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domenica, 8 Giugno, 2025
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Difesa Ue, Gentiloni: RearmEu è primo importantissimo passo

Roma, 14 mar. (askanews) – Sul piano RearmEu proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen “siamo nell’ambito di un primo passo che è stato però importantissimo, ha rotto un tabù, che era quello di dare un finanziamento comune” per la difesa europea, tant’è che “attualmente l’agenzia di difesa europea ha in dotazione 2,5 miliardi e ora si passa a 150 miliardi”. Lo ha detto l’ex premier ed ex commissario europeo agli affari economici Paolo Gentiloni intervenendo, all’università Luiss, alla presentazione del libro “Governare le fragilità” di Roberto Garofoli e Bernardo Giorgio Mattarella.

Secondo Gentiloni, però, è essenziale procedere, così come successo con la vicenda Covid, con un fondo di Grants, “che sarebbe un incentivo ancora maggiore, per i paesi membri, per andare verso una difesa comune, più incoraggiante che non solo i prestiti”.

G7, tra Usa e alleati nessun vincitore: accordo di compromesso

La Malbaie (Canada), 14 mar. (askanews) – Accordo di compromesso, in Canada, tra i ministri degli Esteri del G7. Dopo due giorni di lavoro e un confronto serale tra gli sherpa a poche ore dalla chiusura, i capi della diplomazia dei Paesi membri sono riusciti a evitare il rischio di una spaccatura, ipotesi avanzata ieri da fonti presenti a La Malbaie, sede della ministeriale, e rilanciata da alcuni organi di stampa. La dichiarazione finale concordata al termine della riunione è la sintesi di una mediazione diplomatica che, nella partita giocata al tavolo dei colloqui dagli Stati Uniti e gli alleati del Gruppo, non ha sortito né vincitori né vinti. Il testo, rivisto nella tarda serata di ieri, cede alle pressioni europee e canadesi da una parte, a quelle di Washington dall’altra rispettivamente su Ucraina e Medio Oriente. Un risultato accolto comunque con soddisfazione dalla presidente di turno, la ministra Melanie Joly, che al termine dei lavori ha sottolineato la “forte unità” del Gruppo sui temi affrontati.

Nella sezione dedicata alla guerra in Ucraina, Washington ha dovuto cedere alle pressioni degli alleati sul linguaggio da adottare a proposito di un chiaro sostegno “all’integrità territoriale” del Paese, un passaggio che la nuova amministrazione di Donald Trump, rappresentata dal segretario di Stato Marco Rubio, avrebbe voluto evitare. La dichiarazione finale ha così riportato “l’incrollabile sostegno” a Kiev, “nella difesa della sua integrità territoriale e del suo diritto a esistere, nonché della sua libertà, sovranità e indipendenza”. Il documento “invia un chiaro messaggio a favore di una pace giusta”, in linea con la carta dell’Onu, ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine dell’incontro, ricordando che il testo chiede anche la liberazione dei prigionieri politici e la restituzione a Kiev dei bambini ucraini attualmente in Russia.

I ministri degli Esteri hanno accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere una tregua, in particolare l’incontro dell’11 marzo tra Stati Uniti e Ucraina a Gedda, ma hanno chiesto alla Russia “di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e attuandolo pienamente”. Una formulazione su cui si è lavorato fino all’ultimo. In una bozza preliminare del testo, rilanciata dai media, infatti si chiedeva a Mosca di accettare il cessate il fuoco “senza condizioni”. “Mi pare una richiesta politicamente saggia, non c’è nessun arretramento su chi è l’aggressore e su chi è l’aggredito, ma se vogliamo porre fine alla guerra dobbiamo fare in modo che la Russia accetti il cessate fuoco”, ha commentato Tajani. Mentre Rubio – con cui il ministro italiano ha avuto un incontro bilaterale durato poco meno di un’ora durante il quale l’Italia ha chiesto un dialogo sui dazi – ha espresso “cauto ottimismo” sulla tregua.

Ma se Washington ha dovuto cedere sull’integrità territoriale ucraina, gli alleati hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco sulle posizioni dell’amministrazione Trump sul Medio Oriente. Nessun riferimento alla soluzione dei due popoli e due Stati figura infatti nella dichiarazione finale, così come fortemente preteso da Rubio. Il passaggio era invece previsto in una bozza preliminare, prima di essere eliminato nella versione approvata dai ministri. Nel testo definitivo si sottolinea invece “l’imperativo di un orizzonte politico per il popolo palestinese, raggiunto attraverso una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese che soddisfi le legittime esigenze e aspirazioni di entrambi i popoli e promuova pace, stabilità e prosperità globali in Medio Oriente”. Il mancato riferimento non modifica però la posizione italiana che, ha sottolineato Tajani, “non cambia assolutamente”.

Frutto di un tenace lavoro di mediazione è anche il risultato raggiunto sulla Cina e sul contrasto alle cosiddette “flotte ombra”, a cui è stata dedicata una dichiarazione a parte. Adottando un linguaggio fermo, come richiesto dagli americani, i ministri si sono detti preoccupati dall’accumulo di materiale militare da parte di Pechino e dal “continuo e rapido aumento dell’arsenale nucleare cinese”. I capi della diplomazia hanno così chiesto alla Cina di impegnarsi in “discussioni strategiche sulla riduzione del rischio” e di “promuovere la stabilità tramite la trasparenza”.

Superando le resistenze degli Stati Uniti, invece, i ministri hanno infine invitato gli 8 Paesi nordici e baltici (Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Norvegia, Svezia), “e possibilmente altri”, a unirsi ai membri del G7 in “una Shadow Fleet Task Force per migliorare il monitoraggio e il rilevamento e per limitare in altro modo l’uso di flotte ombra impegnate in attività illegali, pericolose o pericolose per l’ambiente, basandosi sul lavoro di altri attivi in questo settore”. La Task Force costituirà una risposta degli Stati partecipanti all’appello dell’Organizzazione marittima internazionale per “promuovere azioni volte a prevenire operazioni illegali nel settore marittimo da parte di flotte ombra e dei loro stati di bandiera, comprese operazioni illegali allo scopo di eludere le sanzioni”. (di Corrado Accaputo)

Auto, produzione vetture in Italia sprofonda a gennaio: -63,4%

Roma, 14 mar. (askanews) – A gennaio in Italia la produzione di autovetture è collassata a 10.800 unità, il 63,4% in meno rispetto allo stesso mese di un anno prima: lo riferisce l’Anfia, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica. Con un comunicato, l’associazione aggiunge che in base ai dati Istat, la produzione dell’industria automotive italiana nel suo insieme ha registrato un calo del 25,3% rispetto a gennaio 2024.

“Anche l’apertura del nuovo anno si conferma in pesante ribasso per l’indice della produzione automotive italiana, che registra ancora una flessione a doppia cifra (-25,3%)”, rileva Gianmarco Giorda, Direttore Generale di Anfia.

“D’altra parte, mantengono il segno meno sia l’indice della fabbricazione di autoveicoli (-37%), complice il forte calo, -63,4%, registrato, secondo i dati preliminari di Anfia dalla produzione di autovetture, per un totale di circa 10.800 unità prodotte, sia l’indice della produzione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori (-15,4%)”.

“Il ‘Piano d’azione per l’Automotive’ presentato lo scorso 5 marzo dalla Commissione europea ci lascia purtroppo insoddisfatti e non risponde pienamente alle necessità dell’industria in questo momento critico per tutto il settore automotive europeo, tralasciando alcuni punti essenziali come la messa in campo di misure a salvaguardia della competitività delle nostre imprese, in primis per riequilibrare i costi dell’energia rispetto a Paesi competitor come Usa e Cina”, prosegue Giorda.

“Per affrontare seriamente la gravità della situazione attuale, serve un piano che, al di là delle linee guida e delle raccomandazioni, preveda azioni concrete, date certe e importi allocati per i vari interventi da programmare, tra cui anche, in nome dell’obiettivo della decarbonizzazione, un piano almeno decennale di rinnovo del parco circolante auto, che in Europa ha un’età media di 12,5 anni ed è quindi ad alte emissioni”.

Guardando ai singoli comparti produttivi del settore, l’indice della fabbricazione di autoveicoli2 (codice Ateco 29.1) registra una variazione tendenziale negativa del 37% a gennaio 2025; quello della fabbricazione di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (codice Ateco 29.2) cresce del 7% nel mese, e quello della fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori3 risulta in calo del 15,4%.

A gennaio-novembre 2024 (ultimo dato disponibile), l’export di autoveicoli (autovetture e veicoli industriali nuovi) dall’Italia vale 16,4 miliardi di Euro, mentre l’import vale 33,7 miliardi di Euro. Gli Stati Uniti rappresentano, in valore, il primo Paese di destinazione dell’export di autoveicoli dall’Italia, con una quota del 19%, seguiti da Germania (15,4%) e Francia (11,3%).

Nello stesso periodo, dice ancora l’Anfia, l’export della componentistica automotive vale 23 miliardi di Euro, con un saldo positivo di 6,4 miliardi di euro. Il fatturato del settore automotive nel suo complesso presenta una flessione del 14,3% a dicembre (ultimo dato disponibile), a causa di una componente interna in calo del 17% e di una componente estera a -11,4%. Nell’intero 2024, il fatturato cala invece del 14,7% (-16,9% il fatturato interno e -12,6% quello estero).

Infine, il fatturato delle parti e accessori per autoveicoli e loro motori presenta una variazione tendenziale negativa del 18% a dicembre (-27,3% la componente interna e -8,1% la componente estera). Nel periodo gennaio-dicembre 2024, l’indice del fatturato di questo comparto registra un decremento del 14,4%, con un calo del 24,3% della componente interna e del 2,3% della componente estera. (fonte immagine: Anfia).

Intelligenza del mare per Padiglione Italia in Biennale Architettura

Milano, 14 mar. (askanews) – Dal 10 maggio al 23 novembre 2025, alle Tese delle Vergini dell’Arsenale a Venezia, le riflessioni architettoniche, scientifiche e culturali sul mare saranno le protagoniste di “Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del Mare”, titolo del progetto espositivo del Padiglione Italia alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e curato da Guendalina Salimei.

La partecipazione italiana è dedicata a un Mediterraneo allargato ai vicini oceani: la centralità del rapporto strutturale tra l’acqua e la terra, tra naturale e artificiale, tra infrastruttura e paesaggio, tra città e costa, incide sull’identità del Paese e sui delicati equilibri tra ambiente, uomo, cultura ed economia che devono essere sia tutelati nella loro integrità, sia ri-progettati per quell’imprescindibile adattamento a un futuro pervaso da nuove pressanti esigenze. Guardare l’Italia dal mare implica un cambiamento di prospettiva, impone la necessità di ripensare il progetto del confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio.

“Il mare: è questa da sempre la proiezione naturale dell’Italia, sin dai primordi della civiltà prima che i coloni greci approdassero sulle nostre coste per costruire le loro città. Un carattere geografico che ci ha sempre contraddistinto, e che a Venezia, massima espressione di sapienza e bellezza, ha trovato la propria sintesi. Giusto quindi che il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2025 rifletta sul nostro rapporto con il mare: ripensare e progettare in modo sostenibile le nostre coste, tenendo conto di sfide globali e urgenti, è la chiave del futuro della Nazione”, ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli.

“L’Italia – ha aggiunto il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco – è al centro del Mediterraneo, bagnata e benedetta da tre diverse acque, sino a poco più di un secolo e mezzo fa nel suo destino c’era ancora il mare. Abbiamo dimenticato di avere il Mediterraneo intorno, immaginandoci e assimilandoci, come collettività, a esperienze forse virtuose, efficienti, produttive, ma senza mare. In cui è difficile identificarsi nel senso più profondo, perché non sono le nostre radici e i nostri paesaggi. Ribaltare la prospettiva, guardando l’Italia dall’acqua, e non l’acqua dall’Italia, è un esercizio che Guendalina Salimei ci invita a fare, immersi in onde virtuali a osservare le proposte che vengono dal mare, per il mare. Un luogo, Il Mediterraneo. Una Soluzione, Il Mediterraneo”.

“In linea con il tema della 19esima Mostra Internazionale di Architettura – ha spiegato la curatrice Salimei – condividiamo l’idea che sia possibile mettere in gioco molteplici forme di intelligenza coordinate tra loro nell’elaborazione di nuove strategie che possano salvare le coste italiane e dei paesi che si siano messi all’ascolto dei messaggi del Padiglione Italia. L’Architettura, come disciplina sistemica, è chiamata in causa per elaborare visioni del mondo e, proprio per la sua indiscutibile capacità di comprendere le relazioni tra le parti, e tra le parti e il tutto, deve scendere in prima linea per poter mettere in campo energie cariche di creatività ed empatia. Per far questo è necessario riferirsi ai deep data, ovvero a quell’insieme di conoscenze approfondite e specifiche – spesso nascoste o poco note – generate da individui diversi, che possono fornire punti di vista e soluzioni inedite capaci di aprire a un dibattito proiettato verso azioni future”. La mostra accoglierà gli elaborati di singoli e gruppi, sia affermati sia emergenti, innescando un confronto intergenerazionale, interculturale e senza distinzioni di genere in cui passato e presente verranno accomunati, coinvolgendo progettisti, studiosi e operatori della cultura – ma anche giovani, poeti, artisti, enti di ricerca e del terzo settore – nel ripensamento del rapporto tra terra e mare, con l’esposizione sia di progetti di riqualificazione realizzati, sia di contributi prodotti ad hoc tramite l’uso di metodi multidisciplinari e multimodali, sia degli esiti di ricerche istituzionali e accademiche.

L’ascolto di voci differenti, accolte secondo uno spirito inclusivo di persone, idee e mezzi espressivi, mira a stimolare il risveglio di una intelligenza collettiva capace di innescare un rinnovamento che parte dalle coste italiane per espandersi a livello globale. Spesso negate, abbrutite e abusate, le nostre coste sono in realtà luogo di incontro tra ecosistemi, culture, attività e religioni diverse, in cui l’azione umana sa e deve esprimersi anche con poesia e rispetto. Un rapporto così viscerale che proprio a Venezia aveva trovato il suo simbolismo più alto con il rito dello sposalizio del mare, celebrato ogni anno dal Doge a bordo del Bucintoro all’imboccatura del porto di San Niccolò al Lido, dove, dopo aver versato un vaso d’acqua santa, gettava tra i flutti l’anello benedetto dal Patriarca pronunciando le parole “Desponsamus te, mare nostrum, in signum veri perpetuique dominii” (Ti sposiamo, mare nostro, come segno di vero e perpetuo dominio).

Le tematiche su cui siamo chiamati a riflettere derivano dalla necessità di garantire una gestione sostenibile e una valorizzazione ambientale e culturale delle aree costiere e portuali, fondamentale per la resilienza dei territori, la conservazione del patrimonio naturale e, in generale, un dialogo più equilibrato tra terra e mare. Tra le tematiche, alcune emergono con più urgenza: ripensare le cesure, determinate da aree portuali, strade litoranee, insediamenti turistici e strutture abusive che interrompono la continuità sia tra città e mare sia tra ecosistemi naturali; reinterpretare i dispositivi di soglia, elementi di transizione tra terra e mare come dighe, moli, frangiflutti e barriere costiere, fari, piattaforme artificiali; riscrivere i waterfront come processo di rigenerazione urbana che può trasformare le aree costiere, urbane e non, in luoghi vivibili, accessibili e sostenibili; ripensare le infrastrutture ricettive e portuali per adattarsi ai cambiamenti climatici riducendo il rischio di dissesti idrogeologici e l’impatto sull’ecosistema naturale; riconvertire l’archeologia industriale, portuale e produttiva, abbandonata lungo le coste; riscoprire il patrimonio sommerso, naturale e archeologico; ridefinire le strategie di tutela attiva del patrimonio ambientale.

