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La Corea del Nord manderà altri soldati in Russia

Roma, 24 gen. (askanews) – Lo stato maggiore sudcoreano ritiene che la Corea del Nord stia preparando un ulteriore dispiegamento di truppe per sostenere la Russia nella guerra in Ucraina, dato il gran numero di vittime fra le sue fila sul fronte.

“Poiché sono trascorsi circa quattro mesi dall’invio delle truppe nella guerra tra Russia e Ucraina, si stima che i preparativi per addizionali dispiegamenti stiano accelerando in risposta all’elevato numero di vittime e di prigionieri catturati”, ha spiegato un comunicato pubblicato oggi dallo stato maggiore sudcoreano (Jcs) senza fornire dettagli.

Dal 2023 la Corea del Nord sostiene Mosca fornendo una grande quantità di armi e dall’ottobre dello scorso anno inviando circa 11.000 soldati. I servizi segreti sudcoreani hanno riferito che finora stimano che circa 300 soldati nordcoreani siano morti sul fronte e che circa 2.700 siano rimasti feriti.

Eurozona, a gennaio manifatturiero risale, possibile "effetto Trump"

Roma, 24 gen. (askanews) – Migliora a inizio anno la situazione per le imprese nell’area euro, con una risalita delle indagini apparentemente collegata a un “effetto Trump” che si trasmette anche al Vecchio Continente. L’indice Pmi composito per l’insieme delle aziende è risalito a 50,2 punti, riporta S&P Global con un comunicato, sui massimi da 5 mesi dopo 49,6 punti a dicembre.

A migliorare, in particolare, è il manifatturiero, sospinto dal recupero di fiducia delle imprese in Germania, con l’indice Pmi sulla produzione risalito a 46,8 punti, da 44,3 punti di dicembre. Su queste indagini i 50 punti sono la soglia di neutralità: al di sopra è crescita, al di sotto è contrazione dell’attività.

L’indice Pmi per le attività del terziario dell’area euro è marginalmente risalito a 51,4 punti, da 51,6 a dicembre.

S&P rileva tuttavia che il tasso di espansione generale resta solo marginale a causa della debole domanda. I segnali di miglioramento dell’attività hanno portato l’occupazione ad un livello vicino alla stabilizzazione. Meno incoraggianti i segnali sui costi: sono fortemente aumentati, prosegue la società con un comunicato, con un tasso di inflazione che ha toccato il valore più alto in 21 mesi. A loro volta, anche le aziende hanno incrementato i prezzi di vendita ad un tasso maggiore.

Secondo Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank “la Germania ha esercitato un ruolo importante nel miglioramento dell’economia dell’eurozona, con l’indice composito che è tornato in territorio di crescita. Al contrario, l’economia francese è rimasta in contrazione”.

“Il settore manifatturiero è ancora in recessione, ma il ritmo del declino si è leggermente attenuato. Il settore continua a perdere rapidamente personale e anche i nuovi ordini sono in calo. D’altro canto, prevedendo una produzione più elevata tra un anno, le aziende sono molto più ottimiste riguardo al futuro. Questo potrebbe essere un effetto Trump inaspettato – osserva in un comunicato – o dovuto all’idea che il fondo sia stato raggiunto dopo una recessione di quasi due anni”.

Invece “in vista della riunione della Bce della prossima settimana, le notizie sul fronte dei prezzi non sono incoraggianti. L’inflazione dei costi nel settore dei servizi ha indicato un rialzo, con la presidente della Bce Christine Lagarde – ricorda – che ha già dichiarato di monitorare la situazione attentamente. I prezzi di vendita nel settore sono aumentati a un ritmo simile a quello del mese scorso. È preoccupante l’incremento dei prezzi di acquisto affrontati dal settore manifatturiero, che pone fine a quattro mesi di costi stabili o in calo”.

Germania, si smorza a gennaio calo manifatturiero, indice Pmi sale

Roma, 24 gen. (askanews) – Segnali di miglioramento a gennaio dal manifatturiero della Germania, su cui l’indice Pmi sulla produzione ha mostrato una attenuazione della dinamica recessiva risalendo a 45,2 punti, il livello meno basso da otto mesi a questa parte, a fronte dei 41,7 punti di dicembre.

Su queste indagini i 50 punti sono la soglia di neutralità, al di sopra della quale l’attività risulta in crescita e al di sotto della quale è invece in calo.

Il Purchasing managers index sul settore dei servizi della Germania è risalito a 52,5 punti, da 51,2 di dicembre. L’indice Pmi composito per la prima economia dell’area euro è risalito a 50,1 punti, marginalmente positivo quindi, dopo i 48 punti di dicembre e ai massimi da sette mesi a questa parte.

L’indagine, che viene condotta da S&P Global, è stata effettuata tra il 9 e il 22 gennaio. L’economista della Hamburg Commerce Bank, Cyrus de la Rubia parla di un “effetto Trump positivo” per le imprese tedesche che “vedono buoni motivi per mettere da parte i pessimismi”, afferma con una nota.

Centrosinistra, Franceschini: battere la destra marciando divisi

Roma, 24 gen. (askanews) – “Si dice spesso che la destra si batte uniti. Io, se mi passa la provocazione, mi sono convinto che la destra la battiamo marciando divisi”. Lo dice Dario Franceschini, senatore ed ex vicesegretario del Pd, intervistato da Repubblica.

“Serve realismo. I partiti che formano la possibile alternativa alla destra – spiega – sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà, da quella fusione è già nato il Pd. E nemmeno l’Unione del secondo Prodi, con le sue 300 pagine di programma assemblato a tavolino prima delle elezioni. I partiti di opposizione vadano al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale. È sufficiente stringere un accordo sul terzo dei seggi che si assegnano con i collegi uninominali per battere i candidati della destra”.

A giudizio di Franceschini “molte cose si discuteranno dopo il voto. In fondo, al momento di formare un governo dopo aver vinto, non fa così anche la destra?”

Quanto al rapporto con il M5S, “registro – dice ancora l’esponente democratico – che siamo all’opposizione insieme e questo è sufficiente. Non credo di dover ricordare come si collocavano i 5S all’epoca del patto gialloverde con la Lega e dove sono ora, dopo l’esperienza del nostro governo comune del quale rivendichiamo troppo poco i risultati”.

Anche per quanto riguarda le posizioni diverse sulla guerra “ci sarà tempo per trovare un compromesso”, sostiene Franceschini, “ammesso che la guerra in Ucraina ci sia ancora”. Insomma, “capisco – taglia corto – chi obietta che si rinuncia a un progetto politico più ambizioso, ma è il modo di evitare altri cinque anni di Meloni. E così si può vincere”.

SOS Villaggi: Grave mancato rinnovo Fondo contrasto povertà educativa

Roma, 24 gen. (askanews) – Si celebra oggi 24 gennaio la Giornata mondiale dell’Educazione, una data significativa istituita dalle Nazioni Unite per riflettere sul diritto all’istruzione e sulla necessità di garantire a tutti i bambini e ragazzi l’accesso a un’istruzione di qualità.

SOS Villaggi dei Bambini, impegnata ogni giorno affinché nessun bambino e bambina rimangano indietro e possano godere di un’istruzione di qualità, sostiene l’educazione come faro che illumina da sempre il viaggio di bambini e giovani verso una vita migliore, soprattutto per i più vulnerabili. Parafrasando le recenti parole di Papa Francesco, l’educazione è la chiave per far sì che i bambini e i giovani possano raggiungere il loro pieno potenziale, sviluppare capacità e talenti secondo le proprie inclinazioni, coltivare sogni e essere i protagonisti del proprio futuro. L’educazione dà potere alle ragazze e alle giovani donne, in particolare, aumentando le loro possibilità di trovare un lavoro, di mantenersi in salute, di partecipare pienamente alla società e aumenta le possibilità dei loro figli di condurre una vita sana. Non sempre però questa tappa fondamentale nella vita di ogni giovane è accessibile a tutti, soprattutto per chi non può contare sul sostegno di una famiglia.

In Italia, secondo le stime Istat, i minorenni che appartengono a famiglie in povertà assoluta sono pari a 1,3 milioni. Un dato in crescita anche per l’impatto dell’inflazione sulle famiglie. Il disagio economico sempre più spesso si traduce in un divario educativo, dove la povertà economica e quella educativa si alimentano a vicenda. La carenza di mezzi culturali e di reti sociali riduce le opportunità lavorative; le ristrettezze economiche limitano l’accesso alle risorse culturali ed educative, costituendo un ostacolo oggettivo per bambini e ragazzi che provengono da famiglie svantaggiate.

Una fotografia allarmante che si aggrava ulteriormente con il mancato rinnovo del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, da parte del Governo con la nuova legge di bilancio.

“Il Fondo, introdotto nel 2016, è stato eliminato nel silenzio generale – spiega Samantha Tedesco, Responsabile Programmi e Advocacy di SOS Villaggi dei Bambini – mettendo a rischio molti progetti. – Non si tratta solo del taglio economico, ma della rinuncia a una misura di giustizia collettiva, grazie alla quale si andava incontro al principio costituzionale di rimozione degli ostacoli all’uguaglianza dei cittadini per la promozione del pieno sviluppo delle persone. Il Governo ha cancellato questo Fondo senza interpellare i soggetti del Terzo settore che hanno una fotografia costante di questo tipo di realtà e che si impegnano quotidianamente, come fa SOS Villaggi dei Bambini, nella promozione delle opportunità educative per tutti i bambini e bambine di questo Paese. La magnitudo con cui la povertà colpisce le famiglie e i minorenni fa sì che in Italia molti bambini e giovani siano candidati a essere privati di alcuni diritti fondamentali e ad avere un futuro già ipotecato. L’istruzione e l’educazione in senso ampio, pur dovendo essere una priorità politica e istituzionale inderogabile, rimane per alcuni ragazzi e ragazze, distante e inaccessibile. Per questo contrastare la povertà educativa, con interventi permanenti e strutturali, poteva essere l’unica azione auspicabile per lo sviluppo del nostro Paese. Otto anni fa l’istituzione del Fondo ha rappresentato un importante traguardo, ora la scelta di tagliarlo è un fatto grave, che ci riporta indietro”.

In questo contesto non bisogna ignorare il dramma della dispersione scolastica, con 1 bambino su 5 che abbandona precocemente gli studi. L’Italia è indietro rispetto alla media dei Paesi europei, un divario che il nostro Paese stenta a recuperare: è ancora alta la quota di giovani che escono prematuramente dal sistema di istruzione e formazione dopo aver conseguito soltanto il titolo di scuola secondaria di primo grado (early leavers); nel 2022 il percorso formativo si è interrotto con la licenza della scuola secondaria di primo grado per l’11,5% dei giovani tra 18 e 24 anni.

Diventa perciò importante agire in sinergia con le istituzioni e, per questo, SOS Villaggi dei Bambini lancia un appello, affinché l’enorme cantiere educativo messo in campo negli ultimi otto anni in tutto il Paese, con più di 800 progetti finanziati e mezzo milione di minorenni coinvolti, non si fermi. Per questo, l’Organizzazione si impegna perché ogni bambino e bambina non rimanga indietro e possa godere degli stessi diritti educativi dei propri coetanei.

In Italia, l’Organizzazione contrasta la povertà educativa attraverso progetti e attività promossi nei Programmi e Villaggi SOS, raggiungendo annualmente 1.548 beneficiari. La povertà educativa condiziona, infatti, la vita dei bambini e dei ragazzi, privandoli di opportunità preziose.

Per contrastare questo fenomeno, SOS Villaggi dei Bambini si impegna a dare una nuova centralità all’educazione, che sia più inclusiva e attenta ai bisogni dei minorenni, in particolare dei più fragili, dei bambini e delle famiglie in stato di povertà educativa e materiale, che rischiano, se non aiutati, di rimanere ancora più indietro.

Nell’ambito dei Programmi di accoglienza e sostegno familiare sviluppati sul territorio l’Organizzazione agisce costantemente con specifiche azioni di contrasto alla dispersione scolastica e utili a favorire il percorso educativo dei bambini accolti. Il nostro intervento si svolge nei progetti diurni presenti nei Villaggi SOS. Qui i ragazzi, sia in accoglienza nei Villaggi SOS che di famiglie fragili del territorio, trovano uno spazio in cui potersi confrontare con i loro coetanei, e negli educatori un utile punto di riferimento esterno alla famiglia.

Dal 2021, a Milano, è attivo un Programma di sostegno familiare che annovera tra i propri servizi un dopo scuola, uno spazio dedicato ai bambini in età prescolare e un supporto multidisciplinare, con l’obiettivo di facilitare la relazione genitori-figli e potenziare l’auto efficacia dei genitori nel supportare i propri figli rispetto ai loro percorsi didattici.

All’interno dei Programmi e Villaggi SOS in Italia, l’Organizzazione supporta in ogni ambito i bambini e ragazzi accolti, incluso il percorso scolastico, fornendo strumenti di apprendimento, socializzazione e inclusione. Alla base dell’agire dell’Organizzazione, un approccio centrato sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in cui i bambini e i ragazzi vengono considerati protagonisti e non solo destinatari degli interventi.

SOS Villaggi dei Bambini si impegna affinché i bambini e i ragazzi che non possono beneficiare di adeguate cure genitoriali crescano in una situazione di parità con i propri coetanei, realizzando appieno il proprio potenziale e la possibilità di vivere una vita indipendente. È presente in Italia da oltre 60 anni e oggi opera attraverso 8 Programmi e Villaggi SOS, a Trento, Ostuni, Vicenza, Saronno, Mantova, Torino, Crotone e Milano. SOS Villaggi dei Bambini si prende cura di oltre 2.600 persone, tra bambini, ragazzi e famiglie che vivono gravi situazioni di disagio, e sostiene i diritti di oltre 47.000 bambini e giovani, protagonisti delle sue attività di Advocacy. È parte del network SOS Children’s Villages, presente in 136 tra Paesi e territori dove aiuta circa 3 milioni di persone, e del quale ospita e gestisce a livello internazionale il Programma globale di esperti sulla salute mentale e sul supporto psicosociale.

Mps tenta la scalata a Mediobanca: lancia offerta di scambio da 13,3 mld

Milano, 24 gen. (askanews) – Monte dei Paschi di Siena ha deciso di promuovere un’offerta pubblica di scambio totalitaria volontaria avente a oggetto la totalità delle azioni ordinarie di Mediobanca. L’Ops valuta Piazzetta Cuccia 13,3 miliardi di euro e offre un premio del 5,03% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Mediobanca rilevato alla chiusura di Borsa di giovedì (15,227).

L’offerta avrà a oggetto un massimo di 833.279.689 azioni ordinarie, rappresentanti il 100% del capitale sociale e delle azioni ordinarie (incluse le azioni proprie detenute). Per ciascuna azione Mediobanca portata in adesione all’offerta, Mps offrirà un corrispettivo unitario pari a 2,3 azioni ordinarie dell’offerente di nuova emissione. Pertanto, per ogni 10 azioni Mediobanca portate in adesione saranno corrisposte 23 azioni ordinarie dell’offerente di nuova emissione.

Sulla base del prezzo ufficiale delle azioni di Mps rilevato alla chiusura del 23 gennaio (giovedì) pari a 6,9531 euro, il corrispettivo esprime una valorizzazione pari a 15,992 euro per ciascuna azione Mediobanca e, pertanto, incorpora un premio pari al 5,03% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Mediobanca rilevato alla chiusura di Borsa del 23 gennaio (15,227).

La Voce del Popolo | Non nominare, invano, il nome di Dio.

L’insistenza con cui la nuova destra americana, a partire dal suo “commander in chief”, il presidente Trump, invoca il nome di Dio desta qualche sospetto soprattutto laddove quel nome viene pronunciato con la giusta misura e sempre in punta di voce.

Si dovrebbe sempre avere il buon gusto di separare le nostre dispute politiche dalla confidenza che ci prendiamo col Signore. A cui chiediamo spesso molte intercessioni per noi stessi. Ma che proprio per questo dovremmo sempre aver cura di non coinvolgere troppo in quegli affari terreni − la politica in primo luogo − che dovrebbero restare affidati alle nostre cure, nel bene e nel male. 

