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Il 25 aprile a Bologna: "La liberazione, un film di famiglia"

Roma, 19 apr. (askanews) – A Bologna al Cinema Modernissimo venerdì 25 aprile, in occasione dell’80mo della Liberazione sarà presentato “La Liberazione, un film di famiglia” un montaggio di immagini, spesso inedite, provenienti sia da Home Movies che dalle principali cineteche e archivi italiani, che costruisce un film corale, con le immagini delle cineprese amatoriali attraverso le quali partigiani, soldati, preti e “normali” cittadini hanno documentato, dal basso, la Storia, ma anche le lunghe attese e la vita quotidiana del biennio 1943-45, fino alla festa della Liberazione. Il progetto, a cura di Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia di Bologna, è stato prodotto assieme all’Istituto Parri per la Resistenza.

Nella stessa giornata del 25, il film verrà proiettato anche a Torino, Modena e Bergamo, e verrà proposto in varie città fino a giugno: il calendario delle proiezioni è in aggiornamento.

La Liberazione, un film di famiglia (video 2k da pellicole 8mm, 9.5mm e 16mm 1943-1945, 40′) propone un viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso immagini di diversa provenienza territoriale, tra Lazio, Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna: attraverso le piccole cineprese partigiani, soldati, preti e “normali cittadini” hanno sentito l’esigenza di documentare a futura memoria – e, in alcuni casi, a loro rischio e pericolo – la Storia “mentre accade”, ma anche le lunghe attese e la vita quotidiana che si incrociano con gli avvenimenti del biennio 1943-45. E poi la Liberazione: l’arrivo degli Alleati, la gioia, i balli e finalmente il è tempo di sposarsi.

Il film si apre con le sequenze inedite filmate per le vie di Roma il 25 luglio 1943, il giorno della caduta del Fascismo, da un giovane architetto, Costantino Forleo. Una città ferita dalle bombe, smarrita, festante, ma con l’inquietante presenza dei carri armati tedeschi che presagiscono l’occupazione. Roma sarà poi liberata, sempre sotto l’occhio di una cinepresa amatoriale, questa volta di un dipendente del Comune, Adriano Agottani, quasi un anno dopo, all’inizio del giugno 1944. Nel frattempo, dopo l’Armistizio dell’8 settembre, nel Nord Italia si organizza la Resistenza con il contributo e il sacrificio di tanti giovani, tra cui i militari dell’esercito italiano scampati all’internamento tedesco, e persino i preti. Tra questi, il piemontese don Giuseppe Pollarolo, un appassionato cineamatore che sarà uno dei principali narratori della vita quotidiana passata “sui monti”: certamente il più noto, ma non il solo. A filmare sono spesso ventenni, al massimo trentenni, che guardano al futuro: Antonio Marchi, Giuseppe Bacigalupo, Luciano Bergonzini, Edoardo Scotti, Renato Vanzetti, Claudio Borello, Michele Rosboch e altri. Le sequenze sono montate cronologicamente e contestualizzate rispetto a luoghi e provenienze (Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Liguria), date (tra il 25 luglio del 1943 e il maggio del 1945) e situazioni, con un approccio emozionale per farci rivivere quei momenti vissuti e filmati da persone “come noi”.

La colonna sonora curata da Guglielmo Pagnozzi contribuisce a dare unità narrativa e impatto emotivo ai tanti frammenti di cui è composto questo piccolo film d’archivio.

“Si tratta di un progetto fortemente voluto anche dall’Istituto Storico Parri” – dice la Direttrice Agnese Portincasa: “Quando Paolo Simoni ci ha raccontato per la prima volta di questa idea abbiamo pensato che era per noi un’occasione da non perdere: volevamo che emergesse il nostro patrimonio archivistico documentale e audiovisivo, i tesori che custodiamo, ma era fondamentale per noi anche dare prova del fatto che quello che accade nelle sedi di Via Sant’Isaia 18 rappresenti un fermento di idee da cui dovrebbero sempre più spesso emergere condivisioni progettuali. Fare rete, credere nei progetti condivisi è una cosa che sta nei fatti, non nelle parole. E del resto la Resistenza questo deve avercelo insegnato.”

“L’aspetto più emozionante è scoprire un momento storico così carico di significati e simboli visto con gli occhi di chi lo vive in quel preciso istante – dice il Direttore di Fondazione Home Movies Paolo Simoni, curatore del progetto con la collaborazione di Michele Manzolini, Elena Pirazzoli, Paola Olivetti e Micaela Veronesi. – La Guerra è stata una tragedia e liberarsi da essa è un ritorno alla vita, come ci mostrano molte di queste immagini. Quei sorrisi, quegli sguardi sono la cifra degli home movies, film privati ma anche potenti attivatori di narrazioni storiche, di momenti straordinari vissuti e rivisti collettivamente: il film di famiglia della Liberazione riunisce in una visione condivisa tanti sguardi diversi e un racconto corale. E poi è davvero bello vedere quando la cinepresa si sposta sui famigliari e le persone amate, finalmente di nuovo insieme. In mano a partigiani, soldati, preti e semplici cittadini le piccole cineprese amatoriali diventano capaci di testimoniare, rappresentare e raccontare, da un punto di vista inedito e davvero unico, gli avvenimenti storici. Ed è interessante notare che, quando si filma la vita quotidiana durante la guerra, prevalgono i momenti degli scherzi e dei giochi, una strategia di sopravvivenza. Infine, il valore storico e attuale di questi documenti è qui e ora, locale e globale, riguarda tutti. C’è bisogno oggi più che mai in tutto il mondo di Liberazioni e di pace, se vogliamo ancora vedere un futuro”.

Oltre all’evento bolognese, il film verrà proiettato in altre città italiane all’interno delle manifestazioni per l’80° anniversario della Liberazione: il 24 aprile a Cagliari (Cinema Odissea), il 25 aprile a Torino (Cinema Massimo), Modena (Sala Truffaut) e Bergamo (Auditorium CULT! diffusione culturale, Palazzo della Libertà), tra il 27 maggio e il 1° giugno a Roma (Festival Unarchive). Il calendario delle proiezioni è in aggiornamento.

La Liberazione, un film di famiglia, è prodotto da Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia insieme all’Istituto Storico Parri Bologna Metropolitana e realizzato con la collaborazione e la partecipazione di Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza e di Cineteca di Bologna, Museo Nazionale del Cinema, AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Archivio Cinescatti di Lab 80 film – Archivio regionale del film amatoriale e di famiglia – Lombardia, Archivio Superottimisti e CSC Cagliari della Società Umanitaria – Cineteca Sarda.

Con il contributo di Direzione generale Educazione, Ricerca e istituti Culturali del Ministero della Cultura e Regione Emilia Romagna – Emilia Romagna Film Commission.

Europa e democrazia: confronto all’Istituto Sturzo tra Mons. Paglia e Prodi

Si è tenuta a Roma una nuova sessione del programma di seminari “In difesa della democrazia” organizzati e condotti da Agostino Giovagnoli. Questa volta il dell’incontro è stato “Europa e democrazia”. Per sviluppare l’argomento sono stati scelti due relatori d’eccezione: Mons. Vincenzo Paglia e Romano Prodi (in ordine puramente alfabetico, è stato sottolineato). È stato messo subito in luce un dato rilevato in comune dai tre relatori: c’è, e ci deve essere, una totale coincidenza tra le tre realtà, Europa, pace, democrazia. Tuttavia, proprio in Europa si trovano soggetti che negano contemporaneamente, anche se separatamente, unità europea, pace e democrazia: a cominciare dalla Russia. Si devono trovare perciò gli strumenti spirituali e culturali più opportuni per inficiare l’azione dei soggetti che non sono favorevoli alla concretizzazione e all’affermazione di questa coincidenza, dovendo subire un impatto che, per le loro ambizioni e il loro voler essere sbrigativi, si rivela molto complesso. Ma come? Pure la pace? Pure la democrazia? Noi volevamo fare transazioni con gli europei senza l’ingombro della democrazia e l’obbligo preliminare della pace. E senza dover a che fare con una Europa politicamente unita.

Quello attuale potrebbe essere un momento molto promettente per l’Europa. Sembra paradossale, con tutto quello che sta succedendo, ma è così.

Europa unita e democrazia, Europa unita e pace 

Sono tematiche da affrontare con coraggio e incisività. Ma oggi lo si può fare con una fondata speranza di arrivare a qualcosa di sostanziale e di inedito: e di molto positivo. L’Europa unita è idea che originariamente nasce dall’esigenza di pace. A sua volta l’unità europea è prezioso fattore di pace. Giovagnoli ha ricordato papa Benedetto XV, che di fronte all’incendio della Grande Guerra parla di “inutile strage”. Qual è stata la posizione dei cattolici? Abbiamo avuto Sturzo e abbiamo avuto il Programma di Milano, redatto a cura dei Neoguelfi nella Dc appena nata. Sempre coincidenza tra Europa unita, pace, democrazia. I cattolici hanno avuto quello che è il più grande pansatore dell’Europa Unita, Alcide De Gasperi. Successivamente la memoria del pensiero degasperiano si è venuta indebolendo. I papi da Pio XII sono tutti stati straordinari europeisti, e non di maniera.

Certo, oggi bisogna crederci attivamente, ha argomentato Giovagnoli. Europa è processo. Dall’impero romano, all’Europa Cristiana, all’impero carolingio, all’impero di Carlo V eccetera, si è andati avanti con un alternarsi di processi di aggregazione e di successiva disgregazione. Giorgio La Pira non si stancava di ripetere che la Storia è fatta di passi. Va sottolineato che la divisione non può nascere né stare nel metodo. Il nodo che viene al pettine è la dialettica tra europeisti e nazionalisti. Il nazionalismo è sicuramente il fattore maggior fautore della guerra. Europa unita vuole invece dire pace.

La Germania tra 10 anni avrà l’esercito più forte della UE. Che succederà se non ci sarà stata nel frattempo una messa in comune delle forze armate?

La politica ha divorziato troppo dalla cultura. E sembra intenzionata a continuare su questa strada. È ora di fare qualcosa in proposito. In primis, da parte dei cattolici. Il loro pensiero deve tornare ad essere centrale. La stessa formazione del Benelux tra il 1944 a Londra e il 1946 rispecchiava una grande scienza, essenzialmente economica, di integrazione di mercati, che doveva estendersi anche agli USA. (La seconda guerra mondiale era stata, in fondo, un frutto anche delle autarchie). L’economia non basta, non può bastare: per la pace e per la giustizia. Il fattore che evita la guerra e costruisce la pace è dunque l’unità politica, non surrogabile da nessun altra realtà. Occorre prenderne definitivamente atto.

Tra le migliori forze europee che possono e debbono operare attivamente per la pace, e insieme per l’Europa unita e la democrazia, ci sono senza dubbio i cristiani. Però si vedono relativamente poco, se si eccettua il pontefice. Questo è l’osservazione di partenza da cui occorre partire secondo monsignor Vincenzo Paglia.

Europa e pace: è certo che noi dovremmo lavorare perché i due termini diventino compiutamente sinonimo uno dell’altro. Ma la realtà di partenza dice altro. Le guerre mondiali sono nate da conflitti intra-europei. A Sarajevo per la Prima Guerra, a Danzica per la Seconda; e adesso abbiamo l’Ucraina, dagli imprevedibili sviluppi. 

La realtà storica è dunque diversa. E dobbiamo fare il massimo sforzo per darle un indirizzo del tutto diverso. Cominciamo dai cattolici. Cosa ha fatto e come ha reagito la Chiesa? Sono importanti anche per l’oggi i contenuti del radiomessaggio di Pio XII del 9 maggio 1945, primo giorno di pace dopo la fine della guerra. Tra pochi giorni ne cade l’80° anniversario. Senza diminuire le responsabilità di tutti, c’è da dire che all’origine delle guerre mondiali in particolare c’è la penisola balcanica, come vediamo oggi per il conflitto russo-ucraino.

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La sinistra “rossa” sequestra il pluralismo: perché ignorare la tradizione cristiano sociale?

C’è un vizio, che storicamente persiste, nella politica italiana. Molto semplice da descrivere e da spiegare. Ovvero, la sinistra coincide sostanzialmente con gli eredi del Pci. Certo, formalmente ci sono le “100 sfumature di rosso” ma, alla fine, la versione più autentica, più vera e anche più accreditata dal cosiddetto establishment resta sempre e solo quella che proviene dal vecchio ed antico ceppo comunista. O gramsciano. O berlingueriano. A seconda della moda del momento.

Un vizio, questo, che regge malgrado lo scorrere inesorabile del tempo e, di conseguenza, il tramonto dei partiti e delle classi dirigenti di riferimento. Ma questo resta un postulato essenziale che assomiglia ad un vero e proprio dogma laico. E cioè, ogni qualvolta si parla della sinistra o del ritorno della cultura politica della sinistra il riferimento corre immediatamente alla tradizione, al pensiero e al filone ideale della storica cultura di matrice comunista o post o ex o tardo comunista. Che poi, come ovvio e scontato, nel tempo si è arricchita, modernizzata, articolata e disarticolata.

Ora, parlando proprio dell’indole e della cultura di sinistra che non è riconducibile a quell’impianto ideologico, non possiamo non sostenere che esistono anche altri profili di sinistra al di là e al di fuori dell’universo valoriale e politico della sinistra ex e post comunista. A cominciare, come ben sappiamo, dalla sinistra di ispirazione cristiana, o sinistra cattolica che dir si voglia. Come esiste, per onestà intellettuale, una sinistra liberale – anche se ormai abbastanza latitante – o una sinistra socialista e socialdemocratica o più genericamente laica ed azionista. Ma, per fermarsi al punto iniziale, non possiamo non sottolineare che esiste una sinistra altrettanto autorevole, significativa e degna di nota anche quando non è riconducibile alla storica sinistra di derivazione comunista e

che non si riduce ad essere un semplice satellite di quel pianeta. 

Penso, per fare un solo esempio concreto, alla sinistra sociale di ispirazione cristiana che ha accompagnato la presenza ed il cammino del movimento cattolico italiano. Quella sinistra sociale che inizia dalla fine dell’800 e che si è snodata lungo tutto il “secolo breve” con alterne vicende ma che si è sempre caratterizzata per la sua originalità e personalità politica e culturale e, soprattutto, per il suo preciso e altrettanto significativo radicamento sociale. Quella sinistra sociale che già aveva trovato una sua presenza nell’esperienza del Ppi di matrice sturziana e che si era dispiegata con una maggior forza nella lunga esperienza della Dc e sino all’esaurirsi dei partiti che avevano al proprio interno, bene o male, una presenza significativa della cultura dei cattolici italiani. Ma, è bene sottolinearlo, si trattava di una sinistra che la storiografia più accreditata non ha mai né tollerato nè particolarmente sottolineato perchè non era funzionale – anzi ne era fiero avversaria – dalla sinistra di derivazione gramsciana/togliattiana/belingueriana. Ovvero, di matrice comunista.

Basti pensare al perdurante linciaggio politico, culturale ed umano di uno dei suoi storici esponenti, Carlo Donat-Cattin, per rendersi conto di questa osservazione.

Ecco perché, al di là della classificazione un po’ scolastica ed accademica delle varie sinistre italiane, dobbiamo sottolineare con forza, e coraggio, che anche le sinistre che hanno una matrice culturale, politica, sociale ed etica diversa da quella che storicamente nel nostro paese ha una

sorta di egemonia innata, e anche un po’ misteriosa, hanno ulteriore dignità e personalità. E cittadinanza. È consigliabile dirlo, anche oggi, con forza, coraggio e determinazione. Anche perché il pluralismo continua ad essere il vero faro che illumina e rafforza la nostra democrazia.

La svolta economica della Germania nelle parole di Joerg Kukies

In Germania la nuova maggioranza di governo (CDU-CSU e SPD) ha annunciato un imponente pacchetto di spesa pubblica in deficit, suscitando reazioni contrastanti. Il ministro delle finanze uscente, Joerg Kukies, in un’intervista al Financial Times, ha espresso grande ottimismo riguardo all’impatto del piano: “ci fa sperare in grandi progressi sull’economia” e “ci consente di finanziare qualunque aumento della spesa in difesa che dovesse essere concordato al vertice Nato di giugno”.

La strategia politica dietro il piano

Secondo il Financial Times, Kukies, ex banchiere di Goldman Sachs, è stato uno dei principali artefici del piano. La strategia si basa sulla modifica dei limiti costituzionali al deficit, approvata dal Parlamento uscente con il sostegno di cristianodemocratici, socialdemocratici e verdi. Questa manovra è vista come un tentativo di isolare politicamente l’Alternative fur Deutschland (Afd), che pure ha ottenuto un significativo successo elettorale. Kukies ha rivelato che uno degli obiettivi del piano è di influenzare l’opinione pubblica nei confronti dell’Afd: “Posso sperare – afferma – che con il pacchetto convinceremo il pubblico che non offrono semplicemente nessuna soluzione”.

