Casini Ghostbusters

Su una cosa, però, Casini potrebbe aver ragione: tra la Lega di Salvini che cerca di cannibalizzare i Cinquestelle e il Pd di Zingaretti che tenderà a inglobare le sinistre, esiste uno spazio che può essere riempito da una classe dirigente credibile

Pierferdinando Casini, quando parla dei moderati, insegue un ectopalsma.
E’ vero che ”lo spazio immenso che si è creato al centro” dello schieramento politico dovrà essere coperto in qualche modo da qualcuno. Ma dovrebbe essere altrettanto chiaro, a chi ancora riesca a pensare politicamente senza l’ottundimento emotivo derivante dall’astinenza da palcoscenico, che tentare di riempire il vuoto con il nulla è impresa inutile oltre che impossibile.Poichè il moderatismo non è una categoria politica, politicamente equivale al nulla. La moderazione, casomai, può essere uno stile di vita, un metodo di comportamento e di relazione, un’attitudine preziosa, eventualmente anche in politica. Ma richiede al contempo una chiarezza ”evangelica” su obiettivi, progetto, strumenti e motivazioni, che si stenta ad intravedere nei ragionamenti di Casini.

Ma anche volendo sorvolare questi particolari, ciò che sorprende è la fervida fantasia che fa immaginare a Casini di poter qualificare come moderati, ”in grado di parlare ai moderati”, due personaggi politici come Renzi e Calenda che sono l’uno la quint’essenza dell’intemperanza e dell’incontinenza, l’altro un campione dell’ondeggiamento e dell’irresolutezza. Passi per Tabacci, che all’abilità e alla scaltrezza vetero democristiana associa la verve soporifera di un flacone di Tavor. Ma pensare di costruire un centro moderato, politicamente evocativo come una ribollita di patate lesse, con profili di questo genere, è davvero troppo.

Su una cosa, però, Casini potrebbe aver ragione: tra la Lega di Salvini che cerca di cannibalizzare i Cinquestelle e il Pd di Zingaretti che tenderà a inglobare le sinistre, esiste uno spazio che può essere riempito da una classe dirigente credibile in grado di fornire risposte alle attese del ceto medio impoverito, dei ceti operai e impiegatizi a basso reddito (compresi i pensionati), ma anche dei ceti produttivi che hanno bisogno di stabilità e certezze per programmare i loro impieghi e di quell’equilibrio politico (che oggi manca) capace di fare sintesi dei diversi interessi secondo un criterio di giustizia e di bene collettivo.

Ognuno può definire tale spazio come preferisce, ma quello che conta sono i quattro elementi sopra citati e la capacità di un gruppo promotore di fare da aggregatore di persone.
Ma è indicativo che l’intervento di Casini e quello di Panebianco siano apparsi sui certi giornali.