Ora, è possibile che davvero il presidente Trump pensi che è stato Dio, in prima persona, a deviare quella pallottola sparata contro di lui in piena campagna elettorale. Ma il numero di volte in cui egli ha ripetuto questa sua certezza (da ultimo nel discorso di insediamento alla Casa Bianca) lascia il sospetto, almeno il sospetto, che quella frase serva piuttosto a magnificare la sua persona agli occhi del suo pubblico. 

Si dirà che in questo caso Trump non è né il primo né l’ultimo a fare così, nominando Iddio, se non invano, almeno con un certo eccesso di zelo. Ne abbiamo avuto del resto un discreto numero di esemplari anche dalle nostri parti. Ma quegli antichi democristiani che erano assai più ritrosi a mettere la loro fede sotto i riflettori a me sembrano buoni esempi di uno stile sobrio e discreto. Quella sobrietà, e quella discrezione, che di solito s’accompagnano a valori più profondi e magari a certezze più granitiche.

 

Fonte: La Voce del Popolo – 23 gennaio 2025

[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]

Finisce la gestione Sbarra, ora la Cisl ritrovi la sua identità.

Il 22 gennaio scorso, Luigi Sbarra ha rassegnato le dimissioni da Segretario Generale della Cisl, come anticipato in una recente intervista a “Avvenire” e poi comunicato agli organi confederali. Eletto nel marzo 2021, Sbarra ha guidato quello che un tempo si chiamava il “sindacato bianco” per quasi quattro anni, un periodo sufficiente per tracciare un bilancio della sua gestione sia sul piano politico che organizzativo.

La storia della Cisl è caratterizzata da intuizioni significative e battaglie fondamentali che hanno garantito un crescente protagonismo dei lavoratori nella società, contribuendo alla qualità della democrazia italiana. Numerosi sono gli esempi di come la confederazione di via Po abbia influenzato il dibattito e le decisioni sui principali temi sociali ed economici, attraverso accordi strutturali a livello confederale e una cultura della contrattazione di categoria e territoriale, elementi distintivi del modello di relazioni sindacali del nostro Paese.

Tuttavia, analizzando attentamente i quattro anni di gestione sotto la guida di Sbarra, non emergono iniziative paragonabili a questa prestigiosa tradizione. L’unica proposta di rilievo è la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla governance delle imprese, lanciata e difesa con grande enfasi dal gruppo dirigente. In realtà, si tratta di un’iniziativa che prescinde dal metodo sostenuto sin dalla fondazione dell’Organizzazione; un metodo ricco di sostanza, dunque con ideali e contenuti, che ha sempre privilegiato il primato della contrattazione rispetto a normative tendenti a interferire su questioni di natura negoziale. In qualche modo rappresenta perciò uno scarto rispetto alla tradizione della Cisl, con rischi di strumentalizzazioni (v. le dichiarazioni del Vicepremier Antonio Tajani). Cosa accade? L’ultima legge di bilancio prevede uno stanziamento di 70 milioni di euro per le aziende che adotteranno questo modello, senza però obbligare le imprese ad aderirvi. Il paradosso è che alcune intese recentemente sottoscritte risultano molto più efficaci.

Rivolgiamo pertanto queste riflessioni con l’intento di ipotizzare quale potrà essere l’identità della Cisl nei prossimi anni. Speriamo che Daniela Fumarola, designata a sostituire il dimissionario Sbarra e alla quale rivolgiamo i nostri auguri di buon lavoro, magari nell’ottica di una apprezzabile autonomia decisionale, possa gradualmente invertire il percorso intrapreso dall’Organizzazione nell’ultimo decennio. Tra le criticità interne riscontrate negli ultimi anni si evidenziano:

  • Un progressivo abbassamento della qualità dei gruppi dirigenti a vari livelli.
  • Un dibattito interno pressoché inesistente; gli ultimi segnali di democrazia interna risalgono alla segreteria di Raffaele Bonanni.
  • La marginalizzazione o l’allontanamento di chiunque esprima dissenso, spesso attraverso commissariamenti.
  • Un sistema formativo, da sempre valore aggiunto della Cisl, attualmente stagnante e privo di prospettive.
  • L’assenza di intellettuali di riferimento che tradizionalmente hanno supportato le elaborazioni dell’Organizzazione, come Romani, Baglioni, Saba, Tarantelli, Merli Brandini, Alessandrini, Costantini.

Tali indicatori denotano una significativa debolezza strutturale, spesso manifestata attraverso iniziative di intolleranza interna, in contrasto con i principi di solidarietà e centralità della persona umana sanciti dallo Statuto confederale. Anche questa prassi ha reso più debole il rapporto con la politica. Giova allora ricordare la grande manifestazione unitaria del 1997 contro le proposte della Lega Nord volte a dividere l’Italia. In quella circostanza, il Segretario Generale Sergio D’Antoni dichiarò dal palco di Milano: “Per il Sindacato non esistono governi amici!”. Ecco, ci sentiamo in verità di condividere ancora oggi, a distanza di ventotto anni, quella felice rivendicazione di indipendenza.

Come concludere? A fronte del grigiore burocratico, non esente da un eccessivo pragmatismo, troviamo migliaia di delegati nelle aziende private e nella Pubblica Amministrazione, quadri di base e dirigenti in tutto il territorio nazionale, che a dispetto delle attuali “regole di ingaggio” sono in attesa di potersi esprimere (di nuovo) senza timore di censure e ritorsioni. Tutto ciò rappresenta un enorme patrimonio di impegno e servizio, dal quale ripartire per rilanciare il ruolo che la Cisl storicamente ha ricoperto, non senza successo, nella storia democratica e sociale del Paese. 

P.S. Il prossimo 9 febbraio ricorrerà il quarto anniversario della scomparsa di Franco Marini. Tutti coloro che si ispirano alla cultura e ai valori del cattolicesimo democratico e sociale non dimenticano la sua figura e il suo impegno nel sindacato, nella politica e nelle istituzioni.

L’ultra destra cattolica diffida del gruppo di potere attorno a Trump

[…] Alla luce di quella che sembra profilarsi come una clamorosa conquista di potere da parte del clan hi-tech, che fa capo, oltre che ad Elon Musk, a Peter Thiel e Marc Andreessen, ci sembra importante evidenziare come questi ultimi, ben noti al grande pubblico per i loro indiscussi successi imprenditoriali, siano altrettanto noti per essere degli “evangelisti” del movimento transumanista e dei promotori del “pensiero” cosiddetto TESCREAL, un bizzarro acronimo che racchiude le iniziali delle sue principali “filosofie” ispiratrici, ossia: transhumanism, extropianism, singularitarianism, cosmism, rationalism, effective altruism e longtermism (di cui CR si è già occupata qui). 

Un sunto di queste “filosofie” è stato racchiuso dallo stesso Marc Andreessen in un vero e proprio manifesto politico, pubblicato nell’ottobre 2023, intitolato The Techno- Optimist Manifest. Una sorta di bibbia per i seguaci del movimento dei tecno-ottimisti in cui viene espresso, punto per punto, il “credo” del cosiddetto «soluzionismo tecnologico». L’obiettivo utopico di lungo termine è appunto l’instaurazione di un governo illuminato che rimpiazzi i politici con gli ingegneri e dia vita, come si legge nel Manifesto, ad una tecnocrazia transumanista fondata su una incrollabile fede nella scienza, per portare infine alla creazione di una nuova civiltà umana multi planetaria: «Crediamo che non ci sia problema materiale, creato dalla natura o dalla tecnologia, che non possa essere risolto con più tecnologia. (…) Crediamo nella natura, ma crediamo anche nel superamento della natura. (…) Crediamo che questo sia il motivo per cui i nostri discendenti vivranno nelle stelle».

Il transumanesimo, che costituisce l’implicita ideologia della nuova lobby che tenterà di governare”, gli Stati Uniti, ha una concezione sostanzialmente evoluzionistica della realtà, fondata sull’idea di autoredimere l’uomo dalla sua condizione finita, per aprirgli le porte di un nuovo Paradiso terrestre, magari popolando gli spazi stellari. Nel campo biologico, il superamento di ogni limite naturale, porta alla totale abolizione dei generi sessuali, oltrepassando le stesse posizioni “elementari” dell’ideologia gender. Un pensiero che sembra mal conciliarsi con le parole pronunciate sul tema da Donald Trump nel suo discorso inaugurale: “la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci siano solo due generi, maschile e femminile”. Ci auguriamo che il neo presidente degli Stati Uniti riesca a ridimensionare il ruolo di questa lobby, riuscendo a mettere in campo una vigorosa ed autentica reazione conservatrice fondata sul coerente rispetto della legge naturale. 

 

Per leggere il testo integrale

https://www.corrispondenzaromana.it/info/

Rimmel, 50 anni fa la canzone cambiava il cammino di De Gregori.

E così sono cinquant’anni esatti, perché proprio a gennaio 1975 il «trucco» di Rimmel appariva sull’orizzonte discografico della Rca, destinato a rimanerci come nessun altro dei dischi di Francesco De Gregori, ben sessanta settimane e con più di quattrocentomila copie vendute. Dal punto di vista esclusivamente discografico, il suo quarto LP in studio (se vogliamo includere nel numero Theorius Campus, inciso con Venditti nel 1972) fu un successo.

Cosa che creò al cantautore romano non pochi problemi, perché quel disco si allontanava dalle monocordi ballads in stile dylaniano che per buona parte regnavano nei precedenti dischi e che risentivano fortemente di un clima culturale marcato non solo da Dylan ma anche da Cohen, o da quel Fabrizio De André che divenne suo amico e compagno di strada. E secondo alcuni guardiani della rivoluzione si allontanava dall’impegno ideologico, con l’apparente cedimento alla canzonetta facile e amorosa come Buonanotte Fiorellino. Appunti, ramanzine, richiami alla coscienza politica che gli costaro-no, l’anno dopo, la farsa del processo “proletario” al Palalido di Milano, che lo portò alla rinuncia ad apparire in pubblico per un po’ di tempo.

In realtà l’attualità politica si affacciava nel disco: basti pensare a Signor Hood che era un chiaro riferimento alle battaglie di Marco Pannella, il quale prima della proposta del compromesso storico di Berlinguer era, come da titolo, un solitario arciere costretto ad affrontare le cavallerie ben organizzate del Partito Comunista e della Democrazia Cristiana. Una lotta, fatta anche di digiuno a oltranza per il sovraffollamento delle carceri, che fin dalla dedica nel retrocopertina («A M., con autonomia») viene ammirata, anche se con la distanza di chi non voterà radicale. Certo, nel disco appare anche il personale, come nel caso della canzone che dà il titolo al LP, dedicato a una ragazza che lo aveva piantato per mettersi con un altro. Tutto qui? Dipende. Perché la più banale storia di un addio, e il dolore non è mai banale, diventa altro, in questo caso ricordi di serate in Gallura con De André e la prima moglie, il gioco e la magia delle carte, il trucco non solo esteriore, l’irruzione e il trauma dell’addio.

Come nel caso di Piccola mela, riferimento alla canzone popolare sarda, e a quel semplice contesto di speranza d’amore, di desiderio e di dubbio che fanno le storie di tutti i tempi e di ognuno, e che però venne attaccata come oltraggioso cedimento alla cantabilità e alla semplicità. Come se si potesse cancellare l’amore, il dolore di un “semplice” addio dal canzoniere popolare di ogni latitudi-ne.

Se è per questo, Le storie di ieri contenevano un preciso, evidente riferimento al ventennio fascista, ma senza la virulenza della condanna frontale, il che contribuì al clima di ostilità verso il disco e il cantautore. In realtà quella canzone conteneva elementi di grande attualità, perché affrontava i luoghi divenuti comuni di chi ricordava anche gli elementi positivi del regime, con il conseguente rinnovamento di linguaggio e modalità, attraverso il celebre «i nuovi capi hanno facce serene e cravatte intonate alla camicia», che si inserisce, a mezzo secolo di distanza, nel dibattito dei nostri giorni sulla possibilità di trasformazione – più o meno di facciata – del fascismo.

Fatto sta che Rimmel segna un cambiamento nel cammino di De Gregori: certo rimangono alcuni elementi di ermeticità dei testi, ma, e questo fece arricciare il naso a molti, l’amore, la cantabilità, il popolare, prendono il sopravvento sull’oscurità dei precedenti dischi.

Un’oscurità che però aveva contribuito a fare l’unicità, in Italia, di canzoni in cui emergevano non solo le influenze di cui abbiamo parlato ma elementi diversi, come il Dante del «fanno dolore, e al dolor finestra» e dei due angeli nel canto VIII del Purgatorio in Finestre di dolore

In ogni storia umana ci sono cambiamenti, che vengono a volte scambiati per regressioni: in realtà sono manifestazioni di una ricerca al di là delle categorie critiche.

Borghi (Lega): Oms, uno stipendificio. Presentiamo ddl per uscirne

Milano, 23 gen. (askanews) – “In questa conferenza stampa annunciamo le iniziative che abbiamo in mente per seguire gli Stati Uniti nel progetto di uscita dall’Oms. Abbiamo gi depositato un emendamento al mille proroghe, non sappiamo se sar ritenuto ammissibile, per per sicurezza poi depositiamo oggi anche un disegno di legge per abrogare la legge che in questo momento ci obbliga a essere parte dell’Oms. E’ uno stipendificio, un centro di potere slegato da qualsiasi interesse nazionale, ormai diventato una specie di megafono delle multinazionali del farmaco, di Bill Gates e cos via. Se gli Stati Uniti stessi che hanno capito che non serve a niente ma serve agli interessi di qualcuno non capisco perch noi dobbiamo andarci dietro. E non c’ la scusa dell’Africa. Se lo stesso contributo che noi diamo all’Oms lo portiamo direttamente in Africa magari tramite i nostri contingenti che in questo momento sono nel Niger di sicuro il contributo per i bisognosi dell’Africa sarebbe moltiplicato per 10 perch almeno non si foraggiano con uno stipendio medio di 140 mila euro netti, compresi centralini, uomini delle pulizie, quindi evidentemente c’ qualcosa che non va”. Lo ha detto alla Camera il senatore leghista Claudio Borghi a margine della conferenza stampa per le iniziative della Lega per uscire dall’Organizzazione mondiale della sanit.

La presidente maltese ricevuta a Roma da Gran Maestro Ordine di Malta

Roma, 23 gen. (askanews) – La Presidente di Malta, Myriam Spiteri Debono, stata ricevuta dal Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, Fra’ John Dunlap, presso il Palazzo Magistrale a Roma.

La visita la prima dalla elezione di Spiteri Debono a Presidente ad aprile 2024. Dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche, nel 1966, sono state 18 le visite di Presidenti della Repubblica e Gran Maestri e 6 quelle di Ministri e Gran Cancellieri.

L’incontro – ha detto Dunlap – ha fornito l’occasione per ringraziare la Presidente per la visita e per rinnovare “le congratulazioni dell’Ordine per la sua recente elezione e i migliori auguri per il successo del suo mandato”.

La relazione tra Malta e l’Ordine di Malta risale al 1530, quando l’imperatore Carlo V concesse l’isola all’Ordine con l’approvazione di Papa Clemente VII. Da allora, nonostante gli eventi storici che hanno visto i Cavalieri lasciare l’isola nel 1798, i legami tra le due entit sono rimasti solidi e – ha commentato il Gran Maestro – “questa visita ne rappresenta un ulteriore segno tangibile”.

Spiteri Debono e Dunlap hanno affrontato temi d’interesse comune, tra i quali le attuali crisi geopolitiche e la promozione della pace. Entrambi hanno ribadito l’importanza del diritto internazionale e la necessit di sostenere i processi di riconciliazione e stabilizzazione nell’ambito del rispetto della libert e dei diritti umani.

Spiteri Debono ha espresso gratitudine per il lavoro svolto dall’Ordine negli scenari pi complessi e per le attivit d’impatto sociale nella Repubblica di Malta, considerandolo un partner cruciale nella promozione di valori condivisi come la cooperazione, la solidariet e la pace.

