De Gasperi nella fede e spiritualità che ne animarono l’azione politica

Testo dell’omelia tenuta ieri, nella Basilica dei Santi Apostoli, dal Card. Giovanni Battista Re durante la Messa di suffragio per lo statista trentino. Hanno concelebrato Mons. Gianni Fusco e il parroco, Padre Francesco Celestino.

Card. Giovanni Battista Re

Il 3 aprile 1881 a Pieve Tesino, nel Trentino, nacque Alcide De Gasperi.

Quando il piccolo Alcide stava per terminare le scuole elementari, suo padre fu trasferito a Civezzano, a 7 chilometri da Trento. Questo cambio di residenza di tutta la famiglia fu provvidenziale, perché permise ad Alcide di incontrare in parrocchia un sacerdote di grande spiritualità e particolarmente attento alle problematiche sociali, che molto influì sulla sua formazione, Don Vittorio Merler, che lo accompagnò negli anni della giovinezza.

In questo anniversario della sua nascita vogliamo ricordare De Gasperi con affetto e gratitudine, perché l’Italia ha un debito di speciale riconoscenza verso di lui. Dopo le tante distruzioni della guerra 1939-1945, il Presidente Alcide De Gasperi guidò con intelligente lungimiranza la ricostruzione dell’Italia, ottenne il ricupero della credibilità del Paese in campo internazionale e promosse il rilancio dell’economia, dando spazio a tutti coloro che erano disposti a dare il proprio contributo. Inoltre difese la libertà che da poco l’Italia aveva riconquistato, ma che in quel momento correva il rischio di sfuggire di mano. Molta parte della vita e della storia italiana è stata determinata dalle scelte che ebbero come protagonista De Gasperi.

Spiritualità e politica furono due dimensioni che convissero nell’animo di Alcide De Gasperi e ne caratterizzarono la personalità: due dimensioni profondamente radicate, che spiccavano per la loro straordinaria luminosità.

Se si vuole capire De Gasperi, bisogna approfondire non solo l’azione che svolse e le idee che lo mossero, ma anche la fede e la spiritualità che lo animarono, perché fu questa la radice della sua forza e dell’enorme servizio reso all’Italia.

Egli fu un vero credente, sempre coerente con la sua fede, e un vero statista; fu credente e politico, nella chiara distinzione dei ruoli, anche se nel suo cuore spiritualità e politica vissero intrecciate.

Fu un politico che mise sempre il bene del Paese al di sopra degli interessi personali o del partito; nelle decisioni di De Gasperi brilla sempre un alto senso dello Stato e un radicale convincimento che lo Stato è al servizio della persona umana. Fu un vero statista.

In pari tempo la sua religiosità fu trasparente in tutte le sue azioni. Non ostentava mai la sua fede, ma questa faceva parte della sua vita. Da questa dimensione spirituale nasce il suo spiccato senso di giustizia, libertà e dignità di ogni persona umana. La sua fede lo portò ad affrontare l’impegno civile con senso d responsabilità e sempre con grande umanità.

De Gasperi resta un esempio di uomo retto e onesto, illuminato dall’ideale cristiano e impegnato nel servizio al bene degli altri.

Ebbe sempre grande forza di carattere. Soleva spiegare che per forza di carattere intendeva la capacità di seguire i dettami della retta coscienza nell’ adempiere a qualunque prezzo il proprio dovere in conformità ai propri impegni e alle proprie funzioni.

Nel libero confronto delle idee, fu rispettoso verso tutti e, in pari tempo, coerente nella sua identità e chiaro nelle sue posizioni. Fu così che ebbe il consenso di molti, pur lontani dalle sue convinzioni, e poté lavorare con frutto per il bene dell’Italia.

La sua intelligenza superiore lo rese abile nel trovare argomentazioni convincenti a favore delle tesi sostenute, ma fu sempre attento anche alla verità contenuta nelle ragioni degli altri.

Nella sua vita, privata e pubblica, fu sempre coerente con la propria coscienza. Questo gli permise di non deprimersi nei duri momenti degli insuccessi e della persecuzione fascista e di non esaltarsi nei rilevanti traguardi conseguiti

Gli anni della sventura e di perseguitato politico non solo non lo abbatterono, ma lo fecero crescere umanamente e spiritualmente. Lo fecero anche maturare dal punto di vista politico e nella convinzione del dovere di aiutare gli uomini a diventare cittadini liberi, rispettosi delle idee diverse dalle proprie e, in pari tempo, fieri della propria identità e orgogliosi delle proprie tradizioni culturali e spirituali. Non perse mai la fiducia.

In un discorso pubblico si chiese: “Qual è il faro che illumina il sentiero sul quale dobbiamo muoverci?”. La risposta fu: “Nel momento decisivo è la coscienza che spinge l’uomo ad una decisione” (Discorsi politici 1923-1954, p. 343).

Per lui la coscienza era la voce di Dio, iscritta nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, che ci indica la strada da seguire, cioé via della vita, la via del bene e della verità.

Tutta la sua vita fu in armonia con la sua coscienza di uomo, di cittadino, di cristiano.

In una delle ultime lettere scrisse a un collega di partito: “Quello che ci dobbiamo soprattutto trasmettere l’un l’altro è il senso del servizio del prossimo, come ce lo ha indicato il Signore, senza menar vanto all’ispirazione profonda che ci muove e in modo che la eloquenza dei fatti tradisca” la sorgente del nostro umanesimo e della nostra socialità“.

Alcide De Gasperi rimane un grande per le opere compiute a bene dell’Italia e dell’Europa, ma ancor più per l’alta ispirazione che lo mosse e la coerenza morale che lo distinse. Rimane un esempio e una luce. Se si vuol dare un colpo d’ala alla politica di oggi, è saggezza tornare a guardare a De Gasperi e allo spirito che lo mosse.