Focus su armamenti e infrastrutture

Il piano si concentra principalmente sull’aumento delle spese in armamenti e infrastrutture. L’Afd, che ha superato il 20% alle recenti elezioni, è vista come una minaccia a causa della sua posizione anti-immigrazione, euroscettica e filo-russa. Kukies ha descritto l’evoluzione dell’Afd da “gruppo di professori euroscettici” a un movimento “molto pericoloso, totalmente pro Russia”.

Evitare uno scenario “alla Liz Truss”

Una delle principali preoccupazioni durante la formulazione del piano era evitare un’instabilità finanziaria simile a quella sperimentata dal Regno Unito sotto l’ex premier Liz Truss. Per questo, sono state condotte “tante discussioni con chi compra i nostri titoli di Stato. Siamo stati in grado di calibrare le cose con alcuni grandi investitori”, ha spiegato Kukies.

Reazioni dei mercati e prospettive future

L’annuncio del piano ha provocato vendite sui titoli di Stato tedeschi e un aumento dei rendimenti, con conseguenti ripercussioni sui tassi di emissione pubblica nell’area euro. Tuttavia, i mercati azionari hanno reagito positivamente e l’euro si è rafforzato. Kukies ha sottolineato che, superato lo scoglio dei mercati, “Ora ci serve la crescita”.

I dazi di Trump s’abbattono sui Paesi poveri dell’Africa

A seguito dei dazi decisi dal presidente statunitense Donald Trump, l’economia mondiale è letteralmente in subbuglio e come sempre a pagare il prezzo più alto sembrano destinati i Paesi poveri, tra i quali spiccano quelli africani. Mentre scriviamo, queste misure protezionistiche sono state sospese dal presidente per 90 giorni, ma tutti sanno che si tratta di un escamotage negoziale che non risolve la questione di fondo. Ma andiamo per ordine. L’ideatore di questo nuovo ordine economico a stelle e strisce si chiama Stephen Miran, autore di una nota previsionale scritta per il fondo Hudson Bay Capital intitolata: «A User’s Guide to Restructuring the Global Trading System». Si tratta della matrice di quello che alla prova dei fatti è il nuovo indirizzo della Casa Bianca e il cui obiettivo consiste nel risolvere, una volta per tutte, il paradosso strutturale dell’economia americana: il problema del doppio deficit, quello commerciale e quello della spesa pubblica. «La profonda insoddisfazione nei confronti dell’attuale ordine economico — si legge nella nota — è radicata nella persistente sopravvalutazione del dollaro e nelle condizioni commerciali asimmetriche».

Questa sopravvalutazione — spiega Miran — «rende le esportazioni americane meno competitive, le importazioni americane meno costose e ostacola l’industria manifatturiera americana». Di qui, la soluzione auspicata dall’economista: aumentare, anche drasticamente, i dazi doganali finalizzati a ottenere vantaggi diretti o, se preferite, nuove e sostanziali entrate fiscali per l’amministrazione statunitense, da reinvestire in particolare nel settore manifatturiero. Da rilevare che nella sua analisi, Miran non tiene assolutamente conto del fatto che la vera causa del crollo industriale è l’outsourcing, cioè il trasferimento delle produzioni da parte delle imprese americane verso altri Stati con basso costo della manodopera e privi di ogni controllo. Questo fenomeno, chissà perché, è del tutto ignorato. La verità è che dopo 80 anni di egemonia monetaria che hanno consentito agli Stati Uniti di gestire sistematicamente la bilancia dei pagamenti e i deficit interni senza mai dovere aggiustare la propria economia e i prezzi interni, attingendo ai risparmi del resto del mondo, in particolare dai paesi poveri, oggi il debito degli Stati Uniti è fuori controllo. Sta infatti raggiungendo la cifra insostenibile di 40 trilioni di dollari.

La sfida di Trump consiste dunque nel far pagare al resto del mondo un debito tecnicamente già insostenibile. Intendiamoci, già in passato le amministrazioni statunitensi avevano venduto il loro debito (ad esempio alla Cina); una politica questa perseguita costantemente negli ultimi ottant’anni. Il problema è che considerando l’ammontare del debito statunitense non si può continuare a chiedere al resto del mondo di sostenere i costi di tale scelta. Ecco che allora la nuova amministrazione della Casa Bianca ha escogitato lo stratagemma dei dazi che, soprattutto in questa fase negoziale dovrebbe servire a persuadere i partner commerciali a darsi carico del debito di cui sopra. Tutto questo per consentire agli Stati Uniti quello che Charles De Gaulle già ai suoi tempi definiva un «privilegio esorbitante».

Come se non bastasse, Trump ha pensato bene di attaccare anche i Paesi più poveri, proprio quelli che dipendono maggiormente dal commercio considerandoli dei veri e propri antagonisti. La dottrina di clintoniana memoria “Trade not Aid” (Commercio e non Aiuti), mantra che avrebbe dovuto sollevare le periferie del mondo dalle proprie miserie, a questo punto viene drammaticamente scavalcata, non foss’altro perché questi Paesi del cosiddetto Sud del mondo, si trovano privi di entrambi.

Emblematico è il caso del Lesotho, il piccolo regno senza sbocco sul mare, un’enclave quasi interamente dipendente dalle esportazioni di prodotti tessili, ha ricevuto un dazio del 50 per cento, il più alto di tutta l’Africa. E cosa dire del Madagascar, dove la percentuale è del 47 per cento. Da rilevare che le aziende del Madagascar e del Lesotho, che dipendono dal mercato statunitense, potrebbero subire un rallentamento con una forte perdita di posti di lavoro. Seguono le isole Mauritius con il 40 per cento, l’Angola con il 32 per cento, il Sud Africa con il 30 per cento, Costa d’Avorio con il 21 per cento e il 14 per cento della Nigeria. Per quanto concerne gli altri Paesi del continente africano, la tariffa minima è del 10 per cento.

È importante rilevare che le misure volute da Trump pregiudicano il futuro dell’African Growth and Opportunity Act (Agoa), l’accordo firmato nel 2000 che consente ad alcuni prodotti africani di beneficiare di un accesso di favore al mercato statunitense. Considerando che scade a giugno di quest’anno, i governi dei 32 Paesi dell’Africa subsahariana ritenuti idonei sono seriamente preoccupati. L’Agoa, finora, ha concesso loro il permesso di esportare negli Stati Uniti circa 6.800 prodotti senza pagare dazi doganali. Qualora fosse messa in discussione la loro ammissibilità dalle nuove tariffe, ne sarebbe devastato l’intero programma, con notevoli conseguenze economiche e sociali per diversi Paesi africani. Con queste nuove barriere commerciali, sarà a dir poco difficile riuscire a contenere le perdite considerando che l’attuale congiuntura internazionale non pare essere affatto favorevole.

Le ipotesi di risposta sul tappeto sono almeno tre. La prima è quella di abbassare i propri dazi doganali rispetto alle merci americane in entrata. È quello che in effetti ha già fatto il governo dello Zimbabwe sperando di inaugurare un nuovo capitolo nelle relazioni tra Washington e Harare. L’intento è quello di ottenere un accesso preferenziale al mercato statunitense, indebolendo però le proprie industrie locali nei confronti dei prodotti Usa.

Un’altra via è quella d’intercettare nuove partner e da questo punto di vista la cooperazione sia con l’Europa che con i Brics, il raggruppamento delle economie emergenti, Cina in primis, potrebbe rivelarsi strategico. Una terza soluzione potrebbe essere rappresentata dall’Area di libero scambio continentale africana (Afcfta). Si tratta di un trattato che ha coinvolto 54 Paesi africani su 55, entrato in vigore formalmente il 1° gennaio 2021. L’Afcfta, almeno sulla carta, rappresenta una grande opportunità per i Paesi africani consentendo loro d’incrementare l’industrializzazione, il mercato del lavoro e il commercio all’interno del continente.

I Paesi africani, che attualmente rappresentano un mercato di 1,5 miliardi di persone, commerciano più a livello internazionale che tra loro. In questo caso si tratterebbe di un’opportunità unica per ridurre la propria dipendenza dai mercati esteri e costruire solide catene del valore all’interno del proprio territorio.

Non v’è dubbio che i prossimi mesi saranno decisivi per il futuro delle relazioni economiche tra l’Africa e gli Stati Uniti. Anche perché, se da una parte è vero che dal punto di vista commerciale la Cina continentale ha superato già da tempo gli Usa come principale partner in gran parte del continente africano, dall’altra occorre tenere presente che la finanza a stelle e strisce, speculativa per vocazione, continua a giocare un ruolo fondamentale e imprescindibile per la sostenibilità del debito pubblico, soprattutto quello dell’Africa subsahariana. Difficile fare previsioni anche se poi, se non da oggi, sembra proprio che il destino del continente africano — non certo desiderato dai suoi abitanti — sia quello di continuare a pagare dazi.

Unicredit, da Cdm via libera con prescrizioni ad Ops su Bpm

Roma, 18 apr. (askanews) – Il Consiglio dei ministri ha esercitato la golden power dando via libera con prescrizioni all’Ops di Unicredit su Bpm.

A quanto si apprende, si sarebbe tenuto un vertice di maggioranza prima della riunione del Cdm nel corso del quale Forza Italia avrebbe manifestato perplessità sull’esercizio della golden power da parte del governo sull’operazione.

Il Consiglio dei ministri, si legge in una nota diffusa al termine della riunione a Palazzo Chigi, “ha deliberato di esercitare, a tutela di interessi strategici per la sicurezza nazionale, i poteri speciali nella forma dell’imposizione di specifiche prescrizioni, in relazione all’offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni ordinarie di Banco BPM S.p.a. da parte di UniCredit S.p.a”.

Dazi, von der Leyen: "Costruttiva" telefonata con Giorgia Meloni (dopo la visita a Washington)

Roma, 18 apr. (askanews) – “La Presidente von der Leyen ha avuto un costruttivo colloquio telefonico con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante il quale quest’ultima ha aggiornato la Presidente sul suo incontro di ieri con Donald Trump”: lo ha reso noto la portavoce della Commissione Europea, Arianna Podestà.

Stando a fonti diplomatiche di Bruxelles, la sensazione generale è “positiva”, perché questo incontro è stata un’occasione utile per creare ulteriori ponti con l’Amministrazione americana, nel rispetto dei diversi ruoli.

Da parte della Commissione Europea, i contatti con l’Amministrazione americana continuano a livello tecnico.

Noemi annuncia le date del suo "Nostalgia Summer Tour"

Milano, 18 apr. (askanews) – Mentre sui social appaiono delle anticipazioni di quello che potrebbe essere il suo nuovo singolo, Noemi annuncia le date del suo “Nostalgia Summer Tour”. In attesa di vederla live nei teatri a novembre e al Palazzo dello Sport di Roma a dicembre, Noemi si esibirà in alcune location suggestive del nostro Paese dal 14 luglio. Il tour è organizzato da Friends & Partners. L’apertura delle prevendite è prevista da oggi, venerdì 18 aprile, dalle ore 18:00.

Queste le date del “Nostalgia Summer Tour” 14 luglio – Mirano (ve) – mirano summer festival 17 luglio – Cervere (cn) – anima festival – anfiteatro dell’anima 19 luglio – Cervia – piazza garibaldi 27 luglio – Mola di Bari (ba) – festa del mare 29 luglio – Montecassiano (mc) – piazza unita’ d’italia 2 agosto – Porto San Paolo (ss) – piazza garibaldi 6 agosto – Roseto degli Abruzzi (te) – festival emozioni in musica 7 agosto – Baia Domizia (ce) – arena dei pini summer festival 22 agosto – Noto (sr) – scalinata della cattedrale 6 settembre – Milazzo (me) – lungomare 26 settembre – Verona – festival della bellezza – teatro romano

Il tour nei teatri partirà il 17 novembre dal Teatro Cartiere Carrara di Firenze, per proseguire il 19 novembre al Teatro Concordia di Torino, il 21 novembre al Teatro Dal Verme di Milano, il 26 novembre al Gran Teatro Geox di Padova e il 28 novembre al Teatro Dis_Play di Brescia. A dicembre sarà la volta del centro e sud Italia, con la tappa del 1° dicembre al Teatro Lyrick di Assisi, il 4 dicembre al Teatro Golden di Palermo, il 5 dicembre al Teatro Metropolitan di Catania, il 9 dicembre al Teatro Augusteo di Napoli, l’11 dicembre al Teatro Team di Bari, per concludersi il 15 dicembre al Teatro Duse di Bologna.

Sabato 20 dicembre, invece, Noemi si esibirà per la prima volta al Palazzo dello Sport di Roma per una imperdibile data evento. Queste le date del “Nostalgia Indoor Tour” 17 novembre 2025 – Firenze, Teatro Cartiere Carrara 19 novembre 2025 – Torino, Teatro Concordia 21 novembre 2025 – Milano, Teatro Dal Verme 26 novembre 2025 – Padova, Gran Teatro Geox 28 novembre 2025 – Brescia, Teatro Dis_Play 1 dicembre 2025 – Assisi, Teatro Lyrick 4 dicembre 2025 – Palermo, Teatro Golden 5 dicembre 2025 – Catania, Teatro Metropolitan 9 dicembre 2025 – Napoli, Teatro Augusteo 11 dicembre 2025 – Bari, Teatro Team 15 dicembre 2025 – Bologna, Teatro Duse 20 dicembre 2025 – Roma, Palazzo dello Sport

RDS è radio partner del “NOSTALGIA SUMMER TOUR” e del “Nostalgia Indoor Tour” di NOEMI.

In tutti gli appuntamenti live Noemi porterà le canzoni del suo ultimo album Nostalgia che, uscito il 28 febbraio per Columbia Records / Sony Music Italy, ha esordito come più alta nuova entrata nella classifica ufficiale Fimi/Gfk, ed è il suo settimo album in studio.

Nostalgia è un’opera sentimentale in cui Noemi da valore al passato ma senza rimpiangerlo immergendosi in emozioni profonde, spaziando tra canzoni classifiche ma intense come l’ultimo singolo presentato al festival di Sanremo “Se ti innamori muori” a elementi di blues, cantautorato contemporaneo e influenze elettroniche in un mix che spazia tra ballad romantiche e tracce uptempo avvalendosi anche della collaborazione delle penne di Colapesce, Mahmood e Blanco ma anche delle voci di Carl Brave, Neffa e Tony Effe.

L’unione tra tutto questo è il suo timbro unico ed inconfondibile. L’album rappresenta il frutto di un percorso di ricerca artistica sonora e testuale, in cui la cantautrice ha scritto diversi brani in esso contenuti, collaborando con stimati musicisti e produttori e traendo ispirazione da molteplici influenze musicali. Nostalgia è un progetto creativo dinamico e che riecheggia l’evoluzione artistica di Noemi, un universo artistico ricco di sfumature e contaminazioni.

Noemi sarà protagonista del Concerto del primo maggio di Roma, promosso da CGIL, CISL, UIL, organizzato da iCompany. Dopo l’esperienza dello scorso anno, tornerà su quel palco ancora in veste di conduttrice insieme a Ermal Meta e Bigmama e si esibirà in alcuni dei suoi più grandi successi.

Germania, Kukies: con piano spesa speriamo grandi progressi economia

Roma, 18 apr. (askanews) – Il maxi pacchetto di spesa pubblica in deficit concordato dalla nuova coalizione di governo in Germania “ci fa sperare in grandi progressi sull’economia” e “ci consente di finanziare qualunque aumento della spesa in difesa che dovesse essere concordato al vertice Nato di giugno”. Lo dichiara il ministro delle Finanze uscente, il socialdemocratico Joerg Kukies in una intervista al Financial Times.

Secondo il quotidiano, l’ex banchiere di affari di Goldman Sachs è stato uno degli artefici del piano, che si basa sulle modifiche ai limiti costituzionali al deficit che i cristianodemocratici del premier in pectore, Friedrich Merz, ha fatto approvare con il sostegno di socialdemocratici e verdi all’ultimo minuto dal Parlamento uscente. Una manovra per estromettere dal governo la destra di Alternative fur Deutschland, tra i vincitori delle passate elezioni assieme alla Cdu, mentre Spd e Verdi ne sono usciti sconfitti.

E nella lunghissima intervista – in cui si fatica a trovare elementi di finanza e economia tra le minuziose descrizioni delle specialità culinarie della cena in cui è avvenuta la conversazione – Kukies rivela che uno degli obiettivi del piano è anche quello di far cambiare idea agli elettori di Afd. “Posso sperare – afferma – che con il pacchetto convinceremo il pubblico che non offrono semplicemente nessuna soluzione”.

