Destra, il vittimismo come arma di attacco della Meloni

La scelta di pubblicizzare – e quindi politicizzare – la propria vicenda familiare comporterà per la Meloni un costo in termini di coerenza rispetto a messaggi e slogan propagandistici sulla cosiddetta “famiglia normale”.

La Presidente del Consiglio attraversa un momento complicato su diversi fronti, dall’ambito politico a quello personale; ma quest’ultimo potrebbe – anzi dovrebbe – restare assolutamente estraneo alle valutazioni sull’azione del governo e della maggioranza che lo sostiene; peccato che la prima persona a non rispettare questo principio sia proprio la stessa premier, decidendo di socializzare la propria vicenda familiare con tanto di foto e commenti sulle sue questioni familiari e di coppia.

È chiaro che la decisione di sovrapporre la sfera privata a quella pubblica è stata una scelta obbligata per una vicenda che, per come si è sviluppata e per le inevitabili implicazioni social-mediatiche, non poteva aspirare in nessun caso a restare circoscritta in un ambito esclusivamente personale; e così mentre la politica di tutto il mondo ha gli occhi sulla Striscia di Gaza, Giorgia Meloni (madre, cristiana, ecc.) si è dovuta occupare di Striscia la notizia.

Va peraltro notato che il Giambruno si era già distinto per alcune “perle di saggezza” che avrebbero dovuto imbarazzare la Premier senza necessariamente aspettare i noti “fuori onda” come elemento di costrizione per portare la Meloni a prendere pubblicamente le distanze da lui e dalle sue gesta; le scempiaggini proferite sull’imprudenza e sulle responsabilità delle donne che vengono molestate uscirono in un’intervista pubblica e non in un “fuori onda”, ma in quel caso l’intero cerchio magico meloniano si schierò a difesa delle sciocchezze del Giambruno-pensiero.

La scelta di pubblicizzare – e quindi politicizzare – la propria vicenda familiare comporterà per la Meloni un costo in termini di coerenza rispetto ai messaggi e agli slogan propagandistici sulla cosiddetta “famiglia normale” e anche per questo non disdegna di indossare i panni della vittima. Nel videomessaggio del Brancaccio cerca di costruirsi dei nemici in modo confuso e fumoso parlando di generici attacchi e cattiverie perpetrate nei confronti suoi e del suo governo senza indicare da chi verrebbero portati questi attacchi, oltre che da Mediaset, Giambruno ed altri “famigli” della Premier stessa. “Lasciamoli rotolare nel fango” ha detto nel videomessaggio senza chiarire i soggetti che dovrebbero rotolarsi, ma cercando solo di trasferire un’immagine di vittima accerchiata da soggetti non identificati. Questa “offensiva vittimistica” è un innegabile segnale di debolezza che prepara una stagione di precostituzione di giustificazioni ed alibi per l’oggettivo peggioramento della condizione sociale ed economica del Paese da un anno a questa parte.