Tra le iniziative umanitarie pi rilevanti promosse dall’Ordine a Malta vi sono la distribuzione di pasti a pazienti oncologici, immigrati, senzatetto e persone sole, e il supporto a detenuti, anziani nelle case di riposo e senzatetto. L’Ordine di Malta organizza inoltre pellegrinaggi per i malati a Gozo, attivit per anziani, orfani e giovani disabili. Gestisce inoltre un servizio navetta per accompagnare pazienti in sedia a rotelle in ospedale e una residenza per madri sole e bambini. A questo si aggiunge un servizio di unit cinofile da soccorso in casi di emergenza e di primo soccorso in occasione di eventi religiosi. Il Gran Magistero ha donato all’Associazione nazionale maltese una clinica mobile completamente attrezzata per fornire assistenza di primo soccorso ai migranti salvati al largo delle coste maltesi. Recentemente, l’Ambasciata dell’Ordine a Malta ha collaborato con l’ONG “Children Not Numbers” per offrire cure mediche a bambini gravemente malati provenienti da Gaza.

Sanremo, Giorgia: “Non era proprio previsto che partecipassi”

Milano, 23 gen. (askanews) – una delle favorite e la sua voce una promessa di successo, ma Giorgia, che in gara a Sanremo 2025 con “La cura per me”, spiega che non era assolutamente nei suoi piani di partecipare quest’anno al Festival. “Sanremo per me significa tante cose, significa appuntamenti con la vita, significa paure, tante ansie, perch comunque un palco che ti mette veramente alla prova, non importa quante volte ci vai, lo fai, ma sempre una prova, come se fosse la prima volta. Ma anche quest’anno, ricordi, anniversari, vi so che sono i trent’anni di come saprei, e comunque adesso quando arrivo l su quel palco sento l’eco della voce di Pippo Baudo, comunque i miei ricordi sono belli, sono dei ricordi luminosi che quindi entrano di pari passo con l’ansia del momento. Ma questo Sanremo non era proprio previsto per niente, anche perch io vengo da un anno pieno, stavo lavorando sulle canzoni nuove, sono arrivate canzoni, stavo provinando, scrivendo, facendo, poi arrivata questa “Cura per me” che ha quasi richiesto un palco come quello di Sanremo. Qualcuno ha detto la mandiamo a Carlo, a me he sfuggito la situazione di mano e eccomi qua” racconta la grande interprete romana.

“La cura per me”, scritto da Blanco e Michelangelo insieme a Giorgia e prodotto da Michelangelo, un brano che Giorgia ha subito amato e che racconta cos: “Non mai facile raccontare le canzoni e io forse non sono neanche troppo brava, ma “La cura per me” un viaggio sentimentale, nel senso che una canzone che parla di un sentimento molto profondo, che mette un po’ allo specchio e quindi si fa riconoscere un po’ anche le fragilit di questo sentimento, perci la solitudine, la paura. Automaticamente c’ una richiesta di aiuto per scoprire che poi quell’aiuto, quella cura deve necessariamente venire da dentro, non pu essere ricercata all’esterno, quindi impone anche una trasformazione di quel sentimento, cosa che non sempre facile. La sento molto mia, con questo concetto del sentimento profondo, del mettersi allo specchio e guardare anche le cose che non ci piacciono e cercare una corrispondenza nell’altro e poi scoprirsi a doversi trasformare, proprio la storia della mia vita. Quindi la sento moltissimo, s” conclude Giorgia che capace di fare vibrare il testo della canzone con una passione e una classe uniche.

Socialismo e natura, fumettista tedesca Anke Feuchtenberger: Amo Roma

Roma, 23 gen. (askanews) – stata inaugurata con un talk al Goethe Institut a Roma una mostra con oltre 40 tavole originali della pi importante autrice del fumetto tedesco, Anke Feuchtenberger, tratte dalla sua opera “Compagna Cuculo” (Coconino Press, 2024). L’esposizione – nata in collaborazione con Biblioteca Europea, Baba Jaga Fest, Coconino Press, Industrie Fluviali, Naba e Hamelin – rester aperta fino al 31 marzo.

“Genossin (in tedesco “compagna”) un modo per dire membro del partito socialista, Cuculo (“Kuckuck” in tedesco) un animale, la cui madre lascia l’uovo nel nido degli altri – ha spiegato Anke Feuchtenberger ad askanews – per me era importante sviluppare un titolo che avesse entrambe le cose, le cose della magia e della natura ma anche le cose politiche del socialismo che ho vissuto”.

“Compagna Cuculo” un romanzo di formazione visionario di oltre 400 pagine, sui cui Feuchtenberger ha lavorato pi di 10 anni. Racconta l’infanzia difficile di due bambine cresciute nella Germania Est degli anni Sessanta, tra le rovine del dopoguerra e le ombre del nuovo regime comunista.

“Penso che ogni infanzia sia difficile, i bambini crescono, devono svilupparsi, questo non semplice per nessun bambino, no penso che essere bambino nella Ddr fosse specialmente difficile”, ha sottolineato. “La societ era molto politicizzata, eravamo preoccupati con la guerra in Vietnam quando avevo appena 7 anni”, ha ricordato Feuchtenberger.

Nel libro i temi dell’affetto negato – l’assenza di una figura materna accogliente – e la violenza della realt sono bilanciati da una fantasia sfrenata, dall’amore quasi mistico per la natura e da una sottile ironia. L’artista ha confidato di essere sempre stata attratta dalla Citt eterna:

“Quando vivevo nella Ddr, nel socialismo noi non potevamo viaggiare, cos Roma per me era come il cielo, era qualcosa che volevo sempre vedere e dopo la caduta del Muro sono venuta subito a Roma – ha raccontato Anke – Per me la citt pi bella del mondo.

Avere i miei disegni esposti a Roma mi rende molto felice”, ha concluso l’artista visionaria.

Anke Feuchtenberger, artista visiva e autrice, nata a Berlino (DDR) nel 1963. Il suo lavoro – dipinti, illustrazioni, fumetti, poster, costumi e marionette – ha influenzato generazioni di disegnatori. Laureata presso l’Accademia di Berlino, insegna dal 1997 all’Universit di Scienze Applicate di Ambur go, che diventata grazie a lei il cuore dell’avanguardia fumettistica tedesca. Dal 2008 al 2015 ha diretto con Stefano Ricci la casa editrice MamiVerlag. Tra le sue opere tradotte in italiano: Quando muore il mio cane mi faccio una giacca (Coconino Press), La fessura (Canicola), Superlacrimella (Logos), Le memorie della menta piperita, con Elena Morando; La Puttana P traccia le sue orbite (Sigaretten), tassello di una trilogia realizzata con la scrittrice Katrin de Vries e selezionata tra i libri dell’anno 2023 per The Guardian. Nel 2021 ha ricevuto il “Max und Moritz” alla carrie ra, il pi importante premio per il fumetto di lingua tedesca. Compagna cuculo stato selezionato nella shortlist del Leipziger Buchpreis 2024, la prima volta per un graphic novel. Compagna cuculo, nella shortlist nella categoria miglior opera del Premio del Festival di Angoul me, che si terr dal 30 gennaio al 2 febbraio 2025.

“Compagna cuculo” (titolo originale: “Genossin Kuckuck”, Reprodukt, Berlino 2023), stato tradotto in italiano da Mariagiorgia Ulbar per Coconino Press (2024), con il sostegno del programma di sovvenzione per le traduzioni del Goethe-Institut.

ITIR Summit 2025, innovazione trasformativa per guidare il futuro

Pavia, 23 gen. (askanews) – Innovazione trasformativa e riflessioni sugli “ambienti estremi”, oltre alla volont di offrire uno spazio di confronto tra l’universit, le imprese e le istituzioni. A Pavia, nel Teatro Fraschini, si tenuta la seconda edizione di ITIR Summit, convegno annuale dell’Institute for Transformative Innovation Research, centro di ricerca interdipartimentale dell’Universit pavese. Quest’anno l’evento stato dedicato alle “Sfumature di blu”.

“Blu spazio, blu oceano e blu anche intelligenza artificiale – ha detto ad askanews il professor Stefano Denicolai, presidente del Centro di Ricerca ITIR – giochiamo su questa metafora per parlare di ambienti estremi, ambienti nei quali estremamente complesso lavorare e muoversi. Pensiamo alle profondit oceaniche con le loro pressioni estreme, pensate allo spazio, senza gravit, e anche all’intelligenza artificiale dove ci sono un voto normativo e incertezze verso il futuro che lo rendono un ambiente altrettanto estremo. Ma se ci ragioniamo bene, ormai chiunque si trova a lavorare con contesti incerti e davvero difficili, non importa quale che sia”.

Il tentativo quindi quello di cercare di ragionare su possibili strategie, proprio partendo dai tre ambienti estremi, che sono stati analizzati da diversi esperti, tra i quali anche il Capo di Stato maggiore della Marina Militare Enrico Credendino. L’evento di Pavia stato poi anche l’occasione per presentare il nuovo rapporto “C-Level Study 2024”, dedicato alle figure aziendali che si occupano di innovazione e trasformazione, in particolare i Chief Innovation Officier.

“Oggi l’innovazione – ha aggiunto Denicolai – soprattutto basata sul progresso scientifico quindi la relazione con le universit, i centri di ricerca e le start up pi scientifiche diventa ineludibile: questo emerge molto chiaramente dai nostri dati. D’altro canto emerge che sono ruoli molto polarizzati. Cosa vuol dire: o c’ grande convinzione dell’azienda o sono ruoli un po’ di rappresentanza: e le differenze nelle performance sono abissali e questo deve farci riflettere”.

Tra le aziende presenti a ITIR Summit, anche la banca Fineco. “Riteniamo che lo sviluppo che l’Universit sta facendo con ITIR e tutto quello che riguarda innovazione sviluppo per noi sia fondamentale – ci ha detto Marco Rossi, Area Manager di Fineco -: noi facciamo parte di una banca che fin dall’inizio stata leader nell’innovazione. L’innovazione qualcosa che precede i tempi, senza innovazione non c’ neppure progresso e il progresso fatto da tante piccole cose che devono essere sviluppate”.

La strada da percorrere ancora lunga, ma le cose si stano muovendo e l’impegno dell’accademia all’interno della societ anche un modo per affrontare le sfide cos estreme con strumenti pi consapevoli.

Fondazione Museo Shoah inaugura mostra "La fine dei lager nazisti"

Roma, 23 gen. (askanews) – In occasione dell’ottantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz e più in generale dei campi di concentramento e sterminio, la Fondazione Museo della Shoah ha inaugurato a Roma, presso la Casina dei Vallati, la mostra “La fine dei lager nazisti”, curata da Marcello Pezzetti, uno dei massimi esperti italiani della Shoah. Un viaggio storico ed emotivo dedicato a uno dei momenti più significativi del XX secolo: la liberazione dei campi di concentramento e sterminio nazisti avvenuta tra il 1944 e il 1945.

L’esposizione offre uno sguardo approfondito su una pagina fondamentale della storia contemporanea, con l’obiettivo di preservare la memoria e stimolare una riflessione collettiva contro ogni forma di odio, discriminazione e negazione dei diritti umani.

Attraverso un percorso immersivo, il pubblico sarà guidato a comprendere le condizioni inumane dei lager e l’impatto emotivo e storico che la loro liberazione ha avuto sul mondo intero. Tra immagini storiche, molte delle quali rare e poco conosciute, scattate durante le operazioni di liberazione, proiezioni di materiali audiovisivi, filmati d’epoca, mappe geografiche, documenti e statistiche, la mostra esplora i giorni finali del regime nazista e l’impatto della liberazione dei lager, che rivelò al mondo intero l’orrore del genocidio.

All’inaugurazione, insieme al Presidente della Fondazione Mario Venezia, hanno partecipato Federico Mollicone, Presidente della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione, Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma Capitale, Mattia Peradotto, Direttore dell’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Victor Fadlun, Presidente della Comunità Ebraica di Roma, la giornalista e scrittrice Claudia Conte.

“Di fronte alla scoperta dei crimini nazisti, le forze alleate si trovarono a gestire sfide di enorme portata – ha affermato il curatore Marcello Pezzetti -. Fu necessario assistere i sopravvissuti, istituire sistemi di sostegno sanitario e, infine, organizzare i rimpatri. Allo stesso tempo, fu fondamentale documentare ciò che era accaduto e avviare i processi contro i persecutori. Per i pochi sopravvissuti, invece, la liberazione non coincise immediatamente con la libertà, anche perché una parte consistente di essi cessò di vivere nei giorni successivi”.

Ad arricchire l’evento, la Fondazione Museo della Shoah di Roma ha inaugurato il murales “Anti-Semitism, History Repeating”, dell’artista aleXsandro Palombo, raffigurante Liliana Segre e Sami Modiano con le divise dei lager, acquisito dalla Fondazione e collocato davanti al Portico d’Ottavia, sotto la targa che ricorda il rastrellamento del 16 ottobre 1943.

L’opera, già comparsa a Milano in Piazzale Loreto il 30 settembre 2024, è stato oggetto di due azioni vandaliche: il 15 ottobre, le stelle di David sono state sfregiate, e l’11 novembre, i volti di Segre e Modiano sono stati cancellati. La rimozione definitiva, avvenuta il 2 dicembre, ha suscitato indignazione a livello nazionale e internazionale. La decisione di trasferirlo a Roma, nel contesto della Fondazione Museo della Shoah, non è solo un atto di protezione, ma anche un messaggio contro l’odio e l’intolleranza.

“Quando abbiamo appreso la notizia dello sfregio al murales a Milano, siamo stati sopraffatti dall’indignazione – ha detto Mario Venezia, Presidente della Fondazione Museo della Shoah -. Un gesto vile e insensato che non solo colpisce l’arte, ma tenta di ferire il cuore stesso della Memoria. Ma non ci siamo arresi a questa violenza simbolica. Abbiamo trasformato la rabbia in un atto di bellezza e resistenza, prendendo contatto con l’artista, che ha saputo reinventare l’opera e realizzarne una nuova versione a Roma, presso la Casina dei Vallati, sede museale della Fondazione. Questo murales è la nostra risposta: una ferita che si rimargina, un simbolo che torna a vivere più forte di prima, perché la Memoria non può essere imbrattata”.

L’opera sarà visibile all’aperto fino al 2 febbraio e successivamente troverà collocazione permanente nella Casina dei Vallati, cuore delle attività della Fondazione.

Netflix: iniziata la produzione della seconda stagione di "Berlino"

Roma, 23 gen. (askanews) – È iniziata la produzione della seconda stagione di Berlino, lo spin-off de La Casa di Carta, che continua a essere nella top 10 delle serie non inglesi più viste nella storia di Netflix.

Pedro Alonso assume ancora una volta il ruolo dell’iconico “Berlino” e, insieme a lui, ritorna tutta la sua banda: Michelle Jenner (Isabel) interpreta Keila, un genio dell’ingegneria elettronica; Tristán Ulloa (Il caso Asunta) è Damian, un professore filantropo e confidente di Berlino; Begoña Vargas (Benvenuti a Eden) è Cameron, una ragazza che vive sempre al limite; Julio Peña Fernández (Attraverso la mia finestra) interpreta Roi, il fedele scudiero di Berlino; e Joel Sánchez è Bruce, l’implacabile uomo d’azione della banda.

La trama di questa seconda stagione si sposta in Spagna e la nuova rapina avrà luogo a Siviglia. Lì, Berlino e la sua banda incontreranno nuovi personaggi come Candela, un’imprevedibile e capricciosa donna sivigliana interpretata da Inma Cuesta (Il caos dopo di te); l’eccentrico ed edonista Duca di Malaga Álvaro Hermoso de Medina, interpretato da José Luis García-Pérez (Honor); e la sua misteriosa e raffinata Duchessa di Malaga Genoveva Dante, interpretata da Marta Nieto (Madre).

Gli otto episodi della serie, creata da Álex Pina (La Casa di Carta, Sky Rojo) ed Esther Martínez Lobato (La Casa di Carta, Sky Rojo), sono scritti proprio da loro insieme a David Barrocal, Lorena G. Maldonado e Itziar San Juan, e saranno diretti da Albert Pintó (Nowhere, Sky Rojo), David Barrocal (Sky Rojo, Il rifugio atomico) e Jose Manuel Cravioto (Il rifugio atomico, Diablero).

Le riprese di questa seconda stagione si svolgeranno nell’arco di diverse settimane a Madrid, Siviglia, San Sebastián e in altre località della Spagna.

