In un certo senso è una svolta, quella di Emmanuel Macron, sebbene nel tempo di queste svolte sull’immigrazione ne abbiamo registrate diverse, senza però riscontrare le conseguenti decisioni pratiche. Le difficoltà sovrastano le buone intenzioni, i discorsi dei leader europei faticano a innescare processi virtuosi. “Il Papa ha ragione – ha detto il Presidente francese nell’intervista in onda su Tf1 e France 2, poi ripresa da Le Figaro – a invitare a un soprassalto contro l’indifferenza”. Evidentemente l‘incontro di Marsiglia ha prodotto un effetto positivo.
La nota significativa sta nel prendere atto che l’egoismo delle nazioni non aiuta a governare un fenomeno di portata epocale. Dice il capo dell’Eliseo: “Non possiamo avere una risposta franco-francese. Dobbiamo fare la nostra parte come europei e non lasciare soli gli italiani. Dobbiamo avere un approccio coerente con i paesi di origine. Noi francesi facciamo la nostra parte, accogliamo sempre più bambini. Abbiamo un modello sociale generoso ma non possiamo accogliere tutta la miseria del mondo”. E poi ha continuato: “Dobbiamo fare una legge per entrare in sintonia con l’Europa. Il cuore di questo testo è accelerare le nostre procedure e avere una politica efficace per rimpatriare le persone che non devono essere nel paese. Dobbiamo andare molto più veloci”. Al tempo stesso però “dobbiamo usare il buon senso e non essere ipocriti. Ci sono molte imprese che, avendo difficoltà [a reclutare in Francia il personale, ndr], assumono lavoratori immigrati”.
L’analisi di Macron è stringente. La maggior parte dei migranti “vengono dall’Africa subsahariana”. Si tratta di Paesi ai quali la Francia fornisce aiuti allo sviluppo. Cosa bisogna dire loro? “Vi aiutiamo, ma voi dovete aiutarci a smantellare le organizzazioni” dei trafficanti. Macron ha proseguito spiegando il suo piano per affrontare le ondate di migranti: “Ci sono diverse migliaia di migranti che arrivano a Lampedusa e che partono tutti dal porto di Sax, in Tunisia. Voglio proporre un accordo alla Tunisia, mettere più mezzi in un Paese di transito, proporre partnership. Intendo esportare esperti e materiale [in Tunisia e in Algeria, ndr] per “smantellare queste organizzazioni” [di trafficanti, ndr]. Infine il Presidente francese ha pure affermato che i soldati francesi “lasceranno il territorio del Niger entro la fine dell’anno” e in questo contesto “l’ambasciatore di Francia a seguito del colpo di Stato sarà richiamato a Parigi”.
Le reazioni di parte italiana non si sono fatte attendere. Là Premier Meloni, a botta calda, ha salutato con soddisfazione il discorso di Macron. Ora bisogna capire quali possano essere a breve i passi da compiere. E quale strategia l’Europa immagina di adottare per mettere a terra i propositi che generosamente vengono tratteggiati. La buona notizia consiste nella consapevolezza di dover agire in forma integrata, come Europa, altrimenti sarà impossibile contenere le massicce ondate di immigrati.