Il Padiglione Italia, per tutta la durata della mostra, sarà accompagnato da un Programma Pubblico intitolato Il mare dell’intelligenza. Dialoghi, articolato in numerosi appuntamenti – seminari, conferenze, laboratori, workshop – organizzati in luoghi cari alla cultura veneziana e internazionale, che saranno comunicati nel dettaglio prossimamente.

Il progetto Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del Mare è illustrato da un catalogo edito da Electa che contiene le riflessioni di cultori della materia, i contributi selezionati a seguito della Call for visions and projects, i saggi fotografici, le incursioni artistiche, gli esiti della ricerca e altre suggestioni culturali e progettuali.

In Triennale Milano la mostra John Giorno: a labour of LOVE

Milano, 14 mar. (askanews) – Dal 15 marzo al 13 aprile 2025 Triennale Milano presenta la mostra John Giorno: a labour of LOVE a cura di Nicola Ricciardi con Eleonora Molignani e il supporto di Giorno Poetry Systems. La mostra esplora molteplici forme di amicizia, dialogo e supporto all’interno del mondo della cultura attraverso materiali provenienti dal ricco archivio dell’artista americano John Giorno (1936-2019).

La racconta ad Askanews il curatore Nicola Ricciardi, anche curatore di miart: “Questa mostra nasce come una sorta di estensione del tema curatoriale di miart 2025: il tema among friends, cio tra amici, abbiamo cercato di trasformarlo in un progetto espositivo focalizzandoci su qualcuno, John Giorno, che ha fatto dell’amicizia e della collaborazione il proprio stile di vita e in qualche modo stile di lavoro. Abbiamo raccolto materiali che provengono dalla fondazione di John Giorno, la Giorno Poetry System, che sono una sorta di mappa visiva delle sue innumerevoli collaborazioni con artisti come Robert Rauschenberg, piuttosto che John Cage, Duchamp, William Barrows, Allan Kaprow. Non vogliamo solo limitarci a far vedere i documenti, ma abbiamo fatto un po’ esplodere tutto quanto, rendendo anche gli schermi, tappezzando i muri con delle enormi gigantografie di questi documenti, proprio per far capire quanto John Giorno fosse qualcuno che era molto difficile da contenere nella pagina di un libro. Lui diceva sempre che la poesia per lui non poteva rimanere sulla pagina, ma doveva in qualche modo uscire. Ecco, anche noi siamo usciti un po’ dai nostri confini con operazioni come questa in cui alzando il telefono puoi parlare con ad esempio John Cage o Rauschenberg che ti raccontano e ti parlano di poesie di John Giorno o con l’operazione che abbiamo fatto sullo scalone della Triennale di Milano dove abbiamo messo un enorme wall painting e una serie di opere d’arte della serie Perfect Flowers. una mostra che resa possibile anche da miart e e soprattutto da Fiera Milano che stato uno dei principali sostenitori insieme a MSGM e Ecoedile di questa iniziativa. Un’iniziativa che nasce proprio con tanto Labor of Love come dice il titolo stesso della mostra perch solo lavorando tutti insieme che si possono realizzare progetti come questi”.

All’interno di Cuore – Centro studi, archivi, ricerca di Triennale Milano, saranno accessibili prime edizioni dei suoi libri di poesia, LP pubblicati dall’etichetta discografica GPS Records, oltre a documenti inediti relativi alla relazione tra Giorno, Rauschenberg e numerosi altri amici e colleghi. Trovano spazio anche una varieta di poster, corrispondenza privata, contratti, filmati d’archivio e volantini originali relativi a eventi pubblici di poesia, al AIDS Treatment Project e ad altre avventure degli anni ’60 e ’70.

La selezione include anche Dial-A-Poem, l’opera d’arte iconica e interattiva con cui l’artista ha reso per la prima volta disponibili attraverso la linea telefonica le voci di poeti, artisti e musicisti intenti a leggere le sue poesie. Originariamente prodotto nel 1968, ed oggi nella collezione permanente del MoMA a New York, Dial-A-Poem si e evoluto e ampliato nel tempo includendo centinaia di registrazioni che i visitatori possono ascoltare sollevando la cornetta di un telefono accessibile a tutti.

Un’installazione delle opere pittoriche di John Giorno, presentata sullo Scalone d’Onore di Triennale, sottolinea ulteriormente come l’artista abbia saputo liberare la poesia dalle restrizioni della pagina, trasportandola nel campo delle arti visive. Qui, una selezione dei suoi colorati “Perfect Flowers” emerge da un monumentale murale recante alcune delle frasi poetiche piu note di Giorno.

Durante miart e la Milano Art Week sar realizzata una performance nei luoghi della mostra.

M5S, verso voto iscritti sulle regole: terzo mandato non per tutti

Roma, 14 mar. (askanews) – Reduce dalle barricate (simboliche) a Strasburgo contro i progetti europei di riarmo, fermo nel suo no alla manifestazione “europeista” di sabato 15 marzo, impegnato a costruire la manifestazione del Movimento 5 stelle contro la guerra e contro il carovita e il caro-bollette, Giuseppe Conte in questi giorni, è al lavoro anche sul fronte interno. “Stanno arrivando”, giura un deputato stellato in genere bene informato, a proposito delle molto attese regole in materia di limiti ai mandati elettivi nelle istituzioni. Conte “è pronto, a breve il nuovo codice etico sarà sottoposto al voto degli iscritti”, senza altri passaggi intermedi negli organismi dirigenti.

Breve riassunto delle puntate precedenti: il “processo costituente” avviato dall’ex premier dopo il tonfo elettorale delle europee (prima volta sotto il 10 per cento in una consultazione nazionale) si è concluso a dicembre con il secondo voto on line della base sul nuovo statuto e con l’eliminazione del ruolo del garante, fino a quel momento rivestito dal fondatore Beppe Grillo. Alcune delle questioni sottoposte al giudizio degli iscritti, tuttavia, non comportavano una modifica automatica delle norme interne. Fra queste, appunto, il superamento del limite, contenuto nel codice etico, dei due mandati nelle istituzioni: un freno alla promozione dei “migliori” o quantomeno dei più esperti e più noti fra gli esponenti stellati; e quindi, secondo l’opinione ormai maggioritaria nel Movimento, un danno alla forza elettorale delle liste a 5 stelle e alla loro capacità di azione politica.

Le prime idee che Conte aveva sottoposto ai suoi a gennaio, nel corso delle riunioni con i gruppi parlamentari e con il Consiglio nazionale, tuttavia, non avevano ottenuto un’accoglienza festosa dai suoi. Troppe le aspettative di parlamentari in cerca di conferma e di ex parlamentari in cerca di nuove avventure istituzionali, aspettative spesso inevitabilmente contrapposte, “uno scontro naturale, senza astio, ma di tutti contro tutti”, secondo la disincantata ma rigorosamente anonima lettura di un alto dirigente dei 5 stelle. In molti si attendevano, dopo il largo pronunciamento degli iscritti, che il limite dei due mandati sarebbe stato semplicemente cancellato, e di conseguenza che si sarebbe formata una lunga fila per rimanere in Parlamento (o tornarci, per chi ha fatto le due legislature precedenti ed è adesso in “pausa”).

Conte però ha sempre tenuto duro e ha giurato di non lasciare spazio a un “liberi tutti” a suo giudizio incompatibile con l’ispirazione originaria del M5S, contraria alla politica come mestiere. Nelle scorse settimane ha sottoposto dei testi al comitato di garanzia, composto dall’ex presidente della Camera Roberto Fico, dall’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, in passato tra le figure più vicine a Grillo e la cui permanenza nel Movimento è considerata ancora in bilico, e dall’ex parlamentare Laura Bottici. Il trio gli ha fatto pervenire delle osservazioni, e Conte, che pure nella sua vita precedente faceva l’avvocato e il docente universitario di diritto, ha preso ancora tempo per confrontarsi con i suoi consiglieri più fidati.

Quale sarà il punto di approdo? In sostanza, raccontano alcuni eletti nei corridoi del Parlamento, i punti cardine delle nuove norme da sottoporre all’approvazione degli iscritti in una nuova consultazione on line, sono i seguenti: rimane in vigore il divieto dei tre mandati nella stessa istituzione, mentre si potranno fare due mandati parlamentari e uno regionale, o comunale (la deroga venne fatta già in era Grillo per la sindaca Raggi con il cosiddetto “mandato zero” nel consiglio comunale). E naturalmente viceversa: due in Regione uno in Parlamento, ad esempio. Questa regola sbloccherà la probabile candidatura alla presidenza della Regione Campania di un 5 stelle in quota centrosinistra: si è molto parlato di Fico ma il tam tam interno considera in lieve vantaggio l’attuale vicepresidente della Camera Sergio Costa.

In ogni caso, Conte si terrà le mani libere (o l’ultima parola) sulle candidature, attraverso il meccanismo delle deroghe: per superare i limiti citati, infatti, servirà l’approvazione del presidente, o quantomeno sarà lui a indicare per quali personalità interne si potrà chiedere agli iscritti o agli organismi dirigenti di derogare ai limiti. “Anche perché – fa notare un parlamentare M5S di lungo corso – se faremo un accordo di coalizione, nei collegi, dove ci devono votare anche gli elettori di altri partiti, chi possiamo mettere, l’ultimo arrivato o un ex ministro?” Ma l’accordo di coalizione a ipotetiche elezioni politiche future, come testimoniano le repliche piccate di qualche esponente Pd alla battuta di Conte sul partito che si è dimostrato “troppo plurale” nel recente voto a Strasburgo sul riarmo europeo, resta tutto da costruire.

Maltempo, Meloni: pensiero a popolazioni, governo garantirà supporto

Roma, 14 mar. (askanews) – “Il mio pensiero va alle popolazioni colpite dal maltempo che sta investendo diverse zone d’Italia, causando gravi danni e difficoltà ai cittadini. Un sentito ringraziamento a tutte le forze dell’ordine e ai soccorritori che, con impegno e professionalità, stanno prestando aiuto alle comunità colpite. Il Governo è al fianco delle popolazioni in difficoltà e garantirà ogni supporto necessario”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Consob, Savona: integrare innovazioni tecnologiche nella vigilanza

Roma, 14 mar. (askanews) – L’attività di vigilanza sui mercati richiede “una più esatta integrazione tra il vecchio sistema e le innovazioni tecnologiche”. Lo ha affermato il presidente della Consob, Paolo Savona, nel suo intervento in chiusura della conferenza per il 50esimo anniversario dell’autorità. Nel dibattito “è emerso anche chiaramente che i linguaggi giuridici sono distinti dai linguaggi economici”, ha rilevato. I primi vogliono rivedere la regolamentazione generale della società, i secondi quella dell’imprenditoria: “il punto è capire se si possono conciliare queste due visioni”.

“Ho seguito con attenzione il susseguirsi degli interventi nel corso di questa proficua giornata di lavori. Non mi prefiggo di riassumere punto per punto i suggerimenti che ci sono stati offerti per il futuro della vigilanza svolta dalla Consob in un contesto in grande mutamento. Ho invece – ha detto – la pretesa di trovare un filo conduttore che funga da guida della nostra azione propositiva e applicativa delle norme esistenti”.

“Come noto – ha proseguito – la Consob segue con impegno la riforma del Tuf, che porterà un miglioramento nel governo dell’attuale architettura istituzionale di vigilanza finanziaria. I principali punti riguardanti questa iniziativa del Governo sono stati discussi nel corso del Convegno, ma un buon risultato richiede una più esatta integrazione tra il vecchio sistema e le innovazioni tecnologiche”.

“Come pure una considerazione congiunta va fatta in sede di vecchio sistema dovrà tenere conto dei progressi che verranno attuati nella realizzazione dell’Unione europea dei mercati dei capitali; la mia attesa è che l’unificazione abbracci anche gli intrecci tra strumenti tradizionali e virtuali, che richiede un chiarimento sulla conformazione dell’euro digitale – ha avvertito Savona – e un centro comune di raccolta delle informazioni in materia, auspicabilmente presso il canale T2S della Bce”. (fonte immagine: Consob).

Governo, Meloni: penso in grande per l’Italia, ma no scorciatoie

Torino, 14 mar. (askanews) – Giorgia Meloni “pensa in grande per l’Italia”, ma per raggiungere gli obiettivi “non ci sono scorciatoie, bisogna fare tutto il percorso”. La presidente del Consiglio lo ha detto a Torino, parlando ai dipendenti della Argotec, azienda italiana attiva nel settore dell’aerospazio, visitata oggi a Torino.

“‘Pensare in grande, no shortcuts’. Sono perfettamente d’accordo”, ha detto la premier raccogliendo le parole dell’Ad dell’azienda David Avino. “Che cosa vuol dire pensare in grande? Non credere nei limiti che gli altri pensano che dobbiamo avere, non farsi limitare dal sentito comune: quello che puoi fare, dove puoi arrivare, quali sono le tue reali potenzialità… Questo è sbagliato. Pensare in grande significa soprattutto ‘decido io quali siano i miei limiti, e li sperimento’. No shortcuts significa che se tu pensi che puoi arrivare a un obiettivo senza percorrere la strada necessaria a quell’obiettivo, l’obiettivo non lo gestisci. E quindi semplicemente, le scorciatoie non esistono, per chi vuole fare le cose sul serio, per chi vuole farle in grande. Tutto questo lo ritrovo qua dentro, ed è importante per me perchè anche io penso in grande. Non per me stessa, per l’Italia”.

Turismo, Napoli e Sud Italia spingono stagione record per Spagna

Napoli, 14 mar. (askanews) – Dopo una stagione da record nel 2024 di turisti italiani in Spagna, il 2025 ha delle prospettive ancora di crescita, in modo particolare nel Sud Italia. Complice del successo delle mete della Penisola iberica anche i collegamenti aerei diretti. Solo con Napoli le rotte sono 13.

“Per noi questa una destinazione, un luogo, un mercato importantissimo dell’Italia. Pi di 5,5 milioni di italiani hanno visitato la Spagna l’anno scorso, nel 2024 segnando +12% dell’anno precedente ed uno dei mercati dove il collegamento aereo in crescita. Questo mese di marzo c’ il 15% in pi del collegamento aereo tra Spagna e Italia – ha affermato Gonzalo Ceballos, consigliere Turismo Ambasciata di Spagna in Italia – Napoli un luogo dove noi pensiamo che si possa avere una crescita importante”.

Meta facilmente da raggiungere dall’Italia e, da Napoli in particolare, la Costa Blanca, famosa per il suo clima mite, gli oltre 200 chilometri di coste e 69 spiagge che hanno ottenuto la Bandiera blu. Il nuovo collegamento operato da easyJet mette a disposizione 30mila posti tra Napoli e Alicante, con una frequenza di due voli settimanali sia per la stagione invernale che per quella estiva. “Il mercato italiano molto importante per il turismo della Costa Blanca – ha spiegato Jos Francisco Mancebo direttore ente del Turismo Costa Blanca – In Costa Blanca c’ la provincia di Alicante e ha tutto per piacere agli italiani: cultura, gastronomia, spiagge, montagne, cos speriamo che verranno tutti in Costa Blanca”.