Nella settimana della sua uscita, la prima stagione di Berlino è stata la serie più vista a livello globale e ha raggiunto la Top 10 in 91 paesi. La serie continua a essere nella Top 20 delle serie non in lingua inglese più viste nella storia di Netflix.

A Michela Giraud il Ciak d’oro per l’esordio alla regia in "Flaminia"

Roma, 23 gen. (askanews) – Una nuova conferma per Michela Giraud, dopo la serie di sold out nei teatri di tutta Italia e il lancio di una nuova, grande data alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, mercoledì 10 settembre: con il suo primo film, “Flaminia”, ha vinto il Ciak d’Oro per il Miglior Esordio alla Regia, l’unico premio del panorama cinematografico italiano assegnato dal pubblico.

In Flaminia, una produzione Eagle Original Content e Pepito Produzioni, in collaborazione con Vision Distribution e Prime Video, Michela Giraud racconta, come da suo stile, una storia personale, rivelando però, per la prima volta in modo profondo, un altro lato della sua sensibilità di artista. La trama ruota attorno a Flaminia De Angelis, una giovane donna che vive nel piccolo mondo patinato di Roma Nord: la sua vita viene completamente rivoluzionata quando Ludovica, la sua sorellastra nello spettro autistico, fa ritorno a casa e sconvolge il suo mondo, costringendola a guardare alla vita in modo più onesto e profondo.

Il film vede la scrittura della stessa Giraud, insieme a Francesco Marioni, Greta Scicchitano e Marco Vicari, e per il suo esordio alla regia ha potuto contare sui volti di: Rita Abela, Antonello Fassari, Nina Soldano, Edoardo Purgatori, Catherine Bertoni de Laet, Ludovica Bizzaglia, Francesca Valtorta, Fabrizio Colica e di Lucrezia Lante Della Rovere.

Flaminia è oggi in streaming su Amazon Prime Video.

Rai Cinema: "Vermiglio resta fuori, ma fin qui un’enorme visibilità"

Roma, 23 gen. (askanews) – “Rivolgiamo i nostri complimenti a Maura Delpero, Vermiglio ha avuto comunque una enorme visibilità internazionale e siamo grati alla regista per l’impegno che, insieme ai produttori di Cinedora, ha messo in questa sfida difficilissima, senza risparmiarsi”: è il commento di Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, dopo che il film italiano non è entrato nella cinquina per il Miglior film internazionale.

“Essere arrivati fin qui, nella shortlist degli Oscar, dopo le nomination ai Golden Globe e agli EFA, è comunque un traguardo importante che fa bene a tutta l’industria culturale del nostro Paese”, ha aggiunto.

“Avevamo di fronte competitor molto forti, opere di grande qualità sostenute da soggetti produttivi, piattaforme e distributori americani con ingenti budget a disposizione, e questo sappiamo che può fare la differenza”, ha affermato Del Brocco, sottolineando che “con questo suo secondo film Maura Delpero ci ha rivelato appieno il suo talento e le sue potenzialità, crediamo nella sua visione di cinema e siamo sicuri che insieme realizzeremo ancora grandi progetti. Come Rai Cinema siamo orgogliosi di aver sostenuto il film e di aver preso parte a questo viaggio meraviglioso”.

Almasri, Pd: verità imbarazzanti per Governo? Meloni venga in Aula

Milano, 23 gen. (askanews) – “Poiché in Senato il ministro Piantedosi non ha risposto sul caso Almasri, limitandosi a dire che si trattava solo di un cittadino straniero pericoloso e per questo andava rispedito a casa, diventa ora inevitabile che la premier Meloni venga in Parlamento”.Così in una nota i capigruppo del Pd alla Camera dei Deputati e al Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia. “È infatti necessario che sia lei a chiarire le irritualità di tutte le procedure, il mancato intervento del ministro della giustizia e soprattutto se dietro il mancato rispetto di una sentenza della Corte internazionale, si nascondano verità imbarazzanti per il governo. Se insomma la guerra dichiarata agli immigrati non si faccia anche garantendo agibilità e movimento a personaggi che come il libico Almasri si sono macchiati di condanne per crimini contro l’umanità”.

Trump a Davos: chi non produce in Usa pagherà i dazi. L’Ue ci tratta molto male

New York, 23 gen. (askanews) – “Il mio messaggio a tutte le aziende del mondo è molto semplice, vieni a produrre il tuo prodotto in America e ti daremo tra le tasse più basse di qualsiasi nazione sulla Terra”. Così ha detto Donald Trump intervenendo al World Economic Forum di Davos. Il presidente ha aggiunto che “se non produrrete il vostro prodotto in America, questa è una vostra prerogativa. Quindi, molto semplicemente, dovrete pagare un dazio di importi diversi ma una tariffa, che indirizzerà centinaia di miliardi di dollari, e persino trilioni di dollari, nel nostro tesoro per rafforzare la nostra economia”. “Dal punto di vista dell’America, l’UE ci tratta molto ingiustamente, molto male” ha sottolineato Trump, spiegando che questo è legato a tasse e Iva “molto consistenti”.

“Non prendono i nostri prodotti agricoli e non prendono le nostre auto. Eppure, ci mandano auto a milioni e mettono tasse su cose che vogliamo fare”, ha continuato Trump raccontando i suoi problemi nell’ottenere autorizzazioni per un suo affare in Irlanda. Il presidente ha aggiunto che proprio il sistema europeo di tasse e dazi “rende molto difficile portare prodotti in Europa, e tuttavia si aspettano di vendere i loro prodotti negli Usa. Come sapete, centinaia di miliardi di dollari di deficit con l’UE, e nessuno ne è contento, e faremo qualcosa al riguardo”.

Esaltanto, poi, la politica energetica che tornerà all’uso del petrolio, il presidente americano Donald Trump a Davos, al World economic forum ha detto che questa politica energetica “renderà gli Stati Uniti una superpotenza manifatturiera e la capitale mondiale dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute”. Ha poi aggiunto: “La mia amministrazione ha anche avviato la più grande campagna di deregolamentazione della storia, superando di gran lunga anche gli sforzi record del mio ultimo mandato”.

“Se il prezzo del petrolio calasse il conflitto fra Russia e Ucraina cesserebbe immediatamente”, ha affermato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nel suo intervento al World Economic Forum di Davos.

“Gli sforzi per arrivare un accordo sono sperabilmente avviati, è importante trovare una soluzione” ha proseguito Trump, descrivendo il teatro di guerra come “un macello”: “Milioni di soldati morti, no si è visto nulla di simile dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”. Trump ha infine affermato di voler chiedere all’Arabia Saudita e ai Paesi produttori dell’Opec di abbassare il prezzo del petrolio.

“Chiederò anche all’Arabia Saudita e all’OPEC di abbassare il costo del petrolio. Bisogna abbassarlo, cosa che, francamente, mi sorprende che non l’abbiano fatto prima delle elezioni”, ha detto il presidente americano. “Bisogna abbassare il prezzo del petrolio”, ha insistito Trump. Il presidente ha riferito che “l’Arabia Saudita investirà almeno 600 miliardi di dollari in America. Ma chiederò al principe ereditario, che è un tipo fantastico, di arrotondare a circa mille miliardi. Penso che lo faranno”.

“Vorrei davvero poter incontrare presto il presidente [russo Vladimir] Putin per porre fine a questa guerra. E non dal punto di vista economico o altro, ma dal punto di vista di milioni di vite che vengono sprecate”, ha aggiunto Trump, sottolineando: “L’Ucraina è disposta ad un accordo” ha aggiunto Trump, sottolineando come si tratti di una guerra che “non sarebbe mai dovuta iniziare e finché ci sono stato io non è iniziata”, e “in Ucraina sono morte molte più persone di quanto non sia stato detto”.

Riparte da Caserta il Road Show 2025 del GSE

Roma, 23 gen. (askanews) – Ha fatto tappa in Campania, a Caserta, il Road Show del GSE – “Diamo energia al cambiamento” – organizzato per far conoscere i meccanismi incentivanti e diffondere la cultura della sostenibilit attraverso incontri specifici con le scuole, le pubbliche amministrazioni locali e le imprese.

L’evento iniziato alle 9:30, presso l’Auditorium della Provincia di Caserta, con i saluti di benvenuto di Monica Matano, Dirigente Ufficio Scolastico Regionale per la Campania – Ambito Territoriale di Caserta, Emilia Nocerino, Dirigente Scolastico ISISS Terra di Lavoro , Antonella Serpico, Dirigente Scolastico ISTIS-LS F. Giordani , Alfonsina Corvino, Dirigente Scolastico ITES L. da Vinci e di Maria Ruggiero, Dirigente Scolastico ITS M. Buonarroti . A seguire, il Presidente, Paolo Arrigoni, e i tecnici del GSE si sono confrontati con gli studenti di tutti gli istituti presenti. Grazie a una sessione dedicata del format “La transizione energetica: GSE incontra le Scuole”, sono stati affrontati i temi della cultura della sostenibilit, degli impatti positivi della decarbonizzazione e dei benefici della condivisione dell’energia.

Alle 14:30, presso il Salone della Camera di Commercio di Caserta, Marcello De Rosa, Presidente della Provincia di Caserta e Antonio Marchiello, Assessore Regionale Attivit Produttive hanno dato inizio, con i saluti istituzionali, all’appuntamento “La transizione energetica: GSE incontra i Comuni, le Pubbliche Amministrazioni e le Partecipate Pubbliche”. Durante l’incontro, oltre a essere presentati i tanti strumenti che il GSE mette a disposizione degli enti locali, in particolare per l’edilizia pubblica, per la mobilit sostenibile e per le comunit energetiche, stato anche conferito il Premio “VIVI – Territorio Vivibile”, riconoscimento dedicato ai comuni virtuosi che si sono contraddistinti nell’implementazione di interventi di riqualificazione energetica del patrimonio pubblico. Le Pubbliche amministrazioni locali premiate con la targa sono state: il Comune di Castel Campagnano, il Comune di Carinaro, il Comune di Capodrise e il Comune di Dragoni. L’attestato di “Testimonial della transizione energetica” stato invece conferito al Comune di Castel Volturno, al Comune di San Marcellino e al Comune di Santa Maria a Vico.

Anche per questo appuntamento stato allestito uno Sportello Informativo dedicato alle CER attraverso il quale gli Account Manager Specializzati del GSE hanno dedicato incontri specifici per approfondire i temi legati alle Configurazioni di Autoconsumo e in particolare alle Comunit Energetiche.

“La provincia di Caserta ha registrato nel 2024 un incremento del 31% del numero di impianti fotovoltaici rispetto a fine 2023. Al 31 dicembre 2024 risultano, infatti, installati 19.460 impianti per una potenza complessiva installata di 415 MW, in aumento del 19,9% rispetto l’anno precedente. Sono 131 le Pubbliche Amministrazioni assististe dal GSE e di queste, 85 sono Comuni – ha dichiarato il Presidente del GSE, Paolo Arrigoni. – Con questo Road Show, stiamo incontrando studenti, Pubbliche amministrazioni locali e imprese di tutta Italia con l’obiettivo di far conoscere i meccanismi di incentivazione e i servizi gestiti dal GSE, soprattutto attraverso l’esempio di quelle amministrazioni che stanno gi beneficiando dei vantaggi della decarbonizzazione dei consumi e dell’efficienza energetica”.

“Questo evento rappresenta un passo fondamentale verso un futuro energetico pi sostenibile e innovativo. La transizione ecologica non solo una sfida, ma un’opportunit per ripensare il nostro modello di sviluppo, creando valore per i cittadini e le imprese – ha dichiarato il Presidente della Provincia di Caserta, Marcello De Rosa. – Il GSE si impegna con determinazione a sostenere il cambiamento, promuovendo soluzioni che valorizzino le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, garantendo al contempo trasparenza e inclusivit nel percorso di trasformazione del sistema energetico nazionale. Noi, come Provincia di Caserta, abbiamo immediatamente aderito al progetto, riconoscendo il suo potenziale nel favorire una crescita sostenibile e nel valorizzare il nostro territorio “.

Alle 17.00 l’ultimo appuntamento della giornata divulgativa rivolto ai rappresentanti delle associazioni di categoria e alle imprese del territorio. I lavori sono stati aperti da Tommaso De Simone, Presidente Camera di Commercio Caserta e Marcello De Rosa. Attraverso il format dedicato “La transizione energetica: GSE incontra le Imprese e le Associazioni” sono stati illustrati tutti i servizi che il GSE mette a disposizione con focus sull’efficienza energetica e sui fondi PNRR dedicati dal GSE al comparto agricolo e all’autoconsumo diffuso. L’incontro, oltre a permettere un confronto con il GSE sugli strumenti di incentivazione pi rispondenti alle esigenze del tessuto produttivo locale, stato l’occasione per analizzare gli aspetti della Transizione 5.0 e per conoscere dettagliatamente le prerogative e i benefici delle comunit energetiche rinnovabili.

Al via Cdm, presente ministra Santanchè

Roma, 23 gen. (askanews) – È iniziata da qualche minuto la riunione del Consiglio dei ministri che ha all’ordine del giorno, tra le altre cose, un ddl di ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell’Uzbekistan sulla cooperazione di polizia, siglato a Roma l’8 giugno 2023, e un decreto legislativo – si legge nella convocazione – con disposizioni per disciplinare le particolari limitazioni all’esercizio dell’attività di carattere sindacale da parte del personale impiegato in attività operativa, addestrativa, formativa ed esercitativa, anche fuori del territorio nazionale, inquadrato in contingenti o a bordo di unità navali.

A presiedere la riunione, come di consueto, la premier Giorgia Meloni. Presente, secondo quanto si apprende, anche la ministra del turismo Daniela Santanchè.

Piantedosi: Almasri rimpatriato "per ragioni di sicurezza, vista la sua pericolosità"

Roma, 23 gen. (askanews) – Almasri, il comandante della polizia libica è stato rilasciato il 21 gennaio per poi essere rimpatriato a Tripoli, “per ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time al Senato a una interrogazione sulla scarcerazione e il rientro in patria con un aereo di Stato del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, conosciuto come ‘Almasri’.

“Lo scorso 19 gennaio, – ha detto il ministro dell’Interno – il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish, da poco arrivato a Torino dopo essere stato nei giorni precedenti in altri Paesi europei, è stato sottoposto all’esecuzione del mandato d’arresto internazionale a fini di estradizione, emesso il giorno precedente dalla Corte Penale Internazionale. Ad avvenuta esecuzione del provvedimento, sono stati informati gli Uffici della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma e il competente Dipartimento del Ministero di Giustizia, oltre al difensore nominato d’ufficio e le Autorità Consolari. Il cittadino libico – ha aggiunto Piantedosi – è stato temporaneamente associato alla locale casa circondariale ‘Lorusso e Cotugno’ e, quindi, messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, ossia la Corte d’Appello di Roma e la citata Procura Generale presso la stessa Corte d’Appello. Il successivo 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa. L’uomo è stato dunque rilasciato nella serata dello stesso giorno per poi essere rimpatriato a Tripoli, per ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”.

“Il Governo – ha proseguito il titolare del Viminale – ha dato la disponibilità a rendere un’informativa di maggiore dettaglio sul caso in questione. Sarà quella l’occasione utile per approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda, ivi compresa la tempistica riguardante la richiesta, l’emissione e l’esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico”.

“A seguito della mancata convalida dell’arresto da parte della Corte d’appello di Roma, considerato che il cittadino libico era ‘a piede libero’ in Italia e presentava un profilo di pericolosità sociale, come emerge dal mandato di arresto emesso in data 18 gennaio dalla Corte Penale Internazionale, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del Testo unico in materia di immigrazione”, ha detto il ministro dell’Interno, rispondendo al question time al Senato.

Il provvedimento – ha ricordato il responsabile del Viminale – è stato notificato all’interessato al momento della scarcerazione e, nella serata del 21 gennaio, ha lasciato il territorio nazionale. “Evidenzio che l’espulsione che la legge attribuisce al Ministro dell’Interno è stata individuata quale misura in quel momento più appropriata, anche per la durata del divieto di reingresso, a salvaguardare la sicurezza dello Stato e la tutela dell’ordine pubblico che il Governo pone sempre al centro della sua azione. Per ogni ulteriore approfondimento, come ho già detto, il Governo riferirà quanto prima al Parlamento in modo più circostanziato”, ha concluso Piantedosi.