Il piano verte principalmente sull’aumento delle spese in armamenti e infrastrutture. Alle recenti elezioni Afd ha ottenuto un risultato record, superando il 20% e risultando secondo partito più votato dopo la Cdu (28,6%), con una linea di ostilità all’immigrazione, contro l’Unione europea e per cercare di normalizzare i rapporti con la Russia. Secondo Kukies da “gruppo di professori euroscettici” è mutato in un movimento “molto pericoloso, totalmente pro Russia”.

Il ministro delle Finanze, poi, racconta che una delle maggiori preoccupazioni mentre si stava lavorando al pacchetto di stimoli era rappresentato dal timore che si scatenasse uno scenario “alla Liz Truss”, la ex premier britannica spazzata via a tempi record a seguito della tempesta dei mercati sui titoli pubblici Gb, che si era innescata dopo il suo piano di spese in deficit. Per questo in Germania sono state tenute “tante discussioni con chi compra i nostri titoli di Stato. Siamo stati in grado di calibrare le cose con alcuni grandi investitori”, riferisce.

E all’annuncio del maxipiano ci sono state, sì, forti vendite sui titoli di Stato della Germania, con speculari aumenti dei rendimenti che, a cascata, hanno innescato aumenti dei tassi su tutte le emissioni pubbliche dell’area euro (Kukies racconta che alcuni ministri dell’area euro lo hanno ringraziato scherzosamente per questo). Ma accompagnate da balzi dei mercati azionari e da un rafforzamento dell’euro, mentre i differenziali tra titoli di Stato non si sono allargati. A differenza di quanto avvenuto nella vicenda Truss, in cui le tensioni si erano maggiormente diffuse. Lo scoglio dei mercati sembra superato, quindi. “Ora ci serve la crescita”, conclude il ministro tedesco.

Meloni rigrazia Trump: Usa-Italia valori comuni, lunga amicizia

Roma, 18 apr. (askanews) – “Grazie, Presidente Trump! La collaborazione tra Italia e Stati Uniti si fonda su valori comuni e una lunga amicizia. Continueremo a lavorare insieme per rafforzare il legame tra i nostri popoli e affrontare con determinazione le sfide globali”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha replicato su X al numero uno della Casa Bianca che all’indomani della visita della premier a Washington l’ha elogiata sul suo social network Truth definendola “fantastica”.

Dazi, Usa-Italia: collaborare per garantire commercio equo con Ue

Washington, 18 apr. (askanews) – “Gli Stati Uniti e l’Italia convengono di collaborare per garantire che il commercio tra Stati Uniti ed Europa sia reciprocamente vantaggioso, equo e reciproco”. E’ quanto si legge nella dichiarazione congiunta Usa-Italia dopo l’incontro di ieri tra Donald Trump e Giorgia Meloni.

“Sottolineiamo – si legge ancora – l’importanza delle tecnologie dell’informazione per favorire la libera impresa oltre Atlantico. Abbiamo concordato sulla necessità di un ambiente non discriminatorio in termini di tassazione dei servizi digitali per favorire gli investimenti da parte di aziende tecnologiche all’avanguardia. Accogliamo con favore gli investimenti americani nell’intelligenza artificiale e nei servizi cloud in Italia per massimizzare le opportunità della trasformazione digitale e sostenere l’Italia come principale hub regionale di dati per il Mediterraneo e il Nord Africa”.

“Sviluppare una forza lavoro in grado di soddisfare le esigenze delle nostre economie è fondamentale. Gli Stati Uniti e l’Italia – prosegue la dichiarazione – sono partner orgogliosi di impegnarsi in iniziative industriali che andranno a beneficio dell’occupazione in entrambi i Paesi, svolgendo un ruolo fondamentale per le rispettive catene di approvvigionamento e rafforzando le nostre basi industriali. L’Italia contribuirà alla rinascita marittima del settore cantieristico statunitense, mentre gli Stati Uniti valuteranno le opportunità di investimento offerte dal contesto imprenditoriale italiano sempre più positivo, anche – aggiunge la nota – attraverso gli incentivi concessi dalla nuova Zona Economica Speciale Unica (ZES) istituita in Italia”.

“Stati Uniti e Italia collaborano per rafforzare la sicurezza energetica incoraggiando ulteriormente la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico italiano e aumentando le esportazioni di gas naturale liquefatto statunitense verso l’Italia, in modo reciprocamente vantaggioso”, si legge ancora nella dichiarazione congiunta Usa-Italia.

Inoltre, “gli Stati Uniti e l’Italia riaffermano il loro impegno comune a contrastare l’immigrazione clandestina e a garantire che l’immigrazione legale sia utilizzata come strumento a beneficio delle nostre nazioni e non per creare un problema di sicurezza per i nostri cittadini. Intensificheremo i nostri sforzi comuni per sradicare i gruppi criminali organizzati internazionali impegnati nel traffico di migranti e nella tratta di esseri umani”.

Dazi, Von der Leyen: "costruttiva" telefonata con Giorgia Meloni

Roma, 18 apr. (askanews) – “La Presidente von der Leyen ha avuto un costruttivo colloquio telefonico con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante il quale quest’ultima ha aggiornato la Presidente sul suo incontro di ieri con Donald Trump”: lo ha reso noto la portavoce della Commissione Europea, Arianna Podestà.

Stando a fonti diplomatiche di Bruxelles, la sensazione generale è “positiva”, perché questo incontro è stata un’occasione utile per creare ulteriori ponti con l’Amministrazione americana, nel rispetto dei diversi ruoli.

Da parte della Commissione Europea, i contatti con l’Amministrazione americana continuano a livello tecnico.

Unicef: dalla ripresa degli attacchi di Israele morti 600 bambini di Gaza

Roma, 18 apr. (askanews) – Dall’interruzione del cessate il fuoco, il 18 marzo scorso, circa 600 bambini di Gaza sono stati uccisi e oltre 1.600 feriti. Lo ha affermato oggi l’Unicef.

“Tutte le parti in conflitto devono rispettare il diritto umanitario internazionale. Proteggere i civili. Facilitare gli aiuti. Rilasciare gli ostaggi. Ripristinare il cessate il fuoco”, ha ammonito l’agenzia Onu.

“Le ultime 24 ore a Gaza – continua – sono state letali per i bambini. Secondo le notizie, i bombardamenti sulle tende a Gaza hanno ucciso 15 bambini, tra cui uno disabile che è morto bruciato. Le immagini di bambini che bruciano mentre si rifugiano in tende di fortuna dovrebbero scuotere tutti noi nel profondo”.

Dichiarazione Usa-Italia: incrollabile impegno nei confronti della Nato

Roma, 18 apr. (askanews) – “Gli Stati Uniti e l’Italia ribadiscono l’incrollabile impegno nei confronti della Nato e del principio di sviluppare le proprie capacità collettive e individuali per contribuire agli obiettivi dell’Alleanza”. È quanto si legge nella nota congiunta diffusa da palazzo Chigi all’indomani dell’incontro a Washington fra la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

“Noi ci impegniamo quindi – prosegue il comunicato – a garantire che la nostra sicurezza nazionale e la nostra difesa siano allineate e finanziate per affrontare le sfide di oggi e, criticamente, i rischi di domani. La nostra cooperazione in materia di difesa deve basarsi su una catena di approvvigionamento transatlantica profonda ed estesa. Noi stiamo affrontando un ambiente di sicurezza complesso e siamo pronti ad aumentare ulteriormente la cooperazione in materia di attrezzature e tecnologie per la difesa, compresa la coproduzione e il co-sviluppo che rafforzano la capacità industriale della difesa statunitense e italiana e la proteggono da avversari stranieri”.

Spettacolo, Casa Surace sbarca a teatro: "La riunione di condominio"

Roma, 18 apr. (askanews) – Dai social al teatro. Il fenomeno Casa Surace arriva con lo spettacolo “La riunione di condominio – Tutti sotto lo stesso tetto”. Una divertente e caotica assemblea dove un regolamento da votare, vicini “particolari” e un pubblico coinvolto in prima persona, danno vita a una commedia che è satira, ma anche tenero affresco di un’Italia che si ritrova “tutta sotto lo stesso tetto”. Il tour parte da Napoli, terra del celebre collettivo, con il debutto al Teatro Acacia martedì 20 maggio, cui segue l’anteprima milanese al Teatro Manzoni mercoledì 12 giugno, in attesa dell’uscita delle date della prossima stagione 2025/26.

Scritto da Simone Petrella, Alessio Strazzullo e Daniele Pugliese, founder e autori di Casa Surace, con la regia di Paolo Ruffini – che lo produce con Vera Produzione – lo spettacolo vede protagonisti in queste prime due date Antonella Morea (La Mamma) Riccardo Betteghella (Ricky “il milanese”) e Daniele Pugliese (Nicola “il temerario”).

“La riunione di condominio” è una commedia che metaforicamente racconta vizi, virtù e contraddizioni di un Paese che, proprio come un condominio, sembra diviso su tutto, ma che alla fine trova sempre il modo di “stare insieme”. In un crescendo di battute, situazioni esilaranti e momenti d’improvvisazione, la scena si allarga fino a confondersi con la realtà: il teatro si fonde con la vita vera e il pubblico si ritrova a far parte di una grande e divertentissima “famiglia”. E quando l’assemblea rischia di degenerare, arriva Mamma Antonella, la voce più autentica, affettuosa e “rumorosa” del condominio, pronta a riportare tutti alla “ragione”… a modo suo!

“Partecipare non è un’opzione: è un dovere condominiale!”, sottolineano gli artisti di Casa Surace, che dopo aver conquistato milioni di fan sui social, si lanciano in questa nuova avventura teatrale nel loro decimo anniversario dalla formazione.

Casa Surace è una factory creativa e casa di produzione nata nel 2015 da un collettivo di amici e coinquilini di Napoli e Sala Consilina (Sa). Ma soprattutto una famiglia allargata di oltre 5 milioni di follower sul web: in 10 anni di storia, ha prodotto più di 500 video raggiungendo oltre 1 miliardo di visualizzazioni sui suoi canali social, grazie alla capacità di raccontare l’Italia con ironia e leggerezza, attraverso personaggi dissacranti come Ricky” Il Milanese” (Riccardo Betteghella), Nicola “Il Temerario” (Daniele Pugliese), Pasqui (Bruno Galasso), la Mamma (Antonella Morea) e la celebre e amatissima Nonna Rosetta scomparsa nel 2022.

Trump loda ancora Meloni ("fantastica") e accetta l’invito: presto visita a Roma (mentre valuta incontro Ue)

New York, 18 apr. (askanews) – “Il presidente Trump ha accettato l’invito del primo ministro Meloni a compiere una visita ufficiale in Italia nel prossimo futuro. Si sta anche valutando la possibilità di organizzare, in tale occasione, un incontro tra Stati Uniti ed Europa”. E’ quanto si legge nella dichiarazione congiunta Usa-Italia dopo l’incontro di ieri tra Donald Trump e Giorgia Meloni. . Lo si legge in una dichiarazione congiunta diffusa oggi, all’indomani dell’incontro tra i due leader a Washington.

Mentre sui social Trump elogia ancora la premier: “Il primo ministro Giorgia Meloni è stata fantastica ieri durante la sua visita alla Casa Bianca. Ama il suo Paese, e l’impressione che ha lasciato su tutti è stata FANTASTICA!!!”, ha scritto il presidente degli Stati Uniti in un post su Truth, all’indomani dell’incontro bilaterale a Washington.

Calcio, si ferma Thuram: Bologna e derby a rischio

Roma, 18 apr. (askanews) – Tegola in casa Inter, in vista della sfida contro il Bologna di domenica al Dall’Ara e del derby di Coppa Italia di mercoledì prossimo. Come riportato dal club nerazzurro sul proprio sito ufficiale, Marcus Thuram ha infatti riportato un affaticamento agli adduttori della coscia sinistra e non ci sarà nella gara contro i rossoblù. Questo il testo: “Marcus Thuram si è sottoposto questa mattina ad accertamenti clinici e strumentali presso l’Istituto Humanitas di Rozzano. Gli esami hanno evidenziato un affaticamento agli adduttori della coscia sinistra. La sua situazione sarà valutata giorno dopo giorno”.

Da capire se l’attaccante francese potrà esserci nella semifinale di ritorno di Coppa Italia contro il Milan di mercoledì, con lo staff medico che proverà a recuperarlo, anche se ancora non si sono certezze.

Le ultime sull’Inter in vista del Bologna. Ancora assetti Dumfries e Zielinski: l’olandese dovrebbe rientrare con la Roma, per il polacco potrebbe servire una settimana in più. Simone Inzaghi deve fare a meno anche di Thuram e dovrebbe mischiare le carte senza stravolgimenti: in difesa De Vrij dovrebbe concedere un turno di riposo ad Acerbi, Bisseck insidia Pavard con Bastoni davanti a Sommer. Sulle fasce Zalewski dovrebbe prendere il posto di Darmian, a sinistra ballottaggio Carlos Augusto-Dimarco. Frattesi scalpita a centrocampo: potrebbe prendere il posto di uno fra Barella e Mkhitaryan con Calhanoglu in regia. Arnautovic, se sarà al meglio, titolare: insieme a lui Lautaro.

Calcio, Ranieri: "Champions? Sì se gli altri sbracano"

Roma, 18 apr. (askanews) – La strada verso la rincorsa Champions passa dalla sfida di domani allo stadio Olimpico contro il Verona. Claudio Ranieri, tecnico giallorosso, però non alimenta speranze e dice: “Lei scommetterebbe un euro sulla Roma in Champions? Lo vuole perdere! Siamo onesti. Se raggiungiamo la Champions League è perché le altre sbrigano e noi facciamo meraviglie. Diamo il massimo, alla fine vedremo quello che potremo fare. La squadra ha fatto una ripresa incredibile e non voglio prendere i meriti io eh. Teniamoci stretti questi ragazzi che stanno lottando con tutta la passione e voglia di far bene. Chiedo ai tifosi l’aiuto. Non dico che quello che riusciremo a fare dipenderà da loro. Ma sarà molto importante che loro capiscano la situazione che stiamo vivendo”. Stagione pesante dal punto di vista mentale. “Sono sincero quello che hanno fatto i ragazzi è prodigioso. Fisicamente la squadra sta bene. Lo stato di forma non è ottimale. Prima si giocava a 2 tocchi, con leggerezza. Ora non lo stiamo facendo, merito anche della controparte (Juve e Lazio), ma dico che la squadra sta facendo il massimo e tira fuori il meglio che può. Cambiare? Sì, si può cambiare ma si deve avere il bilancino del farmacista”. Molti sono i tifosi che stanno seguendo la Roma. “I tifosi? Meritano il massimo. Meritano quello che la proprietà vuole raggiungere- Una squadra che possa lottare per vincere uno o più campionati. Come dico sempre Roma non è stata fatta in una nota. Aspettiamo che il mercato per noi possa essere più libero. E poi cercheremo di tirare su la rete e vedere che pesce abbiamo preso. Se c’è un pesce sughero e se c’è una spigola. Non fare i furbi”. Quanto alla situazione dei singoli Dovbyk ed El Shaarawy “Hanno fatto oggi allenamento differenziato. Come al solito, sceglierò tra stasera e domani mattina. La partita con il Verona è difficilissima perchè si sono quadrati a meraviglia. In pratica il terzo gol che hanno fatto nel girone di andata contro la Roma, lo riproporranno 10-15 volte. Dobbiamo stare attenti a quello. Non dobbiamo affondare nella loro ragnatela. Vogliamo far bene e vogliamo i tre punti. Ma sarà difficile”. Deluso dal gol preso con la Lazio: “Deluso e molto arrabbiato. Dobbiamo lavorare di più. A volte ci manca la scaltrezza, la furbizia, l’essere determinati a non far entrare l’avversario nell’area di rigore. Tutta questione di carattere e allenamento. Ma alcuni momenti pensiamo di andare a prendere la palla da soli. No. Per cui dobbiamo ricompattare. Sono 9-10, i gol presi da calci d’angolo e punizione. Una squadra così non deve permettere tutto ciò”. Il mercato prossimo verte sulla caratteristica che prima ha detto, ossia ‘agonisticamente più furbi’: “Sicuramente. Quando si va a scegliere un giocatore si vede l’uomo, è un aspetto molto importante. Se vai a prendere una testa matta che rovina lo spogliatoio spendi soldi e non combini niente. SE c’è una parità di valutazione, naturalmente chi è più cattivo e tenace in alcune circostanze, come quella delle palle inattive, sicuramente si sceglie quello là”. Su Svilar “Non credo che ci siano rischi. Il procuratore fa il suo lavoro e noi il nostro, ma alla fine sono sicuro che si concluderà al meglio. Il ragazzo vuole restare”. Su Hummels: “Lui è una colonna. Grande giocatore e io sono convinto che se lo metto dentro fa la sua prestazione”. Su Soulè: “Hanno capito e rispettano la mia decisione. Soulè sta andando bene. Ve lo avevo detto all’inizio. Quando non giocava vi avevo detto che sarebbe stato il futuro della Roma. E’ un diamante grezzo e dobbiamo sgrezzarlo. Io sto cercando di afre il mio meglio. Chi arriverà, farà sicuramente meglio di me”.