Il 2025 riserva tante occasioni di crescita per il territorio spagnolo. “Vogliamo presentare quegli eventi particolari che rappresentano un’opportunit, anzi una motivazione in pi, per visitare il nostro Paese – ha detto Arturo Escudero ente spagnolo del Turismo di Roma – Tra queste presentiamo Alicante, che la capitale gastronomica della Spagna per il 2025 e questo importante perch ad Alicante sono previste tante iniziative soprattutto per quanto riguarda il riso, ma non solo, presentiamo anche come novit, la Catalogna, che regione mondiale della gastronomia, quindi, sono previsti tanti eventi che riguardano, appunto, la gastronomia catalana, ma c’ anche spazio per l’enoturismo perch Carinena, nella provincia di Saragozza, la citt europea del vino nel 2025. Infine – ha concluso – c’ anche la citt di Segovia, molto vicino Madrid in Castiglia Leon, che citt europea dello Sport 2025”. Una nazione per tutti i gusti e per tutte le tasche anche grazie alle diverse imprese alberghiere e ai numerosi alloggi turistici.

Bce, Cipollone: lavoriamo a sistema Ue per scambi asset con Dlt

Roma, 14 mar. (askanews) – La Bce e l’Eurosistema delle Banche centrali stanno lavorando con una certa urgenza per allestire in tempi brevi, da intendere come “mesi” e “non vari anni”, un meccanismo per assicurare liquidità della Banca centrale in forma digitale a coloro che effettuano scambi e transazioni digitali utilizzando tecnologie a registro distribuito (Dlt). Lo ha riferito Piero Cipollone, il componente del Comitato esecutivo della Bce che ha la delega su sistemi di pagamento e sull’euro digitale, durante un dibattito alla conferenza per celebrare il 50esimo anniversario della Consob.

“Non c’è tempo” per allestire una infrastruttura unica, piuttosto si lavora sulla interoperabilità di sistemi esistenti “ci serve una soluzione subito”, ha detto. “E poi stiamo discutendo con i mercati su come potrebbe essere la soluzione sul lungo termine”. In un clima di crescenti tensioni tra Stati Uniti e Unione europea per i dazi commerciali, questo lavoro sta avvenendo anche alla luce delle iniziative che potrebbero arrivare da oltre Atlantico, ha lasciato intendere Cipollone.

“Stiamo lavorando, in questo momento, per assicurare che in un periodo di tempo breve, potrebbe essere mesi e non vari anni, avremo in piedi un sistema per assicurare liquidità della Banca centrale in forma digitale per quelli che vogliono effettuare scambi di asset sul Dlt. L’Eurosistema è a uno stadio molto avanzato su questo dopo un anno di sperimentazioni – ha aggiunto -. Quindi stiamo costruendo su queste sperimentazioni, per creare una soluzione da utilizzare a breve termine lavorando su logiche di interoperabilità”.

Se le istituzioni e gli operatori “non possono effettuare i pagamenti con moneta della banca centrale useranno altre monete”, tra cui moneta privata con relativi rischi. “E riflettendo su quello che sta arrivando dagli Usa – ha detto Cipollone – l’asset per effettuare i regolamenti potrebbe perfino non essere denominato in euro. Quindi dobbiamo essere molto attenti a assicurare che la moneta della banca centrale resti al cuore dei regolamenti sulle transazioni di asset. Quindi due percorso: assicurare una soluzione per il breve termine e pensare a cosa arriverà per il futuro”. (fonte immagine: Consob).

Omicidio Willy Monteiro Duarte, ergastolo per Marco Bianchi e 28 anni al fratello Gabriele

Roma, 14 mar. (askanews) – Condanna all’ergastolo per Marco Bianchi ed, in virtù delle attenuanti generiche, 28 anni di pena al fratello Gabriele. Questa la sentenza dei giudici della corte d’assise di appello di Roma nel processo bis in relazione all’omicidio di Willy Monteiro Duarte, avvenuto in seguito ad un brutale pestaggio nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020 a Colleferro, nell’hinterland della Capitale. La sentenza è arrivata in seguito ad un annullamento deciso dalla Cassazione del precedente giudizio limitatamente al riconoscimento delle attenuanti mentre la responsabilità penale per l’omicidio era già passata in giudicato. La procura generale aveva chiesto la condanna all’ergastolo per entrambi. Sono già definitive invece le condanne per gli altri due imputati, 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli.

Il viaggio della corrispondenza per Papa Francesco

Roma, 14 mar. – Il reportage del TGPoste tra gli hub logistici che smistano e distribuiscono le lettere indirizzate al Santo Padre: “Fino a 150 chili di posta al giorno”.

Ucraina, Trump: "Buoni colloqui" con Putin, ho chiesto di risparmiare i soldati accerchiati

New York, 14 mar. (askanews) – Donald Trump ha riferito di colloqui “molto buoni e proficui” con il presidente russo Vladimir Putin sulla fine della guerra in Ucraina, aggiungendo che “migliaia di soldati ucraini sono completamente circondati dall’esercito russo e in una posizione molto vulnerabile”.

In un post su Truth, Trump ha detto di aver chiesto a Putin di “risparmiarli”, definendo l’eventuale attacco “un massacro orribile, come non se ne vedevano dalla Seconda guerra mondiale”. Ha poi concluso: “Dio li benedica tutti!”.

Cinema, dal 24 aprile arriva "L’amore, in teoria" con Nicolas Maupas

Roma, 14 mar. (askanews) – Al cinema dal 24 aprile “L’amore, in teoria” di Luca Lucini con Nicolas Maupas nei panni del protagonista che prova a destreggiarsi tra le contrastanti emozioni del sentimento più narrato della storia nel film.

L’amore raccontato nei libri, quello illustrato dai grandi filosofi e che si insegna sui banchi di scuola appare molto semplice, in teoria. Ma l’amore, quello vero, sfugge ad ogni logica ed è un grande caos. Prodotto da Indiana Production e Vision Distribution in collaborazione con Sky, il film vede nel cast anche Martina Gatti, Caterina De Angelis, Francesco Colella e la partecipazione straordinaria di Francesco Salvi.

Le note della musica di Tananai sono protagoniste della colonna sonora con due canzoni: “Alibi”, brano inedito che accompagna anche il trailer, e “Booster”, estratto dall’ultimo album “Calmocobra” certificato disco d’oro.

Leone (Nicolas Maupas) è il fidanzato perfetto: gentile, educato, rispettoso. È stato il primo della classe a scuola e lo è anche ora che studia Filosofia all’università. I genitori di Carola (Caterina De Angelis) lo adorano, convinti che lei abbia finalmente lasciato Manuel, il ragazzo poco raccomandabile con cui usciva. In realtà, Leone per Carola è solo una copertura mentre lei continua a frequentare l’altro. Ed è proprio a causa di questa situazione che Leone si ritrova costretto ai servizi sociali, dopo essere stato accusato ingiustamente di un crimine commesso invece da Manuel. Eppure, questa svolta inaspettata nasconde una scoperta meravigliosa: quella del primo amore, con Flor (Martina Gatti), un’attivista ambientale, forte e libera. Quando Leone sembra aver finalmente dimenticato Carola però, lei piomba di nuovo nella sua vita. Diviso tra l’amore vero e quello da sempre immaginato, Leone troverà la sua strada grazie anche ai consigli di Meda (Francesco Salvi), un senzatetto che gli insegnerà la filosofia dell’amore, dei sentimenti e della vita al di là dei libri.

Girato a Milano e ambientato in alcune delle location più iconiche meneghine, il film è diretto dal regista di “Tre metri sopra il cielo”, manifesto romantico degli anni 2000. Il soggetto è di Gennaro Nunziante e sceneggiato da due giovani autrici – Amina Grenci e Teresa Fraioli – che hanno portato sullo schermo il racconto dell’amore attraverso gli occhi della propria generazione.

Ex Ilva, Dinoi (Aepi): governo garantisca l’indotto

Roma, 14 mar. – Si tenuto a Roma, presso la sede della Stampa Estera, l’incontro “Ex Ilva: un passato da difendere, un futuro da costruire”, occasione di confronto sull’impatto che avr la vendita del pi grande polo siderurgico europeo sulle innumerevoli imprese che operano nell’indotto.

Alla vigilia della decisione di Governo su chi sar l’acquirente del complesso industriale di Taranto, la Confederazione AEPI, presieduta da Mino Dinoi, insieme ad AIGI (Associazione Indotto AdI e General Industries), presieduta da Nicola Convertino, ha dato voce alle oltre 70 imprese dell’indotto preoccupate per il loro futuro e la loro stessa sopravvivenza. A discutere del tema sono inoltre intervenuti: Davide Tabarelli (Commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria), Francesco Paolo Capone (Segr. Gen. UGL), Giorgio Graziani (Segr. Confed. CISL), mentre, in apertura lavori, moderati dal condirettore di Affari Italiani Marco Scotti, l’intervento del direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, Mimmo Mazza.

“Abbiamo accolto con grande favore l’ingresso di AIGI nella Confederazione AEPI – ha dichiarato il Presidente Dinoi – infatti, da sempre la nostra mission la tutela delle imprese che operano garantendo lavoro e benessere alle tantissime famiglie del nostro Paese. La presenza dello Stato nella societ, almeno nella fase iniziale – spiega Dinoi – una garanzia per le imprese coinvolte. Per non ripetere gli errori del passato, con la nuova propriet va individuato un piano industriale che porti realmente avanti l’ex Ilva. La siderurgia per l’Italia fondamentale e l’ex Ilva va salvaguardata, nel rispetto e coinvolgimento del territorio e delle imprese che ci lavorano. Rappresentando l’80% dell’indotto ex ILVA, la Confederazione AEPI, insieme ad AIGI, pronta a dare il proprio contributo in questo momento cruciale per il destino dello stabilimento ed disponibile ad un incontro con il Ministro Urso e la Presidente Giorgia Meloni, nonch a partecipare ai tavoli insieme con le altre parti datoriali”.

Gli fa eco Nicola Convertino, che ha dichiarato: “Come imprese dell’indotto vogliamo difendere quello che il nostro gioiello di famiglia: l’acciaieria d’Italia. Siamo convinti che i vari settori economici possono e devono coesistere, non possiamo buttare a mare quello che il nostro passato. Sono stati fatti lavori importanti di ambientalizzazione, ora chiediamo alla politica di non abbandonarci e che accompagni questo processo con una minima partecipazione dello Stato per sovraintendere i processi di decarbonizzazione, ma soprattutto perch l’acciaio italiano strategico ed stato anche decretato per legge. Siamo pronti e tendiamo la mano alla nuova propriet affinch questo processo si avvii nel pi breve tempo possibile”.

In occasione dell’incontro, sono stati resi noti i risultati del sondaggio “Il futuro di Taranto: imprese, lavoratori, cittadini”, condotto dalla Lab21 guidata dal Prof. Roberto Baldassari. Dal sondaggio sono emerse alcune posizioni sulle quali convergono tutti gli intervistati: il ruolo centrale dell’ex Ilva sull’economia di Taranto, sia nel passato che nel futuro (65,9%), il fatto che l’ex Ilva rappresenti un’opportunit di crescita per il territorio e di posti di lavoro (52.7%), il sentimento di speranza guardando al futuro, a patto che lo Stato, come ha gi iniziato a fare, assuma un ruolo di supervisione e vigilanza coordinandosi con il management delle aziende del territorio (55,6%). Infine, il 52,8% degli intervistati considera importante la sostenibilit ambientale senza per limitare lo sviluppo e la crescita aziendale, quindi no all’ambientalismo estremista ma consapevole e realmente sostenibile.

Per Davide Tabarelli, Commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria:

“La pressione su questo stabilimento talmente forte che se ne usciamo, e ne dobbiamo uscire, lo faremo con slancio, ma ci vorr tanta energia proprio come ce ne voluta in passato. Dobbiamo lavorare insieme perch chi comprer ha visto gente bravissima nel fare acciaio, nel fare innovazione, rispettare le regole, utilizzare bene l’energia. Mancano poche ore, questa una grande occasione. Sono ottimista. C’ stato l’impegno del governo a mantenere la presenza dello Stato, ora vedremo gli sviluppi”.

Giorgio Graziani, Segretario confederale della Cisl:

“Una gestione discussa o discutibile della ex Ilva non pu essere un alibi per l’abbandono di una colonna della filiera siderurgica europea cos fondamentale per tutto il sistema industriale del nostro Paese. I commissari devono consegnarci un interlocutore credibile, con le disponibilit economiche adeguate a garantire investimenti per il futuro sostenibile e produttivo e per quello delle comunit che ospitano gli insediamenti. Produzione di acciaio pulito e completamento del risanamento ambientale devono e possono convivere. Ma occorrono investimenti tecnologici ed ecologici ed un governo produttivo, occupazionale e sociale della fase di transizione. Il sindacato, la CISL e le sue categorie rappresentative dei lavoratori diretti e dell’indotto, sono sempre stati e saranno in prima linea per garantire la continuit produttiva e la costruzione di una prospettiva nuova, auspicando che nella nuova propriet ci possa essere uno spazio per il ruolo indispensabile di garanzia dello Stato che finalmente ha deciso di metterci la faccia ridando centralit al ruolo strategico di questo settore industriale per la crescita del Paese”.

Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl:

“La vicenda dell’Ex Ilva figlia di un fenomeno sempre pi evidente, ovvero la crisi di un modello economico fondato sulla globalizzazione dei mercati. Per questo, dopo aver verificato che ArcelorMittal ha disatteso tutti gli impegni, ben ha fatto il Governo a riaprire ad una nuova ipotesi di vendita dello stabilimento ex Ilva ad un nuovo acquirente che garantisca l’ambientalizzazione e i livelli occupazionali della produzione diretta e dell’indotto del pi grande polo siderurgico d’Europa”.

I ministri del G7 Canada: la Russia accetti la tregua a parità di condizioni (o rischia "ulteriori sanzioni")

La Malbaie (Canada), 14 mar. (askanews) – I ministri degli Esteri del G7 “hanno accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco” in Ucraina, “e in particolare l’incontro dell’11 marzo tra Stati Uniti e Ucraina nel Regno dell’Arabia Saudita”. E’ quanto si legge nella dichiarazione finale della ministeriale a La Malbaie, in Canada. Rivolgendo un plauso all’impegno dell’Ucraina “per un cessate il fuoco immediato”, che è “un passo essenziale verso una pace globale, giusta e duratura”, i ministri “hanno chiesto alla Russia di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e attuandolo pienamente”. Una bozza preliminare del testo, rilanciata dai media, chiedeva a Mosca di accettare il cessate il fuoco “senza condizioni”.

I ministri degli Esteri del G7 hanno ribadito il loro “incrollabile sostegno all’Ucraina nella difesa della sua integrità territoriale e del suo diritto a esistere, nonché della sua libertà, sovranità e indipendenza”. E’ quanto si legge nella dichiarazione finale della ministeriale in corso a La Malbaie, in Canada.

I ministri degli Esteri del G7 hanno, inoltre, discusso “l’imposizione di ulteriori costi alla Russia nel caso in cui il cessate il fuoco non venga concordato, anche attraverso ulteriori sanzioni, limiti ai prezzi del petrolio, nonché ulteriore sostegno all’Ucraina e altri mezzi”, secondo quanto si legge nella dichiarazione finale della ministeriale G7 in Canada. “Ciò include l’uso di entrate straordinarie derivanti da beni sovrani russi immobilizzati”.

I ministri degli Esteri del G7 hanno anche sottolineato che “qualsiasi cessate il fuoco” in Ucraina “deve essere rispettato e hanno sottolineato la necessità di accordi di sicurezza solidi e credibili per garantire che l’Ucraina possa scoraggiare e difendersi da qualsiasi nuovo atto di aggressione”.

