Bodrato indica la necessità politica di una Terza Forza

Dinanzi ad una destra democratica e di governo - ma pur sempre destra - e ad una sinistra con marcato accento radicale è naturale che all’orizzonte si profili una sorta di “terza forza”.

Guido Bodrato, con la consueta intelligenza e lucidità, ha scritto un rapido tweet – anche i leader storici della Dc sono presenti attivamente sulla rete – che merita di essere ripreso per intero. Scrive Bodrato: “Schlein ha cancellato i cattolici democratici dal Pd… Non perdete tempo con chi non vi ama…Saranno gli elettori a pensarci. Chi ha passione per l’identità della Terza Forza dedichi il suo tempo alla guerra culturale già iniziata, per una presenza ‘democratica’! Il resto verrà”. Sin qui il “cinguettio” rapido ma incisivo di Guido Bodrato.

Ora, è noto ai cattolici democratici e popolari del nostro paese che quando parla Guido Bodrato – uno degli ultimi grandi leader e statisti della Democrazia Cristiana – è sempre consigliabile prestare ascolto perchè le sue riflessioni sulla politica, sulla democrazia, sulle istituzioni e sul ruolo dei cattolici nella società italiana sono particolarmente attuali e pertinenti. Certo, quando si parla di “terza forza” si pensa ai grandi snodi storici della politica italiana ed europea. Dal progetto all’inizio del ‘900 intrapreso da Luigi Sturzo che diede vita alla straordinaria presenza politica, culturale e programmatica dei Popolari rispetto – e contro – alle forze liberali e socialiste alla cosiddetta “terza forza” in Francia dopo la seconda guerra mondiale che si opponeva sia al Partito comunista francese che al movimento gollista. Una “terza forza” che governò la Francia dal 1947 al 1951.

Ma, per restare all’attualità italiana, seppur in perenne evoluzione e in rapido cambiamento, è indubbio che una “terza forza” quasi si impone di fronte ad un “bipolarismo selvaggio” che rischia di degenerare in modo sempre più convulso in una deriva riconducibile alla logica degli “opposti estremismi”. Una stagione tristemente nota e conosciuta nel nostro paese. Non a caso, Bodrato ha sempre insistito nella sua lunga e ricca esperienza pubblica per una “politica di centro” utile ed indispensabile per battere la radicalizzazione della lotta politica da un lato e contro l’eccessiva polarizzazione ideologica dall’altro. Una “politica di centro” che non sempre coincide con un partito di centro ma che, sicuramente, è una categoria decisiva per ridare qualità alla democrazia, centralità alla democrazia rappresentativa, valenza all’economia sociale di mercato, difesa delle politiche legate al welfare e allo Stato di diritto e, in ultimo ma non per ordine di importanza, per ridare un giusto ruolo ai partiti e alle rispettive culture politiche.

Insomma, diciamocelo apertamente senza equivoci e retro pensieri. Oggi è necessaria una “terza forza” nello scacchiere politico contemporaneo. Di fronte ad una destra democratica e di governo – ma pur sempre destra – e ad una sinistra con un marcato accento radicale, libertario, estremista e anche massimalista, è del tutto naturale che all’orizzonte si profili una sorta di “terza forza”. Certo, mi pare sia abbastanza evidente che non si tratta di dar vita ad una forza politica che riproponga, seppur in forma aggiornata e contemporanea, l’esperienza del partito liberale o del partito repubblicano o di un partito tardo azionista. Quello sarebbe un partito destinato a giocare un ruolo del tutto periferico e marginale nella geografia politica italiana. E questo perchè una potenziale e possibile “terza forza” non può fare a meno dell’unica cultura politica che storicamente ha saputo qualificare una offerta politica centrista, dinamica, innovativa e profondamente democratica. E cioè, la cultura del cattolicesimo popolare e sociale. Senza quella presenza e quell’approccio qualsiasi operazione politica centrista è destinata a fallire. Come sta puntualmente capitando in queste ultime settimane nella politica italiana sul fronte cosiddetto centrista.

Ecco perchè la riflessione di Bodrato – via tweet – ci interroga e interpella i cattolici democratici e popolari del nostro paese. Perchè l’unica cosa certa è che l’attuale ingessatura politica italiana non può durare a lungo per la semplice ragione che contribuisce ad allontanare i cittadini dalle urne e a ridurre la stessa partecipazione democratica. Tocca a noi, cattolici popolari e sociali, raccogliere adesso la sfida lanciata sul futuro di una ‘terza forza’ nello scenario politico italiano. Ben sapendo che non si tratta solo di una mera operazione politica ma, come scriveva giustamente Guido Bodrato, di una ‘guerra culturale che è già iniziata’. Cioè, per dare sostanza ad un nuovo progetto politico è indispensabile anche e soprattutto mettere in campo una forte attrezzatura culturale, ideale e valoriale.