Tennis, Darderi si ferma ai quarti a Monaco

Roma, 18 apr. (askanews) – Si ferma ai quarti di finale il cammino di Luciano Darderi all’Atp 500 di Monaco di Baviera. Reduce da sette vittorie consecutive, l’italoargentino è stato battuto da Ben Shelton con il punteggio di 6-4, 6-3 in poco meno di un’ora e un quarto di gioco. Una partita di alto livello del n. 15 al mondo, la migliore giocata finora a Monaco di Baviera con 29 vincenti a referto, 7 ace e il 77% di punti vinti con la prima. Qualche piccolo rimpianto per Darderi soprattutto nel secondo set, in cui era avanti di un break.

Pasqua e ponti, FS: oltre 27 milioni di persone viaggeranno in treno

Roma, 18 apr. (askanews) – Sono oltre 27 milioni le persone che hanno scelto e sceglieranno il treno per viaggiare durante i ponti primaverili legati alle festività di Pasqua, del 25 aprile e del primo maggio. Lo riferisce il Gruppo FS, che con un comunicato aggiunge che attraverso le società controllate Trenitalia, FS Treni Turistici Italiani e Busitalia, garantirà “un’offerta variegata e all’insegna della sostenibilità”.

Per soddisfare le esigenze di mobilità di questo periodo, si legge, sono attivi in alcune giornate sei Frecciarossa in più che viaggeranno tra Milano, Roma e Napoli, e treni in doppia composizione per raddoppiare i posti disponibili. Inoltre, fra Milano e la Calabria e fra Milano e la Puglia saranno disponibili in alcuni giorni Frecciarossa notturni.

Con i treni del Regionale è possibile raggiungere 1.700 località italiane, fra città d’arte, borghi e luoghi di montagna e di mare. Sono inoltre attive due corse del Sicilia Express di FS Treni Turistici Italiani per permettere ai residenti in Sicilia di rientrare nei luoghi d’origine per le festività pasquali. Molto apprezzato l’Intercity Notte, che consente di spostarsi di notte e raggiungere la propria meta già dal mattino presto. Bene anche gli Eurocity da e per la Svizzera, con un sensibile incremento degli arrivi su Genova e Bologna. Anche Busitalia rafforza la propria offerta con collegamenti verso aeroporti, mete culturali e località naturalistiche.

A trainare le prenotazioni per i ponti primaverili sono le città d’arte, prosegue FS, in particolare Roma, grazie anche alla spinta del Giubileo, Napoli, con le vicine Reggia di Caserta, Pompei e Paestum, e Venezia. Per le lunghe percorrenze in molti hanno deciso di optare per mete di mare, come il nord e il sud della Puglia, la Calabria e la Campania. Sempre apprezzati i borghi piemontesi, toscani e umbri, a partire da Assisi, tappa obbligata per i pellegrini in arrivo in Italia. Grande anche l’interesse per le destinazioni liguri, come le Cinque Terre, e siciliane, come Palermo e la zona del barocco.

Durante i ponti primaverili Frecciarossa incrementa i propri collegamenti e i posti disponibili per offrire un servizio ancora più frequente e comodo ai propri passeggeri. In giornate dedicate, lungo la costa Adriatica, saranno attivati due collegamenti in più tra Milano e Pescara, oltre a due collegamenti tra Bolzano e Pescara nelle giornate del 1°, 4 e 31 maggio e 2 giugno. Inoltre, nelle date a maggior flusso di passeggeri, ulteriori otto treni fermeranno a Riccione, per un totale di 12 collegamenti al giorno. Nelle giornate a più alta richiesta, tra il 25 aprile e il 2 giugno, sono previste nuove partenze straordinarie per sei Frecciarossa che viaggeranno tra Milano, Roma e Napoli, e treni in doppia composizione: una soluzione che permette di raddoppiare i posti disponibili per i viaggiatori. Tornano anche i Frecciarossa notturni tra Milano e la Calabria e tra Milano e la Puglia. Dal 18 aprile, inoltre, saranno messi a disposizione quattro collegamenti FrecciaLink – il servizio realizzato con autobus dedicati in connessione con Frecciarossa – da e per gli scavi di Pompei e Sorrento, con partenze da Milano, Reggio Emilia AV, Bologna, Firenze e Roma. Inoltre, molto apprezzati anche i collegamenti treno+bus verso Perugia, Assisi e Matera, raggiungibili dalle principali città italiane.

Tra le soluzioni preferite dai viaggiatori, dice ancora il gruppo FS, oltre ai treni Intercity che quotidianamente collegano l’Italia, si conferma l’Intercity Notte, che consente di spostarsi di notte e raggiungere la propria meta già dal mattino presto. Nel 2024 è stato scelto da 2 milioni di passeggeri, il 5% in più rispetto al 2023, tendenza che si conferma nel 2025. Particolarmente richiesta l’opzione Eurocity da e per la Svizzera, con un sensibile incremento degli arrivi su Genova e Bologna, destinazioni riattivate da settembre 2024 con la riapertura del Tunnel del Gottardo in Svizzera.

Con circa 1.700 località raggiunte e la sua rete che attraversa tutte le regioni italiane, il Regionale rappresenta la scelta ideale per visitare l’Italia. Sempre più persone scelgono il Regionale per riscoprire il piacere del viaggio lento, sostenibile e autentico. Un modo semplice e accessibile per muoversi tra le città d’arte – come Roma, Napoli, Firenze e Venezia – e per lasciarsi sorprendere da luoghi dal fascino unico come Pompei, la Reggia di Caserta e le Cinque Terre. Con l’itinerario Parchi Line è possibile spostarsi tra i principali parchi archeologici della Campania, da Ercolano a Pompei, fino a Paestum. Ma a conquistare i viaggiatori sono anche i borghi: Cortona, Montepulciano, San Gimignano, Urbino, Fermo, Spoleto, Orvieto, Lecce, Taormina e Siracusa.

In occasione dei ponti primaverili, l’offerta si arricchisce con collegamenti aggiuntivi e itinerari stagionali. In Sicilia arrivano due nuovi treni tra Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, e l’aeroporto di Palermo “Falcone e Borsellino”. Dal 25 aprile tornano anche il Taormina Line, il Barocco Line e il Cefalù Line, itinerari pensati per vivere il territorio tra arte, mare e cultura. In Puglia riparte il Salento Line, nel Lazio il Castelli Romani Line e in Toscana gli Etruschi Line e il Tuscany Line, che connettono le città d’arte, i paesaggi collinari e i piccoli borghi ricchi di storia. Per chi parte in aereo sempre disponibili i collegamenti da e verso gli aeroporti di Fiumicino – Leonardo express – e Palermo Punta Raisi. Grazie ai servizi intermodali treno+Link, il viaggio prosegue anche oltre la stazione, con collegamenti verso aeroporti, porti turistici e destinazioni non raggiungibili direttamente in treno.

In occasione del lungo ponte pasquale torna anche il Sicilia Express, il collegamento fra Piemonte e Sicilia pensato per offrire un’opportunità di viaggio ai siciliani residenti nel nord Italia per motivi di lavoro o studio. L’offerta, realizzata grazie alla collaborazione tra FS Treni Turistici Italiani e l’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana, permette di collegare Torino, Milano, Parma, Bologna, Firenze e Roma a Palermo e Siracusa il 17 aprile, con viaggio di ritorno previsto il 26 aprile.

Anche Busitalia rafforza la propria offerta con collegamenti verso aeroporti, mete culturali, città d’arte e località naturalistiche. In particolare, verrà potenziato il servizio Assisi Link in occasione dei più importanti eventi religiosi e incrementato l’Umbria Airlink tra Perugia/Assisi e l’aeroporto regionale, fino a 32 corse giornaliere. Potenziati anche l’Orvieto Link e il servizio di navigazione sul Trasimeno, con fino a 60 corse nei giorni festivi verso Isola Maggiore e Isola Polvese. Confermati i link turistici integrati in Umbria e Veneto (tra cui Spoleto, Narni, Marmore, Piediluco, Chioggia-Sottomarina). Esteso il servizio Padova-Aeroporto Marco Polo Venezia, ora attivo anche il 1° maggio. Attivi anche i collegamenti Airlink per gli aeroporti di Salerno e Bergamo Orio al Serio, con nuovi orari e tariffe promozionali da Verona e Brescia. Prosegue infine il collegamento diretto da Firenze all’outlet The Mall.

Cinema, il 25 aprile torna al cinema "Porco Rosso" di Hayao Miyazaki

Roma, 18 apr. (askanews) – Il 25 aprile torna al cinema “Porco Rosso”, uno dei capolavori di Hayao Miyazaki in cui è più esplicito il legame del maestro giapponese con l’Italia.

Il film è un grido di libertà contro la guerra, l’oppressione e il fascismo, tanto che alla richiesta di rientrare in Italia e aderire al regime, il protagonista Marco Pagot, aviatore anarchico e solitario, non esita a rispondere: “Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale!”.

Una scena diventata simbolo del pensiero politico di Miyazaki e che in moltissimi, oggi, associano proprio al Giorno della Liberazione, che quest’anno festeggia l’ottantesimo anniversario.

Marco Pagot è un asso dell’aviazione militare italiana che, in seguito a un misterioso incidente durante la Prima Guerra Mondiale al quale sopravvive miracolosamente, assume per magia l’aspetto di un maiale antropomorfo. Con il nome di battaglia di Porco Rosso, a bordo del suo idrovolante vermiglio, decide di ritirarsi dal mondo militare e di guadagnarsi da vivere facendo il cacciatore di taglie. Ma l’arrivo del pilota americano Curtis, assoldato dai Pirati del Cielo, lo costringerà a nuove battaglie sui cieli dell’Adriatico, continuando a combattere contro il fascismo per la salvaguardia dell’umanità e per la riconquista di un perduto amore.

I cinema in cui sarà possibile vederlo: Napoli – cinema Metropolitan, ore 16.00, Roma – cinema Quattro Fontane, ore 16:00 e ore 18.00; Firenze – cinema Astra, ore 19.00; Bologna – cinema Odeon, ore 16.00; Genova – cinema Sivori, ore 19.00; Milano – cinema Anteo, ore 19.30; Torino – cinema Eliseo, ore 16.00.

Save the Children, Ferrero, Fci e Polizia contro la povert educativa

Napoli, 18 apr. (askanews) – Contrastare la povert educativa e garantire a bambini, bambine e adolescenti il diritto al gioco e alle opportunit educative. E’ questo uno degli obiettivi del progetto “Bicimparo” che avvia bambini alla pratica della bici, attraverso la realizzazione di un Tour che coinvolge 19 regioni e ha l’obiettivo di incentivare il movimento e il gioco tra bambine e bambini e preadolescenti in modo gioioso. Il programma, che nasce in sinergia tra Save the Children, Kinder Joy of moving, alla Federazione Ciclistica italiana e con la partecipazione della Polizia di Stato, si rivolge a tutti i bambini a partire dai 5 anni che vogliono mettere alla prova le loro abilit di guida della bicicletta. La prima tappa si svolta nel quartiere Scampia di Napoli, per giovani dei Punti Luce della citt.

Cos Silvia di Laurenzi, coordinatrice, programma Punti luce Save the Children: ” un giorno in cui i ragazzi e le ragazze del Punto Luce di Napoli Chiaiano, dagli 11 ai 13 anni, avranno l’opportunit di avvicinarsi al ciclismo. Oggi per noi una giornata importante, perch lo sport rappresenta tutti quei valori educativi e formativi in cui noi crediamo insieme nostri partner. E sar una giornata di divertimento, di gioco in cui i ragazzi si avvicineranno alla bici perch molti di loro non ci sono mai andati, molti non hanno una bicicletta, quindi un’occasione proprio per imparare, per acquisire competenze, anche tecniche, ma anche per tirare fuori le loro emozioni, le loro abilit, le loro capacit e le loro aspirazioni; in questo caso in ambito sportivo”.

L’iniziativa vede coinvolta la Polizia Stradale che interviene illustrando le regole e i comportamenti corretti da mettere in pratica per garantire una guida sicura. Dalla spiegazione delle funzionalit e dotazioni obbligatorie, all’importanza dell’utilizzo del casco protettivo e al significato dei cartelli stradali. Per Iolanda Ragosta consigliere federale FCI: ” importante innanzitutto combattere la povert educativa. Attraverso la bicicletta non siamo capaci di insegnare quelle che sono le norme del codice della strada, del vivere civile, di vivere insieme, ma non solo. Noi cerchiamo di far passare il messaggio di una corretta alimentazione, ma anche della corretta manutenzione della bici. Quindi tutto un discorso impostato sulla sicurezza, all’indipendenza e nel divertirsi nel modo sicuro”.

La tappa napoletana stata all’insegna del divertimento e dell’apprendimento dove l’inclusione attraverso la pratica sportiva stato fulcro dell’ evento organizzato da Ferrero, Federciclismo e Save the Children. “Oggi siamo a Scampia in una delle piazze simboliche della rinascita di Scampia, Piazza Ciro Esposito, uno spazio che mano a mano sta riconquistando la citt e lo sta facendo portando gioia, movimento e oggi qui abbiamo scelto di portare la nostra manifestazione. – continua Iolanda Ragosta – Inoltre il messaggio della sicurezza ci servir anche come viatico che stato accolto benissimo dalla Municipalit in quanto c’ il completamento di una pista ciclabile lunga 30 chilometri che dovr vivere, dovr vivere di ragazzi”. I prossimi due appuntamenti sono il 20 maggio a Milano e il 21 maggio a Genova.

Bper: in assemblea plebiscito su aumento Ops Sondrio, sì da 99,9% presenti

Milano, 18 apr. (askanews) – Via libera quasi all’unanimità dall’assemblea degli azionisti di Bper all’attribuzione al cda della delega ad aumentare il capitale sociale a servizio dell’Ops sulla Banca Popolare di Sondrio. All’assemblea che si è tenuta a Modena “a porte chiuse” (per il solo tramite del rappresentante designato) era presente il 62,17% circa del capitale sociale. I favorevoli sono stati oltre il 99,9% dei presenti.

“Tutte le proposte all’ordine del giorno sono state approvate con una amplissima maggioranza. Siamo grati ai nostri azionisti per la costante fiducia e il continuo supporto e per il sostegno all’importante progetto strategico legato all’offerta pubblica di scambio su Banca Popolare di Sondrio”, ha dichiarato Gianni Franco Papa, amministratore delegato di Bperi. “L’operazione ha l’obiettivo di consentire ulteriore crescita e sviluppo alla banca e di creare sempre più valore a beneficio di tutti gli stakeholder nei territori nei quali operiamo”.

Nel dettaglio, l’assemblea ha attribuito al board la facoltà, da esercitarsi entro il 31 dicembre, di aumentare il capitale sociale in una o più volte, in via scindibile, con esclusione del diritto di opzione per un importo massimo complessivo di 981.120.051,74 euro, oltre sovraprezzo, con emissione di un numero massimo di 657.409.377 azioni ordinarie senza valore nominale, con godimento regolare e caratteristiche identiche a quelle delle azioni in circolazione alla data di emissione. Il cui prezzo di emissione sarà determinato dal cda in conformità alle previsioni di legge, da liberare mediante conferimento in natura in quanto a servizio dell’Ops, con conseguente modifica dell’art. 5 dello Statuto sociale.

Approvati nella parte ordinaria anche il bilancio 2024, la distribuzione del dividendo di 0,6 euro, la politica di remunerazione 2024 e i piani di incentivazione.

Vance da Meloni, sul tavolo il negoziato commerciale con l’Ue e l’accordo per Ucraina (e "siamo ottimisti")

Roma, 18 apr. (askanews) – “Abbiamo due questioni importanti di cui discutere, voglio aggiornare la Presidente del Consiglio sull’andamento dei negoziati tra Russia e Ucraina, e delle ultime cose accadute nelle ultime 24 ore, ci sono alcune cose interessanti da riferire, ovviamente in privato. Ci sentiamo ottimisti e speriamo di poter portare questa guerra brutale a una fine” lo ha dichiarato il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, incontrando la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Palazzo Chigi. “Naturalmente – ha proseguito Vance – parleremo della relazioni economiche molto importanti tra Usa e Italia e anche di come raggiungere qualche negoziato commerciale non ovviamente solo tra Italia e Usa ma tutta l’Unione Europea, ne abbiamo già parlato ieri e ne riparleremo oggi”, ha aggiunto Vance che ha già incontrato la presidente del Consiglio ieri a Washington.