G7 Canada, la bozza della dichiarazione finale: la Russia accetti la tregua a parità di condizioni

La Malbaie (Canada), 14 mar. (askanews) – I ministri degli Esteri del G7 “hanno accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco” in Ucraina, “e in particolare l’incontro dell’11 marzo tra Stati Uniti e Ucraina nel Regno dell’Arabia Saudita”. E’ quanto si legge nella bozza della dichiarazione finale della ministeriale in corso a La Malbaie, in Canada. Rivolgendo un plauso all’impegno dell’Ucraina “per un cessate il fuoco immediato”, che è “un passo essenziale verso una pace globale, giusta e duratura”, i ministri “hanno chiesto alla Russia di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e attuandolo pienamente”. Una bozza preliminare del testo, rilanciata dai media, chiedeva a Mosca di accettare il cessate il fuoco “senza condizioni”.

Ecco cosa serve a Federica Brignone per vincere la Coppa del Mondo di sci

Roma, 14 mar. (askanews) – Federica Brignone ha le mani sulla Coppa del Mondo generale, ma per la matematica certezza sulla conquista della seconda grossa sfera di cristallo della carriera bisogna aspettare le Finali di Sun Valley negli Stati Uniti (22 marzo la discesa, il 23 il SuperG e il 25 il gigante). L’azzurra si presenterà con 382 punti di vantaggio su Lara Gut-Behrami e quattro gare da giocarsi (ma nessuna delle due farà lo slalom). Di fatto, un distacco insormontabile: ora al termine della stagione mancano quattro gare (una per ogni specialità) e dunque 400 punti in palio, tuttavia nessuna delle due parteciperà allo slalom finale, specialità trascurata da entrambe le atlete nel corso della loro carriera. Per vincere la Coppa del mondo matematicamente, alla Brignone occorre sommare oggi altri 68 punti. Ricordiamo i punteggi per le prime cinque di ogni gara: 100, 80, 60, 50, 45. Brignone deve quindi arrivare o prima o seconda e sperare che Gut prenda 68 punti meno di lei

La prima occasione per poter alzare alzare al cielo il globo – rimane l’unica italiana nella storia dello sci alpino femminile – potrebbe avvenire già nella discesa in programma il 22 marzo: a Brignone basterà arrivare entro la 14ª posizione, ma è già sufficiente che Gut-Behrami – obbligata a vincere tutte le gare da qui fino alla chiusura del calendario – non concluda al primo posto. Federica Brignone si gioca non solo il trionfo assoluto nella Coppa del Mondo generale, ma anche la sfera di cristallo in tutte e tre le coppe di specialità che disputa abitualmente. Alla vigilia delle Finali la 34enne azzurra è al comando alle classifiche di discesa e Super G, mentre in gigante è seconda a 20 punti dalla leader Alice Robinson (ma con una vittoria si aggiudicherebbe anche quel trofeo). In caso di en plein si tratterebbe di un’impresa unica: nessuna sciatrice in campo femminile è mai riuscita a conquistare nella stessa stagione il trittico di coppe di discesa, Super G e gigante oltre alla generale. Ci andò vicino la scorsa edizione Lara Gut-Behrami, a cui sfuggì il trionfo nella prova regina della velocità.

Sci, Brignone: "Sto vivendo un momento fantastico"

Roma, 14 mar. (askanews) – “Sto vivendo una giornata fantastica – le parole di Federica Brignone dopo la vittoria di La Thuile -. Ci tenevo ad arrivare in luce verde davanti a questo pubblico. Non ho pensato a niente altro. Non ho fatto errori, è andato tutto bene, sono stata veloce. La pista era molto migliore di ieri. In più ho avuto due fortune: partire con il numero 6 e arrivare davanti per pochi centesimi. Andrò a Sun Valley con due pettorali rossi, ma non è finito niente. Ho ancora tanto da giocarmi e devo rimanere concentrata per due settimane. E’ stata una stagione via via sempre più tosta e sempre più impegnativa. Per questi motivi ho bisogno di rimanere sul pezzo fino alla fine, e non sarà per niente facile”.

“Se tutto va bene, questa volta mi consegneranno la Coppa in mano e non me la spediranno per posta. Ed è una cosa che ho sempre sognato. Sofia ha una cultura del lavoro davvero impressionante e la capacità di risollevarsi. Per questi motivi continuiamo a fare podi e risultati importanti. Ringraziamo la Federazione che ci mette nelle condizioni migliori per poter dare il massimo”.

Sci, Brignone vince a La Thuile: le mani sulla Coppa del Mondo

Roma, 14 mar. (askanews) – Il numerosissimo pubblico di La Thuile è stato premiato. Federica Brignone ha messo a segno la vittoria numero 37 della carriera, nel secondo superG valdostano, e il podio numero 83, a meno 5 dal mito Alberto Tomba. E, naturalmente, ha di fatto messo le mani sulla sua seconda Coppa del mondo generale, dopo quella già vita nel 2020. Manca l’aritmetica (sono 382 i punti di vantaggio della valdostana su Lara Gut-Behrami, oggi quarta), ma a quattro gare dal termine della stagione, una per disciplina, appare impossibile che l’elvetica possa ribaltare la classifica, anche perché nessuna delle due contendenti prende normalmente parte allo slalom. Brignone acquisisce un nuovo pettorale rosso, quello del superG, anche se solo per 5 punti (570 a 565) e sarà le finali di Sun Valley dal 20 al 27 marzo a decidere la vincitrice. Alle spalle di Federica Brignone ecco Sofia Goggia per la quindicesima doppietta azzurra. Sul terzo gradino del podio sale la francese Romane Miradoli, staccata di soli 5 centesimi dalla Brignone, mentre è sesta Elena Curtoni.

Cinema, a Pupi Avati il Globo d’oro alla carriera

Roma, 14 mar. (askanews) – Pupi Avati riceverà il Globo d’oro alla carriera, il Premio con cui l’Associazione della Stampa Estera in Italia celebra le opere più significative del nostro Paese. Il riconoscimento sarà consegnato il 2 luglio in Campidoglio durante la cerimonia della 65ma edizione.

Pupi Avati, regista e produttore emiliano, con più di 55 film all’attivo, ha attualmente in sala l’ultimo film “L’orto americano”, chiusura della 81esima Mostra del Cinema di Venezia, distribuito da 01 Distribution.

L’horror gotico, accolto con entusiasmo dalla critica, è interpretato da Filippo Scotti, Roberto De Francesco, Armando De Ceccon, Chiara Caselli, Rita Tushingham, Massimo Bonetti, Morena Gentile, Mildred Gustafsson e Romano Reggiani. “L’orto americano” è una produzione Duea Film, Minerva Pictures con Rai Cinema, prodotto da Antonio Avati, Gianluca Curti e Santo Versace.

Meloni a Torino dagli atleti degli Special Olympics Winter Games

Torino, 14 mar. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si recata a Torino in una delle sedi degli Special Olympics Winter Games – manifestazione riservata ad atleti con disabilit intellettive – in corso di svolgimento nel capoluogo torinese.

La premier ha salutato, “dandogli il cinque”, gli atleti che facevano il loro ingresso in campo, prima di incontrare gli azzurri. Successivamente Meloni si recher allo Space Park di Argotek, a San Mauro Torinese, per una visita privata della nuova sede dell’azienda attiva a livello internazionale nel settore aerospaziale.

La situazione clinica del Papa è "stazionaria", prosegue le terapie e la ventilazione alternata

Città del Vaticano, 14 mar. (askanews) – Nel ricovero al Gemelli, oggi Papa Francesco, dopo una notte tranquilla, ha proseguito le attività prescritte dai medici “come nei giorni precedenti”, ovvero “riguardo la situazione medica non ci sono novità rispetto a ieri: la situazione è stazionaria”. Lo fa sapere la Sala stampa Vaticana. Anche le terapie e la ventilazione segue lo stesso schema degli ultimi giorni: “Fisioterapia motoria la mattina e respiratoria il pomeriggio, in alternanza tra alti flussi e ventilazione meccanica”. Oggi Bergoglio ha seguito da remoto gli Esercizi spirituali in corso in Aula Paolo VI in Vaticano. Questa sera è atteso un nuovo bollettino medico in cui sono attesi elementi più precisi sulla situazione. Fonti vaticane, inoltre, spiegano che durante il ricovero al Policlinico Gemelli di Roma Papa Francesco riesce a muoversi e camminare “come ha fatto sempre”, spostandosi “a volte con più assistenza, altre con meno”.

Oggi è un mese che il Pontefice è ricoverato al Gemelli: era il 14 febbraio scorso quando entrava nell’appartamento al decimo piano del nosocomio “per alcuni necessari accertamenti diagnostici e per proseguire in ambiente ospedaliero le cure per la bronchite tutt’ora in corso”. Il 18 febbraio la tac dimostra “l’insorgenza di una polmonite bilaterale”, il 22 la prima crisi respiratoria, “con l’applicazione di ossigeno ad alti flussi, e una piastrinopenia associata ad un’anemia che richiede la somministrazione di emotrasfusioni”: “La prognosi è riservata”, decidono i medici. Il 23 febbraio compare “una iniziale, lieve, insufficienza renale”, risolta in pochi giorni, mentre il 27 fonti vaticane fanno sapere che Papa Francesco “è uscito dal momento più critico” e si è tornato al “quadro complesso”. Il giorno dopo, però, il 28 febbraio, c’è una nuova “crisi isolata di broncospasmo” che determina “un episodio di vomito con inalazione e un repentino peggioramento del quadro respiratorio”, e ancora il 3 marzo si verificano altri “due episodi di insufficienza respiratoria acuta, causati da importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo”.

Nei giorni successivi il quadro clinico, se pur ancora complesso, lentamente si stabilizza e le terapie fanno il loro effetto. Il 10 marzo i medici sciolgono la prognosi, ma per il rientro del Papa a Santa Marta, precisano, “ancora è presto fare ipotesi”, perchè l’obiettivo resta evitare – almeno nel breve termine – una nuova ospedalizzazione. “Ci vuole tempo perché un corpo di 88 anni recuperi, anche a livello di energie e delle forze”, riferivano ieri fonti vaticane, mentre Bergoglio festeggiava dal Gemelli i 12 anni di Pontificato.

In Emilia-Romagna allerta maltempo massima: preoccupa il Lamone. Musumeci firma lo stato di mobilitazione

Roma, 14 mar. (askanews) – In Emilia-Romagna la prima ondata di maltempo, che ha interessato la scorsa notte e la prima mattina i rilievi del bolognese e della Romagna, è passata e la situazione dei fiumi è attualmente sotto controllo, ma l’allerta per le prossime ore resta massima di fronte al sopraggiungere di nuovi temporali. In particolare, fa sapere la Regione, sono attesi sulla parte orientale in arrivo dalla Toscana e fino alla costa ravennate. Una situazione che potrebbe durare fino a sera, quando le precipitazioni, di minor intensità, dovrebbero spostarsi verso il modenese e oltre. Sotto massima osservazione il Lamone che a Marradi, in territorio toscano, ha superato la soglia 3, così come gli altri corsi d’acqua a partire dall’Idice e dagli affluenti del Reno.

Il presidente della Regione, Michele de Pascale, segue l’evolversi della situazione dal Cor, il Centro operativo regionale di Bologna, insieme alla sottosegretaria Manuela Rontini. Questa mattina entrambi hanno partecipato a un briefing con il Dipartimento nazionale di Protezione civile e successivamente a un coordinamento con tutte le Prefetture interessate dall’evento.

“Le previsioni per la nottata sono state confermate, ci sono stati superamenti dei fiumi di soglia 2 nel bacino romagnolo, in particolare il Lamone e gli affluenti del Reno”, spiega de Pascale: “La situazione più preoccupante al momento è rappresentata dal Lamone sul cui bacino stanno insistendo precipitazioni molto intense. La nostra attenzione sarà massima per il resto della giornata, perché l’evento atmosferico è in corso e temiamo un peggioramento delle condizioni meteorologiche. Dunque- prosegue il presidente-, tutta la macchina della Protezione civile è attivata, così come la rete dei volontari e del primo soccorso. La richiesta ai cittadini è di prestare la massima attenzione, continuare a monitorare i canali dei Comuni e della Regione e di attenersi alle prescrizioni di sicurezza”.

Intanto, il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha firmato il decreto dello stato di mobilitazione straordinaria del Servizio nazionale di Protezione civile per la Regione Emilia Romagna. Il provvedimento, si spiega, si è reso necessario per fronteggiare la grave situazione di criticità determinatasi con l’ondata di maltempo, che sta creando condizioni di pericolo per l’incolumità delle persone e per la sicurezza dei beni pubblici e privati. È stata così accolta la richiesta avanzata dal presidente della Regione emiliano-romagnola, dopo la rapida istruttoria del Dipartimento nazionale dí Protezione civile.

Per meglio operare nella difficile situazione, lo stesso Dipartimento assicurerà il coordinamento dell’intervento del Servizio nazionale della Protezione civile e del volontariato organizzato di altre Regioni, a supporto delle strutture regionali dei territori colpiti e per fornire l’assistenza ed il soccorso alle popolazioni coinvolte.

Maltempo, in Toscana allerta rossa per i fiumi: "Massima prudenza". Arno sorvegliato speciale

Roma, 14 mar. (askanews) – La Sala operativa regionale della Toscana ha emesso una allerta rossa per rischio idraulico del reticolo principale, in particolare nelle province di Firenze, Prato, Pistoia e Pisa.

“Invito tutti i cittadini alla massima attenzione e prudenza. Ulteriore peggioramento in atto e fino al pomeriggio, con piogge intense e persistenti”, scrive il governatore Eugenio Giani su Facebook: “Tutto il sistema regionale di Protezione Civile della Toscana, soccorso ed emergenza sanitaria è in stato di massima allerta con interventi in corso. Avviato il montaggio dei panconcelli sui lungarni a Pisa. Lo scolmatore della Regione Toscana e le casse di espansione del bacino di Roffia sono pronti per essere aperti quando la portata dell’Arno raggiungerà la portata necessaria”.

L’allerta rossa è ufficialmente in vigore dalle ore 12 di oggi, ma la popolazione è invitata alla massima prudenza e a limitare i propri spostamenti fin da subito. Il sorvegliato speciale di queste ore è il fiume Arno. L’allerta di grado rosso riguarda il reticolo idraulico maggiore, ma è stata emanata anche allerta arancio per rischio idraulico del reticolo minore e temporali, e giallo per vento forte e mareggiate. Sono state attivate evacuazioni precauzionali in più parti della Regione.

Le precipitazioni proseguiranno anche nelle prossime ore, con un ulteriore peggioramento atteso in mattinata e nel pomeriggio, con piogge intense e persistenti lungo una linea che dalla provincia di Livorno si estenderà verso l’interno, interessando le province di Pistoia, Firenze, Prato, e in parte Arezzo.

Dopo le ore 18 le piogge si concentreranno soprattutto sul nord ovest e andranno a interessare Lunigiana, Garfagnana, Apuane. Attesa una pausa nella notte ma domani, sabato 15 marzo, almeno fino alle ore 12, sono previste ancora precipitazioni a carattere di rovescio, anche di forte intensità. Per un reale miglioramento occorre attendere le ore 18 di domani. Le Provincie di Grosseto. Siena e Arezzo saranno interessate marginalmente, ad eccezione del Pratomagno dove comunque sono attesi rovesci. Scirocco molto forte sulle aree collinari della costa, con raffiche anche oltre i 50 km/h.

