale, anche i più sofisticati, su questo c’è ancora molto da lavorare’.

‘La cosa che io dico sempre più caratteristica è che noi siamo diventati famosi come reparto investigazioni scientifiche, come gli uomini in tuta bianca che fanno rilievi sulla scena del crimine’ prosegue Donghi. ‘Ma a fronte di decine di casi per anno in cui un reparto come il mio esce sulla scena del crimine, ci sono migliaia di casi in cui invece vengono gestiti in laboratorio con reperti riportati appunto dall’Arma territoriale, quindi dai colleghi sul territorio ed inviati per le analisi qui da noi. Gli omicidi possono essere poco più di un centinaio l’anno, ma gli altri casi non sono tutti dei tentati furti.

‘Io sono al comando solo da qualche mese, quindi non so se siano in aumento i casi di violenza sessuale; ma sicuramente sono un numero che mi ha colpito. Questo grosso numero può essere dovuto o a un incremento effettivo o l’altra possibilità è che ci sia più sensibilità da parte delle vittime a denunciare. Se così fosse sarei contento. Sono reati abbietti, vanno perseguiti e su questi reati le investigazioni scientifiche funzionano molto bene’.

Prima di arrivare a Parma, Donghi ha passato il 2024 distaccato alla Corte Penale Internazionale dell’Aia: ‘È stata la prima esperienza di personale italiano distaccato alla Corte’ ricorda; ‘È stata un’esperienza illuminante, perché quello che si avverte stando in Corte penale internazionale è certamente il peso dell’attività che viene svolta, la difficoltà spesso di ottenere dei mandati di arresto e di non poterli eseguire. Abbiamo mandati d’arresto pendenti per il Presidente Putin e per il primo ministro Netanyahu che difficilmente andranno mai ad essere eseguiti. Io fortunatamente ho seguito nei vari casi di mia competenza il capo d’accusa nei confronti del Presidente Duterte delle Filippine che invece è stato arrestato e consegnato alla Corte penale internazionale qualche mese fa. E poi ricordiamo una cosa, la Corte penale internazionale dell’Aia è la Corte che giudica i soggetti singoli, mentre la Corte sempre con sede all’Aja, la Corte dell’ONU, processa gli Stati. Allora, processare uno Stato è qualcosa di impalpabile; arrestare un responsabile di un genocidio è qualcosa che invece è chiaro a tutti che cosa voglia dire’.

‘C’è grossa discussione in questo momento su quelle che sono le definizioni tecniche di genocidio, se una attività possa dirsi genocidio oppure no’ elabora Donghi, ‘che fa rabbrividire: stiamo parlando di reati gravissimi. In realtà il Protocollo di Roma è molto esplicito su quelli che sono i limiti e le competenze della Corte e anche molto esplicito su quelli che sono le definizioni di cosa sono crimini di guerra, crimini contro l’umanità, il reato di genocidio. È chiaro che sarà in carico al Procuratore della Corte penale internazionale muovere un’accusa, quindi capire se i comportamenti svolti dalla persona imputata rientrano all’interno dei quattro reati perseguiti dalla Corte e, se del caso, quali’.

‘Io sento molto l’esigenza di giustizia come una motivazione, nel senso che è una cosa che ricordo anche al mio personale’ conclude Donghi. ‘Ricordiamoci sempre che c’è una vittima che chiede giustizia: ma giustizia non è vendetta però. Non è ‘vogliamo un colpevole a tutti i costi’. A me ha dato negli anni molta soddisfazione anche aver provato che l’indagato non è quello giusto; è una soddisfazione anche questa, perché ripeto, giustizia non è vendetta, non è avere un nome da poter buttare nella gogna e dire abbiamo trovato l’assassino, se poi non è l’assassino vero’.