“Apprezzo l’amicizia fra i nostri due Paesi e la nostra personale” ha commentato il vicepresidente, al quale Meloni ha fatto da traduttrice per il mancato arrivo dell’interprete: “Avresti potuto definirmi uno stupido ma nella più bella lingua del mondo, non mi sarebbe importato”, ha scherzato rivolgendosi alla Presidente del Consiglio.

“Girando questa mattina per Roma non ho potuto fare a meno di pensare che questa è una città che è stata costruita da persone che amano gli esseri umani e che amano Dio, e spero di poter trarne qualche ispirazione”, ha concluso.

Meloni riceve Vance: orgogliosa del rapporto privilegiato Italia-Usa

Roma, 18 apr. (askanews) – “Sono onorata di accogliere a palazzo Chigi il vicepresidente degli Stati uniti J. D. Vance che non vedo da un sacco di tempo… come sapete abbiamo avuto un fantastico incontro ieri e questa presenza è l’occasione di rafforzare la cooperazione bilaterale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle dichiarazioni congiunte a palazzo Chigi con il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance.

“Molti temi abbiamo trattato ieri, altri ne discuteremo oggi, ma sicuramente – ha aggiunto – Italia e Stati Uniti sono determinati a rafforzare la loro cooperazione. Noi crediamo che l’Italia possa essere un partner molto importante nell’Europa e nel Mediterraneo per gli Stati Uniti d’America e sicuramente c’è un rapporto privilegiato fra noi, ne sono molto orgogliosa”.

Meloni riceve Vance: orgogliosa per rapporto privilegiato Italia-Usa

Roma, 18 apr. (askanews) – “Sono onorata di accogliere a palazzo Chigi il vicepresidente degli Stati uniti J. D. Vance che non vedo da un sacco di tempo… come sapete abbiamo avuto un fantastico incontro ieri e questa presenza è l’occasione di rafforzare la cooperazione bilaterale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle dichiarazioni congiunte a palazzo Chigi con il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance.

“Molti temi abbiamo trattato ieri, altri ne discuteremo oggi, ma sicuramente – ha aggiunto – Italia e Stati Uniti sono determinati a rafforzare la loro cooperazione. Noi crediamo che l’Italia possa essere un partner molto importante nell’Europa e nel Mediterraneo per gli Stati Uniti d’America e sicuramente c’è un rapporto privilegiato fra noi, ne sono molto orgogliosa”.

Mfe, Prosieben estende contratto con il Ceo Habets per altri 3 anni

Milano, 18 apr. (askanews) – Il Consiglio di Sorveglianza di ProSiebenSat.1 ha prorogato il contratto di Bert Habets come Group Ceo per altri tre anni, fino a ottobre 2028. Questo, sottolinea una nota dell’emittente tedesca, controllata da Mfe (Mediaset), conferisce ad Habets il mandato di continuare la coerente trasformazione del gruppo. La strategia stabilita da Habets mira a focalizzare l’azienda sul suo core business e a farla diventare la società di intrattenimento leader nella regione DACH.

“Negli ultimi anni abbiamo raggiunto importanti traguardi nella trasformazione di ProSiebenSat.1 in una società di intrattenimento digitale”, ha commentato Habets. “Sono quindi ansioso di continuare a lavorare sui nostri obiettivi strategici e di far crescere e rafforzare ulteriormente la nostra presenza nel settore dell’intrattenimento in DACH insieme al mio team altamente impegnato. Desidero ringraziare il Consiglio di sorveglianza per la fiducia accordatami e sono ansioso di continuare il nostro lavoro insieme”.

Calcio, Anticipi e posticipi serie A Inter-Roma il 26 aprile

Roma, 18 apr. (askanews) – La Lega di serie A ha ufficializzato le date dei due turni che seguiranno quello del prossimo weekend riguardanti la 34ª e 35ª giornata.

L’Inter ospiterà la Roma sabato 26 aprile alle ore 18, mentre il Napoli se la vedrà al Maradona col Torino il giorno dopo alle 20.45. Per una volta nel turno successivo sarà invece la squadra di Conte a scendere in campo prima dei nerazzurri, sfidando il Lecce al Via del Mare sabato 3 maggio alle 18, mentre l’Inter giocherà di nuovo in casa col Verona poco dopo, alle 20.45. Il big match del 35° turno vedrà la Juventus impegnata al Dall’Ara col Bologna domenica 4 maggio alle 20.45, in un potenziale spareggio Champions. Il Milan andrà a Venezia all’ora di pranzo (12.30) di domenica 27 aprile, mentre la trasferta successiva a Marassi col Genoa lo vedrà in campo lunedì 5 maggio alle 20.45. Roma-Fiorentina, altra sfida in chiave europea, si disputerà domenica 4 maggio alle 18.

Giornata 34. Venerdì 25 aprile, ore 20.45: Atalanta-Lecce. Sabato 26 aprile, ore 15 Como Genoa; ore 18 Inter-Roma; ore 20.45 Lazio-Parma. Domenica 27 aprile, ore 12.30: Venezia-Milan; ore 15 Fiorentina-Empoli; ore 18 Juventus-Monza; ore 20.45 Napoli-Torino. Lunedì 28 aprile, ore 18.30 Udinese-Bologna; ore 20.45 Verona-Cagliari.

Giornata 35. Venerdì 2 maggio, ore 20.45: Torino-Venezia. Sabato 3 maggio, ore 15 Cagliari-Udinese; ore 18 Lecce-Napoli; ore 20.45 Inter-Verona. Domenica 4 maggio, ore 12.30 Empoli-Lazio; ore 15 Monza-Atalanta; ore 18 Roma-Fiorentina; ore 20.45 Bologna-Juventus. Lunedì 5 maggio, ore 20.45 Genoa-Milan.

La Via Crucis di Papa Francesco: appelli per la pace e per l’umanità, in un mondo di "freddi algoritmi"

Roma, 18 apr. (askanews) – Il dono della pace per “tutte le nazioni” e “per chi è invisibile e senza voce”; la pace e l’unità per la Chiesa; la supplica per le persone schiacciate da “un’economia che uccide”: sono gli spunti più importanti al centro delle meditazioni e delle preghiere per la Via Crucis di questa sera al Colosseo, a Roma, scritte da Papa Francesco.

Nella III stazione (Gesù cade per la prima volta), la meditazione del Papa è incentrata sulle diseguaglianze economiche: “La via della croce è tracciata a fondo nella terra: i grandi se ne distaccano, vorrebbero toccare il cielo. Invece il cielo è qui, si è abbassato, lo si incontra persino cadendo, rimanendo a terra. Ci raccontano, i costruttori di Babele, che non si può sbagliare e chi cade è perduto. È il cantiere dell’inferno. L’economia di Dio invece non uccide, non scarta, non schiaccia. È umile, fedele alla terra. La tua via, Gesù, è la via delle Beatitudini. Non distrugge, ma coltiva, ripara, custodisce”. “Venga il tuo Regno” è la preghiera che si rivolge a Dio “per coloro che si sentono falliti. A contestare un’economia che uccide. A ridare forza a chi è caduto. Nelle società competitive e fra chi insegue i primi posti. In chi giace alle frontiere e sente finito il suo viaggio”.

“Tu sei, Gesù, il Signore della gioia. In te siamo tutti ritrovati e portati a casa, come l’unica pecora che si era smarrita. Disumana è l’economia in cui novantanove vale più di uno. Eppure, abbiamo costruito un mondo che funziona così: un mondo di calcoli e algoritmi, di logiche fredde e interessi implacabili. La legge della tua casa, economia divina, è un’altra, Signore. Volgerci a te, che cadi e ti rialzi, è un cambio di rotta e un cambio di passo. Conversione che ridona gioia e ci porta a casa”, scrive ancora Papa Francesco nella meditazione per la VII stazione (Gesù cade per la seconda volta). E ancora per l’VIII stazione (Gesù incontra le donne di Gerusalemme): “Esiste un pianto in cui tutto rinasce. Occorrono, però, lacrime di ripensamento, di cui non vergognarsi, lacrime da non rinchiudere nel privato. La nostra convivenza ferita, o Signore, in questo mondo a pezzi, ha bisogno di lacrime sincere, non di circostanza. Altrimenti si avvera quanto predissero gli apocalittici: non generiamo più nulla e poi tutto crolla. La fede, invece, sposta le montagne. Monti e colli non ci cadono addosso, ma in mezzo a loro si apre una strada. È la tua strada, Gesù: una via in salita, su cui gli apostoli ti hanno abbandonato, ma le tue discepole – madri della Chiesa – ti hanno seguito”.

“Se la Chiesa ti appare oggi come una veste lacerata, insegnaci a ritessere la nostra fraternità, fondata sul tuo dono. Siamo il tuo corpo, la tua tunica indivisibile, la tua Sposa. Lo siamo insieme”, si legge nella meditazione per la X stazione della Via Crucis (Gesù è spogliato delle vesti), con la preghiera “Dona alla tua Chiesa pace e unità”.

“Gesù, che sembri dormire nel mondo in tempesta, portaci tutti nella pace del sabato. Allora la creazione intera ci apparirà molto bella e buona, destinata alla risurrezione. E sarà pace sul tuo popolo e fra tutte le nazioni” è invece una parte della meditazione per la XIV stazione (Gesù è deposto nel sepolcro). La preghiera recita: “Venga la tua pace”, “Per i giusti e per gli ingiusti”, “Per chi è invisibile e senza voce”, “Per chi non ha potere né denaro”, “Per chi attende un germoglio giusto”.

Exposed, il Far West amazzonico e inatteso di River Claure

Torino, 18 apr. (Askanews) – River Claure un fotografo boliviano under 30, gi protagonista alla Biennale Arte del 2024, e oggi uno degli ospiti di Exposed Torino Foto Festival. Il suo progetto “Unce Upon a Time in the Jungle” ospitato alla GAM, la Galleria d’arte moderna e contemporanea torinese.

“Questo lavoro – ha detto Claure ad askanews – parla della violenza che latente nella foresta amazzonica ecuadoriana, una violenza che il frutto delle industrie estrattive, come quella del petrolio o delle miniere, ma anche del narcotraffico, ma guardo questi temi un po’ come se fosse un gioco, come se fosse una storia del Far West americano. Penso che questa mostra stia a met strada tra la stage photography e quella in presa diretta. non so, un po’ una mistura”.

Il talento di Claure sta proprio nel saper affrontare di petto argomenti forti, politici, ma con un approccio che tutto artistico, che estetico nel senso pi forte del termine. Il suo sguardo di fotografo ha la consapevolezza della sua costruzione, anche se si tratta di scatti realizzati davvero ai confini del mondo, dopo quasi 400 km di viaggio in canoa. Per questo gli abbiamo chiesto di dirci cos’ oggi per lui la fotografia. ” la mia scusa per imparare – ci ha risposto – il modo in cui imparo cose sulle altre persone, sul contesto e anche su me stesso. Credo proprio che la fotografia sia lo strumento con cui io imparo”.

Tra il gioco e l’impegno, quello che succede guardando le immagini di “Once Upon a Time in the Jungle” di vedere ribaltati gli stereotipi sulla rappresentazione dell’Amazzonia e del suo territorio. E ci si imbatte anche nel dubbio che davanti ai nostro occhi scorra una sorta di letteratura per immagini, una rilettura sudamericana – alla Borges o alla Bolano – del mito della frontiera e del West.

Attacchi a Kharkiv e Sumy, Zelensky: il Venerdì Santo è iniziato con i missili russi

Roma, 18 apr. (askanews) – Il Venerdì Santo dell’Ucraina è iniziato con i missili russi. L’ha denunciato oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, mettendo in evidenza gli attacchi di oggi, con almeno due morti, contro Kharkiv e Sumy – quest’ultima colpita nuovamente dopo la strage della Domenica delle Palme. A Kharkiv è stata uccisa una persona e ferite 82, di cui sei bambini, nella mattinata di venerdì, hanno riferito le autorità. “Così la Russia ha iniziato questo Venerdì Santo – con missili balistici, missili da crociera, droni Shahed – mutilando il nostro popolo e le nostre città”, ha scritto il presidente ucraino su X. In alcune foto e un video allegato si mostrano palazzi residenziali colpiti e persone ferite.

“Un attacco missilistico su Kharkiv, proprio in città. Decine di palazzi residenziali sono stati danneggiati, così come un’impresa e alcuni veicoli. Circa 70 persone sono rimaste ferite, tra cui cinque bambini. La più piccola, Valeriia, ha appena due anni. Tutti i feriti hanno ricevuto le cure mediche necessarie. Tragicamente, una persona è stata uccisa”, ha scritto il presidente ucraino.

(In foto una delle immagini postate dal presidente ucraino Zelensky sui social)

Il vice presidente Usa JD Vance è a Roma. Incontrerà Meloni e il cardinale Parolin

Roma, 18 apr. (askanews) – Il vice presidente Usa JD Vance è arrivato oggi a Roma. L’Air Force Two è atterrato oggi all’aeroporto romano di Ciampino. Vance incontrerà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a sua volta di ritorno da Washington dove ha incontrato il presidente Usa Donald Trump.

Il vicepresidente, che è di religione cattolica, è accompagnato dalla sua famiglia per l’intera settimana. Dovrebbe avere anche un incontro con il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, e partecipare alle celebrazioni legate alla Domenica di Pasqua.

Al termine della visita in Italia, Vance si recherà a Nuova Delhi per vedere il primo ministro indiano Narendra Modi.

Meloni a Washington ha incontrato anche Musk: "Contenta di rivedere il mio amico" (e posta video)

Roma, 18 apr. (askanews) – C’era anche Elon Musk a Washington, quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato il presidente Usa Donald Trump. È la stessa premier a rivelarlo, postando sui social un breve video dell’incontro con il proprietario di Tesla, X e Starlink.

Nel video si vede Trump di spalle, mentre Meloni e Musk si salutano affettuosamente, scambiandosi un bacio sulle guance. “Contenta di rivedere a Washington il mio amico Elon Musk”, scrive su X la premier.

Rubio: se non è possibile far cessare la guerra in Ucraina, gli Usa lasceranno

Roma, 18 apr. (askanews) – “Se non sarà possibile porre fine alla guerra in Ucraina, gli Stati Uniti dovranno abbandonare i loro sforzi e andare avanti” e “dobbiamo stabilirlo molto rapidamente, e parlo di pochi giorni”: lo ha detto oggi alla stampa il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, prima di lasciare Parigi dove, insieme all’inviato Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ieri ha incontrato rappresentanti di Ucraina, Francia, Regno Unito e Germania. Sempre ieri Rubio ha anche avuto un colloquio telefonico con il suo omologo russo, Sergey Lavrov.

A Parigi, ha detto Rubio, gli Stati Uniti hanno “iniziato a discutere linee guida più specifiche su quello che potrebbe essere necessario per porre fine alla guerra” e se questa sia una guerra possa essere risolta o meno. “Se non sarà possibile porre fine, se saremo così distanti che questo non accadrà, allora penso che il presidente sia probabilmente arrivato al punto di dire che abbiamo finito”. “Non è la nostra guerra. Non l’abbiamo iniziata noi. Gli Stati Uniti hanno aiutato l’Ucraina negli ultimi tre anni e vogliamo che finisca, ma non è la nostra guerra – ha aggiunto – il Presidente ha trascorso 87 giorni al vertice di questo governo, impegnandosi ripetutamente per porre fine a questa guerra. Ora stiamo raggiungendo un punto in cui dobbiamo decidere e stabilire se sia possibile o meno. Ecco perché stiamo coinvolgendo entrambe le parti”.

Colonnine elettriche, Mimit: 29/4 riparte bonus per utenti domestici

Roma, 18 apr. (askanews) – Il 29 aprile 2025 riparte il Bonus colonnine per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici effettuati da utenti domestici.

L’incentivo, spiega una nota del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è rivolto a coloro che hanno acquistato e installato l’infrastruttura di ricarica tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2024 e che non hanno potuto presentare la domanda entro il termine di chiusura della precedente edizione della misura.

I destinatari delle agevolazioni sono le persone fisiche residenti in Italia e i condomìni rappresentati dall’amministratore pro tempore o da un condomino delegato.

I contributi sono concessi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Le domande possono essere presentate online sul sito di Invitalia, che gestisce la misura, dalle 12.00 del 29 aprile alle 12.00 del 27 maggio 2025.