Il sistema di Protezione civile sta presidiando i fiumi della Toscana. Dopo le precipitazioni, proseguite tutta la notte, in particolare sulla zona del Mugello, è stato attivato il servizio di piena. Si segnala che l’Arno è al primo livello di guardia da Bagno a Ripoli, Firenze, Lastra a Signa fino a Montelupo con portata nell’ordine di 1000 metri cubi al secondo agli Uffizi.

A Empoli, Fucecchio, Pontedera e Pisa è sotto il primo livello. Sieve al secondo livello a Dicomano, primo livello a Rufina. Ombrone Pistoiese a Poggio a Caiano al primo livello. Pesa a Turbone al primo livello. Bisenzio a San Piero a Ponti al primo livello. Lamone a Marradi al primo livello. Ema al primo livello a Grassina. Egola a Fornacino al primo livello. Cecina a Steccaia al primo livello. Era al primo livello a Capannoli Nelle prossime ore – si aggiunge – sono previste piogge sparse, soprattutto sulle zone interne. La linea temporalesca attiva sul Mar Ligure dovrebbe estendersi verso la costa centro-settentrionale. Ulteriore peggioramento atteso in mattinata e fino al pomeriggio, con piogge intense e persistenti lungo una linea che dalla provincia di Livorno si estenderà verso l’interno, interessando le province di Pistoia, Firenze, Prato, Arezzo.

Tv, gli 85 anni di Tom and Jerry, celebrazioni a tema nel mondo

Roma, 14 mar. (askanews) – Tom and Jerry – il leggendario duo formato da un gatto e un topo entrati nella storia della cultura pop mondiale – festeggiano il loro 85esimo anniversario: un successo globale all’insegna di birichinate e risate con l’amatissima coppia che, fin dal suo debutto nel 1940, ha deliziato il pubblico di tutto il mondo con la sua giocosa rivalità, conquistando un suo spazio nell’immaginario collettivo.

Usciti per la prima volta dai fogli da disegno alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale e all’ombra della Grande Depressione, Tom e Jerry sono nati dal desiderio di creare una serie di cartoni animati in grado di accendere l’immaginazione in un mondo annebbiato. La regia calorosa ed esigente di William Hanna e la finezza creativa e comica di Joseph Barbera dettero vita a una virtuosa collaborazione che avrebbe trovato eco nel duo spiritoso da loro creato. Le personalità distintive di Tom e Jerry e il loro rapporto unico hanno attraversato le generazioni, portando sugli schermi un mondo in cui il conflitto è naturale e la giustizia è universale: prima al cinema – dove i primi film arrivarono dal 1940, conquistando negli anni ben sette Oscar al Miglior cortometraggio d’animazione – e poi in tv, dove fecero il loro debutto negli anni ’60. La rivalità sana e giocosa tra i due protagonisti, rafforzata da gag a ritmo, espressioni facciali ricche di sfumature e geniali partiture musicali di artisti del calibro di Scott Bradley, hanno resistito al passare del tempo, fino ad arrivare ai giorni nostri, con le recenti produzioni tv, tra cui “Tom & Jerry Tales” (2006-2008) e “The Tom and Jerry Show” (2014-2021).

Per celebrare l’iconico duo, Warner Bros. Discovery dedica loro un intero anno di celebrazioni a livello globale con iniziative pensate per gli appassionati di tutte le età, che prevedono eventi ed esperienze e il lancio di nuovi prodotti tematizzati in collaborazione con prestigiosi brand.

In Italia saranno protagonisti dal 3 al 6 aprile a Romics, il Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cinema e Games. Il Festival dedicherà il key visual dell’edizione primaverile proprio a Tom and Jerry che avranno un’area dedicata all’interno della manifestazione, nel Movie Village del Padiglione 5: qui i fan potranno trovare un’installazione a forma di torta di compleanno per scattare foto ricordo memorabili, ripercorrere la storia di questo incredibile duo con video ufficiali e immagini storiche, e una serie di opere inedite realizzate dagli studenti dello IED di Roma per celebrare l’anniversario.

Immancabile la presenza anche in tv di Tom and Jerry: su Cartoonito (canale 46 DTT) è on air da lunedì a venerdì dalle 13 lo stunt “A Pranzo con Tom and Jerry” che prevede le serie “Tom and Jerry a New York”, “The Tom and Jerry Show” e i corti “Hurry Up”, mentre il sabato mattina alle 8.30 fino ad aprile sono in rotazione i film; su Boomerang (Canale 609 di Sky) sono in onda tutti i giorni “The Tom and Jerry Show” e “Tom and Jerry a New York” dalle 6.00 alle 7.50, dalle 11.25 alle 12.35 e il pomeriggio alle 16.25. Inoltre, sull’app di Cartoonito sono presenti per tutto l’anno 12 nuovi giochi in esclusiva raccolti in una sezione dedicata.

Warner Bros. Discovery Global Consumer Products ha inoltre collaborato con vari brand, anche in Italia, per offrire agli appassionati una serie di prodotti ispirati a Tom and Jerry. Come Lego, Ovs e Intimissimi, Original Marines e LC23 che hanno lanciato collezioni e prodotti a tema.

Russia, Zacharova ancora contro Mattarella e l’Italia: "Non hanno nulla con cui difendersi"

Roma, 14 mar. (askanews) – L’Italia “attacca” perché “non ha nulla per difendersi”. L’ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, reagendo alla convocazione dell’ambasciatore russo a Roma da parte del ministero degli Esteri in seguito alle critiche della stessa Zakharova al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

In un’intervista alle Izvestija, Zalharova ha detto che la convocazione attirerebbe ancor di più l’attenzione sui problemi interni italiani. “Non hanno nulla con cui difendersi. E così hanno deciso di attaccare”, ha affermato Zakharova. “Ma – ha aggiunto – l’hanno fatto invano. (…) Hanno solo attirato maggiore attenzione sui loro stessi problemi”.

Russia, Zacharova ancora contro Mattarella e l’Italia: "Non hanno nulla con cui difendersi"

Roma, 14 mar. (askanews) – L’Italia “attacca” perché “non ha nulla per difendersi”. L’ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, reagendo alla convocazione dell’ambasciatore russo a Roma da parte del ministero degli Esteri in seguito alle critiche della stessa Zakharova al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

In un’intervista alle Izvestija, Zalharova ha detto che la convocazione attirerebbe ancor di più l’attenzione sui problemi interni italiani. “Non hanno nulla con cui difendersi. E così hanno deciso di attaccare”, ha affermato Zakharova. “Ma – ha aggiunto – l’hanno fatto invano. (…) Hanno solo attirato maggiore attenzione sui loro stessi problemi”.

Campi Flegrei, Musumeci: le case non saranno mai al sicuro al 100%. Paghiamo sottovalutazione dei rischi

Napoli, 14 mar. (askanews) – Nell’area dei Campi Flegrei l’Osservatorio Vesuviano, sede di Napoli dell’Ingv, ha rilevato complessivamente 44 episodi tellurici avvenuti nel corso dello sciame sismico, iniziato ieri all’1.25, con una scossa di terremoto di magnitudo 4.4, nove dei quali di magnitudo superiore a 1.0.

“Dobbiamo essere sinceri non si può giocare con parole: le case non saranno mai messe al sicuro 100 per cento, si può lavorare in qualche edificio per mitigare le conseguenze di una eventuale scossa violenta”, lo ha detto il ministro per la Protezione civile e del mare, Nello Musumeci, in collegamento con Skytg24 in merito alla zona dei Campi Flegrei. “Possiamo dire che da quando i 3 sindaci hanno segnalato la condizione di allarme al governo Meloni sono subito intervenuto e abbiamo predisposto una serie di provvedimenti che non avevano precedenti – ha spiegato – Da allora non ci siamo mai fermati con obiettivo di procedere a una prevenzione strutturale, in zona rossa, e a una prevenzione non strutturale, andare in scuole e case piazze, utilizzare i mezzi di comunicazione per spiegare cause ed effetti di bradisismo e rischio vulcanico e sismico”, ha aggiunto.

“Lo sciame sismico che persiste in maniera preoccupante da due anni, appena cessa come indica l’Ingv, noi dimentichiamo esercitazioni e prevenzione strutturale. E questo è successo nel corso dei decenni”, ha ricordato Musumeci, aggiungendo: “Abbiamo la necessità di capire come comportarci. Ecco perché le esercitazioni non hanno soddisfatto. Nella prima c’erano 100 persone, nella seconda un po’ di più e il clima da sagra paesana. Poi un migliaio”, ha detto ancora.

“La prevenzione, sia strutturale che non strutturale, andava fatta venti, 30, 40 anni fa. Non mi stancherò mai di dirlo. La mia non è polemica ma è l’amara verità. Stiamo pagando le conseguenze di un atteggiamento da parte di tutti, non faccio distinzioni. Che hanno sottovalutato i rischi di quell’area densamente abitata”, spiegato il ministro per la protezione civile, Nello Musumeci, nel corso del collegamento a Sky Tg24, in merito alla situazione di emergenza dei Campi Flegrei. “Il Governo non può fermare le scosse, non può impedire l’attività del vulcano. Ecco perché si ricorre al monitoraggio. Quella è la zona più monitorata al mondo. A cosa serve? A dirci, minuto dopo minuto, quale è il processo evolutivo delle scosse”, ha ricordato Musumeci, ribadendo: “Da quando i sindaci hanno segnalato l’allarme al Governo abbiamo predisposto dei provvedimenti senza precedenti. Non ci siamo fermati un attimo con l’obiettivo di ridurre i problemi strutturali”, ma “la prevenzione strutturale e non andare fatta 20, 30 o quaranta anni fa. Stiamo pagando chi ha sottovalutato sinora”.

“Spero che nelle prossime ore ognuno dei tre comuni interessati abbia un campo attrezzato per accogliere le persone”, ha detto Musumeci, aggiungendo: “Tra poco incontrerò il capo della Protezione civile perché voglio verificare con lui, il Prefetto, e con gli amministratori, il piano di evacuazione in caso di rischio vulcanico. Voglio avere la certezza, ma credo che questo sia una esigenza condivisa, che ogni cosa sia messa a punto. Perché non avremo più tempo se gli scienziati dovessero dirci che è imminente una attività eruttiva. In questo momento, come dice Ingv, non ci sono evidenze di immediate eruzioni ma per essere pronti bisogna immaginare lo scenario peggiore”.

Lagarde: con guerra commercio soffrono tutti, ma soprattutto Usa

Roma, 14 mar. (askanews) – Potrebbero ancora esserci margini di trattativa per evitare una vera e propria guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa. Ci sono ancora un paio di settimane prima che le rappresaglie decise dalla Commissione europea entrino in vigore, e in questa fase “solitamente si tratta”. Ma se non dessero frutti e si dovesse alla fine con questa guerra commerciale le conseguenze “saranno gravi per tutti, per il mondo e per i prezzi, ma per in particolare per gli Stati Uniti”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde in una intervista ad un programma radiofonico della BBC.

“Al momento tutti si stanno posizionando. Quando ci sta una posizione così forte e espressa da una parte, come quella (del presidente Usa Donald) Trump a quel punto è ovvio che anche gli altri, come Canada e Ue si riposizionano. Quello che sospetto è che nel frattempo e fino a quando non ci sarà l’azione, ci si può sedere e negoziare. Così capita solitamente”, ha rilevato.

Poi “se dovessimo andare a una vera guerra commerciale in cui il commercio internazionale viene danneggiato in maniera rilevante, ci sarebbero conseguenze gravi per il mondo e per i prezzi, ma in particolare negli Usa”. Secondo Lagarde la Commissione europea “non aveva scelta se non quella di reagire. Però sottolineo che hanno annunciato rappresaglie che scatteranno (solo) dal 1 aprile. Tra adesso, in cui viene annunciato, e il momento in cui viene attuato ci sta un lasso di tempo in cui potrebbero avvenire negoziati”.

Secondo Lagarde “le decisioni di Trump sono una causa di preoccupazioni e per noi di essere estremamente vigili, di monitorare e cercare di prevedere e anticipare quali saranno le conseguenze. Non solo le decisioni ma anche le indicazioni”, gli annunci “che ci sarà una decisione sta creando preoccupazioni”.

“Come economista e ora, come presidente della Bce – in realtà Lagarde ha una formazione da avvocato internazionale – non penso in termini di minacce, ma di conseguenze per l’economia e in particolare per l’Europa. In qualunque guerra commerciale, l’economia, chi prende l’iniziativa e chi vara rappresaglie: tutti soffriranno. Questa è una costante della storia del commercio”, ha detto.

Ucraina, l’inviato speciale Usa lascia Mosca con "il messaggio di Putin a Trump". C’è "cauto ottimismo"

Roma, 14 mar. (askanews) – L’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, ha lasciato Mosca. Witkoff era arrivato ieri a Mosca e il presidente russo Vladimir Putin lo ha ricevuto nella tarda serata. Lo ha confermato oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel briefing con la stampa.

“Non è ancora stato concordato” quando ci sarà il colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo americano Donald Trump. Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, precisando che la tempistica verrà decisa dopo che l’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, avrà consegnato “il messaggio di Putin a Trump”.

“Entrambe le parti concordano sul fatto che questa conversazione sia necessaria”, ha rimarcato Peskov nel briefing con la stampa all’indomani dell’incontro di Putin con Witkoff. Nel corso del suo incontro con Putin, l’inviato Usa ha fornito “ulteriori informazioni” sui colloqui avuti dagli Stati Uniti con l’Ucraina per mettere fine al conflitto. Da parte sua, Putin ha trasmesso informazioni e inviato altri segnali a Trump tramite Witkoff, ha aggiunto Peskov, secondo cui “ci sono motivi per un cauto ottimismo riguardo all’accordo in Ucraina”.

Secondo Flightradar, dopo aver lasciato Mosca l’aereo di Witkoff è atterrato a Baku, in Azerbaigian.

Il presidente russo Vladimir Putin, intanto, ha avuto una conversazione telefonica con il principe ereditario e primo ministro saudita Mohammed bin Salman, nella quale è stata evidenziata l’importanza di una soluzione per la questione ucraina. Il leader saudita ha inoltre espresso la disponibilità ad aiutare a normalizzare le relazioni tra Russia e Stati Uniti. Lo ha reso noto oggi il Cremlino in una nota.

Putin ha “fortemente apprezzato gli sforzi di mediazione dell’Arabia saudita, ringraziandolo in particolare per aver creato le condizioni favorevoli per l’organizzazione dei colloqui tra rappresentanti di Russia e Stati uniti a Riyad il 18 febbraio”, ha spiegato il Cremlino. Mohammed bin Salman, dal canto suo, “ha evidenziato l’importanza di risolvere la crisi ucraina ed ha anche manifestato la volontà di continuare a contribuire in ogni modo possibile alla normalizzazione delle relazioni russo-americane”.

Tracey Emin a Palazzo Strozzi, l’arte come racconto della vita

Firenze, 14 mar. (askanews) – Tracey Emin un’artista che ha fatto del racconto senza filtri della propria vita una cifra stilistica, una vera e propria pratica, in qualche modo. Questa narrazione esplicita e non indulgente l’ha resa una star nel sistema dell’arte, ma non per questo sembra averne fatto un personaggio omologato. Palazzo Strozzi a Firenze le dedica ora la prima grande mostra in un’istituzione italiana, che non una retrospettiva ci tiene a precisare il direttore del museo Arturo Galansino, ma che comunque ruota, fin dal titolo, intorno a due dei grandi temi della sua ricerca: “Sex and Solitude”, il sesso e la solitudine.

