Dibattito | La politica estera torni al centro come nella stagione di governo della Dc

La centralità della politica estera come elemento decisivo per ridare qualità alla politica e agli schieramenti. La lezione storica della Dc e l’attuale slancio operativo della Premier Meloni.

Se c’è un elemento importante della Presidenza di Giorgia Meloni, al di là dei soliti attacchi personali e delle pregiudiziali politiche ed ideologiche della sinistra radicale ed estremista della Schlein e di quella populista dei 5 stelle, è quello di aver ridato spazio e dignità alla politica estera. Ovvero, inquadrare i problemi nazionali in unottica sempre più europea ed internazionale. Perché, come ovvio, è sempre più necessario collocare il nostro paese nello scacchiere europeo e mondiale avendo però una precisa bussola politica e di orientamento. E Giorgia Meloni, sin dallinizio del suo insediamento a Palazzo Chigi, ha pianificato una serie di iniziative diplomatiche e di relazioni politiche ed istituzionali con i principali paesi europei e mondiali con il preciso obiettivo di ridare prestigio ed autorevolezza al nostro paese. Certo, si tratta di una iniziativa che coltiva anche lobiettivo di costruire uno schieramento politico europeo più congeniale agli orientamenti politici e culturali della Premier italiana. Ma, al di là di questo sacrosanto e legittimo obiettivo, è indubbio che si tratta di una impostazione che contribuisce anche a ridare prestigio e autorevolezza allintera politica. Nel caso specifico, allimportanza della politica estera. E questo al netto delle differenze politiche e delle legittime e scontate convinzioni politiche, culturali e programmatiche di ciascun partito e schieramento.

Una iniziativa, questa, che non può non farci ricordare le migliori stagioni della politica italiana. Che non coincidono, come ovvio, con la decadenza e lo squallore della stagione populista, demagogica, anti politica e qualunquista di marca pentastellata. Mi riferisco, nello specifico, a quella stagione caratterizzata dai grandi statisti della Democrazia Cristiana che facevano della politica estera il nerbo centrale della strategia politica del partito e, soprattutto, della coalizione di governo di volta in volta. La politica estera, cioè, come elemento decisivo del profilo di un partito e come elemento caratterizzante di una alleanza politica. Lesatto opposto di quello che ha caratterizzato larga parte della cosiddetta seconda repubblica, soprattutto dopo lesplosione della sub cultura populista e anti politica. Del resto, era consuetudine per tutti i grandi partiti popolari della prima repubblica, in particolare della Dc, del Pci e del Psi, di iniziare ogni riflessione politica partendo sempre dai temi riconducibili alla politica estera. E non cera corso di formazione, dibattito politico, congresso di partito o convegno di corrente che non partisse, appunto, dalle grandi tematiche della politica estera. E proprio lesperienza della Dc e delle sue correnti, al riguardo, è stata esemplare. Una esperienza che era segnata e caratterizzata dalla politica, dalla sua capacità di elaborazione progettuale, dallessere espressione di una cultura politica e, non ultimo, da una visione e da un progetto di società. E ciò era possibile nella misura in cui era chiara la collocazione strategica del nostro paese nello scacchiere mondiale e il nostro rapporto con lEuropa e gli altri paesi europei. Cioè lesatto opposto del verbo e della sub cultura populista grillina.

Ecco perché liniziativa di Giorgia Meloni non può essere considerata banale, propagandistica o fuorviante come recita la vulgata della sinistra estremista, radicale e populista. Può rappresentare invece, e al contrario, e nel rispetto delle varie opinioni in campo, un tassello fondamentale per ridare qualità allintera politica e credibilità alle nostre istituzioni democratiche.