Delusione per Vermiglio: nessuna nomination agli Oscar. Per Emilia Perez 13 candidature

Roma, 23 gen. (askanews) – Delusione per Vermiglio nella corsa agli Oscar in programma al Dolpy Theatre di Los Angeles il 2 marzo. Il film di Maura Delpero non è purtroppo riuscito a entrare nella cinquina dei nominati resa pubblica oggi. I giurati della Academy hanno optato per “Emilia Pérez” di Jacques Audiard per la Francia (grande favorito), “Io sono ancora qui” di Walter Salles per il Brasile, “Il seme del fico sacro” dell’iraniano Mohammad Rasoulof (ma il film compete per la Germania), “Flow” di Gints Zilbalodis per la Lettonia e “The Girl With the Needle” di Magnus Van Horn per la Danimarca.

“Emilia Pérez”, che ha avuto ben 13 nomination, sarà anche tra i grandi favoriti nella categoria generale per il miglior film, insieme a “The Brutalist” di Brady Corbet: i due titoli si sono divisi i principali Golden Globe (rispettivamente miglior film nel gruppo delle commedie e musical e miglior film drammatico) e si dovrebbero contendere l’Oscar più atteso in assoluto. Gli altri nominati nella categoria miglior film sono “Conclave” di Edward Berger, “A Complete Unknown” di James Mangold, “Wicked” di Jon M. Chu, “Anora” di Sean Baker, “Dune – Parte 2” di Denis Villeneuve, “The Substance” di Coralie Fargeat, “Nickel Boys” di RaMell Ross e “Io sono ancora qui” di Walter Salles.

Jacques Audiard e Brady Corbet se la vedranno per l’Oscar al miglior regista (insieme a loro ci sono Coralie Fargeat, Sean Baker e James Mangold), ma “Emilia Pérez” e “The Brutalist” sono in prima fila anche per diverse categorie tecniche come la miglior canzone originale, per il film di Jacques Audiard, o la miglior fotografia e il miglior montaggio, per il film di Brady Corbet.

Miglior attrice protagonista: Demi Moore per “The Substance” sembra la favorita, ma le grandi prove di Fernanda Torres (“Io sono ancora qui”) e Karla Sofía Gascón (“Emilia Pérez”) meritano un riconoscimento. Le altre nominate sono Cynthia Erivo (“Wicked”) e Mikey Madison (“Anora”). Tra gli attori protagonisti Adrien Brody (“The Brutalist”), Ralph Fiennes (“Conclave”) e Timothée Chalamet (“A Complete Unknown”), mentre scarsissime possibilità hanno Colman Domingo (“Sing Sing”) e Sebastian Stan (“The Apprentice”). Come miglior attrice non protagonista, in prima fila c’è la grandiosa Zoe Saldaña di “Emilia Pérez”, ma avrà filo da torcere da Ariana Grande (“Wicked”) e Isabella Rossellini (“Conclave”). Chiudono la cinquina Felicity Jones (“The Brutalist”) e Monica Barbaro (“A Complete Unknown”).

Per il miglior attore non protagonista, corsa a due tra Kieran Culkin (“A Real Pain”) e Edward Norton (“A Complete Unknown”), mentre più distanti gli altri nominati Guy Pearce (“The Brutalist”), Yura Borisov (“Anora”) e Jeremy Strong (“The Apprentice”).

Per la miglior colonna sonora non è entrato in nomination “Challengers” di Luca Guadagnino, che avrebbe invece meritato grazie alla potentissima partitura musicale di Trent Reznor e Atticus Ross: probabilmente il vincitore sarà “The Brutalist” anche in questa categoria.

Shoah, ancora insulti contro Segre. Il 28 la senatrice sarà al Quirinale per il Giorno della memoria

Roma, 23 gen. (askanews) – Il 28 gennaio sarà al Quirinale per celebrare insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella il Giorno della memoria contro vecchi e nuovi antisemitismi ma Liliana Segre, 95 anni, senatrice a vita e testimone dell’orrore della Shoah, continua ad essere tutti i giorni vittima di insulti e attacchi social proprio per quello che rappresenta.

La senatrice non sarà oggi al Memoriale della Shoah a Milano per l’inaugurazione della mostra di Marcello Maloberti dopo che le campagne degli hater sui social hanno rinfocolato il clima d’odio contro di lei, anche in occasione dell’uscita del docufilm “Liliana”. Il figlio di Liliana Segre, Luciano Belli Paci, ha dato mandato al legale di famiglia di verificare chi sono gli autori dei post minacciosi apparsi sulle pagine social dei cinema che proiettano il film di Ruggero Gabbai.

Intanto arrivano gli attestati di solidarietà, per primi quelli di Pd e Italia Viva. “Massima solidarietà a Liliana Segre, costretta a non partecipare a un evento al Memoriale della Shoah a causa dei continui attacchi d’odio. Il Pd è al suo fianco nel combattere l’intolleranza e per difendere i valori della democrazia”, scrive su X Silvia Roggiani, deputata e segretaria regionale del Partito Democratico della Lombardia. “Provo sdegno e vergogna per l’antisemitismo dilagante e la violenza con cui si tratta una donna che ha vissuto la terribile esperienza della deportazione e dei campi dì concentramento e che ha fatto della Memoria una ragione di vita. Tutta la politica faccia di più contro questo insopportabile clima di odio”, sottolinea Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd.

Anche la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva e componente della commissione anti discriminazioni, esprime “massima vicinanza e solidarietà a Liliana Segre, vittima di un assurdo e indegno odio social”. “Hater e leoni da tastiera non possono avere cittadinanza in un dibattito democratico. Resto al fianco di Liliana Segre nel suo impegno contro l’antisemitismo e l’odio razziale, sia nel paese e che nella commissione che presiede, e di cui faccio parte. Liliana Segre è un esempio per tutti noi”, conclude Paita.

Piantedosi: Almasri rimpatriato perchè pericoloso

Roma, 23 gen. (askanews) – Almasri, il comandante della polizia libica è stato rilasciato il 21 gennaio per poi essere rimpatriato a Tripoli, “per ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time al Senato a una interrogazione sulla scarcerazione e il rientro in patria con un aereo di Stato del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, conosciuto come ‘Almasri’.

“Lo scorso 19 gennaio, – ha detto il ministro dell’Interno – il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish, da poco arrivato a Torino dopo essere stato nei giorni precedenti in altri Paesi europei, è stato sottoposto all’esecuzione del mandato d’arresto internazionale a fini di estradizione, emesso il giorno precedente dalla Corte Penale Internazionale. Ad avvenuta esecuzione del provvedimento, sono stati informati gli Uffici della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma e il competente Dipartimento del Ministero di Giustizia, oltre al difensore nominato d’ufficio e le Autorità Consolari. Il cittadino libico – ha aggiunto Piantedosi – è stato temporaneamente associato alla locale casa circondariale ‘Lorusso e Cotugno’ e, quindi, messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, ossia la Corte d’Appello di Roma e la citata Procura Generale presso la stessa Corte d’Appello. Il successivo 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa. L’uomo è stato dunque rilasciato nella serata dello stesso giorno per poi essere rimpatriato a Tripoli, per ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”.

“Il Governo – ha proseguito il titolare del Viminale – ha dato la disponibilità a rendere un’informativa di maggiore dettaglio sul caso in questione. Sarà quella l’occasione utile per approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda, ivi compresa la tempistica riguardante la richiesta, l’emissione e l’esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico”.

Europarlamento: vietare esposizione simboli nazisti e comunisti

Bruxelles, 23 gen. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo, con 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni, una risoluzione contro la disinformazione e le manipolazioni storiche usate dalla Russia per giustificare la guerra illegale in Ucraina, in cui si chiede anche di vietare a livello dell’Ue l’uso negli spazi pubblici di “simboli dei regimi totalitari”, sia nazisti che comunisti sovietici, nonché di simboli dell’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina.

Il testo esprime poi “preoccupazione” per la decisione di alcuni social media di allentare il fact-checking nella moderazione dei contenuti sulle proprie piattaforme (in particolare dopo il recente annuncio in questo senso di X e Meta negli Stati Uniti).

Il Parlamento europeo, si legge nella risoluzione, “respinge le affermazioni del regime russo sulla storia e l’identità nazionale dell’Ucraina come futili tentativi di giustificare una guerra di aggressione illegale”. Condanna inoltre “l’incapacità della Russia di riconoscere le proprie responsabilità per i crimini sovietici, e il suo tentativo di reprimere le ricerche storiche e dibattiti pubblici su tali questioni”, affermando che queste pratiche “hanno contribuito alla capacità dell’attuale regime russo di rivitalizzare le politiche imperialiste e strumentalizzare la storia per i suoi scopi criminali”.

Il Parlamento europeo lancia quindi un appello all’Ue e ai suoi Stati membri affinché aumentino e coordinino meglio gli sforzi per contrastare la disinformazione, la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte della Russia. Ciò è essenziale, affermano gli eurodeputati, per proteggere l’integrità dei processi democratici e rafforzare la resilienza delle società europee. Gli europarlamentari sottolineano anche la necessità di promuovere attivamente l’alfabetizzazione mediatica e sostenere i media di qualità e il giornalismo professionale.

Nella risoluzione si invita l’Ue a rafforzare le sanzioni nei confronti dei media russi che promuovono campagne di disinformazione a sostegno della guerra di aggressione della Russia in Ucraina, e si esortano i paesi dell’Ue ad attuare pienamente tali sanzioni e a destinare risorse sufficienti per affrontare efficacemente questa “guerra ibrida”. Gli eurodeputati chiedono anche che l’Ue rafforzi il suo sostegno ai media russi indipendenti in esilio per sostenere la pluralità nei media in lingua russa.

Gli europarlamentari del Pd non hanno partecipato al voto finale perché, secondo quanto ha fatto sapere il capo delegazione, Nicola Zingaretti, la risoluzione chiede un divieto di esporre svastica e falce martello mettendo i due simboli “sullo stesso livello”, e perché “non si scrive la storia nei parlamenti”. Gli eurodeputati italiani del M5S e della Sinistra hanno invece votato contro.

In effetti, il testo contiene dei passaggi discutibili, in cui la condanna del “revisionismo storico” da parte del regime russo tende ad avvalorare una versione storiografica opposta e a sua volta di parte, in cui viene fortemente sottovalutato il ruolo oggettivamente essenziale svolto dall’Unione Sovietica (che nella seconda guerra mondiale ebbe 20 milioni di morti) nella sconfitta del nazismo.

Nel paragrafo 14 si legge che l’Europarlamento “ritiene che i tentativi della Russia di distorcere, rivedere e travisare la storia dell’Ucraina compromettano la memoria collettiva e l’identità dell’Europa nel suo insieme e rappresentino una minaccia alla verità storica, ai valori democratici e alla pace in Europa; invita pertanto gli Stati membri a investire maggiormente nell’istruzione e nella ricerca sulla storia comune dell’Europa e sulla memoria europea, nonché a sostenere progetti che promuovano una migliore comprensione dell’impatto della divisione dell’Europa durante la Guerra fredda; sostiene la costruzione di un memoriale paneuropeo a Bruxelles per tutte le vittime dei regimi totalitari del XX secolo; deplora il continuo utilizzo di simboli di regimi totalitari negli spazi pubblici e chiede un divieto a livello dell’Ue sull’uso di simboli nazisti e comunisti sovietici, nonché di simboli dell’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina”.

Nel “considerando G”, d’altra parte, si osserva che “non solo la Russia non ha riconosciuto l’imperdonabile ruolo iniziale dell’Unione Sovietica nelle prime fasi della Seconda guerra mondiale, ad esempio attraverso il Trattato di non aggressione del 1939 tra la Germania nazista e l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche e i suoi protocolli segreti, comunemente noti come Patto Molotov-Ribbentrop, in cui i due regimi totalitari cospirarono per dividere l’Europa in sfere di influenza esclusive”; non solo non si è assunta “la responsabilità delle numerose atrocità e dei crimini di massa commessi nei territori occupati dall’Unione Sovietica”, ma – sostengono gli eurodeputati – “l’attuale regime russo ha anche strumentalizzato la storia e creato un culto della ‘vittoria’ attorno alla seconda guerra mondiale per mobilitare ideologicamente i cittadini e manipolarli per indurli a sostenere una guerra illegale di aggressione”, contro l’Ucraina.

Infine, il Parlamento europeo si dice “profondamente preoccupato per i recenti annunci fatti da Meta e X in merito a un allentamento delle loro norme in materia di verifica e moderazione dei contenuti, in quanto ciò potrebbe consentire alla campagna di disinformazione della Russia di diffondersi ulteriormente in tutto il mondo”. L’Assemblea chiede pertanto alla Commissione e agli Stati membri “di applicare rigorosamente il regolamento Ue sui servizi digitali, anche come elemento importante della lotta contro la disinformazione russa”.

Europarlamento: vietare l’esposizione di simboli nazisti e comunisti

Bruxelles, 23 gen. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo, con 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni, una risoluzione contro la disinformazione e le manipolazioni storiche usate dalla Russia per giustificare la guerra illegale in Ucraina, in cui si chiede anche di vietare a livello dell’Ue l’uso negli spazi pubblici di “simboli dei regimi totalitari”, sia nazisti che comunisti sovietici, nonché di simboli dell’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina.

Il testo esprime poi “preoccupazione” per la decisione di alcuni social media di allentare il fact-checking nella moderazione dei contenuti sulle proprie piattaforme (in particolare dopo il recente annuncio in questo senso di X e Meta negli Stati Uniti).

Il Parlamento europeo, si legge nella risoluzione, “respinge le affermazioni del regime russo sulla storia e l’identità nazionale dell’Ucraina come futili tentativi di giustificare una guerra di aggressione illegale”. Condanna inoltre “l’incapacità della Russia di riconoscere le proprie responsabilità per i crimini sovietici, e il suo tentativo di reprimere le ricerche storiche e dibattiti pubblici su tali questioni”, affermando che queste pratiche “hanno contribuito alla capacità dell’attuale regime russo di rivitalizzare le politiche imperialiste e strumentalizzare la storia per i suoi scopi criminali”.

Il Parlamento europeo lancia quindi un appello all’Ue e ai suoi Stati membri affinché aumentino e coordinino meglio gli sforzi per contrastare la disinformazione, la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte della Russia. Ciò è essenziale, affermano gli eurodeputati, per proteggere l’integrità dei processi democratici e rafforzare la resilienza delle società europee. Gli europarlamentari sottolineano anche la necessità di promuovere attivamente l’alfabetizzazione mediatica e sostenere i media di qualità e il giornalismo professionale.

Nella risoluzione si invita l’Ue a rafforzare le sanzioni nei confronti dei media russi che promuovono campagne di disinformazione a sostegno della guerra di aggressione della Russia in Ucraina, e si esortano i paesi dell’Ue ad attuare pienamente tali sanzioni e a destinare risorse sufficienti per affrontare efficacemente questa “guerra ibrida”. Gli eurodeputati chiedono anche che l’Ue rafforzi il suo sostegno ai media russi indipendenti in esilio per sostenere la pluralità nei media in lingua russa.

Gli europarlamentari del Pd non hanno partecipato al voto finale perché, secondo quanto ha fatto sapere il capo delegazione, Nicola Zingaretti, la risoluzione chiede un divieto di esporre svastica e falce martello mettendo i due simboli “sullo stesso livello”, e perché “non si scrive la storia nei parlamenti”. Gli eurodeputati italiani del M5S e della Sinistra hanno invece votato contro.

In effetti, il testo contiene dei passaggi discutibili, in cui la condanna del “revisionismo storico” da parte del regime russo tende ad avvalorare una versione storiografica opposta e a sua volta di parte, in cui viene fortemente sottovalutato il ruolo oggettivamente essenziale svolto dall’Unione Sovietica (che nella seconda guerra mondiale ebbe 20 milioni di morti) nella sconfitta del nazismo.