Maltempo in Veneto, padre e figlio dispersi a Valdagno: individuato un corpo

Roma, 18 apr. (askanews) – Sono stati trovati i corpi dei due dispersi, padre e figlio, nel Vicentino, colpito dal maltempo. I vigili del fuoco hanno concluso il recupero di un corpo nel torrente Agno a Trissino , individuato in un`ansa del corso d`acqua durante le operazioni di ricerca. Salgono così a due le vittime del maltempo che ha colpito la zona nelle ultime ore. Sul posto i vigili del fuoco stanno operando anche con l’elicottero Drago. In provincia di Vicenza erano iniziate nella notte le ricerche dei due dispersi sul torrente Agno, un uomo e suo figlio, caduti con l’auto in una voragine che si è aperta a Valdagno (Vicenza).

Hanno preso parte alle ricerche squadre a terra del comando di Vicenza, soccorritori fluviali alluvionali, sommozzatori e droni del nucleo regionale del Veneto e l’elicottero Drago del reparto volo di Venezia. “Esprimo il mio cordoglio alla famiglia e alla comunità di Valdagno, che in questo venerdì santo viene colpita tanto duramente da un’ondata di maltempo eccezionale per violenza e quantità di pioggia caduta”, così il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.

“Ringrazio la Protezione civile regionale, il Genio civile, tutti i volontari e gli angeli del soccorso che in queste ore stanno lavorando nella Valle dell’Agno e nelle aree colpite da maltempo. Il genio civile di Vicenza, in particolare, ha aperto in serata le casse di espansione di Montebello, Trissino e Caldogno per contenere la piena del Bacchiglione: ancora una volta – prosegue Zaia – queste opere di difesa del suolo hanno salvato il Vicentino dalle conseguenze del maltempo. Sottolineo, solo per far comprendere la portata dell’evento meteo, che sono caduti in media oltre 100 mm di pioggia sull’Ovest Vicentino, con picchi a Valli del Pasubio (134 mm) e a Staro (191 mm), su terreni che da lunedì hanno assorbito già 70-120 mm di acqua”.

Maltempo in Veneto, padre e figlio dispersi a Valdagno: individuato un corpo

Roma, 18 apr. (askanews) – I vigili del fuoco hanno individuato il corpo senza vita di un uomo nel bacino di laminazione del torrente Agno a Trissino (Vicenza). Sono in corso le operazioni di recupero. Si tratta di uno dei due dispersi per il maltempo che ha colpito il Vicentino, trascinati via dalla corrente dell’Agno. Sul posto i vigili del fuoco stanno operando anche con l’elicottero Drago. In provincia di Vicenza erano iniziate nella notte le ricerche dei due dispersi sul torrente Agno, un uomo e suo figlio, caduti con l’auto in una voragine che si è aperta a Valdagno (Vicenza).

Hanno preso parte alle ricerche squadre a terra del comando di Vicenza, soccorritori fluviali alluvionali, sommozzatori e droni del nucleo regionale del Veneto e l’elicottero Drago del reparto volo di Venezia. “Sto seguendo con apprensione le ricerche di uno dei due dispersi, padre e figlio, che ieri sera sono caduti con l’auto nella voragine di ponte dei Nori a Valdagno. Per l’altro, purtroppo, le speranze sono già finite: il corpo è stato individuato nel bacino di laminazione di Trissino, 10 km più a valle, e le squadre dei sommozzatori sono al lavoro per il recupero. Esprimo il mio cordoglio alla famiglia e alla comunità di Valdagno, che in questo venerdì santo viene colpita tanto duramente da un’ondata di maltempo eccezionale per violenza e quantità di pioggia caduta”, così il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.

“Ringrazio la Protezione civile regionale, il Genio civile, tutti i volontari e gli angeli del soccorso che in queste ore stanno lavorando nella Valle dell’Agno e nelle aree colpite da maltempo. Il genio civile di Vicenza, in particolare, ha aperto in serata le casse di espansione di Montebello, Trissino e Caldogno per contenere la piena del Bacchiglione: ancora una volta – prosegue Zaia – queste opere di difesa del suolo hanno salvato il Vicentino dalle conseguenze del maltempo. Sottolineo, solo per far comprendere la portata dell’evento meteo, che sono caduti in media oltre 100 mm di pioggia sull’Ovest Vicentino, con picchi a Valli del Pasubio (134 mm) e a Staro (191 mm), su terreni che da lunedì hanno assorbito già 70-120 mm di acqua”.

Migranti, Mattarella: governare movimenti con canali legali

Milano, 18 apr. (askanews) – “I movimenti migratori vanno governati e l’Unione Europea deve esprimere il massimo impegno in questo senso. Il necessario contrasto all’illegalità, la lotta alla criminalità, si nutrono della predisposizione di canali e modalità di immigrazione legali che, con coerenza, esprimano rispetto nei confronti della vita umana”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una dichiarazione rilasciata a 10 anni dal naufragio nel Canale di Sicilia in cui persero la vita centinaia di persone, tra cui decine di bambini.

“Dieci anni or sono – ha ricordato Mattarella – nel Canale di Sicilia si consumò un’immane tragedia del mare, tra le più terribili che si ricordano nel Mediterraneo. I migranti morti e dispersi raggiunsero numeri spaventosi. Fra le vittime anche decine di bambini. Erano persone che disperatamente cercavano una vita migliore, fuggendo da guerre, persecuzioni, miseria. Persone finite nelle mani di organizzazioni criminali, che li hanno crudelmente abbandonati nel pericolo. La Repubblica italiana ricorda quelle tante donne e tanti uomini, molti destinati a restare senza nome”. Per il Presidente della Repubblica “è la nostra civiltà a impedirci di voltare le spalle, di restare indifferenti, di smarrire quel sentimento di umanità che è radice dei nostri valori. Nel fare memoria rinnoviamo l’apprezzamento per l’opera di soccorso da parte delle navi italiane che sono riuscite, in condizioni estreme, a salvare vite, rispettando quanto impone la legge del mare”.

Bancomat sbarca su Google Pay con Intesa SanPaolo

Roma, 18 apr. (askanews) – Bancomat, il circuito italiano di carte di pagamento ha annunciato il suo ingresso su Google Pay, attraverso un accordo con Intesa Sanpaolo e Google.

Con questo passo, recita un comunicato, Bancomat rafforzerà la sua posizione nel panorama dei pagamenti digitali in Italia, contribuendo alla crescita dell’ecosistema digitale del Paese e rispondendo alle esigenze di sicurezza, innovazione e accessibilità per tutti gli attori coinvolti. Obiettivi condivisi da Intesa Sanpaolo, partner storico di Bancomat, che, come prima banca del Paese, conferma il proprio impegno nell’innovazione costante, offrendo ai propri clienti la più ampia gamma di soluzioni di pagamento digitali e la massima libertà di scelta in termini di strumenti, canali e modalità di utilizzo, con un’attenzione continua a sicurezza, semplicità d’uso e accessibilità.

I clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo saranno i primi in Italia a poter digitalizzare la loro carta Bancomat su Google Wallet e a poter utilizzare i propri dispositivi Android per effettuare pagamenti contactless, rapidi e sicuri, nei negozi fisici, senza la necessità di portare con sé la carta fisica o inserire il PIN della stessa sul POS, garantendo la protezione dei dati personali secondo i consueti ed elevati standard di sicurezza.

Per gli esercenti, questa novità ridurrà i tempi di attesa e semplificherà il processo di pagamento, offrendo al contempo una soluzione economicamente vantaggiosa grazie al circuito Bancomat.

“L’attivazione di Bancomat su Google Pay è un risultato strategico che conferma la nostra volontà di portare il circuito di pagamento più utilizzato dagli italiani all’interno di tutti i principali ecosistemi digitali globali – ha commentato Matteo Valenti, amministratore delegato di Bancomat -. Vogliamo garantire ai titolari delle nostre carte la massima libertà di scelta su come pagare nei negozi fisici, mantenendo al centro i valori di sicurezza e italianità che da sempre ci contraddistinguono. Inoltre, grazie alla convenienza del nostro circuito, questa integrazione rappresenta un vantaggio concreto per milioni di esercenti italiani, che potranno offrire ai propri clienti un metodo di pagamento digitale innovativo, semplice e sicuro riducendo allo stesso tempo i propri costi di esercizio”.

Secondo Raffaella Mastrofilippo, responsabile Prodotti Transazionali e Piattaforme di Payment di Intesa Sanpaolo: “l’integrazione del circuito Bancomat su Google Pay rafforzerà ulteriormente la nostra storica collaborazione e la leadership di Intesa Sanpaolo nei pagamenti digitali. Il nostro impegno nell’innovazione tecnologica mira a offrire ai nostri 14 milioni di clienti soluzioni sempre più avanzate e al passo con la rapida evoluzione del mercato digitale. Grazie alla gamma più completa di wallet, wearable e innovative payments, i nostri clienti possono scegliere liberamente e in ogni momento come, con quale strumento e su quale canale effettuare un pagamento”. (fongte immagine: Bancomat Spa).

Exposed, alle Gallerie d’Italia la forza intima di Carrie Mae Weems

Torino, 18 apr. (askanews) – Una fotografia che esce dalla cornice e diventa qualcosa di pi, diventa etica, impegno, identit, ma pure architettura e storia. Ci vuole forse un attimo di tempo per entrare davvero dentro la mostra di Carrie Mae Weems alle Gallerie d’Italia di Torino, ma una volta trovato il proprio passo possibile sentire in profondit la forza di un’artista a tutto tondo.

“Nella nostra testa all’inizio – ha detto ad askanews Antonio Carloni, vicedirettore delle Gallerie d’Italia di Torino – Carrie Mae doveva coprire quello che noi definiamo il tema dell’inclusione o della non-inclusione, perch poi lei parla di non-inclusione. Invece poi andando avanti con Sarah Meister ci siamo accorti che era la mostra di una vita, cio era la ricerca di una vita portata avanti da Carrie Mae su se stessa, sulle proprie origini, sulla propria famiglia, sul proprio essere donna di colore negli Stati Uniti, sul suo rapporto con il potere e con la spiritualit e con il femminismo”.

La mostra “The Heart of the Matter”, che parte di Exposed Torino Foto Festival, presenta anche un nuovo progetto, “Preach”, commissionato da Intesa Sanpaolo per questa esposizione. Che contiene, tra le cento fotografie, anche la famosa e magnifica “Kitchen Table Series”, cos carica di umanit, intimit, ma anche di una forza politica che pari a quella estetica. “Lei fa proprio questo lavoro – ha aggiunto Carloni – cio ha dei messaggi politici, che per racconta attraverso se stessa, li racconta attraverso la propria umanit e usa la fotografia come medium”.

E nella conferenza di presentazione della mostra Carrie Mae Weems si rivolta direttamente al pubblico. “Io credo – ha detto la fotografa – che tutti in questa stanza, sia che siate artisti, musicisti, giornalieri o avvocati o banchieri, siamo tutti esseri umani e in qualche modo cerchiamo noi stessi, cerchiamo di raggiungere la nostra umanit. Cerchiamo il modo di restare umani anche nelle situazioni difficili che dobbiamo affrontare ogni giorno”.

E pensare alle sue fotografie, che hanno senza dubbio anche una forza civile, in relazione alla storia delle battaglie per i diritti in confronto con l’attuale situazione che si vive negli Stati Uniti, le rende probabilmente ancora pi presenti e, in un certo senso, necessarie.

Meloni strappa ok Trump a incontro a Roma, ma su dazi non cambia idea

L’obiettivo minimo (ma forse anche massimo possibile) Giorgia Meloni l’ha raggiunto: Donald Trump ha accettato l’invito a fare una visita in Italia, e in quell’occasione potrebbe “considerare” di partecipare a un incontro con l’Unione europea. Però il tycoon non ha cambiato idea sui dazi che “ci stanno arricchendo”.

Sono le 12 quando la presidente del Consiglio varca il cancello della Casa Bianca. Trump la accoglie definendola “great person”. E’ il primo dei molti complimenti che rivolge a una “fantastica persona” che “sta facendo un ottimo lavoro” e con cui la “relazione è ottima”. L’incontro si apre con un pranzo di lavoro aperto alle delegazioni: dal lato americano del tavolo oltre al presidente (con bicchiere di Coca Cola) siedono il vice J.D. Vance, che domani vedrà Meloni a Roma, il consigliere per la sicurezza Michael Waltz, il segretario al Tesoro Scott Bessent, il segretario alla Difesa Pete Hegseth; per l’Italia ci sono il consigliere diplomatico Fabrizio Saggio, il consigliere militare Franco Federici, l’ambasciatrice Mariangela Zappia. A sorpresa, la stampa viene fatta entrare per delle brevi dichiarazioni. La premier è visibilmente tesa, consapevole della posta in gioco e della difficoltà della riunione. “Io credo che potremmo raggiungere un accordo” sui dazi, dice, “sono qui proprio per questo”. Certo, precisa, “non posso fare un accordo nel nome dell’Unione europea, il mio scopo è invitare il presidente a un dialogo ufficiale con l’Italia e capire se, quando verrà, ci potrà essere anche un incontro con l’Unione europea”. Un invito che poi Trump accetta. Però, parlando dei dazi nello Studio Ovale, non rinnega la sua strategia: “No – risponde a un giornalista che gli chiede se Meloni gli abbia fatto cambiare idea – i dazi ci stanno arricchendo, stavamo perdendo tanti soldi con Biden, miliardi di dollari sul commercio, adesso la marea è cambiata”. Con la Ue, anche se non lo dice, sembra restare grande diffidenza. Quando un cronista gli chiede se conferma di considerare gli europei “parassiti”, la premier interviene dicendo che “non l’ha detto” e anche Trump fa mostra di stupore: “Non l’ho detto, non so di cosa state parlando”. Comunque, concede, “ci sarà al 100% un accordo sui dazi con l’Unione Europea”.

Altro tema al centro dell’incontro sono le spese per la difesa. La premier anticipa che al prossimo summit Nato, in programma a giugno, l’Italia annuncerà la volontà di “aumentare le spese al 2% come richiesto”. Troppo poco per il tycoon che la gela: “Non è mai abbastanza”. Per lui la ‘richiesta’ è già salita al 5% (anche se presumibilmente si accontenterà alla fine di un 3,5%). “L’Europa – assicura però lei – è impegnata a fare di più, sta lavorando sugli strumenti per aiutare gli Stati membri ad aumentare le spese per la difesa. Siamo convinti che tutti debbano fare di più”.

Nel lungo ‘spray’ – le dichiarazioni congiunte – allo Studio Ovale, qualche imbarazzo lo crea una domanda sull’Ucraina. Ai due viene chiesto conto del fatto che Trump dia sostanzialmente la colpa dell’inizio della guerra a Volodymyr Zelensky. Meloni, di fronte al suo interlocutore, si muove a disagio sulla sedia, consapevole di affrontare un tema estremamente scivoloso, ma mantiene il punto sulla posizione italiana. “Penso – ribadisce – che ci sia stata un’invasione e che l’invasore fosse Putin e la Russia. Ma oggi quello che è importante è che insieme vogliamo lavorare e stiamo lavorando per arrivare in Ucraina a una pace giusta e duratura. Sono sforzi su cui abbiamo condiviso anche oggi il nostro lavoro”. Da parte sua il presidente assicura che “non do la colpa al presidente Zelensky, ma non sono un suo fan”. Sicuramente, rivendica, “è una guerra che non sarebbe mai cominciata se fossi stato presidente. Ho parlato con Putin e mi ha detto che non l’avrebbe mai fatto”.

Sul tavolo del bilaterale, la premier mette interessi reciproci rilevanti, in primo luogo economici. “Le imprese italiane, come fanno da molti anni, investiranno qui nei prossimi anni circa 10 miliardi e questo mostra quanto siano interconnesse le nostre economie. Questo è molto importante, non si tratta solamente dell’Italia, si tratta dell’Europa”, spiega. Inoltre “l’Italia dovrà aumentare le importazioni di gas liquefatto” dall’America “e anche sul nucleare stiamo cercando di svilupparci e su questo dovremo lavorare insieme”. Anche di collaborazione in ambito aerospaziale hanno parlato i due, “ma non di Starlink” assicura la presidente del Consiglio. Glissa invece, evitando una domanda, sui rapporti strategici con la Cina, tema quantomai spinoso nei rapporti con Washington.

Piena sintonia sulla questione dei migranti, su cui il tyconn loda la sua interlocutrice. “Spero che l’Europa torni di nuovo grande – dice – oggi ha grandi problemi dovuti soprattutto all’immigrazione. Non sono un grande fan di come l’Europa ha affrontato la questione, dovrebbero farsi più furbi. La presidente Meloni ha assunto un atteggiamento di grande fermezza sull’immigrazione e auspico che molte più persone facciano come lei”. Lei ‘incassa’ il complimento e rivendica che “le cose stanno cambiando anche grazie a ciò che l’Italia ha fatto”.