Sarajevo, Ascari (M5s) presenta una interrogazione sui cecchini ‘per gioco’ italiani

Roma, 12 nov. (askanews) – “Durante l’assedio di Sarajevo, tra il 1993 e il 1995, nel cuore della guerra in Bosnia, alcuni cittadini italiani avrebbero preso parte, come veri e propri ‘cecchini per gioco’, a spedizioni contro la popolazione civile. Secondo quanto emerso da recenti inchieste giornalistiche e da un esposto dello scrittore Ezio Gavazzeni, uomini provenienti da diverse regioni del Nord Italia avrebbero pagato somme ingenti per partecipare a questa forma di macabro “turismo di guerra”, con tariffe che aumentavano quando venivano messi nelle condizioni di colpire donne o bambini”. Lo dichiara la deputata del Movimento 5 Stelle, Stefania Ascari, membro delle Commissioni Giustizia e Antimafia.

“La Procura di Milano ha aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di omicidio volontario aggravato per crudeltà e motivi abietti, pertanto ho presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri della Giustizia, dell’Interno, degli Affari Esteri, della Difesa per chiedere quali azioni siano state intraprese a seguito dell’apertura della suddetta inchiesta, se esista un coordinamento effettivo tra autorità giudiziarie italiane e bosniache, e se verranno messi a disposizione tutti i documenti eventualmente custoditi negli archivi dei servizi di informazione. Ho inoltre domandato quali misure si intendano adottare per garantire giustizia e tutela alle vittime e se l’Italia si farà promotrice, in sede internazionale, di iniziative per contrastare e prevenire nuovi episodi di “turismo di guerra”. Di fronte a fatti così gravi, l’Italia deve pretendere verità e giustizia. Se cittadini italiani hanno partecipato a un massacro di civili è nostro dovere accertarlo fino in fondo. Non possiamo permettere che l’orrore venga archiviato nel silenzio”, aggiunge.

Ex Ilva, Urso: crisi aggravata dal sequestro chiesto dalla Procura di Taranto

Roma, 12 nov. (askanews) – La crisi della ex Ilva risente della pesante eredità lasciata dal gruppo Mittal, con “oltre 4 miliardi di danni”. Inoltre “è stata aggravata” dal sequestro probatorio di un altro altoforno voluto dalla Procura di Taranto, a causa del quale da 7 mesi si attende che finisca la perizia. Lo ha rilevato il ministro di Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso durante le interrogazioni a risposta immediata alla Camera. Su questa partita, ha tuttavia aggiunto, se si riuscirà a completare la decarbonizzazione, l’Italia si presenterà come primo Paese europeo con una produzione di acciaio totalmente “verde”.

“La siderurgia italiana guida la transizione green ed è all’avanguardia di Europa con 34 impianti che producono con forni elettrici”. Al governo “ora siamo impegnati nella sfida più difficile, che riguarda la ex Ilva – ha detto Urso – su cui grava la pesante eredità di Mittal, certificata in oltre 4 miliardi di danni. Se riusciremo anche in questo obiettivo, il processo di decarbonizzazione, l’Italia diventerà il primo Paese europeo a produrre solo acciaio green”.

“E per questo, in sede europea, abbiamo insistito affinché ci fosse una revisione delle norme europee a tutela di chi produce acciaio nel rispetto delle norme ambientali – ha spiegato -. E siamo in procinto di ottenere questo riconoscimento, perché il 3 dicembre la Commissione ci presenterà nuove misure di salvaguardia”.

Inoltre, il 10 dicembre sempre la Commissione Ue “ci presenterà la revisione del Cbam, come l’Italia ha sollecitato da oltre un anno, diventando l’avanguardia delle riforme in Europa. Il cambio delle politiche europee che stiamo determinando si inserisce la sfida della ex Ilva, aggravata lo sappiamo tutti dal fatto che è stato posto sotto sequestro probatorio dalla procura di Taranto uno dei due altoforni che produceva. Stiamo aspettando che finisca la perizia e sono passati sette mesi – ha rimarcato Urso – in attesa che si faccia la perizia”.

“Ed è ovvio che quella decisione ha ridotto le capacità produttive dello stabilimento, fattore – ha concluso il ministro – che ha costretto i Commissari a rivedere i piani aziendali che si erano basati su due altoforni in funzione e non più solo su uno”.