Nel paragrafo 14 si legge che l’Europarlamento “ritiene che i tentativi della Russia di distorcere, rivedere e travisare la storia dell’Ucraina compromettano la memoria collettiva e l’identità dell’Europa nel suo insieme e rappresentino una minaccia alla verità storica, ai valori democratici e alla pace in Europa; invita pertanto gli Stati membri a investire maggiormente nell’istruzione e nella ricerca sulla storia comune dell’Europa e sulla memoria europea, nonché a sostenere progetti che promuovano una migliore comprensione dell’impatto della divisione dell’Europa durante la Guerra fredda; sostiene la costruzione di un memoriale paneuropeo a Bruxelles per tutte le vittime dei regimi totalitari del XX secolo; deplora il continuo utilizzo di simboli di regimi totalitari negli spazi pubblici e chiede un divieto a livello dell’Ue sull’uso di simboli nazisti e comunisti sovietici, nonché di simboli dell’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina”.

Nel “considerando G”, d’altra parte, si osserva che “non solo la Russia non ha riconosciuto l’imperdonabile ruolo iniziale dell’Unione Sovietica nelle prime fasi della Seconda guerra mondiale, ad esempio attraverso il Trattato di non aggressione del 1939 tra la Germania nazista e l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche e i suoi protocolli segreti, comunemente noti come Patto Molotov-Ribbentrop, in cui i due regimi totalitari cospirarono per dividere l’Europa in sfere di influenza esclusive”; non solo non si è assunta “la responsabilità delle numerose atrocità e dei crimini di massa commessi nei territori occupati dall’Unione Sovietica”, ma – sostengono gli eurodeputati – “l’attuale regime russo ha anche strumentalizzato la storia e creato un culto della ‘vittoria’ attorno alla seconda guerra mondiale per mobilitare ideologicamente i cittadini e manipolarli per indurli a sostenere una guerra illegale di aggressione”, contro l’Ucraina.

Infine, il Parlamento europeo si dice “profondamente preoccupato per i recenti annunci fatti da Meta e X in merito a un allentamento delle loro norme in materia di verifica e moderazione dei contenuti, in quanto ciò potrebbe consentire alla campagna di disinformazione della Russia di diffondersi ulteriormente in tutto il mondo”. L’Assemblea chiede pertanto alla Commissione e agli Stati membri “di applicare rigorosamente il regolamento Ue sui servizi digitali, anche come elemento importante della lotta contro la disinformazione russa”.

Caso Almasri, Schlein: Meloni venga a rispondere in Parlamento. Flash mob di Avs a Palazzo Chigi

Roma, 23 gen. (askanews) – “Giorgia Meloni deve venire a rispondere in Aula”. Elly Schlein, parlando con i giornalisti alla Camera, torna a chiedere che la presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. “In questa pessima vicenda – ha aggiunto la segretaria del Pd – non è possibile che non ci fosse un coinvolgimento diretto di palazzo Chigi”.

Dunque, Meloni “smetta di nascondersi dietro i suoi ministri, si prenda la responsabilità di venire a chiarire quello che è accaduto e perché lei che aveva dichiarato guerra ai trafficanti di esseri umani ha lasciato che ne fosse rilasciato uno e fosse rimandato direttamente in Libia su aereo italiano”.

Le proteste delle opposizioni per il rilascio del capo della polizia giudiziaria libica, contro cui pende un mandato d’arresto della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità, non accennano a spegnersi. “Attendiamo le dimissioni del ministro Nordio che ha mentito al paese, le questioni legate agli errori procedurali erano solo un alibi per consentire al trafficante di esseri umani, torturatore, stupratore e comandante libico” AlMasri “di essere liberato e addirittura di essere accompagnato con un aereo di Stato”: ha affermato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, nel corso di un flash mob del partito davanti Palazzo Chigi per protestare contro il governo per il rilascio di Najem Osama Almasri, arrestato domenica su mandato della Corte penale internazionalec e riportato l’altro ieri in Libia su un aereo dell’Aeronautica militare perché l’arresto, a causa di un vizio nell’applicazione delle norme, non era stato convalidato. Il libico era stato quindi espulso con un provvedimento proprio del Ministro dell’Interno.

“Siamo di fronte a una vergogna di Stato, il nostro governo umilia l’Italia di fronte al mondo e al diritto internazionale – ha sottolineato dal canto suo Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana e deputato Avs -, abbiamo prima scarcerato poi riaccompagnato col volo di Stato un torturatore, un assassino, un criminale di guerra, accusato di crimini contro l’umanità nell’aeroporto costruito utilizzando i migranti in schiavitù e la costruzione di quell’aeroporto è proprio uno dei capi d’accusa che pendono sulla testa di Almarsi. Questa vergogna non può rimanere impunita, non se la caveranno con la storiella del cavillo, il cavillo non esiste, il cavillo ha un altro nome: si chiama complicità”.

Tra i cartelli esposti dagli esponenti di Avs si legge “Il boia nell’aereo di Stato” e “Il governo Meloni libera un torturatrore e uno stupratore”.

Giovani talenti sfidano futuro con discipline Stem e robotica

Roma, 23 gen. – “Abbiamo ospitato con gioia ed entusiasmo 200 appassionati studenti provenienti da 16 istituti scolastici di Campania, Lazio, Molise e Puglia. Una manifestazione internazionale di Stem e robotica che favorisce l’apprendimento di queste discipline attraverso esperienze dirette, creative e giocose di ‘problem solving’, progettazione, programmazione, realizzando anche prototipi robotizzati intelligenti con set motorizzati Lego. I progetti presentati riguardano tematiche scientifiche di grande impatto sociale, ambientale e tecnologico, che guidano la nostra missione scientifica, didattica e umana, e l’interazione con gli studenti partecipanti avvenuta anche attraverso eventi culturali preventivi ancillari al tema della competizione (l’esplorazione degli oceani, i suoi ecosistemi e potenzialit). Preziosa anche la partecipazione della Scuola di Robotica di Genova”. Lo ha dichiarato Laura Celentano, professore di Automatica e promotrice dell’iniziativa, nel corso della tappa partenopea della ‘First Lego League Challenge’ la gara di Stem e robotica per studenti dai 9 ai 16 anni, ospitata dalla Scuola Politecnica e delle Scienze di Base dell’Universit degli Studi di Napoli “Federico II.”. Una competizione che spinge i giovani partecipanti a confrontarsi con le tematiche del presente come sottolineato da Andrea Prota, presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base: “Attraverso la First Lego League possibile promuovere un investimento per il futuro dei ragazzi che iniziano a frequentare gli spazi universitari, noi li aiutiamo a capire quale possa essere la loro vera vocazione. La nostra ‘Scuola’ mette insieme le diverse discipline di base con ingegneria e architettura. Una contaminazione essenziale per creare profili trasversali e multidisciplinari e questa esperienza emblematica in questo senso”. Secondo Alfonso William Mauro, professore di Fisica Tecnica Industriale e coordinatore della commissione di orientamento della Scuola Politecnica: “I ragazzi portano una straordinaria energia grazie a questa challenge. Siamo contenti di promuovere queste iniziative offrendo qualcosa di nuovo al territorio. Vedere questi giovani entrare con scatole piene di giochi per partecipare alla gara motivo di grande emozione. Costruiscono un’idea attraverso un prototipo che deve essere in grado di affrontare e vincere una sfida che abbia un risvolto sociale, ambientale, economico. Pensare di stimolare giovanissimi verso un interesse che magari non sar il loro futuro ma li fa affacciare alle sfide attuali un grande risultato”. Oltre 200 i partecipanti che hanno animato la tappa napoletana della First Lego League Challenge provenienti da 16 istituti del Sud. La giornata della competizione ha previsto brevi interventi di orientamento agli studi di Architettura, Ingegneria, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. I giudici e gli arbitri della competizione sono volontari appartenenti al personale docente di tutta la SPSB e rappresentanti autorevoli del mondo della scienza e dell’istruzione (ing. Piera Levi-Montalcini e prof.ssa Anna Brancaccio). Ad aggiudicarsi il tagliando per la finalissima di Genova sono state le squadre Beebots del Liceo “G.B. Grassi” di Latina, vincitore della challenge (Dieci giovani studenti dal primo liceo al quarto scientifico ordinario, sportivo e matematica. Uno dei coach fa il quinto anno di liceo, ha iniziato a studiare alle medie robotica). Sul podio la squadra Fore de Capu (formata da studenti di Lecce e provincia, molto affiatati tra loro) e il team dell’istituto comprensivo A. Gemelli di Sant’Agnello, in provincia di Napoli (Il docente stato un grande motivatore, ha fatto crescere la loro curiosit, curandola come un ‘lievito madre’). La robotica stata affrontata in maniera consapevole ma anche giocosa. L’interesse si alimentato traendo forza ed energia dai feedback positivi e dall’entusiasmo che si trasmettevano l’un l’altro. A scuola si respira aria Stem. Soprattutto non c’ demonizzazione delle discipline scientifiche!). Per la prima volta nella challenge internazionale stato assegnato anche il premio ‘Girls in science’ (la composizione della squadra ed il contributo scientifico e tecnologico al progetto presentato da questo team sono stati prevalentemente al femminile), vinto dal team dell’ISIS Rosario Livatino di Napoli. La First Lego League Challenge si conferma un appuntamento che va oltre la semplice competizione: un momento di crescita, ispirazione e orientamento per i giovani, che vengono spinti a sviluppare competenze tecniche e soft skills, fondamentali per affrontare il futuro. Un passo importante per avvicinare le nuove generazioni alle sfide del presente, promuovendo la passione per la scienza

Al via l’anno giudiziario, è scontro tra politica e magistratura

Milano, 23 gen. (askanews) – Da un lato, il governo che preme sul pedale dell’acceleratore sulla separazione delle carriere e, come assicurato dal ministro Carlo Nordio, punta a portare a casa l’approvazione definitiva della riforma costituzionale in prima e seconda lettura da parte di Camera e Senato “entro l’estate”. Dall’altro lato, i magistrati che alzano le barricate contro una riforma che “non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento del servizio giustizia, ma determina l’isolamento del pubblico ministero” con “il concreto rischio del suo assoggettamento al potere esecutivo”. L’anno giudiziario 2025 si apre in uno dei momenti più duri dello scontro tra politica e magistratura.

Dopo il via libera, in prima lettura, dell’aula di Montecitorio alla riforma che introduce la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, le toghe sono sul piede di guerra. Il comitato direttivo centrale dell’Anm, dopo l’assemblea straordinaria del 15 dicembre scorso, ha proclamato una serie di iniziative di protesta che avranno il loro culmine proprio durante le celebrazioni per l’inaugurazione dell’anno giudiaziario.

La cerimonia più importante è quella prevista domani, venerdì 24 gennaio, in Corte di Cassazione alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle più alte carico dello Stato e delle istituzioni. Ma il giorno più “caldo” sarà sabato, giorno delle cerimonie nelle 26 Corti d’Appello. Il clima si preannuncia “bollente” soprattutto a Napoli, dove sarà presente il ministro Nordio. Non appena il Guardasigilli prenderà la parola sul palco, i magistrati napoletani “con toga indosso e copia della Costituzione alla mano” abbandoneranno l’aula “in forma composta”. La stessa forma protesta sarà replicata in tutti i distretti italiani: toghe fuori dall’aula durante l’intervento del rappresentante del governo.

Non è tutto. I magistrati si presenteranno all’inaugurazione dell’anno giudiziario indossando la toga e una coccarda tricolore. Prima dell’inizio della cerimonia le toghe si riunitanno all’esterno “mostrando cartelli” con “frasi tratte da un testo significativo sul valore della Costituzione”. Sul palco saliranno anche i rappresentanti territoriali dell’Anm che prenderanno la parola “illustrando le ragioni della protesta e della presenza in toga”. Infine, lunedì 27, tutti i magistrati italiani incroceranno le braccia per una giornata di sciopero contro la separazione delle carriere.

Una forma di protesta che “non può far rimanere silenti”, attacca il Consiglio Nazionale Forense. Che se da un lato “prende atto della decisione dell’Associazione Nazionale Magistrati di voler abbandonare l’aula prima dell’intervento del Ministro della Giustizia e dei suoi rappresentanti in occasione delle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario”, dall’altro “intende richiamare al rispetto di quegli stessi valori costituzionali che formano condivisione – e non contrapposizione – con la magistratura, e specificamente il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, che è caposaldo anche dei principi di autonomia e indipendenza della magistratura”.

Almasri, Schlein: Meloni venga a rispondere in Parlamento

Roma, 23 gen. (askanews) – “Giorgia Meloni deve venire a rispondere in Aula”. Elly Schlein, parlando con i giornalisti alla Camera, torna a chiedere che la presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. “In questa pessima vicenda – ha aggiunto la segretaria del Pd – non è possibile che non ci fosse un coinvolgimento diretto di palazzo Chigi”.

Dunque, Meloni “smetta di nascondersi dietro i suoi ministri, si prenda la responsabilità di venire a chiarire quello che è accaduto e perché lei che aveva dichiarato guerra ai trafficanti di esseri umani ha lasciato che ne fosse rilasciato uno e fosse rimandato direttamente in Libia su aereo italiano”.

Rutte: se Ucraina perdesse, alla Nato costerebbe "trilioni"

Milano, 23 gen. (askanews) – “Se l’Ucraina perdesse, allora ripristinare di nuovo la deterrenza della NATO, avrà un prezzo molto, molto più alto di quello che state contemplando in questo momento in termini di spesa, di aumento della nostra spesa e aumento della nostra industria della difesa”. Da Davos il segretario generale della NATO Mark Rutte ha avvertito che una vittoria russa sull’Ucraina costerebbe carissima e comprometterebbe la forza dissuasiva dell’alleanza militare che lo scorso hanno ha compiuto 75 anni e resta la più grande e di maggior successo al mondo. Ripristinarne la credibilità potrebbe voler dire migliaia di miliardi da spendere in più: cifre enormi rispetto a quanto si chiede ora di contribuire e persino rispetto agli aumenti di spesa che ogni giorno diventano più urgenti. “Ciò significherebbe che nell’Alleanza non si parlerà di un 3% (ossia di un moderato aumento) rispetto agli attuali impegni di spesa assunti all’interno della NATO; qualunque sarà l’esito esatto di quel dibattito, non si tratterà di miliardi in più, ma di trilioni in più”, ha aggiunto Rutte al World Economic Forum, in Svizzera, da dove il segretario generale ha accolto bene le ultime dichiarazioni di Donald Trump di imporre più sanzioni alla Russia, definendosi “molto, molto contento” della posizione di Trump. “Sappiamo che l’economia russa sta andando terribilmente male, e le sanzioni aiuteranno” ha dichiarato alla Cnbc a margine del forum.

L’Alleanza in questi mesi si è rafforzata lungo il fianco orientale, dispiegando migliaia di truppe e di equipaggiamenti per dissuadere Mosca dall’espandere la sua guerra in Ucraina nel territorio di uno qualsiasi dei 32 Paesi membri. Inoltre grazie a una decisone a livello politico maturata in occasione del summit NATO di Vilnius del 2023 – al fine di consentire al SACEUR (Comandante Supremo Alleato in Europa, generale Chris Cavoli) di disporre di forze prontamente impiegabili (in tutti i domini) – ha creato la Allied Reaction Force, che l’Italia si è offerta di assumere e portare a piena capacità operativa, come ha sottolineato lo stesso Cavoli, pochi giorni fa a Bruxelles.

La Nato in questi anni ha inoltre accolto due ex campioni del non allineamento: Finlandia e Svezia. E oggi Rutte ha insistito sul fatto che i sostenitori occidentali di Kiev devono “intensificare e non ridurre il sostegno” che stanno fornendo al paese, quasi tre anni dopo l’inizio dell’invasione russa.

Rutte ha parlato in tre contesti principali: una colazione “ucraina” a inizio della mattina; un’intervista alla tv americana Cnbc e una sessione plenaria con il giornasta e tech star Nicholas Thompson, ceo di The Atlantic. Rispondendo proprio a lui ha detto: “Penso che Donald Trump abbia ragione sul fatto che non stiamo spendendo abbastanza. E comunque, dobbiamo trovare un equilibrio con quanto spendono gli Stati Uniti, ma in particolare qui, dobbiamo guardare alla base industriale. Quindi, cosa produce la nostra industria della difesa, e cosa non produce abbastanza. Ma anche in termini di innovazione, siamo troppo lenti nell’innovazione”.