“Quando ero pi giovane – ha spiegato Emin – il sesso era veramente importante: mi svegliava la mattina, mi faceva pensare, mi scatenava e innescava la mia vita. Ma ora che sono pi vecchia la solitudine, la solitudine mentale che diventa lo spazio per la creazione, a essere diventata una delle cose pi importanti per me”.

In mostra grandi dipinti e sculture che hanno dento tutta l’intensit del corpo, dei suoi fluidi, della sua primordialit. Ma hanno anche uno sguardo artistico che allontana il morboso, che espone questi corpi, spesso frammentari e isolati, a un occhio che li vede in tutti i loro aspetti, comprese le profonde fragilit. Accanto ai corpi, poi, e qui la mostra si fa ancora pi interessante, ci sono le parole, i testi che compaiono nei quadri e nelle installazioni al neon. Messaggi che sono spesso forti, a volte disperatamente intimi e commoventi, come nel caso della piccola tela che trasforma la parola “hurt” ossia fare del male in “heart”, cuore. E il messaggio che Tracey Emin vuole lanciare da Firenze anche un messaggio pi universale, che guarda al mestiere e al ruolo degli artisti nel nostro complesso presente.

“L’arte – ha aggiunto – non mai stata importante come oggi: quando gli uomini delle caverne disegnavano nelle loro grotte smettevano di uccidersi l’un l’altro. Se capiamo che come esseri umani possiamo creare qualcosa di bellissimo, che ha elementi spirituali, che ci parla di amore e ci parla del nostro essere fisico ed emotivo, allora probabilmente potremmo smettere di attaccarci e combatterci. semplice”.

Il racconto che Tracey Emin fa di se stessa molto diretto, la sua vita la sua arte. Ma chiaro che la forza dei suoi lavori, che negli spazi non facili di Palazzo Strozzi risuona con intensit, soprattutto nelle sale pi raccolte, deriva anche dal fatto che sono comunque opere d’arte e non sono solo “vita”. Qui c’ l’importanza di Emin, la sua rilevanza: nella capacit di essere realmente “vera” e al tempo stesso un’artista di valore, che conosce i propri strumenti e li usa per creare lavori difficili da dimenticare.

Nato, Munsch: Iannucci e Ristuccia esempi superba leadership Italia

Lago Patria (Napoli), 14 mar. (askanews) – (di Cristina Giuliano) “L’Italia ha fornito leader straordinari nel corso di tutta la storia della NATO, e i nostri due premiati oggi, il generale Iannucci e il generale Ristuccia, sono esempi di quella superba leadership che la nazione italiana fornisce alla NATO”. L’Ammiraglio Stuart B. Munsch, Comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli (JFC Naples) e Comandante delle Forze Navali Statunitensi in Europa e Africa, ha conferito questa settimana la Legione al Merito (Usa) al Generale di Corpo d’Armata Giovanni Maria Iannucci, Comandante Operativo di Vertice Interforze (COVI) e al Generale di Corpo d’Armata Angelo Michele Ristuccia, Comandante del Comando Forze Operative Sud (COMFOP Sud).

La Legion of Merit (LOM) è una onorificenza militare delle Forze Armate degli Stati Uniti che viene assegnata per la condotta di attività particolarmente meritorie nello svolgimento di servizi e risultati eccezionali. Lo spiega l’ammiraglio Munsch. “Questa è una giornata straordinaria, che riconosce non solo due importanti missioni all’interno della NATO, ma anche due leader straordinari che hanno guidato quelle missioni” ha dichiarato al microfono di askanews. “Una è la missione NATO in Iraq, dove svolgiamo una funzione non combattente per assistere le Forze armate irachene nel loro sviluppo. E l’altra è la KFOR, in Kosovo, dove aiutiamo a mantenere un ambiente sicuro e protetto e libertà di movimento per tutte le persone all’interno del Kosovo. Questo premio non viene assegnato molto frequentemente, e quindi riconosce la straordinaria prestazione sia del generale Iannucci che del generale Ristuccia” ha aggiunto.

L’impegno e l’obiettivo della pace possono essere perseguiti solo con una difesa forte. Abbiamo chiesto all’ammiraglio: in base alla sua profonda esperienza quale sarà il ruolo della NATO e di conseguenza l’impegno italiano richiesto in futuro nel perseguire tale obiettivo?

“La NATO – ha risposto l’ammiraglio – è un’alleanza puramente difensiva, ormai ha più di 75 anni. E ha mantenuto la pace all’interno del territorio della NATO fin dall’inizio. Lavoriamo tutti insieme per scoraggiare eventuali aggressioni e difenderci. Tutte le nazioni dovranno continuare a lavorare insieme, compresa l’Italia, per preservare quella pace e sicurezza. L’Italia ha fornito leader straordinari nel corso di tutta la storia della NATO, e i nostri due premiati oggi, il generale Iannucci e il generale Ristuccia, sono esempi di quella superba leadership che la nazione italiana fornisce alla NATO”.

Grande emozione e orgoglio da parte dei due alti ufficiali insigniti. “Vorrei esprimere la mia gratitudine all’ammiraglio Stuart B. Munsch (Comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli JFC Naples e Comandante delle Forze Navali Statunitensi in Europa e Africa) e agli Stati Uniti, perché questo è, come ha ricordato lui stesso, un importante riconoscimento che gli Stati Uniti non danno a tutti, quindi mi sento orgoglioso, mi sento onorato a livello personale, ma soprattutto quale rappresentante delle nostre forze armate e della nostra difesa, ma anche quale comandante NATO. Io in qualche modo penso che questo sia un riconoscimento dato a me, certo, ma anche a tutto il personale delle 32 nazioni che mi hanno dato il personale in un momento non facile, in un paese non facile, ma grazie alle quali siamo riusciti a fare dei significativi passi avanti nell’integrazione e nelle relazioni tra la NATO e l’Iraq”, ha dichiarato Iannucci alla fine della cerimonia ad askanews.

Anche il generale Ristuccia si è detto “onorato di essere stato insignito di questo prestigioso simbolo, questa onorificenza”. E ha aggiunto: “Innanzitutto esprimo la mia gratitudine all’ammiraglio Munsch per avermi reputato degno di riceverla e soprattutto agli Stati Uniti. Sono orgoglioso di avere anche testimoniato questo forte legame che esiste tra l’Italia e gli Stati Uniti, di essere stato un tramite. Ma vorrei anche esprimere la mia gratitudine a tutti gli uomini e donne di KFOR, della NATO, che mi hanno supportato in questo incarico impegnativo. Un grazie ai miei superiori, alla mia nazione, alla mia linea gerarchica, non solo italiana, ma anche a quella NATO, in particolare appunto all’ammiraglio che non mi ha mai fatto sentire solo, neppure durante i momenti più impegnativi dell’attività”.

Difesa Ue, Boccia: nel Pd dobbiamo arrivare a una ricomposizione

Roma, 14 mar. (askanews) – “Siamo un grande partito, la delegazione più numerosa nel Pse: di fronte alla crisi che sta investendo il mondo, dobbiamo fare delle scelte, il confronto è normale. La nostra forza è il pluralismo, tenere insieme diverse sensibilità politiche. A Strasburgo Zingaretti ha lavorato per una posizione comune, ma ci sono state valutazioni differenti sul voto finale e sul RearmEu, su cui manteniamo un giudizio negativo. Ora, dopo un necessario chiarimento, dobbiamo arrivare a una ricomposizione perché ci aspettano passaggi cruciali”. Lo dice il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, in una intervista a Repubblica.

“Molte e trasversali sono le critiche al piano di riarmo – continua Boccia – e bene abbiamo fatto ad esigere e ottenere una serie di cambiamenti al testo della risoluzione. Il Pd è unito nel volere un’Europa che sia soggetto politico vero, con una politica estera e di difesa comune. Siamo con l’Ucraina aggredita da Putin. Abbiamo chiesto il riconoscimento dello Stato di Palestina, e potrei continuare. Tutte scelte chiare che indicano un profilo identitario costruito su impulso della segretaria, così come combattiamo il sovranismo e i dazi di Trump. Sui fondamenti siamo tutti d’accordo”.

A giudizio di Boccia “difendere acriticamente il RearmEu non significa volere la difesa comune, ma solo riarmare gli stati nazionali. Il nostro obiettivo è costruire un’alternativa alle destre nazionaliste che in Italia sono al governo ormai da metà legislatura. È chiaro che a Bruxelles il gruppo si è diviso – sottolinea il senatore dem – creando un evidente problema politico. Non abbiamo intenzione di nascondere la polvere sotto il tappeto. Adesso auspico che tutti vogliano lavorare per ritrovare l’unità: il nostro obiettivo è lottare contro la destra, quella sì spaccata”.

“AI Impact”: persone e tecnologie per le grandi sfide contemporanee

Roma, 13 mar. (askanews) – Siamo all’alba della quarta rivoluzione industriale: dopo l’et dei dati e della rete internet di massa, il mondo si prepara a cambiare nel segno dell’Intelligenza Artificiale. Non ci sar lavoro o campo dell’attivit umana che l’AI non rivolter da cima a fondo.

Di tutto questo e altro ancora parla “AI Impact: La cooperazione persone-tecnologie per le grandi sfide contemporanee”, il nuovo libro di Paolo Cellini, docente di Economia Digitale della Luiss Guido Carli, e Maximo Ibarra, Ceo di Engineering. Alla presentazione intervenuto anche il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta.

La diffusione dell’AI avr un impatto rivoluzionario su economia, societ e imprese, creando un mercato di dimensioni enormi. I settori bancario, high-tech e scientifico saranno tra i pi influenzati, con applicazioni che trasformeranno il marketing, la ricerca e lo sviluppo, e il rapporto con i clienti. Maximo Ibarra, CEO Engineering: “Il libro non ha come obbiettivo riportare le ultimissime novit in fatto di IA ma di parlare dei suoi impatti che noi abbiamo chiamato “planetari” che riguardano il nostro pianeta ma anche gli esseri umani”.

Si calcola che entro il 2030 ogni dispositivo connesso a Internet – smartphone, occhiali, computer, orologi – avr funzionalit AI integrate. Si tratta di ripensare l’idea stessa di essere umano, sempre pi in simbiosi con la tecnologia, nell’ottica della collaborazione.

“Una collaborazione che non pensa all’essere umano come a un produttore di bene e servizi ma come un supervisore di quello che l’intelligenza artificiale far; si parla di agenti di AI che svolgeranno il lavoro sotto la supervisione di essere umani, e questo sar il vero cambiamento. Le competenze di cui avremo bisogno saranno molto diverse a quelle a cui pensiamo adesso”, ha aggiunto Ibarra.

Competenze che richiederanno un continuo apprendimento. Gli studenti oggi usano gli strumenti dell’intelligenza artificiale ma oltre la met di loro teme di non essere in grado di padroneggiarli; per questo la LUISS ha innovato profondamente la didattica.

Paolo Boccardelli, Rettore LUISS: “L’universit ha deciso di investire in nuovi percorsi di formazione nominando un prorettore all’Intelligenza artificiale. Abbiamo introdotto un Certificato di competenza nell’utilizzo dell’AI , obbligatorio per gli studenti magistrali, che va direttamente nel loro profilo LinkedIn attraverso una tecnologia blockchain. Questa rivoluzione non si fermer, nostro dovere fare in modo che sia una opportunit piuttosto che una minaccia”.

Gli autori del libro hanno dialogato con Carlo Ratti, Director del MIT Senseable City Lab e Co-Founder di CRA; Agostino Scornajenchi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Cdp Venture Capital; e Marco Trombetti, Co-fondatore di Translated. Il dibattito ha visto anche il contributo, con un video messaggio, di Vint Cerf, Chief Internet Evangelist di Google, informatico statunitense considerato uno dei padri fondatori di Internet.

In un contesto di incertezza radicale, ma anche di enorme opportunit, “AI Impact” fornisce una preziosa bussola per interpretare e affrontare le nuove sfide di un mondo in continua trasformazione. Dalle crisi climatiche alle pandemie globali, dalla sicurezza informatica alla disuguaglianza economica, l’IA sar uno strumento imprescindibile e necessario. La parola d’ordine “democratizzazione”: mentre la rete ha impiegato 30 anni per raggiungere 5 miliardi di utenti, l’AI potrebbe arrivare a 4 miliardi di utenti in soli 5 anni grazie agli “AI Phones”, dispositivi che renderanno l’Intelligenza Artificiale accessibile e facile da usare. Per affrontare queste sfide, sar per indispensabile tenere sempre viva la collaborazione tra l’uomo e la macchina, mettendo l’essere umano al centro dell’evoluzione tecnologica: in questo momento cruciale, la vera sfida non solo quella di comprendere il cambiamento, ma di trasformare l’Intelligenza Artificiale in un prezioso alleato nella costruzione di un futuro pi equo e sostenibile.

Fondazione Beyeler, i sogni surrealisti illuminati da Max Ernst

Basilea, 14 mar. (askanews) – Al centro di tutto ci sono le sale dedicate a Max Ernst, con una serie importantissima di dipinti e tutta la sensazione di un mistero che prossimo e insondabile allo stesso tempo. Opere che, dentro di noi, abbiamo gi visto, anche se le stiamo guardando per la prima volta. La Fondation Beyeler di Basilea uno dei grandi musei d’Europa, sia per la splendida architettura di Renzo Piano sia per la capacit di affrontare ogni tema con progetti espositivi che sono ricchi e colti. Non fa eccezione la mostra “La chiave dei sogni”, che per la prima volta presenta al pubblico le opere surrealiste della Collection Hersaint. Una raccolta che comprende, oltre a Ernst, anche dei Magritte decisivi, Picasso, ma ancora di pi dei Dorothea Tanning e pure Henri Rousseau e Wilfredo Lam. Il tutto nella luce, comunque sorprendente, anche nei giorni grigi, del museo svizzero.

La mostra punta, ovviamente, sul tema onirico cos caro ai surrealisti, ma con naturalezza si spinge oltre, si muove come si muove una collezione, ossia seguendo percorsi che sono culturali, ma anche personali e, per cos dire, segreti. Per poi esplodere in tutta la sua chiarezza narrativa nelle sale finali che ospitano una serie di stupefacenti Giacometti, sculture che, realmente, attraversano lo spazio come in una visione, quella s, che potrebbe essere nata da un sogno. E accanto a queste sculture una serie di dipinti di Balthus, che nel suo mistero ambiguo diventano un’altra forma del modo in cui l’arte ci permette di essere e non essere in uno spazio che potremmo anche chiamare semplicemente il mondo. Reale o sognato non fa differenza alla fine.

Difesa Ue, Romeo: qualcuno vuole risanare economia a spese nostre

Roma, 14 mar. (askanews) – “Sui grandi temi della politica internazionale ci possono essere anche delle visioni e delle sensibilità un po’ differenti all’interno dei vari schieramenti, sono tematiche che attraversano anche un aspetto etico, non sono così sorpreso e in ogni caso la posizione della Lega è molto coerente: noi diciamo no a questo piano di riarmo così come è stato congegnato da Ursula von der Leyen, figlio dell’improvvisazione, sullo sfondo di minacce che sono del tutto irrealistiche, senza regole di ingaggio e – cosa fondamentale -senza capire bene chi paga il conto, con il rischio di pesanti ricadute sulla spesa sociale”. È questa la lettura di Massimiliano Romeo, presidente dei senatori della Lega, in una intervista al quotidiano L’Identità, sul tema della divisione della maggioranza di centrodestra nel voto a Strasburgo sul piano di riarmo europeo.