New York Times: Epstein scriveva che "Trump sapeva delle ragazze"

Roma, 12 nov. (askanews) – I parlamentari Democratici della Camera statunitense hanno pubblicato delle email in cui Jeffrey Epstein, il finanziere pedofilo morto suicida, scriveva che il presidente Donald Trump aveva “trascorso ore a casa mia” con una delle sue vittime. Lo rivela il New York Times spiegando che altre mail suggeriscono che Epstein ritenesse che Trump sapesse molto di più sui suoi abusi di quanto lui stesso abbia ammesso.

Secondo i rappresentanti Democratici della Commissione di Vigilanza della Camera le email, selezionate tra migliaia di pagine di documenti ricevuti, sollevano dunque nuovi interrogativi sulla relazione tra i due uomini. In una delle email, Epstein affermava senza mezzi termini che Trump “sapeva delle ragazze”, molte delle quali scoperte in seguito dagli inquirenti essere minorenni. In un’altra email, Epstein si chiedeva come rispondere alle domande dei media sul loro rapporto, visto che Trump stava diventando una figura politica nazionale.

La Casa Bianca, aggiunge il quotidiano, non ha risposto immediatamente alle richieste di commento. Trump ha sempre negato categoricamente qualsiasi coinvolgimento o conoscenza dei traffici sessuali di Epstein. Ha affermato che lui e Epstein, morto suicida in una prigione federale nel 2019, un tempo erano amici, ma poi hanno litigato.

I messaggi infiammeranno sicuramente il dibattito a Capitol Hill sulla gestione del dossier Epstein da parte dell’amministrazione Trump e sulla decisione dei suoi stretti collaboratori di fare marcia indietro sulla promessa di pubblicarli integralmente.

Tale questione, scrive il New York Times, che ha diviso i Repubblicani e alienato alcuni dei sostenitori di Trump, era passata in secondo piano con il protrarsi dello shutdown governativo.

Tennis, Musetti ascolti top, 2,3 milioni di spettatori

Roma, 12 nov. (askanews) – Ha fatto centro anche sul fronte televisivo Lorenzo Musetti. “Il totale degli spettatori per Musetti, tra Raidue e Sky, è stato di 2,3 milioni”. Una cifra che conferma come l’azzurro stia consolidando un legame forte con il pubblico, raggiungendo numeri analoghi a quelli di Jannik Sinner. Durante la sfida con De Minaur, “nell’intervallo di tempo della partita (dalle 20:42 alle 23:29), … è stato il terzo programma televisivo più visto della serata”, battuto solo da Canale 5 e Raiuno. Il dato assume ancora più rilievo se si considera che, per una parte dell’orario, il traino televisivo tradizionale (fiction e intrattenimento) procedeva normalmente su altre reti. Numeri che testimoniano non solo un momento sportivo positivo per Musetti, ma anche una crescente attenzione da parte del pubblico italiano verso il tennis. Sarà interessante vedere se questa spinta si confermerà nei prossimi impegni.

Patrimoniale, Fratoianni: Avs la propone in manovra, redistribuire ricchezza

Bari, 12 nov. (askanews) – Alleanza Verdi Sinistra proporrà emendamenti alla legge di bilancio che andranno in direzione dell’introduzione di un prelievo fiscale patrimoniale. “Non è la prima volta che lo facciamo, lo facciamo da anni. Siamo convinti da molto tempo che in questo paese occorrono politiche di redistribuzione”: lo ha detto il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, conversando con i cronisti al Senato dopo un incontro con il segretario della Cgil, Maurizio Landini.

“Si tratta – ha spiegato – di intervenire su una parte piccolissima della popolazione italiana che però detiene enormi ricchezze. Si tratta di farlo nel segno della solidarietà, della redistribuzione e dell’interesse generale. Servono risorse per finanziare le politiche pubbliche, che rispondano all’emergenza dei salari degli italiani e delle italiane, che sono fermi al palo da trent’anni mentre il costo della vita continua ad aumentare; che rispondano all’esigenza di rafforzare il sistema sanitario nazionale pubblico e i sistemi di protezione sociale, il sistema d’istruzione; che servano a rafforzare gli investimenti, le politiche industriali. Per fare questo servono scelte: scelte di carattere fiscale, scelte di carattere politico, bisogna cambiare una manovra che è fatta di austerità da un lato e dall’altro di nuova, potente, grande spesa militare, per quella i soldi li hanno trovati subito, 23 miliardi nei prossimi tre anni”

“Da questo punto di vista, abbiamo condiviso in modo molto forte – ha sottolineato l’esponente di AVS – l’analisi che la Cgil fa di questa legge di bilancio, che è la stessa analisi che facciamo noi: sosterremo lo sciopero generale e naturalmente in Parlamento faremo la nostra parte con i nostri strumenti, quelli del Parlamento, per contrastare questa manovra sciagurata e per provare a cambiarla”.