Nelle battute alla Cnbc Rutte ha espresso la speranza che ora anche l’Europa “intensificherà” le sanzioni nel tentativo di “strozzare l’economia russa” e ridurre i proventi di guerra di Mosca. “Trump ha ragione, l’Ucraina è più vicina all’Europa, ma Trump ha anche ragione nel dire che si tratta di un conflitto geopolitico, quindi sono sicuro che gli Stati Uniti vogliono che finisca con un accordo buono e forte”, ha aggiunto Rutte. Poco prima, durante la “colazione ucraina”, il segretario generale aveva fatto notare che ridurre gli aiuti a Kiev sarebbe “un errore geopolitico”. E proprio in quel contesto, in quella colazione informale, trasmessa in diretta streaming, una posizione particolarmente forte è stata espressa dalla Polonia, in maniera bipartisan, sia il presidente polacco Andrzej Duda, sia dal ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski. “Non voglio supplicare Vladimir Putin di sedersi al tavolo. Voglio che Vladimir Putin ci supplichi, supplichi l’Ucraina, supplichi gli alleati dell’Ucraina di sedersi al tavolo e di parlare di come porre fine a questa guerra e di come risolvere tutti i problemi che abbiamo intorno e sono pienamente d’accordo con il Segretario Generale (della Nato), con Mark Rutte: questo non è un conflitto locale, ma globale e richiede una soluzione globale”, ha detto il presidente della Polonia, in un discorso evidentemente molto sentito. “Questo non è il Putin che (Donald) Trump ha conosciuto nel suo primo mandato. Io penso che Putin debba guadagnarsi il summit (l’incontro con Trump)”. Lo ha detto il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski.

Peraltro Duda senza nominarlo ha fatto riferimento a un articolo uscito a 10 giorni dall’inizio della invasione russa dell’Ucraina, della ex eminenza grigia del Cremlino Vladislav Surkov. Designato da Mosca come mente del separatismo del Donbass, il 14 febbraio 2022 Surkov pubblicava un articolo “Il nebbioso futuro del mondo osceno” in cui sconfessava anche il trattato di Brest-Litovsk, del 1918, a causa del quale Mosca “ha abbandonato i vasti territori degli Stati baltici, della Bielorussia e dell’Ucraina che in precedenza le appartenevano” e concludeva “ed è impensabile che la Russia rimanga entro i confini di un mondo osceno”. Duda sembra non aver dienticato quel testo: “Ora sto pensando – ha detto oggi a Davos – ai paesi dell’Europa centrale, in particolare a quei paesi che sono stati per anni dietro la cortina di ferro nella zona di influenza sovietica e come sapete molto bene, alcuni consiglieri di Vladimir Putin a volte hanno detto che questa è una vera zona di influenza russa, anche ora, e questo è il diritto della Russia di avere le sue influenze in quella parte d’Europa e anche in quella parte di Unione Europea”. Il presidente polacco ha poi aggiunto: “Se si guarda all’aggressione russa contro l’Ucraina, se si guarda al linguaggio che hanno al Cremlino, nelle élite russe, se si guarda la TV russa, se si vede la quantità e le tonnellate di propaganda russa, si vede qual è il vero problema e qual è la vera soluzione per quella situazione”. (di Cristina Giuliano)

Auto, Ue studia schema incentivi sulle elettriche, Trump li rottama

Roma, 23 gen. (askanews) – All’opposto di quanto sta facendo Donald Trump negli Usa, che ha smantellato gli “incentivi ingiusti” a favore delle auto elettriche, la Commissione europea sta studiando un possibile schema di sussidi agli acquisti di veicoli elettrici in Europa. Lo ha riferito la vicepresidente della Commissione, la spagnola Teresa Ribera, in una intervista al Financial Times.

I tecnici della Ue devono ancora valutate le opzioni per un eventuale schema di questo tipo. “Ha senso studiare come potremmo (agire) in chiave pan-europea per facilitare delle misure, piuttosto che tramite schemi nazionali”, ha affermato.

Uno dei problemi di questo eventuale schema sarebbe quello di evitare che alla fine si risolva con aiuti a favore di auto elettriche cinesi. Perché la stessa Ribera ha dovuto riconoscere che c’è una “complicazione” dovuta al disallineamento tra quelli che sono gli obiettivi di elettrificazione della Ue e le effettive capacità dei marchi europei di assicurare produzioni adeguate in termini qualitativi e quantitativi.

Ribera ha peraltro ribadito la sua ostilità all’ipotesi di rinviare il termine del 2035, fissato dalle politiche europee per la messa al bando sulla produzione di auto con propulsori endotermici.

Il tutto contrasta in maniera stridente ora con la svolta operata dagli Stati Uniti da Trump. Al suo primo giorno di insediamento alla Casa Bianca, dopo aver ordinato la cessazione delle politiche per il passaggio all’elettrico, ha detto chiaro ai suoi concittadini: “potrete tornare ad acquistare le auto che preferite”, senza vincoli, quindi, verso propulsori elettrici o sistemi ibridi.

Netanyahu: Elon Musk è "un grande amico di Israele"

Roma, 23 gen. (askanews) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicato su X un messaggio di sostegno a Elon Musk, accusato di aver fatto il saluto nazista fatto nel giorno del giuramento del nuovo presidente americano Donald Trump. Musk “viene falsamente diffamato”, ha scritto Netanyahu, definendo il proprietario di X, Space X e Tesla “un grande amico di Israele”.

“Ha visitato Israele dopo il massacro del 7 ottobre, quando i terroristi di Hamas hanno commesso la peggiore atrocità contro il popolo ebraico dall’Olocausto – ha ricordato il premier – da allora ha ripetutamente e con forza sostenuto il diritto di Israele a difendersi dai terroristi e dai regimi genocidari che cercano di annientare l’unico e solo stato ebraico. Lo ringrazio per questo”. “Grazie”, è stata la risposta di Musk su X.

Calcio, Deloitte: Real supera 1 mld ricavi, Milan 13esimo primo italiano

Milano, 23 gen. (askanews) – I primi 20 club di calcio per fatturato a livello mondiale hanno realizzato complessivamente la cifra record di 11,2 miliardi di euro nella stagione 2023/24, in crescita del 6% rispetto alla precedente stagione. Lo sottolinea la 28esima edizione della Football Money League, pubblicata da Deloitte Sports Business Group. Il Real Madrid è diventata la prima società a superare il miliardo di euro di entrate in una sola stagione, assicurandosi la vetta della classifica. Seguono Manchester City (838 mln), Paris Saint-Germain (806 mln), Manchester United (771 mln) e Bayern Monaco (765 mln).

Il Milan, prima squadra italiana per fatturato (397,6 mln), occupa la 13esima posizione, in linea con lo scorso anno. Anche l’Inter, che ha registrato 391 milioni di fatturato, rimane stabile al 14esimo posto della top 20, mentre la Juventus (355,7 mln) è scesa dall’11esimo al 16esimo posto, soprattutto a causa della mancata partecipazione alle coppe europee nel 2023/24.

I ricavi commerciali dei top 20 club al mondo hanno raggiunto un nuovo record a 4,9 miliardi e rappresentano la quota maggiore di fatturato per il secondo anno di fila. L’aumento del 10% rispetto all’anno precedente è stato in gran parte determinato da un aumento degli eventi dal vivo di natura non calcistica, da un miglioramento delle vendite al dettaglio e da un aumento degli introiti da sponsorizzazione.

I ricavi da matchday sono cresciuti dell’11%, confermandosi ancora una volta il flusso di entrate a maggiore crescita per i club grazie a un aumento della capacità degli stadi, ai prezzi dei biglietti e alle offerte premium per le partite. I ricavi da matchday hanno superato i 2 miliardi per la prima volta in assoluto, assorbendo il 18% dei ricavi totali, ossia la quota più alta dal 2014/15 (19%).

Non si registra invece un incremento degli introiti televisivi (4,3 mld) in quanto tutti i principali campionati hanno mantenuto gli stessi cicli di broadcast della stagione precedente. I cinque grandi campionati (Italia, Spagna, Inghilterra, Francia, Germania) vivono un periodo caratterizzato da ricavi radiotelevisivi relativamente stabili grazie a contratti nazionali di diritti TV a lungo termine, che dureranno almeno fino al 2027.

Carburanti, Commissione Senato: riallineare accise benzina-gasolio

Roma, 23 gen. (askanews) – Riallineare le accise tra benzina e gasolio nella misura di 1-2 centesimi ed utilizzare il ricavato per il trasporto pubblico locale. E’ quanto si legge nel parere dalla Commissione Finanze del Senato al dlgs accise.

Il parere della Commissione è favorevole con la condizione di “definire un tendenziale riavvicinamento, in un congruo arco di tempo e nella misura compresa tra l e 2 centesimi di euro, delle aliquote dell’accisa applicate al gasolio e alla benzina in modo da tener conto dell’impatto ambientale ed economico di ciascun prodotto, destinando le risorse al trasporto pubblico locale”.

La condizione prosegue stabilendo che “alle anzidette misure dovrà essere data attuazione, valutato il contesto di riferimento, con apposito decreto interministeriale”.

Fujifilm lancia nuova instax: “Ampliamo la fotografia istantanea”

Milano, 23 gen. (askanews) – L’analogico e il digitale insieme in una nuova fotocamera istantanea. Fujifilm ha lanciato instax WIDE Evo, che permette di realizzare immagini in formato panoramico che possono essere subito stampate. “Ibrido – ha detto ad askanews Marika Gherardi, Marketing & Communication Manager di Imaging Solution Fujifilm Italia – significa essere fotocamera e stampante per smartphone nello stesso corpo. Oggi la novit proprio un nuovo modello ibrido, il primo che dedicato al formato pi grande di stampa, il formato Wide, il pi versatile. un modello dedicato a chi vuole sperimentare con la fotografia, a ci vuole espandere la propria creativit con le fotocamere istantanee. Wide Evo si propone proprio come modello ponte perfetto tra analogico e digitale”.

Due mondi che sembrano essere sempre pi distanti, ma che nella nuova fotocamera trovano modo di dialogare proficuamente. “Presa in mano la macchina – ha aggiunto Riccardo Scotti Technical & Service di Imaging Solution Fujifilm Italia – si notano subito delle ghiere: queste ghiere sono fisiche e la nostra idea di portare la creativit nel mondo instax con queste ghiere che permettono di giocare con degli effetti creativi che vengono prima dello scatto, questo importante. Il fotografo ha modo di giocare con la fotografia, di interpretare a suo modo quello che deve essere lo scatto fotografico, ma proprio quando si sta scattando e non dopo. Questa la filosofia di instax: crediamo nell’immediatezza dello scatto, ma con questo modello Evo, oltre al formato Wide, ci permette di essere molto creativi prima dello scatto”.

Oltre alla dimensione analogica, ovviamente, c’ poi quella digitale e social: instax WIDE Evo dispone anche di strumenti e layout che permettono di condividere la fotografia che si stampata anche su Instagram. Ma il punto forte rappresentato dalla strettissima relazione con la dimensione fisica, reale verrebbe da dire, delle immagini. “Fujifilm – ha aggiunto Scotti – un’azienda che nata con le pellicole e poi passata al digitale e questo know-how lo vogliamo ovviamente portare avanti e le nuove generazioni restano stupite di fronte alla fotografia istantanea, per il fatto dell’immediatezza, ma anche per il fatto materico di avere l’oggetto”.

Al quale si associa una dimensione di relazione e di scambio che va oltre gli spazi virtuali. “Fermare l’istante, poterlo donare a se stessi e agli altri – ha concluso Marika Gherardi – un momento, una magia che solo questi prodotti possono regalare”.

Tenendo sempre presente la volont di Fujifilm di offrire ai fotografi e agli appassionati maggiore flessibilit e spazio per esprimere la creativit.

I togati del Csm contro le parole di Nordio: aprire pratica a tutela della magistratura

Milano, 23 gen. (askanews) – Con le sue “esternazioni” pronunciate ieri nella sua relazione annuale al Parlamento, il ministro della Giustizia Carlo Nordio “comportamento lesivo del prestigio e dell’indipendente esercizio della giurisdizione tali da determinare un turbamento alla credibilità della funzione giudiziaria”. A sostenerlo sono tutti i componenti togati del Csm che – insieme al componente laico Roberto Romboli – hanno depositato al comitato di presidenza la richiesta di apertura di una pratica a tutela dell’ordine giudiziario. a seguito delle esternazioni rese ieri dal ministro della Giustizia in Parlamento.

“Intervenendo in Parlamento per la relazione sullo stato della giustizia il ministro Nordio nel descrivere l’attività del pubblico ministero, ha riferito di ‘clonazioni’ di fascicoli, di indagini ‘occulte ed eterne’, di ‘disastri finanziari’ descrivendo tali condotte come prassi diffuse e condivise dalle procure della Repubblica – sottolineano i togati del Csm -. Ha poi spiegato come i pubblici ministeri siano già ‘superpoliziotti’ che godono, però, delle garanzie dei giudici proponendo così un’erronea ricostruzione dell’attività del Pm e del suo ruolo nell’attuale assetto ordinamentale”.

Esternazioni che appaiono “ancora più gravi – puntualizzano ancora i consiglieri togati del Csm – perché provenienti da uno dei titolari dell’azione disciplinare che ha l’obbligo di segnalare e perseguire le condotte che egli, con impropria e gratuita generalizzazione, pretende di attribuire alla generalità dei pubblici ministeri italiani”.

Il nuovo ordine americano e il risveglio europeo

Dopo il discorso del presidente Trump in occasione del suo giuramento a Capitol Hill, si moltiplicano le interpretazioni sia negli Stati Uniti d’America sia al di fuori di essi.

Non c’è dubbio che ci troviamo di fronte a una profonda trasformazione della tradizionale visione della democrazia americana, a seguito di un discorso che sembra voler segnare una svolta radicale sul piano istituzionale, economico e sociale degli USA.

Ci si chiede come sia stato possibile che gli americani abbiano sostenuto, per due mandati consecutivi, e in modo così plebiscitario la seconda volta, un leader politico definibile come “pregiudicato senza sanzioni”. Questo è reso possibile dalle norme che sanciscono la non perseguibilità del Presidente degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, ci si interroga sulle cause di una sconfitta così bruciante per il Partito Democratico, rappresentato da una maggioranza di presidenti silenti durante il rito del giuramento, trasformatosi in una sorta di incoronazione del nuovo Zar d’America.

Rispondendo alle riflessioni di un caro amico, ho ricordato un saggio del sociologo tedesco Ferdinand Tönnies, “Comunità e società”, in cui distingue due forme di solidarietà: la prima, da lui definita “organica”, caratterizza i rapporti stretti e connessi tra gli attori di una comunità (come avviene probabilmente nella società americana extraurbana e rurale); la seconda, “meccanica”, è tipica delle realtà urbane, dove i legami sono frammentati e ridotti a funzioni meramente pratiche.

Con Trump, tuttavia, emerge una novità: le nuove élite pluto-tecnocratiche (ossia i più ricchi degli Stati Uniti e del mondo) non agiscono più come burattinai esterni ai politici, ma entrano direttamente nei centri di potere, assumendo ruoli rilevanti nel governo degli USA. Trump è riuscito a conquistare il voto del ceto medio e della povera gente, ma ora, di fatto, il potere è anche fisicamente nelle mani di quei personaggi in bella mostra durante il giuramento. Così, quella che era considerata la democrazia liberale per eccellenza, specie per quelli della mia generazione, ispirati negli anni Sessanta dagli ideali kennediani, si sta trasformando in una plutocrazia tecnocratica, impegnata a dominare il mondo.

Ricordo che, nel mio piccolo paese, Ficarolo (Rovigo), organizzai, all’epoca della presidenza Kennedy, il primo circolo polesano a suo nome. Ascoltare ieri il discorso della “rivincita trumpiana” mi ha colpito profondamente, rendendomi consapevole di quanto sia ormai dominante una realtà alternativa a quella che sognammo negli anni della nostra gioventù.

Questa neo-politica monroviana (“l’America agli americani”), trasformata in uno slogan – con Trump e Musk – in “Make America Great Again” (MAGA), viene sbandierata senza scrupoli anche contro gli stessi alleati occidentali. Tuttavia, rischia di diventare un boomerang per gli USA, che vedranno crescere il loro isolamento proprio tra i tradizionali partner.