Secondo il capogruppo leghista a palazzo Madama, “il rischio è che dietro questa presunta emergenza vi sia l’esigenza di qualche paese di risanare la propria economia a spese nostre. Questione differente invece è la nostra necessità di potenziare la sicurezza interna e la difesa delle frontiere esterne, potenziare il pilastro europeo sotto l’ombrello della Nato con un’attenzione molto importante al fianco sud”.

Romeo rivendica la coerenza del suo partito sul tema della guerra in Ucraina: “Sono ormai due anni – afferma – dall’inizio del conflitto che la Lega sostiene con convinzione la necessità di trovare una soluzione diplomatica, ci vorrà sicuramente del tempo ma il tentativo degli Stati Uniti sta andando nella giusta direzione anche perché un accordo di pace, oltre che fondamentale per evitare ulteriori morti, soldati e civili, è quantomai necessario per la stabilità economica”.

Difesa Ue, Conte: Schlein? Spero che riesca a compattare il Pd

Roma, 14 mar. (askanews) – “Il piano da 800 miliardi di von der Leyen è una follia, nessuna persona ragionevole dilapiderebbe, peraltro senza un vero progetto organico, una montagna di miliardi per avere più armi, mentre gli italiani sono alle prese con l’aumento delle bollette e del carrello della spesa e con una sanità al collasso. Eppure Meloni ha firmato questo disastro sulla pelle dei cittadini. Per questo il 5 aprile scenderemo in piazza a Roma per dire basta, fermiamo questo governo”. Con queste parole il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ribadisce in una intervista al quotidiano Avvenire il suo no al piano ReArm Europe.

Alla domanda se su questo tema si possa allargare la forbice con il potenziale alleato-chiave del centrosinistra, il Pd, l’ex premier replica: “La nostra posizione è sempre stata chiara, nella campagna elettorale per le elezioni europee prendemmo un impegno con i nostri elettori e lo abbiamo rispettato: dicevamo che avremmo portato a Bruxelles dei ‘costruttori di pace’ e così è stato. Naturalmente ho apprezzato la presa di posizione personale di Schlein contro il piano di riarmo e dispiace che poi questa a Strasburgo si sia tradotta in una astensione, ma il mio auspicio è che la segretaria riesca a compattare tutto il Pd su questa sua contrarietà al piano”.

Difesa Ue, Bonaccini: ora confronto nel Pd ma no a conta interna

Roma, 14 mar. (askanews) – Dopo la spaccatura del gruppo del Pd nel voto all’Europarlamento sul piano di riarmo europeo, nel partito serve aprire “un confronto intelligente e responsabile, né muscolare né tanto più di conta interna. Serve la volontà e la capacità di ascoltarsi e di costruire sintesi”. Lo dice, intervistato dal Corriere della sera, Stefano Bonaccini, eurodeputato, presidente de Partito democratico e punto di riferimento dell’area che a Strasburgo ha votato a favore della risoluzione invece di astenersi secondo le indicazioni della segretaria Elly Schlein. “Il mondo è in subbuglio, le opinioni pubbliche sono smarrite e impaurite, abbondano le offerte populiste e le scorciatoie sovraniste, anche antidemocratiche. Mandare per aria anche il Pd – afferma – non mi sembra un gran contributo alla causa dell’europeismo, del progressismo e del campo democratico”.

Bonaccini tuttavia prende le distanze dall’ex capogruppo al Senato dei democratici, Luigi Zanda, che, intervistato da Lilli Gruber su La7, ha sostenuto che la decisione di astenersi all’Europarlamento dimostra che Elly Schlein non può essere la candidata premier. “È un giudizio personale, che non condivido, più che un contributo politico alla sintesi. A me pare – commenta l’ex presidente dell’Emilia Romagna – che oggi il nostro compito, più che dare pagelle, sia quello di incalzare il governo della destra a non isolare l’Italia dall’Europa e la Commissione europea a rafforzare la difesa comune, anziché assecondare spinte sovraniste e schizofreniche”.

Difesa Ue, Picierno: Schlein non è in discussione ma faccia sintesi

Roma, 14 mar. (askanews) – “Quello sulla difesa Ue è stato un voto cruciale, fondativo per l’Europa che verrà. È come se il Pd avesse deciso di astenersi su Schengen, o sull’introduzione dell’euro: impensabile”. Intervistata dal Giornale, la vicepresidente del Parlamento europeo ribadisce le ragioni di quella metà della delegazione del Partito democratico che ha votato a favore di ReArm Eu e contro le indicazioni del partito: il Pd, afferma, è finito su un “binario sbagliato”.

“Noi dem europei – rivendica – abbiamo discusso e lavorato insieme, e con il Pse, per migliorare il testo, ottenendo risultati importanti. Poi da Roma è arrivata la doccia fredda, con la decisione di astenersi. È il dialogo con il Nazareno che è mancato, ed è singolare che si sia deciso lì come votare, scavalcando le posizioni nel gruppo. Così alla fine sono emerse due linee, di peso equivalente”.

Secondo Picierno “il voto non mette in discussione Elly Schlein, che ha vinto il congresso. Faccia la segretaria, ma ricordi che il compito di un leader è fare sintesi: questa spaccatura segnala che nel Pd c’èun’anima riformista ed europeista forte, che non si può ignorare e annichilire, scambiando i propri desideri per la realtà”. Inoltre, “la decisione di non votare la risoluzione ha creato un problema assai serio: per questo, con molti altri colleghi, abbiamo deciso di votare sì. Per evitare che il Pd si staccasse dal Pse e smentisse la sua vocazione europeista. Se la risoluzione non fosse passata, avremmo messo una pietra tombale sulla difesa comune europea. C’è stata una frattura interna profonda, su una scelta fondamentale per la nostra collocazione europea, e ora – conclude Picierno – bisogna rifletterci e cercare di raddrizzare la rotta”.

ReArm o non ReArm, questo è il dilemma

In Parlamento europeo, l’altro giorno , gli occhi erano puntati sulle due risoluzioni, una sul rinnovato sostegno all’Ucraina e l’altra sul Libro bianco della Difesa Ue in cui si promuoveva il ReArm EU. Vero è che, come richiesto da Ursula von De Gasperi (ha aperto l’intervento in Plenaria citando lo statista trentino e la necessità di un sistema comune di difesa), l’Eurocamera sarà esentata dal votare la proposta legislativa, che sarà invece esaminata dal Consiglio. Ed in questo, ha ragione Manfred Weber, Presidente e capogruppo PPE. Bypassare l’unica istituzione eletta direttamente dai cittadini è un errore: un voto avrebbe dato ulteriore credibilità al piano e maggior forza comunicativa verso i cittadini. A volte, la fretta porta a forzature non necessarie.

Ma ai cittadini (e ai veri democristiani) interessa la sostanza. Come saranno spesi questi 800 miliardi di euro in 4 anni? Si tratta di due diverse linee di spesa. La prima è costituita da 150 miliardi di prestiti garantiti da Bruxelles per gli investimenti degli Stati membri nel settore della difesa. La seconda, da 650 miliardi, potrebbe essere definita teorica: in sostanza, i Governi possono spendere fino all’1.5% del Pil in più in difesa senza che queste vengano conteggiate nel Patto di Stabilità e crescita (quindi fuori dal tetto del 3% di sforamento nel rapporto deficit/Pil). Insomma, non sono soldi in uscita da subito, non serve debito comune (mentre il Parlamento europeo lo ha, invece, chiesto nella risoluzione invitando ad usare ai fondi non spesi del Next Generation EU – i cosiddetti “coronabond” – per finanziare i 150 miliardi di prestiti). In questo senso, hanno ragione i Popolari: bene, ma è solo un primo passo, serve uno sforzo maggiore.

Non per questo, tuttavia, va dato credito alla narrativa dei socialisti e democratici italiani. Il Pd è uscito a pezzi dal voto: diviso al suo interno e isolato nella famiglia socialista europea. D’altra parte, tra i socialisti europei troviamo – non in Italia, ça va sans dire– autorevoli esponenti come il premier spagnolo o il laburista Starmer. Sarà per la necessità di correre dietro all’ex premier Conte, sarà per l’incapacità di essere forza di governo, ma il dibattito tutto interno alla sinistra italiana degli ultimi giorni sembra uscito da una tesi di laurea intitolata “Come rinunciare alla politica”. Pur non passando in Parlamento, il testo va approvato dal Consiglio e, prima, ci sono una miriade di riunioni preparatorie. In quella sede. Insomma, il testo si può emendare, con rilievi o proposte migliorative. E stupisce che questa rinuncia alla politica venga da una forza come il Partito democratico italiano, che ha governato spesso negli ultimi 20 anni. Il capolavoro di isolamento ha pochi precedenti. Sembra essere tornati 50 anni indietro, quando i comunisti erano contrari all’Unione europea perché il loro orizzonte era l’Internazionale socialista.

Intendiamoci. Il piano non è perfetto. Si potrebbero, proporre correttivi intelligenti, come vincolare una percentuale alla ricerca e sviluppo. In effetti, la ricerca in ambito militare è la radice di tanti prodotti di uso quotidiano, dal GPS alle macchine fotografiche digitali dal nastro adesivo, ai forni a microonde alla gomma sintetica, fino a internet. Si potrebbe dedicare dei fondi a progetti pilota anche nella sanità (valga per tutti l’esempio delle banche del sangue).

Rinunciare “a prescindere” è una scelta legittima che denota però scarsa cultura di governo. Scegliere di guardare l’orticello sempre più arido del “campo largo” italiano e non lo scenario europeo e mondiale è scelta legittima ma scriteriata, dannosa e provinciale. La politica è un’altra cosa e, in tempi così duri, andrebbe lasciata a chi ha senso di responsabilità e cervello.

L’Europa prepara la difesa perché teme la minaccia russa

Alcuni anni fa un articolo di Time – “Wanted people Renaissance” – descriveva un’America che guardava alla storia e alla cultura dell’Europa: l’avvento dirompente della tecnologia negli stili di vita e nel modo di pensare suggeriva una riscoperta delle radici profonde della civiltà ereditata dal vecchio continente che Umanesimo e Rinascimento avevano ben rappresentato esprimendo valori universali.

Quanto sia cambiata questa consonanza ideale di una parte dell’America lo si può riscontrare dalle parole e dalle azioni dell’establishment che da un paio di mesi la rappresenta. Il paventato abbandono dell’alleanza atlantica e la sottostima degli organismi internazionali di cui gli USA hanno fatto parte come simbolo di appartenenza ai consessi delle democrazie occidentali sono accompagnati dalla marginalizzazione e dal disprezzo (‘l’Europa ci ha truffati’), sentimenti di rancore e distacco mai ascoltati dal dopoguerra ai giorni nostri.

Il trattamento riservato all’Europa fa il paio con il disimpegno americano – un vanto personale di Trump –    nei confronti dell’Ucraina: è una faccenda che riguarda l’U.E., per questo il sostegno militare e soprattutto il servizio di intelligence sono stati ritirati con una sovraesposizione drammatica e immediata di Kyiv e del suo esercito, continuamente e ininterrottamente sottoposti a bombardamenti di missili e droni diventati di colpo inintercettabili: ciò accade unilateralmente da oltre tre anni perché la Russia non ha mai smesso di attaccare, disponibile – a parole – a spiragli di trattativa rigorosamente alle proprie condizioni.

Il bilaterale Usa-Ucraina a Gedda si è svolto in un clima di timido ottimismo, ma la proposta di tregua è stata accolta con ambiguità da Putin. Washington ha riaperto l’ombrello militare a favore di Kyiv anche se Trump sembra nell’immediato più preoccupato a stringere i tempi sull’acquisizione delle “terre rare”. Ciò per compensare gli aiuti in armi e munizioni elargiti dal suo predecessore Biden, oltre che a dispensare dazi e misure commerciali restrittive, rivendicando l’aggregazione del Canada e della Groenlandia (dove le elezioni hanno premiato la destra e i nazionalisti-indipendentisti).

Si aggiunga la scure incombente minacciata da Musk che ha ventilato l’ipotesi di ‘staccare’ Starlink lasciando isolato e perdente il Paese aggredito e stremato (‘senza Starlink crolla il fronte’, anche se poi questa minaccia pare sia stata revocata).

Nonostante ciò, c’è chi auspica di cedere proprio a X e Starlink le nostre reti satellitari. Circola sul web il video di un intervento al Parlamento francese del Senatore Claude Malhuret che sostiene apertamente, pur senza farne menzione, la linea di Macron: un attacco inusitato che nelle Camere italiane non si è finora ascoltato. ‘Trump è un Nerone incendiario circondato da cortigiani sottomessi e da un buffone sotto ketamina’: si tratta dello stesso consigliere e coordinatore della politica di governo di Washington che qualcuno ha definito un genio, tanto che – per dimostrarlo – pare abbia chiesto di incontrare Mattarella. Dopo il tranello della messinscena mediatica alla Casa Bianca, Trump continua a battere il chiodo di uno Zelensky “che non ha le carte”: un linguaggio da gioco d’azzardo che è strategia condivisa dall’oligarchia tecnocratica e negazionista e dai vari think tank conservatori e ultranazionalisti che sostengono il Presidente USA.

Parole mai dette, stile aggressivo e spietato, cinismo eloquente che non tiene conto da un lato della radicata amicizia tra Stati Uniti ed Europa e dall’altro dell’evidenza palese che il filoputinismo dimentica: l’Ucraina è un Paese aggredito, la Russia un Paese aggressore. Il disegno di una nuova Yalta a matrice tripolare è fin troppo evidente: con Mosca e Pechino ci si spartirà il mondo, le autocrazie divoreranno le democrazie fino ad annientare la loro sfera di influenza.

‘Dite una preghiera’ in nome della pace, scriveva in un editoriale Michele Serra che ora porterà in piazza una moltitudine multicolore comprendente aspiranti pacifisti, difensori dell’Europa e monsignori di Voltaire: ci saranno infatti anche coloro che stanno predicando il disarmo e il disimpegno, in nome della coesione sociale e delle bollette.

L’iniziativa è lodevole e concede visibilità purchè non finisca nel solito, mesto sventolio di bandiere.

La politica si divide infatti sul piano di difesa e riarmo (si può dire questa parola?) ipotizzato da Ursula Von der Leyen. Bisogna tuttavia tener conto che, vinta la guerra in Ucraina e smembrato quel Paese, Putin non si fermerà: Moldavia, Romania e Paesi Baltici sono già sotto mira. Ma intanto insieme alla carneficina che ha tinto di rosso sangue questi tre anni di massacro dell’Ucraina si profila un disimpegno USA verso l’Occidente, in nome dell’America first, accompagnato dai satelliti e dall’intelligenza artificiale: il pericolo di una scomparsa dell’Europa (che sogna un allargamento dai 27 ai 37 Stati membri) è reale sotto l’egida del ‘virtuale’ che solidarizza con il megafono stonato della propaganda filoputiniana.

Una strategia tutta da intuire in nome della ‘realtà aumentata’, che potrebbe mettere in mano ai tecnocrati e ai despoti la nostra millenaria civiltà.

Ma la Schlein è una leader di governo?

