Canone Rai anche per smartphone e tablet?

Lidea dellamministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, consiste nellimporre un balzello su cellulari ed altro. Quindi, prima si stimola il consumatore a comprare le nuove tecnologie rendendole indispensabili, poi vi si applicasopra una nuova tassa. Una sistematica sottrazione di soldi dalle tasche dei cittadini. Se veramente funzionasse il passaparola attraverso lassociazionismo dei consumatori qualcosa si potrebbe fare, civilmente ma con fermezza.

 

Scrisse Luigi Pirandello nella novella La giara: Chi è sopra comanda, chi è sotto si danna. Un aforisma senza tempo perché da quando esiste il mondo le cose vanno proprio così. Anche ai nostri giorni, in epoca di diritti conclamati, di democrazie e uguaglianza esibite come medaglie, di giustizia sociale sbandierata ai quattro venti. queste parole possono essere applicate a molti aspetti della nostra vita quotidiana e della nostra condizione sociale. Non c’è globalizzazione che tenga, non c’è libero mercato che protegga, non ci sono tutele che sottraggano cittadini, utenti e consumatori da tasse, balzelli, fiscalità opprimente e burocrazia asfissiante.

Ci siamo occupati recentemente di tre vicende emblematiche: la tutela dei lavoratori fragili durante lemergenza pandemica, lassegno minimo di invalidità (287,09 euro) reso incompatibile con lespletamento di una pur minima attività lavorativa da una sentenza della Cassazione (una vicenda vergognosa cui ha posto rimedio il Ministro del Lavoro con un emendamento al Decreto Fiscale ma ne attendiamo la pubblicazione.) , la graduale riduzione negli anni a venire dei docenti di sostegno nelle scuole. adombrata da un preciso documento del Sindacato UIL e finora mai smentita.

Adesso tocca al Canone Rai: come riferisce Ignazio Stagno su Il Giornale.it del 30 ottobre pare che lamministratore delegato della RAI Carlo Fuortes abbia avanzato la richiesta di applicare il canone di abbonamento RAI (oltre alle TV, come attualmente accade attraverso le bollette dellenergia elettrica) agli smartphone, ai tablet e comunque a tutti i device (tradotto: dispositivi elettronici) in grado di ricevere tecnicamente il segnale.

Lo ha fatto con una intervista rilasciata a Repubblica, di cui Il Giornale riporta il passaggio più significativo: Non si tratta di una tassa sul telefonino. Ho fatto un ragionamento semplice: in base a una legge del 1938, in Italia il canone è legato al possesso di unapparecchiatura radiotelevisiva, mentre in tutti gli altri Paesi si paga in base alla possibilità di vedere le trasmissioni. E siccome oggi tutti i device possono accedere ai programmi Rai attraverso Raiplay, sarebbe bene che anche noi ci adeguassimo“. Possiamo solo immaginare che cosa accadrebbe se questa proposta lanciata dallA.D. della Rai nominato da Draghi diventasse norma e quale aggravio si ripercuoterebbe sulle spalle dei cittadini.

Attualmente infatti labbonamento- pur se spalmato sulle bollette della luce come da provvedimento del Governo Renzi si paga in unica quota, indipendentemente dal numero di apparecchi televisivi posseduti. Il fatto di rimetterne in discussione il canone, con un ragionamento applicato a tutti i terminali elettronici come cellulari, tablet e gli stessi pc , comporterebbe un ricalcolo basato sul censimento di tutti i device esistenti in famiglia, calcolati in base al possesso di ogni singola persona, evidentemente allo scopo di aumentarne limporto.

Stiamo già vivendo la travagliata stagione dei cambi degli apparecchi TV o dellacquisto dei decoder per adeguarci agli standard europei: è dunque questo il vantaggio di unEuropa unita? E come la mettiamo con lo smaltimento dei vecchi televisori con linquinamento ambientale? Non andava bene lattuale qualità delle immagini, no, ci vuole il digitale: ma quanto durerà? Tra quanti anni dovremo di nuovo cambiare apparecchi per adeguarci ai futuri standard? Ora si aggiunge anche questa idea del balzello su smartphone & c: prima ci fanno comprare le nuove tecnologie rendendole indispensabili, poi ci applicano sopra una nuova tassa. Una sistematica sottrazione di soldi dalle tasche dei cittadini. Il problema consiste nella nostra inerzia, accettiamo tutto come un fatto inevitabile. Se veramente funzionasse il passaparola attraverso lassociazionismo dei consumatori qualcosa si potrebbe fare, civilmente ma con fermezza.

Purtroppo si tratta di tecnologie di cui non possiamo più fare a meno. Alzi la mano chi rinuncerebbe ad usare il cellulare o ad accendere la TV? Già lannunciata revisione degli estimi catastali adombra tempi duri per leconomia domestica: che almeno si evitino ulteriori canoni Rai oltre a quello esistente.