Dibattito | Bigon e la coscienza (quale?).

Vale di più il corpo mortale o l’anima immortale? Una legge, anche a livello regionale, rappresenta un gesto di carità giuridica, una sorta di samaritano in soccorso di chi soffre.

La domanda essenziale: se una comunità locale intende farsi carico del vuoto di potere creato da un Parlamento che non risponde dopo cinque anni ad una sentenza che lo sollecita a disciplinare per tutti il fin di vita, senza che si creino disparità tra chi può e chi non può permettersi di andare all’estero, a chi provoca problemi di coscienza?

Dovrebbe provocarli a chi non fa nulla nemmeno quando non sono disponibili le cure palliative a carico del servizio sanitario nazionale e si riempie la bocca di suicidio assistito, decidendo perfino con enfasi di non decidere. E se per sua responsabilità con il voto contrario ignora che in quel momento un’anima immortale vive drammaticamente la realtà accertata dalla scienza (e sennò da chi?) di un corpo destinato a morire, straziando fino alla disperazione estrema la sua anima immortale infusa al momento della nascita!

È noto ciò che il beato J.H. Newman scrisse nella sua Lettera al Duca di Norfolk: “La coscienza è il messaggero di colui che, sia nel mondo della natura che in quello della grazia, attraverso un velo ci parla, ci istruisce e ci governa. La coscienza è il primo dei vicari di Cristo!”. Non sorge il dubbio, allora,  che essa appartenga all’anima immortale e che si ricongiungerà con il corpo quando verrà il Risorto?

C’è un problema di coscienza per chi non ha rispetto per un anima immortale sacrificata allo strazio di un corpo destinato a spegnersi! In conclusione, la Bigon ci tiene a far sapere d’essere un esperta nella difesa della vita e come tale sa che un esame approfondito e una decisione può venire solo dal Parlamento; e che nel frattempo la sentenza, prima d’essere una misura giuridica è una misura urgente e temporanea, è un gesto di carità giuridica, una sorta di samaritano in soccorso di chi soffre.

E la Bigon che fa? Alla sua Regione che agisce nello spirito del samaritano oppone il suo “Vade retro Satana!”. Ecco, avesse proposto una iniziativa unitaria delle Regioni per sollecitare il Parlamento! E la gente, la più povera, ne paga il prezzo! L’angoscia è che possa essere prevalsa, come in tutti quelli che si sono opposti, un miserabile calcolo politico: quello di rischiare la perdita di consensi!