Siamo testimoni del tramonto della democrazia liberale americana e del trionfo della plutocrazia tecnocratica trumpiana, che rappresenta l’ultima fase del turbo-capitalismo finanziario USA. Di fronte a questa realtà, è indispensabile una risposta unitaria dell’Europa, in difesa dei principi di democrazia e libertà.

Messa alle strette, auguriamoci che l’Unione Europea sappia ritrovare lo spirito dei suoi padri fondatori: De Gasperi, Adenauer, Monnet e Schuman. L’Europa, del resto, possiede il risparmio più grande rispetto a quello americano e competenze tecnologiche e scientifiche di altissimo livello. Tuttavia, per affrontare questa sfida, sarà necessario unificare i sistemi fiscali ed economico-finanziari, iniziando dall’applicazione, a livello europeo, della Legge Glass-Steagall e della nostra Legge bancaria del 1936, ristabilendo una netta separazione tra banche di prestito e banche di speculazione finanziaria. Solo così si potrà porre fine allo strapotere degli hedge funds anglo-caucasici/kazari, con base operativa nella City di Londra e fiscale, a tassazione zero, nello Stato del Delaware.

Purtroppo, oggi l’Unione Europea è ostaggio di 5-6 fondi speculativi che controllano al 100% banche, borse, energia, farmaceutica, telecomunicazioni e distribuzione alimentare. Ursula von der Leyen ha avuto una prima reazione efficace: è giunto il momento di pensare in modo più strategico. La “cuccagna” della difesa garantita a prezzi scontati dagli USA è terminata; è tempo di considerare nuovi interlocutori, a partire da Cina, India e i Paesi BRICS.

Superare il muro di ferro rappresentato da quei fondi speculativi non sarà facile, e richiederà l’impegno di tutti i cittadini europei interessati a difendere la democrazia e la libertà. In questo scenario, la presidente Meloni si è iscritta lodevolmente al club degli amici di Trump, dichiarando di voler svolgere un ruolo positivo di raccordo tra gli USA e l’Unione Europea. Le auguriamo ogni successo, con la speranza che l’Italia non cada nella storica e dolorosa tentazione del doppiogiochismo, già sperimentato durante le due guerre mondiali del XX secolo.

Santanchè, Conte: nuove ombre, calendarizzare subito sfiducia

Roma, 23 gen. (askanews) – “Escono nuove ombre sulla ministra Santanchè, sulla sua trasparenza, sulla vendita di Visibilia, anticipate da Report. Chiederemo la calendarizzazione immediata delle sue dimissioni, abbiamo una mozione”. Lo ha detto ai cronisti all’ingresso della Camera il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

“Non possiamo affondare – ha aggiunto l’ex premier – l’immagine, il prestigio, il decoro delle istituzioni. Non è pensabile che la ministra Santanchè possa promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo e del turismo”.

Il ritorno della politica: culture e classi dirigenti per una democrazia rinnovata.

Forse riusciamo ad intravedere all’orizzonte qualche segnale di incoraggiamento e di inversione di rotta. Ovvero, un potenziale ritorno di quella politica che gli anni del populismo imperante e straripante ha sostanzialmente cancellato e rimosso. Ossia, partiti popolari, democratici e organizzati; classi dirigenti autorevoli, qualificate e rappresentative; culture politiche di riferimento e, soprattutto, una progettualità politica che non era solo il frutto della improvvisazione e della casualità. Insomma, tasselli di un mosaico che contribuivano, seppur con alti e bassi com’è naturale che sia, a qualificare la politica e la sua ‘mission’ concreta nella società.

Ora, almeno così pare, siamo nuovamente entrati in una stagione dove le storiche categorie del passato – e cioè la destra, la sinistra e il centro – ridiventano protagoniste nel confronto politico quotidiano. Certo, non possiamo fare confronti impropri e del tutto illusori con le dinamiche concrete della prima repubblica ma è indubbio che quando ritorna un dibattito serio e autorevole la sirena populista, demagogica, anti politica e qualunquista ha qualche difficoltà in più a farsi largo. Penso, nello specifico, a tutto ciò che ha caratterizzato il ruolo e la mission dei 5 stelle nel nostro paese in questi ultimi anni e, soprattutto, nel nostro sistema politico.

Ma le tre condizioni qualificanti ed indispensabili che sono necessarie per ridare qualità e sostanza alla politica contemporanea sono, ancora una volta, avere partiti democratici, radicati nel territorio ed espressione di pezzi della società; classi dirigenti che ricavano la loro legittimazione democratica dal basso e che non vengono aristocraticamente calate o cooptate dall’alto; e, infine, la riscoperta e la riattualizzazione di quelle culture che sono, e restano, fondamentali non solo per ragioni storiche ma anche, e soprattutto, per rafforzare e consolidare la qualità della nostra democrazia. Sotto questo versante il dibattito che si è aperto nell’area di Centro del nostro paese – che, come ovvio e scontato, non è riconducibile solo e soltanto a ciò che avviene nel Pd e dintorni – è di grande importanza. E questo non solo perché nel nostro paese, al di là di qualsiasi opinione, si continua “a vincere al centro “ e, sopratutto, “a governare dal centro” come diceva sempre uno degli ultimi maestri del cattolicesimo democratico italiano, Guido Bodrato. Ma perchè “la politica di centro” – per dirla con uno slogan della migliore cultura democratico cristiana – più che non la riedizione di un ennesimo partito di centro, continua ad essere di straordinaria attualità e modernità anche nella società contemporanea. “Una politica di centro”, tra l’altro, che non può essere appaltata a chi è culturalmente e politicamente estraneo ed esterno rispetto a quell’indole e a quel riferimento ideale. Ora, però, e al di là del dibattito sul futuro Centro nella politica italiana, è indubbio che la stessa prassi trasformistica ed opportunistica è destinata ad indebolirsi se non addirittura a sparire di fronte ad un ipotetico e del tutto possibile ritorno della politica. Come, al contempo, la stessa scorciatoia tecnocratica non dovrebbe più avere vita lunga se l’iniziativa politica prende il sopravvento e il tutto non viene più appaltato ai soliti e notissimi “salvatori della patria” buoni per tutte le stagioni.

Ecco perché, forse, siamo alla vigilia di una nuova fase politica nella storia democratica del nostro paese. E non può che essere incoraggiata da tutti coloro che credono nella democrazia dei partiti, nella centralità delle culture politiche e nel ruolo, sempre fondamentale e necessario, delle classi dirigenti.

Wto, Okonjo: Dazi? "Catastrofe se finiamo all’occhio per occhio"

Roma, 23 gen. (askanews) – Se l’imposizione di dazi commerciali innescasse una corsa “all’occhio per occhio” nel commercio internazionale “sarebbe una catastrofe che tutti pagherebbero caro”, a cominciare dai paesi poveri. Lo ha affermato la direttrice dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), Ngozi Okonjo-Iweala, durante un dibattito sui dazi commerciali – minacciati dalla nuova amministrazione Usa di Donald Trump – durante un dibattito al World Economic Forum, a Davos, in Svizzera.

“Abbiamo visto questo film negli anni 30 e ha peggiorato la grande depressione. Poi il mondo ha capito che non era la strada da percorrere. Bisogna evitare le profezie che si auto realizzano. Perché se si va all’occhio per occhio le opinioni pubbliche cominceranno a dire ai loro politici: ‘sei l’unico che faccia la cosa giusta mentre tutti fanno quella sbagliata, perché non ti metti pure tu a fare quella sbagliata? E lì avremo le profezie che si auto realizzeranno. Sarebbe catastrofico – ha detto – e tutti pagherebbero. E i paesi poveri pagherebbero di più”.

E secondo l’economista Nigeriana, quand’anche invece di una guerra commerciale a tutto campo ci si limitasse “a dividerci in blocchi” si richierebbero comunque danni per migliaia di miliardi di dollari. “Per questo dico che possiamo usare la metodologia del Wto” per cercare di intervenire sulle dispute commerciali. “Se pensi di essere danneggiato puoi lanciare una serie di indagini e mostrarlo. E puoi richiedere consultazioni con le economie che ritieni che ti danneggino. Sono incoraggiata dalle indagini avviate da Trump – ha detto – non dico che non ne risulterà qualcosa che non ci piacerà, ma almeno si parte con un processo formale”.

Usa, Okonjo-Iweala (Wto): dazi Trump? "Evitiamo iperventilazione"

Roma, 23 gen. (askanews) – Sui dazi commerciali attesi dalla nuova amministrazione Trump “evitiamo di fare iperventilazione Prendiamo un respiro profondo”. Lo ha affermato la direttrice dell’Organizzaizone mondiale del commercio (Wto), Ngozi Okonjo-Iweala, rispondendo ad una domanda sui dazi minacciati da Donald Trump, durante un dibattito al World Economic Forum, a Davos, in Svizzera.

“I dazi sono molto facili da usare, basta firmarli, quindi vengono utilizzati piuttosto spesso per risolvere problemi che tuttavia magari non sono dovuti al commercio. Il commercio viene incolpato di tante cose, ma quando guardi ai deficit commerciali, a volte vedi che il problema non è che arrivi dal commercio – ha notato – ma degli squilibri macroeconomici”.

“A volte i consumi interni non sono adeguati, oppure non ci sono risparmi, oppure ci sono troppi risparmi. Se ci sono squilibri sui consumi che vanno risolti, anche usando i dazi possono farlo temporaneamente, riducendo il deficit, ma ci sono altre questioni che entrano in campo, come l’inflazione e la competitività, e alla fine torni al punto di prima – ha sostenuto – in cui i tuoi deficit tornano a salire. Quindi mi limito a dire dobbiamo guardare ai fondamentali e lavorare su quelli”.

Inoltre, “i dazi possono avere ricadute sui cambi valutari”, ha ricordato l’economista nigeriana. (fonte immagine: World Economic Forum).

Dombrovskis: con Trump cercare modo costruttivo per andare avanti

Roma, 23 gen. (askanews) – Come Unione europea con la nuova amministrazione Trump “certamente cercheremo di impegnarci nel dialogo per trovare un modo costruttivo per andare avanti”. Lo ha affermato il commissario europeo all’economia, Valdis Dombrovskis, in merito agli attesi nuovi dazi Usa durante un dibattito al World Economic Forum, a Davos, in Svizzera (dove oggi pomeriggio interverrà il nuovo presidente Usa).

“Ue e Usa sono alleati strategici. E specialmente nel contesto geopolitico attuale, in cui vediamo le autocrazie che mettono alla prova le regole dell’ordine globale, è importante che le democrazie lavorino insieme. Ed è con questo spirito di cooperazione che approcciamo anche la nuova amministrazione Trump. Ue e Usa – ha sottolineato Dombrovskis – fanno il 42% del Pil globale. Quindi ci sta molto in ballo anche economicamente”. (fonte immagine: World Economic Forum).

Sanremo, Francesco Gabbani: ” un luogo felice, mi sento a casa”

Milano, 24 gen. (askanews) – Francesco Gabbani torna al Festival di Sanremo per la quarta volta dopo aver vinto nel 2016 con “Amen” nella sezione nuove proposte e nel 2017 con “Occidentali’s Karma” e dopo essersi posizionato secondo nel 2020 con “Viceversa”. Un luogo che per lui casa: “Sanremo per me, a priori, una grande gioia, una grande emozione perch in un modo o nell’altro quando sono passato dal Festival ha sempre rappresentato un momento importante del mio percorso non solo artistico ma proprio esistenziale. Ho vinto prima nei Giovani poi nei Big, sono arrivato secondo nell’ultima partecipazione del 2020 con Viceversa, quindi diciamo che Sanremo un luogo felice per me. Quindi l’idea di tornarci una grande gioia, un po’ come l’idea di tornare a casa o tornare in un posto dove sei stato bene in vacanza, dove hai provato delle belle emozioni e quindi ci torni. ovvio che poi tornare a Sanremo comporta di default il fatto di avere una tensione, una piccola paura relativa all’esibizione in quanto tale. Esegui per la prima volta in diretta nazionale, una canzone che il pubblico non ha mai sentito, quindi un one shot, c’ un’inevitabile tensione che per ho imparato a fare una cosa, proprio come in Viva la Vita, ho imparato ad accettarla questa paura e forse anche la cosa bella di Sanremo”.

Il suo brano una ballad aperta e molto positiva. ” una canzone in cui il titolo stesso racconta un po’ il punto d’arrivo del brano, cio Viva la vita. una canzone che ci suggerisce di riacquisire un senso di gratitudine consapevole rispetto al fatto che siamo vivi. Lo anche questa accettazione consapevole della vita, anche una risposta alla sofferenza data dalla mancanza di risposte rispetto alle grandi domande, quelle universali sul senso della nostra esistenza, che sono un po’ il tormento di noi tutti esseri umani. Oggi la risposta la cerchiamo, ci illudiamo di trovarla nella realizzazione individuale a livello sociale, nel materialismo, nel possedere, nell’apparenza. In tutte queste cose per sono solo espedienti perch poi di fondo rimane il dubbio: perch il significato vero non lo so. Quindi Viva la vita dice: sii grato per il fatto che sei vivo, non darlo per scontato. Questo sta alla base di tutto”.

Santanchè, Tajani: siamo garantisti, eventuali dimissioni sua scelta

Roma, 23 gen. (askanews) – “Siamo garantisti per tutti, dall’ultimo al più importante cittadino italiano”: lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del Meeting Europa-Usa 2025. Sfide transatlantiche”, a Roma. “Per la Costituzione della Repubblica si è innocenti finché non c’è una sentenza definitiva. Quindi per me, finché non c’è una condanna in terzo grado, chiunque è innocente. L’abbiamo detto fin dall’inizio. Noi non abbiamo chiesto le dimissioni del ministro Santanchè perché, ripeto, in base alla Costituzione della Repubblica la Santanchè, finché non c’è una condanna definitiva, è innocente. È una scelta sua, ma certamente non è una nostra richiesta”, ha detto Tajani.

Il Cremlino: aspettiamo da Trump segnali non ancora pervenuti

Roma, 23 gen. (askanews) – Il Cremlino aspetta da Donald Trump segnali che non sono ancora stati ricevuti”: così il portavoce Dmitri Peskov commentando le dichiarazioni di ieri del presidente americano, che ha esortato Vladimir Putin a porre fine al più presto alla guerra in Ucraina.

“Naturalmente stiamo osservando molto da vicino tutta la retorica, tutte le dichiarazioni. Stiamo registrando attentamente tutte le sfumature, restiamo pronti al dialogo, il presidente Putin ne ha parlato ripetutamente. Per un dialogo paritario, per un dialogo reciprocamente rispettoso – questo dialogo ha avuto luogo tra i due presidenti, ancora una volta, durante la prima presidenza di Trump, e siamo in attesa di segnali, in attesa di segnali che non sono ancora stati ricevuti”, ha detto Peskov ai giornalisti.

Banche, Ft: arriva nuova pioggia di dividendi in Europa (123 mld)

Roma, 23 gen. (askanews) – Ancora pioggia di dividendi in Europa dalle banche. Secondo i calcoli di Ubs, citati dal Financial Times, gli istituti di credito elargiranno ai loro azionisti un ammontare che si avvicinerà a 123 miliardi di euro, di cui 74,4 miliardi in dividendi veri e propri e altri 49 miliardi in riacquisti di azioni (buyback, che fanno aumentare il valore delle quote detenute.

Secondo il Ft l’ammontare, che viene versato in base ai risultati realizzati nel 2024, supererà anche la cifra record di ritorni agli investitori elargita nel 2023, restando su valori molto sostenuti per il secondo anno consecutivo.

Sempre in base alle previsioni di Ubs, i maggiori livelli di retribuzione agli azionisti sono attesi da Hsbc, Banca britannica che tuttavia è profondamente radicata sui mercati asiatici, con 19,3 miliardi di euro, Bnp Paribas, con 11,6 miliardi di euro, e l’italiana Unicredit, con 8,8 miliardi di euro.

“Da quando le banche centrali hanno iniziato ad alzare i tassi, le prospettive per il settore bancario europeo sono migliorate sensibilmente, dopo aver superato un doloroso decennio di tassi bassi o negativi. Le banche realizzano profitti – dice il Ft – perché trasferiscono i tassi più alti” a coloro a cui concedono prestiti “in maniera più veloce di quanto lo facciano con i risparmiatori” sui depositi.