La visita si conclude quindi nel segno di quello che la premier chiama “nazionalismo occidentale”, espressione forse non “corretta”, dice, se non nel senso che occorre “lavorare e rendere l’Occidente più forte” nel segno “dell’unità dell’Occidente” che deve parlare “francamente” e incontrarsi “a metà strada”, rafforzando “entrambe le sponde dell’Atlantico”. Con gli Usa che restano un “partner affidabile, altrimenti non sarei qua”.

La “special relationship” si è quindi consolidata? “L’Italia può essere il nostro miglior alleato in Europa, ma solo se Meloni resta il primo ministro”, scherza il presidente. Che sembra quindi promuovere il piano della premier. Almeno a parole. Poi nei suoi primi 100 giorni l’inquilino della Casa Bianca ha abituato a continui e repentini cambiamenti di prospettiva e quindi si dovrà vedere se la sintonia esibita oggi si tradurrà poi in risultati concreti.

La Voce del Popolo | Il mondo sull’ottovolante del presidente americano

L’andamento così erratico e scomposto di Trump, il suo delirio tra dazi che vanno e vengono, proclami che scappano di qua e di là, insulti che ritornano, doppiezze che si rincorrono l’un l’altra, può dar l’idea che tutte le destre del mondo siano come dissociate tra parole estreme e comportamenti più prudenti. Un po’ quello che ci è capitato di vedere anche dalle nostre parti, allorché dai banchi dell’opposizione si strillava contro l’Europa e si annunciavano blocchi navali e altre improbabili misure e poi l’indomani, dai banchi del governo, ci si disponeva a comportamenti assai meno dissennati. 

Temo che non si tratti di questo, invece. Non perché il presidente americano sia una figura politicamente coerente, tutt’altro. Ma perché, pur nell’infinito e scomposto vai e vieni di queste prime settimane, si intravedono due costanti sulle quali si può immaginare che egli insisterà. La prima è la durissima “confrontation” con la Cina, individuata ormai come l’avversario, anzi il nemico strategico. E la seconda è una sorta di assalto alla globalizzazione, dato che è evidente che l’attuale ordine internazionale non potrà reggere a tutti gli scossoni che la leadership americana sembra volergli infliggere. 

Su questi punti sembra proprio che Trump non intenda mollare. Nella convinzione che tutto questo sconquasso porterà benefici al suo Paese e gloria alla sua presidenza. Che poi il resto del mondo, trascinato su questo ottovolante, sia destinato a pagarne le conseguenze non sembra turbare più di tanto i sonni della attuale Casa Bianca.

[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]

Dibattito | La questione controversa del 18 aprile 1948

La lettura politica, culturale e storica del 18 aprile 1948 continua ad essere distorta. Per non dire strumentale ed interessata. Ci sono, al riguardo, varie letture che sono anche il frutto della confusione che attualmente caratterizza la politica italiana. Basti pensare, per fare un esempio di questi giorni, che un piccolo partito personale – quello di Italia Viva – pensa di essere il principale se non esclusivo erede del magistero politico di Alcide De Gasperi di un “partito di centro che guarda a sinistra”. Cioè un partito che si allea, oggi, con la sinistra populista e demagogica di Conte, quella radical/massimalista della Schlein e quella estremista ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Appunto, una contraddizione in sè che non merita ulteriori commenti.

Un secondo esempio lo possiamo ricavare direttamente dalla storiografia della sinistra italiana – quella più classica ed ufficiale – che legge il 18 aprile come una vittoria dello schieramento conservatore e di destra contro il “Fronte Popolare”, cioè la sinistra dell’epoca nel suo complesso.

Una lettura che nel corso degli anni è leggermente cambiata anche se ancora recentemente è stata riproposta sulle colonne del Corriere della Sera da un osservatore attento anche se politicamente schierato come Aldo Cazzullo.

In ultimo, e solo per citare le letture principali della storica vittoria del 18 aprile della Democrazia Cristiana, e quindi dell’intuizione politica degasperiana, è che da quel momento è partita nel nostro paese una prospettiva di centro sinistra. Come se il 18 aprile avesse segnato, quasi di diritto, l’esordio di una coalizione di centro sinistra che trova una perfetta corrispondenza con l’alleanza di sinistra e progressista contemporanea. Ora, se è a tutti evidente che il passato, soprattutto quello più lontano, non è replicabile in nessuna forma e in nessun modo, è altrettanto chiaro ed evidente che la storia non può sempre e solo essere manipolata e volgarmente strumentalizzata. 

Non è possibile, per entrare nello specifico, confondere la stagione degasperiana – quando si parla della vittoria del 18 aprile 1948 – con una prospettiva di centro sinistra. Stagione che, invece, è decollata in un secondo momento, dall’inizio degli anni ‘60 in poi, con l’alleanza con il Psi e l’ormai celebre “allargamento delle basi democratiche del nostro paese”. Ma per potere arrivare al ruolo del Pci – e penso a tutti coloro che confondono la sinistra culturale, politica, sociale e di governo con i comunisti o gli ex comunisti o i post comunisti – nella costruzione di una prospettiva politica di centro sinistra, dobbiamo aspettare gli inizi degli anni ‘90 con l’Ulivo e la liquidazione definitiva della cosiddetta prima repubblica. Altroché il centro sinistra antesignano di De Gasperi e la sua Democrazia Cristiana, quella Democrazia Cristiana. Per non parlare, com’è altrettanto ovvio ed evidente, dell’attuale sinistra sideralmente lontana da qualsiasi cultura di governo ed approccio riformista e liberale.

Ecco perché quando si parla del 18 aprile 1948, almeno per onestà intellettuale se non per rigore storico, occorre essere il più possibile corretti e coerenti con la vera storia politica del nostro paese. Perché continuando a confondere il magistero politico, culturale, istituzionale e di governo di Alcide De Gasperi con le categorie politiche contemporanee non solo si falsifica la storia del passato ma, quel che è peggio, si contribuisce anche a descrivere la stagione contemporanea con una lettura che non affonda le sue radici in quel passato, ma solo e soltanto nella propaganda qualunquista e volgare del presente.

Concilio di Nicea, Pasqua, Calendario: congiuntura per le Chiese cristiane

È un anno speciale il 2025 per le confessioni cristiane: il 20 aprile 2025 sia cattolici che ortodossi celebreremo la Pasqua nello stesso giorno. Una coincidenza provvidenziale nel calendario Gregoriano e nel calendario Giuliano. Il giubileo 2025 scandisce il tempo, rimanda a un dato storico, teologico, culturale: i 1700 anni dal Concilio di Nicea, convocato nel 325 dall’imperatore Costantino, in cui i Padri conciliari approvarono il Credo. A riguardo, Papa Francesco durante settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, del 25 gennaio 2025, ha ricordato che il Concilio di Nicea si impegnò a preservare l’unità della Chiesa

Nel Concilio si affrontarono innanzitutto questioni dottrinali, e la trattazione principale riguardò la lotta ad Ario e all’arianesimo che negava la divinità di Gesù. Il teologo Ario propugnava un rigido monoteismo, secondo il quale Cristo non può essere ‘Figlio di Dio’ in senso proprio, ma solo un essere intermedio che Dio usa nel relazionarsi all’essere umano. Il Concilio di Nicea condannò severamente, con determinazione questa posizione, poiché dottrina contraria alla fede, le cui affermazioni e descrizioni blasfeme, oltraggiavano il Figlio di Dio. Per dirimere la controversia ariana, i Padri conciliari rifiutarono il modello del monoteismo propagato da Ario, confermando il credo secondo cui Gesù Cristo, come Figlio di Dio, è consustanziale al Padre. Questa confessione è diventata la base della comune fede cristiana, essendosi svolto il Concilio di Nicea in un’epoca in cui la cristianità non era stata ancora lacerata dai numerosi scismi che si sarebbero verificati in seguito. Con il Concilio di Costantinopoli (381) si giunse, poi, a circoscrivere il contenuto della confessione di fede nello Spirito Santo e a formulare così il dogma della Divina Trinità come forma specificamente cristiana del monoteismo.

Oltre alla confessione cristologica, il Concilio si occupò di questioni disciplinari e canoniche, problemi e preoccupazioni pastorali della Chiesa all’inizio del IV secolo. Si trattò di questioni che riguardavano il clero, i conflitti giurisdizionali, i casi di apostasia e la situazione dei Novaziani, i cosiddetti “puri”, e dei seguaci di Paolo di Samosata, divulgatori della dottrina dell’adozionismo. La questione pastorale più importante che si affrontò fu quella della data della Pasqua, che era già controversa nella Chiesa primitiva, poiché esistevano datazioni diverse: alcuni cristiani, soprattutto in Asia Minore, celebravano sempre la Pasqua in concomitanza con la Pasqua ebraica il 14 del mese di nisan, indipendentemente dal giorno della settimana, per questo chiamati quartodecimani; altri cristiani, in Siria e in Mesopotamia, celebravano invece la Pasqua la domenica successiva alla Pasqua ebraica, per questo chiamati protopaschiti. In questa difficile situazione, il merito del Concilio di Nicea è aver posto la questione e cercato una regola uniforme.

È noto che dall’antichità ad oggi più calendari, si sono succeduti. La storia dell’uso del calendario, prima della riforma di Giulio Cesare, prevedeva il 13° mese, cosiddetto Mercedonio, intercalare dell’antico calendario romano -lunare-, di 27 giorni, mese poi eliminato. Subentrò il calendario Giuliano, istituito da Giulio Cesare nel 46 a. C. Per la realizzazione dello stesso, Cesare si servì delle competenze dell’astronomo Sosigene di Alessandria. La festa più sacra per i cristiani, la Pasqua, era complicata dal fatto che la resurrezione di Gesù ebbe luogo durante la Pasqua ebraica, che viene celebrata in conformità delle fasi lunari del calendario ebraico. Ne consegue che, rispetto al calendario solare di Cesare, la data della Pasqua cristiana, è destinata a non essere fissa ma a variare di anno in anno. A Nicea, durante il Concilio, a causa anche di un crescente antisemitismo tra i cristiani non ebrei, si stabilì di legare la resurrezione di Cristo al calendario di Cesare, utilizzando l’equinozio di primavera come riferimento fisso per la determinazione della Pasqua cristiana. E si stabilì: la Pasqua cadrà la prima domenica successiva al primo plenilunio, dopo l’equinozio di primavera. Nel 325 Costantino, durante Concilio ecumenico, pone l’intento di unificare la data della Pasqua, e quell’anno venne fissata il 25 aprile. La Pasqua varia tra il 21 marzo e il 25 aprile perché deve tener conto di tre fattori: l’equinozio di primavera; il 14 della prima luna, memoria della Pasqua ebraica; la domenica, memoria della resurrezione di Gesù.

Costantino lascia, così, una importante traccia nel calendario Giuliano, con tre integrazioni: introduzione della domenica come giorno festivo; il riconoscimento ufficiale di festività cristiane in date prefissate, come il Natale, che i cristiani iniziano a festeggiare solo intorno al IV scolo d. C.; l’innesto della celebrazione della Pasqua non officiata in una data fissa, e non sappiamo quando i discepoli di Gesù abbiano cominciato a celebrare la loro Pasqua.

Una nuova situazione venne a prodursi nella storia del cristianesimo nel XVI secolo, in seguito anche al Concilio di Trento (1545-1563), che fu convocato come risposta alla riforma protestante e produsse la controriforma, cioè l’insieme di misure di rinnovamento spirituale, teologico, liturgico. Si discusse dell’esigenza di un nuovo Calendario, ancor più perché la festività della Pasqua, si stava progressivamente spostando oltre primavera. Ecco che divenne pregnante pensare a una riforma del calendario. E, il Giubileo indetto con la Bolla “Dominus ac Redemptoris” del 1575 fu una felice occasione per Papa Gregorio XIII, di attuare la riforma del calendario. Fu proprio nel 1575, infatti, che istituì una Commissione incaricata di risolvere il problema. Fu considerata la proposta presentata da Antonio Lilio per conto del fratello Luigi Lilio che nel frattempo era morto. La Commissione nel 1577 redasse il Compendium che fu inviato ai principi cristiani, affinché ponessero la proposta di progetto di Luigi Lilio al vaglio degli studiosi delle università europee. Il 24 febbraio del 1582 Gregorio XIII promulgò la riforma del calendario, attraverso la bolla Inter gravissima, lo stesso fu emendato il 4 ottobre del 1582. Il libro di Luigi Lilio è rimasto manoscritto ad oggi introvabile. Perdurano interrogativi che non determinano esaustiva conoscenza del misterioso personaggio Luigi Lilio, e del fratello Antonio: origine, vita e morte rimangono una quaestio disputanda cui la storia ancora deve dare risposta e sussistono quattro questioni argomentate dalla sottoscritta, cui rimando, da dirimere, e che ad oggi mantengono Luigi Lilio un matematico mistero da risolvere, come anche il Prof. E. Mezzi evidenziò studiando prima di altri l’argomento. 

Con la riforma del calendario Gregoriano, la Pasqua si celebra sempre la domenica successiva al primo plenilunio di primavera. La conseguenza di questa decisione fu che, da allora, le Chiese in Occidente calcolano la data di Pasqua secondo tale calendario, mentre le Chiese in Oriente continuano a celebrare la Pasqua secondo il calendario Giuliano, che era usato in tutta la Chiesa prima della riforma del calendario Gregoriano, sul quale si era basato il Concilio di Nicea.

Ergo: l’anniversario del Concilio di Nicea, incastonato nell’Anno Santo 2025, rappresenta una grande opportunità di coesione da cogliere per tutti i cristiani che recitano lo stesso Credo, e credono nello stesso Dio, tanto più che in questo anno 2025 le Chiese in Oriente e in Occidente potranno nuovamente celebrare insieme la Pasqua nello stesso giorno, ovvero il 20 aprile. Si è chiamati a riscoprire, con verità, le radici comuni della fede, anelare l’unità con i fratelli d’oriente. Al contempo, è da tenere ben chiaro che le questioni politiche, troppe volte veicolate da interessi altri, capaci anche di eludere o confondere, devono stare distanti da quelle religiose poiché la storia articola, e in bellezza, un tempo aureo, di grazia.

Libri | Chi era Ernesto Buonaiuti? Definirlo modernista non basta

Nonostante siano ormai trascorsi ottant’anni dalla morte e cento dalla scomunica, Ernesto Buonaiuti (Roma, 1881-1946) è ancora una figura divisiva. Eretico o profeta, ribelle o santo, giudizi contrastanti ed estremi basati sul medesimo presupposto: l’associazione pressoché esclusiva tra Buonaiuti e il modernismo.
Ma Buonaiuti è stato molto più che un modernista. L’adesione a questo movimento segna solo la prima fase della sua lunga attività, caratterizzata da quello spirito critico e polemico tipico degli anni giovanili; col trascorrere del tempo la sua riflessione acquista spessore e profondità per poi assumere, negli anni della piena maturità, un tono mistico e spirituale.
Una ricchezza di contenuti, tuttavia, non facilmente accessibile, considerato che l’imponente letteratura primaria è ancora in buona parte in edizione originale e quella secondaria è adatta a un pubblico di lettori piuttosto selezionato.
Questo libro vuole offrire una visione d’insieme della vita e dell’opera di Ernesto Buonaiuti, mettendo in parallelo le sue tormentate vicende personali e le differenti fasi evolutive del suo pensiero: a una prima parte biografica, costruita sulla traccia della sua autobiografia Pellegrino di Roma, segue una seconda parte antologica, composta da una selezione di brani estesa a tutto l’arco temporale la sua attività. Un libro, quindi, che consente di conoscere Buonaiuti attraverso Buonaiuti; un uomo e un prete che ha speso tutta la sua vita in un’incessante ricerca del Regno di Dio.

“La Chiesa, società spirituale di tutti coloro che hanno attinto dal Vangelo e  hanno ritrovato nella sua trasmissione storica il viatico del loro pellegrinaggio nel mondo, non è rinchiusa nell’ambito di una generazione e di un’epoca. Essa spazia nel tempo e supera le barriere della morte. Chi lavora, nelle lacrime e nella rassegnazione, all’edificazione di un più alto organismo di fede e di cultura, può pensare che il suo contributo potrà trovare nei futuri una valutazione rivendicatrice.” (Ernesto Buonaiuti)

Scheda dell’editore

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Meloni strappa ok Trump a incontro a Roma, ma su dazi non cambia idea

Washington, 17 apr. (askanews) – L’obiettivo minimo (ma forse anche massimo possibile) Giorgia Meloni l’ha raggiunto: Donald Trump ha accettato l’invito a fare una visita in Italia, e in quell’occasione potrebbe “considerare” di partecipare a un incontro con l’Unione europea. Però il tycoon non ha cambiato idea sui dazi che “ci stanno arricchendo”.