“E questi temi – ha concluso Fratoianni – restano comunque per ciò che ci riguarda la traccia di un’alternativa politica necessaria al governo Meloni e resteranno per noi la traccia dell’iniziativa politica che metteremo in campo nei prossimi mesi nel Paese, oltre che in Parlamento nelle piazze e che metteremo in campo anche nei prossimi anni”.

"Musica Triste" è il nuovo album di Emis Killa, il suo 13esimo

Milano, 12 nov. (askanews) – L’hip-hop torna in scena! Esce venerdì 5 dicembre “Musica Triste”, il nuovo album di Emis Killa, già in preorder nei formati fisici CD e LP, di cui sono disponibili le varianti CD autografato, LP rosso autografato, LP nero marmorizzato rosso e LP nero marmorizzato rosso autografato.

Emis Killa conclude il suo 2025 in grande stile con l’annuncio del suo tredicesimo progetto discografico, tra album, EP e Mixtape. “Musica Triste”, a distanza di oltre due anni dall’ultimo album “Effetto Notte”, certificato disco di platino, porterà con sé tutta la carica hip-hop di uno dei nomi più affermati della scena, con una penna che si preannuncia essere più affilata che mai e che riserverà grandi sorprese artistiche.

“Musica Triste” completa un anno all’insegna della musica e dei grandi eventi live per Emis Killa. Dopo la pubblicazione di “In auto alle 6:00”, collaborazione con l’artista e amico di lunga data Lazza, infatti, lo show evento EM16 è stato la continuazione in grande stile della celebrazione dell’hip-hop e della carriera di Emis Killa, in seguito al successo di EM15 nel 2024.

Ucraina, Crosetto: difficile pensare situazione migliori per Kiev

Roma, 12 nov. (askanews) – “Come dico da mesi, la situazione per l’Ucraina non migliora di sicuro, è difficile pensare che possa migliorare indipendentemente dagli aiuti militari. C’è un limite di popolazione che rende il confronto molto difficile e il fatto che per Putin il tempo e i morti non contano mentre per tutto il resto del mondo sì. E quello è l’avvertimento anche per l’Europa”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, parlando in Transatlantico alla Camera.

Ucraina, Crosetto: a breve presento al Copasir 12mo pacchetto aiuti

Roma, 12 nov. (askanews) – “Io sto approvando il dodicesimo pacchetto” di aiuti all’Ucraina. “A breve andrò a presentarlo al Copasir”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha risposto in Transatlantico alla Camera a chi gli chiedeva se l’Italia intendesse acquistare dagli Usa armi per Kiev.

Ai giornalisti che gli hanno fatto notare che la sua risposta non riguardava l’eventualità di aderire al programma Purl (Prioritized Ukraine Requirements List) con l’acquisto di armamenti statunitensi, Crosetto ha replicato “Sono aiuti all’Ucraina, consistenti anche”.

Crosetto ha quindi confermato che non andrà a Washington dove avrebbe dovuto incontrare il segretario alla Difesa Usa ma a Berlino per l’incontro con i colleghi di Francia, Germania, Regno Unito e Polonia.

Ex Ilva, la Fiom: tradimento da Urso, presentato un piano di chiusura

Roma, 12 nov. (askanews) – Ieri Fim, Fiom e Uilm “erano andati al tavolo di confronto per sostenere un piano condiviso con Governo e commissari, ma ci siamo trovati di fronte a un piano di chiusura dell’azienda”. Lo ha detto il leader della Fiom, Michele De Palma, in una conferenza stampa unitaria per fare il punto della situazione e illustrare le iniziative da mettere in campo.