Conosciamo l’obiezione. Ma nella maggioranza di governo c’è Salvini. Giusto, c’è Salvini che conferma tutta la sua plateale inadeguatezza nel saper declinare una vera e credibile cultura di governo. Detto e riconosciuto ciò, è innegabile che l’attuale sinistra, a trazione Schlein, conferma la sua radicale distanza da ogni seppur minima cultura di governo. E questo non solo perché la segretaria del principale partito della sinistra italiana ha trasformato il soggetto politico che dirige in una permanente assemblea studentesca, ma per la semplice ragione che sino ad oggi l’unico cemento ideologico unificante che ha saputo costruire con gli altri protagonisti di quel campo politico è sempre e solo rappresentato “dall’antifascismo”. Che resta indubbiamente un nobile e lodevole obiettivo ma ad una condizione: e cioè, che esista realmente il rischio del ritorno del fascismo. Perché altrimenti rischia di trasformarsi in una perenne barzelletta utile per chi ama la storia dell’inizio dello scorso millennio ma poco funzionale alle dinamiche della società contemporanea.

Ora, al di là del fascismo, della dittatura imminente e del regime illiberale alle porte e simili amenità, si tratta di capire come l’attuale numero uno della sinistra italiana intenda costruire un vero e credibile progetto di governo, frutto e conseguenza di una altrettanto vera e credibile cultura di governo. E soprattutto dopo l’isolamento politico in cui ha precipitato il suo partito con il voto in Europa sulla “difesa comune europea”. Isolata politicamente ma isolata anche rispetto ai suoi compagni del Pse. Ed è proprio su questo versante che si inserisce a pieno titolo il capitolo del profilo politico di una coalizione di sinistra guidata – almeno sino ad oggi – dal suo partito principale, cioè il Pd, e quindi dalla leadership di quel soggetto politico. Perché, d’ora in poi e forse mai come adesso, le coalizioni nazionali saranno nient’altro che la proiezione del progetto che si avrà sul versante europeo. Detto con parole più semplici, sarà la politica estera lo spartiacque decisivo per la costruzione delle alleanze politiche e di governo, auspicabilmente. E se questo sarà il perno centrale delle future coalizioni, è di tutta evidenza che le forze politiche dichiaratamente europeiste, riformiste e di governo non potranno registrare grandi punti di convergenza politica e programmatica con forze e movimenti fintamente se non addirittura ipocritamente europeiste, populiste o vagamente antagoniste.

Per queste ragioni il profilo e la proposta politica della segretaria del Pd, Elly Schlein, visto anche la sua concreta posizione su come rilanciare la vocazione e il progetto europeista in aperto contrasto con tutti gli altri partiti socialisti europei, difficilmente potranno essere compatibili con una strategia di governo. Soprattutto se alleato con partiti populisti come i 5 Stelle ed estremisti come il soggetto politico del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Ma, forse, è proprio questa riflessione che ci porta a dire che le future alleanze e coalizioni saranno diverse rispetto a quelle che si sono presentate di fronte al corpo elettorale nel settembre del 2022. Non prendere atto di questo sarebbe da irresponsabili e anche politicamente miope.

Fede e politica, una sovrapposizione da evitare

Foto di Couleur da Pixabay
Foto di Couleur da Pixabay

L’8 marzo manifestanti dell’Associazione “Non una di meno” hanno mostrato uno stendardo raffigurante la Madonna che ha tra le mani, anziché il Sacro Cuore di Gesù, una pillola abortiva con sotto la scritta “aborto libero”.

Per non farsi mancare nulla, alcune di esse hanno anche marciato seni al vento forse perché è in quelle carni che hanno un miglior radar per orientare il cammino. Sarà perché il miglior senno a conforto delle battaglie per l’emancipazione della donna è per alcune di esse nel loro busto e non altrove.

Hanno sfilato giustamente protestando contro le barriere frapposte alla loro tutela e libertà. Con quelle modalità espressive hanno anche sfilato la speranza che possano legittimarsi come un riferimento a cui ispirarsi per quanto ancora da fare a vantaggio del pianeta donna.

Hanno proteso lo scandalo consapevolmente o inconsapevolmente, non si saprebbe dire se meglio o peggio, in un caso o nell’altro. Forse chi ha partorito quell’idea ha bisogno di una protesi intellettive che ne sostenga di migliori.

Hanno attestato pubblicamente anche la smania di andare fuori margine, testimoni di come non si abbia avuto testa nel programmare slogan ed altre rappresentazioni a corredo del corteo. O peggio si sia posta la testa sul cippo dell’inaudito, condannandosi all’ascolto ed al pari dissenso.

Dunque, hanno ostentato uno stendardo osceno e ci sarebbe da stendere un velo pietoso su un fatto che invece non va sottaciuto o passivamente tollerato.

C’è un mondo di rattristati che rifiutano di stare al passo con queste imprese e che stanno vivendo un momento di dolorosa passione che non ha nulla a che vedere con sentimenti di istintivo entusiasmo.

Nell’occasione quelle donne non sembra si siano munite di pillole di saggezza per come condursi, forse sapendo della dormienza della giustizia su questi episodi. Sarebbe interessante uno studio statistico di condanne e assoluzioni su temi del vilipendio della religione. Talvolta la scure della legge cade in uno stato di singolare dormizione.

Non sono però soltanto certe femministe a tirar fuori dal cilindro il “sacro” per far parlare di loro e mettersi in mostra od anche alla berlina.  Anche la politica utilizza talvolta spiritualità e religione per una più efficace comunicazione della propria identità.

Salvini ha baciato il rosario nel corso di una assemblea commentando come la Madonna “ci porterà alla vittoria”. Per intenderci: siamo all’opposto della blasfemia e davanti ad un auspicio ed a una confessione di fede che non ha nulla di insulto.

Si potrebbe comunque discutere sull’opportunità del gesto. La fede, più che renderla pubblica in un meeting di partito, sarebbe forse preferibile viverla intimamente, testimoniarla con la sobrietà di uno stile che non ha bisogno di mettersi in bella vista.

La fede cristiana non andrebbe esibita e non dovrebbe fare audiance. Serve piuttosto a cambiare in meglio il cuore degli uomini, che devono perennemente rammentare come la vittoria vera sia la conquista del Paradiso e non altro.

Rubio, il Segretario di Stato USA, il giorno di Mercoledì delle Ceneri si è di recente impresso sulla fronte una croce nel corso di una intervista a Fox TV. Può darsi che sia stata una “furbata” per attrarre il plauso del mondo cattolico o il sincero desiderio di rappresentare il proprio stato d’animo in quel giorno speciale.

In ogni caso ci si aspetterebbe poi coerenza di comportamenti ed una cultura di accoglimento e di comprensione del prossimo, una pratica che non è parsa all’opera nel tumultuoso incontro con Zelensky alla Casa Bianca.

“Dio è con noi” corre il rischio, pur non volendo, di richiamare passate adozioni da evitare in ogni modo. “Diamo a Cesare quel che è di Cesare ed a Dio quel che è di Dio” è la lezione per tutti da tenere a mente, senza rischiare di confondere i piani. Imparare dalla storia e, ad esempio, dalla Democrazia Cristiana per sapere come si fa.

Fondazione Beyeler, i sogni surrealisti illuminati da Max Ernst

Basilea, 14 mar. (askanews) – Al centro di tutto ci sono le sale dedicate a Max Ernst, con una serie importantissima di dipinti e tutta la sensazione di un mistero che è prossimo e insondabile allo stesso tempo. Opere che, dentro di noi, abbiamo già visto, anche se le stiamo guardando per la prima volta. La Fondation Beyeler di Basilea è uno dei grandi musei d’Europa, sia per la splendida architettura di Renzo Piano sia per la capacità di affrontare ogni tema con progetti espositivi che sono ricchi e colti. Non fa eccezione la mostra “La chiave dei sogni”, che per la prima volta presenta al pubblico le opere surrealiste della Collection Hersaint. Una raccolta che comprende, oltre a Ernst, anche dei Magritte decisivi, Picasso, ma ancora di più dei Dorothea Tanning e pure Henri Rosseau e Wilfredo Lam. Il tutto nella luce, comunque sorprendente, anche nei giorni grigi, del museo svizzero.

La mostra punta, ovviamente, sul tema onirico così caro ai surrealisti, ma con naturalezza si spinge oltre, si muove come si muove una collezione, ossia seguendo percorsi che sono culturali, ma anche personali e, per così dire, segreti. Per poi esplodere in tutta la sua chiarezza narrativa nelle sale finali che ospitano una serie di stupefacenti Giacometti, sculture che, realmente, attraversano lo spazio come in una visione, quella sì, che potrebbe essere nata da un sogno. E accanto a queste sculture una serie di dipinti di Balthus, che nel suo mistero ambiguo diventano un’altra forma del modo in cui l’arte ci permette di essere e non essere in uno spazio che potremmo anche chiamare semplicemente il mondo. Reale o sognato non fa differenza alla fine.

Tracey Emin a Palazzo Strozzi, l’arte come racconto della vita

Firenze, 14 mar. (askanews) – Tracey Emin è un’artista che ha fatto del racconto senza filtri della propria vita una cifra stilistica, una vera e propria pratica, in qualche modo. Questa narrazione esplicita e non indulgente l’ha resa una star nel sistema dell’arte, ma non per questo sembra averne fatto un personaggio omologato. Palazzo Strozzi a Firenze le dedica ora la prima grande mostra in un’istituzione italiana, che non è una retrospettiva ci tiene a precisare il direttore del museo Arturo Galansino, ma che comunque ruota, fin dal titolo, intorno a due dei grandi temi della sua ricerca: “Sex and solitude”, il sesso e la solitudine.

“Quando ero più giovane – ha spiegato Emin – il sesso era veramente importante: mi svegliava la mattina, mi faceva pensare, mi scatenava e innescava la mia vita. Ma ora che sono più vecchia è la solitudine, la solitudine mentale che diventa lo spazio per la creazione, a essere diventata una delle cose più importanti per me”.

In mostra grandi dipinti e sculture che hanno dentro tutta l’intensità del corpo, dei suoi fluidi, della sua primordialità. Ma hanno anche uno sguardo artistico che allontana il morboso, che espone questi corpi, spesso frammentari e isolati, a un occhio che li vede in tutti i loro aspetti, comprese le profonde fragilità. Accanto ai corpi, poi, e qui la mostra si fa ancora più interessante, ci sono le parole, i testi che compaiono nei quadri e nelle installazioni al neon. Messaggi che sono spesso forti, a volte disperatamente intimi e commoventi, come nel caso della piccola tela che trasforma la parola “hurt” ossia fare del male in “heart”, cuore. E il messaggio che Tracey Emin vuole lanciare da Firenze è anche un messaggio più universale, che guarda al mestiere e al ruolo degli artisti nel nostro complesso presente.

“L’arte – ha aggiunto – non è mai stata importante come oggi: quando gli uomini delle caverne disegnavano nelle loro grotte smettevano di uccidersi l’un l’altro. Se capiamo che come esseri umani possiamo creare qualcosa di bellissimo, che ha elementi spirituali, che ci parla di amore e ci parla del nostro essere fisico ed emotivo, allora probabilmente potremmo smettere di attaccarci e combatterci. È semplice”.

Il racconto che Tracey Emin fa di se stessa è molto diretto, la sua vita è la sua arte. Ma è chiaro che la forza dei suoi lavori, che negli spazi non facili di Palazzo Strozzi risuona con intensità, soprattutto nelle sale più raccolte, deriva anche dal fatto che sono comunque opere d’arte e non sono solo “vita”. Qui c’è l’importanza di Emin, la sua rilevanza: nella capacità di essere realmente “vera” e al tempo stesso un’artista di valore, che conosce i propri strumenti e li usa per creare lavori difficili da dimenticare.

Su difesa Ue tensione Meloni-Lega, Palazzo Chigi nega contrasti

Roma, 13 mar. (askanews) – Se non c’è stato nessun “contrasto” o scontro tra Giorgia Meloni e i leghisti Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini (come assicurano insieme Palazzo Chigi e Mef), sicuramente la difesa comune europea e il piano “ReArm Europe” continuano a creare tensione tra gli alleati di governo. In particolare in vista delle comunicazioni di Giorgia Meloni martedì prossimo in Senato, prima del Consiglio europeo, quando ci sarà da presentare una risoluzione su cui è molto difficile trovare la quadra.

Certo non ha contribuito a distendere il clima la riunione del Consiglio federale della Lega convocata in concomitanza del Cdm per discutere, tra l’altro, proprio del tema della pace in Ucraina e della difesa. Motivo per cui Salvini si è trattenuto poco alla seduta e avrebbe avuto solo un breve scambio di opinioni con la premier. Più lungo e approfondito, invece, sarebbe stato il colloquio (“acceso” secondo alcuni, “franco” secondo altri) con Giorgetti sul tema della difesa. Rumors che costringono fonti di Palazzo Chigi e del Mef a intervenire congiuntamente smentendo “categoricamente qualsiasi ipotesi di contrasto” tra la premier e il ministro, che “continuano a lavorare in piena sintonia e con la massima condivisione sui vari dossier aperti, inclusa la difesa europea”.

Certo è che la premier non può aver gradito la nota diffusa dalla Lega al termine del Consiglio federale che invita, tra l’altro, “alla prudenza” senza “deleghe in bianco su imprecisati eserciti europei”, concludendo che “l’Europa non ha bisogno di ulteriori debiti, di riarmo nucleare o di ulteriori cessioni di sovranità bensì di sostegno a famiglie, sanità e lavoro”. Parole che non facilitano la premier nell’affrontare il passaggio di martedì e soprattutto i tavoli internazionali.

Referendum, Magi: scelta data dimostra la paura del governo

Roma, 13 mar. (askanews) – “I referendum si terranno l’8 e il 9 giugno e la scelta di questa data da parte del governo dimostra tutta la paura che l’esecutivo ha per il voto perch tra le due possibilit stata scelta quella pi sfavorevole alla partecipazione popolare”. Lo ha detto Riccardo Magi, segretario di +Europa, nel corso di un flash mob del comitato referendario davanti a Palazzo Chigi.

“Noi – ha aggiunto – avevamo richiesto che fosse in abbinamento con il primo turno delle amministrative, il 25 e 26 maggio. La strada in salita ma noi sapremo difendere il voto degli elettori, anche degli elettori fuori sede perch una notizia positiva c’ ed un successo parziale rispetto alle nostre richieste. Il voto per i fuori sede da quello che abbiamo letto sar garantito anche ai lavoratori e non solo agli studenti: un importante passo in avanti che noi salutiamo”.

“Abbiamo poco pi di ottanta giorni – ha detto ancora – per rompere il muro del silenzio. Il prossimo appuntamento luned prossimo quando incontreremo l’amministratore delegato della Rai per cominciare a porre la gravissima questione dell’informazione ai cittadini sul referendum. C’ una situazione di paralisi della Commissione di vigilanza Rai per responsabilit della maggioranza, la commissione deve approvare il regolamento per gli spazi durante la campagna referendaria. Sono tutte cose che non sono tecniche, sono esattamente il modo con cui si neutralizza la volont popolare e pensare che questo un governo che vorrebbe talmente esaltarla da fare eleggere direttamente il presidente del consiglio e poi per hanno paura del voto referendario”.

Europa League, Athletic Bilbao-Roma 3-1, giallorossi eliminati

Roma, 13 mar. (askanews) – La Roma è sconfitta 3-1 nel match di ritorno degli ottavi di Europa League dall’Athletic Bilbao ed è eliminata dalla competizione. In un San Mames infuocato i giallorossi giocano quasi tutta la gara in 10 (espulso Hummels dopo 11′) e l’Athletic ribalta il risultato dell’andata. In avvio l’imperdonabile errore del difensore tedesco, che sbaglia un passaggio e poi stende Sannadi. L’Athletic colpisce un palo con Nico Williams, che sblocca nel recupero del primo tempo. Nella ripresa Berchiche di testa fa 2-0, poi Nico Williams trova la sua doppietta personale. Inutile il gol di Paredes su rigore nel recupero