Sono le 12 quando la presidente del Consiglio varca il cancello della Casa Bianca. Trump la accoglie definendola “great person”. E’ il primo dei molti complimenti che rivolge a una “fantastica persona” che “sta facendo un ottimo lavoro” e con cui la “relazione è ottima”. L’incontro si apre con un pranzo di lavoro aperto alle delegazioni: dal lato americano del tavolo oltre al presidente (con bicchiere di Coca Cola) siedono il vice J.D. Vance, che domani vedrà Meloni a Roma, il consigliere per la sicurezza Michael Waltz, il segretario al Tesoro Scott Bessent, il segretario alla Difesa Pete Hegseth; per l’Italia ci sono il consigliere diplomatico Fabrizio Saggio, il consigliere militare Franco Federici, l’ambasciatrice Mariangela Zappia. A sorpresa, la stampa viene fatta entrare per delle brevi dichiarazioni. La premier è visibilmente tesa, consapevole della posta in gioco e della difficoltà della riunione. “Io credo che potremmo raggiungere un accordo” sui dazi, dice, “sono qui proprio per questo”. Certo, precisa, “non posso fare un accordo nel nome dell’Unione europea, il mio scopo è invitare il presidente a un dialogo ufficiale con l’Italia e capire se, quando verrà, ci potrà essere anche un incontro con l’Unione europea”. Un invito che poi Trump accetta. Però, parlando dei dazi nello Studio Ovale, non rinnega la sua strategia: “No – risponde a un giornalista che gli chiede se Meloni gli abbia fatto cambiare idea – i dazi ci stanno arricchendo, stavamo perdendo tanti soldi con Biden, miliardi di dollari sul commercio, adesso la marea è cambiata”. Con la Ue, anche se non lo dice, sembra restare grande diffidenza. Quando un cronista gli chiede se conferma di considerare gli europei “parassiti”, la premier interviene dicendo che “non l’ha detto” e anche Trump fa mostra di stupore: “Non l’ho detto, non so di cosa state parlando”. Comunque, concede, “ci sarà al 100% un accordo sui dazi con l’Unione Europea”.

Altro tema al centro dell’incontro sono le spese per la difesa. La premier anticipa che al prossimo summit Nato, in programma a giugno, l’Italia annuncerà la volontà di “aumentare le spese al 2% come richiesto”. Troppo poco per il tycoon che la gela: “Non è mai abbastanza”. Per lui la ‘richiesta’ è già salita al 5% (anche se presumibilmente si accontenterà alla fine di un 3,5%). “L’Europa – assicura però lei – è impegnata a fare di più, sta lavorando sugli strumenti per aiutare gli Stati membri ad aumentare le spese per la difesa. Siamo convinti che tutti debbano fare di più”.

Nel lungo ‘spray’ – le dichiarazioni congiunte – allo Studio Ovale, qualche imbarazzo lo crea una domanda sull’Ucraina. Ai due viene chiesto conto del fatto che Trump dia sostanzialmente la colpa dell’inizio della guerra a Volodymyr Zelensky. Meloni, di fronte al suo interlocutore, si muove a disagio sulla sedia, consapevole di affrontare un tema estremamente scivoloso, ma mantiene il punto sulla posizione italiana. “Penso – ribadisce – che ci sia stata un’invasione e che l’invasore fosse Putin e la Russia. Ma oggi quello che è importante è che insieme vogliamo lavorare e stiamo lavorando per arrivare in Ucraina a una pace giusta e duratura. Sono sforzi su cui abbiamo condiviso anche oggi il nostro lavoro”. Da parte sua il presidente assicura che “non do la colpa al presidente Zelensky, ma non sono un suo fan”. Sicuramente, rivendica, “è una guerra che non sarebbe mai cominciata se fossi stato presidente. Ho parlato con Putin e mi ha detto che non l’avrebbe mai fatto”.

Sul tavolo del bilaterale, la premier mette interessi reciproci rilevanti, in primo luogo economici. “Le imprese italiane, come fanno da molti anni, investiranno qui nei prossimi anni circa 10 miliardi e questo mostra quanto siano interconnesse le nostre economie. Questo è molto importante, non si tratta solamente dell’Italia, si tratta dell’Europa”, spiega. Inoltre “l’Italia dovrà aumentare le importazioni di gas liquefatto” dall’America “e anche sul nucleare stiamo cercando di svilupparci e su questo dovremo lavorare insieme”. Anche di collaborazione in ambito aerospaziale hanno parlato i due, “ma non di Starlink” assicura la presidente del Consiglio. Glissa invece, evitando una domanda, sui rapporti strategici con la Cina, tema quantomai spinoso nei rapporti con Washington.

Piena sintonia sulla questione dei migranti, su cui il tyconn loda la sua interlocutrice. “Spero che l’Europa torni di nuovo grande – dice – oggi ha grandi problemi dovuti soprattutto all’immigrazione. Non sono un grande fan di come l’Europa ha affrontato la questione, dovrebbero farsi più furbi. La presidente Meloni ha assunto un atteggiamento di grande fermezza sull’immigrazione e auspico che molte più persone facciano come lei”. Lei ‘incassa’ il complimento e rivendica che “le cose stanno cambiando anche grazie a ciò che l’Italia ha fatto”.

La visita si conclude quindi nel segno di quello che la premier chiama “nazionalismo occidentale”, espressione forse non “corretta”, dice, se non nel senso che occorre “lavorare e rendere l’Occidente più forte” nel segno “dell’unità dell’Occidente” che deve parlare “francamente” e incontrarsi “a metà strada”, rafforzando “entrambe le sponde dell’Atlantico”. Con gli Usa che restano un “partner affidabile, altrimenti non sarei qua”.

La “special relationship” si è quindi consolidata? “L’Italia può essere il nostro miglior alleato in Europa, ma solo se Meloni resta il primo ministro”, scherza il presidente. Che sembra quindi promuovere il piano della premier. Almeno a parole. Poi nei suoi primi 100 giorni l’inquilino della Casa Bianca ha abituato a continui e repentini cambiamenti di prospettiva e quindi si dovrà vedere se la sintonia esibita oggi si tradurrà poi in risultati concreti.

Meloni: con Trump confronto leale e costruttivo, Italia protagonista

Washington, 17 apr. (askanews) – “Lavorare insieme per costruire un Occidente più forte. Oggi a Washington ho incontrato il Presidente Donald Trump. Un confronto leale e costruttivo su temi strategici: dalla sicurezza alla difesa, dalla lotta all’immigrazione illegale ai rapporti commerciali. Ho colto l’occasione per invitarlo a Roma, e sono lieta che abbia accettato. Sarà un’ulteriore occasione per rafforzare il dialogo tra le nostre Nazioni”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“L’Italia – aggiunge – è sempre più protagonista in uno scenario internazionale che cambia rapidamente. E oggi, anche grazie al lavoro fatto in questi anni, il nostro punto di vista viene ascoltato e rispettato. Il legame tra Italia e Stati Uniti resta solido, vitale e decisivo per affrontare insieme le grandi sfide globali”.

“L’amore in teoria”, Maupas: c’ bisogno di educazione sentimentale

Roma, 17 apr. (askanews) – Venti anni fa Luca Lucini esord con “Tre metri sopra il cielo” e oggi con “L’amore in teoria”, nei cinema dal 24 aprile, torna a raccontare il primo amore e quei ventenni che sono completamente cambiati in molte cose, anche nell’approccio ai sentimenti. Il protagonista, interpretato da Nicolas Maupas, un ragazzo studioso e gentile, innamorato di una ragazza che lo sfrutta, interpretata da Caterina De Angelis, che dopo esperienze spiacevoli scopre che deve volgere lo sguardo altrove.

Maupas ha detto: “Nello spaesamento della nostra generazione forse c’ il fatto che ci sono tante possibilit oggi e soprattutto ci sono tante possibilit che non sono ancora completamente accettate, quindi avere qualcosa che raggiungibile ma avere delle persone in mezzo che rendono difficile questo raggiungimento finale, pu creare dello spaesamento”.

Tra questi ventenni c’ molta pi libert, ruoli meno rigidi, forse meno romanticismo e pi paure, sicuramente la necessit di imparare a gestire le emozioni, anche attraverso una educazione sentimentale, come dice il protagonista nel film.

“Siamo arrivati alla consapevolezza che ci sia la necessit di un’educazione sentimentale perch abbiamo capito che i sentimenti, alla fine, nonostante siano una cosa estremamente innata e naturale hanno ancora bisogno di uno studio, come se fossero una materia scolastica, appunto. – ha detto l’attore – E credo sia un grande traguardo ammettere la necessit di questa educazione”.

Funivia del Faito, precipita cabina: 4 morti e i ferito gravissimo

Milano, 17 apr. (askanews) – Milano, 17 apr. (askanews) – E’ di 4 morti e 1 ferito gravissimo il bilancio dell’incidente avvenuto sulla Funivia del Faito, impianto che collega comuni vesuviani di Castellammare di Stabia, Vico Equense e Pimonte. La cabina a monte è precipiata con a bordo 5 persone: 4 turisti (due coppie) e un tecnico dell’impianto. La cabina a valle è invece rimasta sospesa ma tutti i 9 passeggeri a bordo sono stati portati in salvo dai soccorritori.

Sul posto dell’incidente sono giunti oltre 50 vigili del fuoco che hanno estratto dalla cabina tre vittime e un ferito in condizioni gravissime, trasportato in elisoccorso in ospedale in condizioni gravissime. La quinta persona a bordo della cabina precipitata è inizialmente risultata dispersa, poi è stata stata ritrovata senza vita. Tutte le operazioni sono state rese difficoltose dalle pessime condizioni metereologiche.

A provocare la tragedia sarebbe stata la rottura di un cavo di trazione dell’impianto. “Non abbiamo indicazioni sulla dinamica e sulle cause dell’incidente – ha evidenziato il portavoce dei vigili del Fuoco, Luca Cari, intervistato da SkyTg24 -. Siamo concentrati sulle operazioni di soccorso”.

Bce taglia ancora i tassi, mentre Fed resta ferma (e Trump sbotta)

Roma, 17 apr. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente tagliato i tassi di interesse di riferimento dell’area euro. E pur senza sbilanciarsi a dare alcuna indicazione sulle sue mosse future, ha fornito elementi che alimentano le aspettative dei mercati su ulteriori riduzioni. Come ampiamente atteso, ha ridotto i tassi nella misura di 0,25 punti percentuali, con cui il principale riferimento, che resta il tasso sui depositi, scende al 2,25 per cento (a decorrere dal 23 aprile). Si tratta del valore più basso dal febbraio del 2023, quando lo stesso tasso dal 2% era stato alzato al 2,50%.

La mossa è collegata agli effetti attesi dai dazi Usa. “Le prospettive di espansione si sono deteriorate”, recita infatti il comunicato diffuso al termine del Consiglio direttivo. In merito all’effetto di queste misure, alla Bce “sappiamo che è uno shock di domanda negativo e possiamo anticipare che avrà un certo impatto sulla crescita. Ma l’impatto netto sull’inflazione diventerà chiaro solo nel corso del tempo”, ha spiegato la presidente Christine Lagarde.

La decisione di oggi è stata unanime. Lagarde ha riferito che sono state “dibattute” diverse “opzioni” ma che nessuno ha chiesto un taglio più consistente. Una linea cauta che riflette l’elevata incertezza del quadro e la volontà di mantenere quella che ha chiamato “agilità”. Il Consiglio monetario si ritroverà, come di consueto, tra sei settimane. “E ci saranno tante decisioni che si verificheranno nelle prossime settimane e mesi, che saranno rilevanti per capire se si andrà in una direzione o nell’altra, ma direi – ha ribadito – che l’impatto netto sull’inflazione diventerà più chiaro nel corso del tempo”.

Soprattutto, alla riunione del 4 e 5 giugno verranno aggiornate le previsioni economiche della stessa Bce. Per allora è ipotizzabile che parte dell’incertezza legata al braccio di ferro con gli Usa sui dazi sarà diradata. La Bce si vuole lasciare aperta ogni opzione e ribadisce che il Consiglio non si vincola ad alcun percorso predeterminato sui tassi. Ma intanto i mercati nutrono l’aspettativa che i tagli proseguano fino a portare il tasso sui depositi attorno all’1,50% per fine anno.

A Lagarde sono state poi rivolte diverse domande sullo scontro a distanza tra il suo omologo alla Federal Reserve, Jerome Powell, e il presidente Usa Donald Trump.

Ieri sera Powell ha nuovamente escluso per l’immediato un taglio dei tassi, rilevando che con ogni probabilità i dazi commerciali imposti da Trump causeranno aumenti dell’inflazione, quantomeno su base temporanea, e meno crescita economica, situazione che complica le decisioni di politica monetaria (dato che contro la prima servirebbe più rigore, per la seconda invece più allentamento).

Trump non l’ha presa bene. Poche ore dopo ha pubblicato un commento al vetriolo via social: “Jerome ‘Troppo Lento’ Powell sbaglia ed è sempre in ritardo”. Il presidente ha rivendicato che da quando è entrato in carica l’inflazione negli Usa è calata e che la Fed “avrebbe dovuto tagliare i tassi molto tempo fa. Il mandato di Powell – ha scritto Trump – non terminerà mai abbastanza in fretta”. (Il mandato di Powell si conclude a maggio 2026). Il prossimo direttorio della Fed (Fomc) si svolgerà tra tre settimane, il 6 e 7 maggio, e al momento non sono attesi ritocchi ai tassi.

A Lagarde è stato chiesto se queste dichiarazioni non sollevassero timori sull’indipendenza della Fed. “Lasciatemi dire in modo molto chiaro che ho un grandissimo rispetto per il mio collega e amico Jay Powell. Abbiamo una relazione molto solida tra banche centrali. Penso che questa relazione sia decisiva per avere una infrastruttura solida – ha affermato – in cui assicurare che ci sia stabilità”.

“Abbiamo dimostrato in passato che possiamo operare sulla base di consultazioni e su comprensione dei rischi finanziari e sono certa che continueremo a farlo in maniera immutata”, ha aggiunto, in particolare agli accordi di interscambio valutario (swap) che la Fed ha con la Bce e altre quattro grandi banche centrali. Ieri Powell aveva spiegato che La Fed intende mantenere questi accordi, che servono anche a sostenere i finanziamenti in dollari e il ruolo internazionale del dollaro.

In generale, da quando Trump si è reinsediato, le istituzioni Ue sono in stato di agitazione, alimentata anche dalle sparate “guascone” del tycoon. Una di queste – voler utilizzare le stablecoin denominate in dollari per rafforzare il ruolo di valuta globale di riserva del biglietto verde – è stata presa a pretesto da Bce e Bruxelles per rilanciare il pressing su un dossier che viene portato avanti da tempo: l’euro digitale, una versione della valuta della banca centrale adattata all’era attuale (Cbdc).

Secondo Lagarde sulle stablecoin in Europa “abbiamo regolamentazioni in vigore, la Mica, che è efficace ed è attualmente sotto revisione e consultazione per possibili miglioramenti. Sono contenta perché stiamo fronteggiando costanti evoluzioni su questi sistemi di pagamento e su queste stablecoin, che metterei in una categoria molto separata dalle cripto: le Stablecoin sono un animale diverso”, ha affermato oggi.

La presidente Bce ha fatto notare che il comunicato del Consiglio menziona per la prima volta l’euro digitale, sollecitando nuovamente il Parlamento Ue ad adottare rapidamente una legislazione che ne consentirebbe l’adozione. “C’è chiaramente una accelerazione sull’euro digitale”, ha detto. L’obiettivo della Bce, secondo cui questo progetto serve a preservare la sovranità monetaria Ue, sarebbe quello di completare l’attuale fase “preparatoria” per il prossimo ottobre e, previa legislazione Ue, decidere di avviare la fase finale di lancio dell’euro digitale, che richiederebbe altri 2 anni o poco più.

Il tema potrebbe essere oggetto di ulteriori attriti. Si tratterebbe di procedere alla creazione di una valuta digitale della banca centrale in un sistema monetario globale che resta sostanzialmente basato sul dollaro. Questo mentre negli Usa nella maggioranza repubblicana vi sono diffuse diffidenze o aperte ostilità verso le Cbdc, ritenute strumenti che si prestano al controllo pubblico delle popolazioni. Tanto che l’amministrazione Trump ha emesso un ordine esecutivo in cui “allo scopo di proteggere gli americani dai rischi delle Cbdc” viene letteralmente vietato alla Fed di “emettere, far circolare o utilizzare” valute digitali di banche centrali. (di Roberto Vozzi). (Fonte immagine: ECB 2025).