“E’ stato detto che siamo andati via dal tavolo, ma questo non corrisponde alla realtà – ha proseguito – è stato un tradimento da parte del ministro Urso quanto accaduto ieri. Chiediamo alla presidente del consiglio di assumere il tavolo Ilva superando la condizione in cui ci siamo trovati. Non ci sono le risorse necessarie per far funzionare l’azienda. E dire, come hanno fatto i miei colleghi (Uliano e Palombella, ndr), che la cassa integrazione serve di fatto per pagare il funzionamento e il mantenimento dell’azienda è la dura e sacrosanta verità. Faremo le assemblee venerdì e lunedì prossimo, c’è tempo. Faccio un appello alla presidente del consiglio Meloni: si occupi della questione Ilva, che è strategica e centrale per le sorti del nostro Paese. Ci riconvochino al tavolo sulla base del percorso che avevamo condiviso”.

Uniti per Gaza, video con Assalti frontali, Muro del canto e 99 Posse

Roma, 12 nov. (askanews) – È uscito oggi 12 novembre il videoclip di “Fino all’ultimo respiro”, il brano di Assalti Frontali, Il Muro del Canto e 99 Posse, pubblicato lo scorso 3 ottobre.

Realizzato da MDP – Manifesti Dal Popolo, un collettivo di documentaristi e documentariste che trasformano storie in esperienze visive e sonore, muovendosi tra cinegiornale, documentario osservativo e narrazione partecipata, il video non è un classico montato ma è un omaggio a un momento di importanza storica e di solidarietà popolare.

La sua realizzazione, infatti, è avvenuta attraverso un racconto di immagini raccolte durante le mobilitazioni italiane a sostegno di Gaza e del popolo palestinese degli ultimi due anni, principalmente a Roma ma in tante città italiane. Quest’opera è l’unione di più arti e più mondi, ovvero quelli musicali, documentaristici e politici che si sono uniti insieme in una spinta collettiva.

L’incontro di Militant A e MDP è avvenuto proprio in uno dei tanti momenti di piazza, “mentre scendevo da un camion dopo aver cantato alla manifestazione”, racconta Militant A, “MDP stava riprendendo e mi ha chiesto un’intervista durante la quale ho invitato a riflettere sull’importanza di fare la nostra parte. Gli artisti la devono fare perché un artista, tanto più un rapper che lavora con le parole, trova il senso della propria essenza in questi momenti, coinvolgendosi e partecipando alla storia, alla parte giusta della storia. Ci siamo sentiti uniti e abbiamo pensato di fare un video insieme per restituire con le immagini e la musica questa potenza che stiamo vivendo, e così è nato Fino all’ultimo respiro (Official Video)”.

Alcune scene sono ambientate all’interno del liceo romano “Plinio Seniore” occupato in quei giorni, restituendo il clima di partecipazione e resistenza che attraversa le nuove generazioni. L’incontro a scuola è nato da una chiamata proprio degli studenti e studentesse – insieme al collettivo studentesco 20novembre – nei confronti degli Assalti Frontali per un laboratorio musicale dal titolo “Rap e Hip Hop armi rivoluzionarie di strada”. In quella stessa mattina era presente anche Alessandro Mantovani, giornalista e componente della Sumud Flotilla.

Sarajevo, Serracchiani (Pd): massima trasparenza sul caso dei cecchini del weekend

Roma, 12 nov. (askanews) – “Le notizie emerse sul presunto coinvolgimento di cittadini italiani, e sulla possibile conoscenza dei fatti da parte dei nostri servizi segreti, in relazione ai cosiddetti ‘cecchini del weekend’ durante l’assedio di Sarajevo, se fossero confermate sarebbero di una gravità assoluta e richiederebbero immediati chiarimenti istituzionali”. Così una nota della deputata democratica e responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani.

“È indispensabile che tutte le informazioni disponibili siano rese note agli organi competenti e che il Parlamento possa seguire con attenzione l’evolversi delle indagini. Solo attraverso piena trasparenza si potrà fare luce su una vicenda così grave e delicata, nel rispetto delle vittime e dell’onore delle istituzioni italiane”, ha aggiunto.